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Racconti Erotici Etero

Le grandi tette di Moana

By 20 Dicembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Moana, di Roma. Ma sono spesso in giro per lavoro, faccio la modella per mestiere. La maggior parte delle volte sono all’estero. Ho 27 anni. Roma è una grande città, con grandi opportunità e grandi inganni. C’è pieno di gente che promette aria. Per fortuna queste persone non hanno niente a che fare con la mia vita. Per fortuna lavoro esclusivamente con il mio ragazzo, che è anche il mio fotografo. Un mese fa abbiamo fatto degli scatti per conto di una casa produttrice di lingerie. Per la vita sessuale tra me e il mio Giuliano devo dire che va tutto per il verso giusto. Magari lascio che sia la sua mente erotica a dominare. Qualcuno potrebbe immaginarsi una modella slanciata, snella, sottile e biondina pensando a me, e invece sono tutt’altro. Statuaria e abbronzata, e sono un pò tozza, con il seno grande. Tozza? E’ un aggettivo da darsi? Ma come potrei dire?
Non sono magra, ecco come si potrebbe dire. Ho un bel corpo robusto. Ho abbastanza carne da essere morbida. E non dura e spigolosa come le veline. Oggi c’è uno strano modo di giudicare la bellezza, più la ragazza è magra e più è bella. Ma gli Italiani si sa, amano le donne con la D maiuscola.
Una volta sono stata legata dal mio ragazzo, ma non per questo a noi piace il sadomaso. Era solo un gioco. Io su di una sedia e lui in piedi, dinanzi a me. Mai dato frustate, nella mia mente ci sono fantasie ben diverse. Il mio ragazzo è fortunato, glielo dicono in molti. Specialmente gli amici.
Ho altre fantasie, ci penso spesso. Per sfoggiare i miei desideri, comincerei col dire che mi piacerebbe confessare a Giuliano che ho tanta voglia di prendere il sole integrale. E che c’è una spiaggia per nudisti dove in genere non c’è mai nessuno. A parte qualche anima solitaria. E lui un pò titubante mi dice che per lui non ci sono problemi. Quindi prendiamo l’auto e ci mettiamo in viaggio. Quindi appena arriviamo in spiaggia, c’è questa enorme distesa di sabbia, e non c’è quasi nessuno, a parte qualche uomo sparpagliato lungo tutta la vasta zona. Ovviamente gli uomini sono nudi.
E ovviamente tra quegli uomini c’è un uomo che inizia a fissarmi fin dal primo momento che siamo arrivati.
Appena arrivati in spiaggia, immediatamente tolgo la camicetta scura, sotto non porto il reggiseno, e subito vengono fuori le mie grandi tette. Tolgo anche i pantaloni di jeans e la mutandina bianca. A quell’uomo è già venuto duro, nel vedere le forme del mio bellissimo corpo sodo. Siamo ad una cinquantina di metri di distanza. Anche il mio ragazzo si spoglia. Ci stendiamo sui nostri teli, e cominciamo a prendere il sole. Poi decido di fare un bagno. Entro in acqua come una bellissima musa, l’acqua bagna il mio corpo. Il sole disegna la mia sagoma luminosa. Dopo una lunga nuotata, per suo grande piacere, esco dall’acqua, sono ai suoi occhi bellissima, con quei grandi seni bagnati dall’acqua del mare, luminosi, scivolosi, come se ci avessi sparso dell’olio sopra. Noto che quell’uomo continua a fissarmi, ma la cosa non mi dispiace. Anzi, Gli sorrido e mi diverto a giocare coi seni, comprimendoli con le mani. Poi mi metto in mostra portando le mani ai capelli castani. Poi con la scusa di volerli bagnare ulteriormente mi chino a novanta gradi, in modo da fargli vedere il mio bellissimo culo. Ritorno dal mio ragazzo.
Dopo qualche momento, si decide. Vieni verso di noi. Ha il pene duro, e io lo guardo incessantemente mentre dice qualcosa, ma io più che alle sue parole faccio attenzione alle dimensioni del suo cazzo.
– è la tua ragazza? – domanda a Giuliano. Ma è sicuramente un pò imbarazzato dall’essere così eccitato.
– Sì – risponde lui un pò titubante.
– Non ti nascondo che nel guardarla mi è venuto immediatamente duro – continua l’uomo.
Eh sì vede, penso. Gli sorrido, i complimenti mi fanno sempre piacere. Il mio ragazzo non sa come comportarsi, anche perchè non ha ancora capito le sue intenzioni (io sì).
– Ti dispiace se la porto con me a fare due passi? – domanda al mio ragazzo.
– Figurati. Se per lei non è un problema… – risponde Giuliano. Ha grande fiducia in me.
– No no – rispondo porgendo la mano al nostro nuovo amico, e forse al mio nuovo amante. Mi aiuta ad alzarmi. Ci incamminiamo, e lungo il tragitto mi dice qualcosa…
– Sai, me l’hai fatto venire duro appena ti ho vista – mi dice.
– Davvero? Tanto che sono attraente?
– Sì, sei un sogno.
Mi cinge un braccio intorno alla vita, la sua mano si posa sul mio sedere.
Mi piace essere toccata dalle sue mani, specialmente sul culetto. Arriviamo alla scogliera, vedo Giuliano in lontananza. Non fa altro che guardarci, probabilmente per tenerci sott’occhio. Mi siedo su di uno scoglio, e sorrido al mio nuovo amico. Il suo pene è durissimo, non posso resistere, lo guardo, lo osservo in continuazione.
– Ti piace? – mi domanda riferito al suo cazzo.
– Sì, è molto bello.
– A me piacciono queste – continua, portando le mani ai miei seni. Li palpeggia, rendendosi conto delle grandi dimensioni. Ci guardiamo negli occhi a lungo. – Chissà che bei lavoretti che sei capace di fare, con queste – mi dice, e man mano avvicina il pene duro alle tette, fino a quando la sua punta tocca lì nel mezzo, tra un seno e l’altro. Sembra voglioso di entrare in quello spazio, tanto è vero che con un colpo secco il suo arnese finisce tra le mie tette. Con le mani le mantengo compresse contro il suo cazzo, ecco la sua intenzione, voleva da me una sega spagnola. Ed io sono felice di accontentarlo. Inizia a muovere il bacino delicatamente, avanti e indietro. Faccio scivolare della saliva tra i seni, in modo che il movimento sia facilitato. Poi guardo in direzione di Giuliano. Ci sta guardando, ed è anche molto geloso di quella scena, è molto irrequieto, ma sicuramente non sarebbe intervenuto. Non avrebbe mosso un dito, lascia quest’uomo godere con le mie tette.
– Ti piace? – gli domando.
– Oh sì, amore. Hai delle tette fantastiche. Desideravo questo da quando ti ho vista arrivare.
Con le mani mi tiene le spalle, e muove il bacino dall’interno verso l’esterno. E col passare di qualche minuto la sua foga nello spingere aumenta. Lo guardo in faccia, gli sorriso, ha gli occhi chiusi, la bocca semiaperta, e spinge sempre più rapidamente. Sento il pene pulsare, tra le mie tette, e per sborrare non rinuncia ad uscire dal mio petto. Adesso sono anche io a muovere le tette dal basso verso l’alto, fino all’esplosione di sperma.
– Vengo, vengo! – urla.
I fiotti di sborra arrivano fin sopra al mio mento, sulla gola e tra le tette. Con le mani la spalmo sui seni, mentre lui continua a masturbarsi per lasciar venir fuori tutta la sborra rimasta.
– Fantastico, è stato fantastico – mi dice. Io continuo a modellarmi i seni col suo sperma, ce n’è tantissimo, mi ha ricoperto tutto il petto.
Mi alzo dallo scoglio, e quasi per istinto ci abbracciamo. Sento il suo pene contro la mia passera, lui si stringe maggiormente a me per sentire il mio seno compresso al suo busto. Il mio fidanzato è ancora lì che ci guarda, la gelosia è fortissima, ma resta al suo posto. D’altronde ho fatto solo una sega spagnola e ho abbracciato un nuovo amico.
– Ritornerai qui? – mi domanda.
– Spero di sì – gli rispondo. E rimaniamo abbracciati per qualche altro minuto, alla ricerca di affetto reciproco, dopo una grande sega.

Dopo quella particolare esperienza, non vedevo l’ora di ritornare su quella stessa spiaggia. D’altronde mi piaceva l’idea di essere desiderata.
Riuscii a convincere Giuliano, il mio ragazzo, a cui aveva dato vagamente fastidio quello che avevo fatto. D’altronde è anche lecito, voglio dire è ovvio che al mio ragazzo dia particolarmente fastidio il fatto che abbia fatto una sega spagnola ad uno sconosciuto. Ma io lo pregai molto, affinchè mi accompagnasse di nuovo in spiaggia, e siccome non sapeva resistere ai miei capricci, entrammo in auto e ci avviammo. Questa volta era mattina, a differenza della scorsa volta che era pomeriggio. La stessa spiaggia, ma le persone mi pareva diverse, quell’uomo che aveva ficcato il suo cazzo tra le mie tette non c’era. Ma la cosa non mi preoccupò, d’altronde non ero lì per lui, ma semplicemente per lasciarmi guardare.
Perchè sono una ragazza che ama molto andare al mare per farsi guardare da occhi desiderosi. Ebbene sì, adoro la spiaggia. Ci vado spesso, quando non fa freddo. Anche se non posso fare il bagno. Comunque, anche questa volta, un pò di imbarazzo lo provai. Appena arrivati in spiaggia, subito mi spogliai della mia camicia bianca, e della mia gonna nera, sotto non portavo alcun indumento intimo. Il mio corpo venne fuori con grande naturalezza. Anche questa volta c’erano
soltanto tanti uomini, e qualche coppia di anziani hippy. E non facevano altro che fissarmi, continuamente, a differenza degli anziani hippy, perchè c’erano anche le mogli. Però ogni tanto quando le mogli si distraevano, anche loro mi guardavano e mi sorridevano.
Subito mi avviai verso l’acqua, per poi uscire subito, soltanto perchè quegli uomini a cui stava venendo molto duro, guardassero il mio corpo nudo, lucenente grazie all’acqua del mare. Ritornai da Giuliano, che stava seduto sul suo telo, con gli occhi rivolti verso il mare. Rimasi in piedi, a guardarlo, e lasciandomi guardare da tutti gli uomini presenti in spiaggia. C’era specialmente un anziano, che mi guardava più degli altri, gli sorrisi, era simpatico, con il suo pisello penzolante, che non pareva avere alcuna possibilità di indurirsi.
– Hai finito di dare spettacolo? – mi domandò il mio ragazzo.
– Ma dai, Giuliano – gli risposi. – Che c’è di male se qualche uomo mi guarda. D’altronde faccio la modella, e quindi il mio corpo è fatto per essere guardato.
Mi allontanai, avvicinandomi a riva. E non dovetti aspettare molto prima che qualcuno mi venisse a fare compagnia. Si trattava proprio di quel anziano signore. Facemmo subito amicizia, sembrava una brava persona, si chiamava Gilberto. Un vecchietto sulla settantina, ma portati male. Continuava a farmi complimenti del tipo:
– Sei proprio un angelo. Se fossi giovane te la darei io una bella ramazzata.
– Signor Gilberto, ma cosa dice? – gli chiedevo divertita.
Si era completamente innamorato di me. Eh, purtroppo non sono stata in grado di farlo resuscitare, il suo problema era grosso. Non si alzava proprio. Il mio ragazzo in spiaggia si abituò subito, a differenza degli altri, che facevano di tutto per nascondere la loro erezione guardandomi. Invece altri lo facevano apposta ad allargare le gambe, per mostrarmi la loro incredibile erezione. Io ovviamente abbassavo subito lo sguardo. Mamma mia, ce n’era uno in particolare che pareva Rocco Siffredi! Il mio ragazzo non era geloso a vedere tutti questi “totem” per me, perchè era rimasto a guardare il mare tutto il tempo, quindi stava di spalle agli altri. Continuava a sbirciarmi mentre giocavo con il signore anziano.
– Mamma mia, guarda che armamentario – mi diceva guardando le mie enormi tette. – Con questi faresti felice un uomo, per esempio me. Vuoi sposarmi?
– Ma signor Gilberto, io sono fidanzata. Il mio ragazzo lavora con me, è il fotografo della ditta pubblicitaria della quale faccio parte, sono una modella. – le disse sorridendo.
– E sei fedele? – mi domandò.
– Sì, sempre. Anche perchè lavoriamo sempre insieme, quindi non so con chi potrei tradirlo. Lei? sempre fedele?
– Sì, sì. Sono sposato da trentacinque anni, e mai ho tradito mia moglie. Ma con un culetto così la tradirei volentieri – disse palpandomi il sedere.
– Lei è un gran porcellino, signor Gilberto – gli dissi allontanandogli la mano. Eravamo in acqua, l’acqua era molto bassa, ci arrivava alle caviglie, quindi era come giocare in spiaggia. E in quella posizione proprio tutti ci guardavano, forse perchè era eccitante vedere una tettona come me, tutta nuda, giocare e scherzare con un anziano. Non so perchè il mio ragazzo ci guardava, forse perchè si divertiva a vederci mentre ci stuzzicavano inutilmente. Ma se l’anziano avesse preso delle pillole, sarebbe stata un’esperienza simpatica. Fuori dal comune, in effetti.
Immagina se io ero lì a scherzare “sicura”, e all’improvviso mi rendevo conto che la situazione si ingrossava!! Ma io credo che lui pure se avesse avuto qualche reazione al pene, non mi avrebbe mai scopata lì, dinanzi a tutti. Magari mi avrebbe portata da qualche altra parte, con la scusa di fare una passeggiata. Magari per il mio carattere compassionevole lo avrei soltanto masturbato. Ma per il momento era solo un modo per scherzare, per il momento il suo pene non dava cenni di vita. Mi fece un pò di rancore lasciare il mio ragazzo tutto solo, mentre io me ne stavo con quel anziano signore. Ma… in fondo mi piaceva “stuzzicarlo”. Sì, se devo essere sincera. Mi piacevano tra l’altro i suoi complimenti, alcuni dei quali erano molto spinti.
– Vuoi sposarmi? – mi domandò ancora. – Da questo culo spremiamo almeno quattro bambini. Vorrei vivere almeno altri 20 anni per poterli passare a leccarti le tue bocce – mi disse inoltre.
Ma io mi divertivo, perchè era ironico, con quella cadenza da romanaccio.
Lo lasciavo parlare, anche se mi toccava di tanto in tanto, e io per scherzo toccavo lui.
– Quando riesco a togliere gli occhi dalle bocce….devo dire che hai due occhi spettacolari – continuò.
– Oh, grazie! – gli risposi. – Lei è molto gentile, signor Gilberto.
– Solo sincero. Forse pure troppo
L’anziano mi invitò a fare una passeggiata, lungo la riva e poi lontani da occhi indiscreti, mi chiese se mi andava di fargli un pompino.
– Le tue labbra farebbero resuscitare il mio cazzo.
– Ma signor Gilberto – gli dissi. – Io non le faccio mica queste cose. Mica sono una puttana?
– Però lo sembri.
– Avanti, non scherzi – gli dissi prendendo in una mano il suo pene e masturbandolo un pò, ma non sembrava indurirsi in nessuna maniera. Ovviamente dopo i suoi vari commenti al lavoro della mia mano, che sembrò interminabile, perchè non sembrava ne indurirsi ne sembrava intenzionato a sborrare, decido di accontentarlo e di prenderlo in bocca, mi piego verso il suo pene e lo indirizzo sulle labbra, facendolo entrare delicatamente. Ma non riesco a tenerlo troppo in bocca, perchè provo un certo disgusto, quel pene rugoso, mollo. Sul mio viso compare una smorfia di disgusto quando decido che proprio non ne posso più. Quindi ritorno dritta continuandolo a masturbare delicatamente.
Dopo qualche minuto decido di ndare a fare la doccia. Lì in spiaggia un pò distante dalle persone, ci sono le docce pubbliche, all’aperto. Prendo una crema per il corpo, perchè non riesco a farne a meno, ma non è un bagnoschiuma, è una crema che metti durante la doccia, che fa diventare la pelle molto lucida. Apro il rubinetto dell’acqua, e mi infilo sotto la doccia. Alcuni uomini si sono voltanti per guardarmi mentre faccio la doccia, ma il mio ragazzo no, è rimasto a fissare il mare. Ma l’anziano è ritornato verso di me, e mi propone di spalmarmi lui la crema.
– Non c’è ne bisogno, grazie comunque – gli ho detto.
– No, ma lascia fare, per me è un piacere – mi rispose.
E quindi le sue mani iniziarono a spalmarmi la crema sulle spalle, ma io non mi opposi, perchè fino a quando si tratta di questo, non c’è problema. Poi sentii le sue mani dirigersi verso il mio culetto, palpandomelo. E già iniziai a insospettirmi, ma lo lasciai fare. Poi è successa una cosa incredibile, perchè con una mano mi ha allargato le natiche, e con un dito iniziò a massaggiarmi lì, insomma il buchino.
– Signor Gilberto, ma che cosa fa? Non me l’aspettavo da lei. Avanti,
faccia il serio.
– Più serio de così? Ce infilerei na mazza de na scopa tanto che è invitante.
Poi le sue mani ritornarono sulla schiena, per fortuna. Ma non è finita qui. Perchè poi le sue mani si sono dirette verso le mie grandi e morbide
tette, prima spalmando la crema, poi l’anziano ha iniziato a premerle, una contro l’altra, e a palparle.
– Signor Gilberto, non esageri – gli dissi. Poi le sue mani sono finite presso il mio ombelico, sulla pancia, spalmando ancorala solita crema. Mi lasciavo toccare, tanto pensai che non c’era niente di male. Ma poi le mani scivolarono sulla mia passera, allargando le labbra con due dita, mentre con l’altra mano cercò di penetrarmi con un dito. Ma io mi opposi.
– Signor Gilberto, lei è un maiale – gli dissi, però scherzando, con ironia. Il suo dito riuscì a penetrarmi, ma subito gli portai via la mano. Chiusi il rubinetto dell’acqua, e me ne andai, ringraziandolo per l’aiuto, e salutandolo. Poi tornammo a casa. Salutai il signor Gilberto, e lui disse qualcosa al mio ragazzo, tipo…
– Complimenti, gran bella vaccona. C’ha dei meloni che se avessi le possibilità, ci passerei col cazzo nel mezzo tutti i giorni.
– Grazie, signor Gilberto. Arrivederci – gli dissi.
– Un pò volgare, non credi? – mi chiese Giuliano.
– Ma no, è un pò rozzo, ma è simpatico.
Poi andammo via. Era simpatico. Ma in tutto questo il suo pene continuava a non dare cenni di vita.

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