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Luisa ed il marito aspirante cuck

By 30 Luglio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Luisa ed il marito cuck

Sono un pensionato di 65 anni, ben piantato, fisico robusto nonostante l’età Sono divorziato e vivo solo. Per arrotondare la pensione, che non basta mai, da un po’ di tempo avevo iniziato a fare consegne per una casa di prodotti di bellezza che fa vendite telefoniche.

Era estate e, come tutte le estati da un po’ di tempo a questa parte, era maledettamente calda, dalle mie parti, oltre ad un umido che la rendeva soffocante. Nonostante l’aria condizionata in macchina, quel giorno ero proprio cotto. L’ultima consegna era presso una palazzina in periferia, in un bel rione. La casa in questione, tre piani, non aveva ascensore. Quando arrivai davanti alla porta dell’appartamento dove dovevo consegnare l’ultimo pacco e riscuotere pure un bel po’ di soldi, grondavo dal sudore.

Appena suonai, mi aprì la porta una bella gnocca, non giovanissima, bionda, occhi azzurri, una bocca da pompini che urlava ‘dammelo da succhiare’. Indossava una specie di tunica informe che nascondeva le sue forme ed era scalza. Quello che non poteva nascondere era il petto : una quarta abbondante che stava su splendidamente, con due capezzoli che sembrava volessero forare la leggera stoffa. Appena la porta si aprì, oltre alla tizia sentii arrivare una soffio di aria fresca.

-‘Ahhhh, finalmente un po’ di fresco’ feci, come prima cosa, mentre grondavo di sudore, anche a causa dei tre piani di scale, ‘Mi scusi, sono della ditta XYZ e sono qui per la consegna del suo ordine’.

-‘Venga, si accomodi, si goda un po’ il fresco. Tengo il condizionatore acceso, altrimenti morirei di caldo pure io’ mi fece, con una voce dolce, invitandomi ad entrare.

-‘Grazie, molto gentile’ risposi.

-‘Si figuri. Ora vado a prendere i soldi. Nel frattempo vuole bere qualcosa di fresco ?’ chiese mentre mi faceva accomodare sul divano.

-‘Sì, grazie, qualcosa di analcolico, devo ancora guidare fino a casa. Meno male che la sua &egrave l’ultima consegna della giornata’ riposi.

Al che si diresse verso la cucina, le sue grandi tette che oscillavano in modo talmente sexy da farmelo venire duro. Quando si voltò, vidi che aveva pure un bel culo, non grande ma molto ben fatto. Ritornò con due bicchieri, una limonata fredda per me ed una birra per lei. E si accomodò su una poltrona di fronte a me. Nel posare i bicchieri sul bassi tavolino che c’era fra di noi, si era chinata in modo tale che potei ammirare le sue tette quasi per intero. Non indossava reggiseno. Quando si sedette, la specie di tunica che indossava la coprì tutta e non mi permise di ammirare pure le sue gambe.

-‘Oh, finalmente un po’ di riposo per le mie stanche membra’ dissi, con un sospirone, dopo aver dato un bel sorso alla mia limonata gelata, ‘mmmm, buona’

-‘Ma non mi sembra tanto mal messo’ replicò lei, ridacchiando, mentre dava un bel sorso alla sua birra, lasciandone appena metà nel bicchiere.

-‘No, in realtà sto bene, ma il caldo mi uccide’ risposi.

-‘Davvero, il caldo &egrave micidiale. Meno male che l’anno scorso abbiamo installato un condizionatore, altrimenti si moriva’

-‘Ne so qualcosa. Anch’io ho messo il condizionatore, altrimenti, pur abitando in campagna, facevo difficoltà a dormire, dal gran caldo’

-‘Ma come mai sto lavoro ?’ chiese, lei, mentre incrociava le gambe ed alzava un po’ il vestito, fin sopra le ginocchia.

-‘Be, sa, sono pensionato, una pensione non male, ma serve sempre qualcosa per arrotondare’ risposi, ammirando le sue gambe.

Andammo avanti a parlare per un po’, mentre io iniziavo a stare meglio. Lei, nel frattempo finì la sua birra. Parlando, scoprii che si chiamava Luisa, aveva quai 40 anni, un figlio in vacanza con i nonni ed un marito che la trascurava un po’. Aveva pure un lavoro ma al momento era in ferie e di lì a qualche giorno sarebbero partiti per il mare. Al che, provai a portare il discorso a livelli più osé.

-‘Ma come va con il sesso ?’ azzardai.

-‘Discretamente’ rispose con un sorriso, ‘e lei ?’

-‘Malaccio’ risposi, ‘sono divorziato e, se non trovo qualche donna disponibile, devo andare a donne di malaffare’

-‘Oh, poverino’ fece lei, alzandosi, ‘io vado a pendermi un’altra birra, vuole qualcos’altro ?’

-‘Mah, mi accontenterei di un po’ di lei’ risposi, con fare ammiccante.

-‘Eh, su dai, non si allarghi troppo’ rispose, ma con un sorriso. Si alzò e si diresse in cucina.

A sto punto, mi dissi, tentiamo il tutto per tutto. Così mi alzai pure io e la seguii silenziosamente. La trovai china davanti al frigo aperto. Come giunsi vicino a lei, le alzai il vestito fino alla cintura e le appoggiai il mio pacco in erezione sul culo, coperto (o scoperto) da un leggerissimo tanga bianco trasparente. Lei rimase un attimo interdetta ma poi si raddrizzò. Io, fulmineamente, portai le mie mani sulle sue tette, alzandole così il vestito quasi del tutto, le presi i capezzoli con le dita e iniziai a baciarle il collo.

-‘Ehi, ma che fa ?’ disse, ma con il corpo scosso da brividi, i capezzoli duri come il marmo.

-‘Quello che tuo marito non ti da’ le risposi in un sussurro, fra un bacio ed una leccatina alle orecchie, mentre una delle mie mani scendeva lungo il suo corpo e s’intrufolava nelle sue mutandine.

-‘Ma come si permette’ disse, quasi in un sussurro, ma stava immobile, le mani sul frigo con la porta ancora aperta.

-‘Perch&egrave ti piace da morire quello che ti sto facendo’ dissi io, mentre le infilavo un dito nella passera depilata. Si stava bagnando che era un piacere.

-‘Oh, sììì, mi piace’ fece a quel punto. Io non persi tempo, le levai il vestito, l’appoggiai contro i mobili della cucina, mi inginocchiai davanti a lei, le abbassai le mutandine ed iniziai a leccarle la figa.

Aveva un buon sapore, era bella morbida e lei si stava godendo le mie leccate. Ansimava e chiedeva ancora. Io iniziai a prenderle il clitoride fra le labbra ed a tirarglielo un po, le inserii anche un dito nella figa ed iniziai a muoverlo su e giù, rigirandolo per bene dentro, per stimolarla meglio. A quel punto lei iniziò a gridare il suo piacere ma io, pretendendo ancora di più, le misi un dito nel culo, cosa che sembrò apprezzare, tanto da chiedermi di sfondarla, di scoparla, di spaccarle il culo. Non capiva più nulla e venne con un gran urlo. Poi, le ginocchia le cedettero quasi di schianto e cadde seduta a gambe larghe davanti a me. Io però non persi tempo, la feci alzare a la portai sul divano, davanti al quale la feci stare inginocchiata, il petto appoggiato al sedile, mi misi dietro a lei, le puntai il cazzo sulla figa ed entrai. Era come entrare con una lama calda in un panetto di burro, tanto era bagnata e pure la sua vagina si contraeva per effetto dell’orgasmo appena avuto.

Iniziai a stantuffarle la figa per bene. Lei era tutto un mugolio, crescente con il crescere del piacere. Venne un’altra volta e la feci cambiare posizione. Venne altre volte e, mentre mi sedevo sul divano e la facevo impalare su di me di schiena, udii un rumore. Senza smettere di farla saltellare sul mio cazzo, voltai la testa e vidi un uomo sulla soglia della porta, i pantaloni a terra, che si stava menando il cazzo. Come vide che lo guardavo, mi fece cenno di continuare, cosa che feci con gran piacere. Anzi, se possibile, il cazzo mi diventò ancora più duro. La feci cambiare posizione ancora qualche volta e poi, con un grugnito, incominciai a venirle dentro la figa mentre lei aveva l’ennesimo orgasmo, riempiendola per benino con la mia sborra.

A quel punto, vidi venire pure il tizio con un rantolo, con lunghi getti di sborra che sporcarono il pavimento davanti a lui. A quel rumore, Luisa, così si chiamava la donna, aprì gli occhi. Appena lo vide, sbiancò e fece per alzarsi, ma io la tenni ferma.

-‘Ma ‘ ma ‘ &egrave mio marito’ fece, balbettando dalla paura.

-‘Emb&egrave ?’ feci a mia volta.

-‘Tranquilla, cara, mi &egrave piaciuto un sacco vedervi scopare’ fece lui, che nel frattempo era crollato sulla poltrona.

-‘Ma ‘ tu ‘ hai ‘ ‘cercò di dire lei, balbettando, mentre stava ancora su di me e mentre il mio cazzo pian piano si sgonfiava.

-‘Sì, ho visto un sacco, praticamente da quando ha iniziato a scoparti alla pecorina’ fece lui, con un sorriso, ‘devo dire che avete dato un bello spettacolo. Ma te la sei goduta, almeno’

-‘Oh, sì, un sacco. Ho perso il conto degli orgasmi. Ma tu che ci fai qui ? Non dovevi essere al lavoro ?’

-‘Avevo un po’ di tempo ed ero venuto per pranzare a casa, ma vedo che tu eri troppo occupata’

-‘Mi spiace, amore, non so cosa mi &egrave successo. Il tizio (si riferiva a me) doveva fare una consegna, aveva caldo, l’ho invitato a bere qualcosa di fresco e poi mi &egrave saltato addosso ed ho perso la cognizione di quello che stavo facendo’ rispose, alterando un po’ la realtà.

-‘Non ti preoccupare, cara, era da tanto che sognavo di vederti scopata da un altro e quando vi ho visto mi sono eccitato da morire’ rispose lui. Poi, rivolto a me ‘Grazie, hai dato corpo ad una delle mie fantasie. Se ti va, puoi tornare ancora. E, ricorda, fa dei pompini favolosi e le piace prenderlo in culo’.

-‘B&egrave, sono contento di aver fatto un favore ad entrambi ‘ risposi, ‘quanto al fatto se mi va, certo, scopare una bella figa come tua moglie &egrave stato e sarà sempre un piacere. Anzi, magari la prossima volta la inculo per bene. Ma ora, Luisa, mi puliresti per bene il cazzo ?’

Lei, senza proferire parola, la mia sborra che le colava lungo le gambe, s’inginocchiò davanti e me e mi ripulì l’uccello per benino con la bocca, ingoiando poi tutto. Alla fine mi rivestii e me ne andai, annunciando che sarei ritornato presto.

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