Skip to main content
Racconti Erotici Etero

L’intreccio – Capitolo 29 – La prima volta con Miriana

By 22 Ottobre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Era stato un sabato movimentato. Miriana a ballare con Monica e Simona, io a casa a riordinare ma con le telefonate ricevute da Pamela, Aurora e Luana. Andai a letto stanco non tanto fisicamente quanto mentalmente. Mi svegliai la domenica mattina con una voglia matta di un caldo caffè. Guardai distratto il cellulare alla ricerca di un messaggio su WhatsApp. C’erano diverse notifiche:

Luana: ti penso sempre

Aurora: Ci siamo divertite da sole, sarebbe stato bello succhiarti il cazzo in due. In bocca al lupo per oggi.

Luana: Ciao tesoro, vienimi a prendere alle 14.00 così andiamo in piscina insieme.

Pamela: Scusami per ieri sera. Non so che mi ha preso. Sono gelosa marcia. Mi perdoni? 

Risposi ad Aurora:

Filippo: Ma che vi ha preso a voi due?

E poi a Miriana:

Filippo: Buongiorno splendida creatura. Ok ci vediamo alle 14:00 sotto casa tua.

Al mio messaggio ad Aurora rispose Sofia.

Sofia: Ciao Filippo. Ieri sera eravamo in fregola. Avevamo voglia di trasgressione con un maschio che ci avrebbe soddisfatte. Ma non importa sarà per una prossima volta. 

Se va tutto ok non ci sarà una prossima volta pensai. E mentre avevo questo retro-pensiero mi alzai dal letto e andai a prepararmi un caldo caffè. Potevo prendermela comoda perché mancavano diverse ore all’appuntamento con Miriana. Accesi il pc per leggere alcune notizie sportive e curiosare in internet, il tempo passava senza che me ne accorgessi. Iniziai a preparare il necessario per la piscina: costume, cuffia, crema solare, infradito e un paio di asciugamani, il necessario per la doccia, un ricambio e misi il tutto in un borsone. Erano già le 11:35 e mi arrivò un messaggio di Miriana:

Miriana: Buongiorno tesoro. Confermato alle 14:00

Chissà a che ora fosse tornata a casa. Vabbè glielo chiederò dopo.

Pranzai presto per essere puntuale. Riordinai prima di uscire, presi il borsone, scesi e salii in auto. Il tragitto verso casa di Miriana è relativamente breve quindi 10 minuti prima ero sotto casa sua.

Le inviai un messaggio:

Filippo: Sono già sotto casa. Ma fai pure con calma.

Miriana: Sono pronta. 5 minuti e scendo.

Arrivò con il suo borsone e prima di lasciarmelo per caricarlo nel bagagliaio mi stampò un bacio con la lingua in bocca. “Ciao Filippo, hai visto? Puntualissima” “Ciao Miriana, non c’è che dire. Perfetta. Ma non dovevo raggiungerti, perché andavi con delle amiche in piscina??” “Sì, ma loro sono già lì da questa mattina” “Ah, ok”. Salimmo in auto ed ebbi modo di guardarle quelle belle gambe tornite. Indossava un paio di pantaloncini di jeans e un top leggero, sotto aveva il costume.

“Non ho fatto tanto tardi ieri sera sono tornata alle 2:30 a casa” “e a che ora ti sei svegliata” “alle 11:30 poi ho visto che mi avevi messaggiato e ti ho risposto, ma prima dovevo un attimino riprendermi” “guarda che non ti devi giustificare. Va benissimo così” “Filippo! Ieri hai guadagnato moltissimi punti” “In che senso?” “Nel senso che ho apprezzato molto il fatto che non ti sei lagnato per la mia uscita con le amiche. Tra l’altro ho raccontato loro di noi due e del gesto che hai fatto e anche loro hanno convenuto. Vogliono conoscerti. E tu che hai fatto?” “Ho riordinato casa e risposto a varie telefonate di amiche alle quali ho detto di noi”. Mi guardò stupita e incuriosita. Avrebbe capito con il tempo che se sto bene con una persona ho la tendenza a fare terra bruciata intorno a me. Con Miriana stavamo instaurando come già detto un rapporto di fiducia e lealtà oltre che di massima trasparenza. 

Arrivati in piscina cercammo le sue amiche, direi che più che amiche erano delle conoscenti con le quali ogni tanto trascorreva del tempo. Mi presentò Barbara una signora poco più anziana di noi. Occhi azzurri a suo tempo doveva essere un bel donnino. Fu poi la volta di Camilla una 45 enne molto prosperosa ed infine Rosa una donna scarsamente attraente e con mille problemi. Affittammo un paio di lettini ed un ombrellone. Un po’ di relax ci avrebbe fatto più che bene, anche solo per quattro ore ma ci avrebbe consentito di ricaricare le batterie. La giornata trascorse piacevolmente fra un tuffo in piscina e dei momenti di riposo al sole. Ogni tanto la ammiravo con quel suo bikini estremamente sexy. Il pomeriggio stava per volgere al termine. Ci facemmo una doccia per eliminare il cloro dell’acqua della piscina e ci cambiammo. Proposi a Miriana di cenare insieme, lei accettò entusiasta ma mi pregò di riaccompagnarla a casa poiché aveva il desiderio di cambiarsi. Era un’ottima idea così avrei potuto farlo anche io ci saremmo rivisti di lì a poco. Una volta riaccompagnata, quindi, andai a mia volta a cambiarmi e, vista l’occasione, mi vestii in maniera sportiva ma al contempo elegante, curando i minimi dettagli. Prima di uscire di casa prenotai il ristorante per due persone. Mi recai nuovamente sotto casa sua e la chiamai. Mi disse che era quasi pronta ed infatti di lì a dieci minuti scese e mi venne incontro. La visione che avevo di fronte era magnifica. Indossava un abitino molto corto e sexy, rosa. Il colore delle scarpe richiamavano il vestito e portava con sé un pochette intonata alla scarpe stesse. Un trucco leggero le faceva risaltare gli occhi. Era uno schianto. La baciai con un semplice bacio a stampo sulla bocca e le aprii la portiera come si conviene. Giunti al ristorante entrai per primo come il Bon Ton dice. Ci accolse il Maître e ci fece accomodare al nostro tavolo riservato. La conversazione con Miriana era gradevole, si parlava di tutto e aumentava piano piano la reciproca conoscenza. Finita la cena decidemmo di farci una passeggiata in centro. Arrivati in un posto in penombra, lontano dalle luci della città mi fermai, la feci appoggiare ad un muretto e la baciai con intensità, ricambiato. I baci si susseguivano uno dopo l’altro senza quasi farci respirare. Poi presi da ardente passione ci incamminammo verso l’auto. Misi in moto e mi diressi verso casa. Lei aveva intuito che non l’avrei riaccompagnata a casa sua. Aprii il cancello, parcheggiai nel mio posto auto, entrammo nel portone e chiamai l’ascensore. Una volta entrati in quel piccolo luogo schiacciai il bottone indicante l’ottavo piano. La spinsi contro la parete dell’ascensore e continuai a baciarla con ardore lei sollevò la gamba destra e me la cinse dietro la schiena facendole sollevare di non poco il vestitino. Aperta la porta dell’ascensore infilai le chiavi nella toppa non smettendo di baciarla. Entrammo in casa come un tornado, chiusi la porta con un piede e a stento raggiungemmo la camera da letto. Lei intanto mi sbottonava la camicia ed io armeggiavo con la zip dell’abito. Mi tolse la camicia rimanendo a petto nudo ed io le sfilai le spalline del vestito che scese lungo i suoi fianchi. Rimase in perizoma e reggiseno coordinati di pizzo bianco. Mi slacciò la cintura dei pantaloni ed armeggiò con la zip degli stessi. L’aiutai a calarmeli e rimasi in boxer. La feci sdraiare sul letto e iniziai a baciarla le calai una spallina del reggiseno e con l’altra mano anche l’altra con la mano destra le tolsi i gancetti del reggiseno e fuoriuscirono due seni meravigliosi che iniziai a baciare e succhiare. Il mio membro era in perfetta erezione e mi stava scoppiando dentro i boxer. Se ne accorse e lo liberò iniziando a segarlo delicatamente. Con la bocca scesi a perlustrare il suo ventre. Il suo respiro diventava sempre più affannoso percepivo che provava un piacere intenso. Arrivato con la bocca in prossimità della sua fica scostai con due dita il perizoma ed iniziai un gran lavoro di lingua. Mi fermai un attimo presi gli elastici del perizoma e lo calai lungo le gambe lei inarcò la schiena per facilitare l’operazione.

Ripresi a leccarle la fica. Il suo sapore era il migliore fra tutte le donne con cui avevo avuto rapporti. Aveva un sapore dolce. Lei si bagnava sempre di più. Mi mise una mano dietro la nuca segno che il trattamento che le stavo riservando era molto gradito. Perlustravo tutto il solco della fica e mi soffermavo sul clitoride. I movimenti della lingua erano saettanti. Inarcava la schiena segno evidente che il piacere che provava era profondo. Ogni tanto aprivo gli occhi e cercavo il suo volto con lo sguardo. Era stravolto dal piacere, si mordeva il labbro inferiore e muoveva la testa ora a sinistra, ora a desta con piccoli movimenti. Passarono minuti e minuti, fu per lei un tempo infinito. Raggiunse uno, due, tre orgasmi, le sue gambe fremevano, il suo respiro era affannoso. Mi adagiai sdraiato vicino a lei e iniziai a baciarla, cercava con la sua lingua la mia e assaporava il gusto dei suoi umori, gli occhi esprimevano il gradimento. Poi prese e scese a baciarmi con le labbra a sfiorarmi il collo scendendo verso il petto e soffermandosi lungamente a tormentare i miei capezzoli. La sua bocca proseguiva verso l’addome e nel frattempo prese il mio cazzo in mano iniziando a segarlo delicatamente si avvicinò piano piano con la bocca alla cappella, tirò fuori la lingua e iniziò a rotearla intorno. Imboccò il membro in bocca e proseguì con un lento pompino. Sentivo succhiare dapprima con delicatezza poi sempre più avidamente. Mi sembrava di scoppiare da un momento all’altro, ogni tanto lo toglieva dalla bocca e leccava il cazzo per tutta la sua lunghezza, tenendolo in mano e segandolo. La sua lingua si dedicava alle palle per poi prenderle in bocca e succhiarle piano per non far male. Riprese poi il membro in bocca per infilarselo fino in fondo, fino in gola. Alternava questi giochi più volte e il membro prendeva sempre più fulgore. Era giunto il momento di farla mia. La scostai e le feci capire di venirmi sopra. Volevo che lei scopasse me. Prese il cazzo con una mano e lo imboccò fra le grandi labbra, poi piano piano lo fece sparire all’interno della sua fica. Si fermò un attimo e poi, prima lentamente e poi più velocemente si impalava. Sentivo i muscoli della fica contrarsi, era una sensazione fantastica come se mi facesse un pompino con la fica. Raggiunse un’ulteriore orgasmo poi sfossata si adagiò su di me. Si riprese immediatamente e sollevò nuovamente il busto. Ne voleva ancora perché proseguiva il suo movimento oscillatorio sul mio uccello e non aveva nessuna intenzione di smettere. Sempre con il cazzo dentro la fica la feci sdraiare e continuai la penetrazione lenta fino in fondo. Alzai il ritmo della scopata, lei gemeva e mugolava le sue mani erano cinte dietro la mia schiena, con i talloni appoggiati ai glutei assecondava i miei movimenti. Ero al limite, se ne accorse e serrò ancora di più le gambe. Desiderava che le venissi dentro, mi sussurrò la volontà di venire insieme e così fu. Lei raggiunse l’orgasmo proprio nel momento stesso che le scaricavo il mio seme nell’utero. Rallentai il movimento tenendo sempre il mio pisello dentro di lei, poi lo estrassi gli umori mischiati fuoriuscivano dalla sua fica. Andai con la lingua a raccogliere quel misto di umori e glielo porsi nella bocca, ne gustava, compiaciuta, il contenuto.

Avevamo la necessità di riprenderci ci sdraiammo vicini io sul fianco destro, lei su quello sinistro. Con una mano le accarezzavo i capelli e la baciavo ricambiato. Queste coccole dopo un amplesso così intenso erano il classico toccasana. Entrambi avremmo voluto che il tempo si fermasse. Passò circa un’oretta in cui questi gesti venivano apprezzati da entrambi. Poi l’ardore prese il sopravvento i baci si facevano più intensi. Si sollevò e riprese a dare vigore al mio cazzo con un altro favoloso pompino fino a quando non raggiunse la consistenza massima. Fu allora che si girò facendomi vedere i suoi due buchini. Voleva essere presa da dietro. Le leccai la fica per inumidirla mi posizionai dietro di lei e spinsi il mio membro nuovamente nella sua fica. La afferrai per i fianchi e misi i pollici nei suoi due buchi di Venere. In quella posizione la stavo dominando ed era quello che lei desiderava. La scopai con una vigoria mai provata prima, sentivo il mio inguine sbattere contro i suoi glutei. Lei spingeva il suo culo all’indietro ed era come se il mio cazzo aumentasse la lunghezza, i colpi erano più decisi, veloci e profondi. Mugolava di piacere voleva che non finisse mai ne voleva ancora, ancora e ancora. Stavo per venire, se ne accorse, sentii i muscoli della fica stringere come una morsa il mio uccello. Venni non staccando le mani da quei fianchi, sentiva i fiotti dello sperma invaderle le pareti della fica, rallentai decisamente il ritmo della penetrazione continuando a tenerlo dentro. Finché esausto estrassi il mio cazzo e mi spalmai ansimante sul letto a pancia in su. Lei si sdraiò vicino a me e mi baciò appassionatamente poi mi disse: “Non ho mai goduto così tanto, Grazie!” “questo è solo l’inizio” le risposi. Mi guardò come se fossi venuto da un altro pianeta. “No, questa sera basta” “Non mi sono spiegato bene… Questo è solo l’inizio di tante altre volte” “ah… mi avevi spaventata” e sorrise. “Vuoi rimanere qui a dormire” “No, Filippo, Voglio andare a casa, devo poi cambiarmi per domani mattina, non posso andare in ufficio tutta in tiro come stasera”. “Come vuoi, a me farebbe piacere se rimanessi” “Farebbe piacere anche a me, credimi, ma per questa volta preferisco di no”. Si alzò dal letto andò in bagno, si fece una doccia e ritornò con il telo bagno avvolto intorno a lei. Era meravigliosa, aveva un sorriso radioso, gli occhi facevano trasparire una soddisfazione immensa. Andai anch’io in bagno a lavarmi e quando uscì lei era già pronta, vestita che mi attendeva. “sai Filippo, nessun uomo mi aveva leccato la fica come sai fare tu, si c’erano state delle piccole leccate ma niente di impegnativo come tu sai fare. Sei proprio bravo sai come far godere una donna prima ancora di scopartela” “Grazie” risposi inorgoglito. “Anche tu sei un vulcano a letto, sei molto intraprendente e fantasiosa, quello che mi avevi detto si è rivelata la realtà. Ho superato la prova? Poi mi spiegherai il perché della prova” “Prova superatissima. Poi ti racconterò. Ora riaccompagnami a casa”. Mi vestii, presi le chiavi dell’auto, quelle di casa e la riaccompagnai. Una volta raggiunta la sua abitazione spensi il motore, la baciai con ardente passione, scesi dall’auto e le aprii la portiera. Le scese mi baciò nuovamente con vigore. “A domani caro” “A domani”. Si allontanò e ne approfittai per guardarle sempre quel magnifico culetto che agognavo possedere.

Leave a Reply