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Racconti Erotici Etero

L’intreccio – Capitolo 31 – La notte con Miriana

By 23 Ottobre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Il giorno dopo la magnifica serata trascorsa con Miriana mi recai agli ultimi appuntamenti del mese di luglio. Ormai la gente era stanca e agognava le meritate ferie, questi appuntamenti servivano per imbastire delle trattative che avrei concluso al rientro delle vacanze. Mi arrivò un messaggio da Miriana:

Miriana: Buongiorno Filippo. Tutto bene? 

Attesi un attimo prima di risponderle: mi vennero in mente i meravigliosi momenti trascorsi la sera precedente.

Filippo: Alla grande. Sto benissimo e tu?

Miriana: Sono felice. Sono felice di averti incontrato.

Che si stesse innamorando? Dai non è possibile è troppo presto pensai.

Filippo: Me ne rallegro. Sono felicissimo anche io. Questa sera ci vediamo?

Miriana: Certo, passa a prendermi alle 19:00.

Filippo: Aperitivo e cena?

Miriana: perché invece non un apericena?

Filippo: va benissimo.

La giornata trascorse velocemente. Arrivai a casa, posai la borsa con il pc, mi infilai nella doccia e mi preparai a puntino. Poi andai a prenderla, giunto sotto casa la chiamai e mi disse che era quasi pronta, sarebbe uscita subito. Il subito divenne mezz’ora avrei dovuto iniziare ad abituarmici al suo sono quasi pronta. Quando arrivò mi venne un colpo. Indossava una canotta leggera e sotto dei leggins trasparenti sui lati delle cosce il che mi fece intuire che non indossava l’intimo. Un paio di scarpe con il tacco le slanciavano ulteriormente le gambe.

Le andai incontro e lei mi sorrise. La baciai a stampo e mi porse un borsone che misi nel bagagliaio, non le chiesi cosa contenesse, poi le aprii la portiera, una volta seduta perlustrai con gli occhi quei 90 cm. di gamba, sembrava che la radiografassi. Salito in auto anche io mi voltai verso di lei e le dissi: “Stai benissimo, sei uno schianto” “ma grazie” rispose lei sorridendo. Misi in moto e le dissi: “aperitivo e cena o apericena?” come a chiedere un’ulteriore conferma. “Apericena, Filippo e poi a casa tua” segno che avrebbe voluto replicare la serata precedente. “va benissimo, andiamo allora”. Nel tragitto si parlò del più e del meno e non so come il discorso scivolò sul suo ex marito. Francesco era il suo nome era un uomo che lei conobbe poco più in là della sua adolescenza. Mi raccontò che agli inizi sembrava tutto rose e fiori ma che il rapporto si incrinò subito dopo la nascita di Ilaria. Atteggiamenti ostili nei confronti della bambina la indussero a sporgere una denuncia all’autorità di pubblica sicurezza e a trovare una sistemazione in una casa protetta. Fu poi indotta dalle educatrici a ritirare la denuncia per motivi economici, lei al tempo non aveva un lavoro e questo per lei era un problema. Ciò nonostante avviò le pratiche della separazione. Con Francesco tra l’altro anche da un punto di vista sessuale le cose non andarono bene, era il classico tipo egoista che pensava al proprio piacere ma che non sapeva donarlo a lei. Mi confidò che durante il matrimonio non aveva mai provato nessun orgasmo. Non sapeva neanche cosa fosse un orgasmo, lo apprese da confidenze di sue amiche che parlavano liberamente delle proprie esperienze. Mi raccontò poi che ebbe modo di conoscere una persona, Gino un uomo sposato, che conobbe attraverso amici comuni con il quale instaurò una relazione. L’aver incontrato Gino la sbloccò mentalmente e le fece uscire la sua vera natura, quella di una donna evoluta ed emancipata anche sessualmente. “Vedi Filippo, Gino mi fece esplorare un mondo nuovo, mi fece capire il mio corpo e mi insegnò a provare piacere e a dare piacere, mi portò gradatamente ad un’evoluzione delle mie conoscenze in ambito sessuale.” “Continua” replicai. “Con Gino finì poiché mi accorsi che era sposato e fondamentalmente mi sarebbe piaciuto avere una storia seria e non essere un’amante, capito che non ci sarebbero state evoluzioni nella nostra storia decisi di smettere la frequentazione. Poi venne Saverio. Saverio era un vedovo con un figlio a carico che molto probabilmente non aveva nessuna intenzione di andare oltre un rapporto sessuale. La cosa per me poteva andare bene al momento ma a lungo andare avevo l’esigenza di costruire un rapporto più continuativo e visto che lui non riusciva a fare il salto decisi di stare da sola. Fu poi la volta di Bartolomeo. Bartolomeo aveva mille problemi a livello psicologico, è vero che mi faceva fare tante attività: palestra, raduni di moto, eventi ma il nell’ambito sessuale era un disastro, insomma non gli tirava e questo per me diventò un problema. Non potevo avere un rapporto fratello/sorella. Ecco perché ti dissi l’altra sera che era importante per me avere un rapporto completo in tutti i sensi.” Giungemmo nel locale per farci l’apericena, la serata era piacevolissima la sua presenza era inebriante. Il fascino che emanava era immenso a volte mi perdevo nei suoi meravigliosi occhi. Durante la serata le proposi di trascorrere una settimana di vacanza ad agosto e lei accettò immediatamente e volentieri. Tornammo a casa mia, mi fece prendere il borsone e mi disse: “Stanotte dormo con te. Mi prepari la colazione domani?” “Ovvio” le risposi. Entrato in casa mi affrettai a mettere un po’ di musica di sottofondo e ci accomodammo sul divano, o meglio io mi accomodai sul divano lei mi venne in braccio e iniziò a baciarmi appassionatamente, strusciava il basso ventre sul mio membro che iniziava ad irrigidirsi. Le tolsi la canotta e rimase in reggiseno che prontamente le sganciai facendolo cadere a terra. Aveva due seni meravigliosi, i capezzoli erano turgidi, iniziai a succhiare alternativamente ora uno ora l’altro. La sua eccitazione saliva sempre più, decise di alzarsi in piedi e togliersi i leggings, lo fece lentamente facendomi aumentarne il desiderio. Contemporaneamente mi permise di spogliarmi a mia volta. Ora eravamo nudi una di fronte all’altro, prese un cuscino dal divano e lo pose sotto le ginocchia appoggiò le mani sul mio inguine in corrispondenza della base del mio cazzo, mi guardò voluttuosa e imboccò il cazzo iniziando un lento pompino. Ero al settimo cielo avere quella bocca intorno al glande mi provocava sensazioni mai provate prima. Fra tutte le donne con cui avevo avuto rapporti, Miriana era la più brava, sapeva come e quando rallentare o accelerare il bocchino che mi stava facendo. Mi procurava un piacere immenso: “fermati! Non voglio venire adesso” la implorai. Lei si fermò e ci scambiammo la posizione, ora era lei ad essere seduta sul divano con le gambe oscenamente aperte. Mi inginocchiai di fronte a lei, con le dita di entrambe le mani le allargai le grandi labbra e mi accinsi a succhiare il nettare che copiosamente colava dalla sua fica. Mi afferrò la nuca con entrambe le mani ordinandomi: “non togliere la lingua da lì. Continua, non ti fermareeeeee.” Raggiunse velocemente l’orgasmo e poi mi ordinò ancora: “voglio il tuo cazzo! Scopami, scopami forte”. Non me lo feci ripetere due volte. Puntai il mio cazzo all’imbocco della sua fica, la guardai un attimo e spinsi fino in fondo. La sentii gemere di piacere, inarcò la schiena e cinse le gambe dietro alla mia. Iniziai a penetrarla a fondo prima lentamente e poi accelerando il ritmo. Ora la stavo chiavando incessantemente, mugolava e gemeva e mi incitava a sbatterla più forte, sempre più forte. “continua, non fermartiiii, sbattimiiiiii, scopamiiii”. Sentivo i muscoli della sua fica contrarsi ritmicamente intorno al mio uccello, era come se mi facesse un pompino con la passera. Ero giunto al culmine desideravo sborrare e se ne accorse “veniamo insieme Filippo” fu come una liberazione aumentai ulteriormente il ritmo della scopata e all’unisono ci lasciammo andare in urlo liberatorio “vengoooo”. I fiotti di sborra raggiunsero il collo dell’utero e le contrazioni della vagina mi davano la sensazione che non volesse rilasciare il mio cazzo che la stava facendo godere. Lo estrassi in ogni caso e lei si avventò con la bocca per ripulirlo dei residui di sperma. Entrambi avevamo il fiato corto ansimavamo con un respiro affannoso. Mi sedetti accanto a lei felice e gaudente, le accarezzai i capelli con una mano e la baciai con passione. Le lingue si cercavano e si intrecciavano, con due dita esplorai l’interno della sua farfallina raccolsi gli umori di entrambi mischiati insieme e le portai alla sua bocca, lei le succhiò ed io la baciai nuovamente.

“Miriana sei meravigliosa” esordii nel momento di pausa “Anche tu Filippo, mi stai facendo esplorare situazioni nuove, provo sensazioni mai avute prima. Quella tua lingua poi mi fa letteralmente impazzire” “La vuoi provare ancora?” le chiesi. “Certo che sì ma dammi un attimo di pausa” mi rispose. 

Faceva un caldo terribile e noi eravamo nudi sul divano a complimentarci uno con l’altro, mi sentivo a mio agio con lei, mi pareva di conoscerla da una vita. Essere lì in assoluta libertà a parlare e conversare era come mettere a nudo ogni parte di noi a livello mentale e noi lo facevamo nella nostra nudità anche a livello fisico. Ogni tanto le accarezzavo i capelli scostandoli dagli occhi per ammirare meglio il suo viso mi stavo inebriando del suo sguardo, sarei stato lì ad ammirarla per ore e ore, il tempo passava e non ce ne rendevamo conto, ma ad un certo punto scattò nuovamente la voglia di possederci reciprocamente. La presi per mano e la condussi in camera ci adagiammo nel letto ed iniziammo a giocare, ad accarezzarci a toccarci reciprocamente. Il mio cazzo iniziava ad irrigidirsi nuovamente mentre cominciavo ad esplorare con le labbra tutto il corpo di lei. Scesi con la bocca fino al monte di Venere dove indugiai dandole dei bacetti poi scesi ancora, le aprii nuovamente le grandi labbra e con la lingua iniziai a titillare il clitoride. Fu un tempo infinito dove lei si contorceva, ansimava e gemeva. Poi le infilai il dito medio della mano destra il più a fondo possibile, roteandolo all’interno delle pareti della vagina. Sentivo i suoi umori calare, muovevo il dito ora più piano ora più velocemente aumentando progressivamente il ritmo. Vedevo mordersi le labbra, e a questa visione aumentai notevolmente il ritmo della penetrazione fino a farla squirtare. “Ohhhhhhh” si lasciò andare in un urlo liberatorio. “Ti voglio, Filippo, ti voglio dentro di me” mi fece mettere supino e dopo aver lubrificato per bene il mio membro iniziò a cavalcarmi. Si muoveva lentamente sopra il mio uccello per poi aumentare il ritmo. Si muoveva come una puledra imbizzarrita, voleva godere e farmi godere. Mi sembrava di scoppiare e cercavo di far durare il più a lungo possibile il raggiungimento dell’orgasmo. “Siiiiiii, Filippooooooo, ancoraaaaa, ancoraaaaa, siiiiiiii, oooohhhhh, ahhhhhh, vengoooo” rallentò il ritmo fino a fermarsi chiuse per un attimo gli occhi poi lì riaprì, si sfilò dal cazzo e si mise alla pecorina. “Chiavami ancora Filippo, Chiavami forte”. Mi posizionai dietro di lei ed entrai nella sua fica, le afferrai con forza i fianchi e spinsi, spinsi fino a raggiungere il collo dell’utero, “Chiavamiiiii, Chiavamiiiii, Siiiiii, siiiii, vengoooo” “vengoooo” raggiungemmo l’orgasmo insieme. Ci accasciammo esausti sul letto e teneramente ci abbracciammo. Ci addormentammo così stretti, stretti in un dolce abbraccio.

Erano state una serata ed una notte magnifiche. Svegliarmi con Miriana al mio fianco era meraviglioso e fantastico. La luce del sole filtrava dalle persiane e le illuminava il viso andai in cucina e preparai la colazione, quando fu pronta andai a chiamarla dandole un bacino casto sulla bocca. Aprì gli occhi come una principessa nelle fiabe e mi porse ancora le labbra, voleva essere baciata nuovamente. “La colazione è pronta” “Mi hai preparato la colazione? Ma sei fantastico!” “Avrei voluto portartela a letto ma non ho un vassoio” “Non ti preoccupare, andiamo pure di là, fammi fare la pipì e arrivo”. Facemmo colazione si rivestii con gli indumenti che aveva nel borsone e la riaccompagnai al lavoro. Prima di scendere mi disse: “Sei un uomo meraviglioso, vieni a prendermi alle 18:00 però mi riaccompagni a casa che voglio cambiarmi” “Va benissimo a questa sera” e ci baciammo con una passione infinita.

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