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Racconti Erotici Etero

Le avventure – ep3 – Il ritorno di Valentina

By 7 Aprile 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La difficoltà era stata far accettare a mio marito che uscivo per il mio addio al nubilato. Eravamo sposati da un anno e mezzo’ il ritardo era eccessivo. Poi lui era convinto che lo avessi già festeggiato a suo tempo. Invece no. Io non lo avevo mai festeggiato in modo appropriato e avevo raccontato di essere uscita con le mie amiche quando invece nemmeno le avevo viste. Così spiegai che la mia piccola bugia era stata detta allo scopo di non destargli preoccupazione’ i giorni prima delle nozze erano effettivamente stati molto stressanti. Lui accettò la mia spiegazione’ ma ci ricamò un sacco di fantasie sopra. Sul passato ipotizzò che la sera del mio addio al nubilato in realtà avessi festeggiato con un amante’ sul presente suppose lo stesso.
Io lo lasciai parlare per un po” fino ad averne abbastanza.
– Piantala. Ti giuro che stasera esco con Valentina. Lo vedrai tu stesso tra poco.
– Sono proprio impaziente di verificarlo.
– Non ci credi’
– Almeno mi avessi detto che uscivi con Giovanna. Sarebbe stato più realistico.
La mia amica Valentina era partita per gli Stati Uniti poco tempo dopo il mio matrimonio. Sarebbe dovuta tornare per le feste, ma poi aveva rimandato il rientro per impegni. Stefano non credeva che fosse tornata.
– Sarebbe stato realistico se fosse stata vero.
Lo vidi riflettere.
– Perché non uscite in tre come i vecchi tempi allora?
Giovanna e Valentina non erano più in buoni rapporti’ e in teoria Stefano lo sapeva. Smisi di truccarmi e attraverso lo specchio tirai un’occhiataccia alle mie spalle. Era una risposta sufficiente.
– Mony’ voglio solo dire che è tutto un po’ strano. Non potevi semplicemente dirmi che uscivi con Vale? Che bisogno di questa scusa dell’addio al nubilato mancato?
Non era una scusa e il bisogno c’era eccome. Interruppi di nuovo il trucco, ma evitai di guardare Stefano.
– Ci tenevo a dirtelo. Non so cosa abbia in mente’ ma di sicuro Vale cercherà di coinvolgermi in qualche strana penitenza.
Mio marito sospirò profondamente.
– Insomma vuoi il mio benestare per una ‘licenza’.
La licenza era il permesso a sgarrare, superare certi limiti in un contesto comunque sicuro. Le licenze ce le prendevamo d’estate di solito, in vacanza dove nessuno ci conosceva, e, di solito, le concordavamo assieme.
– No’ non credo di avere bisogno di una vera e propria licenza.
– Una mezza licenza?
– Sì’ diciamo mezza.
Dopo una breve pausa mio marito chiese un’ulteriore precisazione con voce insicura e vibrante.
– Hai intenzione di fare delle ‘cose’ con altri uomini?
Eravamo alle solite. Mentre mi davo il mascara lo rassicurai senza batter ciglio.
– Ti ho detto che esco con Vale’ non con un altro uomo.
– Ok’ ma se uscissi con un uomo me lo diresti?
– Sì’ e non ci uscirei senza il tuo consenso.
Controllò la voce.
– Quindi non mi racconteresti una balla del tipo ‘esco con Valentina per recuperare il mio addio al nubilato’. Giusto?
Sbuffai.
– Ora basta Stefano. Su!
Che io andassi con un altro era una dolorosa fantasia che mio marito faticava a gestire razionalmente.
Non avevo assolutamente intenzione di fargli le corna, ma non sapevo cosa avesse in mente la mia amica Vale’ aveva organizzato tutto lei’ e lei era una tipa piuttosto ‘sportiva’.
Sapevo solo che mi voleva portare in discoteca. Era parecchio che non ci andavo.
Mentre sceglievo il rossetto da mettere tentai di nuovo di rassicurare Stefano.
– Penso che Valentina voglia fare un’uscita come i vecchi tempi’ con me, senza Giovanna’ e poi mi farà fare qualche penitenza da ‘addio al nubilato” come attaccar bottone con ragazzi sconosciuti… magari pure brutti. Stai tranquillo. Non mi avrebbe fatta andare con altri uomini nemmeno al mio addio al nubilato vero. Non è una cretina.
– Ok’ va bene’ ti voglio credere.
‘Finalmente!’
Mio marito mi si avvicinò da dietro, mi prese con le mani alla vita e poi mi baciò una spalla nuda.
Indossavo solo il reggiseno e il perizoma. Ero vulnerabile.
– Ste’ non ti far venire idee strane’ sono già in ritardo e Vale sarà qui a minuti.
– Idee strane ne ho tante.
– Ecco. Metti da parte tutte quelle che mi farebbero perdere tempo.
Spinse i suoi fianchi contro i miei da dietro. Sentii che era eccitato.
– Che ne dici Mony di una sveltina mentre finisci di truccarti?
Mi scostai abbastanza da evitare facili incastri, ma senza allontanarlo.
– Scordatelo.
Lui ritentò di piazzare comodamente l’erezione in mezzo le mie natiche.
– Allora rimango così fino a che non hai finito.
‘E di sicuro poi ci scappa la sveltina’ ti conosco’ e conosco anche me.’
– No’ e poi ormai col trucco ho finito. Devo tornare in camera per vestirmi.
Con garbo mi divincolai.
– Ti desidero Mony.
Mi girai e lo affrontai di fronte. Prima lo guardai intensamente negli occhi, poi con la mano gli afferrai l’erezione che nascondeva nei pantaloni. Lo baciai teneramente sulle labbra’ tremava.
Mi fece tenerezza e mi eccitò.
– Vuoi tirartelo un po’ mentre mi guardi vestire? Vuoi?
– Mony’
Mossi piano la mano su e giù.
– Porco’ lo so che ti va’ e so anche che stasera ti ammazzerai di seghe fantasticando su quello che potrei fare lontana da te.
– Sei una stronza.
Mio marito di scatto cercò di ghermirmi e baciarmi. Io ero pronta. Riuscii a scappargli.
Ridacchiai allontanandomi in fretta.
– Se riesci a sopravvivere all’autoerotismo domattina ti scopo alla morte.
– In ogni caso il mio destino è segnato allora.
– Decidi pure tu la tua fine maritino mio.
– Ho diritto anche all’ultimo desiderio?
Io ero già uscita dal bagno. Evitai di rispondere per paura.
– Vieni qui. Voglio il tuo parere sul vestito che ho scelto.
Stefano arrivò silenzioso e si accomodò sul nostro letto.
– Pensavo questo abito grigio’ con le autoreggenti e gli stivaletti.
Scrutò la mia proposta e poi seccamente mi diede la sua opinione.
– No.
Ci rimasi un po’ male.
– No? Come no? Non ti piace?
Sospirò.
– E’ carino’ ma non è abbastanza sconcio.
– Lo hai capito che esco con Vale, vero?
– Se vuoi una mezza licenza allora devi vestirti in modo più arrapante.
‘E’ una sfida?’
Io conoscevo i gusti di mio marito per quelle circostanze specifiche.
La soluzione vincente era semplice’ bastava abbinare attillato, corto e scollato.
– Mettiamo subito in chiaro che le mutandine le tengo.
– Però potresti metterti il vestito marrone.
– Il vestito marrone?
Il vestito marrone era attillatissimo, cortissimo e scollato’ e praticamente ogni volta che lo avevo indossato avevo finito per comportarmi da porca.
‘La sfida la vincerò io.’
– E’ vecchio’ e poi è estivo.
– Però lo hai ancora?
– Sì’ ma, come ho detto, è vecchio ed estivo.
– Metti quello Mony. Dai. Insisto.
Ne presi fuori un altro. Era blu scuro’ attillato, ma di tessuto più spesso, un po’ meno corto e con una scollatura a goccia davvero sexy.
– Metto questo. Arrapante, no?
– Sì’ abbastanza’ niente male’ ma quello marrone sconvolge gli istinti’ questo li stimola un po” e basta.
‘Non vuole arrendersi.’
– Insomma non sarai contento fino a che non sceglierò il vestitino marrone.
– Esatto.
– E’ vecchio’ ed è estivo.
‘Nemmeno io voglio arrendermi.’
Mi venne un’idea. Tirai fuori dall’armadio un vestito nero’ piuttosto corto, con una profonda scollatura a V sul davanti e la schiena completamente nuda’ si indossava con un top a fascia oro in pailettes luccicanti. Lo avevo acquistato per l’ultimo capodanno, ma poi eravamo andati a casa di amici e per l’occasione non lo avevo trovato adeguato.
– Metto questo’ con calze a rete e stivali alti.
Mio maritò esitò mettendo in discussione la sua irremovibile preferenza.
– Bello davvero’ ma quello marrone lo batte.
– Lo metto senza fascia.
La discussione si fece ardua.
– Senza fascia?
– Sì’ e ovviamente anche senza reggiseno.
Lo vidi deglutire.
– Non ci credo.
Presi quell’incredulità come un segnale di sicura vittoria.
Slacciai il reggiseno, lo tolsi’ e indossai l’ultimo abito da me scelto.
Inarcai subito la schiena e spinsi il seno in alto osservandomi allo specchio.
– Allora Ste? Sono abbastanza arrapante?
Non mi rispose. Io invece volevo udire la sua resa.
– Rispondimi’
Mi girai per fulminarlo con lo sguardo. E lo vidi. Impreparata sgranai gli occhi’ ma poi sorrisi compiaciuta.
‘Beh’ credo proprio di aver vinto su tutti i fronti.’
Contemplandomi ammirato aveva liberato l’erezione e se la stava tirando senza ritegno.
Io lo trovai eccitante.
– Dimmi una cosa’ se mi piego ‘così” mi si vedono le tette?
Mi sporsi in avanti appoggiando i palmi al letto. Ero praticamente piegata a novanta gradi.
– Sì’
– Ma le vedi bene? Anche i capezzoli?
Allungò il collo.
– Uhh’ Mony’ sì’
– Se vuoi stasera mi piegò così al ristorante.
Era il programma così come lo conoscevo io’ ristorante e poi discoteca.
– Mony’ solo per penitenza’
– Cioè? Vuoi che dica a Vale di comandarmelo?
Lo vidi estendere e velocizzare il movimento della mano.
– Quindi vorresti obbedire a tutti i comandi di Valentina? E’ questo il benestare che cerchi?
– Se vuoi posso obbedirle in tutto e per tutto senza protestare’ qualsiasi cosa mi chieda.
Feci strisciare i palmi in avanti sul letto fino a poter appoggiarci anche le ginocchia’ poi avanzai lentamente a carponi’ raggiunsi i piedi di mio marito, li evitai per proseguire fino al suo corpo.
Ci guardammo intensamente negli occhi.
La domanda era rimasta in sospeso’ e lui continuava a masturbarsi.
– Allora Ste? Devo obbedirle in tutto e per tutto?
– Non lo so.
Mi corrucciai fingendomi dubbiosa.
– Perché mi suona come un ‘sì’?
– Accordatevi tra voi’
Era un consenso, ma allo stesso tempo non si prendeva troppe responsabilità.
– Allora le chiederò se è quello che vuole’ credo proprio che per lei non sarà un problema’ anzi. Spero solo che non mi costringa a’
Lasciai volontariamente la frase incompiuta.
Stefano aggiunse ancor più enfasi nella masturbazione. Abbassai gli occhi per guardare.
– Mony’ dimmelo. A cosa potrebbe costringerti? Dimmelo.
Feci spallucce e mi spiegai ingenuamente.
– Beh’ ad avere rapporti sessuali con altri uomini.
All’improvviso si fermò e con le mani mi prese stretta per le spalle.
– Non voglio.
Quella reazione mi sorprese. Credevo fosse una delle sue fantasie. Lui stesso aveva tirato in ballo quella possibilità solo pochi minuti prima.
Valentina non mi avrebbe mai chiesto nulla di simile’ era ovvio’ o almeno molto probabile. La probabilità era trascurabile.
La remota possibilità doveva aver terrorizzato a morte mio marito. Forse lui aveva una percezione differente sulle intenzioni della mia amica. Forse, oltre il gioco, lui ci vedeva una reale eventualità.
Oppure semplicemente la dolorosa fantasia gli faceva più male del solito.
– Ste’ tranquillo. Vedrai che non me lo chiederà nemmeno.
Gli sorrisi rassicurante’ poi gli presi l’erezione con la mano e con delicatezza ricominciai per suo conto quel lavoretto che lui aveva interrotto bruscamente.
– Puoi fare quello che vuoi’ ma non voglio che nessuno ti penetri. Hai capito? Questa è la mezza licenza che ti concedo. Nessuna penetrazione.
– Ok’ ok’
– Nessuna penetrazione Monica.
Mi chiesi se quella precisazione nascondesse un tranello.
Forse non era nemmeno così nascosto, forse mio marito voleva che cogliessi la scappatoia.
– Sì’ nessuna penetrazione. Lo so che non vuoi che scopi con altri.
– Esatto.
Lasciai sedimentare il concetto per qualche secondo. Stefano mi fissava le tette, io lo masturbavo. Misi ancor più decisione nella mano e feci una domanda.
– Non vale nemmeno nel culo quindi?
Nelle fantasie riguardo quella pratica mi era sempre concessa una libertà maggiore’ però anche quella era penetrazione.
– Mony’
Stefano chiuse gli occhi e lasciò cadere la testa all’indietro. Io lo incalzai.
– Anche in bocca e nel culo sarebbero penetrazioni’ ma se tu non vuoi’
– Mony’
– Non capisco. Spiegami. Posso fare pompini e farmi inculare? Sì o no?
Si irrigidii.
– Sto per venire’
Lo avevo capito. Mi fermai proprio mentre me lo stava comunicando.
– Ah no! Non voglio che mi sporchi il vestito. Poi dovrei mettere quello marrone.
Mio marito si era ‘ridestato’ e mi guardava fisso’ contrariato.
– A me piace quello marrone.
‘Gli piacerebbe sporcarmi”
– Io però voglio mettere questo. Se vuoi finisci da solo. Io mi allontano.
E senza esitare in retromarcia arrivai fino al bordo del letto per poi scendervi.
– Fai sul serio? Mi lasci così?
– Sì.
– Che stronza che sei!
Io non lo ascoltavo nemmeno più. Mi guardavo allo specchio sistemandomi il vestito.
– Monica’ dai! Finiscimi con la bocca. Che ne dici? Se bevi tutto non ti sporchi.
‘Che assurdità!’
– Troppo rischioso. Se scappa qualche gocciolina? Poi mi sono già data il rossetto.
Stefano stava per replicare’ fortunatamente il campanello squillò.
– Deve essere Vale!
Esclamai entusiasta dirigendomi alla finestra.
– Monica aspetta. E io?
‘Ti arrangi!’
Sbirciai all’esterno scostando la tenda.
– Nooo! Non posso crederci! C’è una limousine! L’avrà noleggiata. Ma quanto avrà speso?
Mio marito non aveva più speranze di recuperare la mia attenzione.
La mia amica Valentina era sulla soglia del cancello del cortile. Alzò la mano accorgendosi di me.
Aveva un look straordinario. Era bellissima.
– Vado ad aprirle!
Mi precipitai fuori dalla stanza. Percepii mio marito alle mie calcagna.
– Monica?
Lo ignorai.
– Monica? Vuoi ascoltarmi?
Mi fermai. Lo affrontai. Non senza sbuffare.
– Non ho tempo per farti un pompino.
– Va bene’ ma ascoltami’
– Cosa c’è?
Mi prese il mento con due dita. Mi guardò negli occhi. Era serio.
– Non voglio che tu scopi con nessuno.
Lo snobbai.
– Sì’ sì’
Avevo fretta.
– Nessuna penetrazione. Di nessun tipo. Nemmeno nel culo o in bocca. Mi sono spiegato?
‘Che noioso!’
Alla fine vederlo così in apprensione mi fece ridere.
– Perfetto’ solo baci e seghe.
E scappai verso il citofono.
Mentre aprivo alla mia amica Vale mi chiesi se fossi davvero decisa ad uscire col vestito nero’ senza fascia e senza reggiseno. Ero ancora in tempo a cambiare?

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