Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Lezioni di greco a Mattia

By 12 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La pioggia scroscia incessante aldilà dei finestrini del tram. Maledico il tempo traditore che stamattina mi ha fatta svegliare con un bel sole e che ora mi farà inzuppare fino al midollo. Rabbrividisco in anticipo, &egrave come se sentissi già dei rivoletti d’acqua scendermi lungo la schiena bagnando il mio leggero vestito di lino azzurro. E’ tutta colpa di Mattia se mi trovo in questa poco piacevole situazione. Se solo lui sapesse il greco senza dover avvalersi del mio aiuto a quest’ora sarei a casa al riparo dalla pioggia. Sbuffo, non ho affatto voglia di stare due ore a cercare di insegnare qualcosa a un diciottenne sfaticato con la testa da tutt’altra parte. Purtroppo le studentesse universitarie hanno bisogno di qualunque entrata possibile e 20 euro di più in tasca fanno sempre comodo. Il tram si ferma e, con un sospiro rassegnato, scendo nella pioggia. Le gocce cadono fitte e abbondanti, &egrave solo questione di poco prima di ritrovarmi fradicia. Fortunatamente la casa di Mattia non &egrave lontana e nel giro di dieci minuti sono già attaccata al suo citofono in cerca di riparo. In ascensore mi guardo allo specchio: sono in uno stato pietoso. I capelli mi si incollano ai lati del viso e lungo la schiena lasciata nuda dal leggero abito estivo. Il trucco per fortuna ha tenuto grazie al mascara waterproof, ma per il resto sono indecente. Il vestito mi sta incollato al corpo come una seconda pelle mettendo in evidenza il mio seno prosperoso e i capezzoli che sono eretti a causa del freddo. Si riesce persino a intravedere lo scuro dell’areola attraverso la stoffa sottile, perché non ho messo il reggiseno prima di uscire? Non mi interessa di infoiare un diciottenne, anzi la prospettiva &egrave divertente, ma i suoi genitori sono amici di famiglia ed &egrave importante che loro continuino a vedermi come una brava ragazza. Sospiro, ormai non c’&egrave nulla che possa fare riguardo il mio aspetto discinto. Nel mentre le porte dell’ascensore si aprono così attraverso il pianerottolo dirigendomi verso l’interno 13. Suono in campanello e dopo poco mi ritrovo davanti Mattia, strano di solito &egrave sua madre che mi viene ad aprire. Come se lui mi avesse letto nel pensiero spiega:
‘Sono solo a casa oggi, la mamma ha dovuto accompagnare mia sorella dal dentista’.
Meglio, così solo Mattia mi vedrà in questo stato. Sorrido e annuisco così lui mi fa strada verso camera sua. Ho notato la sua occhiata maliziosa, ma ho fatto finta di nulla seguendolo docilmente. Sorrido, quello sarebbe stato un pomeriggio interessante. Ci sediamo alla scrivania uno di fianco all’altro. Noto lo sguardo di Mattia scendere spesso nella mia scollatura mentre fa a pungi con gli inni di Callimaco. Già la sua pronuncia &egrave pietosa, ma la distrazione del mio seno peggiora ulteriormente la cosa. Decido allora di testare l’intraprendenza di Mattia. Faccio cadere la matita (che mezzuccio banale) e mi chino a raccoglierla mettendo bene in mostra il mio culetto sodo perfettamente visibile attraverso il leggero vestito bagnato. Il perizoma di seta blu che indosso non &egrave di certo un ostacolo. Mattia deglutisce e lo vedo armeggiare sotto la scrivania, si starà sicuramente aggiustando il cazzo nei jeans che ormai gli saranno troppo stretti. Sorrido e, mentre lui cerca di tradurre il greco, inizio a giocare con la sua matita. La passo lentamente lungo il mio collo, la striscio lentamente sul contorno della mia scollatura a cuore ed infine inizio a leccarla dolcemente’ Mattia ha ormai abbandonato qualsiasi pretesa di pensiero razionale rivolto al greco e fissa ipnotizzato la matita che entra lentamente nella mia bocca accompagnata dal movimento circolare della mia lingua’ Lo vedo che ormai ha capito il mio gioco, che nulla di ciò che faccio &egrave casuale, che ho voglia di una bella e sana scopata e che può essere lui a soddisfarmi. All’improvviso afferra così la mia mano libera e se la appoggia sul cazzo. Non mi aspettavo una mossa simile, ma inizio la mia lenta esplorazione. Il ragazzino &egrave ben fornito, il suo cazzo già bello duro preme contro i jeans e sento il suo calore attraverso la stoffa ruvida.
‘Succhiamelo’ mi dice allora Mattia.
E bravo il mio ragazzo, sa cosa vuole e non fa fatica a dirlo. Dubito sia la sua prima volta, ma scommetto che nessuna delle ragazzine con cui &egrave uscito ha la mia esperienza in fatto di pompini. Sbottono così i suoi pantaloni ed estraggo il suo cazzo dai boxer. La cappella rossa e lucida svetta così nella mia mano. Mi alzo e mi inginocchio ai suoi piedi e lo prendo in bocca. E’ più dotato di molti dei partner che ho avuto in passato, ma inizio a leccarlo dolcemente per tutta la sua lunghezza. La mia lingua scorre sulla punta del suo cazzo da cui stillano le prime gocce del suo piacere. Mentre la mia bocca inizia a chiudersi su di lui le mie mani afferrano la base dell’uccello e iniziano a segarlo lentamente seguendo il ritmo delle labbra e della lingua. Massaggio dolcemente anche le palle e Mattia inizia a gemere forte. Lo so, lo so che &egrave bello, ma voglio di più. Gli infilo così un dito nel culo. Mattia sobbalza, l’ho colto di sorpresa e mi fissa a bocca aperta. Io lo ignoro e continuo con il mio lavoro. Dopo poco si rilassa e inizia a tremare. Sapevo che avrebbe apprezzato, ma non voglio che goda, temo che sia ancora troppo giovane per non essere del tutto egoista. Mi alzo in piedi e lui mi fissa contrariato.
‘Caro il mio Mattia, non sono mica una missionaria caritatevole io’ Vuoi venire? Allora prima dovrai far godere me!’ gli dico senza giri di parole.
‘Spogliati e sdraiati’ mi intima allora indicando il suo letto.
Ottimo, così mi piace. Lentamente sciolgo il nodo che mi chiude il vestito sul collo e lo sfilo lentamente. Prima emergono i miei seni tondi e sodi, leggermente più chiari rispetto al resto della mia pelle abbronzata. I capezzoli spiccano comunque grossi, scuri e turgidi. Mattia si lecca le labbra. Il vestito &egrave ormai ai miei piedi e lo allontano con un calcio. Ora &egrave la volta del perizoma, mi giro e lo sfilo facendo attenzione a mostrare tutto di me a Mattia che continua a guardarmi con il cazzo sempre più duro. Mi chino per toglierlo e divarico leggermente le gambe, ora Mattia vede le mie labbra glabre e seriche luccicanti dei miei umori e pronte per lui. Scalcio via anche il perizoma e mi giro: ora sono completamente nuda davanti a lui se non per i sandali con il tacco ai miei piedi. Vado verso di lui e mi corico sul letto come mi aveva ordinato in precedenza. Apro le gambe e lascio che mi guardi a piacimento. Finalmente, dopo un paio di minuti, si china su di me e inizia a succhiarmi il clitoride. La sua inesperienza e goffaggine sono palesi, ma quando inizia a sditalinarmi la cosa inizia a farsi piacevole. Dopo una decina di minuti sono fradicia e lui si allontana per prendere un preservativo nel comodino. Và sul sicuro il ragazzino.
‘Mettiti a pecora’ mi dice allora e io eseguo, mi piace quando mi si danno ordini. Ora il mio culetto e la mia micetta sono aperti davanti a lui. Mattia mi afferra per i fianchi e, senza alcuna esitazione, mi pianta il suo lungo cazzo fin in fondo alla fica. E’ quello che stavo aspettando. Mattia inizia a pompare furiosamente, l’ho tenuto fin troppo in sospeso, so che verrà fin troppo presto. Inizio allora a sgrillettarmi, il mio clitoride &egrave gonfio e pronto, &egrave solo questione di poco anche per me. Sento i gemiti di Mattia crescere, ansima, &egrave vicino’allora aumento il ritmo, tocco con foga, quasi violenza e sì, ci sono, eccolo, lo sto toccando, sento il cazzo di Mattia sfondarmi, sì! Godo! Il mio gemito &egrave coperto da quello di Mattia che viene subito dopo accasciandosi soddisfatto sul letto. Io invece mi alzo e indosso il vestito. Guardo Mattia coricato sul letto con ancora addosso la t-shirt e jeans e boxer arrotolati alle caviglie. Mi fa quasi tenerezza. Recupero il mio perizoma e lo poso sulla sua scrivania, un ricordino non po’ che fargli bene. Sorrido e lo lascio a smaltire in tranquillità il suo orgasmo. Prima di uscire però afferro un ombrello, non mi pare il caso che siano i miei di genitori a sorprendermi senza biancheria. La brava ragazza torna all’ovile.

Leave a Reply