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Racconti Erotici Etero

Lo scarpone in faccia

By 20 Febbraio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

– Ogni donna adora un fascista,
Uno scarpone in faccia, il brutale
Cuore di un bruto a te uguale –

Me l’avevi dedicato nei primi tempi questo verso di una poesia di Sylvia Plath, perché già avevi capito che in te avevo trovato ciò che da tempo cercavo: il dominatore, l’intellettuale egocentrico dai pensieri contorti e soprattutto’sesso, sesso perverso al di fuori dei canoni imposti dai miei ragazzi borghesucci e premurosi, quel sesso che solo a ripensarci ti bagni tra le gambe.
Un’intesa perfetta ed esplosiva tra mente e corpo, tra la tua voglia di dominare ed istruire e la mia voglia di essere dominata e di imparare.

Poi il mio errore, la voglia di averti solo per me, il dolore e la fine.

Sono passati tanti mesi ed un nuovo ragazzo è entrato nella mia vita, una bella storia, ma il desiderio di venire scopata da te ‘ e sottolineo il verbo scopare e non fare l’amore ‘ è paragonabile ad una linguetta sottile e veloce che mi lecca quotidianamente il clitoride e che mi eccita, senza concedermi però la soddisfazione.
Lontana dal mio compagno mi scopro a masturbarmi ricordando i tuoi ordini perentori, i tuoi sculaccioni, il tuo legarmi, il mio lottare per essere presa con la forza su quel ring che tutto permette, chiamato letto. E ricordando quel desiderio esplosivo (fisico ed intellettuale), mai più provato.

Una mail: – Ho un ragazzo che amo e che mi ama, ma ho voglia di uno scarpone in faccia. Sai dove e come trovarmi -. Clicco l’invio senza pensarci due volte, sapendo che i sensi di colpa mi avrebbero fermata se ci avessi riflettuto un secondo di più.

La risposta, positiva, impiega giorni ad arrivare, come avevo previsto. So bene che ti viene ancora duro immaginando il tuo cazzo nella mia bocca o nel mio grosso, morbido e sodo culo’ma so anche altrettanto bene che l’ultima tua intenzione è darmela facilmente vinta.

Ora ti ho davanti, sei appena entrato nel mio appartamento, mi saluti e per la prima volta percepisco imbarazzo. Ti colpisco velocemente il viso con uno schiaffo, la rabbia per il tuo doloroso rifiuto e la voglia di provocare una tua reazione; rimani basito, ma al secondo tentativo mi afferri la mano e me la blocchi dietro la schiena, fissandomi con un ghigno sornione.
– Questa bambina disubbidiente ha proprio bisogno di una lezione – mi sussurri all’orecchio mentre mi costringi ad inginocchiarmi e ad appoggiare la bocca sulla stoffa dei pantaloni, per farmi sentire il cazzo già duro.
Ne sono attratta da morire, la mia volontà di resistere è annientata; le mie mani agiscono da sole mentre ti slacciano la cintura, ti abbassano le mutande ed avvicinano il tuo membro alle mie labbra.
Il tuo odore mi investe le narici’una scossa percorre tutto il corpo e si infila tra le mie gambe, bagnando dei miei umori gli slip che indosso.

Sono eccitata, ma alzando gli occhi noto sul tuo viso quello sguardo di sprezzante superiorità che ben conosco e che non mi concede alcuna soddisfazione’con un moto di rabbia mi stacco da te e mi alzo in piedi:
– Vaffanculo ‘ ti urlo ‘ dimmelo che hai voglia di scoparmi, dimmelo che ti piaccio e che ti eccito!-

Tu mi guardi, come si guarderebbe una bambina capricciosa, mi prendi il braccio e mi butti sul letto.
Ma io non cedo, questa è una sfida; Il mio atteggiamento ti fa capire che non è uno dei nostri soliti giochi di ruolo. Ed io non sono più quella di una volta.
Rimani basito, mai avevo osato sul serio’ma subito riacquisti il controllo della situazione, prendi la tua giacca e mi saluti con noncuranza:
– Come preferisci, in fondo non ne avevo voglia neppure io-

Le tue parole mi colpiscono come un pugno in pieno viso, mi sento profondamente umiliata.
Il mio unico fortissimo desiderio è quello di picchiarti e faccio fatica a trattenermi, ma invece ti sorrido e ti dico ‘ Ok ciao, tanto uno come te lo posso sostituire senza problemi con questo ‘.

Apro il cassetto del mio comodino e prendo in mano un vibratore, tuo graditissimo regalo.
Sono riuscita a ribaltare la situazione a mio favore ed ora sei tu lo sbeffeggiato.
Sono ancora distesa sul letto, mi alzo la gonna quanto basta per sfilarmi le mutandine con un paio di movimenti di bacino. Divarico le gambe, le piego leggermente e porto il sex toy dalla mia bocca al mio sesso, ancora semi nascosto dalla stoffa.

Inizio a masturbarmi. Lo muovo sul mio clitoride cercando il punto di maggiore piacere, chiudo gli occhi ed il mio respiro si fa sempre più serrato. Sento il tuo sguardo su di me, sei completamente in tilt.
Siamo tutti e due visibilmente di nuovo eccitati, ma questa è una sfida tra di noi, a chi cede per primo ed ammette, con le parole o con gli atti, il proprio desiderio.
Ed io voglio vincere.

[continua’]

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