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Racconti erotici di Milù - Storie porno vere e racconti di sesso - L'isola - 2 - Racconti Erotici Etero Skip to main content
Racconti Erotici EteroRacconti Gay

L’isola – 2

By 13 Dicembre 20242 Comments

(continua)
Quando tornammo da Irene, lei stava parlando con un uomo, una specie di atleta, abbronzatissimo, bel viso e fisico da nuotatore. Me lo presentò, si chiamava Mauro e mi strinse la mano in modo molto energico. Poi andò via.
– Vedi, mio piccioncino, stasera hai un invito a cena, mio ospite. Saremo solo in tre, insieme a Sandrina. Te la sei sbattuta, vero? Ha ancora i capezzoli rigidi.
– Lo hai scelto al meglio – disse Sandra – Erano almeno tre anni che non venivo penetrata. E’ stato capace di farmi venire, è bravissimo.
– Bene- disse Irene – hai superato il collaudo. Vedremo stasera se è come dice lei.
La aspettavo davanti al ristorante del villaggio e avevo addosso quasi mezza bottiglia di profumo. Le vidi arrivare: Sandra in pantaloncini bianchi ed u foulard rosso in cui aveva raccolto i suoi grossi seni, Irene vestita con una specie di rete da pescatori a maglie larghe, un vestito originalissimo che lasciava vedere tra le maglie i suoi capezzoli nudi e le sue mutandine a francobollo. Le guardai stupito re loro risero.
– Non volevi fare conquiste, stasera? – chiese Irene
– Diete troppo belle, forse non sono all’altezza.
– Non ci interessa quanto sei alto, ci interessa quanto sei lungo disteso – disse Irene – e come te la cavi con la ginnastica. – risero ancora.
La cena era particolare: gnocchi ai ricci di mare, pezzogna arrostita ed altro. Si stupirono del fatto che fossi astemio. Cibi afrodisiaci, disse Sandra.
– Ma hai ragione, amore – disse Sandra – l’alcool provoca cadute di erezione.
Irene, seduta alla mia sinistra, aveva fatto uscire un capezzolo dal suo vestito e me lo strofinava sul dorso della mano.
– Te lo ricordi questo? – mi sussurrò – Dice che devi pagargli tutta la inutile eccitazione su quella nave.
– L’ho ripagata con la mia eccitazione, anch’essa inutile.
– Ma hai trascurato l’altro capezzolo, il debito rimane.
Quando uscimmo andammo a passeggiare. Sandra ci portò su una stradina che andava alla spiaggia attraversando un boschetto di alberi e cespugli.
– Chiavala adesso – mi disse Irene in un orecchio – così dopo sei solo per me.
Sandra ci portò sotto gli alberi, lì era buio e solo un po’ di luna permetteva di vedere qualcosa. Non perse tempo: si slacciò i pantaloncini e liberò i seni dal foulard, poi poggiò le lani su un tronco e si spinse indietro piegandosi. La penetrai da dietro ed Irene mi spingeva per farmi capire di sbatterla forte. Non ci volle molto a farla esplodere, spingendoglielo tutto nel corpo ogni volta. In modo che potesse entire la sua grandezza. Io non venni.
– Bravo – disse Irene – ti sei conservato per me, ma sarà faticoso prenderti tutto nel corpo, sei fuori misura.
– Mi prenderai, vuoi o non vuoi. Ho rinunciato per te a venirle dentro, anche se ha davvero una bella fica.
Andammo al loro bungalow. Ci volle un attimo a spogliarmi e meno di un minuto a lavarmi degli umori di Sandra. La trovai sul letto, a cosce aperte.
– Resta così – le dissi – Sai cosa voglio farti?
– Lo sai fare, se è quello che penso?
Le succhiai fortissimo le piccole labbra, penetrandola con due dita incrociate, di forza. Poi le succhiai e mordicchiai il clito, facendolo uscire furi premendo le grandi labbra. Si agitava e si torceva, si strizzava con violenza i capezzoli.
– Se mi lasci adesso – disse affannata – giuro che ti castro. Fammi venire prima così ed aspettami, ti voglio dentro. Sandra – chiamò – aiutami a venire.
Sandra si abbassò sul suo petto e vidi che la mordeva forte intorno ai capezzoli, li tirava fra i denti e li torceva con forza. Ebbe il suo orgasmo ed io le fui sopra; la penetrai lentamente per farle sentire la grandezza del cazzo, fino all’utero e poi cominciai a chiavarla di forza, spingendo con la forza delle reni e con tutto il peso del mio corpo. Venne una seconda volta e Sandra la morse intorno ad un capezzolo con energia. Allora le venni dentro. Sentivo la sua fica pulsare e stringersi. Fui contento dell’effetto del mio Viagra.
Il giorno dopo mi alzai molto tardi, era quasi ora di pranzo. Decisi di non andare in spiaggia e di farmi una lunga doccia prima di andare a mangiare.
Andai alla tavernetta del villaggio, un posto più modesto e più economico. Ed entrando vidi ad un tavolo quell’uomo, Mauro. Anche lui mi vide e mi fece cenno di edere con lui.
– Qui sei mio ospite, oggi. Tu ieri mi hai visto dietro le rocce, vero?
– Beh, stavi forando quel ragazzo e mi sembrava che soffrisse.
– È stata la seconda volta che lo ha preso. E’ qui da una settimana ed ha cominciato con me.
– Non era così?
– No. È venuto con una ragazza, bellina, ma io l’ho convinto a provare altro. Lo ha preso in bocca e l’ho convinto a provare altro. Gli piace. Dice che dopo scopa meglio con la ragazza. TU non hai di queste esperienze, vero?
– No, per niente.
– Già, e non sai cosa ti perdi. Adesso mangiamo. Ma stasera starai da solo, Irene e Sandra vanno ad una, diciamo una festa, e non possono portarti con loro.
– Perché?
– Perché in quella festa fanno di tutto e tu non sei pronto a fare tutto. Ti stai perdendo qualcosa di bello; metti via le tue inutili inibizioni e prova. Hai mai visto, almeno, com’è l’amore uomo-uomo?
– No, mai.
– Se stasera ti incontro ti faccio vedere come è felice di farlo quel ragazzo. Al bar, stasera alle nove.
Irene mi mandò un messaggio, diceva che per quella sera aveva un impegno. IN pomeriggio andai al mare. C’era una donna un po’ anziana seduta di fronte a me. Aveva un grosso seno che le pendeva sul petto. Stava distesa, con gli occhi chiusi, ma si era accorta che la guardavo; allora scostò l’elastico alla coscia del costume e mi fece vedere la sua fica. Poi venne un ragazzo vicino a lei e la vidi con la testa vicino al suo costume mentre la muoveva. Gli altri che erano in spiaggia non guardavano neppure; il ragazzo ebbe delle contrazioni e la donna sputò sulla sabbia.
Tornai al mio bungalow, mi feci una doccia per togliermi il sale del mare da dosso, mi vestii e guardai l’ora. Non avevo fame e volevo bere qualcosa, cos’ andai al bar.
Mauro stava al banco con un grosso bicchiere in mano. Disse al barista, di darne uno anche a me.
– Caipirinha – mi disse – una cosa brasiliana: laim, rum e zucchero di canna, Ti stronca la sete. Rimani, ti faccio conoscere il ragazzo.
Si chiamava Valdo, era un bel ragazzo, dal viso bello ed un po’ femmineo. Mauro mi disse di andare con loro a passeggiare. Mentre camminavamo lui baciò in bocca il ragazzo e lui lo carezzava sul volto mentre Mauro lo baciava. Poi presero un sentiero in terra battura, un altro itinerario che portava alla spiaggia e si fermarono in un posto oscuro, senza illuminazione fuori del sentiero.
– Valdo – disse Mauro – fagli vedere come sei diventato bravo.
Mise il cazzo fuori ed il ragazzo di inginocchiò davanti a lui e glielo prese in bocca. Succhiava e muoveva la testa ed aveva una espressione felice mentre lo faceva. Riuscivo a vederlo perché la luce lunare illuminava un poco il posto.
– Fermati adesso – gli disse Mauro – lo devi prendere.
– Mi fa ancora un po’ male – disse il ragazzo –non….
– No, devi abituarti. E poi voglio far vedere al nostro amico come ti fai inculare e ti fai venire dentro.
Valdo si abbassò i pantaloncini e si mise di fronte ad un albero: poi si spinse indietro piegandosi. Mauro passò il suo cazzo tra le sue natiche, cercò l’ano col dito e poi cominciò a premere sull’ano per entrare.
– Mauro, mi fa male, sono ancora gonfio.
– Quando ripenserai a questo dolore ti ecciterai. Avanti, rimani fermo.
Spinse con forza, il ragazzo si lamentò ma lui spinse fino a penetrarlo completamente. Poi vidi ua cosa strana, Valdo che si spingeva contro il cazzo, andando incontro ai movimenti di Mauro, e diceva:
– Tutto, mettimelo tutto, fai forte.
Mauro gli venne nel culo chiavandolo con violenza. Poi lo tirò fuori e si asciugò con un fazzoletto che poi mise tra le natiche del ragazzo.
– Io vado – disse Valdo – la mia ragazza mi sta aspettando.
Ero rimasto interdetto da quella scena, davvero non capivo e Mauro mi disse:
– Vieni, ti accompagno al tuo bungalow, tanto quelle due faranno mattina.
– Ma in quanti sono a quella..festa?
– In otto, credo: due coppie sposate e le due ragazze e due uomini. Ma vedi, l’ i mariti boccheggiano e si fanno inculare davanti alle mogli e queste chiavano con tutti i maschi presenti . Nessuna inibizione e si divertono molto. La regola è che non devono dire di no a niente ed a nessuno. Però non usano droga, in questo sono molto prudenti.
Mentre camminavamo lui mi mise un braccio sulle spalle. Avevo strane sensazioni ma non le manifestavo.
– Hai visto come era contento di farlo Valdo? Piacerebbe anche a te se lo provassi.
Non risposi, lo salutai davanti al mio bungalow.

Il mattino dopo ero da solo in spiaggia. La cosa piacevole era vedere i seni nudi delle ragazze giovani che dondolavano quando camminavano. Alcune donne prendevano il sole nude stando in piedi sul bagnasciuga ed una spalmava della protezione solare sul seno e sulle natiche di un’altra. Si era fatta quasi ora di pranzo e venne Sandra.
Si avvicinò, mi sollevò il mento e mi baciò in bocca.
– Cosa hai fatto ieri sera senza di noi? – mi chiese
– Mah, ho incontrato quel vostro amico, Mauro, due chiacchiere.
– E ti ha fatto qualche proposta? Dai, dimmelo.
– Beh, si. Vorrebbe fare sesso con me.
– Con lui dovresti fare tu la ragazza. Accetta e prova, potrebbe piacerti.
– Sandra, ma io non sono così.
– Così nessuno lo è, si diventa, è una forma di piacere molto trasgressiva. Sai che piace anche a me? Te lo farò provare, se vuoi. In fondo il culo di un uomo è come quello di una donna e se dà piacere a me lo darebbe anche a te . Fattelo fare per sapere se ti piace. Lo fanno molti, anche sposati, è amore a 360 gradi, completo.
– Così porteresti anche me ad una di queste feste dove siete state ieri sera.
– Si, sono esperienze bellissime e tu avresti molto successo, con le donne e con gli uomini.

Andai a mangiare qualcosa alla tavernetta e decisi di dormire in pomeriggio. Mentre mi stavo appisolando sul letto bussarono. Era Irene.
– Noi due non abbiamo ancora finito e ieri sera avevo nostalgia di te.
– Quanti te ne sei fatti ieri sera?
– Tre, credo, ma nessuno che valesse come te. Sei forse geloso di me?
– Beh, ad essere sincero, un po’ si.
– Ecco perché sei così passionale quando fai l’amore con me: ti piaccio davvero, anche se non me lo hai detto.
– Adesso lo sai, ma se devo….condividerti ….allora rinuncio a stare con te.
– Io però ti ho condiviso con Sandra. Io sono così, mi piace sentirmi troia, ma ti voglio, forse più di quello che pensi. Tu mi fai sentire in un modo speciale.
– Sei capace di avere un sentimento per me?
– Cerco di non innamorarmi di te, anche se mi hai fatto sognare su quella nave. Capivo che tu non volevi solo il mio corpo, volevi me. Hai molti anni meno di me, forse anche troppi, sei un bel ragazzo, sei colto e sei un maschio formidabile. Ti sembra mi sia facile sopprimere un sentimento che vedo nascere dentro di me? Sai perché sono qui? Non resistevo a non vederti per tante ore.
– Ascolta, Irene. Io resterò qui per un’altra settimana. Hai tutto il tempo di pensare e ti capire cosa vuoi da me. Lascia stare gli anni; se amo una donna non vado certo a chiedere permesso all’anagrafe. Se ti dai da fare per non pensare è sbagliato e mi offendi. Mi dirai cosa fare prima che parto. Ti stai spogliando?
– Si, ora ti voglio ed anche tu mi vuoi. Voglio pensare mentre sei con me o sopra di me. Non sarei voluta più scendere da quella nave.
(continua)

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