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Racconti Erotici Etero

luponero

By 2 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

La poltrona

    • La vita scorre lenta, ed io seduto sulla poltrona in salotto ripenso ad occasioni avute e rapporti passati.
      Soffice poltrona, sorseggio un brandy per scaldare il corpo pervaso da tremolii di freddo.
      La poltrona…….. oggetto, anzi, soggetto principale di una giornata passata all’insegna dell’erotismo.
      Quel giorno ero stanco. Avevo avuto una dura mattinata di lavoro, appesantita dall’incomunicabilità che spesso si crea con i collaboratori. Colto al volo l’occasione di una mezza giornata di permesso, mi riposavo guardando un po’ di tv. Aspettavo che arrivasse da un momento all’altro Gina, la signora delle pulizie.
      Rispetto al solito sembrava che tardasse ad arrivare, non era da lei, signora precisa e puntuale.
      Driiiinnn…… Il campanello che suona. Finalmente era arrivata.
      Mi alzo dal mio dolce poltrire e mi dirigo sicuro verso la porta. Solitamente controllo dall’occhiello magico chi c’è dall’altra parte, ma stavolta apro senza chiedere chi è.
      Sorpresa!!!!! Davanti a me si materializza la figura di una ragazzetta che dimostra di non avere neanche diciotto anni.
      Un fisichetto niente male evidenziato dai pantaloncini corti attillati e dalla maglietta bianca.
      Era Tania la figlia della signora Gina.
      “ Ciao. Mamma non è potuta venire, non ha avvisato perché il telefonino era scarico e mi ha mandato al posto suo “.
      Penso: “speriamo che si dia da fare nel lavoro, la gioventù d’oggi è alquanto sfaticata”
      Senza tanti preamboli a mio dispetto entra e già si sente padrona della casa.
      “Da dove inizio?”.
      Ero rimasto un po’ sorpreso ed imbambolato da questo piacevole imprevisto.
      Meccanicamente rispondo: “Puoi iniziare dalla camera da letto. Qualunque cosa ti serve io stò in salotto. Chiamami.”
      “Si non ti preoccupare, mamma mi ha spiegato tutto” .
      Tania inizia a lavorare di buona lena, io intanto continuo a guardare la tv.
      Giro e rigiro i canali ma senza risultato. Il pomeriggio si avvia verso un crinale noioso.
      Le pulizie in casa procedono bene. Io continuo a poltrire, sbragato e senza sapere cosa fare.
      La voce sbarazzina di Tania mi risveglia dal mio torpore malinconico.
      “Signor Alberto, dò fastidio se pulisco questa stanza? Sà è rimasta l’ultima”.
      Ripresomi da questa pigrizia corporea, rispondo che può fare quello che vuole, anzi se dò fastidio potrei andare anche in cucina.
      Il viso sorridente della fanciulla mi rassicura che non creo problemi e posso tranquillamente restare.
      Inizia con lo spolverare i mobili con cura ed il tavolo, e mentre spolvera quest’ultimo, si inarca in avanti mostrandomi la splendida rotondità, nascosta dalla leggera stoffa, del fondoschiena.
      Fino a quel momento avevo avuto davanti a me solo la figura di una ragazzina, si carina ma
      che stava solo rassettando casa. D’altronde data la differenza d’età poteva essere mia figlia.
      Me con una ragazzetta neanche maggiorenne? Impossibile. Anche se il bocconcino era appetibile.
      E da adesso mi incuriosiva ed iniziavo a guardarla più come donna. E’ proprio vero il lupo che è in noi perde il pelo, ma non il vizio.
      Mentre continuava a pulire, di sottocchio ammiravo questo corpo giovane.
      In effetti non aveva difetti. Un sederino niente male, una terza di seno, occhi castani come i capelli, un metro e settanta con fisico asciutto, mani curate, labbra leggermente carnose. Tutto al posto giusto.
      Cominciavo sottilmente a fantasticare su di lei.
      All’improvviso vengo risvegliato dalla sua voce.
      “Alza i piedi altrimenti non posso scopare.”
      “Scopare………”
      C’è qualcosa che è cambiato nella tonalità della ragazzina.
      “Scopare” ………. non sarà, però……….. m’è sembrato che l’ha detto con fare malizioso.
      Come un automa obbedisco, ma continuo a seguire con facezia i movimenti della piccola.
      E sì, avevo pensato bene. C’era più maliziosità in quello che faceva.
      Il giovane corpo si muoveva come per mettersi in mostra. I movimenti erano lenti ed ammicchevoli.
      Cosa potevo fare? Provarci? E se poi non era quello che immaginavo? Avrebbe detto tutto alla madre e mi sarei messo nei guai.
      Però, se era il contrario? Dovevo scegliere se affrontare il rischio o meno.
      Davanti a me c’era un tavolinetto basso, di quelli dove poggiare i centrotavola con i vassoietti delle caramelle e cioccolattini.
      Tania per poter pulire con la scopa anche li sotto fù costretta ad inclinarsi leggermente.
      Lo fece con garbo e dolcezza. In quella posizione avevo di fronte a me la visione del sedere per intero. Sotto i pantaloncini risaltava la forma della mutandina.
      Sgranai gli occhi. Quella visione era alquanto paradisiaca.
      Pensai: “questa è la volta buona. Se è come penso mi và bene, altrimenti riceverò come minimo uno schiaffo.”
      Le toccai incerto i fianchi con entrambi le mani, attendendo la risposta rabbuiata della giovane.
      Passarono pochi istanti, neanche il tempo di pensare che, dolcemente, mostrandomi il viso candido, scandendo in monosillabe le parole disse: “non stuzzicare il cane che dorme”.
      Che risposta!!! Chissà da quando se l’era preparata.
      “Era fatta!!!!!”. Quel pomeriggio da monotono si poteva ravvivare.
      Iniziai arditamente con dolci complimenti, ed intanto continuavo con le mani ad accarezzare i fianchi.
      “Ma sei una ragazza veramente carina. Chissà quanti maschietti ti vengono dietro.”
      La risposta fù secca e decisa.
      “I ragazzetti non mi interessano, preferisco gli uomini maturi”.
      E vai……. un’altra sbandata improvvisa, però un’altro punto a mio favore.
      Il clima in quella stanza si stava surriscaldando.
      “Allora, dicevi che sono carina?”
      Risposi subito “Si”.
      Adesso Tania si era ricomposta diritta di fronte a me: “E cosa ti piace più di me?”.
      La bimba iniziava a giocare pesante. Non volevo mostrarmi troppo voglioso ed iniziai a citare dolcemente le parti del corpo che mi sembravano più belle.
      “ Sai hai un bel corpo, per quel che si vede. Tutto al punto giusto. In particolare il sedere ed il seno”.
      “Veramente ti piace il mio seno?”
      Perchè questa domanda? Chissà cosa stava pensando questo piccolo ma non ingenuo diavolo.
      “Aspetta mi è venuta una bella idea. Se non dici niente a nessuno, se rimane un segreto tra noi, te lo faccio vedere il mio seno, almeno avrò un giudizio da una persona che ne capisce”.
      Mai avrei pensato a questo tipo di reazione. La piccola stava conducendo il gioco, ormai ero sotto scacco.
      Si voltò di nuovo. Di fronte a me le spalle denudate mimavano uno strip leggero della maglietta bianca.
      Il movimento lento delle dita sganciavano il reggiseno lievemente pizzato.
      Lentamente me la trovai con il ventre di fronte al mio viso.
      Il cuore anche se non nuovo a questo tipo di emozioni, palpitava velocemente.
      Non so cosa fare. Davanti a me questa giovane donna, ormai mezza nuda, mi creava un po’ d’imbarazzo.
      Dovevo solo vederlo il seno ed invece…… Tania con le sue mani non perde tempo, prende le mie e le accompagna sui bordi delle coppe.
      Mi invita ad alzarle piano piano.
      Non mi muovo dalla soffice poltrona.
      Mi ritrovo a sfiorare quella candida pelle, un seno sodo da ragazzina, due aureole color ocra scuro. Sembrano nocciole o chicchi di caffè.
      Quella piccola donna ha uno sguardo soddisfatto e compiaciuto.
      Sposto lentamente e contemporaneamente entrambe le mani verso i seni.
      Tania dà un cenno di assenso. Dolcemente tra le mie dita racchiudo e stimolo i giovani capezzoli, che si inturgidiscono al contatto.
      “Mi piace, toccami. Com’è bello.”
      Giovane e maliziosa. Starò facendo la cosa giusta? Ma ho voglia, ed anche lei non accenna a fermarsi.
      Dopo un po’, quando la sento pronta, quando i capezzoli sono duri abbastanza, la mia lingua prende il posto delle dita.
      Come fosse una coppa di gelato, il mio viso si impossessa del petto nudo.
      Le mani scendono di lato poggiandosi sull’elastico dei pantaloncini.
      I pollici si intersecano tra la mutandina e l’elastico.
      Movimenti sempre più lenti accennano ad abbassarli. Piano piano, sempre più giù.
      Davanti a me rimane in mutandine rosa, ricamate.
      Si intravedono i peli castani della giovane passera.
      Sento che inizia ad ansimare.
      Mi preme leggermente la testa verso il corpo.
      Continuo a stimolare con la lingua i capezzoli. Ma le dita vanno oltre.
      La mutandina scende piano verso il basso. Tania adesso è nuda.
      Le mani si spostano sulle gambe lisce. E salgono, salgono.
      All’altezza del pube si fermano.
      L’indice della mano destra sfiora le grandi labbra. Iniziano lievi sussulti e gemiti.
      Siamo entrambi in una trance che viene rotta sottovoce da mielate parole:
      “E’ la prima volta. Per favore fai piano. Sii dolce”.
      Gli umori inumidiscono le mie dita. Cerco il clitoride. Voglio far impazzire la ragazzina.
      Ora l’indice si insinua. Stimolazioni continue. Il liquido inizia a colare alacremente sulla mano. Tania stà godendo. Mordicchia il labbro inferiore e si agita, con fare piacevole.
      Non mi fermo un attimo e continuo dolcemente.
      Geme che è una meraviglia.
      Non voglio andare oltre.
      Però desidero partecipare al momento che stiamo vivendo.
      Mi alzo in piedi.
      Come se già sapesse cosa fare la piccola si genuflette davanti a me, porta le mani davanti la cerniera, e lentamente abbassa la zip.
      I pantaloni scendono. Mi chino solo per toglierli.
      Il tempo di rialzarmi che la mano di Tania si insinua nei boxer.
      “Però!!!! Faccio quest’effetto”. Le parole della ragazzina accompagnano un lento massaggio sul pene.
      “Ed ora liberiamo l’uccellino” e così dicendo rimango nudo anche io.
      Davanti al viso della piccola si ergeva ormai senza pudore il membro in piena erezione.
      Tania approfittò ed iniziò come una maestra esperta a slinguettare fino alla punta del glande.
      Follia era pura follia. Stavo impazzendo.
      Sentivo i sussulti del liquido seminale in libera salita.
      Piano la fermo, la faccio alzare e la giro.
      Mi riaccomodo in poltrona. Adesso davanti ai miei occhi ci sono meravigliosi, i glutei tondi e morbidi.
      Li accarezzo, li bacio.
      La faccio inclinare leggermente in avanti, si intravedono i due orifizi.
      Giovani labbra rosee adornati da ciuffetti ricci, ed un po’ più su un piccolo fiorellino pronto per essere raccolto.
      Tania si siede sul mio corpo.
      I nostri organi sessuali si accarezzano, si toccano, si cercano.
      Le mie mani non cessano di toccarla. Ed anche lei si accarezza, mi accarezza.
      Un calore immenso ci pervade.
      Mi sento bagnare dal giovane nettare.
      La struscio lentamente. Gli umori scendono copiosi.
      La mia mano ed il mio corpo accompagnano movimenti lenti e ritmici. Tania si muove vogliosa.
      Stò vicino l’uscio della giovane vulva. Il glande è coccolato dalle labbra vogliose ed umide. Giochi di sguardi complici tra noi due.
      Quando vorrei entrare in quel giovane corpo, quanto lei lo vorrebbe.
      Continua a spostarsi con il ventre sempre più su.
      Il gioco stà diventando pericoloso.
      Prima che succeda l’irreparabile ci baciamo intensamente.
      Il calore e l’odore intenso dei nostri corpi ci avvolge.
      Ci bagniamo a vicenda dei nostri liquidi che fuoriescono copiosi.
      Siamo già andati oltre, è giunta l’ora di terminare.
      Lentamente ci fermiamo e ci ricomponiamo.
      Una serie di baci e coccole, ed una promessa……. “fra pochi giorni divento maggiorenne, voglio essere tua”.
      Come si può non rispondere “Si piccola lo sarai”.
      E …………… ripensando ai ricordi mi accorgo che il brandy è finito, e finalmente mi alzo dalla poltrona.

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