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Racconti Erotici Etero

le mie prime avventure CAP.2

By 21 Febbraio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella sera tornata a casa provai un misto di vergogna ed eccitazione.
Da un lato ero mortificata per quello che avevo fatto, dall’altro ero in piena tempesta ormonale.
Era sempre stata una mia fantasia quella di avere un rapporto con un uomo molto più grande di me, quella sera avevo cercato di far diventare realtà la mia fantasia erotica.
Nei giorni seguenti mi decisi che avrei cercato in tutti i modi di portare avanti quella fantasia.
Poi, per mia grande fortuna, l’occasione mi si presento quale settimana dopo quando Erika mi disse che nel fine settimana si sarebbe recata fuori città con la madre, per far visita ad alcuni parenti.
Immediatamente capì che se volevo andare avanti con il mio ‘gioco’ l’occasione d’oro sarebbe stata il sabato quando il padre di Erika stava sempre in casa per guardare il campionato di serie b in tv, avevo passato tanti sabati in quella casa e lui stava sempre davanti alla tv per vedere il Bologna in tv.
Così quel sabato decisi che sarebbe stato il mio giorno.
Dopo un pranzo leggero, ero troppo tesa per mangiare, mi preparai per la mia ‘conquista’.
Qual giorno anche io ero da sola in casa, così mi preparai con tutta calma e senza paura di essere vista dai miei.
Dando un’occhiata nell’armadio decisi che camicetta bianca, minigonna nera e autoreggenti nere accompagnata dai miei stivali potevano aiutarmi nel mio intento, mentre un bel rossetto rosso-forte poteva darmi quell’aria da mignotta assetata di cazzo che faceva al caso mio.
Uscì di casa con il cuore che sembrava una batteria di un gruppo metal
Arrivata sotto casa di Erika trovai il portone aperto, così evitai di suonare al citofono: la sorpresa sarebbe stata maggiore.
Mentre mi trovavo in ascensore fui sul punto di premere stop e tornare indietro, ma per fortuna feci la decisione giusta andando avanti.
Giunta al pianerottolo fui assalita dalla paura che lui non fosse in casa, ma il rumore della tv da dietro la porta fece passare quest’ultima paura.
Ora si trattava di fare l’ultimo passo, non potevo più tirarmi indietro””””..

DRRRIIINNNN””””

– buon giorno, cercavo Erika &egrave in casa?
– Ciao Maria, mi dispiace ma Erika &egrave fuori casa con la madre hanno telefonato proprio quale minuto fa per avvertirmi che sarebbero rientrate lunedì mattina. Pensavo che Erika ti avesse avvistato.
– No, purtroppo i questi ultimi giorni non ci siamo sentite, quindi ero passata per salutarla.
– Mi dispiace. Ma non stare sulla porta entra.
– Non voglio disturbare, vado via
– Ma non scherzare entra che prendiamo un caff&egrave
– Va bene, grazie

Appena entrata in casa vidi che la mia previsione era indovinata, sulla tv in salotto c’era un partita. Tutto stava andando per il meglio, però ero terrorizzata dalla paura e in quel momento mi resi conto che non sarei riuscita ad andare avanti.

– senta sig. marco, volevo chiederle scusa per quanto avvenuto l’altra sera al compleanno di Erika. Non so cosa mi sia successo, non mi ero mai permessa in vita mia di fare una cosa del genere.

Lui scoppio a ridere, capì che quell’episiodio per lui non significata nulla.

– non devi scusarti di nulla, non &egrave accaduto nulla. Avevi , come tanti tuoi amici, solo alzato un po’ il gomito cose che succedono a queste feste, tutti abbiamo fatto quale marachella dopo aver bevuto un po’
– la ringrazio di cuore, non sa come sono stata male quando sono tornata a casa
– ma non preoccuparti, faccio il caff&egrave?
– No la ringrazio, appena preso
– Va bene, allora ti faccio provare un po’ di questa vodka &egrave molto buona, non puoi dirmi di no
– Ok, ma solo un po’ avrà capito che non reggo molto l’alcool.

Scoppiamo a ridere tutti e due mentre lui riempiva i due bicchieri, vederlo ora solo in quel salotto mi resi conto di quanto era veramente bello, era magnifico.
Poco più di 50anni, leggermente brizzolata, molto alto e con un fisico veramente atletico, sapevo era molto appassionato di calcetto e tennis
Riempiti i bicchieri mi diede il mio, e ci sedemmo sui due divani uno di fronte all’altro, nel frattempo aveva chiuso la tv
Cominciammo a discutere un pò di tutto: i futuri progetti per l’università, i miei amici e quelli della figlia, ecc”
Quando mi tolsi il cappotto mostrando le mie gambe e la camicetta un po’ scollata mi resi conto che feci un certo effetto su di lui, nel frattempo continuavo ad accavallare le gambe; poi dopo un po’ con la scusa del calore provocata dalla vodka aprì ancora un altro bottone della camicetta, lasciando ben poco alla fantasia
Notai nel suo sguardo un certo imbarazzo: ora si trattava di fare l’ultima fatica.
Mi alzai e andai a sedermi al suo fianco, immediatamente presi la sua mano e la poggia sulle mie gambe. Notai il suo stupore non osava neanche muovere la mano.

– ma cosa fai? Ti rendi conto di quello che stai facendo?
– Si. Mi rendo conto”voglio essere tua.

Poi mi lancia sulla sua bocca iniziando a baciarlo
– ma potrei essere tuo padre?

Dal tono della sua voce capì che stava per crollare’ la conferma la ebbi quando sentì la sua lingua cercare la mia e subito dopo quando la sua mano salendo sulle mie cosce si stava dirigendo verso la mia fighetta. Liberai un piccolino grido di goduria quando la sue dita arrivarono alla mia passerina.

– Cazzo!!!!! Sei tutta bagnata, che proietta che sei, sei tutta un lago

Ormai quell’uomo era mio. Era un automa che ragionava con il suo cazzo e non con il cervello. Io ero in estasi, tutta bagnata, venivo a secchiate,
dopo aver aperto la sua camicia inizia a leccarlo e baciarlo su tutto il petto, metre lui spingeva la mia testa sempre più giù. Dopo quale minuto mi trovai inginocchiata, lui seduto sul divano con il suo cazzo nella mia bocca.
Era fantastico stavo facendo un pompino a quell’uomo, ero in estasi. Anche se avevo avuto precedenti rapporti con mie coetanei non avevo mai goduto tanto’quando si dice l’esperienza.
Con una mano dietro la testa era lui a dirigere il ritmo del pompino, mentre io solo un buco da riempire per bene.
– che grande bocchinara che sei,, sei proprio una troietta in calore, le ragazzine viziose come te dovrebbero mandarle a battere sui viali.
Mai avrei pensata di sentire il padre di eika un giorno parlarmi così, ma quegli insulti continuavano ad eccitarmi sempre di più.
Dopo un pò mi trovai distesa sul divano con lui che mi penetrava selvaggiamente.
– spaccami, sfondami, distruggimi; continuavo ad urlare
– ti piace troietta, sei proprio una vacca schifosa

no pensavo un uomo di quell’età potesse avere una simile resistenza.

Poi ad un tratto disse parole che gelarono tutti i miei umori:
– andiamo in camera da letto, che voglio sfondarti il culo

avevo provato da sola in casa a penetrarmi l’ano con diversi oggetti, ma provavo troppo dolore, quindi non avevo permesso a nessuno dei mie partner un rapporto anale

– no, ti prego
– perché?
– Sono vergine, dissi imbarazzata
– Cosa? Be’ sai cosa ti dico non me ne fotte un cazzo, sei venuta a provocarmi a casa mia stupida troietta, sei stata tua a provocarmi anche l’altra sera’.ed ora arrivi con questa scusa del cazzo’.la prossima volta ci pensi meglio”.ora ti sfondo, sarà ancora più bello sapere che sono il primo a sfondarti la rosellina stupida squaldrinella
– No, ti prego!! Se vuoi ti faccio un altro pompino
– Cosa cazzo me ne fotte di u pompino, voglio il tuo culo’stupidella viziata

Cosi’ mi prese di forza e mi porto sul letto, dopo mi posizionò alla pecorina.

– quanto sei bella, hai un culetto fantastico, sono anni che non ne vedo uno cosi bello dal vivo
– ti prego fai piano’.farà male?; dissi quasi implorandolo
– certo che farà male, ma non me ne fotte un cazzo, anzì cercherò di farti anche più male

la prima cosa a sentire fu la sua bocca che riempiva di baci il mio culetto candido, poi la lingua farsi strada nella mia rosellina; quando un dito della sua mano certo di entrare liberali un urlo di dolore
– cazzo gridi troietta , se fai cosi per un dito cosa farai quando ti apro in due?
– Fai piano, ti supplico
– Zitta puttanella viziosa

Quando sentì le sue mano sui fianchi, capì che quello che temevo stava per realizzarsi.
Lo sentì spingere sempre più forte, poi liberò un urlo e per me fu tutto nero’un dolore tremendo, assurdo , intenso che solo chi ha provato può capire; le lacrime che avevo si trasformarono in un pianto inteso, mentre lui senza pietà continuava a spingere. ora sembrava non più intenzionato a godere ma solo a far male alla sottoscritta

– allora????? Puttana cosa fai, non parli più? Che fine ha fatto la tua troiaggine del ristorante e quella di prima in salotto? Questo ti meriti proietta

poi mi spinse al centro del letto e si butto su di me.
Mi trovavo sdraiata sul letto con lui sopra di me che continuava a sbattermi senza pietà’.speravo solo che tutto finisse al più presto’.

Continua

Suggerimenti, consigli ecc” a: klami@tiscali.it

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