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Racconti Erotici Etero

Le unghie rosse

By 10 Agosto 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo deciso di prendermi un anno di pausa dopo 12 anni come allenatore di volley femminile ma la telefonata quasi disperata di una mia ex allieva che mi chiedeva di allenare la sua squadra che era rimasta senza coach, mi fece cambiare idea.

Il primo allenamento &egrave sempre pieno di molta curiosità da parte delle ragazze di scoprire chi sarà la loro nuova guida e la mia difficoltà principale all’inizio era imparare il nome di 14 anni. Cercai le particolarità di ognuna per aiutarmi e di Miky mi colpì le sue unghie rosse. Le chiesi di tenerle almeno per i successivi 2 allenamenti e quello fu il primo di una lunga serie di messaggi con lei, messaggi che col tempo si riempivano di complicità e provocazioni. Il feeling con lei &egrave nato subito ma nella mia attività ho sempre tenuto molto professionalità, anche perché perdere la testa davanti a diverse ragazze in tenuta pallavolistica, &egrave assai facile.

Finito un allenamento, mentre mi cambiavo nello spogliatoio, ricevetti un suo messaggio “vengo da te a cambiarmi”, seguito poco dopo da uno “scherzo”. Il primo messaggio mi provocò comunque una forte eccitazione e cominciai a guardare Miky con occhi differenti. Del resto lei era la più bella della squadra, con il suo 1.70 d’altezza, gli occhi verdi da cerbiatto, i capelli castani lisci, un’abbondante 4′ di seno e una seconda di slip.

Le provocazioni aumentavano e la invitai una sera a fare un giro insieme. Sapeva provocare, i tentativi di baciarla le labbra s’interrompevano all’ultimo istante con un suo rapido movimento di testa, così da ricevere il bacio sulla guancia mentre gli abbracci erano sostituiti da lei che appoggiava la testa sulle gambe per poi ritrarsi, provocando comunque un’eccitazione che la faceva sorridere, soddisfatta.

Il primo bacio tardò comunque una settimana, furtivo, dopo averla accompagnata a casa. “ho baciato il mio allenatore” mi scrisse appena scesa dalla macchina. Mi aveva rapito, sapeva come far perdere la testa e comandava i tempi.

Passate un paio di settimane, accettò il mio invito a fermarci in un parcheggio e si lasciò andare. Un bacio caldo, umido, condito dalle mie mani sul suo generoso seno. Abbassai la cerniera della giacca della tuta e tastai meglio quanto Madre natura le ha fornito. Perso in tutto questo, fui quasi sorpreso da una sua frase “non ti piaccio ?” e nel dire questo si abbassò i pantaloni e gli slip contemporaneamente. Il mio sguardo finì sulla sua lieve peluria e con le gambe che si aprirono. Andai a sentire il suo piacere e la scoprii già umida (simpatico il soprannome che un suo ex le diede e mi rilevò il giorno dopo). Il dito medio sfiorava delicatamente il suo clitoride mentre con l’altra mano tastavo il suo sodo sedere, accarezzando il buchino.

Gemeva, ansimava e lo faceva sussurrando nel mio orecchio piccoli urletti……era bagnata, molto e il suo corpo si contraeva, quasi volutamente. Venne in poco tempo, sorridente.

“come hai fatto in così poco tempo ?” furono le sue ultime parole, prima che si rivestì per correre dal suo fidanzato.

(continua…) Il confine era ormai superato. La professionalità in palestra era messa a dura prova dagli atteggiamenti di Miky. Ed i miei sguardi si facevano sempre più intensi, prolungati, senza preoccuparsi che venissero notati da altre.
Resisterle era ormai diventato impossibile e non solo in palestra. Dopo un allenamento ricevetti un suo messaggio “Quando parli e ci spieghi le cose, penso a te che mi fai venire”
“Non ti devi distrarre, siamo seri in palestra”
“Non posso, ho sempre voglia di te”
un’altra sera “quando guardo le tue mani le penso su di me e mi bagno tutta”
“Parli sul serio ??”
“Certo, mi bagno facile io, lo sai”
Durante le partite sistematicamente si metteva davanti alla mia posizione, cosicché che io alzando lo sguardo vedessi il suo bel culetto sodo, le sue gambe sode ed affusolate, leggermente abbronzate.
Ero cotto e lei ci giocava. Ma l’attrazione aumentava ed i ditalini non bastavano più.
Una sera, l’ennesima fugace ritagliata nei tempi concessi dal fidanzato, le prendo la testa e la spingo in basso. Non si fa pregare e mi abbassa pantaloni e boxer. Il cazzo, già svettante, viene accolto nella sua bocca e pompa prima in maniera delicata, avvolgente, morbida. Le sue labbra sono petali di rosa ed aiutati dalla mano sulla base e sulle palle, lo rendono duro come il marmo. E poi comincia a pompare, vogliosa, sentendolo tutto in bocca fino in gola; una maestra, chissà quanti ne ha presi realmente in bocca ! La mia mano nel frattempo cerca il suo culo, prima un ditalino nel buchino e poi s’insinua tra le sue labbra. E’ bagnata ! Allora &egrave proprio vero che sei “pozzangherina”, il soprannome datole da un suo ex per la sua patatina sempre super bagnata. Pompa, pompa forte Miky, provo a resisterle ma il tempo &egrave sempre poco e le vengo in bocca. Ingoia il primo getto, poi si toglie e si sparge lo sperma sulla mano, pulendomi la cappella con le dita. Un bacio sulla cappella e dopo avermi pulito, un bacio voglioso in bocca e via di nuovo.
Non le resisto più, &egrave divina di bocca, ha una patatina sempre pronta…..Miky &egrave figa ! Solo il suo seno ancora non ho visto ma di quello quasi si vergogna, e solo in motel mi confida il motivo: ballonzola troppo, specie quando cavalca.
La serata in motel &egrave il primo momento in cui si può scopare in santa pace. Ci incontriamo in un parcheggio distante, sale in macchina e andiamo al motel. La prima volta per entrambi, siamo già eccitati in macchina e quando entriamo in stanza neanche inseriamo la tessera nella fessura per accendere la luce. La spingo contro la porta, una gamba sollevata, una mano sul suo culo. Ci spogliamo in piedi, lei resta in intimo, io completamente nudo e ci fiondiamo sul letto. Le strappo tutto, finalmente il suo bel seno, un’aureola grossa e piuttosto chiara. Che seno che ha, sembra disegnato da quanto sia sodo nonostante la sua quarta !! I capezzoli non vanno in tiro subito e solo dopo un lavoro di bocca comincio a sentirli turgidi ma Miky ha voglia di cazzo, &egrave un’affamata ! Mi stende sul letto, prende il cazzo tra le mani e se lo infila rapida nella figa. Cavalca, inizialmente si tiene il seno tra le mani ma gliele tolgo e le sostituisco con le mie. M’invita a sfiorarle il clito ma nel frattempo geme, e come sempre lo fa in maniera esagerata. E’ fradicia, &egrave proprio pozzangherina la ragazza ! Contrae le pareti sul mio cazzo, sale e scende e poi si muove in maniera circolare……..gode, urla, forse perché sa che a me fanno impazzire le donne mentre godono !
Ad un tratto, si sposta e si mette a pecora “E’ la mia posizione preferita Marco, scopami !” Si mette davanti allo specchio, abbassa la testa e il seno sul letto e si mostra spudorata a me e al mio cazzo, che perentorio la penetra da dietro. Palle che sbattono contro di lei, il cazzo scivola che &egrave un piacere, gli umori che scendono sulle sue cosce. Esco e le sfioro il buco del culo ma perentoria mi fa rimettere in figa, vuole essere scopata e la sbatto per almeno 10 minuti. Contrae ancora le pareti sul cazzo, non so ancora quanto le resisto. Vorrei venirle dentro, si scopa senza preservativo. Il dubbio &egrave presto fugato. Tra un gemito e l’altro mi urla “Riempimiiii” e non resisto più. Vengo, in maniera potente, continuando a pomparla. Resta duro per un tempo indefinito dentro lei, finch&egrave lei non si sposta e ci sdraiamo guardandoci soddisfatti negli occhi.
Formiamo una bella coppia, siamo in una stanza come se si fosse a casa propria. Resto ad ammirarla mentre in bagno si sistema i capelli, in reggiseno e basta.
Mi guarda e mi dice “Questo &egrave l’antipasto dell’antipasto. E io ho fame”.

(continua…) Gli incontri clandestini con Miky non cessavano, i minuti rubati alla sua vita sentimentale aumentavano, le corse in macchina per non destare allarmismi al suo fidanzato erano all’ordine del giorno. Il giorno di Pasqua prima del pranzo familiare, con lei che chiude il cancello di casa mentre lui entra nella sua via; la sera in cui lei arriva a piedi di corsa a casa con lui che contemporaneamente scende, con faccia dubbiosa sul perché fosse tutta trafelata. Ma il nostro rapporto diventava sempre più disinibito di fronte alle compagne di squadra: sorrisi, sguardi, tenersi per pochi secondi la mano dopo essersi dati il classico “5” che si danno le giocatrici di volley mentre giocano. Il bacio appoggiati alla spalliera mentre le compagne erano entrate nello spogliatoio, con lei che si era attardata per essere l’ultima della fila, e fermarsi davanti alla spalliera, con il suo classico modo di fare provocatorio ed invitante.
Non avevo colto in quel frangente quale fosse la sua reale passione; solo dopo compresi che la spalliera era solo uno dei tanti attrezzi che si possono utilizzare per “bloccare” una persona. Bondage la sua passione irrinunciabile.
Indimenticabile la prima volta, a letto. “Marco, ho voglia di bendarti e legarti” una delle tante richieste a cui era impossibile dire di no. Niente manette, solo semplici fazzoletti che portò per l’occasione, consapevole che avrei accettato. Fazzoletti scozzese, rosso e blu uno e verde rosso l’altro. Una benda color panna. Volle prima legarmi lei, forse per farmi vedere e sentire le emozioni che si provano, forse per divertirsi e dominare. I suoi movimenti erano lenti e calcolati, come sempre. Prima il polso destro, legato alla spalliera del letto, in ferro. Poi il sinistro. Un suo sorriso, con quei occhi che esprimevano la lussuria propria della sua persona, prima di bendarmi. Da quel momento, ero in sua balìa. Mi spogliò lentamente e ad ogni indumento tolto, la sua bocca si alternava nel farmi sentire il suo alito alle mie orecchie, la sua morbidezza sulle mie labbra, la sua lingua che abilmente faceva passare nell’orecchio, sotto il mento. Anche in quel frangente valeva il gioco di cui era tanto appassionata, ovvero il restare più tempo possibile immobili mentre l’altro baciava. Bisognava resistere, chi cedeva prima e reagiva alle provocazioni, pagava pegno. Sì, legato e bendato bisognava lasciarla fare. E la sua bocca percorreva ogni centimetro del mio viso, facendomi gemere. Restai per diverso tempo in boxer senza che sentissi più nulla di lei. Immaginai che si stesse spogliando e il mio pensiero ebbe conferma quando sentii il suo capezzolo sulle mie labbra. Era il tempo di muovermi, succhiare, leccare quel seno gonfio. Cercai prima uno e poi l’altro, lo bagnai con la mia saliva ma d’improvviso tutto s’interruppe……fu lei che riprese a baciarmi e leccarmi, dapprima il collo e poi sempre più giù, con molta lentezza. Arrivata all’altezza delle costole sentii i miei boxer scendere alle caviglie e l’erezione che si vide colse di sorpresa pure lei. Talmente duro da non riuscire praticamente a spostarlo. La cappella che superò di poco l’ombelico, un vigore mai provato prima. Ma le piaceva giocarci e lo lasciò solo ancora per qualche minuto, presa com’era a baciarmi il corpo, specie attorno a quell’asta turgida.
Ero estasiati e la sua bocca umida arrivò d’improvviso sulla mia cappella, che dapprima leccò sapientemente, con la punta della lingua che girò attorno più volte. Poi le labbra a succhiarla un poco, con piccoli baci. Ed infine sentii il cazzo diventare sempre più umido, una saliva calda sull’asta, la cappella che arrivò fino in gola…..e le sue labbra che ripercorsero il percorso al contrario. Leccò l’asta, leccò le palle e torno a prenderlo tutto in bocca, cominciando a pompare. Non sarei venuto per nulla al mondo, entrambi lo sapevamo. Il mondo era fatto solo di rumori della sua bocca e quasi mi destò nel sentirla parlare “mi farai male con un cazzo così !” e non riuscii a risponderle, se non con un sorriso soddisfatto. Non mi accorsi che si fosse tolta gli slip, in quanto dal momento in cui si tolse con la bocca ed accolse il mio cazzo dentro di sé, passò forse un solo secondo. Un urlo, più di dolore che di piacere, riempì la stanza. Il cazzo entro tutto subito e sentii le sue pareti, inizialmente non così umide come ne ero abituato, inumidirsi con il mio cazzo all’interno. Cominciò a muoversi, urlando. E il cazzo cominciò a scivolare facilmente dopo un paio di sue cavalcate. Si sdraiò su di me e si mosse in quella posizione….poi si staccò e cavalcò da seduta. Provò a girarsi di schiena e prenderlo in quella posizione ma non riuscì a spostare la mia asta dentro di sé. Tornò davanti e cavalcò, non ricordo per quanto tempo ma ricordo bene che faceva male da quanto era duro e grosso. E lei andò avanti per diverso tempo ma le gambe toniche e l’abitudine al sesso le permisero di non smettere. “vengo Miky !” furono le parole che diedero sosta ai nostri gemiti ed urla. La riempii, sfinito.
Restai legato ancora per un po’ mentre lei si asciugò. Quando mi tolse la benda, la vidi in tutto il suo splendore, completamente nuda. Il corpo più bello che abbia mai visto!

(continua…) Io e Miky ormai facevamo ormai coppia fissa. Da quando poi lei ha lasciato il suo fidanzato, tutto era alla luce del sole. Nelle trasferte, che avvenivano con macchine proprie, lei aveva il posto fisso sulla mia macchina davanti; dopo allenamenti e partite, l’aspettavo che si facesse la doccia e anche la squadra sapeva del nostro rapporto, senza dirlo ufficialmente.

Il sesso andava alla grande. Solo una volta c’&egrave stata una situazione, diciamo particolare. Capitava spesso di recarci in palestra, nel mio spogliatorio, prima dell’arrivo delle altre, eravamo estremamente vogliosi l’uno dell’altro. Quella sera però arrivai in ritardo, 5 minuti prima dell’arrivo solito delle compagne “muoviti Marco che arrivano fra poco” fu la frase ripetuta più volte da Miky, mentre si tolse pantaloni e slip e si mise a pecora stando in piedi, con le mani appoggiate alla porta. Il cazzo non era ancora prontissimo ma appoggiato alla sua fessura entrò, come fosse risucchiato. La sua fighetta era già umida e a volte mi chiedevo quanto quelle mutandine si bagnassero ogni giorno !

Lei era nervosa, io cercavo di pomparla il più velocemente possibile ma di venire neanche l’ombra. Ad un certo punto di divincolò, infastidita e me lo prese in mano, segandomi con foga. Ancora nulla. Dopo avermi inveito contro (e pensare che solitamente ci si lamenta perché si viene troppo presto), si mise a succhiarmi la cappella e appena sentì che stavo per venire si discostò e disse “non posso sporcarmi, altrimenti mi beccano. Arrangiati tu, così impari a fare tardi” e nel contempo si rivestì. Il primo schizzo finì sul pavimento mentre il resto lo presi io tra le mani, con lei che se ne andò nel suo spogliatoio. Anche questa era Miky.

Ci sono però cose che si capiscono solo dopo che sono avvenute e non avrei immaginato che le nostre passeggiate in paese avessero uno scopo ben preciso. Ogni giorno si cambiava strada, ogni giorno si salutavano persone differenti con noi 2 mano nella mano ma senza altre effusioni o baci.

Il cambiamento avvenne il giorno in cui una sua compagna s’infortunò durante una partita. Cadendo si prese una bella distorsione alla caviglia e d’istinto andai a soccorrerla. Nell’alzare lo sguardo verso le compagne che guardavano preoccupate, chiedendo un po’ di ghiaccio, incrociai gli occhi di Miky e in quell’istante sentii una scossa di gelo percorrermi le vene. Mi guardò severa, con le mani sui fianchi, immobile. Che Miky fosse gelosa, era fuori discussione ma mai pensai a tal punto !

Ingenuamente mi chiesi la sera stessa del motivo di tale comportamento ma fui ancor più sorpreso dal constatare che non riuscivo più ad avere un contatto con lei. Nessuna risposta al cellulare, ci si vedeva solo per gli allenamenti……e più la cercavo e più lei alzava il muro. Non si scopava più e tante sono state le sere in cui mi sono masturbato con foga e quasi dolore tanto era il nervoso per quella situazione.

L’annata sportiva precipitò, a fine anno si arrivò al punto che uno dei 2 doveva lasciare la squadra e, con lei che inventò alle proprie compagne comportamenti inesistenti, la scelta della mia rinuncia fu ovvia.

Solo un anno dopo venni a sapere che una sua compagna, con cui non era mai andata d’accordo, ebbe una relazione con l’allenatore precedente e che di quella relazione si faceva gran vanto davanti a Miky. Grazie a me si &egrave insomma presa la sua bella rivincita. Pozzangherina, certo….ma non solo.

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