Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Lungo Mare

By 11 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Era ora di staccare dall’ufficio. Il sibilo acuto del mio orologio è come la campanella di scuola, il weekend ufficialmente iniziato. Esco da lavoro e passo a prendere Laura, per le dieci e mezza siamo già a Riccione. Parcheggiamo poco lontano dall’hotel e saliamo in camera. Ne approfitto per una doccia, sotto l’acqua sento il peso della settimana che scivola via, i muscoli si distendono, sono rilassatissima. Mi preparo con cura per la serata danzante, indosso un vestitino blu scuro, la cintura di pelle a fasce larghe abbraccia i miei fianchi ed esalta il colore castano chiaro dei miei capelli. Anche Laura è pronta, a sfoderato un decoltè molto provocante e ha dei lunghi stivali neri con i quali, mi anticipa non sarà in grado di guidare. Quando entriamo nel locale, a cavallo della mezzanotte, i festeggiamenti sono già iniziati, ci guardiamo attorno in cerca di compagnia e ci buttiamo nelle danze. Ad un tratto incrociamo lo sguardo di due ragazzi che facendo finta di nulla si avvicinano e iniziano a ballare vicino a noi, li definirei abbastanza bruttini, ma Simone, che sembra quello più sveglio riesce a strapparmi il numero di cellulare e qualche sorriso. Ma i due non sono gli unici a prendere di mira me e la mia amica, siamo prede di un gruppo di maschietti che ci invitano al loro tavolo. Ci offrono da bere e qualsiasi cosa ci passi per la testa sembra la loro prima preoccupazione, quando Laura prende per la cinta Luca per portarlo a ballare il resto del gruppo di supporto si sparge per tutta la sala lascaindomi sola con Alberto. La camicia semi aperta lascia intravedere un tatuaggio tribale che mi immagino scenda fino al linguine, è abbronzato, muscoloso, affascinante… tutto quel che si può desiderare insomma. I nostri corpi appoggiati al divanetto circolare si avvicinano, Alberto infila una mano del cesto di frutta e champagne ed inizia ad imboccarmi di fragole e pezzi di ananas. Sto al gioco, dopo i primi morsi, accosto le mie labbra al suo orecchio e inizio a stuzzicare le sue fantasie con qualche sussurro e qualche bacio sul collo. Prendo la sua mano e la accompagno dolcemente tra le mie gambe. La gonna del vestito si apre per fargli vedere un paio di mutandine nere che lentamente sento esser abbassate. Davanti a noi il resto della sala si diverte e balla ingnara di quel piacere nascosto dal nostro tavolino. Al primo tocco della sua mano sento cedere ogni inibizione e inizio ad accarezzargli i pantaloni, i movimenti sono complicati ma piacevoli, ma voglio di più. Senza staccare il mio corpo dal suo lo invito ad uscire dal locale con me, sistemo le mutante ed usciamo. Riccione dorme e le spiagge che danno sul lungo mare sono una distesa buia di sabbia. La sua mano mi accompagna palpandomi il sedere, cerchiamo un posto dove occhi indiscreti non possano scovarci ed entriamo in un camerino lasciato incustodito. Appena la porta in legno si chiude Alberto mi prende in un bacio appassionato, con le mani faccio cadere le mutandine di pizzo e gli abbasso i pantaloni. Il suo pene si erge pieno di forza, lo lubrifico con la saliva e gli infilo il profilattico, ora le mie gambe gli cingono i fianchi e il cazzo entra dolcemente dentro me. Mentre mi appoggia alla parete ed inizia a spingere continuo a baciarlo sulle labbra poi, nella rapsodia di quel piacere appoggio la testa alla sua spalla e lo lascio continuare ad entrare e ed uscire da me. Quando raggiungo l’orgasmo le mie braccia si sono pietrificate attorno al suo corpo. Scendo dal suo corpo, ho bisogno di qualche secondo per rimettere in senso la mia cognizione del tempo, gli tolgo il profilattico e mi spoglio completamente. La sborra rimasta sul suo membro è il lubrificante ideale per il mio seno, lo sento sgusciare sulla mia pelle mentre gli faccio una spagnola, Alberto viene copiosamente, bagna i miei capezzoli e mi macchia le labbra con il suo seme. Quando usciamo dalla cabina il sole inizia a fare capolino all’orizzonte.
Torniamo di fronte al locale. Anche Luca sembra aver avuto un incontro simile con Laura, li trovo seduti sulle pachine , dopo un ultimo bacio Laura decide che è ora di andare e di guidare scalza. Mi addormento praticamente appena salgo in macchina.

Quando mi rialzo è praticamente ora di pranzo, scendo nella hall , sul mio cellulare ci sono già tre messaggi di Simone. Vero o no dice di essere un PR e che se sono interessata poteva darmi dei pass per le prossime due serate al prezzo di un appuntamento pomeridiano. Non so per quale ragione ma decido di accettare l’invito. Quando esco di camera le mie gambe sono avvolte da dei jeans molto, molto stretti, camicetta, golfino e un paio di stivaletti morbidi che arrivano appena sopra la caviglia. Lascio un biglietto a Laura che nel mentre si è riaddormentata e aspetto che Simone mi passi a prendere. Nonostante sia non siano ancora le quattro del pomeriggio mi invia a bere qualcosa, un po sorpresa trovo piacevole il tempo passato assieme. Passeggiamo sul lungo mare, dapprima le nostre mani si stringono e poi, dal nulla, ci scambiamo un lungo bacio. Saliamo sulla sua macchina e ci dirigiamo verso un parcheggio isolato, la sua mano passa dal cambio al mio corpo e viceversa…. non riesco a credere alla situazione, sento già un certo calore, truscio le cosce una stretta all’altra per godermi quella sensazione di perdizione. Con una certa forza la mano di Simone si fa strada tra il jeans che ricopre le mie cosce e come un perno mi offre un punto solido dove solleticare il mio piacere mentre, quasi per volonta propria la mia nano inizia ad accarezzare la zip dei suoi pantaloni. Parcheggiamo e penso che non dovrei essere qui ma quando mi volta a e bacia il collo i miei dubbi spariscono in un languido respiro, mi avvicino con il mio culo al suo corpo e inizio a misurare la grandezza del suo membro. Il golf è tolto, la camicia aperta, le sue mani sono già il sostegno del mio seno,diamo ritmo quel ballo fatto di mani e labbra, sento la mia figa che si bagna,ogni mio gemito e le sue dita che si fanno strada dentro di me. Quando mi giro Simone sfila ii pantaloni, i boxer non riescono a contenerlo, la sua dimensione mi lascia di stucco e inebetita quando la sua cappella fa il suo primo contatto con le mie dita. Non mi è mai capitato nulla di simile mi ripeto, mai. Lui resta lì con un sorriso malizioso in volto, mi piego per un faccia a faccia con quel mostro di carne che riempiva di gran lunga la mia mano. Inizio a segarlo praticamente in trans, non ne avevo mai avuto uno cosi tra le mani; dall’alto continua a guardami con quel ghigno da uomo sicuro di se, inizio a leccargli la cappella, a dare piccoli assaggi appoggiando quella punta meravigliosa alle pareti della mia bocca mentre la sua mano è scesa lungo la mia schiena e mi sta facendo un ditalino. Quando inizio a prenderlo ho paura che mi soffochi da quanto è grosso, inizio a spompinarlo aiutandomi con una mano, adoro sentire la sua carne calda e umida sulle labbra. Con un filo di voce mi implora di non fermarmi e chi vuole fermarsi?. Passandomi una mano sulla figa sento che sono bagnata come non mai, premo leggermente sul clitoride e una scossa pervade il mio corpo, poi un’altra e un’altra ancora. Ai suoi gemiti di piacere e allo scorrere bagnato sul cazzo si unisce il mio piacere soffocato della mia masturbazione, lui viene con un respiro affannoso, il suo seme caldo mi riempe e cola adosso. Nel frattempo la mia mano si era guadagnata un orgasmo silenziato da quel membro gigante, le mie gambe stremate e bagnate si sono ormai afflosciate mentre la mia testa non riesce a pensare a niente se non ha quella sensazione di godimento che ancora mi pervade. Mi siedo sul suo cazzo e lo faccio entrare dentro di me, lui mi prende per i capelli e mi guida, la macchina inizia a dondolare, sempre di più, e ancora, brividi incotrollabili partono dalla mia vagina e si spandono per tutto il mio corpo. Veniamo e mi sento infarcita di calore ed elettricità, i polmoni che si dalatano per il respiro affannoso e le sua mano che ancora non si è staccata dal mio seno. Ci rivestiamo e torniamo nel traffico. Riprendo il controllo di me stessa solo giunta in camera, Laura dorme ancora, io mi svesto e torno sotto la doccia. L’acqua scorre calda sul mio corpo e dopo poco sono pronta ad uscire nuovamente

Leave a Reply