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Racconti Erotici Etero

Luci

By 19 Novembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

PROLOGO Lo so che questa storia l’avete sentita raccontare migliaia di volte… che se si dovesse chiedere in un carcere quanti sono gli innocenti vittime di un errore giudiziario, tutti alzerebbero la mano… eppure… No, io non sono qui a raccontare la storia di un carcerato, ma quella di uno studente incompreso… la mia storia scolastica avrebbe potuto essere un film… o forse più una telenovela! Se non fosse avvenuta questa sottospecie di telenovela, però… non potrei raccontare il resto della storia. Il mio primo ‘incidente di percorso’ (scolasticamente parlando), avvenne in prima media… venni immeritatamente bocciato, e mi vidi passare davanti persone che nemmeno sapevano fare le divisioni… Volai i tre anni successivi superando i compagni che immeritatamente mi erano passati davanti. L’identico episodio avvenne al primo anno di scuola superiore… stesso copione, stesse scene… infine, al mio quinto anno, avvenne la goccia che fece traboccare il vaso: era appena iniziato il secondo quadrimestre, avevo voti alti (oltre la media dell’otto), quando mi arrivò la cartolina rosa… il mio rinvio non era stato accettato, ricorsi a tribunali non avevo possibilità di farne, così partii soldato senza aver fatto l’esame di maturità! Svolsi il mio regolare servizio di leva, e mi congedai mentre l’anno scolastico successivo era ancora in corso… mi toccò quindi aspettare settembre prima di iscrivermi al mio quinto anno di scuola, nel frattempo avevo compiuto i ventidue anni. L’ANNO SCOLASTICO L’Istituto Tecnico d’Istruzione Superiore, non aveva un gran panorama femminile… eppure, in quella stagione scolastica, sembrava essersi costituito il ‘gruppo delle bonazze’. Camilla Rossi era la nuova docente di Diritto… era stata soprannominata ‘La Pantera’… capelli tinti di rosso, 30 anni appena e corpo rifatto, ma rifatto bene! Il suo nome di battaglia era dovuto alle sue capacità sessuali e alla sua perenne fame di sesso, spesso si intratteneva con studenti e se ne appurava la maggiore età, li ingaggiava per diversi ‘corpo a corpo’ nel ring della sua stanza da letto. Carmela Ferrari, ausiliaria procace e formosa soprannominata ‘La Tettona’… credo sia inutile spiegarne il motivo. Anch’ella piuttosto nota per le sue capacità ‘da letto’, dai capelli castani e ricci, e uno sguardo da porcella. Sul ‘versante studentesse’ c’erano invece le ‘magniFICHE quattro’: Selina, Manuela, Tina e Lulù. Le prime tre pluri-ripetenti che avevano in mente più l’organo sessuale maschile dello studio, l’ultima una diciottenne in corso, ma alquanto ‘bona’. Selina, nonostante un naso un po’ a patata, aveva un corpo perfetto, Manuela e Tina erano piuttosto ‘piallate’ a livello di pettorali, ma entrambe avevano dei fondoschiena che avrebbero potuto far dimenticare quelli delle statue greche… inoltre, i loro body a balconcino le facevano apparire decisamente meno piallate del dovuto. Pure Lulù brillava assai poco sul davanzale, ma il suo viso era talmente accattivante da non poter evitarne lo sguardo. A discapito del ‘gruppo bonazze’, c’era invece il ‘gruppo delle cesse’ il cui immeritato ruolo di ‘leader’ spettava di diritto alla Preside: Valeria Franchi. Una delle donne più brutte che mai avessi visto, che neppure in gioventù doveva aver brillato per bellezza, a cui seguiva la nipote, Enrica Franchi, studentessa di quinta, dal passato luglio diciottenne, e che sembrava la zia da giovane ma forse era ancora più brutta, con quel naso esageratamente pronunciato e quegli occhiali a fondo di bottiglia, antipativa e smorfiosa all’inverosimile, addirittura minacciava di ‘chiamare sua zia(la preside)’ ogni volta che notava qualcosa che non le andava a genio. Poi c’era la sua amica del cuore, che poteva essere scambiata per una sua ‘gemella di bruttezza’, ovvero Alessia D’Elia… più magra, e con quelle ridicole trecce da scolaretta nonostante i suoi diciotto anni e mezzo. Poi c’era Marina Bandiera, una somara (scolasticamente parlando) più vecchia di me di sei mesi, pluriripetente dai capelli stopposi e naso all’insù che la faceva apparire come la versione reale della Signorina Rottermeyer (la governante bisbetica di Clara, l’amica del cuore di Heidi), e con quell”r’ moscia che ogni volta che diceva la parola ‘porco’ (anzi ‘povlco’) faceva ridere pure i polli, infine Elvira Sandri, che arrivò quando ero ancora al mio terzo anno, mi sbavò dietro per tre anni buoni e che visti i miei incidenti di percorso, era arrivata alla quinta in classe con me… e sembrava decisa a riprendere la caccia interrotta qualche tempo prima: ogni volta che poteva restare sola con me cercava di approfittarne, per fortuna, avevo sempre una scusa valida per non restare solo con lei! Era strabica, sproporzionata, grassa e gelatinosa e con una sudorazione che la faceva puzzare di continuo… per il mese di settembre, ancora potevo adottare la scusa dell’età (Elvira compiva diciotto anni il 2 ottobre)… ma poi? Che avrei fatto? Arrivando invece al personale ATA, c’era Lea, detta anche ‘La Presenza Inquietante’. Sembrava uscita da un film dell’orrore, tipo ‘Non aprite quella porta’. Grassissima, larghissima, dai capelli scuri ma ai quali non era possibile stabilirne un colore definitivo da tanto variavano a seconda della luce. Maleodorante (tanto da chiedersi come poteva avere cura dell’igiene scolastica se non ne aveva della propria), e con un viso perennemente rabbuiato in un’espressione cupa, come se il mondo intero le avesse fatto del male. L’incubo degli studenti più giovani era quella di ritrovarsi soli con lei in uno spazio stretto… E ALLA FINE ARRIVA LUCI Lucilla Aymone entrò nella nostra classe la seconda settimana di scuola. Fui subito colpito dai suoi lunghi capelli biondi, dal suo sorriso gioviale, da quella bocca perfettamente disegnata, e soprattutto dalle perfette forme che mal celava sotto larghi jeans e giubbotti in finta pelle. Nata in Svizzera da famiglia italiana, si era diplomata in fotografia diversi anni prima, e dopo alcuni anni di praticantato in uno studio fotografico, voleva iscriversi alla facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, ma il suo diploma in Italia, non valeva nulla, perciò si era iscritta all’ultimo anno di ITIS per prendere il diploma, inoltre era tenuta a dimostrare la frequenza… perciò, nonostante i suoi 26 anni, me la trovai come compagna di classe, anzi di banco! Lucilla, detta Luci, non appena mi si sedette di fianco (il banco accanto al mio era l’unico vuoto), avvertii subito un piacevole turbamento. A differenza delle altre procaci donne presenti nell’Istituto, era più naturale, genuina, e aveva in più quel certo non so che… qualcosa che mi faceva venire voglia di saltarle addosso e che a malapena controllavo… Luci si accorse che avevo un’erezione dopo pochi minuti che mi stava seduta accanto, e mi sorrise strizzandomi l’occhio. -Corri un po’ troppo!- mi sussurrò… Chiunque in quel momento si sarebbe sentito in imbarazzo… ma Luci aveva un modo di dire e di fare, che non poteva far sentire in imbarazzo nemmeno l’individuo più riservato dell’universo, poi… lo voleva anche lei! Ne ebbi la certezza pochi minuti più tardi, quando La Presenza Inquietante, entrò in aula e con la sua voce da oltretomba scandì il nome di Lucilla Aymone e vi aggiunse un ‘al più presto in segreteria’, ne ebbi la certezza perché in quel momento, Luci si alzò dal banco e mi chiese di accompagnarla visto che non sapeva dove stava la segreteria. L’insegnante non ebbe alcunché da replicare, anche perché chi non si fiderebbe di un ventiduenne e di una ventiseienne in una classe di diciottenni?! Luci sapeva benissimo dove si trovava la segreteria, ma non aveva intenzione di perdersi un’erezione come quella che sembrava emergere dai miei calzoni. Così mi legai ai fianchi la camicia in modo che nessuno notasse qualcosa all’altezza del cavallo, e seguii Luci lungo i corridoi della scuola. Salimmo al terzo piano, e quando Luci notò altre sei persone sedute che attendevano di entrare nell’ufficio della didattica, mi prese per una mano e mi tirò verso di lei che spingendo un maniglione antipanico alle sue spalle, mi portò in un attimo lungo una scala antincendio interna all’istituto e dove nessuno mai passava. Si tolse il suo largo camicione e mi si pronunciarono davanti, due magnifici seni coperti soltanto da un reggiseno di pizzo nero, ma quando anche quell’indumento seguì a terrà il camicione, la mia erezione che si era leggermente afflosciata, tornò con prepotenza. -Voglio vedere se ce l’hai come mi aspetto!- mi disse posandomi una mano sul pacco e aprendomi la cerniera. Poi da zero a cento mi infilò la lingua in bocca e mi baciò con passione, infine si abbassò e dopo avermi sbottonato per bene i pantaloni in modo da abbassarmeli al ginocchio, mi abbassò pure i boxer e quando vide che il mio membro eretto, si fletteva leggermente verso il basso seguendo l’elastico dei boxer per poi tornare con forza verso l’alto con un effetto trampolino, ridacchiò e commentò: -Questo sì che è un bell’effetto per un cazzo duro! Poi mugolando di piacere se lo ingoiò dopo averlo leccato un po’ in lungo e in largo. -Ti piace come me lo lavoro?- mi chiese con una voce tra il malizioso e l’innocente -Sìiii!- fu tutto ciò che riuscii a dire nonostante pensassi di dirle mille altre cose. Continuò a succhiarlo e a leccarlo, mugolando ora di piacere ora con la foga di chi divora un pasto gradito, io ebbi la sensazione di capire per la prima volta che cos’era il Paradiso, quello decantato dalla Bibbia e da Dante… un angelo sceso dal Paradiso che era sceso sulla Terra per regalarmi belle sensazioni, ecco chi era Luci! E per qualche momento, in questo paradiso mi ci trovai… ecco, forse Luci era un’incarnazione della Dea Madre dei pagani in versione moderna e un po’ porcella… Ma proprio mentre i miei viaggi mentali continuavano in un coro di angeli con arpe e trombe, una voce famigliare mi arrivò sgradevole alle orecchie: -Bvlutti povlci! Lo raccontevlò a Envlica che lo divlà a sua zia! Per un istante ci interrompemmo, ma dopo aver realizzato ciò che Marina ci aveva detto, ovvero : ‘Brutti porci, lo dirò a Enrica che lo dirà a sua zia’, ce ne fregammo e andammo avanti. Non so come, ma Luci capì quando stavo per venire e si tolse dalla bocca il mio affare e se lo passò sui suoi splendidi seni, il contatto con quel capolavoro di madre natura mi accelerò l’eiaculazione: venni rapidamente con un fiotto che schizzò in tutto lo spazio compreso tra viso e seni, compresi collo e busto. Con molto fair-play, Luci tolse dalla tasca dei suoi jeans, un pacchetto di salviette umide, con le quali si pulì e pulì pure il mio coso. -Sei incredibile Luci… (ah! Di solito così non si fa il ritornello del noto pezzo di Battisti iniziò a frullarmi in testa)… sei fantastica… dolcissima… -Adesso sarà meglio rientrare e andare in segreteria, prima che quella là racconti a tutto l’edificio cosa ha visto! In fretta ci risistemammo e varcata la soglia della scala antincendio, vedemmo l’ultimo degli studenti in attesa alcuni minuti prima, uscire dall’ufficio, così Luci educatamente bussò ed entrò quando sentì l’invito. Restai fuori in attesa, e quando uscì mi sorrise mostrandomi un foglio: -Una lettera firmata dalla preside in cui mi dà il benvenuto in questa scuola… -Ah! L’avesse data a me… -Beh io sono straniera… e tu non solo non lo sei, ma a quanto si dice sei un pluriripetente! -Ti ci metti anche tu a farmelo pesare? Prima che la risposta di Luci si facesse sentire, un urlo isterico ci arrivò alle orecchie: -Eccoli! Sono lovlo i due maiali! Marina ci indicò ed Enrica ci scrutò un po’ sospettosa: -Ci sono altri testimoni? -No! Puvltvloppo no! -Allora non posso dire a mia zia alcunché… -Ma come?! -No… se non ci sono testimoni, no… andiamocene.  Marina iniziò a piagnucolare e a tirare su col naso. -Dai non fare così, appena li coglierò in flagrante, mia zia li caccerà da qui a pedate!  

Li guardammo mentre si allontanavano, probabilmente chiedendoci entrambi che cosa ci facevano due persone così in un istituto scolastico… Passò la prima settimana, e tra me e Luci non ci fu più alcun episodio se non qualche bacio nascosto… ma il tempo che avevamo a disposizione era poco per entrambi, io la sera lavoravo come cameriere in una pizzeria, lei stava finendo di mettere a punto le ultime foto per una mostra. La voce delle sue capacità di fotografa, si diffuse rapidamente, tanto che Lulù, che aspirava a fare la modella per giornali maschili, la coinvolse in un servizio fotografico come aiuto fotografa. Il pomeriggio stesso in cui il servizio avrebbe dovuto avere luogo, Lulù mi invitò a sostituire il suo partner maschile che si era infortunato. Accettai solo per fare un favore a Luci, che a farsi un nome nel mondo della fotografia ci teneva. Arrivai sul luogo e capii dopo i primi scatti qual era il progetto di Lulù. Inizialmente, lei ed io dovevamo posare vestiti da sposi, poi poco alla volta toglierci gli abiti… quando ci trovammo completamente nudi e avremmo dovuto simulare un rapporto sessuale, Luci che era decisamente più furba di tutti noi messi insieme, interruppe. -Stop! Stop… fermi un momento…- si mosse verso di noi e si mise in mezzo -aspetta Lulù… tu stai messa così, no? Secondo me ci vorrebbe un’altra posizione… tipo questa- Luci mi mise le braccia attorno al collo, alzò la gamba che dava il profilo innanzi alla fotocamera in modo da coprirmi il pube e portò la testa all’indietro. -Sembrerebbe buona!- disse il fotografo -ma così… vestita… non saprei… spostati e fai fare a Lulù… Luci si spostò e lasciò a Lulù il campo, ma concentrato com’ero non vidi che Luci si era spogliata della tuta ginnica rosa che indossava, e che sotto non aveva altro che un paio di slip di pizzo nero, che si tolse facendole volare in un angolo della stanza. -Un momento- disse Luci posando una mano sulla spalla di Lulù e spostandola- provala così! -Che mi venisse un colpo!- sentenziò il fotografo- in pellicola sei meravigliosa Luci!!! -Che ne dici se il servizio lo facciamo in tre?- -Brillante idea, Luci! Voi datevi da fare… io scatto! Così, Luci ed io cominciammo le nostre effusioni, mentre Lulù, che aveva tentato di inserirsi tra noi due, dopo le prime schermaglie, capì che non era coinvolta nei nostri progetti scoperecci, così si fece da parte piuttosto indispettita: -Mi fate schifo! Tutti e tre!- gridò al nostro indirizzo mentre se ne andava, ma nessuno di noi tre se ne curò. Il fotografo era rapito dalle immagini, il sottoscritto voleva scopare con Luci e non certo con Lulù, e Luci infine se ne guardava bene dal dividermi con un’altra. Le foto furono magnifiche, gli effetti di luce sul corpo di Luci erano entusiasmanti, il fotografo stesso disse che non ne aveva mai fatte di così belle. -Vi dispiace se le vendo a una di quelle riviste vietate ai minori? Per me le pagano bene!- ci chiese. Nonostante in altri momenti mi sarei sicuramente sentito in forte imbarazzo, in quel momento ero talmente euforico che accettai dopo aver visto l’annuire di Luci. Non ho ben chiaro il destino di quelle foto, so che sicuramente finirono in una rivista e che se detta rivista fosse uscita prima dell’esame di maturità saremmo stati visti come una coppia scandalosa, per fortuna, ciò avvenne dopo e feci pure in tempo a vedermi in foto, prima che si cominciasse a mormorare. IL CONCORSO DI BELLEZZA Come poteva venire in mente a quel cesso di Marina di indire un concorso di bellezza per la scuola?! … forse era convinta di vincerlo, ma ciò significa soltanto che era lontana dalla realtà quanto Plutone dal Sole! Comunque nel maggio di quell’anno (nel frattempo, Luci ed io eravamo ormai una coppia più che consolidata), la scuola istituì il concorso per la più bella della scuola, aperto non solo alle studentesse (almeno sedicenni, le prime due classi erano troppo giovani), ma anche al personale insegnante e ausiliario. La preside partecipò ella stessa, rimediando fischi un po’ da tutti… e certo vedersi quel cesso di donna sfilare con un costume da bagno nero (per fortuna intero, risparmiò un po’ tutti dalla vista del proprio ventre, del resto per le minorenni e per le ultra-cinquantenni non era consentito il due pezzi!), e poi per fortuna c’erano le altre: Carmela passò con un bikini rosso che avrebbe invogliato chiunque, ebbe pure un paio di pose ammiccanti, lo stesso fece (in maniera anche più esplicita), Camilla, con quel suo bikini nero. Poi l’intervallo: ovvero Marina che magra come un chiodo sfilava in un costume intero a fiori. Poi nell’ordine: Enrica, Alessia ed Elvira… le prima due magre anoressiche, la terza grassa come una porcella. La prima in un costume color cacca che le stava malissimo, la seconda con un bikini color rosa che mostrava l’eccessiva magrezza del suo ventre, infine la terza con un bikini a fiori che evidenziava i suoi rotoli di grasso. Il pubblico fischiò e invitò le tre, una dopo l’altra a lasciare la passerella… e finalmente arrivò Selina! Un bikini rosa che faceva straripare le sue forme perfette, un applauso scrosciate accompagnò il suo passaggio. Poi fu il turno di Lulù, con un costume intero di colore nero. Poi toccò a Tina, a cui pronostici della vigilia le davano fiducia, indicandola come la possibile vincitrice, Tina, sfilò con un bikini azzurro tra i ripetuti applausi. Poi toccò a Luci, che con un bikini bianco strappò una standing ovation inaspettata, e infine, l’attesissima Manuela, alla quale il viola del suo due pezzi, donava al corpo un particolare risalto. I risultati, pronosticati in un massimo di venti minuti d’attesa, furono dati soltanto dopo un’ora e mezza, e quando arrivarono furono sorprendenti: Carmela, Tina e Lulù condividevano un quinto posto in condominio, poi Camilla al quarto posto, Selina a un inaspettato terzo posto e Manuela al secondo. Seguì un istante di silenzio e proclamarono Luci, vincitrice con un distacco di parecchi voti su Manuela! Si levarono diverse proteste, ma poche a dire il vero dal gruppo ‘delle bonazze’, anzi, Manuela fu felicissima del suo secondo posto e fu la prima a congratularsi con Luci… le proteste arrivarono invece da Marina, la quale si sentiva sicura di vincere… e non era nemmeno stata votata! -è un fuvlto questa maledetta ha vlubato! -Ma stai zitta, cesso che non sei altro!- le urlò qualcuno dal pubblico -Allovla siete degli ignovlanti che non capiscono niente! Sono io la più bella! Io!- e così dicendo se ne andò singhiozzando… davanti alla porta d’uscita, trovò Lea, intenta più che altro a pulire i residui della festa che a seguire la manifestazione in sé. -Togliti dai piedi, maledetta gvlassona, e fammi passare! Lea, in quel momento più inquietante del solito, la sollevo prendendola per la collottola e sbattendola a terra. -Ma vaffanculo, che cazzo ti credi che sia la tua schiava?- e così dicendo le appoggiò un piede sulla schiena facendola gridare di dolore. Quel pubblico che se ne accorse le fece un applauso, ma Lea non se ne curò, riprese Marina per il collo e la scaraventò fuori dalla palestra della scuola. Luci, che tra gli applausi generali, aveva guadagnato il palco, si era portata nei pressi del microfono per fare un discorso, ma passando di fianco all’invidiosa Selina, non si accorse che quest’ultima le aveva slacciato la parte alta del costume, così quando arrivò al microfono, le cadde il reggiseno e si trovò in topless davanti a una folla assatanata. La preside era sconcertata, ma nonostante i suoi tentativi di riportare l’ordine, tale ordine non arrivava. Luci sommersa dagli applausi si voltò verso di me e al microfono disse: -Devo ringraziarvi tutti, ma soprattutto l’individuo che m ha dato la fiducia necessaria a partecipare a questo concorso! – E mi indicò al pubblico, poi mi prese per mano e mi guidò verso di lei. Mi alzò il braccio sinistro come se fossi stato il vincitore, poi tra gli occhi esterrefatti dei presenti, si chinò, mi slacciò i pantaloni e iniziò a leccarmelo… l’imbarazzo iniziale svanì non appena la lingua di Luci cominciò a compiere le imprese a cui mi ero abituato ma tutt’altro che assuefatto. Qualche maschio del pubblico cominciò a masturbarsi, qualche perbenista se ne andò sdegnato, altri applaudivano e incoraggiavano… la preside che cercava di farsi spazio e di fermarci, ma era bloccata da tutti quelli che volevano vedere il finale ‘Luci, ah! Di solito così non si fa!’ pensai canticchiando tra me il ritornello… poi quando fui pronto, venni e schizzai sperma sul viso e sui capelli di Luci che rideva entusiasta. Si alzò dalla sua posizione e si avvicinò al tavolo della giuria, infilò una mano nella brocca dell’acqua e si pulì il viso e i capelli, infine si avvicinò a me. -Ce ne andiamo?- mi chiese -Certo che sì- le risposi togliendomi la giacca e infilandola sulle sue nudità, poi la presi in braccio e scendemmo dal palco. Gli applausi non cessavano, anzi si facevano sempre più entusiasti mentre sfilavamo lungo l’uscita… Da quella sera sono passati diversi anni, Luci ed io siamo stati insieme per qualche tempo, poi la storia tra noi due è finita. Ricordo pochi altri episodi simili a quelli raccontati, e soprattutto finita la scuola e iscritti all’Università, non capitarono più cose del genere… e forse fu questo a fare male al nostro rapporto, forse finì proprio perché non c’era più quella complicità che si era stabilita… e comunque, di quella storia, potrò sempre ricordare quella serata nella palestra della scuola, quando Luci dimostrò la sua bravura nell’ars amatoria e quei giorni di scuola in cui la suam presenza, mi fece sembrare belle anche le lezioni più pallose.

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