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Le luci di newyork dall’alto

By 15 Ottobre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Era ormai un anno che lavoravo nella stessa azienda, la mia prima esperienza lavorativa dopo la mia brillante carriera scolastica che mi ha regalatio una laurea conseguita nei tempi minimi e con ottimi voti.
Sono stata presa in stage subito dopo la laurea, uno stage iniziale di 6 mesi, interrotto molto prima per un posto da apprendista e ora mi ritrovo como punto di riferimento per il marketing.
Questi veloci cambiamenti mi hanno fatta maturare molto e andare in crisi col mio fidanzato storico ma, forse una delle cause è il mio capo, un bellissimo uomo di quasi 40 anni, occhi verdi e pizzetto, autorevolezza e competenza nel lavoro e io, come nelle classiche delle sotrie lavorative, avevo iniziato a fantasticare un po’ su di lui, a civettare quando ero con lui al caffè e a lanciargli occhiate maliziose scatenando le gelosie delle colleghe e i classici gossip aziendali.
Onestamente non mi reputo bellissima ma, se sto bene con me stessa, riesco ad attrarre molto l’interesse degli uomini molto più maturi di me, sarà per i miei occhioni blu oppure per la mia bella quarta di reggiseno, fatto sta che in azienda mi sono accorta degli sguardi furtici dei colleghi e anche del mio capo…e la cosa mi piace perchè, da brava donna, amo piacere agli uomini e amo essere guardata…anche se non solo le tette.
Un noioso giorno lavorativo il mio capo mi chiama nel suo studio e mi propone di accompagnarlo negli stati uniti a NewYork ad un evento organizzato dal nostro partner americano spiegandomi che era l’occasione buona per conoscere direttamente alcune figure di spicco del nostro partner e per apprendere già da subito le funzionalità dei nuovi prodotti che io avrei dovuto poi padroneggiare nella mia attività di marketing.
L’evento era fissato per il mese successivo e proprio nella settimana del mio 24-esimo compleanno.
Presi tempo e gli dissi che avrei dovuto pensarci e condividere la decisione sia con la mia famiglia che con il mio fidanzato dato che sapevo che festeggiare il mio compleanno lontano da casa non gli avrebbe fatto molto piacere.
La sera stessa mi confidai con le mie amiche e tutte mi dissero che non potevo perdere l’occasione di andare a gratis a NewYork, ne parlai col mio ragazzo e dopo una brutta discussione decisi di accettare e comunicai la mia decisione al mio capo.
Detto fatto e i biglietti aerei e il soggiorno in un Grand Hotel di NewYork vennero prenotati dalle segretarie preposte.
Pazzavano i giorni e la mia ansia e la mia eccitazione crescevano, lavoravo fino a tardi per documentarmi sull’evento e sui prodotti che avrebbero lanciato, cercavo su internet notizie di come ci si deve comportare a questo tipo di eventi, chiedevo al mio capo spiegazioni di continuo, ricevendo sempre moltissime risposte tranquillizzanti.
Avevo capito che l’eleganza era gradita e allora un sabato pomeriggio decisi di buttarmi nel lavoro che più mi piace, lo shopping sfrenato e , assieme alla mia migliore amica, passammo tutto il pomeriggio al coentro commerciale a provare e riprovare vestiti eleganti, tailleur, vestiti da sera e intimo super sexy.
Non so perchè ma ero fissata a dover comprare due o tre completini intimi che completassero i vestiti da sera che avevo acquistato, ne presi 3, uno più sexy dell’altro che accesero il mio ego.
Perizoma di pizzo e reggiseno a balconcino per un effetto decoltè esposivo, un completo coulotte e reggiseno trasparenti per una serata di fuoco e tanga, corpetto e autoreggenti per sedurre.
Questi miei pensieri mi facevano ridere perchè sembravo una futura sposa che stava comprando l’intimo per la luna di miele e non una ragazza che stava per fare un viaggio di lavoro all’estero, ma stavo bene con me stessa ed era quello che volevo.
Finalmente arrivò il momento della partenza io e il mio capo imbarcammo i bagagli e ci accomodammo in cabina.
Durante il lungo volo alternammo conversazioni di lavoro a pisolini, a conversazioni private che mi portarono ad ammettere che a metà del soggiorno era il mio compleanno.
Il mio capo, guardandomi negli occhi mi disse che avrebbe fatto di tutto per regalarmi un compleanno indimenticabile.
Arrivammo nel nostro albergo e rimasi stupita della bellezza e del lusso del Hotel le cui camere erano dotate di ogni comfort e relax.
Dopo una salutare dormita iniziammo la presenza ai vari workshop tematici, alle colazioni di lavoro, ai pranzi con ivari direttori nazionali ed internazionali e la sera ci toccava pure cenare con i rappresentanti locali del nostro partner.
Passarono cosi i primi 3 giorni del viaggio di lavoro e arrivò il giorno del mio compleanno.
Mi svegliai e trovai i messaggi di auguri della mia famiglia, degli amici e del mio ragazzo e iniziai felice la giornata che trascorse veloce come non mai.
La sera ero già pronta alla solita cena di lavoro ma il mio capo mi disse “Stasera fatti bella che ho preparato una sorpresa per te, il cameriere ti dirà cosa fare, fidati di me ” e mi sorrise malizioso fissandomi negli occhi durante tutta la frase.
Mi eccitai un pochino fantasticando su cosa aveva pensato per me.
Andai nella mia camera, mi recai in bagno e accesi la vasca idromassaggio scegliendo l’ozpione “sweet bubbles”.
Si accese l’idromassaggio e una montagna di bolle profumate riempirono la vasca e una musica di sottofondo completava l’atmosfera rilassante.
Mi spogliai lentamente già pregustando il massaggio e mi accorsi di avere i capezzoli rigidi e una sensabilità sulla pelle strana; passai davanti allo specchio e mi complimentai con me stessa per la mia quarta di seno bella piena e bella alta e i questa mia vanità mi pizzicai dolcemente i capezzoli compiaciuta
Entrai in vasca e mi feci avvolgere dai profumati vapori e mi distesi appoggiando la testa al cuscino apposito,per cinque minuti non feci nulla e rimasi ad occhi chiusi a godermi il rilassante trattamento finchè decisi di lavarmi e inizia a passare le mani piene di schiuma su tutto il mio corpo, partendo dal collo, le spalle, il seno soffermandomi a massaggiarmi le morbide tette e pizzicandomi i capezzoli rendendoli turgidi, scesi sul ventre, le gambe , i piedi e poi risalii sfiorando l’interno delle mie gambe, prima l’incavo delle ginocchia e poi l’interno coscia fino ad arrivare alla mia patatina che trovai decisamente sensibile al mio tocco.
Indugiai un po’ di più ritrovandomi poi con una mano che giocava col mio seno e l’altra che mi stava masturbando, inconsciamente due dita entrarono dentro di me e iniziarono a muoversi lentamente.
L’atmosfera si stava facendo molto intrigante e i profumi, l’idromassaggio e la musica intensificavano ogni movimento e amplificavamo ogni brivido di piacere.
Ormai volevo portare a termine il mio piacere e regalarmi un orgasmo speciale che mi mancava da qualche giorno…le mie mani si fecero molto più ardite e quella che mi stuzzicava i capezzoli ora stava martoriando dolcemente il mio clitoride mentre l’altra continuava il movimento dentro e fuori dalla mia fighetta…stavo quasi per godere quando suonò il telefono che mi destò dal mio piaere riportandomi alla realtà.
Era il portiere che mi avvisava che tra mezz’ora mi sarebbe passato a prendere per portarmi a cena.
A malincuore smisi di toccarmi ma rimasi con una voglia di sesso molto elevata.
Completai il mio bagno ed uscii dalla vasca pensando che anche a casa in Italia avrei voluto un bagno cosi.
Mi asciugai con calma ogni centrimetro della mia pella, presi la crema idratante profumata che mi ero portata da casa e mi coccolai ancora un pochino indugiando ancora un po’ sui miei capezzoli e sul mio clitoride.
Mi sentivo strana e vogliosa e questo mio stato di elevata eccitazione mi fece scegliere il vestito da sera più audace che avevo portato e il completino intimo che meglio valorizzava il mio seno, almeno cosi avrei imbarazzato un po’ il mio capo che non avrebbe resistito a guardarmi il decoltè durante la cena.
Autoreggenti e perizoma trasparente completavano l’opera.
Mi sentivo molto bene e molte volte incrociai il mio sguardo nello specchio , uno sguardo biricchino e un sorrisetto malizioso mentre finivo di indossare le calze autoreggenti e la mia mano maliziosamente sfiorava le mie grandi labbra lucide e completamente rasate vogliose di una bella lingua che potesse placare i miei bollenti spiriti.
Ops mi accorsi che mancavano 10 minuti alla venuta del portiere e quindi a malincuore indossai il perizoma e il mio vestito da sera, mi asciugai con cura i miei bellissimi capelli ricci e completai l’opera d’arte con un paio di scarpe tacco 12 e abbondante profumo da donna.
Stavo finendo di truccarmi quando il portiere bussò alla mia porta dicendomi che mi avrebbe aspettata fuori per accompagnarmi a cena.
Uscii dalla stanza ed ebbi già un primo riscontro dal portiere che mi squadrò da capo a piedi soffermandosi sulle mie tette, gli strizzai un occhio divertita e lo seguii in ascensore fino all’ultimo piano dell’hotel, la porta dell’ascensore si apri e mi ritrovai su una terrazza piena di candele profumate nel cui centro c’era una piscina illuminata e di fianco alla piscina un tavolo apperacchiato per due con candele.
Rimasi basita dal sogno che mi apparve dinanzi agli occhi…il cameriere mi invitò ad accomodarmi al tavolo che il mio compagno mi avrebbe raggiunta subita e infatti, una volta seduta si apri il secondo ascensore ed apparve il mio capo , cazzo che figo che era stasera, camicia casual slim che segnava il suo corpo di quasi quarantenne ancora bello muscoloso e pantaloni attillati che lasciavano intavedere un bel pacco.
Arrivò al tavolo e mi bacio sulla guancia augurandomi buon compleanno.
La cena era deliziosa, crostacei e pesce fresco accompagnati da ottimo vino italiano che io assaggiai perchè essendo astemia non lo reggevo.
L’atmosfera era romanticissima e il mio capo sembrava un altra persona, in fatti non parlò mai di lavoro ma di tutt’altro rivelandosi un ottimo conversatore.
Arrivammo al dolce , due cannoli siciliani ricoperti di panna montata e qui successe l’imprevisto, infatti decidemmo di mangiare il cannolo in piedi ammirando NewYork di sera dall’alto e io sbadatamente feci cadere della panna montata nell’incavo dei miei seni.
Non avevamo con noi tovaglioli e non sapevo come pulirmi, fu a quel punto che il mio capo mi chiese se poteva pulirmi lui, io non avevndo alternative ingenuamente gli dissi che mi avrebbe fatto un grosso favore ma, invece di usare un fazzoletto mi ritrovai la sua lingua tra i seni che leccava la panna montata e poco dopo quella stessa panna montata la stavo assaporando io dalla sua lingua immersi in un passionalissimo bacio.
Mi piaceva , cazzo quanto mi piaceva il suo modo di baciarmi e di prendermi per i capelli dolcemente, mi ero ormai sciolta in un estasi estrama di sensazioni strane che il mio corpo mi stava trasmettendo, ma sopratutto mi ritrovai gocce di godimento scendere lungo le cosce dopo avermi inzuppato il perizoma.
Rimasi di sasso quando lui si staccò da me smettendo di baciarmi, lo guardai sospettosa e un pochino contrariata e lui mi disse, io vado a fare un bagno…se ti va seguimi, si girò e inizio a spogliarsi pian piano mentre si avvicinava alla vasca della piscina, via la camicia, via le scarpe, via i pantaloni, via le calze e via anche i boxer…non credevo ai miei occhi, il mio capo era nudo davanti a me, vabbè di schiena, ma sempre nudo e stava scendendo le scale di una piscina.
Il primo istinto fu quello di tuffarmi vestita e violentarlo all’istante, ma decisi di giocare anche io.
Aspettai che si girasse a guardarmi e, solo allora, mi avviciani alla piscina e, una volta vicina al bordo, iniziai un sensuale spogliarello che lui sembrava gradire, dato che ogni tanto una mano spariva sotto l’acqua.
Non dimenticherò mai il suo sguardo tra il curioso, lo stupito e il vogliso quando rimasi il reggiseno cadde dalle mia spalle lasciandomi in topless davanti a lui, non dimenticherò mai la lussuria dei suoi bellissimi occhi verdi quando mi fissarono i capezzoli ormai turgidissimi.
Ancora un attimo e il mio perizomà volò via lasciandomi completamente nuda alla sua vista.
Lo raggiunsi contro il bordo dove mi stava aspettando e lo baciai subito incollando il mio corpo al suo sentendo subito la prorompente erezione contro il mio corpo, proprio vicino alla mia fighetta ormai tornata fradicia come prima in camera.
Ormai non avevo più freni, lo volevo, volevo il suo corpo e la sua anima ma , sopratutto, volevo sentirlo muoversi dentro di me regalandomi orgasmi multipli.
Dopo aver lasciato danzare che le nostre lingue danzassero per diverso tempo e le nostre mani sfiorassero ogni centrimento delle nostre schiene, lui mi prese di peso sotto le natiche e mi fece sedere sul bordo della piscina ritrovandosi cosi la mia fighetta vogliosa a qualche centrimetro dalla sua faccia.
Inclinai il capo indietro e mi sdraiai sul bordo della piscina spalancando oscenamente le gambe invitandolo a regalarmi il primo orgasmo della serata.
Guardavo le stelle in cielo mentre sentivo le sue mani sui miei seni, le sue dita pizzicarmi i capezzoli fino a farmi quasi male e la sua lingua che lentamente risaliva dall’interno coscia fino al monte di venere e poco dopo una sensazione di caldo avvolgermi il clitoride e capii che era la sua lingua che lo stava leccando lentamente, alternava piccoli colpi di lingua a lentissime leccate a lingua aperta che dal clitoride scendevano fin dentro le grandi labbra per poi risalire ancora verso il clitoride,soffermarsi a coccolarlo in punta di lingua e continuare a risalire pian piano verso di me, prima il pube, poi il basso ventre, l’ombelico per poi arrivare ai miei capezzoli ormai sensibilissimi e durissimi.
Sentivo distintamente il calore della sua bocca vorace mentre mi succhiava i capezzoli e cercava di prendere in bocca tutta la mia tetta, prima una e poi l’altra e poi risalire ancora fino al collo.
Lo aspettavo per baciarlo e fargli capire quando apprezzassi ma, lui iniziò una discsa inesorabile verso la fonte del mio piacere leccando ogni centimetro della mia pelle finchè si ritrovò di nuovo il clitoride tra le labbra, stavolta lo succhiò avidamente quasi a farmi malelo mordicchiava dolcemente e lo succhiava come se fosse un micro pene e poi di colpo ricominciava di nuovo il dolcissimo supplizio della lenta discesa della sua lingua fin dentro la mia figa ormai oscenamente aperta e vogliosa.
Stavo godendo tantissimo e ormai l’orgasmo era vicinissimo, i miei gemiti rompevano il silenzio della notte newyorkese vista dal 30-esimo piano di un hotel, aprivo gli occhi e le milioni di stelle nel cielo erano le timide spettatrici del mio godimento.
Ecco siiiiiii di nuovo la sua lingua scendeva lentamente,ma stavolta si fermò prima di arrivare alle grandi labbra e mi ritrovai di colpo violata da due dita che mi fecero esplodere l’orgasmo prepotemente facendomi urlare il mio piacere alla notte.
Ero in trance, il mio corpo era un unico subbuglio di emozioni, stremato a terra ai bordi di una piscina, non avevo nemmeno la forza di rialzarmi.
Dopo qualche interminabile momento riucii a riprendermi e mi sollevai seduta e lo trovai appoggiato al bordo della piscina a guardare il mio viso con occhi compiaciuti da quello che era riuscito a regalarmi.
Mi rituffai in acqua e mi accollolai a lui baciandolo dolcemente fissandolo negli occhi mentre una mia mano pian piano stava scendendo lungo la sua schiena fino ad arrivare ai suoi glutei.
Mentre lo baciavo lo feci appoggiare al bordo della piscina e gli chiesi di sedersi trovandomi quindi a pochi centimentri dalla bocca il suo cazzo a riposo.
Sempre guardandolo negli occhi iniziai a prendere in mano l’oggetto del mio desiderio perchè volevo farlo tornare durissimo il prima possibile, turgido come lo avevo sentito prima in acqua.
Sentivo pian piano irrigidire quel meraviglioso pezzo di carne e non resistendo più lo feci sparire nella mia bocca, mi piaceva tantissimo sentire il cazzo diventare duro nella mia bocca mentre sapientemente lo succhiavo.
Sapevo di essere molto brava nel fare i pompini e mi piaceva molto regalare piacere al mio uomo.
Ormai la sua asta aveva raggiunto quasi la completà erezione e mi stupii delle dimensioni notevoli, non troppo lungo ma abbastanza grosso in circonferenza, proprio quello che piace alla mia fighetta.
Facevo sparire quel meraviglioso cazzo nella mia bocca, alternando leccate alla cappella e alle palle.
Ogni tanto aprivo gli occhi per fissare negli occhi il mio capo e dimostrargli quanto ero vogliosa di quel cazzo, in quei momenti non mi importava cosa ne sarebbe stato dopo, volevo solo godermi il mio compleanno a NewYork.
Il suo respiro stava diventando affannoso e sapevo che di lì a poco sarebbe esploso e quindi aumentai il ritmo del pompino cercando di insalivare il più possibile la cappella per amplificare il suo piacere.
Ad un certo punto sentii la sua mano sulla testa per avvisarmi che stava per sborrare, decisi di no staccarmi perchè volevo sentirlo venire nella mia bocca,ed ecco uno due tre fiotti mi colpirono la lingua mentre il suo corpo si irrigidiva in preda al suo orgasmo.
Ingoiai tutto il suo dolce nettare sapendo di stupirlo ancora di più e continuai il pompino finchè il suo cazzo non tornò alle dimensioni normali.
Lui si era sdraiato sul bordo piscina stremato mentre io avevo appoggiato la mia testa sulla sua gamba e fissavo il suo cazzo ormai tornato a riposo sognando di li a poco di poterlo sentire dentro di me.
Iniziai cosi a sfiorarlo con le dita, a massaggiarlo dolcemente sperando di risvegliarlo il prima possibile perchè avevo di nuovo la fighetta in fiamme vogliosa di essere scopata.
Il risultato non tardò molto e in poco tempo ricominciai a succhiare quel cazzo per farlo tornare in piena erezione.
Il mio capo mi disse “Ma non ti basta mai?” e io ridendo gli dissi “Mi basterà quando mi avrai scopata come si deve, regalandomi quindi il più bel dono per il mio compleanno” e subito mi rimisi il suo cazzo in bocca.
Era meraviglioso sentire quel pezzo di carne pulsante durissimo nella mia bocca, non avrei voluto smettere di succhiarlo ma lui staccandosi da me si rituffò in acqua e mi abbracciò da dietro facendomi sentire la sua eserezione nel solco delle natiche mentre con una mano stringeva la mia tetta e con la bocca mi baciava il collo, le orecchie e la schiena.
Mi spinse contro il bordo opposto che aveva uno scalino sul fondo della piscina e il bordo direttamente a vista su NewYork.
appoggiai le ginocchia al bordo e subito mi sentii piena di lui.
Entrò in me finalmente, finalmente mi sentivo piena di lui, del suo cazzo che aderiva perfettamente alle pareti della mia figa vogliosa.
Si muoveva lentamente dentro di me finchè ad un certo punto spinse un bottone che accese un caldo getto d’acqua in piscina che mi solleticava direttamente il clitoride amplificando il mio piacere.
Sembrava fatto apposta per far godere doppiamente una donna, scopata alla pecorina dal suo uomo e leccata dal getto d’acqua sul clitoride.
Il mio capo stava aumentando il ritmo della penetrazione e io stavo già per raggiungere il secondo orgasmo, ero al limite quando il mio capo di colpo si sfilò da me azionando un secondo getto l’acqua proveniente direttamente dalla stessa direzione dove prima entrava ed usciva da me il suo meraviglioso cazzo.
Il doppio getto d’acqua mi portò al secondo dirompente orgasmo della serata.
Feci molta fatica a riprendermi anche da questo secondo violento orgasmo, ma non volevo ancora che finisse la serata, volevo ancora il suo cazzo e volevo ancora farlo godere e quindi, concetrate tutte le mie residue forze,mi sollevai uscendo dalla piscina con le gambe tremanti dal godimento e lo invitai ad uscire dalla piscina e a sdraiarsi.
Mi rituffai con la bocca sul suo cazzo che aveva il gusto dei miei umori e lo lubrificai di saliva finchè non tornò durissimo e poi mi fiondai su di lui impalandomi completamente fino in fondo.
Lo sentivo dentro perfettamente e fino in fondo sfiorando tutte le pareto della mia figa fino in fondo.
Iniziai a cavalcarlo con movimenti ampi per impalarmi fino in fondo ad ogni affondo e sentire la sua cappella toccarmi il fondo.
Incredibile ma vero ma già sentivo avvicinarsi il terzo orgasmo della sera, io che di solito dopo il primo non riuscivo più a venire, siiiiiii, mi piaceva scoparmi il capo, mi piaceva cavalcare il suo cazzo, mi piaceva regalargli questi momenti, regalargli la vista dei miei seni che sobbalzavano ad ogni affondo.
Ohhhhhh che bello, siiiiiiii, ancora siiiiiiiiii ecco sto per venire di nuovo e cosi accelerando il ritmo mi sentii invadere di un caldo liquido la figa che rispose esplodendo anche lei in un possente devastante orgasmo.
Crollai cosi su di lui e mi addormentai come un sasso sul suo petto.

Sobbalzai quando sentii il telefono della camera suonare e tutta assonnata risposi sentendo dall’altro capo della cornetta la voce del mio capo che mi ricordava che tra un ora dovevamo partire per l’aereoporto per prendere il volo di ritorno a casa.
Ero frastornata perchè non mi ricordavo di essere tornata in camera ma, ricordavo solo la piscina dell’ultimo piano…ma il fatto stesso di essere in camere mi fece venire il dubbio di essermi sognata tutto.
Mentre mi lavavo in bagno mi toccai la fighetta trovandola molto sensibile e, infilato un dito dentro trovai qualcosa di appiccicaticcio che portai subito al naso riconoscendo l’acre odore di sperma.

Durante il viaggio verso l’aereoporto e durante il volo di ritorno il mio capo non fece nessun accenno alla notte prima ma, una volta arrivati in aereoporto in Italia, mentre ci dirigevamo alle macchine per tornare a casa mi disse “Te lo avevo detto che ti avrei regalato un compleanno speciale”…

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