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Racconti Erotici Etero

Le mie notti

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

La sera è appena giunta. Il colore di un blu, reso particolarmente scuro dalla sua profondità, mi da modo di osservare i colori attenuati e oscurati di una strada poco affollata. I lampioni sembrano giocare una partita vincente nel creare una luce soffusa, che si diffonde in modo superficiale, illuminando non molto intensamente la strada che separa le case dal mare.

A volte non mi rendo conto di quanto sia perfetto l’ambiente creato dal calare della notte, nella sua oscurità più intrigante, per voler nascondere gli atti che un dì qualsiasi mostra sotto la luce di un sole raggiante e splendente. La notte è complice di molti atti, che svaniscono in un attimo, senza che le persone si rendano conto di come tutto ciò vada a perdersi, senza la possibilità di un ritorno al presente.

Questi brevi pensieri, vissuti nella loro intera intensità, mi distraggono dal mio desiderio costante di te, gioiello della mia vita, facendomi ricordare questo stesso blu che accarezza e colora la tua pelle nelle nostre notti rare di assoluta intimità.

E’ strano capire come io possa pensare a tutto quello che ho vissuto con te, ogni mia emozione, ogni sensazione bellissima che sei stata in grado di darmi, quando potrei riviverle stesso ora, aspettando quel quarto d’ora che non passa mai, per rivederti e baciarti sulla bocca.

Il rintocco delle 21:30 mi riporta alla realtà, quasi all’unisono di un rumore prodotto da una macchina che passa in quella strada, pochi secondi prima, deserta. Rimango abbastanza sobrio per tornare ad ascoltare il rumore delle sedie di un bar di fronte al mio sguardo, accordando con lui, lo sbattere delle onde sulla scogliera del mare dietro di me.

Ecco che giungi dal nulla, un vicolo apparentemente buio da cui intravedo la tua sagoma. La tua regalità nel porti ti rende speciale, così come rende quasi indegno il mio desiderio di averti vicino.

Rompi il silenzio: -Ciao!! Hai aspettato molto?-

‘ Se ce ne fosse stato bisogno, ti avrei aspettata molto più.-

‘ Lo so.-

Scivola in un tocco leggero il tuo braccio sul mio fianco, gesto che avrei fatto pochissimo dopo se lei non si fosse ‘permessa’.

Rovinando la mia solitudine ora c’era Lei, la mia Cobalto. Camminavamo per la strada, soli, con i lampioni che contribuivano al gioco di luce per creare la giusta atmosfera.

Mi appoggio sul muretto che ci separa dalla laguna, evitando di essere trainato dal vento di sensazioni che sto provando. Nei suoi occhi intravedo una luce d’oro, il riflesso della luna nel mare, che mi spinge ancor più a guardarla nel suo viso. Catturata è la mia essenza, mentre un suo secco ‘vieni con me’ accompagna i miei solitari pensieri.

Distesa sulla sabbia, mi porge la sua mano, invitandomi a renderle il mio corpo. Desidera le mie attenzioni, come io desidero le sue. Spoglio il suo corpo delicato e tenero, piccolo e leggero, mentre mi dedico ad assaggiare il sapore della sua carne. Riesco a vedere la luce della Luna su tutta la sua pelle.

A volte, ripenso a come ci possa essere peccato in questo. Movimenti troppo puri e sinceri per recare danno all’altro. Comunque, se quel complesso di sensazioni e piacere era peccato, era troppo bello e coinvolgente…peccare in quel modo.

Poggio la mia lingua sul tuo corpo, sbottono pian piano il tuo reggiseno, affondo il mio viso nel tuo petto, gustandomi il tocco dei tuoi seni. Disegni senza forma creo sul tuo corpo, continuando a scendere con la mia bocca. Torno a succhiarti pian piano, dolcemente, sfiorando il tuo interno gamba, strappandoti quelle parole tranquille e delicate che a me piacciono tanto, e che non posso sentire in attimi diversi da questi. Coccolo la tua femminilità, mentre l’odore aspro del mare mi fa pensare a noi due, unici due corpi caldi su quella spiaggia fredda della notte.

La sabbia è umida, come i nostri corpi sudati. Mi faccio attrarre dal tuo corpo, volendo che tu mi abbracciassi forte. Forse magicamente mi leggi nel pensiero. Ti spingi verso di me, mentre io ammiro la lieve peluria bianca del tuo bacino che, in quell’angolazione, risplende della luce della luna.

Una macchina sopra di noi ci riporta alla realtà, rovinando i miei sensi arrivati ormai al parossismo delle sensazioni. La tua innocenza femminile reagisce e scatti in piedi, lasciando volare la sabbia imprigionata nei tuoi capelli. Riprendiamo coscienza.

Ti comprendo ora, sei stanca, turbata, non riuscirai più stanotte.

Parliamo, guardiamo le stelle, le onde del mare, ma ti prego non distaccarti da me, rimanimi vicino e nuovamente, mi rileggi nel pensiero.

Il sonno chiude i tuoi occhi, stringi ancora di più il mio corpo, mentre cadi tra le mie braccia.

Sei entrata nel tuo mondo, non riuscendo a vedere come diventi bella quando sei con te. Io posso. E tu lo sai.

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