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Racconti Erotici Etero

Lupo dieci

By 23 Settembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo portato un cliente in quel posto fuori città pieni pieno di ragazzi e ragazze, allegri e vocianti, ed ora mi sarebbe toccato tornare indietro a vuoto.
Difficile che qualcuno di loro, ammesso che non fosse venuto con un mezzo di locomozione proprio, sarebbe stato disposto a pagarsi la corsa in taxi.
Insomma, 99 su 100, il mio turno di lavoro era finito, così decido, dopo aver chiuso la macchina, di farmi una birretta prima di tornare a casa.
C’è parecchio movimento in giro, ragazzi che vanno via, dopo aver sentito il concerto di un gruppo rock, ad altri che arrivano perché ora inizia la discoteca all’aperto.
Proprio vicino all’uscita vedo il grande container con i servizi igienici, ma sì, meglio farla, non si sa mai.
La ragazza la incontro proprio mentre esco dal bagno, piccolina, moretta e formosa, con i capelli lunghi, scuri e ondulati, maglietta e minigonna jeans entrambi attillati ed un bel musetto fresco, con gli occhioni scuri truccati in maniera decisa ed un bocca grande, con le labbra carnose evidenziate da un rossetto di un rosso smagliante.
Tiene una sigaretta in mano e mi chiede se ho da accendere.
Ma certo, tiro fuori l’accendino e lei, mentre aspira forte per catturare la fiammella, mi dice qualcosa a bassa voce.
Io ho risposto con un ‘Eeehhh?’, che la ragazza interpreta male.
Io sono stupito per quello che ha detto, mentre lei ha pensato che non avessi capito, così ripete la frase a voce molto più alta.
‘Se mi dai 20 ‘ ti faccio un pompino.’
Roba da matti, dovrei filare via alla velocità della luce, invece le rispondo: ‘qui? Ma sei matta? E poi, perché?’
Lei si mettere a ridere e mi dice tranquilla: ‘ma non qui, certo, vieni’, e mi trascina via prendendomi per un braccio.
Allora, io ho quarant’anni, sono un padre di famiglia e in genere cerco di evitare i guai. La ragazza potrebbe essere mia figlia per l’età che dimostra, forse è addirittura minorenne, comunque non avrà più di vent’anni e, in questi casi, una persona sensata taglia la corda.
Mentre passiamo di lato al container dei bagni lei mi spiega: ‘ci servivano i soldi per tornare in città, abbiamo tirato a sorte e sono uscita io.’
Certo, è normale, tutte le ragazze, se hanno finito i soldi per tornare a casa , propongono di fare un pompino al primo che passa, non lo sapevi? Anzi fanno pure la conta, lo fai tu? No, lo faccio io.
Dietro al container ci sono dei grossi cassonetti della spazzatura, lei si infila in mezzo ed io la seguo.
Insomma ci troviamo in un spazio buio ed isolato, a pochi passi dalla confusione e mi rendo conto che sto per fare una cazzata di cui forse mi pentirò amaramente, ma una parte di me è molto interessata a questa particolare esperienza.
Guardo quelle belle labbra, grandi, rosse e carnose e l’idea che tra poco stringeranno dolcemente il mio uccello e lo succhieranno, finisce di destabilizzare la parte buona di me.
Mi fa poggiare la schiena alla parete posteriore del container, mi mette tra le gambe un cartone che ha trovato per terra e mi apre i pantaloni.
‘I venti euro’, mi dice con voce dolce ma decisa ed io prendo il portafogli dalla tasca posteriore dei pantaloni, sfilo una banconota e glie la porgo.
La ragazza si muove rapida e sicura, come se avesse passato metà della vita a fare pompini fuori dei cessi dei concerti rock.
In un baleno mette i soldi al sicuro nella scollatura della maglietta, poggia le ginocchia sul cartone e me lo tira fuori con le sue manine piccole e curate.
La prima leccata, che parte dalla base e continua fino su in cima, alla fine della cappella, mi prende di sorpresa.
Lei continua tranquilla e sicura e me lo fa rizzare in un baleno, poi apre la bocca e lo inghiotte quasi completamente.
Me lo succhia forte per un po’, mentre i suoi capelli lunghi mi fanno il solletico sulla pancia, poi decide di cambiare tecnica: le sue labbra lo cingono dolcemente ma con decisione, proprio alla base della cappella e comincia a muoversi su e giù.
Mi sta facendo impazzire, ogni tanto si ferma, gli da un paio di succhiate vigorose e poi riprende a farmi su e giù con la bocca.
Anche se è buio e la sua testa riccioluta mi toglie la visuale, mi sembra di vedere quella bocca rossa che stringe dolcemente il mio arnese sempre più duro, che sembra voler scoppiare da un momento all’altro.
Insomma sono durato molto poco e lei si è guadagnata i 20 ‘.
Ho avuto un momento di panico solo quando stavo per venire, perché ho temuto di sporcarmi.
Vallo a spiegare dopo a mia moglie.
Invece, niente di tutto ciò. Ha contenuto tranquillamente l’esuberanza del mio uccello e si è fatta sparare tutto in bocca senza battere ciglio, ha ingoiato fino all’ultima goccia ed è sparita, lasciandomi lì, appoggiato al container, inebetito e con l’uccello di fuori, mentre da dentro qualcuno azionava lo sciacquone.
A questo punto, l’unica cosa è tornare in città e filare a casa, senza raccontare nulla alla moglie, che sicuramente non avrebbe compreso la situazione particolare in cui mi ero trovato.
‘Centrale a lupo dieci, centrale a lupo dieci, rispondi.’
E’ la radio del mio taxi, lupo dieci, appunto.
‘Lupo dieci, sei ancora sul posto?’
‘Sì, stavo per tornare a vuoto in città.’
‘Ci sarebbe da fare una corsa, partendo proprio da dove sei, la prendi?’
‘Certo che la prendo’, dico io felice per la fortuna insperata.
‘Vai alla fine del parcheggio, ci sono tre persone da caricare.’
Attraverso a passo d’uomo tutto il grande spiazzo pieno di macchine, parcheggiate disordinatamente e le vedo, proprio alla fine, dove si esce per riprendere la statale.
Anche loro mi hanno visto e si sbracciano per richiamare la mia attenzione.
Sono tre ragazze, molto giovani e vestite uguali, minigonna e maglietta, ma molto diverse come aspetto.
La prima è bionda, con un visino angelico, alta e secca, la seconda è una specie di armadio, altissima, con due spalle da rugbista, una faccia larga e brutta e dei capelli corti, castano chiari, che sembrano tagliati con l’accetta, insomma, se dovessi immaginarla a praticare qualche sport, penserei il peso o la lotta.
La terza è ‘ la moretta del pompino.
Penso ai casi della vita: ma possibile che tra tanti uomini a cui spillare 20 ‘ per un pompino, le doveva capitare proprio l’autista del taxi che l’avrebbe riportata a casa.
Sono in questa situazione anche per colpa di una conta, perché se fosse uscita la biondina secca, invece che miss labbra rosse, forse avrei declinato l’invito, ma sicuramente, se avesse vinto l’energumena lottatrice, non avrei accettato neanche se fosse stata lei a pagare.
Il posto è buio, loro salgono tutte e tre dietro, senza guardarmi in faccia, quindi non possono sapere chi le ha caricate.
Mi dicono che devono tornare in città e che gli amici con cui sono venute vogliono rimanere ma loro non possono fare troppo tardi.
Eh già, le brave ragazze non fanno i pompini dopo la mezzanotte.
Io mi metto in marcia ad una andatura tranquilla, perché è tardi e sono pure un po’ frastornato.
Guardo nello specchietto interno, la moretta si sta rimettendo il rossetto, che deve essersi sciupato con il pompino.
Mi riprometto, una volta arrivato a casa, di dargli una bella lavata perché, d’accordo, mia moglie non è un tipo particolarmente geloso, però, se dovesse trovare tracce di rossetto proprio lì, non credo che la passerei liscia.
Le ragazze all’inizio chiacchierano tra di loro, ma sembrano abbastanza tranquille poi, improvvisamente, si mettono a fare casino.
Sento degli strepiti e dei tonfi come se stessero saltando sui sedili.
Ma che cazzo stanno combinando, io ci tengo al mio taxi, è nuovo, lo sto ancora pagando e se si rompe non lavoro e non mangio.
Guardo di nuovo nello specchietto, stanno veramente saltando sul divano posteriore, si sono levate le scarpe e, tipo ranocchia, con le ginocchia piegate, saltano tutte e tre contemporaneamente, tenendosi per mano.
Possono farlo senza sbattere la testa sul tetto, perché il mio taxi è un minivan e dentro è molto più alto di una comune berlina.
Ma la cosa che più mi preoccupa è che si sono arrotolate le magliette fino sotto le ascelle ed hanno slacciato i reggiseni, insomma stanno tutte e tre con le tette di fuori.
Le guardo un po’ nello specchietto, la moretta del pompino ha due seni favolosi, grandi e sodi, la biondina non ha quasi nulla, solo due piccole sporgenze, l’energumena ha due bombe enormi che ondeggiano di qua e di là.
Insomma le mie giovani passeggere sono decisamente su di giri, sudate, probabilmente ubriache o forse anche fatte di Dio solo sa cosa.
Me ne fregherebbe poco, se non fosse che, se dovesse passare la Polizia, potrebbero avere qualcosa da ridire.
Accosto e inchiodo.
‘Sentite ragazze, tra dieci minuti siete arrivate, tenete duro, poi farete quello che cazzo vi pare, ma non vi potete comportare così sul mio taxi.’
Mi sono girato per parlare.
‘Ehi’, fa la moretta rivolta alle altre, ‘Ma lo sapete chi è lui? è proprio il tizio del pompino.’
Le amiche scoppiano a ridere.
‘Allora vuoi dire che comunque i soldi torneranno al vecchio proprietario?’
E giù altre risate.
A questo punto sono ripartito, sperando di non avere ulteriori problemi.
Hanno smesso di saltare, per fortuna, poi ho iniziato a sentire dei suoni strani, guardo ancora nello specchietto, e che ti vedo?
Hanno rimesso le magliette a posto ma, in compenso, sono tutte e tre a gambe incrociate,con la gonna sollevata e la fica all’aria, e si stanno sditalinando furiosamente.
E no, questo è troppo, oltretutto finiranno per macchiarmi la tappezzeria, così mi fermo di nuovo, tiro il freno a mano e scendo.
L’intenzione è quella di buttarle fuori dal taxi, tanto non manca molto, saranno un paio di chilometri e, se trovano un passaggio, sono sicuro che sapranno come sdebitarsi.
Così apro la porta scorrevole del taxi e cerco di afferrare la prima delle tre, la biondina secca.
Ho sempre considerato le donne come sesso debole, ma solo nel senso di forza fisica, in questo caso, mi accorgo che la mia teoria è sbagliata.
La biondina si sposta rapidamente ed io manco la presa, ma subito dopo mi sento afferrare da due mani d’acciaio, che mi tirano dentro.
L’energumena, quella brutta e grossa, è dotata di una notevole forza fisica e mi ritrovo sdraiato sul divano posteriore del taxi, immobilizzato da un quintale di ciccia, piazzato sul mio petto.
In quel momento, la moretta dalle labbra rosse sgattaiola fuori, poi sento aprirsi e chiudere lo sportello di guida.
‘Ehi, ferma! Che cazzo fai?’
La ragazza ha messo in moto, ci manca solo che ora mi sfascia il taxi.
Da come stacca decisa la frizione, pur senza far pattinare le ruote, capisco che al volante se la deve cavare bene come con i pompini.
Quando mi sono fermato, stavo costeggiando la pineta che si trova vicino alle prime case della periferia ed ora, dai sobbalzi che sento, credo che siamo entrati dentro e stiamo percorrendo qualche viottolo sterrato.
Piano, piano, penso, accidenti, così mi spacchi le gomme.
Per fortuna si ferma quasi subito, ma la sorpresa viene quando la biondina mi apre i pantaloni e me li cala fino alle ginocchia.
Il corpaccio dell’energumena, mi copre la visuale, ma capisco presto cosa ha intenzione di fare: le mani lo tirano fuori dalle mutande e la sua lingua inizia subito a lavorarlo.
‘Mi raccomando, non lo finire, poi lo lasci a me.’
Ha parlato la cicciona, con la sua voce roca e mi vengono i brividi a pensare di finire nelle sue grinfie.
Per favore, non ti rizzare. Sto supplicando il mio uccello di non rispondere agli stimoli causati dalla lingua della ragazza, ma è tutto inutile, perché lui, evidentemente ignaro del pericolo, sale rapidamente e finisce, per ora, nella bocca della biondina.
Devo dire che è una bella lotta tra la biondina e miss labbra rosse, perché sono entrambe veramente brave, ma il gioco dura poco.
‘Ora basta, togliti.’
Non sento più la bocca della biondina, in compenso l’energumena si solleva puntando le ginocchia sul divano del sedile e mi aspetto che si giri per continuare lei il pompino, invece, con mia grande sorpresa, me lo prende in mano e si abbassa lentamente, facendoselo entrare nella fica.
Vista da vicino è ancora più brutta e sono sicuro che se mi concentro sul suo viso e sul suo corpo, mi si ammoscerà immediatamente, ma non ho fatto i conti con la terza ragazza, la moretta, che mi sussurra: ‘ora tocca a te’, e mi si siede letteralmente sulla faccia, piazzandomi la fica proprio sulla bocca.
A me è sempre piaciuto leccarla, lo faccio spesso con mia moglie è lei non si è mai lamentata, anzi.
Questo cambiamento di programma comporta che io, non avendo più davanti agli occhi la brutta energumena e trovandomi pure a slinguazzare piacevolmente una fichetta fresca fresca, devo rinunciare all’ammosciamento programmato, anzi, mi provo ad immaginare che è proprio la moretta che sta facendo su e giù su di me.
Siamo venuti tutti e tre, quasi contemporaneamente, mi sento la bocca piena di peli di fica ed ho la faccia bagnata, perché mi ha dato pure una bella spruzzata. Lei si è tolta dalla mia faccia giusto in tempo per regalarmi la visione della sua brutta amica che finisce di cavalcarmi furiosamente.
Intanto la biondina si lamenta e dice che ora tocca a lei, e qui comincio seriamente a preoccuparmi, perché se continuano di questo passo, mi massacrano.
Così inizio a leccare la fica della biondina, che è bagnata fradicia, perché deve aver passato tutto il tempo a toccarsi.
Beh, intanto mi riposo un po’, penso, ma mi sbaglio, perché dopo un paio di minuti sento una mano che mi afferra l’uccello e subito dopo due labbra che lo serrano ed iniziano a succhiarlo.
Un tocco diverso direi, sicuramente è l’energumena, mentre la biondina geme e si strofina sulla mia faccia.
Sono andate avanti così per un bel pezzo e si sono fermate solo quando non ero quasi più in grado di reagire.
A questo punto la moretta si è rimessa al volante ed ha guidato il taxi fino al parcheggio in periferia dove c’è il capolinea degli autobus notturni.
Se ne sono andate, ovviamente senza pagarmi la corsa e mi hanno lasciato sdraiato sul sedile posteriore.
Ci ho messo un po’ a riprendermi. Mi hanno lasciato tre slip da donna, un minuscolo, uno medio ed uno enorme, tante di quelle macchie sul sedile che non so se sarà possibile ripulirlo ed anche il mio portafogli, naturalmente vuoto.
La cosa più complicata sono state le spiegazioni da dare a mia moglie, che ho trovato in piedi e proccupatissima, data l’ora tarda.
Non voleva proprio credere che ero stato violentato e rapinato da tre ragazze, e continuava a dire che sono un porco e che sicuramente mi ero speso tutto l’incasso con delle puttane.
Ma la cosa che più l’ha fatta imbestialire sono state le tracce di rossetto sull’uccello e mi ha giurato che prima che io possa aspettarmi da lei un pompino, passerà molto tempo.

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