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Racconti Erotici Etero

L’isola di Valeria

By 15 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

L’isola di Valeria

Stavo con Valeria ormai da due anni, anche se tra molti alti e bassi. Il nostro era però un rapporto oramai basato quasi esclusivamente sul sesso a causa delle frequenti infedeltà reciproche. Malgrado la giovane età, io avevo 23 anni e lei 19, nel periodo passato assieme avevamo sperimentato moltissime cose in materia di sesso, per cui sapevamo bene come divertirci.
Per quell’estate avevamo avuto finalmente, dai rispettivi genitori, il permesso per andare in vacanza assieme. Unica condizione era la presenza di almeno un’altra coppia di amici. Avevamo scelto di passare le ultime due settimane di agosto in una piccola isola italiana del Mediterraneo, molto frequentata dal turismo ma sostanzialmente ancora non rovinata dalle masse estive.

Organizzare le vacanze di una compagnia non &egrave mai facile, ma fortunatamente eravamo riusciti a prenotare una bella villa quasi sul mare, collegata alla spiaggia privata da un sentiero immerso negli ulivi e negli aranci. Con noi sarebbero venuti due suoi amici, Federico e Francesca, che pur non stando insieme avrebbero comunque condiviso una camera per la notte. Dopotutto si conoscevano da tanti anni, per cui sapevamo che ciò non avrebbe provocato alcun tipo di imbarazzo.

Valeria era una ragazza decisamente particolare, magari timida sulle prime ma poi decisa ed impetuosa in seguito nel suoi rapporti con le persone. Non era molto alta, riccia, con una bella terza di seno e un sedere ai limiti della perfezione, a mandolino, ben delineato e morbido al punto giusto. Negli anni avevamo provato ogni tipo di rapporto, ma ciò per cui lei andava in delirio era decisamente quello anale. Sapevo che nel corso della vacanza avrei dovuto soddisfarla spesso in questo modo, ma volevo anche farla migliorare nel sesso orale. Le piaceva prenderlo in bocca ma ora volevo che imparasse ad andare oltre, ad accettare i miei orgasmi nella sua bocca e a leccarmi e ciucciarmi le palle.

Già in aereo vidi negli occhi di Valeria un’aria decisamente maliziosa, vogliosa. I suoi accenni erano sempre più espliciti e non disdegnò affatto di ricevere, e di dami, qualche palpatina. Inoltre essendo stati distanti nelle precedenti tre settimane, la nostra voglia era alle stelle.
Dopo un viaggio piuttosto avventuroso riuscimmo finalmente a prendere possesso della nostra bella villa. Davvero un luogo incantevole, tranquillo, immerso nel verde e infondo ad appena un chilometro dal centro più importante dell’isola. Le due camere da letto si trovavano al secondo piano, ma Valeria decise di prendere quella con il terrazzino privato, in modo da poterci offrire qualche momento aggiuntivo di intimità. Quella di Francesca e Federico era contigua alla nostra, ma le spesse pareti garantivano una certa ‘sicurezza’ acustica. Nemmeno il tempo di disfare le valige che i nostri amici erano già in movimento per vedere la nostra piccola spiaggia privata. Non potevo farmi scappare una così ghiotta occasione, per cui decisi di passare all’azione. Spinsi Valeria contro il muro ed iniziai a baciarla sul collo e sul seno. Mi abbassai per toglierle gli slip e farle un meritato cunnilingus, attività che adoro e in cui mi ritengo decisamente bravo. Le piaceva e lo sentivo, visto la gran mole di umori che aveva preso ad uscire dalle sue grandi labbra, per cui decisi di approfittarne subito e di scoparmela. Peccato che proprio dopo i primi colpi sentimmo le voci dei nostri amici di ritorno dalla spiaggia e decidemmo di rimandare a più tardi il nostro orgasmo. Sapevo tanto che le occasioni non mi sarebbero decisamente manVale.

I nostri amici erano tornati dal giro esplorativo entusiasti, l’acqua era chiarissima e la spiaggia meravigliosa. Inoltre anche la privacy era garantita dal fatto che ai lati l’insenatura era protetta da alti scogli praticamente insormontabili. Una specie di piccolo paradiso di tranquillità. Visto che l’orario, e le lunghe giornate estive, lo permettevano, decidemmo di andare subito a fare un bel tuffo in acqua. Lasciati i nostri amici ad asciugarsi al sole sulla spiaggia, io e Valeria avevamo continuato a nuotare, portandoci oltre gli scogli e al di fuori dalla loro vista. Si stava benissimo e l’acqua era calda al punto giusto. Cominciavamo però ad essere un po’ stanchi, tanto da decidere di salire su uno scoglio per riposarci prima di tornare indietro. Valeria aveva tutto il corpo imperlato dalle gocce del mare e con la lingua continuava a togliersi il sale dalle labbra rosse. Cominciai a tastarle il seno e poi passandole una mano sul ventre piatto arrivai fin sotto il suo costume. Recepito il messaggio Valeria prese l’iniziativa, mi fece sdraiare, mi sfilo i bermuda e iniziò a leccare il mio pene. Prima di partire mi aveva chiesto di raderlo completamente, in modo da poterci giocare meglio e ora finalmente vedevo l’applicazione di quel servizio.

‘Cazzo giò, &egrave buonissimo. Il sapore del sale &egrave magnifico. Ho fatto proprio bene a fartelo radere’

‘Brava Valeria, ora leccami anche le palle e fammi una bella pompa’

‘No, niente pompa, questa sera mi devi soddisfare per bene e ti voglio al massimo della forma’

Non avevo nulla da obiettare anche perché mi stavo godendo quel bel giochino. A colpi di lingua riuscì a togliermi quasi tutto il sale e soddisfatta, di colpo, si ributtò in mare per tornare dagli amici. Seguendola in acqua non riuscivo a non immaginarmi ciò che sarebbe accaduto quella notte.

Il sole ci aveva asciugati quasi del tutto ma risalendo verso casa, lungo il sentiero, non riuscivo a fare a meno di perdermi nelle gocce di acqua, rimaste sulle gambe di Valeria, che camminando cadevano lentamente in terra. Nella mia testa partivano raffiche di pensieri ed emozioni. E tutto ciò doveva essere anche ben visibile a causa della mia continua erezione. Per fortuna il costume era abbastanza largo da evitare figuracce.
Completamente diverso era invece l’abbigliamento previsto per la sera. Avevamo saputo che sull’isola c’era una bella discoteca all’aperto, su più livelli ed immersa nella verde. Nulla a che vedere con quelle atmosfere sudate e oppressive dei locali di città. Così la serata l’avremmo passato ballando e bevendo qualcosa tutti assieme. Valeria e Francesca avevano fatto quasi a gara per rendersi appariscenti e sexy, non disdegnando scollature, spacchi e tacchi altissimi. In particolare Valeria riusciva ad essere contemporaneamente sensuale ma non sfacciata, un mix sempre difficile da centrare.
Nonostante la folla riuscimmo a trovare un bel divanetto tutto per noi, a prendere da bere a sufficienza e a rilassarci. Dopo tutto era stata una giornata faticosa, ma eravamo felici. Quella sarebbe stata una settimana dedicata solo al divertimento, al mare e ovviamente alla lussuria. Io e Federico lasciammo andare le ragazze a fare un giro della pista per vedere un po’ come era l’ambiente, ma poco dopo tornarono da noi con la faccia non molto entusiasta. In effetti il locale non era organizzato molto bene, e poi si addiceva di più a persone in cerca di un luogo appartato per momenti di intimità. E questo concetto non doveva essere sfuggito a Valeria. Appena seduta iniziò a baciarmi sul collo poi, lentamente, ad infilarmi la lingua quasi all’interno dell’orecchio destro. Il messaggio era chiaro ed approfittando dell’ora già tarda e di alcuni sbadigli sui volti dei nostri amici, proponemmo di tornare a casa e di andare a dormire.

Nel tragitto verso la casa in motorino, così giravamo per l’isola, Valeria non tolse nemmeno per un attimo la sua mano da dentro i miei pantaloni. Nemmeno mentre passavamo nel centro abitato. La voglia era tanta e si vedeva. Con la mano si era intrufolata sotto i boxer e continuava in modo ritmico un dolce massaggio alla mia asta ormai dura e decisamente eretta. Non ricordo di aver mai corso tanto in motorino come in quella notte. Impiegammo davvero pochi minuti per arrivare a casa, fingerci stanchissimi, salutare i nostri amici e rinchiuderci nella nostra alcova.

Valeria non era molto vestita e la pelle già abbronzata la rendeva ancora più attraente. Il suo bel seno era visibile e i suoi occhi tradivano le attese per la notte. Mi avvicinai a lei, la spogliai e le lasciai soltanto i sandali con i tacchi alti, mi avvicinai alla sua figa depilata di recente e sdraiato sul bordo del letto iniziai a leccarla con piacere. La mia lingua entrava e usciva dalla sua fessura senza il minimo problema tanto che era già lubrificata. Con le mani intanto stingevo le tette per far indurire i capezzoli. Il suo respiro affannoso mi faceva comprendere che quelle erano le mosse giuste per farla godere. Si scostò e infilò la sua lingua nella mia bocca in modo da condividere il sapore del suo sesso. Con la lingua iniziò il percorso che dalla bocca scendeva verso il mio petto e il mio cazzo già bello duro e bagnato per l’eccitazione. Scese ancora più in basso, si mise in bocca le palle e iniziò a succhiarle con forza. Era meraviglioso, intanto che con la lingua le leccava, con una mano le accarezzava e di tanto in tanto le stringeva.
La rigirai buttandola sul letto e inizia a baciarla e leccarla in ogni centimetro della sua pelle, iniziando dai piedi, su per le cosce fino alla figa, ancora bagnata della mia saliva e dei suoi umori. Mi arrestai solo una volta arrivato a quel suo magnifico seno, tosto nonostante la buona dimensione ma giustamente morbido. Con la lingua e con i denti impazzavo sui suoi capezzoli ormai duri e spessi. Il suo livello di eccitazione era alle stelle ed iniziava a non comprendere nemmeno più i propri gesti e pensieri. Ci sollevammo dal letto, quasi di comune accordo, spostandoci verso il terrazzo della nostra camera da letto. Faceva caldo e la porta era già spalancata, quasi quanto le gambe di Valeria, china davanti a me con le cosce aperte e con una mano intenta a lubrificare ulteriormente le grandi labbra. Non servì nemmeno uno sguardo o una parola in più che il mio cazzo era già accolto dalla sua calda figa. Iniziai a martellare con vigore per provocarle un orgasmo il più velocemente possibile in modo da dedicarmi successivamente allo splendido culo. Non ci volle poi molte, dopo alcuni minuti Valeria venne copiosamente, tanto che alcuni fiotti dei suoi umori uscirono e presero a scivolare lungo le sue gambe fin sulle caviglie.
Mi aveva chiesto di non venire, di resistere, di tenerlo ancora il più duro possibile in modo da soddisfarla anche analmente, un vizio che avevamo conosciuto assieme e che le piaceva terribilmente. Gli umori della figa avevano inumidito anche l’entrata del culo e il mio arnese aveva già ripreso le sue buone dimensioni grazie a quello spettacolo. Ne indirizzai la punta contro l’entrata e lentamente presi a spingere con continuità. Le doveva fare un po’ di male ma l’eccitazione era tale da chiedere penetrazioni sempre più profonde, fino alla fine. La strinsi per le tette, accelerai il ritmo e dopo pochi minuti le esplosi tutta la mia sborra nelle sue viscere. Non mi fermai subito, malgrado la stanchezza continuai ancora per un poco per godermi quegli splendidi istanti. Era infatti la prima volta che le venivo nel culo, e ciò mi dava una splendida sensazione di forza e di felicità. Mano nella mano tornammo al nostro letto per addormentarci assieme.

La mattina successiva servì una colazione di tutto rispetto per riprenderci dalle fatiche notturne. Eravamo stanchi ma l’aria era piena di malizia, anche perché i nostri amici erano già in spiaggia e in casa potevamo stare in assoluta libertà. La giornata era però davvero splendida e così decidemmo di passare anche noi la giornata al mare. Nel pomeriggio, dopo aver fatto un po’ di spesa in paese, iniziò però a piovere costringendoci in casa per la serata. Non avendo pressoché nulla da fare, Francesca decise di dedicarsi ai fornelli preparandoci una cena di tutto rispetto, abbondante e davvero particolare. Non c’era nulla da dire, in cucina era proprio un’artista. Ma a giudicare dal movimento dei fianchi che accompagnava le varie ‘faccende’ domestiche, doveva essere brava anche in altri campi. Non avevo però la possibilità di verificare visto che Valeria mi occupava a tempo pieno.

L’idea che risolse la serata venne proprio a Francesca. Una bella partita di streep poker. Premesso che lei era l’unica a conoscere per bene le regole, la curiosità riuscì a convincerci a prendere le carte in mano, ad imparare il gioco e a rischiare di finire in mutande. La partita si era messa abbastanza bene per me e Federico, tanto che Francesca nel giro di circa mezz’ora era già in mutande mentre Valeria aveva perso solo i pantaloni. Peccato che Francesca con una mano continuava a coprirsi il seno. Io e Federico invece avevamo perso solo la camicia. L’obiettivo a quel punto era di spogliare completamente Francesca e cominciammo a giocare di comune intesa per vincere. Solo alla fine capimmo che anche le due ragazze di erano coalizzate passandosi le carte sotto il tavolo. Il risultato fu in parte ‘drammatico’. Francesca finì la partita in mutande, Valeria aveva conservato quasi tutto mentre io e Federico ci ritrovammo a giocarci tutto con l’ultima carta. O la vittoria o i boxer. Andò male e partì proprio la nostra biancheria. Inoltre le ragazze ci chiesero una sorta di streep tease. Era la prima volta che mi trovavo nudo di fronte a più di una ragazza, ma nonostante il fresco della notte il mio cazzo non tradì le attese e si presentò in modo abbastanza decente. Meno male. Ma il tutto ci aveva eccitato molto, per cui re-indossata la biancheria intima e finito di bere le bottiglie di birra presenti sul tavolo, decidemmo di darci appuntamento al giorno seguente. La mia erezione si era fatta decisamente visibile eppure non mi sentivo imbarazzato, stavo bene ed ero pronto a lanciarmi su Valeria.

Valeria si presentò in camera completamente nuda, con la figa ben depilata e con una enorme voglia di sesso negli occhi. La stesi sul letto e mi lasciai scivolare tra le sue cosce fino a trovarmi con la lingua proprio nel mezzo delle sue gambe. Iniziai a leccarle la figa lentamente per poi accelerare gradualmente il ritmo e spingerle la lingua sempre più in fondo. Doveva piacerle visto che il respiro iniziava a farsi pesante ed ai miei tentavi di rialzare la testa lei reagiva spingendomi sempre più verso la sua figa. Era un vero lago, gli umori scendevano copiosi e una buona parte terminava nella mia bocca. Continuando a leccarla mi girai in modo da metterle le mie palle proprio davanti alle labbra. Valeria recepì il messaggio, iniziò a leccarle e successivamente a giocarci con la lingua finch&egrave decise di infilarsele in bocca iniziando a ciucciarle con forza. Non avevo mai provato una sensazione così forte, così piena. I nostri sessi erano bagnati e pronti all’uso. La penetrai con forza fino in fondo, strappandole così gemiti, piccole urla e svariate considerazione sulla sua troiaggine. Si, ormai lei stessa si dava delle zoccola e della puttana, ciò che in realtà sembrava ormai essere. Decise di mettersi sopra in modo da poter gestire meglio il rapporto e cercò di farlo durare il più possibile variando il ritmo. Oltre alla velocità cambiava spesso posizione per ottenere penetrazioni più o meno profonde finch&egrave non decise che per lei era abbastanza. Il tempo era volato, era passata quasi un’ora da quando avevamo iniziato e questo contribuì decisamente a rendere il suo orgasmo una vera e propria marea. Venne così copiosamente che i suoi umori fuoriuscirono dalla figa scendendo giù per la mia asta fino alle palle. Rimanemmo così per qualche istante, quasi storditi. Ma anche io avevo una voglia incredibile di venire, di venirle su quelle magnifiche e dure tette. Sedendomi su di lei iniziai a menarmelo spingendolo di tanto in tanto verso le sua labbra. La punta era rossa quasi quanto la sua lingua che assomigliava più alle spira di un boa. Ormai stavo per venire anche io, sentivo le palle dure e avevo capito che ne sarebbe uscita davvero tanta, così pensai di chiederle, tra lo scherzo e il serio, dove preferisse ricevere il mio orgasmo. A sorpresa mi disse di metterglielo in bocca al momento giusto che al resto avrebbe poi pensato lei.
Ancora pochi colpi e sentì lo sperma risalire lungo la mia asta, infilai il cazzo nel bocca di Valeria e lei con gli ultimi colpi di lingua mi fece venire. Uscirono numerosi fiotti di sperma che le scesero in parte dentro la gola e in parte sul collo. Ne avevo riversata tantissima e con la luce della luna che entrava dalla finestra aperta vidi che la sua bocca era bianca e che dai lati scendevano due bei rigagnoli di sborra. Ne buttò giù una gran parte dopodiché riprendemmo a baciarci mischiando nelle bocche i nostri umori.
La cosa le era piaciuta talmente tanto da farla diventare un punto fermo nei nostri rapporti. Ormai ogni serata si concludeva con un magnifico pompino coronato da tanto di ingoio finale.

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