Skip to main content
Racconti Erotici Etero

L’ultimo lunedì

By 13 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

In quel periodo ero solito andare il lunedì dalla mia amica Francesca. Eravamo amici da tantissimo tempo, fin dalle scuole elementari. Quando andavo da lei stavamo un po’ insieme e facevamo tante cose assolutamente innocenti come guardare la tv o giocare nel suo ampio giardino. Eravamo piccoli e la malizia era una cosa lontana. Poi però le cose cambiarono, crescemmo e lei si fece una splendida ragazza: aveva lunghi capelli castani e magnifici occhi verdi; il suo corpo aveva una siluette perfetta racchiusa nei suoi 170 cm di altezza. Era simpatica disponibile e alle volte pure “ambigua” nei comportamenti, soprattutto nei miei riguardi; non pensai di poterle piacere, dato che spesso mi raccomandava alle sue amiche non era possessiva nei miei riguardi. Tutto finch&egrave un lunedì come un altro mi recai da lei. Era una calda giornata estiva e la città sembrava divenuta fantasma. Per raggiungere la sua abitazione dunque ci misi meno del previsto. Attraversai il vialetto dentro al giardino, l’odore del prato bagnato mi sembrò quasi eccitante…
Suonai con tranquillità alla porta della ragazza, suonai una seconda volta, e anche una terza, dopodiché si “decise” ad aprirmi. Il motivo per cui mi aveva fatto aspettare tanto era perché stava facendo una doccia! Così appena lei aprii la porta mi accorsi che era coperta solo dell’asciugamano, senza nient’altro sul suo splendido corpo che ancora fradicio dalla doccia si parava a me come la cosa più sexy che avessi mai visto. Mi invitò ad entrare e a smetterla con quel sorriso inebetito, ero rimasto… sorpreso.

Mi fece sedere sul divano e mi chiese se volevo da bere, gli risposi di portarmi un bicchiere si coca cola fredda, magari avrei potuto calmarmi un po’…
Me la portò, sempre avvolta in quel dannato asciugamano che cominciavo ad odiare; bevetti la coca tutta di un sorso, dopodiché lei accese il televisore.
Ci annoiammo così per tre quarti d’ora circa, finch&egrave lei non mi chiese se volevo fare qualcosa d’altro. A dir la verità, mentre c’era la tv accesa io non mi ero annoiato più di tanto, questo perché continuavo a guardare le sue stupende forme avvolte in quell’asciugamano candido. Se ne era accorta, infatti la domanda che mi pose dopo fu “b&egrave cosa hai da guardare ancora?” io prendendo coraggio le risposi che mi intimidiva un po’ vederla messa così; intanto tra me e me speravo che non notasse quel rigonfiamento (evidente) da sotto i pantaloni. Come volevasi dimostrare lei lo notò. Non mi sembrò però sorpresa, o arrabbiata, anzi, ne sembrò… felice. Si avvicinò, io non ero preparato e così non mi mossi di un millimetro; si avvicinò ancora, potevo ormai sentire il suo odore, la sua pelle sfiorava la mia, avvicinò la sua bocca e mi baciò… Mi ficcò la lingua ben dentro, un bacio indimenticabile, dopodiché presi anche io un po’ di iniziativa, mi presi così la rivalsa sull’asciugamano che fino a quel momento mi era stato tanto nemico. Che Visione! Il corpo perfetto di Francesca mi si presentò in tutto il suo splendore, da testa a piedi: così abbronzata, così perfetta, non mi sembrava vero. Continuando cominciò a togliermi la maglietta, poi mi slacciò la cintura e mi tolse i pantaloni, sfilò le mutande e prese il mio cazzo, oramai più duro del titanio, fra le mani. Mi disse che un cazzo così lo sognava da tempo e poi cominciò a succhiarmelo, succhiava e faceva avanti e indietro avanti e indietro: mi sentivo in paradiso; comincia anche io a darmi da fare: la staccai dal mio pene e la sbattei sul divano dove eravamo seduti; le leccai la figa, ancora umida dalla doccia e dal nuovo eccitamento, dopodiché cominciai a toccargliela, a infilare le dite dentro, lei ansimava come una porca, fu allora che decisi di penetrarla. Lanciò un grido, a metà fra godimento e dolore, in fondo era la sua prima volta, dopo cominciai ad andare dentro e fuori, dentro e fuori, dentro e fuori, era bellissimo, lei poi gridava sempre più forte. Poi sentii, una cosa lontana, era come se una mandria di rinoceronti impazziti stesse correndo a tutta velocità verso la casa, era sempre più vicina, sempre più vicina, e poi… Insieme al suo grido più forte arrivò il mio piacere più intenso. In quel momento sentivo di essere arrivato nel posto più bello del mondo, eravamo una cosa sola con tutto, eravamo un essere invincibile, era come se il suo piacere fosse anche il mio e insieme eravamo una sola cosa con la natura ed il mondo; piano piano la sensazione meravigliosa calò fino a spegnersi definitivamente. Quello fu l’ultimo lunedì che passai con lei in vesti di amico.

Leave a Reply