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Racconti Erotici Etero

L’estasi nelle mani

By 14 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Non toccarti! Sarò soltanto io, a decidere se, come e quando farti godere.
Lei era lì, completamente nuda e inerme, completamente mia. Distesa supina sul mio letto, il corpo completamente ricoperto dagli olii dai profumi esotici con cui l’avevo massaggiata, in tutto il corpo: dovunque, tranne lì, dove lei voleva, più di ogni altra cosa al mondo, essere toccata, e dove lei stava, letteralmente impazzendo di quel desiderio fino ad allora non ancora soddisfatto; e le braccia, distese in altro sopra il cuscino, con le mani bloccate ai polsi da due manette, per impedirle di toccarsi; perché dovevo essere solo io a decidere come e quando avrebbe vissuto l’estasi suprema dalle mie mani, e allora non era ancora il momento. Non per me.
Io non mi ritengo una persona comune; non mi sono mai ritenuto tale. Fin da piccolo, infatti, mi sono accorto di avere un dono speciale, un dono che pochi uomini hanno. Un dono nelle mani. Un dono che, naturalmente, non è dipeso dal caso, ma che è stato il risultato di eventi ben precisi. Da piccolo, all’età di 6 anni circa, mi accorsi di avere dei problemi di manualità: non sapevo da cosa dipendessero e non lo so precisamente nemmeno ora; so soltanto che, ad ogni modo, a quell’età mi risultava molto difficile fare quello che tutti gli altri facevano, come ad esempio, scrivere, o allacciarmi le scarpe. Per risolvere quei problemi feci, per due anni, degli esercizi per migliorare la manualità e la sensibilità delle mie mani. Esercizi che, mi diedero molto di più di quanto mi aspettavo; infatti, al termine del programma terapeutico, non solo risolsi tutti i miei problemi di manualità, ma in più, mi accorsi da allora in poi, di aver ricevuto un dono molto più grande: una sensibilità estrema nelle mani, una sensibilità che, da allora in poi ho sempre conservato, e che penso conserverò per sempre. Per questo, da allora, ho deciso di fare di necessità virtù; infatti nella vita io sono un massaggiatore, è un lavoro che mi piace e che mi permette di mantenermi discretamente; e ovviamente, come tutti avete capito, non ci ho messo molto ad applicare questo dono speciale che avevo ricevuto anche nel sesso, per il mio e per l’altrui piacere.
Ma torniamo alla nostra donna: come ho detto, l’avevo preventivamente ricoperta di olii esotici, e poi massaggiata in tutto il corpo: si inizia sempre dalla schiena, perché è preferibile iniziare da lì quando ancora non c’è intimità con il partner( e l’intimità ovviamente non si capisce dalle parole, ma dalle reazioni del corpo di lei), per poi passare, quando l’intimità aumenta, a zone molto più sensibili, molto più erogene.
All’inizio ho fatto scivolare lentamente le mani verso i glutei, esercitando una leggera pressione, all’inizio molto delicata, poi sempre più vigorosa: poi ho fatto scivolare le mani sui suoi fianchi, per andare lentamente sempre più in alto, fino alle ascelle, poi alle spalle, sempre con movimenti il più possibile continui; poi, quando ho visto che lei si stava scaldando, sono passato al collo, poi sul seno, e sui capezzoli, importantissimo stimolarli per farla impazzire di piacere, come penso saprete; ricordatevi, quando la stimolate sul collo e sul seno, di alternare sempre il massaggio manuale con i baci e le leccate, a partire dalla parte laterale del collo, fino ad andare sempre più giù, fino ai capezzoli: queste cose sono importantissime per fare impazzire di piacere la vostra partner! Poi il ventre, l’ombelico. Per le gambe, sono partito dai piedi(mai dimenticarli, è una zona molto sensibile!) per poi risalire sempre più su, fino all’interno coscia, proprio lì, a pochi centimetri dal suo giardino segreto; e proprio in quel momento, quando lei non aspettava, mi sono fermato; un gemito smozzato, come un rantolo mi faceva capire la sua contrarietà; avrebbe voluto subito che affondassi le mani, e non solo quelle, nel suo piacere: voleva che la prendessi, ora e subito, me lo implorava con gli occhi, più potenti di qualsiasi parola: ma non era ancora il momento: prima volevo vederla.
Ebbene, avreste dovuto vederla anche voi: era un fiume, i suoi umori colavano così abbondantemente dalla sua fica da bagnare abbondantemente anche il letto; i suoi capezzoli, che incorniciavano una quarta soda, erano turgidissimi, il suo clito era così eretto e gonfio che non c’era nemmeno bisogno di stimolarlo; aveva già avuto un orgasmo, senza nemmeno bisogno che glie lo sfiorassi; ma l’unica cosa che le mancava, la cosa che più di ogni altra la faceva morire, era che io la toccassi lì; ed è per questo che io ancora mi trattenevo: volevo che lei capisse che ero io, e solo io, il proprietario del suo piacere; domani forse sarebbe stato diverso, forse io non avrei avuto più molta importanza ma in quel momento, volevo che fosse così, e volevo che lei lo sentisse, dentro di sé; inoltre, volevo farla aspettare per far schizzare la sua trepidazione e il suo desiderio quasi all’infinito; solo così, infatti, quando l’avrei toccata, lei avrebbe goduto come non mai.
Dopo un minuto di silenzio carico di tensione, in cui lei era tutto un fremito e si dimenava quasi senza controllo, decisi di passare all’azione: ho infilato due dita nella sua fica bagnatissima, non c’era neanche bisogno di bagnarle con la saliva per quanto era morbida e succosa, come una fragola da divorare con voluttà; le ho fatte roteare, in modo da stimolarle il più possibile tutte le pareti della sua vagina; poi, finalmente, sono andato alla ricerca del suo punto magico, e l’ho toccato, prima molto delicatamente, poi, su e giù, sempre più forte. Alla fine la sua estasi, multipla come mi aspettavo, e il suo piacere, a lungo trattenuto, che si liberava senza freni e controllo da tutto il suo corpo.
Siamo rimasti abbracciati per ore, mentre il sole faceva capolino dal mare a oriente.
E, mentre una giornata nuova cominciava, annunciata dal rumore delle macchine che portavano uomini e donne a lavoro o chissà dove, lei, guardandomi fisso negli occhi, mi sorrise e mi ringraziò per tutto quello che le avevo dato; non sapevo se ci sarebbe stato un altro momento come quello, se in futuro avremmo deciso di conoscerci nel profondo, come avevamo fatto quella notte: l’unica cosa che sapevo, era che quella notte siamo stati benissimo, come non mai, noi due, e questo bastava a riempire i nostri cuori di gioia, in quella mattinata che iniziava.
Mi salutò con un lungo bacio di passione.

Per suggerimenti, consigli o critiche, scrivetemi a giovanni174@hotmail.com

A presto

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