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Racconti Erotici Etero

L’uso della maiuscola

By 9 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

L’uso della maiuscola nella parola ‘troia’. Ecco la ragione per cui l’ha colpito. ‘Sono la tua Troia’. La parola che diventa nobile e austera. La immagina seduta, con un corto soprabito nero, le gambe accavallate. The chair she sat in like a burnished throne’ Si scambiano mail per tutto il pomeriggio, mentre fuori &egrave inverno, poi la sera discende nella stanza. S. gli invia una foto. N. la apre con avidità. &egrave una foto del viso: S. appare bianca, i capelli biondo platino, le ciglia segnate. Guarda di sbieco, le tette piene dentro il reggiseno di pizzo nero, la spallina rivoltata. N. sente l’erezione pulsargli nei jeans. Glielo scrive. Scrive: &egrave duro, sai?, &egrave duro. S. gli invia un’altra foto. Prima di aprirla N. si estrae il pene, lo accarezza illuminato dalla luce scivolosa dello schermo. Clic. Sembra una stanza enorme, su cui domina una massa scura e il corpo di S. &egrave disteso come sul margine di un letto, sul fianco. Il volto sfugge all’indietro. Con le mani S. stringe i seni e li solleva. Cosce strette e irrigidite. Il pube ha una peluria candida, e non si vede altro. Nell’ombelico N. vede lampeggiare una luce. &egrave come un brillante. Lì si rifrange il flash. Un piercing, pensa N.: poi guarda il suo cazzo e vi scorge la prima goccia di seme, la raccoglie e la depone sullo schermo, proprio sul brillante.

Si vedono a un bar del centro commerciale di T. Sono passati quindici giorni. S. non ha più mandato fotografie, ma scrive ogni sera. Si firma ‘la tua Piccola Troia’. Si sono sentiti al telefono due volte, S. ha una voce stridente che a N. non dispiace, un vago accento lombardo-veneto. Però preferisce scrivere. Due giorni prima S. gli ha raccontato di aver fatto l’amore con tre uomini nell’arco di quella giornata: uno al mattino, uno all’ora di pranzo e uno nel pomeriggio. Ci siamo salutati mezz’ora fa, gli ha scritto. ‘Era quello che ce l’aveva più grosso. Quello del mattino ce l’aveva piccolo, quello di mezzogiorno era normale’. N. apprezza queste confidenze, anche se non sono richieste. Ormai hanno deciso di vedersi, &egrave la prima volta, non hanno deciso altro. Il centro commerciale di T. &egrave semivuoto nei giorni di metà settimana. N. parte presto ma S. arriva prima, &egrave già lì. Si riconoscono subito. S. ha la pelle bianchissima, indossa un jeans e una corta giacca col collo di pelliccia. Si baciano sulle guance. Dopo il caff&egrave si baciano in bocca. S. infila le dita nei jeans poi lo estrae e lo porge a N. N. annusa il suo odore. Sulle scale mobili N. la abbraccia e le palpa le natiche. Girano un po’ per negozi, si tengono per mano. Il tempo si sospende e poi deflagra. Tornano nel parcheggio, in macchina S. si abbassa i jeans fino al ginocchio. N. sprofonda nel suo grembo. Le bacia il pube, la lingua lambisce le labbra della fica. Sente l’odore, un vago sentore d’urina lo eccita. S. allunga una mano e gli afferra il pene eretto nei pantaloni. La bocca di N. risale la pancia. Dev’essersi tolta il piercing, pensa per un attimo N. mentre percorre la morbida spirale dell’ombelico.

S. non scrive più. Si sentono però, anche tre volte al giorno. N. si masturba cullato dal suono della sua voce, mentre S, gli racconta della sua vita, che prosegue inalterata sui binari di sempre: il lavoro al negozio, la palestra (‘Oggi ho fatto un pompino al mio istruttore. L’ho steso. La sua sborra sapeva di frutta secca’), la cena del giovedì con le amiche di sempre. Si rivedono il mese dopo, al centro commerciale di T. Si baciano in bocca nel parcheggio. L’albergo &egrave a poca distanza e ci vanno a piedi, anche se fa ancora freddo. S. cammina spedita sui tacchi alti: così la voleva, pensa N. contemplandola: minigonna, autoreggenti e tacchi alti. Le solite cose, pensa. La camera &egrave grigia e bordeaux, foto di nudi alle pareti. N. riempie due bicchieri di prosecco e i dispone su un tavolino. S. fuma alla finestra. Si &egrave già tolta la minigonna, le natiche bianchissime inghiottono il filo del perizoma. Le gambe sono di bronzo sotto il velo delle calze. N. si inginocchia davanti al culo di S. come davanti a un confessionale. Bacia i suoi fianchi e poi infila la lingua nel solco. Lecca avidamente l’anello dello sfintere. S. sospira. Il letto ha lenzuola rigide che cartavetrano la pelle delicata di S., mentre N. la scopa con violenza, malinconicamente, come fosse l’ultima volta. C’&egrave stato appena il tempo che S. gli imponesse un preservativo, e glielo infilasse dopo avergli sfiorato il glande con un bacio. N. l’ha penetrata subito, abbandonandosi sui cuscini di carne delle sue mammelle. Adesso la bacia, mentre continua a scoparla. ‘Sono la tua troia’. &egrave lei che lo allontana prima dell’orgasmo. N. si libera del preservativo. Il suo cazzo &egrave violaceo per lo sforzo di trattenere l’eiaculazione. S. lo accarezza con uno dei bicchieri prima di vuotarlo, il freddo del vetro calma l’eccitazione. ‘Una volta ho scopato il marito di una mia amica. A casa loro. Prima di prendermi lui ha tirato fuori da un cassetto le mutandine della mia amica, che era poi sua moglie, e me le ha fatte indossare. &egrave stato eccitante’. ‘Sei davvero una troia’. ‘Lo so. Per sentirmi viva’, dice S. mentre monta sul cazzo nudo di N.: ‘Non li sopporto i preservativi’. La vulva di S. &egrave zuppa di umori. N. la scopa da dietro cercando di venire, finché S. non gli afferra il cazzo e comincia a strusciarlo su e giù nel solco tra le natiche guidandolo verso la voragine dell’ano. S. dice, ‘Inculami’. N. acconsente. Il glande supera lo sfintere. S. ondeggia il bacino, si apre intorno all’asta. N. sprofonda nel buco del suo culo. S. soffoca un urlo. N. eiacula un unico interminabile fiotto che &egrave tutto il seme del suo desiderio.

Succede che N. vede qualcosa che brilla nell’ombelico di S. mentre lei &egrave distesa sul letto. Sembra una lacrima bianca. ‘Il tuo piercing’, dice. ‘Mai avuto piercing’. S. raccoglie la goccia con il polpastrello dell’indice. ‘Non so cosa sia. Mi si forma nell’ombelico. Sempre, quando lo prendo nel culo. Più godo, più &egrave densa. Anche il sapore cambia. Ricorda lo sperma, ma &egrave più dolce. Dipende dagli uomini con cui lo faccio. Assaggia, su’.

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