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Racconti Erotici Etero

Lo specchio (Le tentazioni di una ragazza per bene)

By 22 Maggio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutte le sere, rientrando dal lavoro, si fermava davanti a quella vetrina. Non era una vetrina di abbigliamento, come ci si sarebbe potuti aspettare da una ragazza di giovane età quale era lei. Era la vetrina di un antiquario ad attirare la sua attenzione, e per la precisione era un’ enorme specchiera da terra Luigi XVI, che si intravedeva con una certa fatica sul fondo del negozio. Accanto alla specchiera c’era anche una poltrona nello stesso stile, una bergère Luigi XVI rivestita di bianco, ma Brenda sapeva benissimo che due pezzi di antiquariato non se li sarebbe mai potuti permettere e, tra i due, aveva deciso di optare per lo specchio, un complemento d’arredo che sapeva avrebbe fatto molto piacere alla mamma, per il suo compleanno
La sua cornice di legno finemente intagliato, laccata, con finiture in oro, le dimensioni ragguardevoli , la patina del tempo che aggiungeva fascino ed allure alla superficie dello specchio… tutto contribuiva a convincerla che si trattava del regalo perfetto per sua madre.
Ogni sera Brenda si fermava davanti alla vetrina e talvolta, nello sforzo di mettere a fuoco lo specchio che si trovava lontano dal suo punto di osservazione, incrociava lo sguardo del proprietario, che dall’interno del negozio, scorgendola, sorrideva compiaciuto tra sé. Si chiedeva quanto sarebbe costata e tra sé pensava che il suo esiguo stipendio di precaria con contratto a progetto mai le avrebbe permesso di realizzare quel sogno… e alla fine tirava via rassegnata.

Quando una sera ….. finalmente si decise.
Aveva radunato tutti i risparmi che era riuscita a raggranellare e, decisa a conoscere il prezzo dell’oggetto del suo desiderio, spinse con decisione la porta del negozio.
L’antiquario l’accolse con un’espressione stupefatta: troppe volte aveva visto la ragazza indugiare davanti alla vetrina, senza avere il coraggio di entrare e i suoi occhi indagatori parevano aver già intuito da lungo tempo il motivo di tale riluttanza. E quale non fu la sua sorpresa nel trovarsela di fronte!
Era l’antiquario un uomo bruno, sui quaranta, dai profondi occhi scuri, pelle abbronzata , capelli corti leggermente brizzolati e una camicia azzurra, sotto la giacca, aperta sul collo, a mostrare una sciarpa di seta:
“ E’ l’immagine bon ton dell’antiquario” si trovò a pensare la ragazza, che si fece coraggio per chiedergli dello specchio. Ma l’uomo la sorprese quando, dimostrando di avere già intuito tutto le chiese:
“ E’ qui per quello specchio Luigi XVI, vero? E vuole sapere quanto costa…Sono settimane che la vedo fermarsi con gli occhi spalancati sul marciapiede qui davanti: sembra proprio una bambina davanti ad una vetrina di dolci!”
Nel suo sorriso non c’era la benché minima derisione e ciò mise a suo agio la ragazza che annuì. L’antiquario le disse il prezzo… e la ragazza si accorse con tristezza che era esattamente il doppio di quanto lei era riuscita a mettere insieme dopo mesi di risparmi…. era dunque decisa ad andarsene, quando l’uomo :
“ Senta, se non ha tutta la somma subito, mi dia quello che ha …poi …potremo giungere ad un accomodamento” – le disse, accendendole un filo di speranza.
“Però prima mi lasci chiudere il negozio, abbiamo già superato abbondantemente l’orario di chiusura e sa, i vigili sono inflessibili…”
Nel dire così abbassò la saracinesca elettrica ed in breve si ritrovarono nel negozio chiuso, a ragionare davanti allo specchio che rimandava le loro immagini.

Quel giorno Brenda era vestita completamente di bianco: la camicetta e una corta gonna primaverile, da cui spuntavano le gambe tornite ed abbronzate, insieme ai lunghi capelli raccolti in una folta coda di cavallo, le conferivano l’aspetto di una scolaretta sbarazzina, una specie di lolita.
Anche l’antiquario, che le si avvicinò dal dietro, pareva apprezzare la visione che vedeva riflessa nello specchio.
“ Vede che finiture? Vede la ricchezza dei decori ? L’intaglio fatto a mano?”
Lodava i pregi dello specchio, l’antiquario… ma poi, impercettibilmente , le sue mani sfiorarono la silhouette della ragazza mentre continuava:
“Vede lo slancio delle gambe ? La linea sinuosa dei fianchi? La purezza del collo?”
Stava parlando di lei! Stava toccando lei!
La ragazza era esterrefatta dalla disinvoltura con cui la trattava!
“Lei è un pezzo altrettanto pregiato di quello specchio, mia cara…” – proseguì, incurante dello sbigottimento della donna, anzi, proprio da questo divertito ed eccitato.
“ … e sono sicuro che noi due ci metteremo d’accordo per un giusto prezzo….”- continuava, mentre con il dorso della mano le accarezzava il viso, scendendo verso il collo…
La ragazza non sapeva che fare: il primo impulso era stato quello di fuggire, ma dove? Poi aveva pensato di rispondere risentita alle sfacciate avances dell’uomo:
“ Come? Le chiedeva di… vendersi per uno specchio? Di… prostituirsi?”
Un lampo attraversò lo sguardo di Bianca e l’uomo parve leggere in quello sguardo:
“ Non le sto chiedendo di prostituirsi, mia cara! Lei lo specchio lo pagherà… solo pagherà quello che può permettersi di pagare… per il resto… quello che mi aspetto è solo un gesto di riconoscenza nei miei confronti… via… sono così repellente?” – aggiunse con un sorriso.
No, repellente non lo era proprio…. Brenda sentiva il suo odore… un odore buono… di fumo… di maschio…
E poi sue mani! Mani esperte, mani sapienti… certo che ci sapeva fare! Erano già scese al seno e lo stavano massaggiando sopra la camicetta.
Brenda sentiva i capezzoli indurirsi… e si chiese che cosa le stava succedendo, quale strano incantesimo si stava impossessando di lei, dal momento che non solo non si ribellava, ma non ne aveva le minima intenzione… anzi! Avrebbe voluto che l’uomo continuasse… VOLEVA che l’uomo continuasse ad accarezzarla in quel modo!
In breve l’uomo l’ebbe completamente in suo potere, mentre era dietro di lei, che rivolta verso lo specchio poteva vedere tutte le azioni che lui compiva, oltre a sentirle nella sua carne…
Si vide sbottonare la camicetta e denudare i seni che, sotto le carezze dell’uomo svettavano superbi.
Sentiva il suo membro che appoggiato dietro le premeva sulle natiche … sentiva tutta la sua eccitazione che, unita alla propria, produceva una miscela esplosiva….
L’uomo le alzò la gonna e Brenda vide chiaramente nello specchio mentre le abbassava le mutandine, gliele sfilava con un gesto disinvolto e sicuro e con la mano la masturbava: introdusse prima un dito… poi due nella sua vulva in fiamme, facendole desiderare di essere scopata con violenza.
L’antiquario pareva aver perso il controllo, adesso: le mormorava frasi sconnesse sul collo, la riempiva di apprezzamenti volgari che aumentavano a dismisura la sua eccitazione.
Si vedeva riflessa nello specchio, semivestita ,con l’uomo dietro di sé che la toccava in ogni parte, facendola sospirare e gemere, facendole desiderare una vera penetrazione…
Quella scena durò a lungo, prolungando e potenziando via via il suo desiderio, fino a che lei non resistette più e glielo disse:
“ Che cosa vuoi?” le chiedeva lui in risposta ai suoi gemiti.
“ Voglio essere scopata!”
“Da chi vuoi essere scopata?”
“ Da te!”
“Ma cosa vuoi di preciso, dimmi, cosa vuoi?”
“Voglio … il tuo cazzo!”
E lui glielo faceva ripetere come se non avesse udito, glielo fece gridare come se lei non lo avesse detto a voce sufficientemente alta… e mentre Brenda urlava che voleva il cazzo di quello sconosciuto, rivoli di piacere le scorrevano tra le cosce, imbrattando le dita dell’uomo.
Quando fu soddisfatto, finalmente lui si sbottonò i calzoni, si accomodò sulla bergère che si trovava lì accanto e attirò a sé la ragazza. La fece sedere sul proprio fallo nudo ed eretto, avendo sempre cura che lei avesse il viso rivolto verso lo specchio, così da poterla vedere in volto in ogni momento e così che lei potesse vedere il proprio volto e il suo membro che la penetrava.
La gonna alzata, la camicetta completamente aperta, il viso sfatto dalla passione, gli occhi ardenti dalla frenesia , Brenda vide la propria immagine come quella di una donna …. di facili costumi… di una donnaccia… di una puttana! L’esatto contrario di quello che lei era stata fino a quel momento… e… l’eccitazione la travolse !
S’infilò quel membro teso e pulsante tra le cosce, vi si impalò come se stesse offrendosi in sacrificio al dio Priapo, lo cavalcò come se lei fosse una vestale della lussuria, lo fece entrare e uscire da sé un numero infinito di volte… e un numero infinito di volte la sua vulva fagocitò quel glande e quel pene… in un parossismo orgiastico …. fino a che profonde scariche non le trafissero il cervello e i fremiti che le squassarono il corpo non la lasciarono ansante, sudata , esausta…

Si accasciò a terra, Brenda, in preda ad un furioso batticuore, mentre l’antiquario le rialzava la testa infilandole il membro in bocca.
Gliela scopò, la bocca,con determinazione e con violenza, come mai a lei capitato. La tenne saldamente per la testa, mentre entrava e usciva dalla sua bocca, sempre più giù, sempre più in fondo…. fino a che fiotti di piacere non le riempirono la gola…
Ora era piena di vergogna, vergogna per quel che aveva fatto, vergogna per quel che poteva pensare l’uomo di lei…
Poi si ricompose…
“Poco male – pensò- una volta portato via lo specchio, non passerò più da queste parti, così non cadrò più in tentazione , lui non mi vedrà più e di questa cosa non ne saprà niente nessuno! Incidente chiuso!”

Fu il giorno dopo, quando le recapitarono lo specchio a casa, che Brenda si accorse di essersi sbagliata di grosso! Non solo non si era resa conto che, dando all’antiquario l’indirizzo a cui avrebbe dovuto far recapitare lo specchio, non aveva affatto conservato l’anonimato, ma si rese conto altresì che l’incidente non era affatto chiuso, soprattutto dal biglietto che accompagnava la specchiera e che diceva:
“La ringraziamo sentitamente per aver scelto i nostri servizi e nel ricordarLe di essere sempre a Sua disposizione, Le facciamo presente che abbiamo in offerta una poltrona bergère Luigi XVI”

La tentazione era ancora in agguato …

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