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Racconti Erotici Etero

Le meraviglie di Giorgia

By 7 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

A causa del mio lavoro mi trovo spesso costretto a viaggiare per il mondo, non che la cosa mi dispiaccia, intendiamoci, ma certo, non avrei mai immaginato di vivere una simile esperienza nella mia Italia e persino a pochi chilometri dalla mia città. Ho 40 anni, scuro di carnagione, alto 1,80, fisico non esattamente asciutto ma neanche appesantito, 20 cm di uccello abbastanza largo da risultare piuttosto apprezzato dal mondo femminile, capelli scuri leggermente brizzolati, senza barba né baffi, single convinto e, prima della scorsa settimana, anche etero-convito alla continua ricerca di figa che, grazie alla mia condizione ed al mio aspetto piacente, non ho mai avuto difficoltà a trovare.

La scorsa settimana, appunto, vengo inviato dall’azienda presso la quale lavoro come dirigente ad un meeting che si svolge in una grande città del nord Italia, a me sconosciuta perché mai frequentata prima. Arrivo nella tarda serata del giorno precedente dell’inizio del convegno che, tra l’altro, sarebbe durato l’intera settimana. Sistemo le mie cose in albergo, doccia, abbigliamento casual e via ad esplorare quel mondo a me ignoto.

Dopo aver girato senza meta per le vie del centro, verso le 22.30 più o meno, mi avventuro in un locale qualsiasi ed inizio a guardarmi attorno. Lo trovo accogliente, ben frequentato, diversi tavoli occupati da comitive e coppie, luci soffuse, gradevole musica dal vivo e, manco a dirlo, molta figa in giro. Mi piace. Mi siedo al centro di un lungo banco bar ed ordino da bere. All’estremità destra del banco il mio sguardo incrocia quello di due ragazze. La più magrolina delle due, in particolare, mi lancia un timido sorriso tant’è che subito dopo abbassa gli occhi, ruota la testa verso la sua amica e torna per un istante a verificare la mia reazione. Mi trova con un ampio e compiacente sorriso al quale ripropone a sua volta il suo. Giusto il tempo di aspettare che mi servano l’ordinazione e con il bicchiere in mano mi avvicino a loro.

Mi presento, qualche frase per rompere il ghiaccio, un cocktail (ovviamente alcolico) insieme e dopo 10 minuti siamo seduti ad uno stesso tavolo. Sono entrambe di una piccola cittadina della costa azzurra vicino Nizza e si trovano in Italia già da alcuni anni ed entrambe lavorano in una nota agenzia internazionale. Si chiamano Melissa e Giorgia, hanno 32 e 28 anni e sono due fighe da sballo. Carnagione olivastra, occhi neri come carboni, fisico asciutto. Stimo ad occhio che abbiano una terza di seno e dei fianchi rotondi montati su lunghe gambe. Uscendo dal locale mi assicurano che abitiamo nella stessa zona e perciò decidiamo di fare la strada insieme. Mi ritrovo abbracciato tra le due donne che stringo a me per i fianchi venendo massaggiato dalle loro tette che balzano continuamente davanti ai miei occhi. Tra una battuta e l’altra lascio andare sempre più giù le mie mani sui loro culi stratosferici. Gradiscono. Continuiamo così fino a quando Melissa, arrivata sotto casa sua, tirando uno schiaffetto sulle chiappe dell’amica, alla quale bisbiglia qualcosa che non comprendo, ci saluta tutta divertita e schioccandomi un bacio sulla bocca se ne va augurandoci <<...buon divertimento...>. Un lampo in quel momento attraversa la mia mente “stasera si scopa”. Giorgia ed io, restando abbracciati fianco a fianco proseguiamo. È alta quasi quanto me, ha dei fianchi stretti sui quali risaltano le sue tette avvolte da una leggera camicetta quasi trasparente color porpora annodata in vita, che lascia intravedere un reggiseno di pizzo bianco che stenta a coprire le sue bocce che immagino ben sode. Dai fianchi le si snoda una lunga gonna bianca aperta ai lati da dove sbucano le sue lunghe e ben tornite gambe. Nella semi trasparenza del suo abito e nella fioca luce del locale, avevo potuto notare un tanga che le separava le dure chiappe già ampiamente tastate durante il tragitto.

Arrivati poco dopo sotto casa sua, mi invita candidamente a salire da lei ed io, ovviamente, accetto. All’interno dell’ascensore, abita al terzo piano di un elegante palazzo, uno di fronte all’altra i nostri sguardi si incrociano fino a fissarsi e senza dirci nulla, ci avviciniamo e ci perdiamo in un intenso bacio in cui le nostre lingue iniziano una vorticosa e irrefrenabile danza esplorando ogni angolo raggiungibile delle nostre bocche. Le mani frenetiche corrono già sui nostri corpi. Mi faccio strada con le mie sul suo culo, stropicciando la sua leggera gonna infilando le dita avvolte nella stoffa sotto i bordi del suo tanga, fino a percorrere il taglio tra le sue dure natiche. Entriamo in casa. Ho già il cazzo in tiro. Ancora in piedi riprendiamo freneticamente a baciarci. Le sbottono la camicetta e gliela sfilo via insieme al reggiseno trovandomi faccia a faccia con due tette perfettamente rotonde, a forma di coppa di champagne. Ne prendo una nel palmo della mia mano ed inizio a stringerla dolcemente, lasciando spuntare un capezzolo tra le dita. Lo bacio, lo stringo tra le labbra, lo mordicchio un po’, lo succhio, risalgo con la lingua lungo il canale tra i suoi seni mentre la stringo a me prendendola per i fianchi. La sento tremare, è percorsa da intensi brividi. Continuo così fino ad arrivarle sul collo ed a baciarle dietro le orecchie. Mi blocca. Mi afferra la testa e mi stampa un nuovo bacio in bocca e mentre le lingue riprendono la danza interrotta poco prima, ci ritroviamo sdraiati su un ampio divano uno di fianco all’altra. Lei con il busto ormai nudo ed i fianchi scoperti con la gonna semiscesa che ancora copre la parte bassa del culo e della figa io ancora vestito. Con una mano le esploro il corpo, i fianchi, la pancia piatta. Scendo sempre più giù verso il monte di Venere e proprio quando sono con la mano sotto il suo tanga e sento già qualche ricciolo di pelo sotto le dita, si irrigidisce e mi blocca. Provo ad insistere ma si ritrae ancora, non capisco, non credo che faccia a questo punto “la preziosa”. Mi sdraia sul divano, mi sfila la polo ed inizia a slacciarmi i pantaloni. Ho il cazzo talmente duro che è già sgusciato fuori dai boxer ed appena apre la patta gli si para di fronte tutto in tiro. Ci si butta sopra ed inizia un pompino lento, ritmico, ogni volta che viene giù con la bocca ne ingoia un pezzetto in più. Infilo le mie mani tra la cascata dei suoi capelli ricci tenendole il ritmo. Ansimo. Ogni volta che sento il cazzo completamente avvolto dalle sue calde labbra mi sembra di svenire. La stacco. Con la sua testa tra le mie mani mi avvicino al suo viso, le do un bacio da allupato aspirandole tutta l’aria che ha nei polmoni e subito la rimetto in posizione. Mi sembra di impazzire appena riprende a sbocchinarmi con quegli stessi movimenti. A fatica ritrovo un attimo di lucidità tanto da fissarmi a dover infilare almeno due dita nella sua figa. Cerco nuovamente di raggiungere l’unica parte del suo territorio che non ho ancora esplorato ma ancora una volta si divincola e non mi permette di avvicinarmi oltre le sue chiappe. <<...e no cazzo...>> penso <<...voglio giocare con la tua figa anch'io...>>. E così pensando mi alzo di scatto. Lei si alza con me. Tenendola con decisione per i fianchi la giro con la schiena appoggiata al mio petto, scivolandole dietro le sfilo la gonna e con il viso all’altezza delle sue splendide natiche le scendo il tanga in una frazione di secondo, la giro nuovamente in modo da trovarmi la sua figa all’altezza della bocca e fiondarmici finalmente con la lingua e …CAZZO!!!!!

Ha un cazzo tra le gambe. E che cazzo. CAZZO!!! È …un trans …una trans. Una maledettissima stupenda trans.

Mi blocco gelido. Non so che fare. Mai accaduto prima di andare con una trans e mai pensato neanche di andarci. Resto interdetto come un ebete e tra le mille ipotesi che già mi passano per la testa intravedo Giorgia che si copre e con un gesto di stizza come per dire <<...tanto lo sapevo...>> si allontana verso la cucina. Mi riprendo, “credo”. La guardo con attenzione per trovare in lei quei tratti mascolini che sicuramente non avevo sinora notato, ma niente. Niente in lei. Niente nel suo fisico dal viso al bacino tradiva la sua natura maschia. I tratti del viso, il collo, le spalle, le braccia, le mani, i fianchi, il suo seno naturale, tutto in lei era perfettamente al suo posto di femmina. Tutto tranne quel pene innestato tra le gambe che stonava con tutto il resto. La guardo e vedo una donna. Non so come e perché, ma un attimo dopo la raggiungo. Cerco di spiegare la mia reazione, …che era la prima volta che mi trovavo in una situazione simile ecc. ecc.. Lei di rimando mi dice che non c’è problema, mi ringrazia per la bella serata e che se voglio posso andare via.

…ma io voglio andare via??? Che cazzo mi sta succedendo adesso??? Non lo so.

So solo che le prendo la mano, la avvicino a me, le lascio cadere la gonna che nel frattempo aveva rimesso, la bacio ancora e in quel preciso momento il cazzo mi torna più in tiro di prima ed entra a contatto con il suo come due spade in combattimento. Abbasso lo sguardo per rendermi conto di cosa si tratti dato per lo shock precedente non avevo voluto vedere. Aveva una mazza di circa 25cm tra le gambe, largo da far male al solo pensiero di poterlo prendere nel culo. Sì. Perché a quel punto avevo già deciso cosa avrei fatto quella notte. Rincuorata dal mio atteggiamento, Giorgia mi si butta al collo e baciandomi come se fosse la persona più felice al mondo in quel momento, mi tranquillizza dicendomi che avremmo passato una notte indimenticabile e, soprattutto, di non aver paura perché mi avrebbe condotto lei in questa via che per me, fino ad un attimo prima, era impensabile da percorrere.

Mentre continua a baciarmi la bocca, le guance, il collo, il petto ed in ogni dove le capiti a tiro, mi convince ad abbandonarmi nelle sue mani e farle fare ciò che deve. Mi spoglia, mi prende per mano e mi porta in bagno. Si siede sul water e con il tubo della doccia, senza il doccino che aveva tolto, si spara un clistere di acqua su per il culo <<...per pulirsi ben bene...>> mi dice mentre ancora seduta mi invita a pormi con il cazzo davanti alla sua bocca e riprendere il pompino interrotto prima. Dopo aver ripetuto il clistere diverse volte lasciandomi assistere al fragore dell’acqua che usciva a pressione dal suo retto si alza e mi invita ad imitarla. Mi fa sedere sul water, mi appoggia il tubo sull’ano e sento il getto dell’acqua che mi invade. Mi dice di trattenere fin quando riesco. Mi sento scoppiare lei se ne accorge e toglie di scatto il tubo consentendomi di liberarmi. Ripete questa cosa non so quante volte fino a quando mette le sue mani sotto il mio buco ed attende l’uscita dell’acqua e verifica che sia limpida. È un gioco che mi piace. Dopo un primo leggero fastidio questo gioco mi piace penso. <<...ora siamo entrambi puliti...>> mi dice <<...vuoi giocare ancora così?...>>. Non aspetta una mia risposta. Mi porta nella grande vasca da bagno angolare tirandomi per il cazzo come fosse un timone. Il suo invece penzolava a riposo tra le sue splendide cosce. Si riempie ancora d’acqua; prende una mia mano e facendola passare davanti a lei strusciandola sul suo cazzo, la mette sotto il suo buco e una volta liberatasi sulla mia mano mi conduce le dita verso il suo buchetto invitandomi a penetrarla. È tutto bagnato. Infilo il primo dito che viene letteralmente inghiottito. Infilo il secondo, il terzo ed il quarto fino a lasciare fuori dal suo ano solo il pollice. Mi si appoggia addosso con la testa sulla mia spalla. Mugola, geme, si dimena, ansima e spinge il culo giù in basso sulle mie dita che a cuneo la slargavano. Tolgo le dita e la giro, si appoggia sul bordo della vasca porgendomi il suo culo in tutto il suo splendore. Sono fuori di me. Ho il cazzo che mi scoppia. Mi avvicino per incularla ma non appena sente la mia cappella che si fa strada dentro di lei si ritrae e mi dice <<...aspetta...>> … <<...non ancora...>>. Si siede con la schiena appoggiata ad un lato della vasca; mi fa mettere in piedi sopra di lei mi afferra di nuovo il cazzo con le sue bollenti labbra e riprende il pompino già troppe volte interrotto. Stavolta con più vigore, spinge la testa avanti e indietro senza lasciar sfuggire la mia canna una sola volta dalla sua bocca. Ogni volta più giù fino a cacciarselo fino in gola, sento la cappella e le pareti del mio cazzo tesi come un palloncino pronto a scoppiare. Lei mi sente arrivare, ansimo mi dimeno, barcollo sopra di lei …ma decide che non è ancora il momento. Si ferma, libera il cazzo dalla sua bocca ed inizia a carezzarmi e baciarmi le palle, si spinge con le dita fino al buco del mio culo, me lo massaggia, ci gioca, infila un paio di dita dentro, riprende il tubo e mi spara di nuovo un clistere. Sono sopra di lei e lo sa. Sa che quando mi libererò lei sarà sotto il mio getto. È quello che vuole. L’acqua che esce dal mio retto è ormai limpida, sono veramente “pulito” e finisce sui suoi seni e sul suo uccello. Si alza. Ci cambiamo le posizioni. Stavolta sono io sotto di lei in attesa che mi riversi addosso l’acqua della quale si è riempita l’intestino che arriva di prepotenza su di me. Al termine mi sventola quelle sue chiappe perfettamente rotonde mostrandomi il suo buco del culo spettacolare, leggermente aperto ed ancora gocciolante. Mi avvicino ed inizio a baciarlo, un attimo dopo mi ritrovo con la lingua a rovistare nel suo buchino senza alcun ritegno mentre lei mi riprende il cazzo e comincia a segarmi e spompinarmi di nuovo. Ho perso ogni freno inibitorio. Da quella posizione pecorina mista a 69 in cui si trova sopra di me, mentre continuo a ravanarle il buchino con la lingua, le afferro il cazzo ancora ciondolante e comincio a segarlo a mia volta. Lo sento crescere lentamente nella mia mano e prima che si espanda del tutto, mi stacco dal suo buchetto e gli prendo in bocca l’uccello. Quasi le si piegano le gambe dall’intenso fremito che probabilmente le attraversa la schiena. Non si aspettava questa mia iniziativa. Ma come ho detto prima, oramai non ero più io, o forse ero veramente io. A questo punto si lascia cadere di peso su di me. Io sdraiato sul fondo della vasca con le gambe fuori dai bordi e l’acqua ancora aperta che massaggia i nostri corpi, lei con le ginocchia piegate. Io con il suo cazzo in bocca, lei con il mio. Non sapevo come si facesse un pompino ma credo di essermi immedesimato al meglio a giudicare dall’impeto con il quale Giorgia si dimenava sotto le mie succhiate e più succhiavo, più ingoiavo quel pezzo di carne più lo sentivo crescere tra le mie labbra. Una pressione di calore ha aggredito il mio cervello quando Giorgia ha iniziato letteralmente a scoparmi la bocca, dimenando freneticamente il suo bacino fino a spingermi il cazzo giù in gola quasi a soffocarmi. Ma andava bene così. Lei faceva lo stesso con il mio cazzo. Le infilai due dita nel culo. Lo stesso fece lei subito dopo e dimenandoci come due porche godemmo simultaneamente. Sentii la sua sborra che mi schizzava dappertutto, in faccia, sul collo tra i capelli ma non riuscii a fami godere in bocca cosa che invece lei consentì di fare a me. Le scaricai in bocca tutto il mio orgasmo e lei, mugugnando per il piacere che le stavo dando, non si staccò dal mio cazzo finché non ebbi finito di svuotarmi. Siamo esausti. Ma la mia pantera trans non è ancora sazia. Si volta, si avvicina al mio viso, mi bacia e mi lecca, mi bacia e lecca la sua sborra che ancora avevo addosso e con la mano corre a cercarmi ancora il cazzo, ci gioca un pò, poi lo riprende in bocca, me lo fa tirare di nuovo e con un sorriso malizioso mi dice <<...adesso, solo per un attimo, ti faccio provare cosa ti aspetta tra un pò se sarai paziente...>> e così dicendo si siede letteralmente sul mio cazzo. Sento la cappella cozzare contro il suo buchetto ancora umido della mia saliva che lentamente si apre. Una poderosa spinta in basso ed è tutto dentro di lei. Mi sento proiettato in nuova dimensione, perso in tutto quel suo calore e già pronto a farmi cavalcare, mi tiro su con il bacino e mi metto in posizione per possedere quello stretto canale, ma Giorgia mi dà solo due colpi. Un doppio su e giù lungo il cazzo e si tira improvvisamente via lasciandomi incredulo ed inebetito. <<...oh mio Dio...>> esclamo <<...ma che fai??? ...sei matta??? perché ti sei fermata? continua!...>> le dico, ma lei, per tutta risposta, si limita ad aiutarmi a rialzarmi, mi bacia appassionatamente e mi dice <<...mi piaci da morire...>> … <<...ti voglio godere quanto più posso...>>.

Facciamo una doccia insieme con i nostri corpi accarezzati dall’acqua che si toccano, si sfiorano e ad ogni contatto nuovi brividi ci percorrono e ci inebriano più dei cocktail che avevamo bevuto nel locale. Baci e carezze si rincorrono senza freno. Ci palpiamo a vicenda. Ho voglia entrare dentro di lei e scaricarle dentro tutta la voglia che mi ha fatto salire. Forse mi ha letto nel pensiero o semplicemente è quello che vuole anche lei. Usciamo dalla doccia, ci asciughiamo. Mi fa strada fin nella sua camera. Mi spinge sul letto. Mi si avvicina ed accarezzandomi il petto inizia a baciami l’addome, chiudo gli occhi, la sento scendere con le labbra sempre più giù, la sento prendermi il cazzo e delicatamente ciucciarlo. Mi torna duro in un attimo. Me lo bagna all’inverosimile con la sua saliva e ci si accovaccia sopra. Lo guida verso il suo culetto. Non entra, c’è attrito. La sollevo di peso e la porto sulla mia bocca, con le mani le allargo le chiappe ed inizio a bagnarla con la lingua fuori e dentro. Sento il suo cazzo semi afflosciato che mi scende sul viso, mi giro, glielo prendo in bocca ed inizio a giocarci con la lingua. Lei geme, asseconda i miei movimenti attorno alla sua mazza, alterna sulla mia lingua il buchetto e la cappella, la vedo con gli occhi chiusi in una sorta di estasi reclinare il capo all’indietro mentre un filo di saliva le cola incontrollato da un angolo della bocca. La sposto indietro e la posiziono sul mio cazzo. Lei inerme sembra una bambola tra le mie braccia, quando sente la punta della cappella che bussa al suo culetto ormai bagnato e dilatato si lascia semplicemente cadere di peso e sono dentro di lei. È calda, quasi bollente. Una sensazione per me nuova. Ho il cazzo nel culo di una trans che appoggia il suo uccello sulla mia pancia mentre la scopo. Stupendo. A quella nuova prospettiva ne aggiungo un’altra. Rivolto Giorgia sul letto senza toglierle il cazzo dal culo e la metto supina al mio posto. Mentre la inculo posso guardarla rassegnata sotto i miei colpi che le fanno sobbalzare sia le tette che il cazzo che prendo in mano e comincio a segare ritmicamente con i colpi che le do su per il suo culetto stretto. Lei ansima, mi incita, mugola frasi che non capisco, si dimena senza alcuna iniziativa, è alla mia mercè ed approfitto di lei con in mano il suo cazzo ormai duro come un legno che sego come un forsennato. Sento il suo respiro sempre più breve e ravvicinato, il bacino che prende il ritmo del mio pompare e improvvisamente il suo cazzo erutta un fiume di sborra sulla mia mano e sulla sua pancia. Non resisto e le esplodo in culo tutta la mia sborra, e ad ogni nuova bordata affondo quanto più posso il cazzo in quella tenera caverna. Si stringe attorno a me. Non mi lascia uscire e con ancora il cazzo piantato nel culo di Giorgia, mi allungo su di lei. Il suo cazzo compresso sul suo ventre ed ancora impiastricciato di sperma sguazza sotto la pressione del mio corpo. Ci baciamo ancora e mi dice <<...sei grande...>>. Facendomi uscire da lei si dedica ancora al mio cazzo prendendolo tra le sue labbra calde e penso di doverle ricambiare il piacere e così prendo in bocca il suo cazzo ancora impiastricciato della sua e della mia sborra che magnificamente le inizia a colare da quel magnifico buchetto roseo ancora leggermente socchiuso. Mi piace il suo sapore aspro e dolciastro allo stesso tempo. Non finisco di pensarlo che mi ritrovo i suoi fitti capelli ricci appoggiati sul petto <<...mi hai fatto morire e tornare in vita stasera...>> … <<...sei stato stupendo...>> … <<...mi ha fatto stare bene... davvero...>>.

Rifacciamo una doccia, mi vesto, recupero le mie cose e tra esse trovo un biglietto con il suo numero di telefono e la frase “…se ti va di vedermi ancora chiamami …beautiful man…”.

Le do un bacetto sulla fronte e le dico <<...sicuro...>>! Immediatamente dopo faccio la cosa più ignobile, meschina, idiota, bastarda e non so cos’altro!

Le chiedo quanto le devo per la serata!!! La vedo irrigidirsi con gli occhi sgranati, increduli. Immobile e soprattutto delusa mi brucia con un <<...sei uno stronzo identico a tutti gli altri!!!! Non sono una puttana io, non hai proprio capito un cazzo...>> … <<...ridammi il numero del tel, la porta è quella, prendila e sparisci...>> il tutto con una calma paurosamente gelida tanto da rendere ancora più pesante la mia figura da coglione bigotto e approfittatore che avevo appena collezionato!

Mi rendo conto solo allora di averla pesantemente ferita e di aver dato di me un’impressione distorta, non mia. Non lo sopporto. Si può dire tutto di me. Che sono uno stronzo, un porco depravato, un incallito puttaniere ma non certo un insensibile bastardo del genere. Balbetto qualcosa, poi cerco di riassumere il controllo e di spiegarmi ancora una volta. Lei non vuole sentire ragioni, piange, con un filo di voce mi grida contro isterica senza urlare, mi spinge verso la porta. Alla fine mi rassegno ed esco da casa sua. Percorro i circa 200/300 metri che mi separano dall’hotel dove alloggio e passo tutta la notte sveglio a pensare come rimediare. Non mi andava proprio di lasciare Giorgia in quel modo. Ho ancora il suo biglietto con il numero di telefono. La chiamo. Non appena riconosce la mia voce chiude. Riprovo. È inutile. Ha spento il cellulare. 

 

Non riesco a capire perché mi prema così tanto la necessità di dover rimediare ad una seppur meschina figura con una che manco conosco. Ma come ho appena detto …non me lo spiego e perciò al mattino provo ancora a chiamarla. Squilla ma non risponde. Insisto inviandole un messaggio “…devo parlarti… rispondi per favore…”. Niente. Vengo ignorato nella maniera più assoluta. Durante tutto il giorno sono sempre ingrippato sull’argomento. <<...ma perché! Dannazione!!...>>. Non riesco a concentrarmi su nient’altro, sono al meeting e il fiume di parole vomitato dai vari oratori mi scivolano attorno senza riuscire ad aprirsi il benché minimo un varco nella mia mente occupata dalla trans.

La richiamo un’ultima volta ma niente ancora. Decido così di scriverle un lungo SMS con tutto quello che avrei voluto dirle, soprattutto con le mie scuse per l’equivoco e che non l’ho mai considerata uno scherzo della natura da sfruttare o un semplice oggetto sessuale col quale divertirmi. Per quanto avesse voluto ignorarlo, lo avrebbe sicuramente letto prima di cancellarlo. Lo invio durante la pausa pranzo. Non mangio per la rabbia. Passo parte del pomeriggio al meeting ed il resto nella mia camera d’albergo. Verso sera esco evitando di passare sia sotto casa sua che di ritrovarmi nel locale dove l’avevo conosciuta. Convinto ormai di non aver più alcuna possibilità di recupero non ho più neanche intenzione di incontrarla.

Dopo essermi fatto un paio di birre in un pub della zona, mi avvio un po’ sbronzo alla volta dell’hotel quando mi arriva un SMS. È lei <<...sono a casa...>>. Non le rispondo. Fisso il testo del messaggio sul telefono per qualche minuto ed in piena contraddizione alla mia “intenzione di non volerla più incontrare” mi avvio lentamente verso casa sua e dopo circa mezz’ora sono sotto il suo palazzo. Arriva un altro SMS <<...ti prego, voglio solo parlarti... - ...poi potrai fare quello che meglio credi... - ...adesso però vieni. Ti aspetto...>>. Suono al portone. Apre. Aspetto con calma l’ascensore ed arrivo davanti alla sua porta già aperta. Mi invita ad entrare. È stupenda. Il suo viso è di una dolcezza disarmante, sensualmente incorniciato da una siepe di lunghi capelli ricci neri. Indossa una semplice camicia bianca ed un paio di bleu-jeans scoloriti, stretti al punto che completano quella visione con l’esaltazione delle sue forme marmoree. Lo sguardo è catturato dal suo seno che esalta attraverso le trasparenze della camicetta che del resto non riesce a celare il contrasto delle aureole scure dei capezzoli, evidentemente liberi da un reggiseno che non indossa.

Ci salutiamo con un ciao. Inizio a parlare ma mi blocca immediatamente con una mano sulla bocca… si siede sul divano ed inizia a raccontarmi la sua vita. In sintesi apprendo che è nata da una ricca e benestante famiglia che però non ha mai accettato la sua condizione e non appena laureatasi all’Università di Lione, l’ha di fatto allontanata qui in Italia dove viveva già una sua cugina (Melissa). I genitori le hanno acquistato la casa dove vive e le hanno fornito un consistente conto in banca che lei alimenta con il suo lavoro di interprete presso una affermata holding internazionale, sottolineando che parla correntemente otto lingue, compresi il cinese e l’arabo moderno. Il suo sogno è quello di operarsi un giorno e trovare l’amore <<...non sono una puttana che fa marchette per vivere...>> mi ribadisce <<...se ti ho invitato a casa mia ieri sera e sono stata con te è stato solo perché mi piaci...>> … <<...e avevo paura che tu andassi via quando mi sono rivelata per quello che sono...>> <<...volevo che sapessi tutto questo di me prima di giudicarmi invece per quella che non sono...>> e conclude con un <<...detto questo, tu sei comunque uno stronzo per come ti sei comportato!!!...>>.

Annuisco; sono stato uno stronzo. Le chiedo scusa. Le spiego che nonostante mi ritenga un “uomo di mondo” e forse a mio modo lo sono, con lei mi sono lasciato travolgere dai più bassi, meschini ed infimi luoghi comuni, giudicandola senza conoscerla affatto.

Quasi comprensiva nei miei confronti mi dice che purtroppo si è scontrata spesso con situazioni del genere alle quali però, tutto sommato, non ha dato peso più di tanto. Con me però la cosa non le riusciva. Voleva chiarire perché le “era difficile ignorarmi” <<...tu mi piaci davvero tanto, non so perché, non so cos'hai di diverso da quelli che ho conosciuto finora ...>> mi dice. Io ero lì che l’ascoltavo tenendole una mano. <<..adesso che farai?...>> mi chiede <<...non lo so... - ...anche tu mi piaci molto... però...>>. <<...resta con me...>> mi interrompe <<...almeno per un po'... - ...così, solo per provare... - ...ho tanta voglia di stare con qualcuno ...e in questo momento vorrei che fossi tu...>> continua <<...quello che è successo ieri sera non importa... ...ho già dimenticato...>>

Di fronte a quello che Giorgia mi ha appena raccontato sulla sua vita mi sento disarmato, se possibile ancora più convinto di essermi dimostrato un indicibile idiota e che difficilmente possa davvero perdonarmi per ciò che le ho detto la sera prima. Tuttavia, per quello che mi riguarda, non ho dubbi: Giorgia mi piace da impazzire!!! Più di ogni vera donna con la quale abbia mai scopato, mi ci sia affezionato o che abbia anche amato <<...la cosa per me non è facile...>> tergiverso un pò <<...ma ...per provare potremmo provare... - ...non so dove potremo arrivare... - ...la vedo difficile al momento... ma non impossibile...>> e mentre le parlo mi avvicino leggermente al suo viso, i suoi grandi occhi neri mi fissano con una dolcezza quasi languida, mi bucano l’anima. Mi avvicino ancora di più alle sue labbra, le sfioro con le mie, le catturo il labbro inferiore e lo stringo tra le mie, intravedo i suoi occhi chiudersi lentamente, le mordo dolcemente il labbro e sento la sua lingua che guizza a cercare la mia, si incontrano, si attorcigliano, danzano freneticamente mentre sento le sue braccia sottili avvolgermi il collo e trascinarmi al suo fianco sul divano, mi lascio trasportare. Mi slaccia la cinta dei pantaloni, io sbottono la sua camicia e mi si parano davanti le sue tette che inizio immediatamente a palpare, prendo i capezzoli, li stringo, inizio a succhiarli, morderli, baciarli li sento inturgidirsi tra le mia labbra. Lei ha raggiunto e liberato il pene e me ne rendo conto solo quanto sento ormai le sue labbra avvolte sulla cappella. Ma è quando me lo ingoia tutto con la bocca che sento mancarmi il respiro. Mi siedo mezzo allungato sul divano a gambe larghe. Giorgia è già in ginocchio sul tappeto pronta a riprendersi la mazza in bocca. Con le tette al vento è ancora con i jeans addosso e in questo momento non penso proprio di toglierli. Mi sta slinguazzando il cazzo dall’alto verso il basso e ogni sua discesa è una scarica elettrica per i miei sensi che temo di perdere più di una volta. Sono in suo potere. Ogni mia iniziativa in quel momento viene disinnescata dalla sua lingua, dalle sue labbra, dalla sua bocca; è incredibile, dopo alcuni passaggi riesce a cacciarsi tutto il cazzo in gola e ad ogni risalita sento la sua lingua che mi corre sulla mazza dalle palle fin sotto la cappella. È troppo. L’ultima volta che torma a scendermi sull’uccello le afferro la testa, la guido e la trattengo finché non le vengo in bocca con una poderosa sborrata. Uno, due, tre, quattro e più fiotti di sperma mi corrono lungo il cazzo e finiscono nella bocca di Giorgia che con le labbra strette cerca di non perderne neanche una goccia. Mi adagio con la testa leggera sul divano, lei non molla. È ancora lì a giocare con il mio uccello, lo succhia, lo lecca infine lo bacia e lo lascia appoggiarsi su una mia coscia. Si avvicina con le sue labbra vicino alle mie e rimane lì immobile. Mi guarda e non dice nulla. Aspetta. La bacio e con la lingua esploro ogni angolo raggiungibile del suo cavo orale.

Si stacca. Mi guarda, tenta di dirmi qualcosa ma le metto un dito sulle labbra, la blocco <<...shhhh, non dire nulla...>> mentre le sto già togliendo il jeans scopro un perizoma di pizzo bianco che a stento trattiene il suo uccello ancora un po’ giù di corda; una piccola chiazza ha bagnato l’intimo in corrispondenza del glande; le abbasso del tutto e le prendo in bocca il cazzo senza toccarlo con le mani, asciugo avidamente quelle piccole gocce di lubrificante che ingemmano la cappella e così com’è, ancora un po’ semi afflosciato me lo lascio scivolare in bocca. Le strappo un gemito. La sento crescere tra le mia labbra strette attorno alla sua mazza, non voglio perdere neanche un millimetro della sua espansione e man mano che lo sento indurirsi inizio a pompare su e giù. Insalivo quel cazzo in modo che possa scivolare tra le mie labbra agevolmente. Quando arrivo alla fine della sua lunghezza, avverto lo spessore della cappella che si fa strada nella mia gola. La lascio uscire per una frazione di secondo e subito la risucchio. Giorgia cede per un attimo, si appoggia con una mano al bracciolo del divano e neanche in questo suo movimento improvviso la lascio andare. Più la sento gemere ed ansimare più passione metto nel farle il pompino. Si riprende. Torna a mettersi in piedi ma sempre con il cazzo serrato nella mia bocca a seguire la danza che le ho imposto. Mi afferra la testa. Sta per godere. Adesso è lei a voler guidare. La lascio fare e mi spinge vorticosamente il cazzo fino in gola come a volermi scopare. Sta godendo. Tenta di allontanarmi. Non glielo permetto. “Vienimi in bocca bella mia” penso in quel momento e sulla scia di questo pensiero un primo fiume di sborra ha già riempito la mia bocca, il secondo quasi non riesco a trattenerlo ma è quando arriva il terzo che apro la gola e lascio che tutto il suo succo mi scenda fino in pancia. Non capisco più nulla. Giorgia si dimena, ansima, urla, geme, si strizza le tette mentre io continuo quella danza mai interrotta lungo il suo delizioso cazzo dal quale mi stacco solo dopo averlo completamente pulito ed asciugato. Solo allora alzo lo sguardo verso Giorgia e la vedo madida di sudore, sfinita, piegata sulle gambe con le ginocchia appoggiate alla seduta del divano che cerca di riprendere fiato <<...è pazzesco...>> mi dice <<...aspetta... - ...fammi riprendere un secondo...>> si stende per terra sul tappeto <<...mio dio...>> mormora <<...non ho mai neanche pensato di poter godere in questo modo...>> mi prende per un braccio e mi trascina per terra al suo fianco. Inizia a baciarmi dappertutto, mi stringe a sé. Piange… di gioia. …e poi mi ghiaccia il sangue nelle vene <<...penso che potrei innamorarmi di te sai?...>> <<...ma dai...>> cerco di svincolarmi dal discorso ma lei insiste e accarezzandomi i capelli e il viso continua <<...non aver paura, ho compreso bene quel che mi hai detto...>> <<...ma sto così bene con te da averne quasi paura...>> <<...e se mi viene di innamorarmi... - ...io mi innamoro ...e tu non puoi farci nulla, tanto, quando finirà sarò io a soffrire non tu...>> – <<...ci facciamo una doccia?...>> propongo nella speranza di dover chiudere lì il discorso, non perché mi dia fastidio, ma perché i sentimenti che provo per Giorgia sono esattamente uguali ai suoi, solo che a differenza sua, io ho terrore ad esternarli.

Sotto la doccia, manco a dirlo, ci vuole pochissimo che ci ritroviamo entrambi eccitati e pronti a ricominciare, ma ce la prendiamo comoda e decidiamo di giocare tra palpatine di tette e di palle, dita nei buchetti, appassionati e languidi baci con abboccamenti e rapide succhiate “togli fiato” sulle cappelle dell’uno e dell’altra sempre massaggiati da un tiepido getto di acqua. Finita la doccia è arrivato il momento di “pulirsi”. Inizio io. Mi siedo sul water e ricevo le prime tre/quattro sparate di acqua su per il retto da Giorgia, poi è il suo turno. Prende il mio posto e con il tubo della doccia le faccio lo stesso trattamento fin quando anche dal suo buchetto esce acqua pulita. Ritorniamo nella vasca da bagno e lì iniziamo ad inondarci reciprocamente. Una seconda doccia in altre parole, solo che in questo caso l’acqua ce la zampilliamo a vicenda dai rispettivi culi. È una sensazione forte. Non per quello che a molti può sembrare. Questa tecnica, secondo me divertentissima, dà un totale senso di appartenenza all’altra persona con la quale la si pratica. Ed è inoltre indescrivibile restare in attesa davanti al buco del culetto di Giorgia e vederlo dilatarsi un secondo prima che mi inondi con tutta l’acqua che ha messo dentro. È semplicemente fantastico. Da provare.

Decidiamo di finirla con “i giochi d’acqua” usciamo dalla vasca, ci asciughiamo a vicenda. Giorgia indossa la mia camicia senza mettere nient’altro sotto, già abbondante per il mio fisico, a lei arriva fino a metà coscia. Io invece, non avendo altro da mettere, indosso solo i boxer e con due birre rosse ce ne andiamo sul balcone. Aria frizzante dell’una e un quarto di notte, il vociare soffuso che proviene giù dalla strada, seduti uno di fronte all’altra, sigaretta, birra, discorsi sulle nostre vite… non avrei nient’altro da chiedere in quel momento se Giorgia non mi piantasse un piede sul pacco e con il suo solito sorriso malizioso mi lanciasse bacetti e sguardi ammiccanti tutto dire. Finisce la sua birra in sol sorso, io invece conservo un po’ più di metà della mia “…ho una certa idea…” mi prende per mano e mi porta in camera da letto. Lascia cadere a terra la camicia e rimane nuda <<...è pazzesco...>> penso tra me quando la guardo <<...è una figa mozzafiato nonostante cazzo che ha...>> mi si avvicina, mi prende dalla nuca e mi stringe a sé baciandomi, sento il suo uccello che si infila tra le mie cosce e le sue tette dure sul mio petto che reclamano un mio intervento. Una sua mano lavora già sul mio cazzo. Ok. Poso sul comodino la birra e mi avvento sui suoi seni. Le succhio i capezzoli alternativamente e da lì inizio a baciarla più e più volte fino alle orecchie, passando per il collo attraverso quella sua fitta siepe di capelli. Le percorro con la punta delle dita il centro della schiena con una leggera pressione sulla spina dorsale e immediatamente le si increspa la pelle per i brividi che la invadono adagiando, sconfitta da quella sensazione, la testa sul mio petto. Mi guarda per un attimo con gli occhi socchiusi e sussurra <<...mio amore cosa mi stai facendo...>>. Non le do neanche il tempo di pensare oltre che la trascino sul letto, le metto dei cuscini sotto i fianchi in modo da trovarsi con le gambe larghe buttate all’indietro ed il suo bel culetto a mia completa disposizione con il suo cazzo penzoloni sulla sua pancia. Perfetto. Mi metto comodo ed inizio a leccarle il buchetto, liscio, senza un pelo, delicato. Risponde ad ogni mio colpo di lingua con una piccola contrazione fino a quando comincia a fidarsi del mio lavoro ed inizia a dilatarsi. Vado avanti solo con la lingua, umettandolo con la mia saliva. Non voglio penetrarlo con le dita. Voglio che si allarghi da solo sotto la mia lingua. È fantastico. Man mano che la infilo vedo quel forellino allargarsi ogni volta un po’ di più fino a quando riesco a possederlo con tutta la lunghezza della mia lingua. Giorgia rimane ferma. È occupata a tenersi alte le gambe con le mani ed a godersi ogni mia leccatina nel suo intimo. Continuo a leccare ed a ficcare la lingua fino a quando l’ano non le diventa un muscolo molle, rassegnato a quel trattamento e notevolmente dilatato. È praticamente diventato come l’imboccatura di un pozzo. Prendo la bottiglia dal comodino. Infilo il collo in quello splendido buchetto e lascio che la birra scorra dentro il retto di Giorgia che inizia a gemere come una forsennata <<…ohhh…siii….mhhh…>> quando è tutta dentro e la bottiglia vuota, mi attacco con la bocca a ventosa su quella che sta per diventare una fontana ed inizio a bere birra dal culetto della mia amante. Giorgia mi asseconda in tutto. Complice perfetta, agevola con il suo pancino la fuoriuscita della bevanda e quando sta per finire si mette automaticamente seduta perpendicolarmente alla mia bocca e scarica tutta la birra che ha ancora in corpo. Appena sente di essersi liberata mi viene addosso e manco a dirlo mi attacca con un lunghissimo e appassionato bacio <<...tu sei completamente matto...>> esclama contenta <<...ti voglio...>> continua <<..ti voglio adesso!!!...>> Il suo cazzo è duro da far paura. La cappella è larga forse di due centimetri, se non di più, della circonferenza della sua mazza che già è notevole. Le spiego che forse potrei non farcela. Ma come al solito lei cerca di rassicurarmi <<...faccio tutto io...>> <<...ti fidi di me?...>> <<...sì ma...>> <<...ok! stai tranquillo e lasciami fare. Se ti faccio male ci fermiamo ok?...>> <<...ok..>>.

Mi fa assumere la stessa posizione che le avevo fatto prendere io in precedenza, mi lascia così per un minuto, si allontana verso il bagno e torna con un tubetto di crema. Inizia a leccarmi per bene, mi massaggia delicatamente con la lingua e mi infila un dito dentro. Dei calori improvvisi avvolgono la mia testa. In quella posizione ho il cazzo in tiro che mi punta sulla pancia e mi scivola dentro e fuori a destra e sinistra dall’ombelico ogni volta che Giorgia mi lecca o massaggia l’ano. Improvvisamente sento che inizia a colarmi dentro l’ano qualcosa di fresco. È la crema. Ci siamo. Subito dopo sento una pressione che fa strada nel mio buchetto vergine <<...sono due dita... - tutto ok?...>> <<...sì tutto ok...>> <<...ora ne metto un altro e tu mi dici come va ok?...>> mi sento letteralmente dilatarmi ma resisto. È un misto dolore/piacere dove il piacere prende piano piano il sopravvento <<...ok... - ...continua...>> <<...bravo...>> mi fa lei tutta eccitata <<...adesso provo ad entrarti ok?...>> non riesco neanche a riordinare le idee per risponderle che già sento la sua cappella spingere contro il mio buco. Provo ad assecondare i movimenti di Giorgia cercando di agevolarla nella penetrazione e sento un male atroce come di carne che si lacera. Grido di dolore quando la cappella è ormai dentro. Blocco sul nascere l’intenzione di Giorgia di iniziare a spingere vigorosamente e la sento scivolare dentro centimetro dopo centimetro e nel dolore che si fa sempre più lieve lasciando spazio da una libidine inaspettata, sento Giorgia che meravigliata e felice con le mani mi allarga le chiappe aiutando la penetrazione del suo cazzo che a questo punto credo di avere tutto dentro. Neanche il tempo di realizzare questa considerazione che la maiala comincia a cavalcarmi come una forsennata ma in quella posizione non mi ci sento proprio. Le chiedo di cambiare e Giorgia si allunga sul letto con il suo bel cazzone in tiro all’aria. Prendo il tubetto della crema e gliene metto una buona quantità sulla cappella. Provo a sedermi su quel palo. Lo indirizzo in corrispondenza del mio buco e lentamente spingo. Giorgia ha capito. Resta immobile ma attenta a quello che succede. Man mano che spingo sento le mie carni dilatarsi nuovamente. Cazzo quanto fa male. Ma non mi fermo. Prendo fiato e giù a spingere di nuovo. Do un incosciente e violento colpo sul cazzo di Giorgia e mi sento spaccare il culo dalla sua cappella ormai affondata dentro di me. Grido per il dolore <<...ohhhhhhhhhhh sììììììììì…>> esclama invece Giorgia. È un attimo. Mi rendo subito conto che il peggio dev’essere passato e mi lascio cadere di schianto sulla mazza di Giorgia. È devastante. Mi fermo un attimo. Non so come descrivere la cosa. Mi sento invaso da quel cazzo vivo e pulsante che mi riempie il retto. Lo tengo stretto. Mi rialzo lentamente e lo sento scivolare alla perfezione dentro di me. Non c’è più dolore. Me lo inizio a godere cavalcandolo come se fossi la più incallita della troie. Mi piace. Mentre vado su è giù lungo quel palo sento le mani di Giorgia afferrarmi per i fianchi. La guardo. Ridiamo. Sul suo viso si alternano lacrime e sorrisi. Mi lascio completamente andare. Ora sono suo. Mi blocca. Senza togliermi il cazzo dal culo ci giriamo. Mi vuole a pecorina. La accontento subito. Mi sdraio sul letto appoggiato sui cuscini e metto letteralmente a disposizione il buco del culo al cazzo di Giorgia che riprende a pomparmi immediatamente, freneticamente, sempre più veloce, affonda fino alle palle la sua mazza dentro di me. Ogni volta che arriva a fondo le nostre palle si toccano. Per ogni colpo che mi tira una saetta di piacere attraversa la mia mente. Dal mio cazzo colano umori in quantità sul lenzuolo sotto di me che è ormai zuppo. Ma non è finita. Giorgia mi gira ancora una volta. Mi rimette supino. Mi incula guardandomi e contemporaneamente mi prende il cazzo e inizia a segarlo. Si abbassa, se lo caccia in bocca con ancora il suo cazzo nel mio culo. Un improvviso dolore lancinante mi strappa un grido. Per fare quella manovra è quasi uscita di scatto con la sua larga cappella che mi si è fermata proprio all’imbocco dell’ano dilatandomelo in un modo disumano <<...scusa amore... - ...non ho resistito...>> e riprende a pompare ed a segarmi. Il respiro le si fa corto, affannoso. So già cosa vuol dire. Un attimo dopo avverto un improvviso calore che si fa strada insieme all’uccello di Giorgia nelle mie carni. Mi sta sborrando in culo. È fantastico. Il cazzo di Giorgia ora scivola dentro di me senza più alcuna resistenza. Ad ogni fiotto di sborra corrisponde una bordata. Ne posso contare 5 o 6. Il cazzo ormai sguazza affogato nella sua stessa sborra. Io mi allargo ancora di più le chiappe con le mani per sentirla fino in fondo, fino a quanto non si è svuotata completamente dentro di me. Ha il mio cazzo ancora in mano. Si è fermata mentre godeva. Non è riuscita a coordinare le due cose. Subito ha però ripreso a segarmi violentemente fino a farmi venire. Con la bocca aperta ha cercato di recuperare i miei schizzi indirizzandoli verso il suo viso colpendosi la faccia, i capelli il seno ed a formare un piccolo laghetto sulla mia pancia. Ho il tempo di guardarla e vederla con una smorfia sul viso e con gli occhi rivoltati all’indietro mentre spruzza l’ultimo schizzo di nel mio ano e mi si accascia addosso lasciandomi il suo paletto ancora dentro. Restiamo così per diverso tempo e dormiamo anche un po’. Poi torniamo in noi, andiamo a farci un bagno in quella immensa vasca <<...si è fatto tardi...>> – <<...dormi qui con me stanotte...>> è sdraiata su di me con la schiena appoggiata al mio petto, le accarezzo il viso mentre con le dita gioco con i suoi capezzoli <<...speravo che me lo chiedessi. Non ho proprio voglia di andarmene...>>. A letto Giorgia è di una tenerezza inaudita, più che femminile, appoggia la testa sul mio petto. Mentre gioco con i suoi splendidi capelli sento delle lacrime che fresche mi scorrono sul petto. Le alzo la testa <<...cosa c'è?...>> le chiedo <<...ho paura...>> … <<...e se mi innamoro veramente di te?...>> riprendo ad accarezzarle i capelli, le do un leggero bacio sulla bocca e la stringo forte a me. Si rimette giù con la testa sempre poggiata sul mio petto e la sento mormorare <<...je vous ai déjà l'amour...>>. Faccio finta di non aver capito ma conosco bene il francese, so che ha detto di amarmi già. Continuo ad accarezzarla e dormiamo.    

 

 

Alle 7,30 vengo svegliato da un leggero bacio sulla bocca <<...ciao amore, buongiorno. Ti ho portato il caffè...>> è Giorgia ovviamente <<...io vado al lavoro, alle 8,00 devo iniziare. Tu fai come se fossi a casa tua...>> <<...ti chiamo più tardi smackkk!!!...>> Già. Ma anch’io per le 9,00 devo essere al meeting e perciò mi alzo e mi preparo per uscire. Devo passare in albergo per cambiarmi e prendere l’occorrente. Apro la  porta per andarmene e sul pianerottolo trovo Melissa (che solo in seguito ho saputo essere la cugina di Giorgia) che stava per bussare e vedendomi, un po’ sorpresa e sarcastica, mi fa <<...bene bene, vedo che avete rimesso le cose a posto tu e Giorgia. Sono contenta...>>. Mi spinge nuovamente in casa ed entra anche lei. Non approvo! Il suo atteggiamento autoritario mi infastidisce <<...ciao Melissa, bhè, vedi, io dovrei andare... ho il mio lavoro... e rischio di fare tardi...>> <<...e poi Giorgia non c'è, è già andata via...>> ma lei tagliando corto <<...Giorgia mi ha detto di come hai reagito quando hai scoperto la sua vera natura...>> <<...e mi ha anche detto che ci hai saputo proprio fare con lei...>> seccato da quella sua arroganza ribadisco <<...bene!! Vedo che avete un fitto scambio di informazioni tra voi. ...ma adesso devo proprio andare...>> avviandomi di nuovo verso l’uscita. Mi si para davanti ad un palmo dal viso e slaccia rapida la cinta del vestitino che indossa che si apre immediatamente scoprendo un corpo mozzafiato completamente nudo <<...voglio che mi scopi ...adesso! ...altrimenti dico a Giorgia che ci hai provato con me...>>.

Melissa è donna. Donna nel senso che dove dovrebbe esserci una figa ha proprio la figa. E che figa. Dall’alto vedo chiaramente al di sotto del suo ventre piattissimo il taglio del suo sesso completamente depilato sormontato da un minuscolo e  crespo ciuffetto di peli neri che risaltano sulla sua pelle olivastra. La guardo. È ferma fiera davanti a me con le mani sui fianchi e con una smorfia di sfida stampata sul viso.

Non ho affatto tempo per discutere con lei.

In un attimo la spingo sul divano, la butto giù a pecorina, le alzo il vestito sulla testa, le allargo le chiappe e le insalivo per bene figa e culo alternativamente. Tiro fuori il cazzo e glielo pianto tra le labbra rosa chiaro della figa <<…mmmhhhhhhhhh ohhhhhh sìììììììì…>> è il suo unico gemito. Inizio a sbatterla senza alcun ritegno, con violenza, quasi con disprezzo. Ai colpi di cazzo che infliggo alla sua figa corrispondono una serie di urla che Melissa non si cura affatto di controllare <<…ohhhh!! ohhhh!! ohhhh!! …sì, sì, dai così!!! Scopamiiiiiii!!…>> È scivolata in avanti con la testa incastrata tra la seduta e lo schienale del divano in una posizione innaturale ma continuo a stantuffarla nella speranza che goda subito e mi lasci andare via. Ho fretta maledizione!!!

Si allunga una mano sulla figa ed inizia a massaggiarsi freneticamente il clitoride, poi stringe il mio cazzo che la scopa con due dita poste a cerchio e torna a torturarsi il clitoride. Urla, ansima, si contorce lancia un intenso lungo grido <<…ohhhh mhhhh sìììììì così… dai, dai, dai vengo, cazzooo vengooooo, godo godo godo godoooo!!!!…>> inizia a spingere col suo culo da favola verso di me e gode dimenandosi sul mio cazzo quasi a spezzarmelo. La sento bagnarsi come una fontana. Il cazzo dentro di lei non trova più nessuna resistenza e scivola in un lago di umori.

È sempre più tardi dannazione e il cazzo mi scoppia. Non posso andarmene così.

Esco dalla sua figa allagata e con l’uccello bagnato del suo intimo sughetto punto il buchetto del suo culo <<…NO…>> grida, ma è inutile. Con un colpo secco le sono già dentro a scoparle anche il retto. È stretto e lo sento stringersi di più ogni volta che affondo. Melissa ha ripreso a gemere e mentre la inculo si lavora la fregna dove affonda due dita che riesco chiaramente a distinguere con il mio uccello attraverso il sottile strato di carne che le separa i due canali. La sensazione è forte. La porca con le sue dita in figa tenta di prendermi il cazzo mentre le scorre in culo ed è a questo punto che le riempio quello stretto orifizio con la mia sborra. Quando mi tiro fuori un ruscello bianco le fuoriesce dal culo. Subito dopo veloce come un lampo, senza lasciarle il tempo di capire cosa le stesse accadendo, le fiondo l’uccello in bocca mentre inizio ad infilarmi la camicia. Ma porca puttana si appassiona talmente tanto nel pompino che mi rimette nuovamente in tiro. Si sdraia seduta sul divano e con le mani si allarga chiappe e figa mettendomi in bella mostra i suoi ingressi come a voler dire <<...avanti!! ...dove vuoi entrare???...>>. Butto uno sguardo sull’orologio: sono le 8,20, è sempre più tardi e sono bagnato di sudore come un minatore e senza più alcun controllo sui miei istinti mi ributto a cazzo dritto nella figa di Melissa che non appena le sono dentro fino alle palle, mi avvolge le gambe attorno ai fianchi e mi costringe a scoparla in quella morsa, lasciandomi poco spazio di manovra. Mi divincolo da quella presa, la afferro da sotto le ginocchia e le spalanco le gambe quasi a 180° ed in quella posizione inizio a farle scorrere lentamente il cazzo nella figa in tutta la sua lunghezza fino alla radice. Spalanca gli occhi e la bocca ed ogni volta che arrivo in fondo ansima come se le mancasse l’aria. È un fiume senza argini. Gode in continuazione ed i suoi succhi le iniziano a colare fuori dalla vagina ogni volta che mi muovo dentro lei. Continuo così fino a quando l’orgasmo si fa vicinissimo. Esco dalla sua patata e le infilo la mazza tra le labbra. Inizio a scoparle la bocca. Due colpi e godo. Lei con gli occhi socchiusi stringe le labbra attorno al cazzo e attende che l’ultimo fiotto di sborra le arrivi in gola. Sfilo l’uccello e con una velocità da primatista mi rivesto e la minaccio <<...ti ho scopata a dovere!!! ...se dici una sola parola di quello è successo tra noi a tua cugina ti rompo il culo e stai pur certa che non te lo romperò col cazzo stavolta...>>. Esco sbattendo la porta e mi precipito in albergo, prenoto un taxi, non ho più il tempo neanche di farmi una doccia, mi cambio e mi fiondo verso il palacongressi dove arrivo alle 9,25 tra gli sguardi dei miei bigotti colleghi che mi scrutano con accusatoria superficialità.

Durante la pausa pranzo chiamo Giorgia “il mio amore”. Bhè, sì, ormai ne ho una quasi certa consapevolezza (ma non glielo confesserò mai) <<...ciao amore stavo per chiamarti io...>> <<...tutto ok? Come procede lì al meeting?...>> è la voce di Giorgia che mi risponde felice. Non le racconto ovviamente della perfomance che avevo avuto in mattinata con la cugina e ci mettiamo d’accordo che passa a prendermi lei in serata al termine dei lavori.

Verso le 18,00 esco dal palacongressi stressato sia dai noiosi lavori che soprattutto dalle fatiche degli ultimi giorni, ma la visione di Giorgia mi fa dimenticare ogni stanchezza. È stupenda come non l’avevo mai vista in questi giorni. I capelli lunghi ricci arruffati come una nuvola attorno al suo dolcissimo viso, indossa un semplicissimo abitino bianco sorretto da due sottili spalline che le fascia il corpo atletico da poco sopra i seni fin sotto le caviglie. Due lunghi spacchi laterali le scoprono le gambe ed un’ampia scollatura evidenzia i seni che sembrano esplodere da un reggiseno sicuramente troppo stretto per contenerli agevolmente. Mi avvicino a lei, mi butta le braccia al collo e mi stampa un bacio spezza fiato che assecondo con tutto me stesso <<...ciao amore... ...finalmente... ...non vedevo l'ora di averti ancora con me... ...mi sei mancato oggi sai?...>> ricambio il suo sincero affetto con una serie di baci sulle sue morbide labbra <<...è proprio bella...>> penso dentro di me, cingendola dai fianchi con un braccio ci incamminiamo verso la sua “Classe-A” e le chiedo <<...dove si va?...>> <<...io ho una certa idea...>> mi fa lei avviando la macchina. Percorriamo poche centinaia di metri ed imbocca l’ingresso di un parcheggio silos che inizia a scalare fino ad arrivare alla terrazza dell’ultimo piano, ci sono solo due auto posteggiate, punta verso un angolo isolato e si ferma. Mi guarda divertita. L’assecondo. Mordendosi un labbro su uno dei suoi soliti sorrisini maliziosi sposta il vestito dal pube e scopre il suo bigolo in totale libertà. È senza intimo la maiala. Si mette in posa allargando leggermente le gambe, si china verso di me, mi bacia, mi accarezza il viso e la testa e lentamente si ritrae. Capisco cosa vuole …e la cosa mi intriga molto, sarà anche per via del posto, fatto sta che prendo l’iniziativa, mi abbasso ed inizio a sboccheggiare il suo cazzo moscetto fino a farlo crescere ed indurire nella mia bocca. Quando è duro in tutto il suo splendore lo inondo di saliva e lo scorro in tutta la sua lunghezza fino a farmelo arrivare giù in gola contro le corde vocali e vado su e giù sempre più velocemente. Giorgia mette le sue mani tra i miei capelli e mi spinge ogni volta più giù. Sta per godere. È vicina all’orgasmo. Lei mugola, ansima si contorce ed io mi preparo. Esplode come un vulcano e fatico ad ingoiare il suo succo, attendo che l’ultimo fiotto di sborra le percorra la canna e succhio a pieni polmoni facendola rannicchiare di piacere. Mi stacco dal suo uccello solo dopo averlo pulito perfettamente e come se niente fosse mi rimetto al mio posto. Giorgia è sopraffatta dalla goduta e con la voce rotta dal respiro ancora corto e la fronte imperlata di sudore mi abbraccia e mi bacia come una forsennata ripetendomi continuamente <<...ti amo, ti amo, ti amo...>>.

Mi sbottona i pantaloni e mi tira fuori l’uccello, è il mio turno adesso. È inutile dirlo. Giorgia mi trova già eccitato per bene ma si fionda comunque sul mio cazzo ed inizia un breve ma assatanato pompino. Dopo averlo insalivato per bene mi viene sopra, si scosta leggermente l’abito e si punta col buchetto sulla mia cappella <<...mi sono pulita prima di venire da te...>> mi sussurra mentre ha già accolto la punta del cazzo e si lascia cadere di schianto sulla mia mazza dura come marmo <<...huuuuu che bello ...mhhhhhh... come lo sento... houmhhhh...>> e inizia lì sopra una danza tutta sua. Direttrice d’orchestra e ballerina sul mio cazzo. Le braccia ben serrate sui poggiatesta e i piedi piantati sui sedili le consentivano di ficcarsi il cazzo in culo in tutta la sua lunghezza ed a lei dilatare il buchetto in tutta la sua massima larghezza. Che spettacolo che è. Gli occhi chiusi, la testa che ondeggia avanti e indietro; vederla rassegnata a quella danza che lei stessa si è imposta è una visione unica ed indescrivibile. Vederla in quello stato di estasi mi eccita ancora di più, mentre va su e giù lungo il mio uccello le libero le tette e mi ci avvento sopra a succhiarle e stringerle i capezzoli duri come sassolini. Sto per venire e glielo dico. Lei insiste ancora e si pianta nel retto ancora due o tre violente cavalcate, vorrebbe che le godessi dentro ed io lo avrei voluto più di lei. Per fortuna riacquistiamo entrambi un momento di rara lucidità e realizziamo che avremmo combinato un casino in macchina e sui nostri vestiti. Si rialza un’ultima volta da quella posizione lasciandosi ancora la cappella conficcata ai bordi del suo buchetto e si dà un’ultima poderosa spinta verso il basso, libera il suo culetto dal cazzo e ci si avventa sopra con la bocca spalancata iniziando un pompino al ritmo della mia immediata sborrata. Urlo, mi dimeno, mi inarco in avanti verso le sue labbra, glielo caccio in gola fino alla radice e mi libero dell’ultimo violento fiotto sul quale Giorgia denuncia un conato di vomito che ritrae continuando a sbocchinarmi fino a quanto non mi ha completamente ripulito.

Non appena riacquistiamo le nostre facoltà si adagia nuovamente sopra di me con il vestito che copre le nostre nudità ed i nostri cazzi uno a contatto dell’altro. Restiamo così abbracciati e mezzo assopiti fino all’arrivo del buio. Poi decidiamo di mangiare qualcosa. Qualcosa di veloce. Scendiamo dal silos, troviamo un kebab, ci serviamo, portiamo via alcune birre ed andiamo in albergo da me. La notte è ancora lunga. E abbiamo già deciso di viverla intensamente.

 

 

È pazzesco. Al mattino mi sveglio con quella Venere che è Giorgia accanto. La guardo mentre dorme ancora ed è bellissima. Scopro il lenzuolo che la copriva dai fianchi in giù ed osservo il suo uccello. Così com’è adesso tutto moscio è già abbastanza ragguardevole, lo accarezzo. Automaticamente Giorgia si gira sul letto e si mette supina; il cazzo le si adagia su una coscia leggermente piegata. Sta ancora dormendo con il viso un po’ imbronciato. Mi sposto e mi metto allungato tra le sue gambe; inizio a leccare quel capolavoro badando di non toccarlo mai con nient’altro che non siano le mia labbra o la mia lingua. Lo avvolgo delicatamente tra le mie labbra e lentamente vedo sbocciare la cappella che si fa strada tra la pelle flaccida che proporzionalmente all’eccitazione sparisce per dare spazio all’espansione del cazzo che imbocco delicatamente per lasciarlo crescere a dismisura in bocca. Mi piace da morire questa cosa. Da quando conosco Giorgia credo di averlo fatto già diverse volte ed ogni volta ne godo ogni nuova piccola dilatazione. Giorgia si è svegliata <<...mmmhhhhhh...>> – <<...ciao amore mio...>> – <<...che meraviglioso buongiorno...>> e resta ferma a godersi il mio delicato ed accurato pompino. Non le rispondo. Continuo a godermi ogni centimetro del suo cazzo come fosse una mammella da succhiare in attesa che sgorghi il latte ed in un certo senso è quello che mi aspetto. Riesco ad inghiottire quel paletto ormai duro come una pietra fino alla sua radice. A labbra strette lo lascio scivolare fuori e senza lasciarlo uscire, ancora più lentamente lo riassorbo in un lago di saliva. Vado avanti così per alcuni minuti e non vorrei mai staccarmi da quella nerchia. Giorgia è praticamente in estasi. Si contorce, geme, mugola sopraffatta sotto la mia lingua con le mani che spingono la mia testa verso il suo sesso che ho imparato ormai a riconoscere in ogni sua vena, in ogni sua piega, a domare ogni sua pulsazione e a riconoscere i segnali con i quali la ragazza preavvisa l’orgasmo. È un attimo. Gode con un lungo interminabile gemito. Mi lascio inondare il viso dalla sua calda sborra; un po’ riesco a farla fluire direttamente in bocca ma quella che mi ricopre la faccia sarà poi Giorgia a pulirla con i suoi baci. È travolgente nel farlo. Mi copre di ogni tenerezza. Lo fa ogni volta che la faccio godere. Ed ogni volta lo fa con più impeto. Questo suo atteggiamento mi appassiona e mi coinvolge come non mai. La lascio nel letto ancora avvolta tra le lenzuola e vado in bagno e non appena sono davanti al water con l’uccello in mano per pisciare, sento la presenza di Giorgia alle mie spalle e la sua piccola mano che mi afferra delicatamente l’attrezzo; mi passa a fianco e con la sua solita naturalezza mi invita ad orinare. La guardo stupito e, come al solito, la assecondo. Non appena cominciano a sgorgare le prime gocce di urina si avvicina alla mia cappella e la racchiude tra le sue labbra accogliendo il mio piscio nella sua bocca prima di farlo cadere nel water. Senza mai lasciarsi sfuggire la mazza dalle labbra, è lei adesso a sentirsela crescere in bocca. È stupendo passare dall’agevole movimento delle sue labbra sul cazzo semifloscio alla crescente pressione esercitata quando diventa duro in quello stesso ambiente. Riesco a sentire la quantità di saliva che Giorgia impiega per rendere quanto più agevole il pompino. È come sempre uno spettacolo vederla appassionata in ogni suo movimento. Ha gli occhi chiusi. Le labbra carnose attorno al mio uccello, le guance che le si gonfiano e le si sgonfiano ad ogni stantuffata che esercita, una sua mano che scorre su e giù lungo il mio petto e l’altra appoggiata su un mio fianco e quella cascata di capelli che lasciano solo intravedere quanto sto descrivendo è una visione che non riesco a controllare; cerco di protendermi verso la testa di Giorgia con il bacino nell’illusione di allungarmi ancora di più ed inesorabilmente esplodo. Fiotti di sborra mi escono dal cazzo serrato tra le mani di Giorgia che non perde un solo secondo di quella visione, lasciando che il nettare le sgorghi sulle tette e non appena realizza che ho finito di godere, con la sua più naturale dolcezza ricomincia a spompinarmi. Una bordata di brividi percorrono ogni angolo del mio corpo ma non ho nessuna intenzione di sottrarmi a quella tortura. La lascio fare fin che ne ha voglia; fino a che non si rialza ed appassionata come sempre mi pianta la sua lingua in bocca e spalma sul mio petto la sborra che ha ancora sulle tette. Un brivido ancora più intenso e soprattutto inaspettato mi assale, mi scuote e mi fa paura <<...TI AMO...>> le vorrei gridare …ma ancora una volta soffoco i miei sentimenti.

Facciamo una doccia. Ci vestiamo e scendiamo nella hall. Facciamo colazione insieme asserragliati dalle languide occhiate che gli altri ospiti dell’hotel riservano a Giorgia. Non potrebbe essere altrimenti. È davvero una “donna bellissima”. Abbracciati stretti stretti nell’invidia generale, come due innamoratini ci avviamo all’uscita. Saliamo sulla sua auto. Ci guardiamo un attimo come a soppesare i rispettivi pensieri. In quel momento ci sentiamo come se avessimo un nodo in gola al doverci lasciare per l’intera giornata. Senza sentire cosa ne pensa prendo il cellulare e chiamo il mio referente al meeting, gli dico che sono indisposto e che oggi non parteciperò agli incontri chiedendogli di rappresentarmi. Mi scuso. Lo ringrazio. Chiudo e guardo la reazione di Giorgia che con totale complicità prende il telefono a sua volta, chiama il suo capo e chiede il giorno libero. Perfetto. Accertato a questo punto che l’intesa e la complicità tra noi sono pressoché perfette, abbiamo un intero giorno tutto per noi. Giorgia non sta letteralmente nella pelle dalla felicità, è radiosa, incredula di quello che sta accadendo. Trascorriamo le ore del giorno in giro per la città con lei che fa la parte di una competente e scrupolosa “Cicerone” attenta a soddisfare ogni mia richiesta. Passiamo il pomeriggio per negozi, …bhè ho dovuto a mia volta accontentare le sue esigenze e sottostare al suo desiderio di fare shopping. La circostanza, tuttavia, ha fornito l’occasione per stuzzicarci e provocare i nostri istinti durante le innumerevoli prove degli innumerevoli vestiti che lei ha indossato, la maggior parte dei quali “ad altissimo contenuto erotico” come quando, per esempio, in una raffinata boutique del centro ha voluto provare un vestitino “rasopelo” (corto ad altezza di figa) senza indossare le mutandine ed è uscita con assoluta nonchalance, sfilando dal camerino con il suo uccellone che le pendeva tra le gambe una spanna oltre l’orlo dell’abito. Oppure quando, completamente nuda sotto, ha indossato un lungo abito trasparente al limite della decenza ed ha sfilato davanti agli occhi di una giovane commessa rimasta scioccata, non sappiamo ancora se per l’attrezzo che Giorgia portava tra le gambe oppure per la sua bellezza unicamente androgina. Nel tardo pomeriggio rientriamo. Passiamo dal mio hotel dove prendo un abito per la serata e facciamo tappa a casa sua prima di riuscire nuovamente per andare a cena.

Abbiamo ancora due ore di autonomia tutte per noi prima di incontrarci al ristorante con Melissa ed il suo uomo. Già, la serata prevede anche la presenza della cugina. La cosa però non mi tange più tanto, neanche dopo quello che è successo tra di noi la mattina prima. Giorgia è fin troppo entusiasta ed il pensiero, di poter adombrare la sua gioia anche con la mia più piccola paranoia, è lontano anni luce da me. Ci infiliamo sotto la doccia insieme e inevitabilmente si ripete la danza dei nostri corpi che si cercano, si sfiorano e si toccano massaggiati dall’acqua che ci scivola addosso. Ad ogni contatto corrisponde inevitabilmente un brivido che ci porta ad un livello sempre più alto di disinibizione. Le nostre mani sono occupate ad esplorare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, i nostri corpi. Le nostre labbra sono già a contatto tra loro e le nostre lingue intrecciate in un bacio passionale, intenso, carico di sentimenti reciproci che non possono essere più celati. Soprattutto a me. Stringo Giorgia tra le mie braccia, le prendo le mani, gliele bacio, bacio le sue braccia le sue spalle, mi abbasso e le mordo delicatamente i fianchi ed il ventre che trema al contatto con le mie labbra, le accarezzo i seni ed i capezzoli, glieli mordo dolcemente, mi rialzo verso di lei e le avvicino la testa alla mia, le bacio assiduamente il collo, le passo le mani tra i capelli bagnati dall’acqua che incessantemente ci cade addosso e tra il suo fragore riesco a dirle finalmente <<…ti amo…>> nella speranza che quell’acqua, con il suo scorrere, non abbia coperto quella mia intima confessione, liberatoria per me stesso e doverosa per Giorgia che deve sapere cosa sta diventando per me.

Ha un rapido scatto! Mi ha sentito! Chiaramente!! Tira la testa indietro tenendo ferma la mia tra le sue mani <<...mon amour...>> – <<...oh mon Dieu...>> scoppia a piangere di gioia sul mio petto ripetendo <<...je t'aime...>> – <<...je t'aime...>> – <<...ti amo più della mia vita...>> fino a quando non riesce a trovare la forza di darmi una serie di baci tra lacrime e sorrisi. Finalmente mi sento veramente sereno. Vedo davanti a me una lunga strada da percorrere verso non so dove, ma sulla quale non intravedo per adesso ostacoli e della quale non intravedo nemmeno la fine. Mentre realizzo questa mia consapevolezza sono ancora una volta le sue labbra che mi richiamano alla realtà. È in piena passione avvinghiata al mio uccello che al contatto della sua lingua si mette in tiro in tutto il suo miglior splendore, quindi chiudo l’acqua e mentre Giorgia imperterrita continua con il suo delicato e sconvolgente lavoro di labbra e lingua asciugo alla bellemeglio entrambi col primo asciugamani che riesco ad afferrare e così ancora mezzi bagnati la stacco dal quel suo delicato lavoro, prendo un tubetto di crema e la trascino in camera da letto. La adagio sul letto e mi tuffo tra le sue gambe ciucciando il suo uccello e affondando la lingua nel suo buchetto allargandole le chiappe con le mani. Mi spalmo della crema lungo tutto il cazzo e guardandola negli occhi punto il suo buchetto, spingo dolcemente, lei si inarca portando il bacino verso l’alto e in un attimo le scivolo dentro in un’esplosione di incontenibili mugolii da parte di entrambi. Mi assesto con il cazzo duro ben piantano nel suo buchetto ed inizio una lenta danza in quel bollente canale, stretto ed accogliente al tempo stesso. Prendo Giorgia dal retro delle ginocchia e le allargo le gambe a 180°. È una visione paradisiaca. Posso vedere l’elasticità del suo ano stretto attorno alla mia canna. Si ritrae quando spingo dentro e si protende in fuori quando torno indietro, avvinghiato attorno al mio cazzo come una ventosa. Giorgia è uno spettacolo di partecipazione. Così come l’ho sistemata mi sente fin dentro la pancia. Avverte ogni mia spinta e risponde con una smorfia di godimento sempre diversa dalla precedente. Ogni volta che le sono dentro fino in fondo, mi fermo, aspetto, prendo fiato a mia volta, ruoto il bacino in modo che l’uccello le rotei nel retto e mi godo il suo viso sudato e sconvolto da quelle sensazioni. Cerco di rendere ogni passaggio che faccio in lei il più lento possibile. Mi lascio cadere su di lei continuando a possederla, la bacio sulle labbra e spingo, le mordo i lobi delle orecchie e spingo, i capezzoli e spingo, le catturo i seni nel palmo delle mie mani e spingo, sento il suo cazzo che sotto la pressione ed i movimenti del mio corpo inizia a crescere e ad ingrossarsi e continuo ad affondare con sempre più foga il mio uccello in quel panetto di burro che è ormai diventato il buchetto del culo della mia maialina. Le mani Giorgia corrono sulla mia schiena, conficca le unghie nella mia pelle, mi graffia e mi afferra per le natiche incitandomi a spingere ancora di più. La assecondo, ci muoviamo all’unisono. Sto per avere un orgasmo restando sdraiato su di lei, e continuando a pompare strusciandomi sul suo cazzo compresso tra i nostri corpi godiamo nello stesso istante. Io nel suo culetto lei sulle nostre pance, così, senza un gemito, soffocati in un abbraccio paragonabile alla stretta di una morsa con i respiri affannati dell’uno che si fondono in quelli dell’altra. È stato fantastico. Restiamo il poco tempo che ancora abbiamo a disposizione così come abbiamo finito di far l’amore. L’uno dentro l’altra. Sudati e stanchi ma appagati oltre ogni più immaginabile aspettativa.

Lo squillo del suo telefono inaspettatamente “ci riporta sulla terra” è Melissa che le chiede a che punto si trova per la serata. Giorgia le dice candidamente di essere ancora in alto mare perché <<...abbiamo appena finito di far l'amore e io sono ancora tutta disfatta in tutti i sensi...>> – <<...temo che arriveremo con un po' di ritardo...>> – <<...ci vediamo lì al locale sai, a dopo...>>!

 

 

Quella maialina di Giorgia, già mentre ci stavamo vestendo per raggiungere gli altri a cena, pensa bene di decidere lei l’abbigliamento per la serata. Sia il suo che il mio. Premetto che avevo prelevato dalla mia camera d’albergo una camicia nera da indossare sotto un completo di lino di colore chiaro, leggermente più grande della mia misura in modo da risultare piuttosto comodo, e molto molto leggero tale da essere pressoché trasparente. Fino ad allora non me ne curavo perché mi ero preparato, ovviamente, un paio di boxer anch’essi chiari …per cui, non mi si poneva alcun problema. Ma lei, invece, mi convince ad indossare quanto sopra senza intimo ben consapevole che se ne sarebbe ovviamente notata l’assenza. Come sempre, non fatica molto a convincermi tant’è che l’assecondo senza pormi troppi problemi.

Anche il suo abbigliamento, tutt’altro che casto, promette di svelare tutta la malizia insita in Giorgia. Mi propone uno strip al contrario. Io già pronto seduto in poltrona e lei che comincia a vestirsi infilandosi un paio di calze nere autoreggenti a rete sottile che le arrivano quasi in corrispondenza della giunzione delle cosce con il pube. Gli elastici delle calze modellano un leggero rigonfiamento sulle sue cosce. Il suo intimo consiste in un paio di culottes in tulle e pizzo nero. Nell’indossarle si sistema il pene in basso tra le gambe fino a bloccarselo tra le chiappe per poi finire di risalire e sistemare alla perfezione la mutandina. Fa una piroetta e mi mostra sorridente il risultato. Il suo culo perfettamente fasciato in tutta la sua rotondità da quell’intimo trasparente che non lascia niente all’immaginazione. Dal pube è praticamente sparito il suo uccello. Si intravede solo un piccolo cespuglietto di crespi peli neri e null’altro <<...come sto??...>> mi chiede tutta eccitata. Non rispondo. Mi limito a spostare le falde della giacca e ad allargare le gambe per lasciarle vedere il mio cazzo dritto in un’erezione vergognosamente visibile attraverso i pantaloni quale risultato del suo diabolico piano <<...hei!!!! ...porcellino!! ...cosa ti è successo?? ...è tardi per ricominciare...>> esordisce lei maliziosa ed evidentemente fiera del risultato ottenuto <<...ci aspettano a cena, l'hai dimenticato??...>> si avvicina, mi sbottona la patta, mi passa la lingua sulla cappella asciugando alcune goccioline di lubrificante già defluite e mi rimette a posto l’uccello pregandomi …come se fosse facile, di “fare il bravo perché altrimenti si sarebbe eccitata anche lei“. Calza un paio di sandali intrecciati, tacco 10, anch’essi neri. Estrae subito dopo dall’armadio un lungo ed elegante abito nero e lo indossa senza mettere il reggiseno. Un vertiginoso spacco sul davanti del vestito mette in evidenza le sue lunghe e tornite gambe lasciandole in bella vista fino al pube. Ad ogni passo o movimento che fa intravedo chiaramente gli elastici degli autoreggenti e la parte bassa delle culottes dove ha sapientemente ripiegato il suo attrezzo. I suoi capezzoli liberi svettano come due chiodini attraverso la leggera stoffa dell’abito che le fascia perfettamente il corpo tonico ed asciutto. Il seno esalta la sua soda rotondità attraverso una generosa scollatura trattenuta solamente da due esili spalline che riescono appena a coprire le aureole lasciando strabordare ai loro lati il resto di quelle stupende tette. Un filo di fard, un tocco di rimmel, un leggero passaggio di terra bruciata sulle labbra ed è pronta per uscire. Che dire?!? Era bellissima. Una strafiga da scopare nell’istante stesso in cui la incontri per strada. Comunque, come già assodato è tardi e dobbiamo andare.

Arrivati al ristorante c’è la prima sorpresa della serata. Melissa è fuori dal locale da sola incazzata nera perché il suo uomo le ha dato buca. Appreso l’accaduto Giorgia la consola e la convince a restare comunque in nostra compagnia e così, dopo una severa occhiata di intesa tra me e Melissa, mi ritrovo ancora una volta come al mio arrivo la prima sera -tra due fighe da sballo-.

Anche Melissa nel suo abbigliamento è estremamente provocante tanto che mi tornano in mente dei flash sulla infuocata e frenetica scopata di due giorni prima e che, sinceramente, mi piacerebbe ripercorre materialmente con più calma.

Il suo viso, visibilmente incazzato, incorniciato dai suoi lunghi capelli neri, contrasta con un minuscolo tubino bianco aderentissimo al suo corpo statuario da lasciare pochissimo spazio all’immaginazione. I suoi fianchi, il culo e le sue splendide tette sono stretti in quel vestitino cortissimo sin poco sotto l’altezza del bacino (rasopelo). Anche lei poco truccata e con molto gusto, calza dei sandali bianchi simili a quelli della cugina con un tacco piuttosto alto. Porcello come sono, mi sorge un quesito che per il momento non trova risposta. Non riesco ad identificare sotto quell’attillatissima stoffa le linee di un eventuale reggiseno o mutandina. Mah!

La serata al ristorante scorre comunque tranquilla tra discorsi su diversi argomenti che spesso tornano a concentrarsi sull’incazzatura di Melissa fino a quando, finita la cena, esordisce con un <<...fanculo lo stronzo!!...>> – <<...vi va di andare in una disco?...>> <<...ovviamente sì...>> rispondiamo all’unisono Giorgia ed io e così raggiungiamo in macchina un locale alla periferia della Città.

È già sufficientemente affollato. Troviamo un piccolo privè, ci mettiamo al giusto livello con una bottiglia di freddo prosecco e Melissa, per prima, si fionda in pista seguita poco dopo da Giorgia. Io resto seduto ancora un po’ a godermi il sensuale ballo che hanno iniziato. Si strusciano, si guardano negli occhi e si sfiorano. Le gambe dell’una scorrono tra quelle dell’altra. Si avvicinano e confabulano tra loro. Entro in ballo anch’io e Giorgia si concentra immediatamente su di me e mentre balliamo inizia a graffiarmi i fianchi infilando le mani sotto la camicia fuori dai pantaloni. Senza accorgercene stiamo freneticamente pomiciando in pista con le mani che ci corrono dappertutto e le bocche inchiodate in un bacio che contribuisce a toglierci parte della poca aria che si respira nel locale. Mi basta poco per liberare le tette di Giorgia da quei due esigui straccetti che dovrebbero coprirli ed inizio a succhiarle i capezzoli fino a farli diventare duri come sassi. Giorgia cala una mano ad affermarmi il cazzo già ampiamente duro attraverso la stoffa dei pantaloni e comincia a segarmi. Sono eccitato da morire tanto che cerco di non staccarmi troppo da Giorgia per evitare di mostrare l’enorme protuberanza che mi si leva tra le gambe attraverso i pantaloni gonfi dall’eccitazione. Senza rendercene conto siamo tornati nel privè che in realtà non è altro che un piccolo angolo semibuio lungo il bordo della pista, comunque sufficientemente appartato. Mi siedo sul divanetto e tiro fuori il cazzo che simultaneamente viene inghiottito dalla calda bocca di Giorgia. Un attimo dopo mi è seduta di fronte sopra le mie gambe e con i suoi piedi piantati sul divano, le scosto le culottes quel tanto che basta a scoprirle il buchetto dove indirizzo la cappella. Non appena la sente premere e bussare sul suo rotondo culetto, Giorgia si apre e con una smorfia di dolore in viso ed aiutandosi con una vigorosa e costante spinta si infila sul mio cazzo che gli sale in culo centimetro dopo centimetro fino alle palle. Si ferma. Aspetta un attimo in cui sembra voler prendere fiato e con le braccia serrate attorno al mio collo comincia a dondolarsi su e giù lungo la mia mazza godendosela in tutta la sua lunghezza. Io nel frattempo sono preso a trastullare in ogni modo le sue tette che sballonzano in ogni direzione ad ogni affondo che Giorgia si infligge sul cazzo e riesco a sentire la pressione della sua cappella ingrossata, ancora assicurata nella sua iniziale posizione dalla mutandina, che preme sulla mia asta ad ogni sali-scendi della mia porca compagnia. Cerco di tastarlo e Giorgia quasi lamentandosi mi avverte <<...non lo trattengo più... - ...mi sta scoppiando...>> continuando nella sua prioritaria attività. La scena non è passata inosservata a Melissa che non vedendoci più in pista ci raggiunge nel privè ed a quella vista esclama <<...cazzo! ...ma voi porcelli state scopando!!...>> Giorgia le volta verso uno sguardo misto tra l’estasi ed il divertito e con un filo di voce la invita dicendole semplicemente <<...dai vieni...>> come se esistesse tra loro un codice non scritto. Melissa non aspetta oltre. Mentre la cugina continua a cavalcarmi la intravedo tirarsi su quel già suo microscopico abitino (…non mi sbagliavo, la maiala è senza mutande…) ed inizia a masturbarsi la figa già abbondantemente bagnata dai sudori e dagli umori stimolati dalla vista della nostra scopata. Non si ferma Melissa. Si fa strada nell’intreccio dei nostri corpi e libera il cazzo di Giorgia. Lo prende in bocca e ne fa un sol boccone. Vedo la mazza della mia ragazza che sparisce tra le labbra della cugina in un solo momento. È un attimo e subito dopo siamo già coordinati nei movimenti. Giorgia che imperterrita cavalca il mio cazzo; Melissa che sbocchina da grande esperta Giorgia mentre a gambe spalancate in bella vista verso la pista continua a scoparsi la figa con due dita dimenandosi come una matta ed  è un attimo. Tra la musica a palla della discoteca Melissa si stacca con la bocca dall’uccello di Giorgia tenendolo serrato in una mano; reclina il capo sulla spalliera del divano; toglie le dita dalla fregna torturandosi il clitoride; lancia un lungo grido e schizza letteralmente due o tre fiotti della sua sborra a mezzo metro e più verso la pista. Mai vista una cosa del genere. Perdo la cognizione delle cose; afferro Giorgia per le chiappe ed inizio a guidarla con violenza su è giù sul mio cazzo sempre piantato nel suo buchetto accelerando i suoi movimenti; spalanca occhi e bocca preoccupata; Melissa si è ripresa dal suo orgasmo ed è di nuovo concentrata sul cazzo della cugina; sto per venire anch’io; sollevo Giorgia fin quasi a farle espellere l’uccello dal culo e la lascio ricadere con forza ripetendo la manovra fino a quando le sparo in culo un fiume di sborra che sembra non volersi esaurire. Melissa resta impegnata sul sesso di Giorgia ancora per un attimo perché anche lei è ormai vicina all’orgasmo. Con il mio cazzo ancora in culo Giorgia gode, trema, vibra, grida e si accascia con la testa sulla mia mentre Melissa ingoia avidamente tutto il suo nettare. È finita. Dopo la mega scopata siamo esausti. Ci baciamo amorevolmente e Giorgia non perde occasione per ribadirmi il suo amore e quasi ci siamo dimenticati di Melissa che è lì seduta al mio fianco con la figa ancora spalancata all’aria che chiede <<...e adesso come glielo togli il cazzo tutto sborrato dal suo culetto??...>> Ci guardiamo un istante e scoppiamo a ridere. Ci organizziamo subito con dei fazzolettini e riusciamo a rimanere indenni dalla sborra che abbondante fuoriesce dall’ano di Giorgia.

Ci rimettiamo in sesto ed usciamo dalla discoteca per far ritorno verso casa ma, in macchina, arriva la seconda sorpresa per me <<...amore, lo sai che io e Melissa non abbiamo nessun segreto vero??...>> esordisce Giorgia <<...beh lo immagino. ...ma perché me ne parli proprio ora??...>> rispondo intuendo tuttavia che già sapesse della scopata con la cugina <<...so che l'hai scopata...>> e senza lasciarmi il tempo di ribadire continua <<...spero che sia stata la prima ed ultima volta che te la fai in mia assenza ed alle mie spalle...>> io alla guida, lei al mio fianco e Melissa sui sedili dietro <<...cosaaa?!?!?!?!...>>> replico inebetito mentre guido <<...hai capito bene cosa ho detto...>> continua piuttosto alterata <<...mi piace quando ci divertiamo ...e mi può anche piacere che a volte ci sia pure Melissa tra noi...>> – <<...ma finchè dura tra me te, tu sei solo mio!!! Ricordalo...>> conclude la parentesi allungandomi un bacio sulle labbra e sussurrandomi <<...ti amo... - ...ricorda anche questo soprattutto...>>.    

 

 

Da quando ho conosciuto Giorgia mi sono trovato letteralmente catapultato, ovviamente con mia consapevolezza, coscienza e voglia, in una nuova ed incredibile condizione che mai avrei pensato di poter vivere. In questo, mi ha certamente aiutato la mia riconosciuta ed indiscussa “indole da porcello”. Pensavo ormai di aver provato tutto. Bèh, ancora una volta grazie a Giorgia ed al suo mondo, mi sono presto reso conto che non era così e questo proprio durante una serata che non prometteva inizialmente alcun particolare sviluppo sessuale.

Dopo essere riuscito finalmente a chiarire con Giorgia le dinamiche del “duello” con la cugina, nell’ultima sera della mia permanenza nella loro città decido di lasciare in anticipo l’hotel a passare la notte con la mia “…ragazza…”. Poiché la serata prevede una cena da Melissa ci avviamo a piedi verso casa sua non prima di esserci procurati un robusto ed ottimo rosso montepulciano delle colline abruzzesi. La serata permette e ceniamo all’aperto su una piccola terrazza illuminata dalla fioca luce di alcune grosse candele poste ai quattro angoli e che affaccia su un intimo giardino alle spalle della casa. Il tavolo con le quattro sedie al centro ed un divanetto appoggiato alla parete coperto dall’ampio balcone del piano superiore. Diverse piante allineate in corrispondenza del parapetto, con le loro fronde piuttosto alte rendono ancora più intimo il luogo. Mangiamo e soprattutto beviamo quel vino rosso, tanto amabile al palato quanto vendicativo nel rivelare i suoi effetti alcolici che ci mettono decisamente di buon umore e sicuramente abbassa il livello delle nostre “…difese inibitorie…”.

Inizia Melissa, la padrona di casa, che “…accidentalmente…” rovescia un bicchiere di vino sui suoi striminziti shorts che già per tutta la serata le avevano lasciato in bella vista le sue sode e rotonde chiappe <<...ma porca puttana...>> impreca sfilandoseli di dosso come se bruciassero di un proprio fuoco, restando con un microtanga bianco che a stento riusciva a coprirle lo spacco della figa <<...però!...>> replica subito Giorgia con i suoi occhietti vispi e continua <<...temo però che anche gli slip si siano macchiati di vino...>> – <<...dove??...>> trasale Melissa avvicinandosi alla cugina con il bacino proteso in avanti come a consentirle di guardare meglio <<...ma qui cocca... - ...non vedi???...>> le fa Giorgia infilandole una mano tra le gambe ed affondandole agevolmente un dito nella figa. La reazione di Melissa è immediata (segno che le cuginette giocavano spesso tra loro) solleva una gamba e restando in piedi appoggia un piede sullo schienale della sedia sulla quale è seduta Giorgia in modo da porle la fregna spalancata a sua disposizione. È andata. Resto seduto al mio posto e mi godo la scena mentre sento l’eccitazione che si fa strada prepotentemente nei pantaloni. Giorgia è praticamente catturata dalla figa di Melissa, ci sguazza dentro con due dita e si sente chiaramente lo sciacquio degli umori dell’una nella mano dell’altra. Giorgia allora senza togliere le dita da quel lago si alza e conduce la cugina sul divano. La fa sedere sul suo grembo e le strappa con un violento strattone il tanga. Melissa sembra vibrare sotto quelle attenzioni, allarga le gambe, appoggia il culo sulla pancia della cugina, punta i piedi sul divano e si adagia con la schiena sulle tette di Giorgia che imperterrita con una mano continua incessantemente a masturbarle la figa e con l’altra sotto la maglietta le cerca le tette già libere dal reggiseno che la porca non indossa. La figa di Melissa è così spalancata, pregna di umori che sempre più abbondantemente colano dalle sue grandi labbra in un turbinio di sospiri soffocati per celare agli ignari vicini quanto sta accadendo. È un fiume in piena quando accenna ad un repentino su e giù sulle dita esperte di Giorgia conficcate nella sua vagina ed è chiaro che sta godendo perché una serie di schizzi dalla sua figa si infrangono sulla mano di Giorgia che non accenna a smettere. Anzi, la vedo ora liberare dal gonnellino il suo cazzo già duro, spalmare gli umori eiaculati da sua cugina sulla sua mazza e sul buco del culo di Melissa che complice in tutto, si solleva quel tanto che le basta a puntarsi l’attrezzo di Giorgia in corrispondenza del suo buchetto, inglobare con attenzione la larga cappella e lasciarsi cadere sopra di schianto in un grido di dolore mal celato. Inarca leggermente i fianchi in avanti e solleva del necessario il bacino a gambe spalancate per consentire al paletto della cugina di scorrerle su e giù per il culo mentre la fregna, in tutto il suo splendore è lì davanti ai miei occhi che continua ad emettere un ruscelletto di quella sua sborra che sembra non doversi mai esaurire in un continuo godimento.

Mi avvicino iper arrapato a quel quadretto familiare, stampo un bacio in bocca alla mia Giorgia che fuori di sé contraccambia strappandomi quasi il labbro inferiore, con gli occhi rivoltati all’indietro e madida di sudore, in affanno mi invita <<...dai amò... leccaci mentre ancora scopiamo... ...dai, dai, dai vieni anche tu...>>. Non ancora finisce la frase che sono già fiondato con la lingua nella figa di Melissa. Al primo affondo trasale. Ha un brivido talmente intenso che le tremano le gambe e geme ad alta voce dimentica di dove ci troviamo. Ma non ce ne frega assolutamente nulla. Giorgia continua a scoparle il buco del culo io le lecco la figa, gliela succhio, le strizzo le grandi labbra e gliele tiro via strette tra le mie labbra riaffondo fin dove arrivo la lingua in quella caverna umida. Melissa ormai è totalmente fuori di sé. Inizia a gemere con veemenza ed a cavalcarsi sulla mazza di Giorgia sempre più velocemente, con le dita inizia a massaggiarsi il clitoride mentre con la lingua continuo ad invaderle la figa. Ha un sussulto, si piega, rallenta, si lascia cadere un’ultima volta di peso sul cazzo della cugina, protende il bacino in avanti verso la mia bocca e si lascia andare in un serie di grida <<…vengooooo!!!! Cazzo! Cazzo! Cazzo! vengoooooo!!!! Godooooo!!!…>> e nello stesso istante mi sento affogare da un incredibile fiotto di nettare che si riversa dalla sua figa sulle mie labbra. Me ne riempio la bocca finché posso e quella che non riesco a controllare cola via sulle sue cosce ancora spalancate e sulle palle di Giorgia che nel frattempo ha ripreso a scoparla. Mi abbasso ed asciugo i succhi di Melissa dove li trovo e contemporaneamente mi dedico al cazzo della mia ragazza leccandolo ed insalivandolo ogni volta che esce dal culo di Melissa. Queste mie attenzioni mandano in delirio Giorgia che in poco tempo esplode il suo orgasmo nel retto della cugina. Dalla mia posizione privilegiata posso godermi lo spettacolo della sua mazza che ancora stantuffa quel buchetto e ad ogni nuova uscita porta avvolta a sé uno strato di sborra che inizia a colare dall’orifizio anale di Melissa. Mi ci avvento sopra ed inizio ad asciugare sia il cazzo di Giorgia che il buchetto di Melissa che poco dopo io stesso sollevo via liberando l’uccello della mia donna. Inizio un pompino senza concedere a Giorgia una frazione di secondo per riprendersi. Il suo cazzo non ha il tempo di ammosciarsi. Non glielo concedo. Deve sborrare ancora e deve farlo nella mia bocca. Voglio ingoiare la sua sborra. Melissa esterrefatta guarda la scena. Impressionata mi guarda ingoiare il cazzo di Giorgia fino alle palle. È stupefatta nel vedermi pompare quella mazza alla quale non dò tregua fino a che la cugina non inizia un lento su e giù col bacino pronta a godere ancora. Interviene anche Melissa e mentre io con il cazzo di Giorgia infilato in bocca attendo che goda ancora una volta, lei inizia a leccare e succhiare la stessa mazza in tutta la sua lunghezza. Le nostre bocche avvinghiate a quel paletto si toccano più di una volta. Giorgia inizia un crescendo lamento continuo, inarca il bacino verso l’alto come a volermi scopare, mi lancia due decisi colpi tra le labbra spingendomi la cappella fin sotto le tonsille e finalmente gode. Sento la sua sborra che riempie il mio cavo orale e con la bocca piena di quel nettare continuo a pomparle la nerchia su e giù e quando ormai sento di non poter trattenerne ancora la ingoio con avidità. Giorgia si adagia disfatta e sconfitta sul divano mentre le asciugo di ogni goccia il suo cazzo. Quando finisco mi trascina verso di lei, mi serra le braccia attorno al collo e come sempre mi consuma di baci e coccole che inizio anche io a contraccambiare con totale trasporto. Melissa è inebetita e quasi invidiosa delle attenzioni che ho riservato a Giorgia che la guarda e con un filo di voce le dice <<...hai visto che amore che è questo mio amore?!?...>>  – <<...se non sapessi già che scopa da dio anche le donne avrei pensato ad un gay nato...>> risponde lei scherzando e beccandosi una <<...stronza...>> dalla cugina che le ribadisce ancora una volta che io sono esclusivamente suo. Mentre facevano questi loro discorsi io ho liberato il mio cazzo portandolo tra i loro visi dicendo <<...non dimenticate qualcosa?!?...>>. Giorgia quasi rinvigorita dalla visione del mio uccello tremendamente in tiro dagli eventi della serata, ci si fionda sopra con le sue calde labbra ed inizia a farselo scendere lentamente in gola. Melissa avvicinandosi chiede a Giorgia se può collaborare anche lei al pompino <<...prego...>> annuisce la cugina. Mi ritrovo il cazzo sbocchinato alla grande da due sapienti bocche che sanno dove colpire per accendere l’orgasmo. Giorgia, che conduce il gioco, ed ha il cazzo in bocca, percepisce il mio godimento e tenta di rallentarmelo staccandosi dalla mazza e scostandosi un po’ indietro mi libera completamente l’uccello. Non è il caso. Sto scoppiando e non posso più trattenermi. Con gli occhi chiusi al limite dell’orgasmo afferro la prima testa che mi capita tra le mani e spingo in una bocca il cazzo appena in tempo per sferrare due o tre colpi prima di godere. Come un tubo dell’irrigazione nei campi sborro in quantità industriale in quella sconosciuta caverna che quando riacquisto un briciolo di lucidità, vedo essere la bocca di Melissa che freneticamente corre su e giù lungo la mazza con dei rivoli di sborra che le sgorgano dai lati della bocca, subito raccolti dall’avida lingua di Giorgia. Quando Melissa ha finito di pulirmi ben bene il cazzo, si volta verso la cugina e si stampano un appassionato bacio in bocca, scambiandosi i rispettivi umori.

Il pompino appena concluso è servito solo a mitigare in parte la mia eccitazione. Mi abbasso vicino alle porche e sussurro loro <<...vi voglio scopare... - ...tutte e due insieme...>> le vedo disfatte, entrambe con i visi stanchi ma è Giorgia che prende per mano me e Melissa e ci conduce in camera. Si sdraia a pancia in giù sul letto con il suo culetto in bella vista all’insù, la visione già mi manda in visibilio, ma è quando Melissa si sdraia sopra di Giorgia nella sua stessa posizione porgendomi figa e buco del culo a sua volta che capisco di essere in un eden. Ho davanti a me nell’ordine dal basso verso l’alto, il buco del culetto di Giorgia, la figa ed il buchetto anale di Melissa. Mi abbasso ad insalivare per bene quella spettacolare serie di pertugi ed infilo il cazzo nel culo della mia ragazza ed alternativamente entro ed esco da Giorgia, mi infilo nella figa di Melissa che comincia ad allagarsi e concludo nel suo buchetto di culo. Vado avanti così per diversi minuti. Ad ogni affondo che faccio, in qualsiasi buco scopi, corrisponde un gemito, un sussulto, un lamento, un incitamento che mi portano sempre più vicino all’orgasmo che decido di esplodere su quel muro di buchi che ho davanti, così, per non deludere nessuna. Le due porcelline, non sazie del tutto, si concedono uno spettacolare 69 leccandosi la mia sborra dai sessi e dai rispettivi buchi per poi dedicarsi, infine, ancora una volta la mio cazzo fino ad asciugarlo completamente.

Dopo esserci ricomposti, saluto affettuosamente Melissa che mi strappa la promessa di tornare presto a trovarla.

Arrivati a casa da Giorgia un velo di tristezza ci assale. Cerchiamo di evitare l’argomento ma è chiaro che la mattina successiva io devo partire alla volta della mia città, del mio lavoro e chissà dove altro ancora. Cerchiamo di sdrammatizzare. Facciamo una doccia e sotto l’acqua iniziamo a giocare di nuovo, ci cerchiamo e non ancora sazi, ci vogliamo. Ancora. Andiamo a letto e senza parlare o pensarci, ci ritroviamo a succhiare l’uno il cazzo dell’altra in un appassionato 69 esplorandoci con le dita e percorrendo con le mani le aste che contemporaneamente serriamo tra le labbra. Godiamo così ancora un volta, simultaneamente. Ognuno ingoia la sborra dell’altra succhiandoci ogni goccia del nostro sapore che ancora abbiamo da darci in questa sera. Mi metto disteso supino sul letto e Giorgia prende a farmi un pompino che non tarda a farmi tornare duro il cazzo a sufficienza per possederla. Si solleva. Pone il suo dolce buchetto sulla mia bocca e con la lingua lo posseggo, lo bagno, lo penetro fino a che si dilata da solo sufficientemente bagnato. La sollevo di forza e la appoggio delicatamente sulla mia cappella tesa e dura. Con la sua solita delicatezza, si lascia infilare dalla mia mazza ed inizia a cavalcarla. Si ferma. Ci giriamo. Adesso è lei a sdraiarsi sul letto, prende due cuscini e li mette sotto i suoi fianchi. Per penetrarla devo mettermi quasi in piedi. Lei mentre è piegata su se stessa. Le sono nuovamente dentro ed inizio delicatamente a possederla. Piegata com’è il suo cazzo è incredibilmente vicino alle sue labbra. Glielo prendo in mano, mentre le scopo il culetto inizio anche a segarle l’uccello. Si aggiusta in quella posizione rannicchiata. Apre la bocca verso il suo cazzo e lo accoglie per una buona metà tra le sue labbra. Credo di non resistere a quella visione. Lei mi guarda teneramente e sempre con la sua mazza in bocca mi invita a continuare a segarla e con il bacino mi incita a scoparle il culetto. La assecondo in tutto. E così mi sorprendo a fare una sega al suo cazzo mentre lei stessa se lo spompina e nello stesso tempo le sono nel culo con il mio cazzo ormai prossimo all’ennesimo orgasmo della serata. Il movimento accelerato della sua testa mi avverte che è vicina a godere e così aumento il movimento della mia mano lungo il suo cazzo e del bacino per riuscire a godere con lei, dentro di lei. Sento con la mano che avvolge e sega il suo cazzo i fiotti della sborra che le scorrono per finire copiosi nella sua bocca, nella sua gola, nella sua pancia, inondata dall’estremità opposta anche dalla mia sborra che le sto riversando su per il suo culo. Finiamo di godere. Lei si distende sul letto. Senza mai uscire dal suo culetto riusciamo a sistemarci uno di fianco all’altra, abbracciati, ci baciamo come se fosse l’ultima notte della nostra vita che passiamo insieme. Ci addormentiamo così, l’uno dentro l’altra e a notte inoltrata ci ritroviamo ancora così. Apriamo gli occhi, sono le 3,30, ci guardiamo. Un bacio sulle labbra <<...ti amo>> – <<...ti amo anch'io...>> torniamo a dormire.

 

 

Beh, è ormai passato molto tempo da quella settimana ed io sono tornato nella mia città, al mio lavoro, ai miei viaggi in giro per il mondo, alla mia vita “normale” insomma, ed in questo ritorno è inevitabilmente entrata a far parte anche Giorgia con il suo mondo. La lontananza ed i diversi impegni che ora ci dividono non hanno intaccato in alcun modo la nostra relazione. Troviamo il tempo di sentirci anche più volte al giorno e mediamente ogni fine settimana riusciamo ad incontrarci. Diverse volte è già venuta lei a trovarmi e sono stato ben felice di presentarla ai miei amici, nei quali non ha tardato a far breccia con la sua inspiegabile bellezza, con il suo modo di esprimersi con quella accattivante “erre moscia” alla francese, per la sua indiscutibile simpatia e soprattutto perché è proprio una bella topa. Ovviamente nessuno ancora oggi sospetta chi sia veramente Giorgia. Hanno imparato semplicemente a conoscerla come la mia ragazza. Come ho più volte scritto, Giorgia non è infatti paragonabile a nessun’altra “comune transessuale”. Le sue proporzionate fattezze fisiche, i lineamenti perfettamente femminili del viso, il suo bellissimo seno da terza naturale, ogni più piccolo dettaglio delle sue gambe, del suo bacino o dei suoi fianchi, non tradisce in alcun modo la sua vera natura.

Con il tempo ho imparato ad apprezzare in lei una sua dote della quale non ho finora parlato ed è la sua assoluta riservatezza che porta spesso le persone che la conoscono solo superficialmente a ritenerla timida e forse anche introversa.

Lei, in realtà, è la stupenda pantera che avete imparato a conoscere leggendo questo racconto. Ed è ancora mia. Ed io sono ancora suo. Ed ogni volta che stiamo insieme si accendono le nostre più inconfessabili fantasie alle quali diamo ovviamente sfogo, come quando eravamo in vacanza sulle Isole Eolie. È già; ci siamo concessi anche una vacanzina insieme e non sarà certamente l’ultima. Avevamo preso alloggio a Lipari e da lì, a bordo di un motoscafo preso a noleggio raggiungemmo l’sola di Alicudi, trovammo una magnifica ed isolata rada con spiaggia di sabbia bianca e dall’acqua cristallina. Lì passammo tutta la giornata concedendoci il lusso di restare completamente nudi perché ci rendemmo presto conto che eravamo gli unici abitanti di quella splendida insenatura tra alti scogli. È inutile dire che solo l’idea di poter praticare il nudismo in totale libertà bastò a farci eccitare tanto che trascorremmo gran parte della nostra permanenza sull’isolotto scopando. Non appena veniva superata da entrambi la “fase refrattaria” tra un amplesso e l’altro ricominciavamo a fare sesso. Lo facemmo sulla spiaggia, in acqua, nella pinetina che costeggiava la spiaggia e sulla via del ritorno anche in alto mare a bordo del motoscafo.

Tornati a Lipari stanchi morti, quella sera decidemmo di cenare e rimanere in hotel, nella pia speranza di goderci il resto della serata tranquilli sulla terrazza della nostra stanza. La terrazza, invece, fu inconsapevole teatro di un altro inimmaginabile amplesso. La stanza di un hotel dell’isola, si trovava all’ultimo piano ed era per questo motivo dotata di una terrazza non molto ampia, arredata con un tavolino, alcune sedie, un piccolo solarium con sdraio e lettini, praticamente inaccessibile a sguardi esterni. Questa collocazione bastò ad accendere nella maliziosa mente di Giorgia l’ennesima fantasia che ci proponemmo subito ad attuare.

Con il suo solito fare intraprendente, stampandosi l’immancabile malizioso sorrisino su quel suo faccino tenero tenero incorniciato da una fitta ed intricata rete di capelli ricci nerissimi come i suoi occhi, Giorgia si avvicina alla sdraio sulla quale mi ero allungato con due bicchieri ed una bottiglia prosecco, freddo al punto giusto. Al ritorno in stanza dalla cena lei si era già cambiata ed era stata ad armeggiare per un bel po’ in bagno. Indossava una mia camicia sbottonata fino in mezzo alle sue stupende tette che ad ogni suo movimento ondeggiavano fuori da quella artificiosa scollatura, ed un paio dei miei boxer. …le piace indossare i miei abiti, intimo compreso… <<...mi eccita da morire sentire i tuoi vestiti con il tuo odore sulla mia pelle...>> mi ha detto una volta che le chiesi perché lo facesse. Io indossavo un paio di bermuda fino al ginocchio ed una comoda camicia già completamente sbottonata.

Versò il prosecco nei bicchieri e brindammo alla nostra vacanza fino a quel momento risultata semplicemente fantastica, scambiandoci un leggero bacio che ben presto divenne sempre più passionale. In breve ci ritrovammo completamente nudi avvinghiati nel praticarci l’ennesimo 69 della giornata. I nostri cazzi ancora una volta duri e tesi scorrevano nelle bocche allagate da umori e saliva. Le nostre mani ormai esperte tastavano i corpi nei loro punti più sensibili. Le dita correvano da sole a preparare i nostri buchetti per quella che da lì a poco si sarebbe rilevata una nuova scoperta sul fronte del sesso.

Tornammo in camera con i sessi gonfi e gocciolanti dall’enorme quantità di saliva che vi avevamo depositato sopra succhiandoceli fino ad un attimo prima. Come al solito aveva già la sua idea in testa e sapeva come realizzarla. Spostò al centro della stanza un divanetto e ci si sdraiò a testa in giù in modo da rimanere con il suo culetto all’aria che si presentava con il suo splendido buchetto già leggermente aperto per l’eccitazione che evidentemente la pervadeva all’idea di essere lì lì per realizzare quanto aveva in mente. Si prese l’uccello duro e lo alzò perpendicolarmente oltre le gambe che aveva ripiegate all’indietro in modo da risultare dritto in alto come un fuso <<...adesso vieni sopra di me ed infilatelo un pochino dentro amore...>> mi disse. In pratica mi dovetti sedere sul suo cazzo in una sorta di posizione schiena contro schiena con le natiche che si sarebbero appoggiare tra loro ed in modo da riuscire a vedere il buchetto del culo di Giorgia, ormai spalancato, sotto le mie palle. …è difficile da immaginare però provateci. Non appena mi puntai la cappella di Giorgia all’imboccatura dell’ano e mi entrò quel tanto che bastava a tenerle fermo l’uccello in quella posizione, Giorgia lascia il suo cazzo, prende il mio, lo porta tutto verso il basso e lo infila nel suo dilatato buchetto. È chiara adesso la posizione che aveva studiato la mia diabolica porcellina??? Praticamente ci stavamo per scopare reciprocamente nello stesso istante l’uno con l’uccello nel retto dell’altra, con gli stessi movimenti in modo da risultare entrambi attivi e passivi nello stesso amplesso.

Iniziai a calarmi delicatamente sulla sua mazza che si faceva strada salendomi su per il retto e contemporaneamente il mio cazzo scendeva nel suo culetto. Ancora oggi non riuscirei a descrive meglio le sensazioni provate quella prima volta in quella posizione. Potrei dire “fantastico”, ma non averi detto nulla. Riuscii ad accogliere tutto il cazzo della mia Giorgia fino in fondo. Mi fermai un istante. Abbassando lo sguardo potei vedere il mio cazzo sparito, inghiottito, divorato dal buco del culo di Giorgia fino all’attaccatura del pube. Giorgia, dalla sua scomoda posizione, poteva vedere altrettanto spettacolo, il suo uccello totalmente inghiottito dal mio buco. Tornai lentamente sopra lasciando che i cazzi scorressero all’unisono in quelle nostre avide guaine e godendo di quel lento ed insolito transito che ci riempiva ed appagava in tutti i sensi sento il grido liberatorio di Giorgia che grida il godimento che quella posizione ci stava regalando <<...è fantasticoooooo...>> – <<...dai amore...>> – <<...ancora...>> – <<...vai piano così che ci godiamo insieme dentro...>>. Riprendo a muovermi lentamente nella speranza di prolungare quel godimento il più possibile, rallento ancora centellinando ogni spinta ed ogni risalita per cercare di far resistere entrambi quanto più possiamo, di riuscire a ritardare il più possibile gli orgasmi.

Tutto in quella articolata e complessa posizione che ci tendeva ogni muscolo del corpo al limite di un attacco di crampi, restituiva godimento ogni oltre umana comprensione. Riuscivamo a percepire ogni sua più piccola variazione o movimento del sesso che avevamo conficcato dentro. Il rigonfiamento in corrispondenza delle vene che percorrevano le nostre mazze costrette in una posizione innaturale, compressi all’inverosimile dagli ani a loro volta sottoposti ad un’ulteriore stress da dilatazione oltre a quello già della devastante della penetrazione… era un autentico incontrollabile delirio di sensi, era un’ulteriore disumano grido che invocava nelle nostre menti offuscate di continuare, continuare, continuare e continuare.

E noi continuammo fino a che fu Giorgia a cedere per prima abbandonandosi ad un incontrollabile orgasmo, l’ennesimo della giornata, <<...sto venendo...>> – <<...oh dio godo, godo, vengono...>> iniziai allora a farci scorrere dentro sempre più velocemente i nostri cazzi duri nei nostri culetti ormai inermi a violentati da quello straziante godimento. In una frazione di secondo avvertii le pulsazioni del sesso di Giorgia che si dimenava dentro di me allagandomi il retto di sborra. Continuai così fino a che non smise di urlare, ansimare e sborrarmi in culo. Quando si fu placata ripresi a scoparci ricominciando con un lento e ritmico su e giù. Il cazzo di Giorgia scivolava e sguazzava ancora serrato nel mio buchetto rotto da dove erano iniziati a colare rivoli di sborra che da quella insolita posizione gocciolava sia sulle sue tette sia lungo le mie gambe. Iniziai ad accelerare i movimenti, sentivo il mio orgasmo farsi strada prepotentemente, assestai altri due o tre violente cavalcate e letteralmente fuori controllo, perso in un urlo animalesco venni anch’io. Inondai il tenero culetto di Giorgia ed ad ogni ulteriore bordata che ci infliggevo la sborra sguazzava da tutte le parti, schizzava fuori dai nostri buchetti ogni volta che arrivavo a fine corsa a contatto con le sue chiappe. Continuammo così ancora e ancora fino a quando definitivamente disfatti, i nostri cazzi distrutti e assopiti, decisero di ritirarsi ed uscire dai quei caldi canali dai quali, appena liberati, lasciammo defluire gli umori che ancora galleggiavano nel loro interno. Non ci saremmo mai voluti staccare da quella posizione. Quando però alla fine ci dovemmo staccare concludemmo le nostre porcellate leccandoci e ripulendoci i nostri dilatati buchetti e le nostre mazze ormai disfatte.

Solo per la cronaca, per riprenderci dalle fatiche e dagli straordinari amplessi di quella eccitante fantastica e porcellosa giornata, passammo i restanti giorni di vacanza come una tranquilla coppia di casti amanti. Mare, sole e soprattutto dormire.

La vacanza è da pochi giorni terminata ed in quelli seguenti siamo stati ovviamente insieme, un po’ da me ed un po’ da lei. Ho peraltro mantenuto la promessa fatta a Melissa che sono passato a salutare (ma questa è un’altra storia che, forse, racconterò in seguito). Man mano che la conosco, Giorgia si rileva sempre più fantastica. Man mano che ci conosciamo scopriamo di avere un’intesa perfetta sotto ogni aspetto in cui ci capiti di confrontarci. Ci rendiamo conto che i nostri sentimenti non sono più esclusivamente sorretti dall’attrazione sessuale. C’è altro. Qualcosa di più profondo. Neanche lontanamente paragonabile ad un mero sentimento di amicizia che potrebbe instaurarsi tra due amici, tra due uomini. Sembra piuttosto un “appartenersi” senza condizioni …qualcosa di incondizionato e libero allo stesso tempo, senz’altro interesse se non quello di appartenersi e che non ho timore a chiamare con il suo vero nome: amore. Amo Giorgia. Essere unico nel suo genere che mi ha stravolto la vita senza chiedermi mai nulla in cambio. Mi ha portato oltre orizzonti che mai avrei immaginato di varcare per preconcetti e pregiudizi. Mi ha consentito di trovare amore dove non avrei mai immaginato se ne potesse trovare o anche coltivare.

Ci siamo appena sentiti al telefono, tra la <<...buonanotte...>> ed un <<...ti amo amore...>>, quasi sussurrando come ogni volta fa quando ci sentiamo, mi ha ripetuto ancora una volta quello che ormai è diventato il suo credo <<…fin che dura amore… – …non mi lasciare… – …fin che dura…>>. 

 

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