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Le avventure di Claudia

By 16 Aprile 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Claudia era stanca quella domenica. Erano già le 3 del pomeriggio e ancora non aveva trovato la forza di alzarsi dal letto e sistemare per casa. Ancora ripensava agli avvenimenti della notte precedente. Di come si era fatta scopare nell’auto di uno semi-sconosciuto appena incontrato in discoteca e di come si era fatta inculare con il cambio di quella stessa macchina. I consueti sensi di colpa che ormai la aggredivano dopo ogni situazione in cui si lasciava andare, erano al massimo e a Claudia veniva da piangere a pensare a cosa aveva fatto. Si accorgeva che però, anche la sua fighetta rispondeva a quei pensieri ‘piangendo’ a modo suo.
Mentre si rigirava nel letto, sentì suonare il campanello. Non aspettava nessuno quel pomeriggio e decise, dunque di non aprire, pensando fosse il solito piazzista. In quello stesso istante il suo cellulare ricevette un messaggio da un numero che non conosceva. ‘So che sei in casa. Apri.’ diceva l’SMS misterioso. E intanto il campanello squillò di nuovo. Spaventata Claudia non sapeva cosa fare e decise di provare a ignorare i continui squilli del citofono, sperando che lo sconosciuto desistesse. Quella speranza si infranse immediatamente appena ricevette un secondo messaggio con una foto. Una foto in cui si vedeva lei perfettamente, mentre si faceva inculare dal cambio di un auto e una mano la masturbava, infilandole 3 dita nella vagina.
Vedendo quella foto Claudia cominciò a piangere a dirotto cercando di immaginare chi potesse averla scattata e come faceva a sapere dove abitava. Il campanello suonò di nuovo a lungo.
Ormai non aveva scelta, doveva rispondere ed aprire. Si mise una vestaglia, si alzò dal letto e si diresse verso il citofono. Prese la cornetta e sussurrò pianissimo ‘Sì?’, cercando di contenere le lacrime di paura. Un secco ‘Fammi salire se non vuoi che quelle foto facciano il giro del mondo’ risuonò nel suo orecchio. Con mano tremante Claudia schiacciò il pulsante per aprire il portone e aprì poco la porta di casa, che si trovava a piano terra. Sbirciando fuori vide che l’uomo che stava entrando in quel momento e si dirigeva verso di lei era Marco, il ragazzo che la sera prima l’aveva scopata nella sua Audi.
Nonostante la paura per la situazione, la giovane mogliettina non riusciva a fare a meno di perdersi negli occhi dell’uomo che si avvicinava con passo sicuro verso di lei e che aprì la porta con una spinta, entrando nella sua casa come se ne fosse il proprietario.
‘Chiudi la porta’ disse Marco e Claudia, incapace ancora di dare un senso a ciò che stava succedendo, come un automa, fece come detto. Senza fermarsi il ragazzo si diressi verso il soggiorno, che si trovava davanti all’ingresso, e si sedette sul divano, scrutando con occhi rapaci la giovane la quale stava ormai cominciando a realizzare cosa succedeva e sentiva la rabbia salirle nel petto.
‘Che cazzo ci fai tu qui? Come sai dove abito?’ cominciò ad urlare, quasi correndo verso di lui.
‘Calma Claudia’ le rispose in modo molto pacato ‘Non vorrai che ti senta tutto il palazzo. Per quanto riguarda l’indirizzo, i colleghi di tuo marito me l’hanno dato, insieme ad un’altra informazione, che &egrave il motivo principale per cui sono qui oggi. Mi hanno detto che il cornuto &egrave via per un paio di settimane, per partecipare a qualche riunione importante del cazzo e ti ha lasciata qui tutta sola. E visto come hai deciso di passare la prima sera senza di lui, ho deciso di venire da te per scoparti per bene per tutta la settimana.’
‘Ma” cercò di ribattere Claudia.
‘Prima che tu possa dire qualcosa o incazzarti’, continuò Marco senza dare segni di aver sentito il principio di protesta, ‘sappi che ho molte altre di quelle foto che ti ho mandato prima e sono pronte per essere mandate a tuo marito. Immagino che sarà molto contento di vedere la su cara mogliettina farsi venire dentro senza protezione e farsi inculare da un cambio di un auto. Mi hanno detto che diventa piuttosto violento quando si incazza. Proprio come un toro,’ disse sorridendo, ‘un toro forte e cornuto allo stesso tempo.’
Claudia sentì un forte groppo alla gola, mentre si immaginava la scena del marito che apriva una mail con delle foto del genere, e cominciò a piangere. Tutta la rabbia che aveva in corpo era sparita, sostituita dalla certezza che l’uomo davanti a lei non avrebbe esitato un secondo a rovinarle la vita.
‘Ti prego, ti scongiuro, non farmi questo’ iniziò a dire, tra un singhiozzo e l’altro.
‘Su, su, non c’&egrave alcun bisogno di disperarsi. Vedrai che se farai ciò che ti dico, ci divertiremo entrambi. Tu sei troia dentro. Io lo so e, soprattutto, lo sai anche tu. Ho visto come ti &egrave piaciuto prenderlo in culo il cambio della mia auto e una ragazza normale non sarebbe mai venuta in discoteca con sotto delle mutandine aperte, per poter essere scopata senza neppure doverle togliere. Sei troia dentro. Accettalo.’
Mentre disse queste parole si alzò e si avvicinò a Claudia. Appoggiò una mano alla sua guancia per asciugarle le lacrime e la accarezzò. Appena lei si tranquillizzò un attimo, Claudia colse al volo il momento e la baciò, infilandole tutta la sua lingua in gola. Lei rimase interdetta un secondo, ma la sensazione della lingua di lui che le esplorava il palato, le forti sensazioni che ancora provava dalla sera prima e ciò che le aveva provocato dentro il discorso di lui, la fecero capitolare. Claudia si abbandonò al bacio, arrendendosi di fronte al maschio che stava suggellando la sua conquista. L’uomo intanto le slacciò la vestaglia e le infilò una mano nei pantaloni del pigiama, constatando con piacere l’umidità della fighetta di lei.

‘Prima di continuare’, disse Marco staccandosi da lei, ‘ci sono alcune cose che devi fare e sapere.
Per prima cosa adesso chiamerai il tuo ufficiò e prenderai una settimana di ferie o di malattia. Non me ne frega un cazzo di cosa gli dirai, ma questi giorni li passerai solo con me. Non voglio sentire proteste’ disse anticipando qualunque obiezione di Claudia, che abbassò gli occhi rassegnata e pensando a quale scusa dare al suo capo. Fortuna che aveva un po’ di ferie arretrate.
‘Inoltre quando saremo in casa io e te, dovrai vestirti come dico io. Nel caso non ti specifichi nulla, dovrai andare in giro nuda. Soltanto i tacchi ti sono permessi. Anzi, sono obbligatori. Voglio vedere quel culo che ti ritrovi in tutta la sua bellezza’.’. Mentre diceva questo le girava intorno, osservandola da ogni lato e palpandola, per sentire la morbidezza delle sue forme. ‘Durante la settimana passeremo quasi tutti i giorni in casa. Se ci sarà da uscire, uscirai vestita come dico io. E’ possibile che inviti alcuni amici un paio di serate. Se così sarà, tu dovrai assecondare i loro desideri come fossero i miei. Sono sicuro che ti piacerà un sacco prendere cazzi differenti, magari da alcuni dei colleghi di tuo marito. Ormai sanno tutti che troia sei’
Claudia era come in trance. Le parole dell’uomo, ora suadenti ora dure, la stavano portando in uno stato in cui non riusciva a imporsi. Si lasciava semplicemente trasportare dagli eventi, accettando le condizioni dell’uomo senza ribattere. Sentiva, però, un brivido ormai familiare al basso ventre ogni volta che lui parlava e le assegnava un compito per la settimana. Il suo corpo e la sua mente volevano essere posseduti completamente da Marco.
‘Adesso andiamo in camera tua’ le disse facendole segno di fargli strada, ‘voglio vedere quanti altri completini da porca possiedi e scoparti la prima volta di tante sul letto in cui ti fai scopare da tuo marito.’
Claudia quasi non aspettava altro. Si diresse verso la stanza da letto e la mostrò all’amante.
‘Mostrami i cassetti dove tieni i vestiti e l’intimo più sexy, poi esci e vai a chiamare il tuo capo. E già che ci sei mentre lo fai spogliati e mettiti un paio di scarpe con il tacco. E datti una truccata. Quando torni voglio che tu sia quanto più figa tu possa essere.’ Detto questo si mise a rovistare tra gli armadi che Claudia gli aveva mostrato, mentre lei si diresse in salotto a fare come ordinato.
Chiamò il capo e si inventò una scusa sulla madre che stava male e aveva bisogno di qualche giorno per stare con lei, si spogliò completamente, andò in bagno a darsi una sistemata e a truccarsi, si mise un paio di scarpe con il tacco e tornò in camera. Lì trovò Marco sul letto che giocherellava con qualcosa che la fece impallidire. Teneva in mano un cuneo anale di dimensioni considerevoli e la fissava. Si alzò per dirigersi verso di lei
‘Leccalo’ le disse.
Claudia, titubante, cominciò a darci qualche timido colpo di lingua. Spazientito Marco glielo spinse in bocca.
‘Insalivalo per bene. Ti conviene, se non vuoi che ti faccia troppo male quando te lo infilerò tutto nel culo. E guardami negli occhi mentre lo fai. L’ho preso apposta per le troie come te, ma ancora non ho avuto occasione di usarlo su nessuna. Complimenti per essere la prima’
Spaventata dal dolore che avrebbe potuto provare, la giovane si mise di impegno per fare quanto richiesto, mentre lo fissava dritto negli occhi.
Dopo qualche minuto del trattamento, Marco le tolse il cuneo dalla bocca, si mise dietro di lei e la spinse a 90 sul letto.
‘Apriti per bene le chiappe, che voglio dargli un’occhiata.’
Claudia appoggiò la testa al cuscino, allargò le gambe alzando per bene il culetto e con le mani si prese le chiappe per aprirle il più possibile, donando al ragazzo dietro di lei una visione paradisiaca del buchetto che si apriva e chiudeva e della fighetta, ormai completamente zuppa, chiaro segno che il trattamento le piaceva non poco.
Marco prese il cuneo, lo appoggiò al buchetto posteriore della ragazza e lo spinse dentro. Come pensava, l’oggetto scivolò dentro senza difficoltà. Claudia ormai aveva il culo allenato. Sentì un gemito di piacere provenire da lei nel momento dell’inserimento. Questo lo fece arrapare al massimo. Era da quando era entrato nella casa che aveva il cazzo duro ma, ormai, gli stava per scoppiare. Lo liberò dai pantaloni e penetrò la ragazza con un sol colpo. La lubrificazione permise all’uccello del uomo di entrare fino in fondo in un unico movimento.
‘Prendilo tutto troia. Lo so che non aspettavi altro.’ I gemiti che uscivano dalla bocca di Claudia erano un segno inequivocabile che aveva ragione.
Marco la scopava senza alcun ritegno, cercando di far entrare il cazzo il più possibile. La prese per i capelli con un mano e cominciò ad usarli come delle briglie, per darsi più forza nelle spinte, mentre con l’altra prese il cuneo che le aveva infilato nel culo poco prima e cominciò a scoparla anche con quello.
‘Ah’.Ah….Sì’.Così” Claudia ormai non capiva più nulla. L’uccello che la stava scopando, ogni volta che entrava, premeva sul collo dell’utero donandole scariche di piacere che raggiungevano il cervello. Queste unite al movimento all’interno del suo culo, e alla situazione, le stavano facendo avere orgasmi multipli. Non stava nemmeno pensando al fatto che Marco non aveva indossato alcuna forma di protezione e ormai era giunto al limite.
‘Ti metto incinta Claudia’ disse prima di lanciare un urlo disumano e venirle dentro. La ragazza sentì distintamente il cazzo che si gonfiava e i getti di sborra che le raggiungevano l’utero, portandola ad un ultimo, spettacolare orgasmo. Non fece in tempo, però, a capire fino in fondo ciò che era successo e a disperarsi per le implicazioni di ciò che era appena successo, che vide Marco prendere il cellulare dalla tasca dei pantaloni, girarla a pancia in su e scattarle alcune foto. Foto in cui si vedeva perfettamente il suo viso, la sua vagina gonfia con un rivolo di sperma bianchiccio che le usciva e la stanza in cui erano. Poi, si avvicinò e le punto il cazzo ancora gocciolante di umori e sborra alla bocca. ‘Lecca bene’ le disse ‘la nostra settimana &egrave appena iniziata e vedrai che ti verrò dentro ancora diverse volte. Adesso fammelo tornare duro che voglio scoparti di nuovo’. E con un ghigno stampato sulla faccia le infilò il pene in bocca. La settimana prometteva molto bene.
L’orologio sul comodino segnava le 2:30. Claudia era stesa supina nel letto, nuda e con il cuneo saldamente infilato nel culo. Gli ultimi due giorni l’avevano sfinita sia fisicamente che mentalmente, ma nonostante ciò faticava a prendere sonno. Era forse dovuto alla non così sgradevole sensazione all’interno delle sue viscere, che però la manteneva sempre in stato di semi eccitazione? O forse era la mole di pensieri e sensazioni che le passavano per la testa in quel momento? Molto probabilmente un misto delle due cose era la causa della sua impossibilità di dormire. Come aveva fatto una ragazza di buona famiglia come lei a trovarsi in questo stato, stesa a fianco di un semi-sconosciuto, nella stanza da letto sua e del caro marito di cui, nonostante tutto, era ancora molto innamorata. Come era possibile che, nonostante ciò che le avevano detto da ragazzina, l’amore che aveva per lui non fosse abbastanza per soddisfarla completamente. Cosa poteva desiderare di più da una persona: lui l’amava alla follia, non le aveva mai mancato di rispetto e, anche se era molto geloso, non aveva mai osato accusarla di niente. Eppure Claudia, in cuor suo, quasi sperava che lo facesse. Che la vedesse per la puttana che era diventata trattandola di conseguenza. Che la prendesse in modo animalesco e la scopasse senza alcun riguardo per i sentimenti, come ormai avevano fatto in tanti.
Marco, l’ultimo tra coloro che erano passati per i suoi buchi, giaceva addormentato di fianco a lei. Nudo e con il cazzo che gli svettava, nonostante le numerose volte che l’aveva posseduta nelle ultime ore. Ogni volta che si soffermava ad osservarlo rimaneva come rapita da quel pezzo di carne che riusciva sempre a farla godere fino allo sfinimento. La sua mente cominciò a ripercorrere le ultime ore, da quando Marco le era venuto dentro la prima volta e poi le aveva dato il suo cazzo da leccare per pulirlo e farlo tornare duro. Lei si era messa d’impegno per soddisfare questo desiderio. Non importava il fatto le era appena venuto dentro, i sensi di colpa ed il rimorso sarebbero arrivati successivamente. Adesso il suo mondo era il cazzo di quell’uomo. Non riusciva a pensare ad altro che a leccarlo e a succhiarlo con tutta la passione e la bravura di cui era capace. Tutti gli anni di pratica erano raccolti in quel momento. Sapeva esattamente come stimolare con le mani i coglioni e dove andare a toccare con la lingua, per farlo tornare in erezione. Si ricordò di come aveva pensato che non lo faceva per dare piacere a lui. Se quel cazzo fosse tornato turgido le avrebbe dato ancora piacere e lei ne aveva bisogno, come un drogato con la sua dose.
Marco si accorse di questo suo atteggiamento e la insultò ‘Sei proprio una zoccola.’ Le disse ‘Ho appena finito di scoparti e ne vuoi subito ancora. Non puoi proprio vivere senza il cazzo eh? Puttana.’ Grazie alla sua esperienza sapeva che quelle parole le avrebbero solo fatto salire l’eccitazione. Infatti Claudia, non appena vide che il pene era di nuovo eretto, spinse il suo amante sul letto e si impalò.
Cominciò a cavalcarlo ad un ritmo sostenuto, mentre con una mano si sgrillettava il clitoride e con l’altra un capezzolo. Marco rimase piacevolmente sorpreso dalla reazione di lei e la lasciò fare. Se anche lei si arrendeva al piacere, la settimana sarebbe stato molto più divertente.
Gemiti cominciarono ad uscire dalla bocca di Claudia. ‘Ah’.Ah’..Oddio’Sì’.Così” ripeteva come in trance, mentre saliva e scendeva lungo l’asta dell’uomo. La sua mente era persa nelle sensazioni che le pareti interne della sua vagina le trasmettevano. Quasi non si accorse delle mani di Marco che le afferrarono i capezzoli strizzandoli e le chiappe per darle un ritmo più sostenuto. Sentì perfettamente, però, il cazzo che le si sfilava da sotto proprio all’arrivo dell’orgasmo e l’uomo che la fece rimettere a pecorina.
Marco si mise dietro di lei e cominciò a passarle la cappella sulle labbra della fighetta ed infilandola solo un pochettino prima di sfilarla. Sapeva che un trattamento del genere era come una tortura per Claudia e godeva nel sentire i gemiti di delusione quando la tirava fuori.
‘Chiedimelo di infilartelo’ le disse ‘Chiedimelo o continuerò con questo trattamento. Non ho nessuna fretta troia.’ Dopo pochi minuti, la ragazza non riuscì a resistere oltre e capitolò. Aveva bisogno di sentire il cazzo infilato fino in fondo dentro di lei.
‘Scopami ti prego’ gli disse, pregandolo ‘Mettimelo tutto dentro. Fammelo sentire tutto’. Marco non aspettò oltre e la penetrò fino alle palle.
‘Aaaaaaaahhhhhh’ urlò Claudia, raggiungendo l’orgasmo a lungo rimandato. Marco non aveva intenzione di fermarsi nemmeno un secondo e aumentò il ritmo scopandola selvaggiamente. La afferrò per le tette strizzandole e continuò così per diverso tempo. Per la stanza si sentiva lo shack shack dato dagli umori di lei, che ormai colavano copiosi inzuppando le lenzuola, quando venivano colpiti dal cazzo dell’uomo.
Ma Marco non era ancora soddisfatto. Non era ancora riuscito a godersi completamente quel buchetto così invitante che, adesso, era occupato da un grosso cuneo nero, che le sporgeva dalle chiappe. Per questo, dopo averle fatto avere un altro orgasmo, la lasciò accasciare sul letto sfinita e le levò l’oggetto dal culo. La fece girare a pancia su, le portò le ginocchia al petto e le appoggiò il glande ancora sgocciolante all’ano. Notò con piacere come questo si dilatasse alla minima pressione, aprendosi per lasciarlo entrare, quasi invitandolo in quel paradiso in terra. E Marco non si fece pregare infilandole il cazzo fino ad oltre metà in un unico movimento e fino alla base nel secondo. Era esattamente come si aspettava, il culo perfetto per ospitare cazzi, né troppo stretto, né troppo largo. Sentiva distintamente i muscoli dell’ano che gli stringevano il cazzo senza fargli male, ma assecondando il movimento di lui, quasi fosse dotato di volontà propria. Decise di volersi godere quel buco a lungo quella prima volta, c’era tempo per romperglielo nelle prossime sessioni. Cominciò a pomparla con un ritmo lento ma costante, che permettesse a Claudia di sentire ogni centimetro del suo cazzo che si infilava nel suo retto. E a lei la cosa piaceva. Fino ad allora chi era passato da quel buco, l’aveva fatto senza alcuna pietà, scopandola al massimo della loro forza, per farle capire completamente quanto lei era troia dentro. Non che le dispiacesse, ma questa novità la sorprese piacevolmente. Ancora scossa dai numerosi orgasmi che il cazzo nel suo culo le aveva donato quel ritmo le permise di riprendere fiato, mantenendo comunque alta l’eccitazione e il godimento, che salirono ancor di più quando Marco le prese il clitoride tra due dita e cominciò a strizzarlo mentre si chinava a baciarla. Lo accolse nella sua bocca, legandogli le gambe dietro la schiena, quasi a cercare di farlo entrare più a fondo.
Ormai, comunque, era diverso tempo che stavano scopando e Marco era quasi al limite. Accelerò il ritmo, mentre l’orgasmo montava in entrambi. Claudia sentì il cazzo di lui cominciare a pulsare e ad ingrossarsi mentre un fiume di sborra le inondava il culo, risalendole l’intestino e si lasciò andare ad un ultimo, intenso orgasmo. Marco rimase dentro di lei ancora per un po’, mentre il suo uccello si afflosciava, per godersi fino alla fine le sensazioni che quel buco gli davano. Appena uscito, riprese in mano il cuneo, abbandonato da qualche parte sul letto durante la monta, e glielo puntò nuovamente nell’ano. Claudia rimase leggermente sorpresa dalla mossa, ma non si oppose. Era troppo stanca per poterlo fare, anche se avesse voluto.
Non ricevendo alcuna obiezione, Marco reintrodusse il cuneo nel culo della ragazza, dicendole che avrebbe dovuto tenere nel pancino la sua sborra per un po’. Poi le chiese se avevano una vasca da bagno e a risposta affermativa, si diresse per riempirla, lasciandola riprendersi un attimo.
Tornò dopo qualche minuto, la fece alzare e si diressero in bagno, dove la fece entrare nella vasca piena d’acqua calda per un bagno rilassante.
‘Resta qui qualche minuto’ le disse ‘mentre vado a preparare qualcosa da mangiare in cucina, mi arrangio io. Tu rilassati e datti una pulita. Il cuneo potrai toglierlo per andare in bagno solo quando avrai finito.’
Claudia rimase in bagno da sola. Si prese il suo tempo per lavarsi con cura, passandosi una spugna su tutto il corpo tonico, frutto di anni di ginnastica e danza. Si passò le dita anche sulla fighetta, che trovò ancora aperta e sul culo ancora occupato. Dopo circa 10 minuti si alzò, si asciugò con cura il corpo, passandosi anche una crema per il corpo e con calma si levò il cuneo per poter fare uscire tutto lo sperma di Marco che ancora sentiva muoversi all’interno. Finito si lavò per bene anche lì e si rimise l’oggetto e i tacchi, prima di uscire e dirigersi nuovamente nella stanza da letto. Qui trovò Marco con in mano due piatti con una piadina ciascuno. Oltre a preparare quel pasto veloce, Claudia vide che aveva aperto le finestre della stanza per far entrare un po’ di fresco e cambiare l’aria che sapeva troppo di sesso (non aveva comunque dubbi che presto sarebbe tornata ad essere così).
Mentre mangiavano, vide l’uomo sistemare una telecamera di fronte al letto e si spaventò. Era in quel casino proprio per delle foto che erano state scattate, figuriamoci cosa sarebbe successo con un video. Marco, però, con la sua parlantina e il suo sguardo riuscì a convincerla che non doveva avere paura. Era solo per divertirsi e avrebbe cancellato qualunque foto o video fatti davanti a lei prima di andare via. Quello che naturalmente non sapeva era la funzionalità del cellulare di fare il backup delle foto su cloud e della videocamera su un’altra scheda di memoria per sicurezza.
Dopo aver finito di mangiare e di preparare il ‘set’, fece stendere Claudia sul letto e si posizionò dietro la telecamera dandole un ordine. ‘Adesso faremo un piccolo video testimonianza in cui voglio che ti presenti e racconti come sei diventata la zoccola rottinculo che sei oggi. E mentre lo fai voglio che ti metti bene a gambe larghe e con le ginocchia piegate, così che si possa vedere bene ciò che hai infilato nel culo. Ah, dimenticavo. Già che ci sei accarezzati la fighetta e quelle bellissime tette che ti ritrovi’.
Claudia si sistemò come ordinato e, ad un cenno di Marco, cominciò ‘Ciao sono Claudia e questa &egrave la mia storia”

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