Skip to main content
Racconti Erotici Etero

L’EX RIVALE

By 16 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

L’EX RIVALE

Capitolo I ‘ Il nuovo incontro

Stavo camminando senza fretta per le vie del centro, per dirigermi verso la sede della facoltà di Matematica. Al secondo anno le lezioni iniziavano a farsi veramente dure, e il primo caldo primaverile invitavano a tutto tranne che a seguire noiose lezioni sul calcolo combinatorio. Ero molto in anticipo, quindi mi soffermavo volentieri ad ammirare le vetrine che stavano cambiando look dopo la fine del freddo periodo invernale. Ciò che però io preferivo erano i libri, e così mi concessi una visita nella più grande e rifornita libreria della provincia. L’edificio si sviluppava su molti piani, e per accedere a quelli da me desiderati dovetti scendere al piano interrato. I negozi avevano appena aperto (erano le 15.00), e per questo motivo ero il solo essere vivente a consultare i volumi della sala. La mia solitudine durò appena cinque minuti, infatti dei passi lungo le scale mi annunciarono l’arrivo di un’altra persona. D’istinto mi girai verso l’ingresso, e il mio stupore fu pari a quello della donna appena arrivata.
‘Alessio! Che piacere rivederti! Cosa ci fai qui?’. Stupore e imbarazzo, questi furono i sentimenti che si susseguirono in rapida successione nel mio animo. Lo stupore si spiega con l’incontro, mentre per l’imbarazzo è una storia molto più lunga. Marta, questo il nome della ragazza, era una vecchia amica della mia fidanzata. Ho conosciuto entrambe nello stesso periodo, tre anni prima, e proprio la mia presenza ruppe il loro rapporto d’amicizia. Entrambe mi facevano il filo, e ho dovuto scegliere.
‘La stessa domanda potrei fartela io!’ Dissi sorridendo, subito dopo essermi ripreso dallo stupore iniziale. ‘Mai avrei pensato di incontrarti qui! Come stai?’. Si avvicino a me, e facendomi l’occhilino disse ‘Credi che io non legga? Comunque sto molto bene. Cavoli, dopo tre anni sei diventato ancora più bello!’. Ecco che l’imbarazzo tornava’
Lei in quanto a bellezza non era mai stata una delle più dotate. Però in tre anni era migliorata. A 20 anni sembrava ancora una bambina con la sua bassa statura e la sua evidente magrezza, ma dall’ultima volta che l’avevo vista aveva sviluppato il suo seno quasi inesistente fino ad una seconda misura. Non era molto, ma almeno ora c’era qualcosa da guardare.
‘Grazie. Anche tu non sei male. Cosa ci fai in città?’. Non era mia intenzione iniziare una lunga conversazione, e la domanda era stata solamente un gesto di educazione.
‘Se ti va di accettare un mio invito a bere qualcosa ti racconterò tutto! Aspetta un minuto che cerco il libro che mi interessa e poi andiamo!’. Potevo rifiutarmi, dire che ero di fretta, ma il suo grande sorriso mi bloccò, e feci un leggero cenno con la testa.
Mentre aspettavo che lei risalisse la coda che si era formata alla cassa, pensavo a quello che stava succedendo. Mi domandavo il perché del suo comportamento amichevole: dopotutto io l’avevo scartata in favore della sua amica. Avrebbe potuto limitarsi ad un saluto, invece sembrava come se per lei niente fosse successo. Una voce interiore poi mi diceva che avrei dovuto liberarmi in fretta da lei, perché se la mia ragazza fosse venuta a sapere che avevo accettato l’invito della sua ex amica mi avrebbe fatto una scenata’
‘Ora possiamo andare’. I miei pensieri furono interrotti, e così uscimmo dalla libreria.
‘Senti Marta, ti ringrazio per l’invito, ma fra poco mi inizia una lezione e non posso assolutamente mancare’ – ‘Che peccato! Beh, lascia che ti accompagni fino in facoltà!’. Ancora una volta mi aveva colto in contropiede, e senza che potessi dire niente stava già camminando al mio fianco. Lungo la strada mi svelò il motivo della sua presenza in città: Dopo la maturità aveva iniziato a lavorare, ma il richiamo dei libri era stato più forte, così dopo due anni aveva abbandonato l’occupazione e si era iscritta alla facoltà di Filosofia. ‘Così ora siamo colleghi!’ furono le parole che conclusero il discorso.
L’arrivo alla facoltà di Matematica interruppe il supplizio di imbarazzo ed inquietudine del mio spirito, che stava cominciando ad essere davvero pesante.
‘Mi ha fatto piacere rivederti. Buono studio’ dissi come formula di commiato. ‘Spero di rivederti presto Alessio! E poi abbiamo ancora un cocktail da prendere in sospeso’. Detto questo avvicinammo i nostri visi per i classici baci di saluto.
Qui accadde ciò che non mi sarei mai aspettato. Il doppio contatto della sua guancia provocarono in me un reazione di forte piacere, ma ciò che fu ancora più inaspettato fu l’eccitazione che andò accumulandosi nei miei pantaloni.
Dopo i baci mi sorrise, e salutandomi se ne andò.
La nuova, sconvolgente, reazione mi lasciò inebetito, e con un pene pulsante nei boxer rimasi fermo a guardarla allontanarsi. Ero incazzato con me stesso per quella stupida reazione, ma l’eccitazione aumentava mentre osservavo le sue gambe magre, lasciate nude da una corta connetta svolazzante. Prima di svoltare lei si girò e mi salutò con la mano. Io, inebetito, risposi velocemente al saluto, e rimasi con la mano sollevata anche dopo che fu sparita dalla mia vista.
Giuro che mai nella mia vita avevo avuto un’erezione tanto prolungata! Non voglio essere ipocrita, ed ammetto che molte volte mi sono eccitato guardando altre donne. A noi uomini, anche quando siamo felicemente fidanzati, capita di avere erezioni importanti osservando un bel fondoschiena o una scollatura evidente, e quando non si ha la possibilità di scopare entro breve tempo ci si riduce anche a masturbarsi pur di raggiungere il desiderato sollievo.
Tornato al mio appartamento, un bilocale con bagno e sala che faceva da salotto, cucina e anche da camera da letto, ero ancora eccitato e incazzato. Incazzato non per essermi eccitato alla vista di un paio di gambe, ma per esserlo a causa di Marta. Non avevo appetito e mi buttai subito sotto la doccia. Speravo che l’acqua lavasse via quella sensazione, ma invece mi ritrovai subito con il mio pene in mano, a masturbarmi pensando a quel casto bacio, a quelle gambe nude oltre la gonna corta’ La nuova Marta era quasi uguale alla Marta di 3 anni prima: tranne il seno i capelli castani a caschetto erano gli stessi, gli occhiali neri erano gli stessi. Uguale anche la statura e la forma fisica. Ma qualcosa era cambiato in lei, e quel qualcosa era lì che mi faceva ansimare e torturare il mio sesso come mai avevo fatto in tutte le seghe che mi ero sparato durante l’adolescenza. Mi maledivo ma stavo accelerando, l’orgasmo era vicino, ed ero inginocchiato davanti al suo fantasma quando all’acqua che scendeva dalla doccia unii il mio sperma, che poi scivolò inesorabilmente in un vortice fino a sparire giù per lo scarico.
Andando a dormire, esausto, speravo che il mio getto si fosse portato via anche il fantasma di quella che era ‘l’ex rivale’.

Per commenti, critiche, suggerimenti per nuove storie scrivetemi a:
prometheus796@gmail.com



Capitolo II ‘ Il vero volto della nuova Marta

I giorni tornarono a scorrere a normali, e il ricordo dell’incontro con Marta iniziò a sbiadire. Ciò fu reso più facile dall’arrivo di Serena, la mia ragazza, che per una settimana aveva deciso di venire in città per stare un po’ con me. Appena tornato dalle lezioni mi accoglieva calorosamente, con baci e abbracci. Ma alla sera ci scatenavamo, e grazie al sesso, tanto tanto sesso, non avevo più pensato a Marta, e riversando fiumi di sperma nel suo ventre non avevo più avuto bisogno di sfogarmi da solo. Un’attività questa, dopo l’avventura della doccia, molto pericolosa per la mia salute psicologica. Solo un pensiero minacciava qualche volta la mia serenità, il fatto di non aver raccontato niente di Marta a Serena.
Purtroppo la settimana passò in fretta, e Marta tornò nella mia testa. Non il suo pensiero, ma proprio lei. Stavo uscendo da una lezione, erano circa le 17, e lei era lì ad aspettarmi.
‘Marta” – ‘Alessio! Sono venuta riscuotere il mio credito!’ Si avvicinò, e alzandosi sulle punte mi diede un bacio sulla guancia. La reazione nei pantaloni fu la stessa dell’altra volta, ma non fu solo per colpa del bacio, ma anche dalla minigonna inguinale che portava. Non riuscivo a staccare gli occhi da quelle due gambe magre, che salivano fino ad un invisibile sessualità che tre anni prima desiderava donarsi a me. Chissà se e quanti uomini aveva avuto; dalle confidenze della sua ex amica sapevo che all’epoca dei fatti incriminati era ancora vergine, ma in tre anni poteva essere successo di tutto, poteva essersi fatta chiunque!
‘Noto con piacere che ciò che vedi è di tuo gradimento”. I miei pensieri vennero interrotti, e con ciò che restava della mia lucidità ripresi almeno in parte il controllo di me stesso. L’unica parte che non voleva farsi controllare era svettante nei boxer. Nella speranza che non se ne accorgesse ci incamminammo verso il bar più vicino.
Eccoci l’uno di fronte all’altra a bere il classico aperitivo pomeridiano e a raccontarci i fatti della nostra vita. ”e poi l’anno scorso ho mollato Davide, il capo ufficio. Anche per questo motivo ho lasciato il lavoro e sono venuta qui per ricominciare gli studi. è stato il mio unico uomo, ed ora ho voglia di fare nuove esperienze’. Quindi non era più vergine. Parlando sottovoce continuò ‘Sai Alessio, avrei tanto voluto farmi scopare da te la prima volta, ma sei stato tu a scegliere” Il mio viso diventò paonazzo in un colpo solo. Oltretutto era la prima volta che tirava fuori il discorso’ Cambiai subito discorso parlando di università e lezioni, e parlai poi della città durante la passeggiata fuori dal bar. Invece di accompagnarla al suo appartamento, i miei piedi automaticamente ci portarono fuori dal portone del mio. ‘Marta, io sarei arriva”. Le mie labbra smisero di muoversi per parlare, ed iniziarono a muoversi per rispondere ad un inatteso bacio. Dovevo allontanarla, urlarle che io stavo ancora, e felicemente, con Serena, ma invece le nostre lingue iniziarono ad avvinghiarsi appassionatamente nelle nostre bocche. Il bacio durò appena trenta secondi, lasciandomi completamente senza parole. Lei invece di parole ne aveva, e sapeva esattamente cosa dire. Dandomi in mano un foglietto disse: ‘Questo è il mio numero. Non sei stato il primo a scoparmi, ma sarai il secondo Ne sono sicura, ti sono entrata nella mente. Dipende tutto da te ovviamente, ma per voi uomini è ancora più eccitante tradire’. Iniziò ad allontanarsi, ma dopo pochi passi si girò, e per terminare disse: ‘Chi meglio di me è la persona più adatta per mettere le corna a quella stronza di Serena? Vedrai, sarai tu a chiedermi di scopare!’. Così dicendo se ne andò.
‘Non la chiamerò, non riuscirà a manipolarmi’ erano i miei pensieri appena rientrato in appartamento. Ma di una cosa aveva ragione: mie era entrata nella mente. Ero nelle stesse condizioni dell’altra volta, se non peggio. Nudo, con il mio fallo in mano, a masturbarmi sognando Marta. Avrei dovuto resistere, ma dovevo ammettere che la situazione era estremamente eccitante. Stavo penetrando il fantasma di Marta, nuda a gambe aperte sul mio divano-letto. Finii per eiaculare, eccitato dal vero volto della nuova Marta.

Per commenti, critiche, suggerimenti per nuove storie scrivetemi a:
prometheus796@gmail.com



Capitolo III ‘ La cena a base di sesso

La consapevolezza che non sarei riuscito a resistere a lungo mi martellava la testa, ma cercavo in tutti i modi di resistere. Dovevo riuscire a riprendere il controllo della situazione, che per il momento era completamente in mano di Marta. Dopo appena due giorni inviai un sms al numero scritto sul foglietto: DOBBIAMO PARLARE. Passarono due minuti e sul mio cellulare comparve la scritta SARO’ DA TE ALLE 20.30. Per la giornata non erano previste lezioni, e l’attesa iniziò ad essere snervante e insostenibile. Non avevo niente da mangiare, ma a questo rimediò proprio Marta. Con un’ora d’anticipo si presentò sotto casa mia. Al citofono mi disse: ‘Alessio, sono passata davanti alla rosticceria. Ti ho portato la cena, non avevo voglia di mangiare da sola’. Entrata nell’appartamento gettò il sacchetto col cibo sul tavolo, e guardandosi in giro fece il commento che distrusse definitivamente i miei propositi di resistenza. ‘Appartamento grazioso, ottimo anche il divano. Sarà fantastico essere posseduta qui’. Ero completamente spiazzato, e lei lo sapeva. ‘Sei una troia’ furono le mie uniche parole. ‘Non ora tesoro, prima mangiamo. Abbiamo tutta la notte per mettere le corna a Serena’. Era davvero una troia: vestiva ancora una gonna che definire corta era un eufemismo, e il seno era contenuto da una camicia di jeans annodata sopra l’ombelico. La cena si consumò in un atmosfera irreale, visto che entrambi non parlavamo molto. Il mio pene pulsava, e nei suoi occhi c’era un espressione da vogliosa. La cena era ormai finita quando il mio cellulare squillò. ‘Cazzo, è Serena!’ – ‘Rispondi alla stronza, io farò la brava!’. Mi sedetti sul divano, e con la voce più calma e normale possibile risposi ‘Ciao amore mio!’ La comunicazione cominciò, ma con gli occhi continuavo a scrutare la mia ospite, sicuro che presto ne avrebbe combinata una delle sue. Infatti si alzò, venendo due metri davanti a me. ‘Si si amore tutto bene. Penso sempre a te, mi manchi’. Marta iniziò a muoversi sensualmente, sembrava che stesse ballando. ‘Sere, vorrei che fossi qui’ Marta mosse più volte la testa come per mimare un ‘No’. Le mani corsero al nodo della camicia di jeans, e con poche mosse si slacciò. Avevo capito che ogni bugia che raccontavo alla ragazza al telefono la faceva eccitare, e in qualche modo voleva premiarmi. La cosa iniziava ad eccitarmi molto, così continuai. ‘Tesoro, se fossi con te ti porterei a letto. Ho voglia di sesso’. La cosa parve piacere molto a Marta, che dopo essersi liberata dalla camicia si levò subito anche la gonna. Ora davanti a me c’era una ragazza il cui unico indumento era un perizoma quasi invisibile. Le sue piccole tette svettavano bianche, e i capezzoli erano già turgidi. Avevo voglia di succhiarli. ‘Amore, nella mia vita ci sei solo tu’. Marta sorridendo si portò le mani all’elastico del perizoma, e lentamente lo abbassò facendolo poi sfilare lungo le gambe. La sua fighetta era bianca come il resto del corpo, ma la cosa che mi fece più impazzire fu l’assenza di qualsiasi pelo. Continuò a ballare un altro po’ per fare aumentare ulteriormente la mia eccitazione. Poi si inginocchiò e mi raggiunse camminando su quattro zampe. Quando mi ebbe raggiunto volle iniziare a slacciarmi i pantaloni. Lo fece con calma, perché il rumore provocato dalla fibbia della cintura avrebbe potuto insospettire Serena. Incredibilmente la mia voce non lasciava trasparire nessuna emozione, anche quando Marta iniziò a strusciare la sua mano sul mio pene, protetto ormai solamente dai boxer. Dopo che ebbe levato anche quell’ultimo indumento il mio membro eccitato si parò davanti a lei. ‘Amore mio ti devo lasciare”. Marta aveva iniziato a darsi da fare: abbassando la testa mi stava succhiando il testicolo destro, per poi spostarsi a succhiare quello sinistro. ‘Ciao amore mio. Ti amo’. Appena la comunicazione si interruppe Marta si staccò dai miei testicoli e si buttò vogliosa sul mio fallo eccitato. ‘Finalmente la cornuta ha smesso di parlare!’ furono le parole che anticiparono il fantastico pompino. Stavo godendo come non mai, e cercavo di allungare i tempi di resistenza, per venire il più tardi possibile. Marta era eccezionale, e più di una volta mi portò sull’orlo dell’orgasmo, per interrompersi poco prima che il mio seme le inondasse la bocca. Dopo cinque minuti in cui mi leccò e succhiò ogni centimetro del mio cazzo si staccò, e io le dissi: ‘Voglio scoparti Marta, voglio fotterti per tutta la notte, voglio svuotare tutto il mio sperma nella tua vagina’. Ero stato volgare come non mai, ma alla mia amante parve piacere. Si mise sul divano sorridendo maliziosa, e allargando le gambe esclamò: ‘Te lo avevo detto che alla fine saresti stato tu a chiedermi di scopare.’.
Aveva perfettamente ragione, ero caduto in pieno nella sua trappola. Me ne rendevo conto, ma ora l’unica cosa che volevo fare era penetrarla. ‘Entra Alessio, questa calda fessura aspetta solo te!’. Fui quasi violento, e con un possente spinta prima la cappella, e poi tutta l’asta sprofondarono nel ventre di Marta. ‘Scopami Alessio, scopami! Più forte più forte!!! Voglio sentirti tutto dentro di meeeee! Ahhhh”’..aaahhhhhhhhhhh!!! Possiedimi tutta, come non hai mai fatto neanche con Serena!!!’
‘Ahhhh’.Ahhhhhh!! Ti scopo come non ho mai fatto Marta!!! Ti voglio inondare di sperma, voglio che lo senti tutto dentro di te! La cornuta non ha mai avuto tutto questo!!! Aaaaahhhhhhhh!!!’

Continuavamo così, sempre con la stessa foga e con la stessa intensità. Il mio pene usciva quasi del tutto dalle piccole labbra, per poi piombare nuovamente tutto all’interno del suo corpo. La baciavo e le stringevo le tette con le mani mentre i miei testicoli sbattevano ripetutamente sulle sue natiche.
‘Alessio vengo! Sto per venire Alessiooo!!! Riempimi la figa ti prego, riempimi!!!!’
‘Ti riempio tutta!!! Prendi tutta la mia sborra! Oddio, vengo vengo! Maaaartaaaa”
. Svuotai tutto ciò che avevo dentro quel gracile corpo, dentro quella vulva dal pube rasato. Anche lei venne insieme a me, e gli spasmi e le scosse del suo ventre si trasmisero al mio membro, che ancora di più riversò bianco liquido seminale nel suo giovane utero.
Nonostante la copiosa eiaculazione il mio pene era ancora in erezione, e a Marta ciò non passò inosservato; infatti con un semplice sguardo implorante mi chiese di rimanere dentro di lei fin che potevo. Ci mettemmo distesi sul divano, ormai esausti dopo il lungo e intenso incontro di sesso, continuando però a penetrarla. Un senso rilassatezza interiore prese possesso del mio corpo, e piano piano le mie palpebre iniziarono a calare. ‘Lasciati andare Alessio, domattina sarò ancora qui. Sarò sempre qui, ormai sei mio’.
Stavo ormai scivolando inesorabilmente verso l’oblio del sonno, e così non capii perfettamente le sue parole. Prima di gettarmi definitivamente tra le braccia di Morfeo bisbigliai inconsciamente poche parole di risposta: ‘Sono tuo Marta”

Per commenti, critiche, suggerimenti per nuove storie scrivetemi a:
prometheus796@gmail.com



Capitolo IV ‘ Finalmente vergine

I sogni che accompagnarono la notte furono profondi e tormentati. Sognavo Serena circondata da decine e decine di uomini nudi, che con i loro cazzi svettanti minacciavano di violare il sesso della mia dolce ragazza. Ma lei era vogliosa, e a turno li accoglieva tutti dentro la sua morbida vagina. Uomini la penetravano davanti, altri le sfondavano il culo che io non avevo mai avuto, altri ancora glielo ficcavano in bocca, dove lei avida e bramosa succhiava torrenti di sperma. Quando l’ultimo fallo maschile le lasciò libera la bocca mi urlò: ‘Alessio, è questo che ti meriti!’
Mi svegliai di scatto, e un paio di secondi mi servirono per capire bene dove mi trovavo e cos’era successo’ L’immagine di Serena iniziava a sbiadire, e compresi il messaggio che veniva lanciato dal mio subconscio. Avendo sempre avuto il terrore di un tradimento da parte della mia ragazza questo sogno era una sorta di punizione, tipo legge dantesca del contrappasso, al mio rapporto sessuale con quella che era da lei la persona più odiata.
Nella stanza non c’era nessuno, ma un suono di acqua scrosciante proveniva dal bagno.
Presi i boxer rimasti a terra dalla sera prima, e mi aprendo la porta entrai in bagno, dove qualcuno stava facendosi una doccia. Marta scostò leggermente la tendina, e il suo viso fece capolino alla mia vista. ‘Buongiorno Alessio. Dormito bene? Dai, vieni sotto l’acqua con me’ ‘ ‘Buongiorno. Insomma, non ho dormito molto bene. Senti Marta, non credo sia il caso, ti pregherei di andartene” In quello stesso istante la tenda della doccia venne spostata del tutto, e quel meraviglioso corpo nudo si parò davanti ai miei occhi. Come se nulla di ciò che avevo appena detto fosse mai stato pronunciato, dopo appena cinque secondi mi trovavo nudo sotto il getto d’acqua, a baciare e a stringere il fragile corpo che con tanta foga ed avidità avevo posseduto la sera precedente. Le nostre lingue vorticavano in furiosi baci pieni di voglia e di desiderio che la nostra vicinanza scatenava. Le mie mani la stringevano e le accarezzavano la schiena, mente lei con la mano destra si stava torturando un capezzolo eccitato e con la sinistra stava segando il mio pene, che velocemente riprese le sue massime dimensioni. La mia mano scese per palparle i glutei, e quando le dita attraversarono il solco delle natiche e sfiorarono l’ano i baci si interruppero, e nel suo volto comparve una intensa gioia. Visto che le piaceva cominciai a muovere il dito in circolare per stimolarle il muscolo anale. I suoi mugolii si facevano via via più intensi, ma quando il mio dito indice violò il suo retto, con occhi iniettati di desiderio mi disse: ‘Oohh si ti prego inculami! E’ ancora vergine, tutto per te!’ Così dicendo si mise abbassò, mettendosi a novanta gradi, nella classica posizione a pecora. Iniziai ad allargarle il deretano con un dito, per poi aumentare a due. Mentre il medio e l’indice entravano ed uscivano dal suo ano, allargandolo e facendola eccitare dissi: ‘Marta, anch’io sono vergine. Serena si è sempre rifiutata di fare sesso anale’. La mia amante a novanta continuava a gemere, e quando pensai di averla preparata a sufficienza appoggiai la mia cappella all’entrata di quella entrata vergine.
Mancava però ancora qualcosa, e quel qualcosa era la rabbia. A differenza della sera prima non ero travolto dalla stessa rabbia e dallo stesso desiderio selvaggio, nonostante fossi tremendamente eccitato. ‘Prima che litigassimo, Serena mi ha raccontato di quello che faceva con i suoi ex. Strano che non l’abbiate mai fatto, perché a lei piaceva prenderlo nel culo!’ Il mio pene ebbe un sussulto e si indurì ulteriormente a quella rivelazione. Nella mia mente tornò prepotentemente il sogno appena fatto; non sapevo se fosse la verità, ma l’immagine di Serena che si faceva inculare non mi sembrava più così impossibile. Afferrai con forza i fianchi di Marta, pronto per affondare il mio membro nel suo intestino. ‘Ohh siii! Prendimi con la stessa passione con cui abbiamo scopato! Possiedimi in ogni posizione, e alla fine sarò tua come tu sei mio!!!’ Dopo una resistenza iniziale lo sfintere si rilassò, e così inizio la prima penetrazione anale della nostra vita. Facevo fatica a proseguire, anche a causa del dolore che a Marta provocava. ‘Mi stai sfondando Alessio. Non ti fermare, spaccami in due!! Aaahhh godoooo! Fammi tuaaaa!’ ‘ ‘Te lo ficco dentro tutto. Quella stronza e cornuta lo prendeva da altri e non da me. Ora mi vendicherò, e ti inculo e ti scopo finché ne avrò voglia!!’ Ero finalmente arrivato fino in fondo a quello stretto canale. Incominciando a stantuffarla il godimento aumentava. I miei testicoli sbattevano sulle sue grandi labbra, e si bagnavano a causa dei copiosi umori che sgorgavano dalla sua vagina eccitata. Con una mano si sorreggeva al muro del bagno, e con l’altra si tintillava il clitoride. ‘Riempimi le budella del tuo caldo seme Alessio! Voglio sentire il calore del tuo piacere!!! Oddiooo vengoooooo!!!’ Stavamo urlando dal godimento, insieme, e contemporaneamente al suo orgasmo svuotai tutto il mio sperma del didietro della mia compagna di sesso.
Dopo che ci fummo rialzati, stanchi e provati dall’esperienza, ci lavammo a vicenda continuando a baciarci.
Qualche minuto dopo eravamo sul divano, nudi, stretti in un caldo abbraccio. Era il primo momento di dolcezza e di tenerezza che ci scambiavamo da quando tutta questa storia era iniziata. ‘Non puoi più fare a meno di me Alessio. Da questo momento sarò la tua amante! Finché non vorrò qualcosa di più”. Non risposi, ma annuii. Ero in mano sua, completamente. Adoravo scopare con lei, ma la mia situazione era davvero pericolosa.

Per commenti, critiche, suggerimenti per nuove storie scrivetemi a:
prometheus796@gmail.com


Leave a Reply