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Lei, Lui e…

By 15 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Un bacio. Un altro. La lingua di lui sfiora le labbra di lei. Lei le socchiude e lascia che la lingua di lui entri delicatamente nella sua bocca.
Subito se ne appropria e ci gioca. La succhia, la lecca, la massaggia nella parte inferiore.
Lui sorpreso attende un attimo e risponde con la stessa foga. Con una mano le accarezza il viso con l’altra cerca sotto la gonna l’umido incontro delle due splendide gambe di lei.
Un sussulto li fa scattare come una molla di acciaio temperato. Lei si passa la mano sulla gonna per rimetterla a posto. Lui cerca di orientare il pene in erezione in modo che si confonda dietro le falde della giacca.
Le porte si aprono. E lei esce dall’ascensore picchettando sul pavimento con i tacchi alti.
La porta si richiude e lui continua il viaggio per altri tre piani.
Raggiunge il suo ufficio, si siede. Schiaccia un tasto sul telefono e chiede un caff&egrave in modo autoritario.
La porta si apre e una donna di mezza età con un piccolo vassoio in mano entra e posa la bevanda al centro della scrivania.
– Grazie Marta. Fra cinque minuti mi porti la pratica Angiolini.
– D’accordo Avvocato.
&egrave ancora agitato dall’intensità di quel bacio in ascensore. La bellezza statuaria della donna &egrave quasi insignificante rispetto all’emozione che ha saputo dargli in quegli attimo di contatto.
– Ecco il fascicolo della pratica Angiolini.
– Grazie Marta.
– Mio dovere avvocato.
– Marta, mi scusi, si sieda un attimo devo chiederle una cosa. Al 16′ piano ho visto scendere una signora con un tailleur nero. Capelli lunghi neri leggermente mossi. Con orecchini e un sottile collier d’oro. Sa dirmi chi &egrave?
– Vado ad informarmi avvocato.
La segretaria esce dall’ufficio e lui comincia a sfogliare il fascicolo della Angiolini. Ogni tanto la mente si perde e lo riporta al sapore di quelle labbra morbide, alla leggera peluria che aveva sentito sfiorando gli slip, al seno turgido incollato al suo petto.
– Eccomi avvocato. ‘ dice Marta facendolo sussultare. ‘ Si chiama Valeria Tinti. Oggi &egrave il suo primo giorno di lavoro. Pare che sia stata caldamente sponsorizzata da un pezzo grosso dello studio ma nessuno sa chi. Lavora nell’ufficio di Sanpaoli. Penso che oggi andrà a fare commissioni in tribunale per rompere il ghiaccio con il nostro lavoro.
– Grazie Marta. Mi mandi Certosio per favore.
Marta si volta ed esce dall’ufficio. Lui non può fare a meno di guardarle il sedere. Marta &egrave con lui da 15 anni. &egrave single e sembra sia dedita solo al lavoro. &egrave una donna normale ma con un fisico ancora ben proporzionato nonostante abbia superato i cinquanta. Chissà se a casa c’&egrave qualcuno che l’aspetta ed al quale offre il suo corpo.
– Buongiorno avvocato, Marta mi ha detto che desiderava parlarmi.
L’uomo che ha parlato &egrave Certosio. Uno degli investigatori dello studio. Lo definiscono l’uomo invisibile. Infatti &egrave così anonimo nel vestire, nel camminare, nel muoversi che &egrave impossibile notarlo e comunque subito ci si dimentica di lui. Un vero asso nella manica che era riuscito a strappare ad un altro studio una decina di anni prima.
– Grazie Certosio di essere venuto subito. Avrei un incarico delicato da affidarle. Oggi &egrave il primo giorno di lavoro di Valeria Tinti, una donna stupenda che ho incontrato in ascensore. &egrave alta, mora, vestita con un tailleur nero. Lavora al 16′ con Sanpaoli. Probabilmente oggi le affideranno delle commissioni per saggiarne la competenza. Per favore la segua come sa fare lei e mi faccia un resoconto nel pomeriggio.
– Va bene Avvocato. Le racconterò tutto.
La giornata trascorre come al solito tra problemi, soddisfazioni caff&egrave e chiacchiere.
– Avvocato &egrave arrivato Certosio.
Gracchia la voce di Marta dall’interfono
– Lo faccia Passare.
– Avvocato, ho preparato due righe e qualche foto. Ho distrutto i files, quello che c’&egrave nella busta &egrave l’unica copia.
– Grazie Certosio. Come al solito &egrave efficiente ai massimi livelli.
– Grazie Avvocato. &egrave per questo che mi paga così tanto.
Con un sorriso lascia la stanza.
Con ansia prende la busta e scolla l’aletta. All’interno una trentina di fogli tra fotografie e la relazione preannunciata da Certosio.
Vuole leggere tutto con calma. Guarda l’ora. Sono le 18,45.
– Marta, dica a Marcello di preparare l’auto. Devo fare una commissione in centro poi torno a casa.
– Va Bene Avvocato.
Alle 18,55 siede sul sedile posteriore della Mercedes che usa per i suoi spostamenti giornalieri. Marcello &egrave il suo autista da 15 anni. Lo va a prendere al mattino, lo accompagna a casa alla sera e, naturalmente lo scarrozza ovunque durante la giornata. In questo modo il ritmo lavorativo non si interrompe e può dirigere il gigantesco studio legale che porta avanti da 22 anni.
– Marcello mi porti per favore in quel negozio di intimo vicino a via delle Americhe.
– Subito Avvocato.
Mentre l’autista si getta nel traffico cittadino della sera, estrae la busta dalla 24 ore. Prende la relazione. E comincia a leggere.

Gentilissimo avvocato, ho seguito la signora Tinti fino in tribunale. &egrave andata subito in Cancelleria ha preso il numero dal tagliacode e si &egrave seduta ad attendere il suo turno.
Come lei ben sa &egrave una donna molto bella e non può passare inosservata. Infatti dopo qualche minuto le si &egrave avvicinato l’Avvocato Canterburini che le ha chiesto se era nuova di commissioni. Lei ha risposto con un cenno del capo e subito Canterburini si &egrave offerto di farle da cicerone. Si &egrave seduto accanto a lei ed ha iniziato a parlarle dei cancellieri che operavano quest’oggi. Uno pigro, l’altro gay, l’altro con problemi di alitosi. Lei sorride e comincia ad interagire. Chiamano il suo numero. Si alza, e si dirige verso la porta della cancelleria. Ho natato
che ha un modo molto sensuale di lisciarsi la gonna con le mani.
Dopo un quarto d’ora esce e si dirige verso l’uscita della sezione. L’ Avvocato Canterburini scatta in piedi e la segue proponendole un caff&egrave.
Insieme raggiungono la caffetteria interna. Lui ordina un caff&egrave lungo lei un cappuccino. Si siedono uno di fronte all’altro sugli sgabelli di fronte al banco del bar.
Come può vedere nella foto n’1 la signora Tinti, in questa posizione, lascia scoperta una buona dose di cosce. L’avvocato Canterburini ha smesso di parlare e non &egrave riuscito a togliere gli occhi dalle gambe della signora.
Tale posizione &egrave parsa molto gradita anche agli altri clienti della caffetteria.
Leggendo il labiale della signora ho capito che si sta lamentando della folla del bar e ha chiesto a Canterburini se c’&egrave un posto più tranquillo nel quale avrebbe potuto spiegarle meglio alcune malizie del tribunale.
L’avvocato &egrave arrossito ma ho potuto notare che ha indicato alla signora Tinti l’uscita e l’ha accompagnata verso l’ascensore. Naturalmente non sono riuscito ad entrare con loro. Ma ho visto che sono scesi al terzo piano. Non potevo sbagliare perché in ascensore c’erano solo loro due.
Al terzo piano ci sono una serie di salette nelle quali gli avvocati possono incontrarsi privatamente con i loro clienti. Ho iniziato cosi ad appoggiare l’orecchio su tutte le porte che ho incontrato per capire dov’erano finiti. Ho avuto fortuna. Alla quinta porta sento la voce della signora Tinti che chiede all’avvocato Canterburini di sedersi sulla poltrona a capotavola.
Grazie alla prolunga dell’Iphone ho potuto scattare una sequenza di fotografie socchiudendo un poco la porta.
Dalla Foto 2 alla foto 16, può vedere i due che si scambiano intensi baci. Dalla fotografia 17 alla 24 può vedere la signora Tinti sdraiata sul tavolo con le gambe spalancate e l’avvocato Canterburini con le labbra appoggiate sulla vulva della suddetta.
Dalla foto 25 alla 41 si può notare che la signora Tinti ha preso’

– Avvocato, siamo arrivati.
– Grazie Marcello. Faccio in un attimo.
Il racconto di Certosio, anche se scritto in modo formale lo ha eccitato. &egrave nuovamente costretto a sistemarsi il pene in modo da nascondere l’erezione.
– Buongiorno, devo fare un regalo un po’ insolito per me. Vorrei un reggiseno con slip e sottoveste.
– Di che colore e di che misura?
– Il colore &egrave rigorosamente il nero e la misura direi una terza abbondante e una small per gli altri capi.
La commessa mostra le collezioni più preziose. Dopo qualche minuto. Sceglie. Estrae l’American Express, paga ed esce con il pacchettino.
– Mi accompagni a casa Marcello
– Certo Avvocato.

‘ tra le labbra il pene dell’avvocato Canterburini, quindi lo lecca e succhia ripetutamente.
Nelle foto 42 e 43 si vede che la signora Tinti si appoggia con il ventre sul tavolo portando la sua vulva a favore del pene dell’Avvocato Canterburini.
Dalla fotografia 44 alla 63 si può notare come l’avvocato penetri ripetutamente la signora Tinti che durante l’amplesso si gira. Nelle foto 55 e 56 si può percepire il seno della signora che &egrave fuoriuscito dal reggiseno e appare dalla camicia ormai completamente aperta.
Nelle foto 64, 65 e 66 si vede che la signora Tinti si inginocchia di fronte all’avvocato Canterburini e fa entrare il pene nella bocca. Presumo che l’avvocato Canterburini abbia raggiunto l’orgasmo e che la signora Tinti abbia bevuto il risultato di tale Orgasmo.
Nelle foto successive si può vedere che i due si separano.
La signora Tinti &egrave poi tornata in studio.

– Eccoci arrivati a casa Avvocato. Domattina passo a prenderla alla solita ora?
– Grazie Marcello. Alle 8,15 come al solito.
Scende dall’auto ed entra nel lussuoso portone. Il portiere lo saluta dalla guardiola. Giunto davanti alla porta dell’ascensore ha un attimo di esitazione. Comincia a salire le scale a piedi. Il vecchio palazzo ha conservato tutto il suo fascino che aveva due secoli prima quando era stato costruito.
&egrave giunto davanti alla porta della sua abitazione. Suona.
– Benarrivato Avvocato.
– Salve Lina.
– Ha avuto una buona giornata?
– Si grazie. Lina questa sera lascio a lei e agli altri domestici la serata libera. Sono molto stanco e vorrei andare a letto subito.
– Grazie Avvocato lo comunico subito.
Si dirige verso lo studio. Si versa un po’ del suo brandy spagnolo preferito.
Sente la porta che si chiude dietro i domestici.
– Allora? Hai avuto una buona giornata?
La voce femminile gli &egrave giunta all’improvviso alle spalle. I passi felpati sul prezioso tappeto persiano si avvicinano alla sua poltrona. La superano e si dirigono verso la poltrona di fronte.
– Ciao Amore. La giornata &egrave stata splendida. Da quel meraviglioso bacio in ascensore stamattina non ho fatto che pensare a te.
– Certosio mi ha seguita tutto il giorno.
– Nella valigetta ho le foto e la relazione.
– Canterburini mi ha dato una bella ripassata. Non avrei mai pensato che ci mettesse tutto questo impegno.
– Pensa la faccia che farà quando fra tre mesi annunceremo il nostro matrimonio. Ti ho preso un pensierino. &egrave nella mia 24 ore accanto alla busta.
Come una bimba la donna si dirige correndo verso la valigetta. La apre ed estrae il pacchettino.
– Mi devo vestire? E io pensavo di farti una sorpresa aspettandoti nuda.
– Dai Prendi la busta e guardiamo insieme le foto mentre rifacciamo tutto quello che hai fatto oggi.
Si avvicina a lui e lo bacia con passione. Mentre prende fiato gli sussurra nell’orecchio.
– Domani chissà cosa combinerà la signora Tinti.

– Buongiorno Avvocato, le porto subito il caff&egrave e i giornali.
Era appena entrato in ufficio e già Marta, la sua segretaria, gli stava riversando un sacco di attenzioni al limite del servilismo.
Era con lui da 15 anni. L’aveva assunta grazie alla sua esperienza in altri studi legali. Al colloquio era stata precisa e professionale. Era alta poco più di un metro e sessantacinque, vestita in modo sobrio con una gonna rigorosamente sotto al ginocchio ed una camicetta bianca. Una spilla d’oro con due delfini che si inseguivano. Scarpe con un tacco di tre o quattro centimetri. Occhiali di tartaruga e capelli con le meches raccolti in un castigato chignon. Quello che l’aveva colpito però era la voce. Calda, calma e colma di dolcezza. Negli anni avrebbe poi scoperto che questo tono di voce lo riservata solo a lui. Quando parlava con gli altri era autoritaria e determinata. Insomma la perfetta segretaria per un avvocato importante.
Ora dopo 15 anni aveva conservato la sua bellezza dietro un muro di rigida professionalità
Mai un pettegolezzo, mai una storiella ambigua sulla quale sorridere. Era invisibile a tutti tranne quando doveva farsi sentire per accontentare il suo capo.
– Grazie Marta, si sieda. Sono 15 anni che ci conosciamo e non so niente di lei. Beviamoci insieme un caff&egrave e scambiamoci qualche confidenza come si fa tra persone che condividono il proprio tempo da tanti anni.
– Avvocato, non mi permetterei mai.
– Forza Marta. Si sieda e si rilassi. &egrave sposata?
– No Avvocato.
– Ha un fidanzato?
– No avvocato. Però ho un figlio.
– Ah. E quanti anni ha?
– 24 anni. L’ho avuto quando lavoravo dall’Avvocato Santelmi.
– E il papà di questo ragazzo?
– Non l’ho più visto da quando gli ho dato la notizia della mia prossima maternità.
– Caspita. Un vero signore.
– Succede. Comunque l’ho cresciuto con amore e ho cercato di dargli il meglio. Sono 6 anni che &egrave all’estero a studiare. &egrave già laureato in medicina e sta facendo la specializzazione.
Rimase sorpreso da questo racconto. Marta era una madre single che aveva dedicato la vita a crescere suo figlio. Si era annullata per far si che lui potesse studiare e farsi una posizione nella vita.
– Avvocato, mi permette una domanda?
– Certo Marta qualsiasi cosa.
– In quanti sanno del suo matrimonio con la ‘signora Tinti’?
Strabuzzò gli occhi e il sorso di caff&egrave gli andò di traverso. Lui e Giorgia si erano sposati da due anni ma non avevano reso pubblica la notizia. La moglie, anche lei laureata in giurisprudenza, lo aveva convinto ad assumerla nel suo studio legale con il patto reciproco di fingere di non conoscersi. Credeva che nessuno fosse a conoscenza delle sue nozze. Decise di non continuare a mentire con la sua preziosa segretaria.
– Credevamo di avere fatto tutto per bene e di avere nascosto ogni traccia.
– Anche se non parliamo praticamente mai di cose extra lavorative io ho sempre prestato la massima attenzione alle sue cose. Così ho intuito che lei si era sposato. Poi ieri quella richiesta sulla ‘signora Tinti’ mi ha fatto anche scoprire chi era la sua fortunata consorte.
– E in quanti lo sanno?
– Per quanto ne so sono l’unica a saperlo.
– Bene. Mi raccomando la massima riservatezza. Vogliamo divertirci ancora un po’.
– Certamente Avvocato. Divertiamoci.
Marta si congedò ed uscì dall’ufficio portando con se le tazze del caff&egrave.
‘Divertiamoci’, non poteva non riflettere su quella parola.
Il divertimento era a beneficio suo e di sua moglie. Cosa c’entrava Marta in tutto questo?
Dopo qualche istante, come se lo starter avesse dato il via ad una corsa di cavalli, iniziò la frenetica vita di un gigantesco studio legale.
Fino alle 16 non ebbe più tempo per pensare al dialogo della mattina con la sua segretaria.
Il cicalino della sua segretaria lo distolse dalla lettura di una pratica complicata.
– Avvocato, c’&egrave la signora Tinti.
– Grazie Marta, me la passi.
– Mi scusi, non mi sono spiegata. La Signora Tinti &egrave qui e vorrebbe vederla.
Un attimo di attesa per riordinare le idee. Cosa ci faceva sua moglie li. Dovevano ignorarsi. Fingere di non conoscersi. Invece era li che voleva vederlo.
– Marta, si faccia dire l’argomento del quale vuole parlare con me e se può lo risolva lei.
– Va bene Avvocato.
Passarono cinque minuti durante i quali la tensione gli aveva fatto venire un leggero mal di testa.
Il cicalino.
– Avvocato, la signora Tinti vorrebbe un consiglio legale da lei.
Era molto seccato. Non voleva incontrare la moglie tra le mura del suo Studio Legale.
– Marta si faccia dire e poi mi riferisca. Non ho tempo.
Beh, forse l’aveva scampata.
Cicalino.
– Avvocato la signora Tinti vorrebbe parlarle di un caso di stalking del quale &egrave lei la protagonista. Vuole che assista al colloquio?
Era prassi dello studio che nei casi di stalking fosse presente anche una donna all’incontro con il legale.
– Grazie Marta. Accomodatevi tutte e due.
Le due donne entrarono nel suo ufficio. Fece cenno di accomodarsi e aprì la conversazione.
– Marta sa tutto di noi due. &egrave l’unica dello studio quindi parla pure tranquilla e serena.
La signora Tinti arrossì per un attimo. Si girò verso la segretaria del marito e le fece un freddo sorriso di circostanza.
– Bene. Così non sarò costretta ad usare tutte le formalità legate ai nostri ruoli reciproci in questo studio. Stamattina mi sono presentata in ufficio con leggero anticipo. Ho posato la cartella e sono andata a prendere un caff&egrave. Nella saletta eravamo io, l’avvocato Giurgo e l’avvocato Tiropresti. &egrave il mio secondo giorno di lavoro e quindi non ho confidenza con nessuno. Metto la cialdina nella macchinetta ed attendo che il caff&egrave scenda nel bicchierino. I due avvocati parlavano tra di loro di un caso nel quale erano coinvolti entrambi.
Di colpo si sono interrotti ed hanno cominciato a fissarmi. Io ho terminato di bere e mi sono avviata verso la porta.
– Ehi, che fretta ‘ mi dice Tiropresti. ‘ dove pensi di andare? Qui da noi le nuove arrivate devono presentarsi in un modo speciale.
L’ho guardato fisso negli occhi e gli ho detto ‘ Spostati prima che ti dia una bella ginocchiata sulle palle.
– La ragazza ha carattere. Questa &egrave una bella notizia.
Si &egrave spostato e mi ha fatto passare.
Dopo un quarto d’ora mi suona il telefono ed una voce femminile mi chiede di andare nella sala riunioni piccola. Ci sono alcune pratiche di ieri da rivedere. Apro la porta della saletta vedo seduto al tavolo l’avvocato Giurgo. Appena entrata. La porta si chiude alle mie spalle e fa la sua apparizione l’avvocato Tiropresti.
– Ecco qua la novellina ‘ esordisce Giurgo. ‘ Cosa ne pensi di presentarti ai colleghi facendoci vedere qualcosa che tieni sotto i tuoi abiti firmati. ‘
Mi sono guardata intorno per capire se avevo la possibilità di scappare ma davanti all’unica porta c’era Tiropresti. Non volevo urlare per non rendere la cosa ancora più imbarazzante e fare scoprire il nostro gioco.
Giurgo si &egrave alzato dalla sedia e mi &egrave venuto incontro. Intanto Tiropresti mi ha messo le mani sulle spalle. Giurgo ha iniziato a palparmi il seno, il sedere, le cosce. Tiropresti mi teneva ferma. Non sapevo cosa fare. Quindi ho finto di essere disponibile.
Giurgo si &egrave calato i pantaloni mentre il suo compare mi spingeva verso il basso forzandomi ad inginocchiarmi.
Mi sono trovata con il pene di Giurgo a pochi centimetri dalla bocca. Ero decisa di dargli un morso che gli avrebbe fatto ricordare per sempre che certe cose non si fanno alle signore.
Improvvisamente &egrave suonato il telefono.
Tiropresti mi ha lasciato mentre Giurgo ha risposto.
Doveva esserci un problema perché &egrave sbiancato. Ha ritirato l’armamentario uscito precipitosamente seguito da Tiropresti.
Io sono rimasta lì inginocchiata come una stupida per qualche secondo poi mi sono precipitata qui.
Fine della storia.
– Cazzo. Disse Marta fra i denti.
– Prepari subito una lettera di licenziamento per quei due.
– E gliela lascia passare liscia? Aggiunse Marta co lo stesso tono sibilante.
– Cosa devo fare?
La signora Tinti guardò prima il marito poi Marta. Poi ignorando lui chiese
– Ha in mente qualche idea per fargliela pagare?
– Certamente. Però dobbiamo fare squadra tutti e tre.
Marta sottopose agli altri due il suo piano. La signora Tinti sorrideva maliziosa mentre il lui era terreo. Non riusciva a capire se era più turbato per quello che era successo alla moglie o per quello che stava sentendo dalla sua segretaria fino a quel momento giudicata, gelida e morigerata.
– Marta, non la riconosco.
– Avvocato, sa quanto sono legata allo studio e quanto sono seria nel mio lavoro.
– Dormiamoci su una notte per riflettere e poi domani ci troviamo tutti e tre a pranzo in un ristorante fuori dal centro, così evitiamo i rischi di incontrare qualche faccia conosciuta, e mettiamo a punto il piano.
Come tre cospiratori tornarono alle loro attività precedenti.
La signora Tinti chiese un permesso ed uscì prima dall’ufficio.
Marta, ricominciò la sua attività di sempre come se nulla fosse accaduto.
Lui sfogliò svogliatamente una rivista di automobili.
– Avvocato, se non ha bisogno di altro io uscirei. Devo andare a comprare qualcosa per il nostro piano.
– Certamente, esca pure. Mi permetta però di finanziare gli acquisti. Dopotutto stiamo facendo questa cosa per mia moglie.
– Mi permetta di precisare una cosa. Tutto questo lo stiamo facendo per dare una lezione come si deve a quei due bastardi e a tutti quelli come loro che credono che il potere consenta loro di avere qualsiasi donna ai loro piedi. Comunque grazie, accetto volentieri la sua offerta di sovvenzionare gli acquisti.
L’avvocato le porse una po’ di banconote da 50 euro.
Lei le contò rapidamente.
– Sono 1.200 euro. Domani le porto il resto e gli scontrini.
– Grazie Marta. Grazie di tutto.
– Buona serata avvocato.
Salutò la domestica e si gettò sulla sua poltrona preferita. Il suo sguardo era perso tra le fiamme del caminetto. Un leggero torpore si impadronì di lui e si addormentò.
– Signor Tinti? Signor Tinti. Ehi. Signor Tinti!
Di colpo ritornò alla realtà. Apri gli occhi e vide davanti a se la moglie con un nuovo taglio di capelli. Non indossava più l’abito che aveva in ufficio, segno che era arrivata a casa da un po’.
Guardo l’orologio. Erano le 21,15. Guardò di nuovo la moglie e, ora che era più lucido, si rese conto che indossava una sottoveste nera di seta.
– Guarda che ne io ne tu siamo i signori Tinti. Io mi chiamo Mauro Ombrini e tu Gabriella Tebaldi in Ombrini.
– Noi agenti segreti abbiamo dei nomi inventati.
– Vedo che sei già entrata nella parte.
– Vuoi mangiare qualcosa?
– Ora no. Voglio vedere cosa mi propone il menù della signora Tinti.
Senza dire una parola. Fece due passi verso il caminetto, sensualmente si lasciò scivolare sul corpo magnifico la sotto veste. Sotto indossava solo un piccolo slip nero.
Si girò verso di lui mostrandogli il seno perfetto. Si lascò cadere sulla poltrona. Con la mano destra iniziò ad accarezzarsi il pube. Con la sinistra prese a giocare con i capezzoli pizzicandoli delicatamente.
Scostò il lembo dello slip mostrando il pube. Iniziò ad accarezzare il clitoride infilando il dito nella profondità della vagina ogni cinque o sei carezze.
A lei piaceva il sapore della sua figa quindi si portò alle labbra le dita ed iniziò a succhiarle.
Ripeté l’operazione diverse volte, sempre con una lentezza devastante.
Lui sentiva il pene pulsare dentro i boxer. Anche attraverso i pantaloni si poteva vedere una prorompente erezione. Decise di estrarlo e di mostrare alla moglie quanto le sue azioni lo avevano eccitato. Ma lei però non noto i movimenti del marito perché aveva raggiunto l’orgasmo.
Lui si alzò in piedi, lasciò scivolare i pantaloni a terra e raggiunse la moglie ancora in preda agli spasmi del godimento.
Si inginocchio tra le sue gambe e prese a leccare delicatamente le grandi labbra della vagina di lei.
Sapeva cosa apprezzava. Sapeva che adorava i cambi di ritmo della lingua. Le penetrazioni con due o tre dita mentre il clitoride era sotto attacco della bocca di lui.
La donna si stava ancora riprendendo dal primo orgasmo che già sentiva arrivare il secondo. L’ininterrotto massaggio sul clitoride da parte della lingua di lui la stava portando in uno stato parossistico. Brividi scendevano lungo la spina dorsale e si diramavano in milioni di punti. Desiderava che ogni centimetro della sua pelle fosse sfiorata da quella lingua umida e calda. Il pensiero di essere penetrata ovunque la stava ossessionando ed eccolo presentarsi con una forza travolgente. Potente e delicato, ruvido e setoso, enorme e sottile. Stava venendo. Il suo corpo sussultava. Gli spasmi si erano impadroniti del suo corpo che lo facevano muovere come fossero i fili del burattinaio.
Lui si alzò e la vide godere in questo modo così intenso. Non aveva visto mai nessuna donna reagire così ai suoi colpi di lingua. Aveva imparato da una lesbica coreana con la quale aveva avuto una storia a tre diversi anni prima. Hae-Won era la compagna di una sua amica che però amava moltissimo anche il rapporto con i maschi. Lui era stato invitato ad una cena a casa loro che si era presto trasformata in travolgente rapporto sessuale. Hae-Won non voleva assolutamente essere neppure sfiorata da lui e quindi le due donne facevano sesso tra loro mentre lui guardava. SI stava quasi annoiando quando la sua amica gli rinvigorì il pene con un paio di leccate e poi si sedette sopra infilandoselo. Cominciò a muoversi ritmicamente fino a prendersi il suo orgasmo. Poi con le mani lo fece venire.
Una serataccia. Prima di uscire, vedendolo deluso ed imbronciato Hae-Won gli disse. La prossima volta che ci verrai a trovare ti insegnerò tutto sul corpo femminile. Nessuna donna dimenticherà mai come l’hai fatta godere.
E infatti fu così. L’esperta donna coreana l’aveva portato nei meandri misteriosi del corpo e della psiche femminile svelandogli tutti i segreti.
Mentre ripensava alla maestra asiatica la moglie continuava a fremere. Si sdraiò ai suoi piedi, chiuse gli occhi ed iniziò una sorta estraniazione dal corpo. La sua mente dalla parte solida del suo essere si ritrovò a vagare nella stanza. Vedeva il corpo della moglie ed il suo nudo. Sfiorò il seno, le labbra, i capelli, il pube. Vide il suo clitoride gonfio ed umido. Scese lungo le gambe e rientrò delicatamente nel corpo. Lei si sdraio accanto a lui gli prese il pene tra le dita. Piccoli massaggi per portarlo all’erezione completa. Poi lo raggiunse con le labbra e prese a baciarlo, a strizzarlo, a leccarlo. Finalmente lo fece entrare nella sua bocca e cominciò a succhiarlo, dapprima dolcemente poi con avidità crescente. Le mani gli accarezzavano i testicoli insinuando ogni tanto un dito tra le natiche.
Lui sapeva controllarsi grazie all’approfondito studio sul sesso tantrico che aveva compiuto dopo l’incontro con Hae-Won. Ma quella sera voleva godere subito tra le labbra della moglie.
Il seme raggiunse la cavità orale di lei con un primo fiotto violento. Copioso e denso il liquido aveva invaso la bocca. Lei inghiotti subito, preparandosi così all’arrivo dello sperma restante. Com’era sua abitudine leccò minuziosamente il pene del marito, nettandolo perfettamente.
– Signora Tinti lei sa fare dei pompini straordinari.
– Avvocato me lo hanno detto in tanti ma so quanto lei li sa apprezzare.
Con un sorriso complice si infilarono sotto la doccia e si prepararono per la notte.
Il giorno dopo sarebbe stato complicato perché sarebbe cominciata la ‘punizione’ dei due avvocati perversi.

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