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Le vacanze di Daria

By 18 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019One Comment

17 luglio 2018

Il mio nome &egrave Daria, sono una ragazza da poco diciottenne. Sono molto alta, ho i capelli neri, gli occhiali, e un culo che si girano tutti a guardarlo. Vi racconterò giorno per giorno della mia vacanza in Sardegna insieme al mio ragazzo, che &egrave parecchio geloso quindi spero non scopra mai cosa &egrave successo altrimenti mi lascia, e io lo amo tanto e non vorrei mai che succedesse.

Verso la mattina presto ci dirigiamo al porto di Genova (siamo entrambi genovesi) per prendere il traghetto per andare in Sardegna. Appena saliti sul traghetto però c’&egrave un inconveniente: ci hanno messi in due camere diverse (le camere sono da quattro persone), la 317 e la 409, che stanno addirittura su due piani diversi! Andiamo nella prima delle due e non c’&egrave dentro nessuno, perciò il mio ragazzo mi fa: ‘beh Daria qui ci puoi stare tu, io andrò nell’altra camera’. Appoggio la mia valigia in camera e esco poco dopo, andando con il mio ragazzo a pranzo sul traghetto.

Mentre siamo a pranzo lui mi racconta dei suoi compagni di stanza, che sono un’allegra famiglia composta da madre, padre e un bambino. Io gli dico che probabilmente la mia camera rimarrà vuota a parte me, peccato che ci abbiano separato se c’era tutto questo posto libero!

Dopo pranzo ci salutiamo con un lungo bacio con la lingua, e ritorniamo nelle nostre camere. Lui &egrave stanco perché fino a ieri ha lavorato e vuole riposare, cos’ io ormai certa di non avere nessuno in stanza con me decido di farmi una doccia, lasciando fuori dal piccolo bagno della stanzetta tutti i miei effetti personali (tranne gli occhiali altrimenti non ci vedo): reggiseno, mutandine, telefono, eccetra. Vado a farmi una rinfrescante doccia fresca, ne avevo proprio bisogno visto che su questo traghetto fa davvero caldo.

Esco dalla doccia e trovo l’insperato: su tre dei letti della stanza ci sono tre ragazzi sui trent’anni, muscolosi ed evidentemente palestrati. Di scatto cerco di coprirmi meglio con l’asciugamano e dico ‘ehm buonasera ragazzi’. Uno di loro mi fa ‘buonasera, Daria’. ‘Come fai a sapere il mio nome?!’ gli chiedo, e lui indica la mia carta di identità appoggiata sul comodino. ‘Io sono Ciro, piacere di conoscerti’ mi dice. Per educazione gli rispondo ‘piacere mio’, anche se mi sembra che ci sia qualcosa che non vada in quella situazione.

Mi guardo intorno e osservo anche gli altri due ragazzi, che a loro volta si presentano: Gennaro e Antonio. Antonio &egrave intento a guardare il telefono quindi non si interessa molto a quello che faccio.

Imbarazzatissima mi siedo sul letto e cerco il mio reggiseno e le mie mutandine, per potermi vestire in fretta e magari andare dal mio fidanzato a raccontargli la situazione e chiedergli di stare insieme fuori dalla camera. Rimanere con tre maschi in stanza non &egrave proprio adatto per una ragazza come me, anche se solo per un pomeriggio.

Non riesco a trovare però né il mio reggiseno né le mie mutande. Guardo in alto e vedo Gennaro sdraiato sopra uno dei letti a castello, con in mano proprio il mio reggiseno! ‘Cerchi questo?’ mi fa, mettendosi a ridere. Anche Ciro, dall’altro letto rialzato dei letti a castello, si mette a ridere. Non sapendo cosa fare mi alzo in piedi e urlo a Gennaro ‘dammelo!’ e lui risponde ‘lo vuoi eh?’ facendo una faccia da pervertito. In quel momento io capisco l’ambiguità di quanto avevo detto e divento rossa dalla vergogna.

Ciro e Gennaro sghignazzano, e anche io imbarazzata non posso fare altro che ridere un po’, sperando di uscire presto dalla situazione piuttosto ambigua, andare dal mio ragazzo e sistemare finalmente la faccenda. Cos’ chiedo di nuovo a Gennaro ‘dai per favore, dammi il mio reggiseno’ e lui risponde ‘va bene, ma a una condizione’. Io sono un po’ agitata, non so quale possa essere questa condizione e non so cosa vogliano questi ragazzi da me. Gli dico velocemente ‘okay qualsiasi cosa ma sbrigati’. Lui, sorridendo, mi chiede: ‘beh visto che vuoi il reggiseno, direi che mi accontento di vedere il tuo seno’.

Sbianco, mi devo appoggiare al letto dietro di me per non crollare. &egrave solo un brutto sogno, spero. Ma cosa posso fare per uscirne? Certamente non posso andare nel corridoio vestita con il solo asciugamano, inoltre per salire alla camera del mio ragazzo dovrei fare le scale e sarebbe tutto ancora pi’ imbarazzante.

Mentre nella mia mente sto decidendo che la cosa meno imbarazzante &egrave probabilmente far vedere le tette a Gennaro e sperare di uscire presto da questa situazione, Ciro dietro di me inizia a gridare ‘e-sci-le e-sci-le’ ritmato come se fosse un coro da stadio. Mi metto a ridere e finalmente slaccio l’asciugamano, riallacciandolo poco pi’ sotto e mettendo le mie tette in bella vista davanti agli occhi di Gennaro.

Solitamente non ho delle gran belle tette, sono piccoline e abbastanza anonime. Inoltre non vesto mai scollature troppo ampie quindi i ragazzi non mi commentano mai dicendo ‘che tette da sballo che ha la Daria’ ma appunto di solito la parte del mio corpo pi’ apprezzata &egrave il culo. Ma in quella particolare situazione, appena uscita dalla doccia i miei capezzoli sono durissimi e drittissimi. La reazione di Gennaro &egrave molto adatta alla situazione, si mette ad applaudire le mie belle tette e poi finito l’applauso si tocca il cazzo, che alla vista delle mie tette nude gli era diventato duro.

Sto per chiedergli di ritorno il mio reggiseno quando noto che Antonio, dal letto sotto quello di Gennaro, con il telefono in mano mi ha scattato delle foto alle tette. Guardando meglio mi accorgo che &egrave il mio telefono quello che sta usando! Lui vede che sto guardando nella sua direzione e mi fa ‘tranquilla Darietta, se fai la brava le foto non le mando al tuo ragazzo’ ah a proposito, ti ha scritto chiedendoti se &egrave arrivato qualcun altro in camera con te, per caso &egrave geloso? Comunque gli ho risposto che ci sono tre ragazze della tua età molto gentili e ti trovi bene, e lui si &egrave tranquillizzato ed &egrave andato a dormire ahahah’.

Io mi siedo sul mio letto e incomincio a piangere: sono qui a tette all’aria davanti a tre maschioni evidentemente arrapati, che mi stanno ricattando, e senza nessun modo di potermi salvare dalla situazione. Mentre sono seduta a piangere Gennaro scende dal suo letto e si avvicina, mi stringe una tetta tra le mani e mi fa ‘Daria non serve che piangi, se ti comporti bene questo pomeriggio sarà bellissimo e ti divertirai molto insieme a noi’. Dopo questa frase mi bacia sul collo, iniziando a farmi un succhiotto. Io mi irrigidisco, ma lui continua a succhiare fino a quando, soddisfatto, ritorna sul suo letto a sdraiarsi e a toccarsi il cazzo.

Ho davanti a me quindi Gennaro che mi ha appena fatto un succhiotto e Antonio che ovviamente ha fotografato e filmato anche quello. &egrave da un po’ che Ciro tace, mi volto di scatto a guardarlo e ha tirato fuori il suo cazzo, e si sta segando dopo aver avvolto intorno al cazzo qualcosa. Mi metto a fissargli il cazzo cercando di capire cos’&egrave che ha avvolto attorno, e nell’istante in cui capisco che si sta segando usando le mie mutandine sporche (le stesse che dovrò rimettere, ne ho un paio solo per il viaggio!) lui si accorge che gli sto fissando il cazzo e mi dice ‘ti piace eh?’ e poi rivolto ai suoi amici ‘hey ragazzi mi sa che questa &egrave una malata di cazzo assurda, me lo sta fissando con una voglia incredibile!’ e poi si mette a ridere, seguito a ruota dai suoi amici.

A quel punto capisco che non c’&egrave molto da fare, e allora cerco di recuperare le mie mutandine sfilandogliele dal cazzo. Però Ciro &egrave pi’ intelligente di me, si aspettava questa mossa, e mentre la mia mano &egrave a pochi centimetri dal suo cazzo lui la avvolge nella sua e mi costringe praticamente a prendere il suo cazzone in mano.

Una parentesi sul cazzo di Ciro: era grosso. L’unico che ho visto in vita mia fino ad oggi era quello del mio ragazzo, che &egrave piccolo e corto in confronto a quello di Ciro. Quello di Ciro non &egrave che sia lunghissimo, ma ha proprio una circonferenza larga, insomma &egrave bello grosso. La mia mano da sola non riesce ad avvolgerlo tutto insomma.

La situazione quindi &egrave la seguente: io sono in piedi che nella mano sinistra tengo il cazzo di Ciro, ancora avvolto dalle mie mutandine. Ciro &egrave sdraiato sul letto in alto del letto a castello, e con la sua mano costringe la mia a stare attorno al suo membro eretto. Io indosso solo l’asciugamano allacciato alla vita, quindi Ciro ha una visuale in primo piano delle mie tette con i capezzoli duri bene in vista. Io ho un succhiotto appena fatto da Gennaro sul collo, Gennaro che &egrave sdraiato sul letto di fronte anche lui col cazzo in mano e tenendo in ostaggio il mio reggiseno. Sul letto sotto quello di Gennaro invece c’&egrave Antonio, che con il mio telefono sta registrando e fotografando tutto, per non perdere nemmeno un dettaglio della situazione.

Ciro prende in mano le redini della situazione e comincia a usare la mia mano per segarsi il cazzo. Mi guarda negli occhi e mi dice di continuare a segarlo bene, leva la sua mano dalla mia e io per paura e rispetto continuo a segare (o forse perché mi piace? non lo so). Con la mano appena liberata mi inizia a palpare bene le tette, tanto che i miei capezzoli già durissimi si induriscono ancora di pi’. Io con una mano sola faccio davvero fatica a segare il cazzo di Ciro, come ho già detto prima &egrave tanto largo, e allora dopo poco tempo mi arrendo e inizio a fargli una sega a due mani.

Ciro &egrave evidentemente eccitatissimo dalla mia sega, e cos’ tempo un paio di minuti e sborra. La sua sborra &egrave densa e bianchissima, riesco a levare le mani per tempo senza sporcarmele soltanto perché un attimo prima di venire Ciro grida ‘sii Daria sborrooo’. Spero che dal piano di sopra non si senta, oppure che il mio ragazzo dorma abbastanza profondamente da non averlo sentito. Torno con lo sguardo al cazzo di Ciro, che si sta ammosciando, e vedo ciò che non avrei voluto vedere: le mie mutandine sono rimaste avvolte intorno e quindi ora sono tutte sporche di sborra.

Come se non bastasse Ciro se le sfila dal cazzo, e le usa per pulire le ultime gocce di sperma. Dopo aver pulito bene appallottola le mie mutandine e me le lancia in faccia, sporcandomi di sborra un po’ sia gli occhiali sia il resto della faccia. Mi chino a raccogliere le mutandine cadute per terra, per cercare di capire se posso ancora indossarle o se devo andare in giro senza mutandine per tutto il resto del viaggio. Mentre mi sto chinando ovviamente mi si slaccia l’asciugamano che finisce a terra, lasciando la mia figa e il mio culo in bella vista ai tre ragazzi. Ormai ho capito che se non voglio farmi odiare devo fare un po’ la troia, quindi mi adatto. La situazione mi sta iniziando ad eccitare inoltre, tanto che la mia fighetta &egrave un po’ bagnata di già.

Cos’ raccolte le mutandine rimango per terra sul pavimento della cabina, in ginocchio, e chiedo ‘e adesso come pulisco tutta questa sborra?’. La risposta non tarda ad arrivare, con Antonio che mi dice ‘fai finta che sia un lecca-lecca, Darietta’, mentre ovviamente mi sta filmando un primo piano della faccia, coperta con qualche goccia di sborra.

Con la punta della lingua tocco lo sperma ancora caldo sulle mutandine. Ha un buon sapore, non l’avevo mai assaggiato prima. Il mio ragazzo non vuole che io gli faccia pompini, dice che per me &egrave degradante e lui mi rispetta. E cos’ sborra sempre in un fazzoletto quando gli faccio le seghe. Con la lingua continuo a leccare sempre pi’ sborra dalle mie mutandine, ingoiando quella che levo. Dopo un lavoretto di un paio di minuti, le mutande sono quasi pulite e io ho gustato quasi tutta la sborra di Ciro. Mi levo gli occhiali per pulire, sempre con la lingua, le gocce che sono rimaste attaccate l’ sopra, e poi indosso le mie mutande, finalmente.

Sono ovviamente molto appiccicose, ma sempre meglio che andare in giro figa al vento. Mentre sto pensando a cosa dovrò fare poi, l’altoparlante della nave annuncia che siamo quasi arrivati, e quindi i tre ragazzi si rivestono ed escono dalla camera, restituendomi reggiseno e telefono. Antonio uscendo mi dice ‘Darietta, ci siamo salvati il tuo numero e ci siamo inviati tutte le foto e i video. Anche noi staremo una settimana in Sardegna e quindi ovviamente non &egrave finita qui, tieniti pronta per le prossime notti che ci divertiremo molto, hai proprio l’anima da puttana tu, e si vede guardandoti negli occhi’.

Rimango sola nella cabina, mi metto il reggiseno e il vestito, mi lavo la faccia ed esco andando a cercare il mio fidanzatino. Poco dopo la nave arriva e attracchiamo a Sassari. Non &egrave quella la meta del nostro viaggio, abbiamo ancora un paio d’ore di autostrada da fare, ma siamo entrambi molto stanchi e quindi per questa notte noleggiamo una camera d’hotel a Sassari. Arrivati in camera il mio ragazzo si addormenta subito, mentre io volevo scopare o comunque fare qualcosa.

Sono eccitata, vado nel bagno della camera d’hotel e inizio a farmi un ditalino. Mi arriva un messaggio da Antonio, lo apro ed &egrave una foto del suo cazzo duro accompagnata dalla scritta ‘buonanotte Darietta’, allora mi fotografo la figa che mi sto sditalinando e gli mando la foto dicendogli ‘buonanotte’ e mandando l’emoticon che fa un bacio. Poco dopo, eccitatissima dalla situazione, ho un orgasmo e vado a dormire. 18 luglio 2018

Io e il mio ragazzo (cornuto? non lo so, in fondo a Ciro ho fatto solo una sega quindi non ho tradito il mio ragazzo) ci svegliamo intorno alle 10. Gli propongo di fare una doccia insieme ma lui rifiuta, e quindi vado a lavarmi da sola.

&egrave anche l’occasione per togliermi le mutande sporche della sborra di Ciro, leccarle un altro po’, e poi abbandonarle sul pavimento del bagno dell’hotel. Chissà cosa penserà chi le troverà’

Sotto la doccia mi faccio un altro ditalino, sono eccitatissima dopo quello che &egrave successo ieri e quel coglione del mio ragazzo non vuole nemmeno toccarmi. Mi accorgo che le parole dei ragazzi di ieri erano vere: mi sento proprio una troietta vogliosa di cazzo. Non vedo l’ora che mi scrivano per darmi degli ordini.

Pranziamo nell’hotel e finito pranzo il mio ragazzo noleggia una macchina: abbiamo tre ore di viaggio da fare e cos’ io mi sdraio dietro a riposare un po’. L’adrenalina di ieri mi ha stancato, ho bisogno di un po’ di riposo.

Dopo un’ora di viaggio circa mi suona il telefono, mi sveglio e vedo che &egrave un messaggio di Antonio. In breve mi scrive che il mio telefono &egrave tracciato e quindi sa che siamo in autostrada, e mi ordina di fermarmi al prossimo autogrill.

Io gli rispondo chiedendo ‘cosa devo fare all’autogrill?’ e lui innocentemente ‘un selfie nei bagni’. Cerco di capire dove sta la fregatura’ ‘devo forse farlo da nuda il selfie?’ e lui risponde ‘non &egrave necessario’ devi soltanto farlo dai bagni dei maschi’.

Ed ecco la fregatura. I bagni dei maschi negli autogrill hanno una brutta reputazione, di solito sono pieni di numeri di telefono di povere ragazze con commenti sconci tipo ‘Loredana la puttana’ o ‘Alice ti farà felice’ e disegni di cazzi che sborrano. Non ho molta scelta però, visto che l’alternativa &egrave che Antonio e i suoi amici mandino le foto di ieri al mio ragazzo.

Cos’ dico al mio fidanzato ‘hey fermati appena puoi, devo pisciare’. Lui mi risponde amorevolmente (un po’ mi spiace mettergli le corna, &egrave sempre carino con me’ ma questa volta &egrave solo una foto, che male c’&egrave?) e quindi poco dopo accosta. Io gli dico che ci metterò massimo cinque minuti, e cos’ lui ne approfitta per fare benzina.

Entro nell’autogrill, i bagni sono sotterranei. Vado prima nel bagno delle ragazze, sembra abbastanza pulito, vado a pisciare veramente e mi accorgo di avere la figa parecchio bagnata. Non me l’aspettavo, sono eccitata.

Esco dal bagno delle ragazze ed entro in quello dei maschi, vado decisa allo specchio, mi faccio un selfie facendo ben vedere nell’immagine che dietro di me ci sono i pisciatoi aperti quelli che ci sono solo nei bagni dei maschi. Perfetto!

Già, i pisciatoi aperti del bagno dei maschi. Non ci avevo pensato. C’&egrave un ragazzo che ha appena finito di pisciare e si tiene il cazzone in mano. E mi sta guardando, dritta negli occhi. Si gira verso di me, tenendo sempre il cazzo in mano, che pian piano sta diventando duro.

‘Dunque puttanella’ inizia a parlarmi ‘sei venuta qui a fare una foto’ trasgressiva?’ io terrorizzata gli rispondo ‘eh ho fatto una scommessa con un mio amico’ e lui fa ‘bella scommessa, ora dammi il telefono e fammi vedere la foto’. Io presa dalla situazione lo faccio, lui la guarda e mi fa ‘beh possiamo farne di migliori’ eliminandola dal telefono ed entrando in un cesso intimandomi di seguirlo.

Entro in questo cesso, c’&egrave tanta puzza di piscio. Il ragazzo, che poi scoprirò chiamarsi Luca, mi ordina di inginocchiarmi. Lo faccio e sento le ginocchia a contatto con il freddo e umido pavimento, dove altri maschi hanno pisciato o sborrato durante tutta la giornata. Luca mi appoggia il cazzo sulla faccia, e scatta una foto con il mio telefono.

La prima foto raffigura quindi la mia faccia coperta dal cazzone enorme di Luca. Non vi ho ancora descritto il mio viso: ho lineamenti un po’ orientali (sono di origine rumena), mi tengo sempre in ordine e quindi ho le sopracciglia che sembrano quasi finte, e il rossetto scurissimo. Inoltre i miei inseparabili occhiali, senza i quali non vedo un cazzo’ anche se forse avendolo in faccia lo vedrei, un cazzo come quello di Luca. &egrave molto diverso da quello di Ciro, questo &egrave lunghissimo e mi copre tutta la faccia in verticale da parte a parte.

Comunque Luca non si accontenta di una foto e quindi inserisce il cazzo nella mia boccuccia stretta. Non ho mai preso un cazzo in bocca, il mio ragazzo come vi ho già detto non vuole ‘degradarmi’ in questo modo. &egrave una sensazione stupenda, sentire il suo membro che cresce all’interno della mia bocca e vederlo che si eccita tantissimo. Me lo infila sempre pi’ a lungo, sempre pi’ in fondo, fino a quando non arriva alla fine della gola. E l’ scatta una seconda foto.

La seconda foto raffigura me annaspante con le labbra avvolte intorno al cazzo di Luca, il rossetto che un po’ &egrave colato, le sopracciglia scompigliate, la fronte imperlata di sudore. Non la solita Daria a cui tutti sono abituati insomma.

Appena Luca finisce di scattare la seconda foto, arriva sul telefono una chiamata dal mio ragazzo, che sul telefono &egrave salvato come ‘amore’. Senza avvertirmi Luca risponde alla telefonata, mi dice ‘&egrave il tuo amore’ con tono sprezzante e mi avvicina il telefono all’orecchio.

Io avevo ancora il cazzo di Luca in gola e quindi mi ritraggo velocemente, deglutisco la mia saliva e la pre-sborra di Luca e dico ‘hey ciao amore’. ‘Ciao Daria’ mi risponde lui, ‘tutto bene? ho sentito degli strani rumori, che succede?’ e io velocemente rispondo ‘sto succhiando’ un gelatone’ riprendendo a succhiare la punta della cappella di Luca, rumorosamente per farlo sentire al cornuto.

‘A che gusto &egrave il gelato?’ mi chiede e io ‘alla panna’ rispondo. Parliamo un altro paio di minuti mentre io intanto continuo a leccare bene la punta del cazzo a Luca, poi gli dico ‘ora finisco il gelato e arrivo’, chiudo la chiamata e guardo Luca che intanto se la ride. Eccitatissimo si sega il cazzone davanti alla mia faccia e urla ‘eccoti la mia panna, ti &egrave piaciuto il gelatone?’ schizzandomi la sborra sulle due lenti degli occhiali e sulle labbra. Con il telefono fa poi una terza foto alla mia faccia disfatta e coperta di sborra.

Mi tolgo gli occhiali e inizio a leccarli per ripulirli il meglio possibile, poi esco e li sciacquo sotto l’acqua (peccato per quello sperma sprecato’) per non far vedere le macchie. Nel frattempo Luca ha preso un pennarello e ha scritto enorme su un muro del bagno:

DARIA ****INI
REGINA DEI POMPINI
392*******
(Ovviamente non vi do i miei dati personali, però volevo farvi notare come il mio cognome faccia rima con pompini. E Luca mi considera la regina dei pompini nonostante questa sia stata la mia prima volta).

Luca ha fatto una foto anche al muro e si &egrave inviato le quattro foto fatte’ ottimo, un altro ragazzo che ha mie foto sconce e sa il mio numero di telefono. Io prendo il telefono in mano e inoltro le foto ad Antonio, saluto Luca palpandogli il cazzo e ritorno dal mio fidanzato.

‘Ciao amore, finalmente sei tornata’ mi accoglie, ‘oh guarda, sei ancora sporca di panna sul labbro’ e io mi lecco le labbra sentendo l’ottimo sapore della sborra di Luca. Evidentemente il mio ragazzo non ha troppa esperienza. Lo bacio, mi dice che la mia bocca ha un ottimo sapore. Insomma gli piace la sborra, incredibile! E non lo sa nemmeno!

Mi riaddormento sui sedili posteriori dell’auto, e arriviamo al nostro resort in tarda sera, cos’ gli rifiuto la scopata che lui mi aveva rifiutato ieri sera, e ce ne andiamo a dormire.

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