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Racconti Erotici Etero

L’ufficio del desiderio

By 27 Settembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Era un giorno di autunno, fuori il cielo leggermente grigio e le foglie che svolazzavano qua e là. Eravamo solo io e la mia segretaria in ufficio, gli altri dipendenti erano appena andati via.
Io avevo messo gli occhi su di lei già da qualche mese. A dirla tutta gia da quando arrivò per il primo colloquio. Fin da subito notai le sue due grandi qualità …. Ma non potei solo soffermarmi su quello. Avrei dovuto anche stare attento su mille altre cose che in quel momento mi stava spiegando. Per un attimo mi persi a vagheggiate tra mille pensieri, quando ad un tratto mi dovetti subito riprendere, avevo notato dal suo sguardo, che aveva notato perfettamente la traiettoria dei miei occhi. Con un minimo di imbarazzo raddrizzai il tiro, mi ricomposi e tornai a fare l’uomo d’affari. Cominciai a fare domande molto attinenti al lavoro ecc.
A poco a poco notai una grande professionalità e devozione al lavoro. Tanto da farmi sentire quasi in colpa per averla spogliata con gli occhi.
Da quel giorno la presi nella mia azienda a lavorare e ne fui molto soddisfatto, era davvero formidabile. Ogni tanto vedendola passare senza farmi vedere mi perdevo nei miei pensieri altamente erotici, ma tali rimanevano… Anche se col passare del tempo e per via di una leggera confidenza tra di noi, riuscivo ad intuire che una leggera simpatia era contraccambiata …. con leggeri sguardi ammiccanti e colpetti di ciglia studiati quasi a tavolino.
Le giornate passavano e spesso ci trovavamo soli in ufficio per un oretta dopo il fine lavoro. Nessuno aveva affetti che aspettavano a casa e quindi non ci si poneva il problema.
Un giorno dopo il lavoro come di consueto ci si trova nel mio ufficio per le chiusure settimanali. Quel venerdì pomeriggio anche se di ottobre c’era una temperatura accettabile e avevo le finestre aperte. Verso le 18:00 mentre eravamo uno di fianco all’altro sulla scrivania le chiesi gentilmente di andare a chiudere le finestre anche come pretesto per farla allontanate un attimo. La sua vicinanza soprattutto alla sua scollatura mi provocava uno stato di catarsi e interdizione mentale tale da non farmi lavorare. Così come le avevo chiesto si alzò e andò a chiudere le finestre. Quel giorno indossava dei tacchi, delle calze leggere, una gonnellina appena sopra il ginocchio e una camicetta bianca a maniche lunghe. I capelli sciolti e lunghi aiutavano di molto la mia immaginazione… Vedendo Il suo bel culetto allontanarsi la mia eccitazione saliva. Piano piano chiuse tutte le finestre e si diresse verso di me. La camicetta conteneva giusto giusto la sua misura ben oltre la media .. Il mio sguardo ipnotico per via dell’ ondeggiare di quei due meloni si faceva sempre più insistente.
Finquando …. Il colpo di grazia stava per arrivare. Nel momento in cui stava per chiudere l’ultima finestra, una folata di vento piuttosto fredda investi in pieno la mia assistente. I sui capelli volarono indietro, lasciando la camicetta completamente libera da intralci visivi. Non poté che assistere ad uno spettacolo fantastico.
La sua pelle comincio a tirarsi tutta dal freddo, sembrava quasi di acciaio e ad un tratto vidi sotto la camicetta il segno persistente dei sui capezzoli. Il mio cazzo che fin ora era rimasto costantemente barzotto, per via di uno sforzo mentale non indifferente, si irrigidì quasi da rompere il bottone dei pantaloni. Lei continuò ad avvicinarsi e si chinò per sedersi. Mi ritrovai con la sua scollatura a trenta centimetri dalla mia faccia , il suo profumo e la pelle d’oca fecero il resto. Non fece tempo a chiedermi se stessi bene dato il mio sguardo da fattone, che le misi quanta più lingua avevo dentro la sua bocca.
Con le mani le afferrai i capelli e continuai a limonarla. Le nostre lingue erano un continuo intrecciarsi e succhiarsi. Quando mi staccai da lei aveva gli occhi rivolti al cielo come fosse posseduta. Le lasciai il tempo di riprendersi e guardandomi mi disse ” era da quando sono arrivata la prima volta che sognavo lo facesse, non potevo fare a meno tutti i giorni di pensare a questo momento ” io molto compiaciuto non dissi una parola. In tre secondi i bottoni della camicetta furono tutti slacciati, la feci rimanere con solo il suo reggiseno di pizzo bianco. L’effetto del bianco sulla sua pelle abbronzata dalle lampade mi fece eccitare ancor di più. Le mie mani esploravano ogni millimetro del suo corpo mentre lei rimaneva immobile. La spogliai tutta preso da una foga da maniaco. Rimase solo in perizoma e reggiseno. Finalmente era arrivato il momento di vedere tutto. Non c’era più spazio all’immaginazione. Le calai il perizioma lentamente, le mie dita scivolando fino ai piedi provocarono profonde scosse di solletico e la pelle d’oca si fece rivedere. La sua vagina era depilata in modo impeccabile. Il pelo calibrato, disegnava una leggere striscetta che dal solco sopra al clitoride saliva. Il mio sguardo salendo passo l’ombelico e arrivo ai meloni. Contenuti a fatica dal reggiseno che nel giro di tre secondi cadde ai sui piedi. La visione di quei capezzoli marmorei mi fece quasi venire nei boxer.
Fatto tutto ciò … Lei mi guardo e disse ” e adesso tocca a lei … Non mi sembra giusto che lei sia ancora vestito “. Si chinò e comincio a sbottonarmi la camicia. Le dita snocciolavano uno ad uno o bottoni e la sua lingua scendeva dal collo man mano. Via l’ultimo bottone e mi apri la camicia lasciandomi a petto nudo. La sua lingua e le sue mani passarono ogni centimetro quadrato del mio torace. Dopo avermi tolto quel pezzo di stoffa, passò la mano sui pantaloni. Accarezzò il mio bastone duro ed ebbe un sogghigno di eccitazione. Passò a slacciarmi la cintura, sbottonarmi i pantaloni e abbassare la zip… Dalla lentezza della camicia, passò ad uno scatto veloce, dopo aver sentito la quantità sotto i boxer. Dopo avermi slacciato le stringhe mi alzai dalla poltrona e lei afferrò i pantaloni e li tirò verso il pavimento. Rimasi così con i boxer davanti a lei, ora anche lei era incantata. Le sue dita percorsero tutte le gambe fino all’ elastico del boxer. Ci si infilarono dentro, sentendo le unghie grattare la mi pelle e cominciò a tirare verso di se. Con una mossa lenta, quasi si dovesse gustare a poco a poco lo spettacolo liber’ il mio randello. Solo a questo punto si accorse veramente del mio potenziale.
Vidi il suo sguardo stupefatto e le chiesi il motivo … Mi rispose farfugliando che ero stato bravo fino a quel momento a tenerlo nascosto. Lei se ne immaginava solo la metà … Si guardò e studiò bene quei diciannove centimetri di carne calda che le riempivano la mano. Non fece passare dieci secondi che dopo aver aperto la sua piccola bocca se ne ingoio quanto più possibile.
Quasi a farsi venire un conato …
Mi afferrò le natiche e stringendole quasi come se avesse gli artigli mi tiro verso di se cercando di ingoiare quanto più cazzo potesse starci. La mia eccitazione era troppa. Le doverti togliere quasi subito dalle mani e dalla bocca il mio cazzo prima che gli riversassi quanto più sperma avevo in corpo, direttamente nella sua gola. La tirai sù quasi di peso e la misi seduta sulla scrivania. Ci stringemmo in un caldo bacio passionale e la mia cappella andò a lambire in suo ventre. Dopo aver cercato con le mani di dirigerla verso la sua fessura più intima, mi staccai dicendole che non era ancora il momento. Avevo sete e non avevo acqua a portata di mano … La feci sdraiare e lei aprii le gambe. Aveva già capito quello che volevo. La sua figa era colante. Era talmente fradicia da potermene quasi dissetare con sui caldi e viscidi succhi. Con la punta della lingua sorvolai grandi labbra e ano. Una passata più decisa a lingua larga copri l’intera superficie. Poi con la punta cominciai a stuzzicare il suo culetto bello stretto. Lo sentivo contrarsi sotto i miei colpetti leggeri. Pian piano salii fino ad arrivare al clitoride. Dopo una leggera perlustrazione diedi alcuni colpi decisi. Il suo corpo si contorse. Le sue mani strizzavano i capezzoli quasi a staccarseli. Ci mancava un niente a venire quando mi spinse via di forza. Si tirò in piedi, mi fece sdraiare e in tre secondi, dopo avermi insalivato con la sua bocca il mio cazzo, si impalò fino a riempirsi tutta …
Era piena di me. Piena del mio cazzo pulsante. Libera di cominciare a pomapare su quell asta lucida che solo io potevo vedere. Il suo andare su e giù durò ben poco. L’ orgasmo arrivò violento e potente. Il suo corpo cominciò a vibrare le gambe a stringersi e la sua schiena ad imbarcarsi all’indietro. Sentivo la punta dei suoi capelli sulle mie caviglie. Sentivo i suoi liquidi scendere sui miei coglioni. Le diedi il tempo di venire ancora due volte, resistendo a fatica. Quando mi decisi a sfogare la mia passione… La presi in braccio. Il mio palo era costantemente conficcato in lei. La alzai e la misi sulla scrivania. Cominciai a scoparla come se non ci fosse un domani. Le mani strizzavano i meloni. La lingua leccava e la bocca succhiava. Mentre stavo violentando di passione il suo corpo, i suoi occhi si giravano all’indietro come fosse posseduta. Ad un tratto sentii crescere dentro di me l’orgasmo che da tempo aspettavo di sfogare .. Estrassi il mio cannone fradicio e la feci sedere sulla poltrona. Lo schienale abbassato quasi fosse un lettino le diede la possibilità di potersi innarcare bene con la schiena. Si teneva solo con le mani sui braccioli la visione del l’insieme mi fece eccitate da impazzire fino a quando …. Non strinse le braccia. Le sue tettone si strinsero al centro come se fossero due enormi palloni tondi e sodi …. Quella visione mi fece esplodere. Il mio cannone che stringevo con forza per controllare il getto si lasciò andare. Cominciò a schizzarle addosso una quantità di seme rovente, impressionante. Le pompate furono copiose. Dopo poco le tette e il ventre si ritrovarono ricoperte dal mio succo bianco che comincio subito a spalmarsi fino a farlo arrivare dappertutto.
I nostri corpi rimasero esanimi l’uno vicino all’altro per alcuni minuti senza emettere un fiato ..
Da quel giorno ci legammo sentimentalmente e la nostra storia ricca di passione dura ormai da anni …..

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