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Racconti Erotici Etero

LES SOUVENIRS DE CLARY

By 5 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

LES SOUVENIRS DE CLARY ‘ Alexandro

Eccomi di nuovo qui.
Come vi ho detto nei due ultimi racconti, col passare dell’età le occasioni e la voglia di avventure diminuiscono proporzionalmente, ma per accontentare tanti affezionati lettori che mi chiedono di continuare a scrivere, Mauro mi ha convinto a raccontare alcune brevi storie che ho avuto, non molto importanti, ma che comunque hanno lasciato il segno.
Inizio quindi una piccola serie di brevi avventure, intitolata SOUVENIRS, che spero vi piaceranno come le precedenti.

All’epoca avevo 23 anni ed ero molto insoddisfatta della mia vita matrimoniale; mio marito continuava ad ubriacarsi e non riusciva a trovarsi un lavoro fisso, ma cosa peggiore passava lunghi periodi senza toccarmi e questo frustrava i miei ardori di giovane donna (vedi COME HO CAMBIATO LA MIA VITA).
La relazione con Albert, il capo contabile della ditta dove lavoravo, era finita miseramente qualche mese prima quando, invece d’incontrarci, con la scusa di mettere a posto la contabilità, per scopare in ufficio il sabato mattina, approfittando del fatto che mio marito aveva trovato un lavoro in un distributore di benzina, pretese di venire a casa mia per stare più comodi.
Al terzo sabato, mentre mi stava dando una bella ripassata sul divano, sentimmo suonare alla porta e subito dopo una donna che urlava.
Lui riconobbe la voce di sua moglie ed in lampo s’infilò i pantaloni e scappò, mezzo nudo, dalla finestra della cucina sul retro, lasciandomi da sola a fronteggiare quella furia.
Lui non voleva rischiare il divorzio e così fra noi tutto finì lì.
Un giorno, in previsione di una revisione contabile, dovevo recuperare dei documenti in archivio, che si trovava in degli scaffali metallici in magazzino.
Mi recai al magazzino, salutai Alexandro, il quale era il gestore del magazzino e gli chiesi di aiutarmi a cercare la scatola che conteneva i documenti.
Alexandro era un ragazzo di colore, di una ventina d’anni, alto, atletico e con un corpo muscoloso, come hanno in genere gli originari dell’Africa, con una particolarità speciale, aveva gli occhi di un verde cupo che splendevano sul suo viso scuro; suo padre era del Marocco, emigrato in Francia dopo l’indipendenza, ma sua madre era francese e da lei aveva ripreso il colore degli occhi.
Alexandro avvicinò una scala allo scaffale ed io feci per montare; quel giorno avevo un paio di sandali con un bel tacco, che, sicuramente, non erano l’ideale per salire su una scala, gli chiesi, allora, se poteva tenermela mentre io controllavo le varie scatole.
Lui si avvicinò per aiutarmi ed io senza pensare a niente salii sulla scala traballante.
Quando fui in cima cominciai la ricerca; mi ricordavo dove li avevo messi, però non riuscivo a trovare la scatola che custodiva i documenti.
Mentre stavo cercando notai che Alexandro non rispondeva più alle mie frasi.
Guardai e notai che mi stava osservando con molto interesse.
Quel giorno avevo indossato una gonna piuttosto corta e, approfittando dei primi caldi, niente calze, solo un ridottissimo slip nero che lui, sicuramente, stava spiando senza vergogna.
Mi sentii in un attimo prigioniera della situazione senza via di scampo.
Sentivo il viso che mi andava a fuoco, ma incredibilmente in pochi minuti, il pensiero che lui si dilettava ad osservare la mia intimità, mi eccitò e sentii la mia figa bagnarsi.
I mesi di astinenza e di masturbazioni si facevano sentire ed il mio corpo reagiva ai minimi stimoli!
Continuai a cercare, un po’ nervosamente, ma senza dirgli nulla, fino a quando trovai quella benedetta scatola che custodiva i documenti; intanto Alexandro continuava a guardare, ed io ero sempre più eccitata.
Avevo difficoltà a scendere con la scatola e così gli chiesi se mi poteva aiutare.
Lui sembrò uscire dalla trance e mi raggiunse sulla scala.

‘Tienimi la scatola, per favore, Alexandro.’ ‘ gli chiedo.
‘Va bene’ se ci riesco.’
Ma è troppo in basso, non è facile per lui, allora sale ancora un po’ appoggiando il petto sul mio didietro e per sostenersi mi passa un braccio tra le gambe tenendosi con la mano su un gradino.
Io mi abbasso per passargli la scatola e il suo avambraccio scivola tra le mie cosce.
Una scossa mi pervade e rabbrividisco mentre lo slip s’inumidisce di umori.
‘Presa!’ ‘ fa lui ‘ ‘Eccola possiamo scendere.. Dai.’
Mentre scendiamo, più volte, il suo braccio mi sfiora le cosce oramai sensibili.
Appena metto un piede a terra, mi trovo il corpo di Alexandro addosso e sento il suo cazzo che spinge nel solco del sedere.
Ho ancora un piede sul gradino della scala, sento la scatola cadere e una sua mano mi prende alla pancia e l’altra sale al mio seno.
Incomincio a sudare, vorrei reagire ma non ne ho la forza.
La mano dalla pancia passa alla mia coscia e lentamente la gonna sale sotto le sue abili carezze fino a scoprire i miei glutei a malapena coperti dallo slip.
Sento la sua mano sfiorarne il limite senza oltrepassarlo, seguendo le mie forme senza apparentemente cercare un contatto diretto e la cosa mi eccita da matti.
Quell’attesa, quel desiderio di contatto che non arriva, fanno sì che il mio sesso sia ormai bollente e in un bagno di umori.
Mi fa appoggiare alla scala e subito si inginocchia dietro di me e mi divarica le gambe.
La gonna è ormai salita ed il mio sesso, appena coperto dallo slip umido, è alla sua portata, voglioso di essere toccato, carezzato, baciato.
Comincia col baciarmi l’interno coscia, poi le natiche in basso, avvicinandosi sempre più, ma senza sfiorarmi lì dove vorrei che mi baciasse.
Con questa attesa riesce ad elevare il mio desiderio a tal punto che quando sposta il tessuto e la sua lingua tocca le mie labbra, ho un sussulto seguito da un gemito.
Una mia mano va alla sua testa per farlo allontanare, mentre lui con la lingua mi regala brividi di piacere unici.
‘Sei tutta bagnata,’ ‘ mi dice sollevando il viso ‘ ‘dove vuoi andare? Resta qui.’ ‘ e riaffonda sul mio sesso regalandomi un’altra scossa di piacere.
Non ho ne la forza di rispondergli, ne quella di muovermi, se deve accadere voglio che accada subito, muoio dalla voglia.
Lui intuisce la mia resa e si alza, si slaccia i pantaloni e ne estrae il cazzo che fa scivolare tra le mie cosce puntandolo contro la figa, poi, sussurrandomi all’orecchio, mi dice:’Mettilo dentro tu.’
Passo con una mano tra le cosce e glielo prendo, è durissimo, sporgo il sedere un po’ all’indietro e me lo punto sull’apertura della figa.
In quel momento non ho più pensato a chi era dietro di me, che nella ditta io ero quadro e lui un operaio, ma ad un uccello che mi doveva scopare.
Con un solo colpo mi penetra facendomi sussultare, mi prende per i fianchi e s’infila, fino in fondo dentro di me.
Mi appoggio alla scala, mentre il ventre è percorso da spasmi di piacere ed i miei fianchi iniziano a rispondere ai suoi affondi decisi.
Sento il cazzo enorme dentro la figa che mi stantuffa; ci sa fare, continua a scoparmi e a toccarmi, con una mano mi tiene per un fianco e con l’altra, che ha passato sotto il maglioncino, mi accarezza il seno, stringendo tra le dita il capezzolo turgido.
‘Sei una gran figa, lo sai? ‘ mi dice, mordendomi il lobo dell’orecchio ‘ ‘è da tanto che sogno di scoparti.’
Nella nebbia del piacere rimango lusingata dalle sue parole, ma anche eccitata, perché sento ancora di più il piacere avanzare, mentre lui mi scopa con più foga.
Non passano che pochi minuti che io raggiungo l’orgasmo godendo come una pazza.
‘Uuhhmm” ‘ mugolo, mordendo la manica del maglioncino per non gridare ‘ ‘Ven’ goo”
Lui affonda in me e si ferma, lasciandomi il tempo di godere e godendosi gli spasmi della mia figa che, nell’orgasmo, gli mungono il cazzo.
Quando sente che i miei sussulti diminuiscono, si sfila da me e mi porta verso un basso tavolino dove mi fa sedere.
Mi apre le gambe e si posiziona in mezzo; ora posso finalmente vedere il suo membro, un biscione lungo e nero, non molto grosso, ma lungo e dritto come un bastone!
è la prima volta che vedo il membro di un nero e ne sono sbalordita!
Penso che voglia infilarmi subito, invece si china e prende a massaggiarmi le tette, poi sempre tenendole tra le mani inizia a baciarmi dappertutto, sul viso, sul collo, sulle spalle , sente i miei capezzoli induriti e comincia a succhiarli.
‘Quanto sei bella!’ ‘ biascica tra una leccata e l’altra.
Ma io ho ancora voglia di scopare!
Sento il suo cazzo duro che mi preme contro la pancia, allora allargo ulteriormente le gambe, allungo una mano, afferro il suo uccello, lo accarezzo un po’ e poi lo indirizzo verso la mia figa.
‘Vieni.’ ‘ lo incito ‘ ‘prendimi’ scopami a fondo”
Lui non si fa pregare e con un colpo di reni penetra la mia figa fradicia fino in fondo.
‘Aaahhh’!! Sssiii’!! Cosììì’!! Sssiii’ !!
Mi lascio andare indietro, mentre gli spasmi del piacere seguono i suoi affondi decisi; appoggio le spalle sul tavolo e incrocio le gambe sulle sue reni per tenermi più attaccata, bisognosa di un contatto sempre più profondo.
Metto le braccia intorno al suo collo, mi stringo a lui baciandolo ed in breve, un orgasmo forte e deciso percorre ogni fibra del mio corpo, ogni muscolo, ogni nervo, fino al cervello, un orgasmo i cui gemiti sono soffocati dal bacio che non termina.
Ma ormai anche lui è al termine:’Vengo’ dentro? – si preoccupa, mentre è allo stremo.
Ed io che non volevo rinunciare al piacere di un altro orgasmo lo incito:’Sii’!! Dentro’!! Vienimi dentro’ Riempimiiiii”
E nel momento che sento il suo sperma caldo dentro di me, sono travolta dal secondo orgasmo:’Sssiiiiiiii’!! Hhhaaa’ Sssiii’!! – è un bellissimo orgasmo, che mi lascia senza forze.
Quando Alexandro si alza ha il viso tutto bagnato di sudore ed io lo asciugo con la mano.
Con il cuore che mi batte forte nel petto ed il respiro affannato scendo dal tavolo, lui mi fa girare e mi bacia con passione.

Dopo quella volta Alexandro ha provato ancora ad avere altre occasioni per stare solo con me, una volta voleva addirittura portarmi al cinema, ma io ho sempre evitato; avevo già troppi problemi per conto mio, per permettermi una relazione con un ragazzo, per giunta più giovane di me.

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