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Racconti Erotici Etero

L’inizio dei miei tradimenti

By 15 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve a tutti, mi chiamo Elisabetta e ho deciso di iscrivermi a questo sito dietro consiglio di un’amica, per raccontare quello che ero e quello che sono diventata e per vedere se qualcuno mi può aiutare a capire quello che mi sta succedendo.
In pratica, dopo essere stata una fidanzata fedele (o quasi)e poi moglie fedelissima per tanti anni, da circa 3 anni mi sono ritrovata nella condizione di desiderare di tradire mio marito (che continuo ad amare), per provare sensazioni mai provate prima. Sempre più spesso, infatti,mi sto concedendo a vari uomini, che si approfittano di questa mia debolezza, pur di godere e di sentirmi finalmente donna. Ho cominciato a vestirmi in maniera sempre più provocante, a non abbassare lo sguardo se il ‘porco’ di turno mi guarda in maniera lasciva e ad uscire sempre più spesso con le mie amiche (grazie anche al fatto che io marito è spesso fuori per lavoro) e a frequentare locali dove, quando ho voglia, mi faccio abbordare e sedurre.
Fin qui niente di strano, direte voi:ecco la classica sposina insoddisfatta che ha deciso di evadere dalla ruotine quotidiana e si è trasformata in una vera zoccola (ho letto vari racconti e mi sembra che questa sia la logica conclusione).Il fatto è che io non mi sento una Puttana, amo mio marito e la mia famiglia e mi comporto sempre in maniera impeccabile durante gran parte della mia vita e sono contenta così. Ci sono però dei momenti in cui sento che mi manca qualcosa (il sesso duro, sfrenato, senza limiti) e se il ‘furbone’ di turno riesce a stuzzicarmi in maniera originale, ecco che ci casco e mi ritrovo a gambe larghe ad essere infilata come mio marito non ha mai fatto e a godere come una matta. Poi, però , passata la frenesia, mi pento e piango per il tradimento e torno ad essere la mogliettina fedele di sempre’.fino alla volta dopo.
Tutto è cominciato, come dicevo, circa 3 anni fa, a causa di una riunione di lavoro.
Io avevo all’epoca 35 i, sono sposata da 12 anni , dopo essere stata fidanzata per 9 anni (sempre lo stesso uomo).Ho due figlie piccole e lavoro in una grande agenzia immobiliare a circa 30 km da casa mia.
Mio marito fa il rappresentante di biscotti ed è spesso fuori per lavoro.
Non mi ha mai fatto mancare niente e non ho mai avuto nessuno uomo fuori che lui (a parte due scappatelle ai tempi delle superiori).Il sesso lo facciamo sempre meno spesso, alla maniera classica, nei ritagli di tempo (e, ora che lo so, dura sempre molto poco).
I miei abiti sono sempre stati abbastanza castigati (poche gonne, pantaloni abbastanza larghi, scarpe basse) e così riuscivo a nascondere (senza volerlo) il mio corpo. Nonostante questo, ero stata oggetto comunque di attenzione da parte dei miei colleghi maschi,ma, dopo vari rifiuti, hanno tutti desistito . Finchè non è arrivato Giorgio, un nuovo collega di circa 45 anni, scapolo, bel fisico, ma con uno sguardo che mi ha messo in soggezione fin dal primo momento, quando ci siamo presentati e lui, trattenendo la mia mano per un secondo di troppo, mi ha fatto un sorrisino come se sapesse cosa sarebbe accaduto. A detta delle mie colleghe è un gran figo (ma io non ci trovavo niente di eccezionale) e il suo arrivo ha rivoluzionato il clima dell’ufficio: Giorgio si è infatti dimostrato un gran porco, ci provava con tutte e , grazie anche al suo fascino, era riuscito, dopo neanche un mese, a portarsi a letto due di noi (di donne siamo in 4, Maria 30 anni sposata senza figli, Chiara, 28 anni fidanzata, Carla 65 anni, ed io).Vista l’età di Carla e anche il fatto che è abbastanza brutta, io rimanevo l’unica a non essere cascata nelle sue grinfie.
Venni a sapere del fattaccio proprio da Chiara che , un giorno, dopo che avevo respinto in malo modo Giorgio che mi si era ‘accidentalmente’ strusciato addosso per l’ennesima volta, mi confidò queste testuali parole.
– Sai, Ely, ti converrebbe lasciarti andare con lui’.non te ne pentiresti-
– Cosa stai dicendo- risposi io- Non ci penso nemmeno’..e poi come fai a sapere che non me ne pentirei”a me sembra proprio un porco’.ho visto come ci guarda’.non capisco come fai a continuare a parlarci sempre durante le pause pranzo- risposi io stizzita.
– Beh, infatti non è che parliamo sempre”diciamo che ci dedichiamo anche ad altre cosuccie- mi disse sottovoce, sorridendomi, facendomi il segno con la mano, mimando una scopata.
– Ma’.stai scherzando’..non sarai mica impazzita’tra 6 mesi ti sposi e tradisci il tuo fidanzato con quel maiale’.ma cosa ti è preso’.non ci credo- dissi io sempre più stupita.
– Pensa cosa ti pare, ma ti assicuro che scopa come un Dio e mi fa urlare per ore’.e poi ha un”’hai capito cosa intendo (facendomi segno con le due mani, allontanandole sempre più, a minare una lunghezza esagerata).
– E poi-continuò lei ‘ non fare tanto la santerellina’.ti ci vorrebbe proprio una botta di vita’guarda Maria’..anche lei è stata con Giorgio e adesso sembra rinata ‘ e così dicendo spostò gli occhi sulla nostra collega che stava parlando sottovoce con Giorgio alla sua scrivania, abbassandosi davanti a lui fino a fargli vedere la sua scollatura.
– Nooooo”lei no’.non è possibile’è sempre stata una ragazza tranquilla’.spesso ceniamo insieme con i nostri mariti e mai avrei immaginato che lei’..è vero che è cambiata da un po’ di tempo, ma mai avrei pensato che ”e tu non sei gelosa che Giorgio’.si, insomma , che ”vada anche con lei?- gli chiesi io sempre più ingenua.
– Guarda, basta che continui a scoparmi come ha fatto finora e non sarò certo io a reclamare’niente legami, niente complicazioni, solo sesso e soprattutto, fatto bene.
Detto questo, Chiara si allontanò, lasciandomi stupita per le parole (non avevamo neanche mai parlato così esplicitamente di sesso) e un po’ indignata per essermi accorta di lavorare insieme a due’.non sapevo neanche come chiamarle.In quel momento, però, Giorgio alzò lo sguardo e mi lanciò un’occhiata penetrante, seducente e lasciava al tempo stesso e mi strizzò l’occhiolino, sorridendomi con aria furbesca. Non so perché, ma sentii uno strano formicolio al basso ventre e penso di essere anche arrossita.
Da quel giorno cominciai a fare più caso alle mie colleghe e a Giorgio e constatai che effettivamente li vedevo sparire abbastanza spesso in archivio o nei bagni e che durante la pausa pranzo non uscivano mai dall’ufficio con la scusa di finire un lavoro arretrato e tutto questo cominciò, non so come, a farmi sentire gelosa della situazione.
Poi però, riflettevo e mi dicevo che io quelle cose non le avrei mai fatte, perché amavo mio marito e loro erano solo delle ”.puttane (ecco, l’avevo detto).
Cominciai però, a cambiare modo di vestirmi:abbandonati i pantaloni, indossavo sempre più spesso le gonne o i tailleur, accompagnati da scarpe con tacco e dagli immancabili collant (amo i collant, ne sono ossessionata e ne ho di tutti i tipi ed è stata forse questa mia passione, della quale Giorgio si era prontamente accorto, a farmi cadere nella sua trappola).
In seguito a questo mio cambiamento nel vestire, Giorgio ricominciò a farmi la corte, a volte con dolcezza, a volte in maniera sfrontata, strusciandosi spesso al mio sedere, lodando la mia bellezza, invitandomi a cena fuori, ma io riuscivo sempre a tenergli testa e a rifiutare.
Un giorno, però, in cui sotto la gonna avevo indossato dei nuovi collant neri con dei motivi floreali, mentre ero vicino alla sua scrivania e discutevamo di un affare, mi sentii toccare il polpaccio da lui che, con grande naturalezza, mentre cominciava a far risalire la mano lungo la coscia, mi disse:
– Oggi sei veramente arrapante’.queste calze ti stanno divinamente e mi fanno letteralmente impazzire’..mi piacerebbe vedere il fiore che sta nel mezzo (alludendo alla mia micina) e poi strappartele con i denti- e intanto la mano era arrivata sul mio culo e stava accarezzandomi le chiappe.
La mia reazione sarebbe dovuta essere quella di allontanarlo e dargli uno schiaffo per la sua sfacciataggine, ma, il riferimento ai miei collant che venivano strappati mi fece correre con la fantasia (era una cosa che avevo sempre sognato) e rimasi lì vicino a lui un istante di troppo, che lo autorizzò a continuare il suo palpeggio, arrivando ad infilarmi ma mano tra le gambe e cominciare un massaggio sulla mia patatina, che stava già cominciando a bagnarsi. Questo mi permise di ritornare in me. Con una botta gli tolsi la mano e gli diedi uno schiaffo, avendo cura di alzare la voce e di urlare :-Sei un porco’non mi toccare- in modo che tutti mi sentissero, e poi mi allontanai. Lui non sembrò prendersela tanto e alzò gli occhi al cielo e disse: Ehi, sei tu che mi hai provocato’..sono giorni che ti strusci addosso a me e adesso’..e , valle a capire le donne in calore, ah, ah, ah- contimuò ridendo ed ammiccando verso gli altri, che sembravano solidali con lui. IO arrossii e mi ritirai alla mia scrivania.
L’episodio non mi aveva però lasciato indifferente:nonostante l’umiliazione, avevo la fica in fiamme, come mai mi era capitato e mi sentivo tutta bagnata.Corsi quindi in bagno e, dopo aver abbassato i collant, mi resi conto che lo slippino era letteralmente fradicio..e tutto questo solo con una carezza.Non era possibile.Quel porco mi aveva fatto eccitare e io avevo fatto anche la figura della spudorata.
La sera, a casa, avevo una voglia matta di fare l’amore con mio marito, ma lui era stanchissimo (come capitava sempre più spesso) ed io rimasi a bocca asciutta e non mi rimase che mettermi a dormire.Il sonno non voleva saperne di arrivare e la mia mente ritornava sempre alla scena del pomeriggio: io chinata in avanti, con la mano di Giorgio infilata fra le gambe che mi massaggiava attraverso i collant, con la promessa che me li avrebbe strappati e poi scopata a forza’non resistetti e cominciai a toccarmi la fica (cosa che non facevo da quando avevo circa 20 anni) e mi masturbai chiudendo gli occhi e raggiungendo prestissimo l’orgasmo.
Una volta appagata la mia voglia, mi pentii di quello che avevo fatto e desiderato e, guardando il mio amatissimo marito, mi addormentai.
Il giorno dopo venni convocata dal responsabile dell’agenzia che mi comunicò che sarei dovuta andare per una settimana a Milano ad una convention e anche a parlare anche con il direttore del personale, cosa che avrebbe sicuramente giovato alla mia carriera (così disse lui).Mi disse che sarebbe venuta anche Maria e che avremmo usato la macchina aziendale.
Io , anche contenta del fatto che mi sarei allontanata dal porco per una settimana, accettai di buon grado e la mattina dopo aspettavo con ansia che Maria mi passasse a prendere.Per l’occasione mi ero messa una minigonna di jaens, con camicetta bianca sopra e con collant color carne.Non appena la macchina arrivò, misi la valigia nel bagagliaio e mi fiondai dentro’.e li rimasi pietrificata.Alla guida infatti c’era Giorgio.
– Ciao bellezza’..accidenti come sei sexi oggi’non mi dire che ti sei vestita così per me.-
– E tu cosa diavolo ci fai qui’doveva passare Maria’..fammi scendere subito- reclamai io tentato di scendere’.ma ormai era ripartito.
– Purtroppo Maria non poteva venire’e così mi sono offerto io di accompagnarti..spero che non ti dispiaccia- mi disse lui sornione, ammirando nel frattempo le mie gambe per niente coperte.
– Sei uno stronzo’.non voglio venire con te..scommetto che l’hai convinta tu a non venire’per provarci con me’.sei un bastardo’torna indietro- gli urlai io.
– Non fare la stupida’..e non pensare di essere così desiderata’.adesso rilassati e goditi il viaggio’vedrai che avrai modo di apprezzarmi e così potremo approfondire la nostra conoscenza- mi disse accelerando e mettendomi una mano sul ginocchio sinistro e cominciando ad accarezzarmi le gambe.
– Leva subito quella manaccia e non ti fare strane idee- gli dissi allontanando la mano e cercando di abbassare la gonna – Ok, visto che non posso fare altrimenti, andiamo pure’ma non ci provare mai più o ti sputtano al direttore del personale- lo minacciai io.
– Ehi, lo sai che quando ti arrabbi diventi ancora più sexi?- volle terminare lui.
Il viaggio proseguì senza ulteriori incidenti e dopo un pò, anche per far passare il tempo, cominciammo a parlare. Giorgio si rivelò comunque molto simpatico e capii che ci sapeva fare con le donne: complimenti, frasi a doppio senso, battute,ecc e mi ritrovai così a rilassarmi e a godermi la sua compagnia. Ad un certo punto, sapientemente, fece cadere il discorso sul sesso e cominciò a farmi domande sui rapporti con mio marito: se ero soddisfatta, quante volte lo facevamo, se raggiungevo l’orgasmo, ecc.
Tali domande, in altri momenti mi avrebbero bloccata e non mi sarei mai sognata di rispondere;mi sarei vergognata e gli avrei intimato di smetterla. Ma era riuscito , non so come, a mettermi a mio agio e mi venne naturale rispondergli e confessargli che effettivamente i nostri rapporti erano sempre più radi e che non sempre riuscivo a raggiungere l’orgasmo ed ero costretta a fingere.
– Vedi, Ely, una bella donna come te dovrebbe essere sbattuta (e lo disse guardandomi per cogliere la mia reazione) ogni giorno da un vero uomo che ti faccia urlare fino allo sfinimento’e secondo me tuo marito non ti sa scopare (altro sguardo) come ti meriteresti- mi disse lui con naturalezza, riappoggiando la mano sulle mie gambe.
– E dai’smettila’ma tu sei proprio fissato ‘ gli dissi ridendo e togliendo di nuovo la mano ‘ E poi iio amo mio marito e le mie figlie e non rinuncerei mai a loro’e sto bene così- gli risposi (poco convinta), stringendo le gambe che nel frattempo avevo inconsciamente allargato.
– Ok’vedremo ‘ mi disse lui, in un modo che mi fece venire freddo.
Il viaggio continuò senza ulteriori novità, ma la mia mente tornava alle sue parole, alle sue tentate carezze e sentivo chiaramente che la mia patatina si era sicuramente bagnata.
Arrivati in albergo, ci sistemammo nelle camere e poi ci preparammo per la cena.
Considerando che dovevo incontrare il direttore del personale, optai per un tailleur grigio con gonna sopra al ginocchio e calze grigie velatissime e scarpe nere con tacco abbastanza alto.
La tavolata si componeva di circa 30 soggetti (colleghi provenienti da tutta Italia) e Giorgio mi aveva naturalmente riservato un posto tra lui e il direttore (60 anni, con baffi , molto elegante,ma sguardo un po’ troppo furbo per i miei gusti), che si presentò e , dopo avermi fatto il baciamano(non senza soffermarsi sulla mia scollatura), mi fece i complimenti per la mia bellezza, dicendomi che ero sicuramente più sexi di come gli ero stata descritta. Questa frase avrebbe dovuto insinuare qualche tarlo sui veri motivi per cui ero lì (che senso aveva parlare del fatto che ero sexi, se si trattava di una promozione di lavoro), ma li per lì non ci feci caso e mi sedetti.
Appena prima di cominciare a mangiare, ricevetti una telefonata sul cellulare da mio marito, che, preoccupato perché non l’avevo ancora chiamato per avvertirlo che ero arrivata, mi attaccò subito dicendomi che non sarei dovuta nemmeno partire, che tanto non mi avrebbero mai promossa e che avrei fatto bene a tornare subito a casa (a proposito, mio marito è gelosissimo e non aveva gradito la mia trasferta). Io rimasi colpita dalla sua violenza verbale, ma, dopo un primo momento di smarrimento, cominciai a litigare con lui e terminai in malo modo la conversazione, chiamandolo stronzo.
La discussione non era sfuggita ai miei compagni, che si scambiarono uno sguardo d’intesa.
Fu a metà del secondo piatto (e diversi bicchieri di vino che i miei accompagnatori si prodigavano nel versarmi) che cominciai a capire le vere intenzioni del direttore (a proposito, mi aveva chiesto di chiamarlo per nome, Paolo).
– Vedi Elisabetta, ho intenzione nominare un nuovo responsabile di filiale e dopo averti visto penso proprio che tu potresti fare al caso mio- mi disse , appoggiandomi una mano sul ginocchio.- Mi sembri proprio una persona che potrebbe regalarmi molte soddisfazioni ‘ e mentre lo diceva, la sua mano cominciò a risalire lungo la mia gamba, accarezzandomi i collant.
A questo punto, avrei voluto, avrei dovuto alzarmi e farlo smettere, ma, forse a causa dell’alcool, della litigata con mio marito e dell’eccitazione del pomeriggio, rimasi ferma e questo lo autorizzò a continuare. Mentre continuava a pontificare su come sarebbe stato gratificante per me il nuovo incarico, la sua mano arrivò velocemente in mezzo alle mie cosce, me le allargò un pochino e cominciò a massaggiarmi lentamente la fica attraverso le calza e gli slippini, che si stavano cominciando ad inumidire. Ormai il mio corpo aveva preso il sopravvento sulla mia testa, e addirittura allargai ancora di più le gambe per permettergli di masturbarmi meglio .Ad un certo punto sentii anche un’altra mano sull’altra gamba:il bastardo di Giorgio,avendo intuito cosa stava succedendo, ne stava approfittando’e ancora una volta lo lascia fare. In pochi minuti , da perfetta madre di famiglia e mogliettina fedele, mi stavano trasformando in una troia che si stava facendo masturbare al tavolino davanti ad altre persone, per fortuna ignare di quanto stava accadendo. Ma il mio corpo si stava godendo tutto questo, e ben presto, grazie alle due mani che mi stavano letteralmente infilando in fica calze, slip e dita, arrivai ad un orgasmo spaventoso, che mi squassò il corpo e che riuscii a stento a nascondere, soffocando un urletto che invece avrei voluto lanciare. I due bastardi , incoraggiati dalle mie reazioni, mi presero le mani e se le portarono sui pacchi per farsi rendere il servizio’.ma in quel momento squillò nuovamente il cellulare e mi fece tornare in me. Ritirai le mani , mi riassettai la gonna e risposi:era mio marito, che mi chiedeva scusa per prima e mi comunicava che le bambine si erano addormentate.
Quelle poche parole mi fecero interrompere qualsiasi desiderio. Mi alzai, mi scusai con i presenti, e simulando una forte emicrania, mi ritirai in camera.
Non appena sola, mi misi a piangere nel ricordare che avevo permesso ai due porci di toccarmi lì, di ‘violentarmi’, di avermi fatto quasi tradire mio marito’.ma ancora una volta, i miei pensieri tornarono a quei momenti, all’eccitazione provata e all’orgasmo raggiunto e con le mani sentii il bisogno di toccarmi, prima sul seno , per poi scendere al ventre. Infilai l mano dentro i collant, spostai le mutandine e cominciai a masturbarmi. Ero già un lago e bastarono pochi movimenti per riempirmi di nuovo la mano dei miei umori. Poi, finalmente rilassata, mi addormentai’ma sapevo che non sarebbe finita lì.

Continua

P.S. naturalmente sono graditissimi i commenti e i contatti.
Il giorno dopo evitai accuratamente di incontrare sia Giorgio (che comunque vidi occupato a corteggiare una biondina molto appariscente), sia il Direttore, che comunque aveva tentato più volte di avvicinarmi. La mattinata passò senza nessun intoppo, e per il pomeriggio non era stato fissato niente di importante. Decisi perciò di approfittare della sauna e di un massaggio rilassante, servizio che l’albergo offriva senza alcun sovrapprezzo, bastava segnarsi in un registro alla reception. Quello di cui non mi accorsi era che qualcun altro aveva notato che mi ero prenotata.
Mi recai quindi nel locale e, dopo aver fatto un po’ di sauna, mi presentai nello stanzino dove mi attendeva la mia massaggiatrice. Era una donnona di colore, di aspetto imponente, ma con un gran sorriso, che mi fece accomodare a pancia in sotto, dopo avermi fatto togliere l’accappatoio e coperto i glutei con una salviettina. Mi sentivo un po’ in imbarazzo a rimanere nuda davanti ad una sconosciuta, ma d’altronde quello era il suo lavoro, e chissà quante altre donne nude aveva visto.
In breve venni rapita dalle sue sapienti mani che scivolavano sul mio corpo con grande maestria, sciogliendo i miei muscoli e facendomi veramente rilassare. Fu così che chiusi gli occhi per meglio godermi quel massaggio. Ad un cero punto, sentiì come una corrente d’aria (che durò però un attimo), il massaggio si interruppe per un momento, per ricominciare subito dopo .Mi sembrò di percepire un cambiamento nella pressione delle mani, ma non ci feci caso più di tanto.
Intanto il massaggio era arrivato all’inizio delle mie natiche, e mi aspettavo che sarebbe continuato sulle mie cosce. Invece sentiì chiaramente che l’asciugamano veniva spostato prima ancora più in basso, per essere poi tolto definitivamente. Pensai che facesse parte del rituale, e non mi preoccupai.
Sentii a quel punto le mani sulle mie natiche, che cominciavano a massaggiarle, prima dolcemente e poi con sempre più forza, e anche ad allargarmele. Mi sembrava strano per un massaggio, ma era comunque piacevole, e non mi lamentai . Ad un certo punto il massaggio si spostò verso il basso, verso l’inizio delle mie cosce, ma anziché continuare verso il basso, si soffermò un po’ troppo a lungo nella zona di attaccatura delle mie gambe, cominciando un altro massaggio che dalla base delle mie chiappe, si spostava, specialmente con le dita, verso l’interno coscia, andando a sfiorare la mia patatina. A questo punto avrei dovuto protestare, perché non era sicuramente la maniera classica di fare un massaggio, ma mi ricordai del volto simpatico della signora di colore che mi stava massaggiando e mi rilassai. Presto però, le dita, incoraggiate dalla mia mancata reazione, cominciarono a stuzzicare sempre più il mio pelo, avvicinandosi pericolosamente alle labbra della mia micina, cominciando un movimento rotatorio con i pollici, che percorrevano tutto il mio spacco, mentre le altre dita si dedicavano alle mie chiappe, allargandole ed insinuandosi sempre più a fondo. Confesso che cominciai presto ad eccitarmi con quelle carezze ed ebbi la sensazione che anche la mia vagina si inumidisse. Questo non sfuggì a chi mi faceva il massaggio, che si fece sempre più audace. Era una situazione assurda: io, nuda a pancia in sotto, con un’altra donna che non mi stava più massaggiando, ma letteralmente masturbando’.e io non reagivo. Anzi, per meglio godermi il tutto, allargai addirittura le gambe, per facilitare il compito.
Non era possibile, dovevo reagire’e stavo per farlo quando sentii chiaramente la punta di una lingua insinuarsi dentro di me, prima dolcemente e poi sempre più a fondo , penetrandomi come un piccolo cazzo, con colpetti precisi, mentre sentivo una mano insinuarsi sotto la mia pancia e sollevarmi il bacino in modo da facilitare la leccata.
A quel punto mi lascia andare’.non potevo crederci, ma mi stavo facendo leccare da un’altra donna, una sconosciuta’.ma non poteva vederci nessuno e quindi non dovevo certo preoccuparmi che qualcuno lo venisse a sapere. Cominciai quindi a mugolare e ad accompagnare le leccate con movimenti del bacino. Desideravo che quella lingua mi scopasse, mi penetrasse, mi sfondasse, sempre più a fondo.
– Uhmmmmmmm”siiiiiiiiiii”ancora”’..continua”mi piaceeeeeeee – cominciai a mugolare.
A quel punto anche le dita si fecero strada dentro di me ‘prima una, poi due, poi tre, mentre l’altra mano si occupava del mio forellino inviolato.
Non resistessi oltre..mi abbandonai ad un orgasmo intenso, profondo, che mi squassò tutta, facendomi tremare e sbrodolare come una fontana.Mi ricordo che chiusi gli occhi e continuai a fare su e giù con il bacino sul lettino, mentre i sensi si placavano, quando sentii una voce che ben conoscevo:
– Accidenti, piccola, ne avevi di fame arretrata’mi hai riempito la bocca della tua sbroda’ma adesso ci sono qua io, non ti preoccupare-
Mi voltai allarmata, la voce non era quella di una donna, ma di Giorgio, che infatti stava lì, di fronte a me, mentre si leccava la mano soddisfatto e con l’altra si toccava il pacco dei pantaloni.
– Ma’.ma’..che cazzo ci fai tu qui?……Cosa’..Tu’.. ‘ balbettavo mentre cercavo di coprirmi alla meglio con le mani ‘ Non è possibile..non è vero’non eri tu a’.. ‘ ma mi rendevo conto che ero appena stata masturbata da Giorgio, convinta che invece fosse la massaggiatrice.
– Tranquilla, non ti agitare’mi è bastato allungare 50 ‘ alla massaggiatrice oggi pomeriggio per sostituirmi a lei , dicendole che sono tuo marito e volevo farti uno scherzo’.che è ben riuscito, a quanto pare ‘ disse lui sornione, percorrendo il mio corpo nudo con il sua sguardo famelico.
– Marito un corno’esci immediatamente o mi metto a urlare’stronzo, porco, testa di cazzo’e non finisce qui, vedrai ‘ gli urlai contro con tutta me stessa.
– Tranquilla, tranquilla, me ne vado’ma non mi sembra che ti sia andata tanto male ‘ mi disse uscendo, indicandomi con gli occhi la chiazza di bagnato sul lettino.
Mi ci vollero cinque minuti in silenzio per ricompormi e realizzare cosa era successo. Questa convention era proprio iniziata male e mi stava trasportando sempre più in giù.
A cena ebbi cura di evitare tutti, sedendomi in disparte in un tavolo d’angolo, da dove potevo vedere sia Giorgio (che continuava il suo corteggiamento, neanche troppo velato, alla biondina) e il Direttore che era invece attorniato dai suoi collaboratori e ogni tanto mi lanciava un’occhiata carica di significato.
Cenai il più in fretta possibile e poi mi allontanai per tornare in camera. Salii sull’ascensore, pieno all’inverosimile, ma, mentre le porte si chiudevano, arrivò Giorgio ed entrò e si portò dietro di me. Avrei voluto spostarmi, ma non potevo a causa della calca.L’ascensore saliva con lentezza incredibile, e ad ogni piano scendevano persone ma se ne aggiungevano altre.
Il porco, nel frattempo, aveva cominciato ad appoggiare il suo bacino al mio e a mormorarmi parole di scusa all’orecchio, dicendomi che gli dispiaceva, che non aveva resistito al mio corpo e che era colpa mia se adesso si trovava in quelle condizioni, spingendo il suo membro teso contro le mie natiche per farmi capire a cosa si riferiva. Io cercavo di allontanarlo, ma oramai eravamo praticamente attaccati. Avrei potuto urlare di lasciarmi stare, ma non volevo creare ulteriori imbarazzi. Giorgio si sentì perciò autorizzato a continuare, e le sue mani cominciarono ad alzarmi la gonna e ad accarezzarmi le cosce. Con le mia man riuscii a tirare giù la gonna, ma ormai uno strana eccitazione si stava nuovamente impadronendo di me. Quelle situazioni imbarazzanti, irreali, mi stavano facendo impazzire. Ci avvicinavamo al nostro piano e la gente era sempre di meno, ma io non mi scostavo più da lui. Ad un certo punto, rimasti soli, riavvicinò di nuovo le labbra al mio orecchio e mi disse:
– Comunque devi ammettere una cosa ‘
– Cosa?- chiesi stupidamente io.
– Che sono stato bravo a farti venire come una cagna in calore.
Io chinai la testa in segno di assenso e fu allora che mi girò e mi bacio sulla bocca. Io mi trattenni un attimo e poi risposi al suo bacio, alla sua lingua, sospirando e gemendo mentre lui svelto, infilava le sue mani dappertutto: dentro la camicetta, sotto la gonna, accarezzandomi la micetta ormai gonfia di desiderio.
Mi trasportò letteralmente in camera sua, mi buttò sul letto e fu sopra di me.
Io cercai di reagire, più per pudore che per vera volontà, ma le mie proteste furono vane.
– Ti prego, Giorgio’non farlo’non posso’..io’..-
Ma lui non si curò neanche di rispondermi. Mi alzò la gonna e prese a leccarmi attraverso i collant, mandandomi subito fuori di testa.
– adesso goditi i tuoi desideri, troietta mia- mi disse, mentre,aiutandosi con le dita e i denti, mi strappava i collant, mi spostava gli slip e cominciò a leccarmi la topina come aveva fatto nel pomeriggio. Il sentirmi strappare i collant da uno che non era mio marito (che tra l’altro non l’aveva mai fatto, perché ignorava questo mio desiderio), mi fece bagnare ancor di più e questo, unito alle sue furiose leccate, rese la mia topina una vera fontana. Stavo producendo una quantità di succhi mai vista prima, che colavano sulle mie labbra, sulle cosce, arrivando a bagnarmi anche il buchetto posteriore.
– Cazzo, Ely, è dal primo momento che ti ho vista che ho desiderato farti questo’.lo sapevo che dietro quell’aria da mammina perfetta si nascondeva una vera troia- mi diceva lui tra una leccata e l’altra.
– No’..io’non posso”uhmmmmmm’..o mamma mia”siiiiiiiii, cosììììì”- e venni copiosamente nella sua bocca, graffiandogli la schiena con le mie unghie e lasciandomi andare ad un urlo liberatorio
– Guarda come coli’..hai proprio bisogno di una bella scopata’.meno male che ci sono io- mi disse allora Giorgio cominciando a tirare giù la cerniera dei suoi pantaloni.
– No’ti prego’non farlo’.io voglio smettere ‘ tentai io, raccogliendo le gambe contro il mio busto ‘ io devo and’_ ma mi interruppi non appena vidi il suo pene: era lungo, molto lungo, non grosso, ma di gran lunga superiore a quello di mio marito (che era l’unico, o quasi che avessi mai visto). Giorgio lo teneva alla base con aria soddisfatta di chi sa di avere qualcosa di eccezionale’e me lo disse:
– Mi sembra di notare che apprezzi quello che vedi’.bene, porcellina, sei tu che lo hai reso così, grosso e duro e pronto a sfondarti- e con una spinta mi ributtò lunga distesa, allargandomi le gambe, strusciandolo un po’ sulla vagina e poi, senza preavviso, me lo schiaffò dentro con un colpo secco.
– AHHHHHHHHHHHHH”’Pianooooooo’..sei troppo grossooooooo”uhmmmmmmm”.mi fai male’.toglilo’..ohhhhhhhhhhh”’..ahhhhhhhh- urlai io, sorpresa da quell’intrusione violenta, ma lui non mi ascoltò e, dopo averlo tolto fino quasi alla punta, me lo rimise dentro con un’altra botta e cominciò a scoparmi con un ritmo forsennato. Io letteralmente saltavo a causa dei colpi che mi dava e sentivo quel serpente di carne arrivarmi fino al collo dell’utero, dove nessuno era mai arrivato.
– Prendilo, zoccola’..approfitta del mio amichetto che ti vuole rendere felice’.dì la verità..non ne avevi mai presi prima grossi così, vero”vero”VEROOOOOO- mi urlava lui, umiliandomi
– N’..O”.io”.oh mamma mia”..mi stai spaccando”ohhhhhhhhh-
– Tuo marito non ce l’ha così, vero? Lui non ti scopa così, veroooooo????-
– No’..tu sei molto più grossoooooooo”.oddio’.vengo, vengo , vengoooooooo- e venni ancora, annaffiandogli il cazzo che continuava ad aprirmi.
– Senti come godi’sembri una ventosa con questa fica pelosa che mi sta succhiando il cazzo’..vero che ti piace come ti scopo, troia???- continuava lui imperterrito.
– Si’..si’..siiiiiii”.tu si che mi sai scopare”continua’.cosìììì. ‘cosìììì che vengo di nuovo-. Non avevo mai avuto tanti orgasmi a fila, pensavo non fosse possibile, ed invece ero proprio io, una mogliettina ingenua che stava urlando come un’ossessa grazie a quel cazzo fantastico che mi stava sfondando.
Dopo un po’ Giorgio usci da me , si stese sulla schiena e poi mi fece montare su di lui, impalandomi sul suo uccello,e cominciando a mordermi le tette che nel frattempo erano scivolate fuori dal reggiseno. Continuava a martellarmi violentemente ed io continuavo ad urlare, incapace di smettere. Dopo alcuni minuti, si sfilò da me, mi sbatacchio di nuovo sulla schiena e si pose con il cazzo davanti al mio viso, menandoselo e pronto a venire.
– Adesso ti annaffio per bene e ti faccio assaggiare la mia sborra calda’avanti, apri la bocca-
Io, che non l’avevo mai fatto, voltai il viso da un lato, ma sentii gli schizzi arrivarmi sul naso, sull’orecchio, sui capelli e anche negli occhi.Ne aveva tantissima e non appena mi girai nuovamente mi colpì sulle labbra.
– Ecco, così mi piaci ancora di più’con una bella maschera di sborra’.mi dispiace che tu non abbia voluto assaggiarla, ma abbiamo ancora tempo.
Ed eccomi lì, nuda, a gambe aperte, collant strappati, viso pieno di sborra con sopra la pancia un uomo che non è mio marito e che sta forzando le mie labbra con il suo membro per farselo leccare e tornare duro.
Ancora una volta la mia coscienza mi diceva si smetterla, di alzarmi ed andare via, ed ancora una volta i miei sensi presero il sopravvento; aprii la bocca e lo imboccai, cominciando a leccarlo e a farlo affondare nella mia gola. Aveva un sapore aspro, la sua sborra mischiata ai miei umori e mentre lo sentivo crescere, aumentai il ritmo. Lo volevo, lo desideravo, volevo che mi arrivasse in gola, volevo leccarlo, mordergli i grossi testicoli, farlo diventare nuovamente duro per risentirlo dentro di me, farlo montare di nuovo di calda sborra.
– Uhmmmm che bocca da pompinara’lo sapevo..lo sapevo’lo sapevo che sarebbe bastato insistere e sarei riuscito a farti mia”così, leccalo così, da brava’..dai, che adesso ti scopo di nuovo’e quello che vuoi, vero puttana?- mi diceva mentre mi torturava nuovamente la fica in fiamme.- Dimmelo che vuoi che ti scopi, dimmelo che vuoi il mio cazzo’.avanti ‘DILLO-
– Uhmfgfff’..s ì’..slurp”vo..glio senti re il tuo’.uhmmmm cazzone’.dentr’ooooo’..dammelo’ti pregooooo- lo supplicavo io cercando di non soffocare.
– E allora ti accontento- mi tolse il cazzo di bocca e me lo rimise dentro. Questa volta non sentii dolore, ma solo un’altra fiammata. Mi alzò le gambe sopra le sue spalle e prese a pomparmi con forza, portandomi subito sull’orlo di un altro orgasmo. Venni urlando, dimenandomi come un’ossessa, rovesciando indietro gli occhi, bagnando i collant, ormai ridotti in uno stato pietoso
– Siiiiiiiii’.ancora’.non smettere’.ti prego’.sei un martello’sfondami ancora, ancora, ancora- dicevo senza più connettere.
– Non smetto, non smetto’adesso girati, che voglio vedere il tuo culo-mi disse sollevando mie facendomi mettere a pecorina.
Il tempo di appoggiare le mani sul letto e riprese a scoparmi, afferrandomi i fianchi ed entrando in me sempre più a fondo.Con le mani sentii che stava stuzzicando il mio buchetto, reso scivoloso dai miei abbondanti umori, facendo presagire quello che sarebbe successo.
Infatti, poco dopo, si sfilò dalla mia povera fichetta e me lo puntò sul forellino, cominciando a spingere
– Adesso ti sfondo questo bel culo da signore perbene-
Ma questo era troppo per me: lì non l’avevo mai preso, e Giorgio o non Giorgio, non gli avrei concesso quest’ultima virtù. Con un barlume di ragione, mi allontanai da lui, negandogli il mio culetto.
– Lì no, sono vergine ed intendo restarlo- dissi risoluta, anche se controvoglia
– E dai’vedrai che ti piacerà’.sono un esperto nello sfondare culetti burrosi come il tuo’.non lo vedi com’è duro il mio cazzo’.dai’che lo vuoi anche tu- mi diceva cercando di appoggiare nuovamente il membro sul buchino.
– Accontentati di ciò che hai avuto”adesso basta’.devo andare- dissi cercando di sfruttare il fatto che ero riuscita a staccarmi da lui e dalla mia libidine.
– E no, cara, non puoi lasciarmi così’.allora finiamo così ‘ e mi prese per i fianchi e me lo schiaffò ancora dentro, ricominciando a scoparmi con forza, quasi con cattiveria.
– Adesso ti sfondo davvero..domani camminerai a gambe larghe, da quanto ti spacco- mi urlò lui
Ed io ricominciai ad urlare’di dolore, di piacere, di passione, incitandolo e spronandolo ancora
– Vengo’vengono’ti riempio la ficaaaaaaa, troiaaaaaa-
– No, dentro no’non sono protetta- cercai di dire io, ma ormai sentivo i suoi potenti getti di sborra colpire le pareti della mia vagina, riempendola di crema bianca.
– Cazzo, che scopata’era tanto che non trovavo una vogliosa come te’..ehi, guarda la tua micetta’te l’ho riempita bene, speriamo solo di non averti messo incinta, altrimenti il cornutone si troverà un figlio in più da mantenere, ah, ah, ah- disse lo stronzo, accasciandosi accanto a me.
Sentivo chiaramente la sborra defluire fuori di me e non ero nemmeno preoccupata perché non era un mio periodo fertile e anch’io, non appena calmati i sensi, mi addormentai accanto a lui.
La mattina dopo, mi svegliai tutta dolorante e, non appena mi resi conto che non ero nel mio letto e vidi l’uomo accanto a me con il pisello penzolante (anche da moscio era veramente lungo) e vidi in che stato ero conciata, cominciai a piangere, pentita di quello che avevo fatto a mio marito, alla mia famiglia, alla mia dignità.
I miei singhiozzi svegliarono Giorgio, che mi guardò, passò una mano sule mie gambe, si prese l’uccello in mano e con un sorriso sornione mi disse:
– Buongiorno, maialina mia’allora, ricominciamo???-

CONTINUA

P.S.: ringrazio per tutti i commenti ricevuti e spero di riceverne ancora tanti

Solamente alle 10 della mattina riuscii ad uscire dalla stanza di Giorgio per andare nella mia a darmi una sistemata. Appena sveglio, infatti, noncurante delle mie lacrime e dei miei lamenti, Giorgio volle scoparmi ancora, facendoselo succhiare a lungo, fino a farmi sentire male alle mascelle a causa dei risucchi che ero costretta a fare, per poi infilarmi in tutte le posizioni.
Aveva una resistenza fuori dal comune e nonostante io fossi già venuta varie volte ed incominciavo a sentire davvero fastidio alle mie parti basse, dopo mezz’ora non era ancora venuto e continuava a martellarmi, offendendomi e chiamandomi con i peggiori appellativi.
Cercò ancora una volta di infilarmelo dietro, e , dopo il mio nuovo rifiuto, si arrabbiò moltissimo, e, presosi il membro in mano, cominciò a menarsela davanti al mio viso, pronto ad imbrattarmi tutta la faccia del suo seme
– Avanti, troietta mia, fai colazione con questa crema, che dopo ti rifaccio assaggiare il cannolo- mi diceva avvicinandosi al mio viso per forzare poi le mie labbra.
In quel momento squillò il telefono della camera.:forse erano i nostri colleghi che, preoccupati per non averci ancora visto, stavano chiamando per capire cosa era successo.
Questo bastò per farmi rendere conto che io, invece che ad una riunione di lavoro, stavo tranquillamente scopando con il mio collega, che la sera prima non avevo chiamato a casa e che se mi avessero scoperto in quella camera sarei stata sputtanata per sempre.
Approfittando della distrazione di Giorgio, mi divincolai da lui e cominciai a raccattare i vestiti e a rimettermeli, avviandomi poi alla porta.
– Ehi, dove vai’..non vorrai mica lasciarmi così- mi disse continuando a menarsi l’uccello.- torna qui’dai’.che finiamo il ‘..discorso-
– – Tu sei proprio malato’..ed io sono una stupida- dissi sbattendo la porta.
Arrivata in camera mia, mi spogliai e mi posi davanti allo specchio e lo spettacolo che mi si presentò fu quello di una troia sfatta, con i capelli arruffati ed appiccicosi (sapete bene di cosa), trucco sfatto, collant strappati ed inservibili e le tette arrossate a causa della palpate rudi e violente a cui erano state sottoposte. Finii di spogliarmi e i recai sotto la doccia, dove tentai di lavare via il seme appiccicoso dal mio corpo e l’onta subita. Piansi rendendomi conto di cosa avevo fatto e di come era stato facile per Giorgio portarmi a letto.
Mi ripromisi perciò che non sarebbe più accaduto e che nessuno l’avrebbe mai saputo.
Così rinfrancata, telefonai a mio marito, scusandomi per la mancata telefonata della sera prima, adducendo ad un guasto sulla linea e mi recai nella sala riunioni dove mi scusai per il ritardo, inventandomi un malessere passeggero. Non notai Giorgio, e non me ne importò più di tanto.
Nel pomeriggio, durante un lavoro di gruppo, evitai gli sguardi di Giorgio, che tuttavia era molto preso dalla solita biondina’e la cosa mi dette un po’ fastidio. Poi mi detti della stupida, che era meglio così che si fosse dedicato ad un’altra in modo da lasciarmi stare.
La sera , mentre mi vestivo, decisi di indossare un paio di pantaloni, onde evitare qualsiasi sorpresa da chicchessia. Invece non mi si avvicinò nessuno (nel senso che avete capito) e, stupendomi del mio disappunto, non vidi neanche Giorgio. Non so perché, ma ci rimasi male.
Forse mi aspettavo che ci avrebbe riprovato, che avrebbe voluto ancora godere della sua preda, ma’.cosa stavo pensando, sono sposata, non devo desiderare questo’è meglio così.
Mi ritirai quindi in camera mia abbastanza presto e chiamai a casa. Ero però un po’ nervosa, scocciata di non aver visto Giorgio e non ci volle molto che risposi male a mio marito (che non aveva detto nulla di strano, solo che stava guardando la partita alla tv) e cominciammo a litigare. Riagganciai furiosa il telefono e trovai così la scusa che cercavo
– Allora te la cerchi, maritino mio’..io ti amo, ma tu mi fai sempre arrabbiare’non capisci che ho bisogno di affetto, di coccole’e tu che fai’ti arrabbi con me’.ed io , povera mogliettina, cosa dovrei fare’dovrei fare la santarellina mentre tu ti godi la partita’.eh no’.non funziona così- parlavo tra me e me mentre cominciavo a spogliarmi, intenzionata a fargliela pagare (di cosa, direte voi).Ma ormai avevo deciso: Giorgio mi stava sicuramente aspettando in camera, pronto al secondo round, convinto che la ‘cagnetta’ (così mi aveva chiamato più volte), sarebbe tornata da lui scodinzolando’.e così fu.
Decisi di provocarlo.: optai per un vestitino nero veramente mini, che nulla lasciava all’immaginazione e come intimo’.niente. Niente reggiseno , ne slip. MI misi solo dei collant color carne, trasparentissimi, che incorniciavano il ciuffetto di peli della mia micina.
Uscii quindi di camera e mi avvicinai a quella di Giorgio. La mia coscienza fece capolino un attimo, facendomi riflettere su cosa stavo facendo, ma non appena ripensai alla notte precedente, a quanto avevo goduto, ogni dubbio sparì, e bussai alla porta.
Sentivo già la mia micina bagnarsi all’idea di ciò che sarebbe accaduti fra poco, ma le cose non andarono come previsto.
Appena si aprì la porta, infatti, la scena che mi si presentò davanti fu quella della biondina, vestita solo con mutandine e una camicia da uomo aperta davanti, che stava dicendo:
– Finalmente la nostra cena’.ho una fame’.ops’scusa, pensavo fosse il cameriere- e tento di coprirsi con la camicia, mentre sullo sfondo, sdraiato sul letto, nudo, vidi Giorgio che si stava smanettando l’uccello, evidentemente per non perdere l’erezione.
Mi sentii una stupida’avevo creduto che sarebbe rimasto ad aspettarmi, ed invece quel maiale aveva subito trovato conforto tra le gambe di quella troietta. Avvampai, mi sentii tradita e, dopo avergli urlato contro ‘sei uni stronzo’, mi girai e corsi via.
Mi veniva da piangere,avevo tradito mio marito con quell’uomo e lui non aveva avuto nemmeno la decenza di tenere il suo pitone a bada per più di 12 ore. Ripensando a cosa avevo fatto con lui mi venne un groppo in gola e cominciai a singhiozzare, sentendomi sporca.
Attraversai il corridoio quasi di corsa, a testa bassa, e così facendo non mi accorsi che dietro l’angolo arrivava un’altra persona, e gli finii addosso . Caddi a terra e il vestito, già corto, risalì ancora più su lungo le mie gambe, fino all’inguine, lasciando intravedere la mia micetta.
– Ops’.mi scusi”non l’avevo vista’.ma’.Elisabetta’sei proprio tu’..aspetta, lascia che ti aiuti- mi disse Paolo, il direttore del personale, tendendomi la mano e aiutandomi ad alzarmi, non senza aver percorso tutto il mio corpo con uno sguardo lascivo.
Accettai il suo aiuto, rialzandomi prontamente e cercando di tirare giù il vestito, vergognandomi per la mia nudità e continuando a singhiozzare. Paolo, cercò di consolarmi, credendo che il motivo del pianto fosse la caduta, ma io lo tranquillizzai.
– Non è niente, non è per questo’.è solo che stasera va tutto storto’ma adesso vado in camera e mi metto a letto e passa tutto-
– No, sei troppo sconvolta’avanti, vieni con me e raccontami tutto ‘ mi disse cingendomi la vita con un braccio ‘ ti offro da bere così ti calmi e mi dici anche perché cerci di evitarmi-
– No, sul serio’vorrei andare in camera- cercai di liberarmi, senza troppa convinzione
– Non se ne parla nemmeno’.avanti , entra ‘ eravamo intanto giunti davanti alla sua camera ‘ che dobbiamo parlare anche della tua promozione- mi disse dandomi una leggera spinta sul sedere.
Quella palpata avrebbe dovuto farmi immaginare come sarebbe andata a finire la serata, ma ero veramente arrabbiata con Giorgio, con mio marito’e volevo fargliela pagare a tutti e due, ed entrai. Appena entrata , mi fece sedere sul divano e mi versò subito da bere. Io non reggo gli alcolici ( e il bastardo lo sapeva bene, visto che due sere prima aveva cercato di farmi ubriacare per palparmi a suo piacimento e poi chissà cosa), ma, come dicevo, i miei sensi quella sera avevano il sopravvento sulla mia coscienza, e cominciai a bere. Paolo si sedette accanto a me, e mentre mi riempiva in continuazione il bicchiere, io sentivo la mia testa che cominciava a girarmi e non facevo nemmeno caso ai suoi discorsi, che erano andati a finire sulla mia promozione e sulle sue mani che mi toccavano le cosce.
Pur nello stordimento dell’alcool, non potei non sentire Paolo che stava dicendo.
– ‘.quindi penso che il posto da responsabile di filiale di cui ti avevo parlato non è adatto a te e perciò penserei di affidarlo a Giorgio che mi sembra’.-
– No’.ma cosa sta dicendo’quel posto l’ha promesso a me’..io’.e poi Giorgio è uno stronzo’non- balbettai io cercando di ritornare sobria.
– Vedi, Elisabetta, non riesci nemmeno a darmi del tu, figuriamoci come faremo a relazionarci in maniera più approfondita’. E poi continui ad evitarmi- mi disse lui facendo risalire la mano sulla mia coscia.- ‘e poi non mi piace che si parli male dei colleghi assenti, senza motivo-
– Senza motivo un cavolo’.Giorgio è uno stronzo’pensi che mi ha ‘.- stavo per dire scopata, ma mi trattenni e mi zittii, per non peggiorare la situazione.- Però non è giusto’.ecco’.me lo aveva promesso l’altra sera’e lei ne ha anche approfittato- cercai timidamente di perorare la mia causa.
– Be, ma mi sembra che a te non dispiaceva’o sbaglio??- mi disse Paolo che intanto si era alzato e si era portato alle mie spalle, cominciando a massaggiarle.
– No’.ecco’io’insomma’.io pensavo che ‘.ma ero quasi ubriaca, non sapevo quello che facevo’.io sono una donna sposata’.non potrei mai’.uhmmmmm- gemetti mentre con le mani mi stava sapientemente facendo scogliere i muscoli del collo-
– Cerca di rilassarti, Elisabetta, vedrai che troveremo una soluzione soddisfacente per entrambi- mi sussurrò all’orecchio mentre mi spostava le spalline del vestito.
– Ma cosa sta facendo’che cosa ha capito’se crede che io sia disposta a venire a letto con lei per il posto di lavoro, si sbaglia di grosso’mi lasci stare- gli dissi cercando di tirarmi su il vestito.
– Ops’scusami’non volevo’.davvero’.cerca di rilassarti’e poi avevo capito che non gradivi il fatto che io affidassi l’incarico a Giorgio’l’hai detto tu che è uno stronzo, che se va in giro a scopare le povere mogliettine indifese, che fanno tanto le santarelline e poi dopo una notte di sesso sfrenato non vedono l’ora di rifarlo’o sbaglio???-
– Ma’.cosa dice’..non starà insinuando che- cominciai a balbettare, incredula che potesse aver scoperto il mio segreto.
– Tranquilla, Ely, conosco Giorgio da una vita e ne abbiamo passate tante insieme’.pensa che mi sei costata 100 euro perché lui aveva scommesso che ti avrebbe scopato dopo due giorni’.e a quanto mi ha raccontato, sarò costretto a dargli quei soldi ‘ continuò lui, facendomi riappoggiare le spalle allo schienale del divano e riabbassandomi le spalline ‘ e visto come sei vestita, anzi,svestita, stasera volevi avere la seconda razione, ma probabilmente l’hai già trovato occupato’..magari con quella biondina tutto pepe’ah proposito, per quella non ho scommesso perché avrei perso di sicuro.
Io ero sempre più livida di rabbia per aver permesso a quel bastardo di Giorgio di scommettere addirittura entro quanto mi avrebbe portato a letto’ed ero anche decisa a fargliela pagare.
Con la mente in subbuglio per l’offesa subita, lo sputtanamento che ne era conseguito e l’alcool che continuava a fare il suo corso, non protestati quando Paolo mi liberò le tette dal vestito, che subito svettarono fuori con i capezzoli induriti, perché, nonostante tutto, la situazione mi stava intrigando. Il bastardo cominciò subito a massaggiarle con forza, con rudezza, palpandole e tirandomi i capezzoli fino a farmi male, per poi darmi dei leggeri schiaffi sul seno, facendolo arrossare.
– Ahi,’.mi fai male’.smettila’.ti prego’..uhmmmm”ohhhhhhhh’.ti’pre’.go’.nooooo-ansimavo io senza convinzione
– Ah, adesso siamo passati al tu’.si vede che è un privilegio che concedi a chi ti sta per scopare, vero puttanella???- mi offese lui, potandosi davanti a me e sfilandomi interamente il vestito. Alla vista del mio sesso nudo, velato solo dalle calze, non seppe trattenere un fischio di ammirazione e si abbassò in mezzo alle mie gambe.
– – uhmmm’.guarda guarda la mammina che bella fichetta pelosa che si ritrova’e guarda come si era preparata per fare cornuto il maritino anche stasera ‘dì la verità, ci stai prendendo gusto ad assaggiare altri cazzi’.vero’.vero’.VEROOOOO????- mi urlò mentre si fiondava con la lingua a martoriare la mia vagina attraverso il nylon dei collant.
– Noooooo’..ti prego, smettila’.non posso”.sono’.spo’sa..ta’..ohhhhhhh’.oddio’.ti prego’.fer’.ma..ti’.io’.- io cercavo di stringere le gambe, di interrompere quel supplizio che mi avrebbe portato a cedere completamente, ma si vede che non ero troppo convincente , perché Paolo infiloò le dita ai lati dei collant, me li abbassò e me li sfilò completamente, lasciandomi nuda, a gambe larghe, con la fica già gocciolante per le leccate subite. Riprese subito l suo lavoretto di lingua, infilandomela fino in fondo e affondando anche diverse dita dentro di me, portandomi ben presto sulla soglia dell’orgasmo.
– Arghhhhhhh”..oddio’..vengo vengo’.non smettere’ti prego’non smettere.-
Il bastardo però ci sapeva fare:subito interruppe la leccata, lasciandomi con la fica bollente e gonfia di desiderio, si alzò e si calò la cerniera dei pantaloni, facendo uscire un membro già eretto, di dimensioni normali, ma con una cappella gonfissima, violacea, che sembrava sul punto di scoppiare. Sapevo bene cosa voleva e con le mie ultime difese cercai si sottrarmi al prenderlo in bocca, ma mi prese per i capelli, me li tirò all’indietro e con le mani mi forzò la bocca, facendomela aprire per poi ficcarci dentro il suo pene.
– Avanti, non fare la santarellina”.fammi vedere come lo succhi’.così’.fino in fondo-
Mi stava letteralmente scopando in bocca.Io ero bloccata con la bocca all’insù, con quel coso infilato fino in fondo alla gola, che mi stava soffocando e con i suoi peli pubici che mi sfioravano il naso.Aveva un odore nauseabondo, mi veniva da vomitare e cominicia a tossire, ma lui non desisteva.
– succhia, succhia, troia”.leccalo bene’..tanto lo so che ti piace.- si divertiva lui guardandomi negli occhi e godendosi la vista dei miei occhi spalancati per la paura di soffocare.
– Uhmfffff”cofff”..ba’sta”.so’ffoco”.dammi tregua’..umhffffff- dicevo io tra una pompata e l’altra.
Finalmente allentò la presa sui capelli, e io, anche per far finire presto quel supplizio, cominciai a spampinarlo (non avevo mai usato questo termine prima di questo viaggio), leccandolo e insalivandolo tutto. Ben presto lo portai al culmine del godimento e sentendo che stava per venire, cercai di togliermelo dalla bocca.
– E no, signorina, adesso bevi tutto ‘ e nello stesso istante mi strinse forte il naso con dita, mentre cominciava a spruzzare il suo seme dentro la mia bocca. Io, per non soffocare, fui costretta ad ingoiare. Era la prima volta che lo facevo, e mi venne da vomitare e con un colpo di reni mi liberai e sputai tutto sul pavimento, alternando colpi di tosse a sputi di saliva e sperma.
– Sei uno stronzo’.mi stavi soffocando’bastardo ‘ piangevo io mentre il porco continuava a menarsi l’uccello che non si era minimamente ammosciato. Io mi chinai per raccogliere i vestiti, ma subito mi afferrò e mi ributto sul divano, allargandomi le gambe e tuffandosi sopra di me. Non feci in tempo a cercare di dire qualcosa, che mi fu subito dentro e cominciò a stantuffarmi ad un ritmo infernale.
– Ahi’piano’.fai piano”ma come fai ad averlo sempre duro’..sei appena venuto’ahhhhhh”’uuuuuuuuhmmmmm”- domandai io balbettando, stupita che un uomo della sua età non si fosse minimamente afflosciato, quando invece con mio marito era già difficile farne due di seguito e solo dopo una mezz’oretta di riposo.
– Questo è l’effetto di quelle pillonine azzurre, mia cara”stasera, appena entrato in camera, avevo già deciso come sarebbero andate le cose, e mi sono premunito’.e adesso divertiti’ah,ah,ah.- mi derise lui, e cominciò ad entrarmi dentro con forza, con cattiveria, facendo sbattere i suoi grossi coglioni pelosi sulla mia povera micina, per poi estrarlo e rituffarlo di nuovo, offendendomi nel peggiore dei modi, chiamandomi puttana, troia, succhia cazzi’e così via.
Io gli urlavo di smettere e di continuare allo stesso tempo, cercando di sottrarmi a lui e concedendogli tutta me stessa, pervasa da orgasmi continui. Sentivo chiaramente lo sciaqquettio degli umori dentro la mia vagina ed i risucchi ogni volta che me lo ributtava dentro.
– ahhhh’.siiiiiiiii’..continua cosììììììììì’..ti prego”nooooooooo’.smettila”..daiiiiiiii’..non posso fa’re’.que’sto”io”ohhhhh’.vengooooooooo- continuavo ad urlare senza sapere nemmeno cosa dicevo, e quando mi chiese di girarmi a pecorina, mi affrettai ad eseguire l’ordine. Ero con le ginocchia in terra e il busto schiacciato sul divano, e lui mi prese per i fianchi e mi penetrò ancora, e ancora, e ancora..
– Lo senti com’è grosso, troia’..ti piace’.vero’.dimmi che ti piace.Avanti dilloooooo-
– Si. Mi piace ‘mi piace’non smettere’.mi piaceeeeeee
– Dimmi se tuoi marito ti scopa così’..dimmi se godi così anche con lui’..dai, puttana, dillo-
– NO”noooooo’.lui è solo un cornuto, un becco, un segaiolo”tu si che mi sai scopare’.sfondami’ancora’siiiiiiii- ormai deliravo, e provavo gusto ad offendere mio marito, l’uomo che amavo, il padre delle mie figlie, che mi faceva sentire una donna importantissima, una vera madre di famiglia’..ed invece eccomi lì , in una stanza d’albergo, a farmi scopare per la seconda notte di fila, da uomini appena conosciuti che mi trattavano come la peggiore delle puttane’.e mi piaceva.
Dopo alcuni minuti di quel trattamento, sentìì Paolo che si irrigidiva e mi scaricava dentro la seconda sborrata della serata.
Anche questa volta, il suo pene non ci pensò nemmeno ad ammosciarsi, e , ripresolo in mano, me lo introdusse dentro ancora una volta.
Mentre continuava a stantuffarmi, sentivo Paolo che armeggiava con le mie chiappe, aprendole e sputando sul buchino, per poi infilare una , due e forse tre dita. Io sentivo dolore, ma le scosse che mi arrivavano da sotto, mi facevano sopportare tutto. Ad un certo punto, si sfilò e me lo puntò dietro.Io con un barlume di lucidità, ben decisa a non lasciargli violare l’ultima difesa, mi divincolai e mi spostai.
– cos’è, adesso fai la difficile’.ok, come vuoi tu ‘ furono le sue parole, prima di rimettermi si schiena, alzarmi le gambe sulle sue spalle, ed infilarmi di nuovo in fica. Io credevo di averla scampata, ed invece, dopo avermi aperto ancora di più le gambe e alzatele ancora, lo tirò fuori e con un colpo secco mi penetrò dietro. Un dolore lancinante mi percosse tutta, ed urlai con tutto il fiato che avevo
– -AHIIIIIIIIIi’..NOOOOOOOOOOO’.LI’ nOOOOOOOo”brucia, brucia”nooooooo-
Il tempo di farmi adattare alla nuova intrusione, e con un colpo deciso lo spinse dentro fino in fondo. Mi sentii mancare il fiato, cominciai a piangere, a lamentarmi, ma lui continuò a sfondarmi, con cattiveria, quasi a volermi fare male a tutti i costi .
– Avanti’te lo devi guadagnare il tuo posto di lavoro ‘.vedrai che tra un po’ ti piacerà’non mi dire che è la prima volta-
Piangendo, gli risposi di sì, e questo lo indusse ad infierire ancora più forte. Dopo un po’ il bruciore scomparve, ma non era sicuramente un piacere sentirmi squassare l’intestino dal suo membro duro (ed ancora oggi non capisco come alcune donne possano raggiungere l’orgasmo prendendolo dietro). Finalmente uscì da dietro e si rituffò nella mia vagina, ed accolsi quel movimento con un sospiro di sollievo. Sentivo il mio retto oscenamente aperto e non volevo pensare all’indomani a come avrei fatto a camminare senza che nessuno si accorgesse di niente.
Finalmente, dopo un’altra manciata di minuti, Paolo arrivò al capolinea e mi presentò il pene davanti alla bocca. Anche stavolta cercai di sottrarmi, ma lui cercò ugualmente di forzare la mia bocca. Non fece in tempo e , quando sborrò, uscirono solamente due o tre gocce, che mi colpirono sulle labbra ed io prontamente mi pulii con la mano.
Girandomi, vidi il mio riflesso nello specchio ‘e ciò che vidi mi fece inorridire: capelli sfatti, occhi da invasata contornati dal mascara sciolto, segni rossi dappertutto sul mio corpo. Avrei dovuto alzarmi, raccattare i vestiti ed andarmene, ma venni assalita da un torpore tremendo e l’ultima cosa di cui mi accorsi prima di crollare dal sonno fu che Paolo mi stava sollevando per portarmi sul letto, dove mi abbandonai finalmente ad un sonno ristoratore.

Ps. : graditi naturalmente i commenti

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