Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Ma che bella famiglia

By 21 Agosto 2018Aprile 9th, 2020No Comments

Ed ecco come rimanere fregati per le vacanze: il mio vicino, amico di famiglia da decenni, che si trasferisce per la villeggiatura sul mare insieme alla moglie, le 2 figlie e il genero in una villona, chiede a Luca, me, di passare le vacanze da loro, omettendo che in quel periodo ci sarebbe stato da reimbiancare tutta la casa, compreso lo spostamento di tutti i mobili.
Fortunatamente arrivo quando il grosso del lavoro è già stato fatto e manca ormai da mettere solo a posto. Iniziamo a lavorare tutti insieme, comprese quelle stangone della moglie e della figlia maggiore: entrambe più alte di un metro e ottanta, è difficile staccargli gli occhi di dosso essendo non solo alte ma, soprattutto la madre, provviste di un seno enorme e sodo e con la tendenza a coprirsi molto poco.
Anche la piccoletta di casa, Anna, nonostante la sua statura ridotta era un bel vedere: 18 anni, alta poco meno, un metro e sessanta, con addosso solo una canotta e degli shorts di jeans, avrebbe estasiato molti uomini con il suo viso furbetto, i capelli biondi e gli occhi da cerbiatta e il fisico asciutto e scattante, molto più di quanto ricordassi effettivamente dall’ultima volta che l’avevo vista.
Comunque non avevo molto tempo per bearmi delle bellezze che giravano intorno a me, perché il lavoro da fare era parecchio. Tra uno scatolone e un altro a un certo punto Carlo, il marito, Giuliana, la moglie, Enzo, il genero, e Chiara, ci urlano che vanno a fare spesa e che avrebbero lasciato i giovani a finire gli ultimi spostamenti, lasciando me e Anna a mettere a posto le ultime scatole, le più pesanti. Io e Anna ci mettemmo di buona lena e arrivammo presto all’ultima cosa da spostare, una cassa di legno, in cui non avevo idea di cosa potesse esserci.
Provo da solo ad alzarla, ma mi rendo presto conto che il peso è troppo e che anche in due sarebbe stato impossibile muoverlo. Mi siedo allora sulla cassa, dando le spalle all’ingresso di casa, guardando il mare e aspettando Anna per fare due chiacchiere. Anna esce poco dopo dalla casa e mi chiede:
‘Ehi, non hai notato che ci sarebbe ancora qualcosa da portare dentro?’
‘E’ troppo pesante, da solo non riesco nemmeno a smuoverlo, in due non ci facciamo niente, aspettiamo gli altri e vediamo di svuotarlo che ci sbattiamo di meno’ rispondo
‘Davvero? Da solo non riesci a muoverlo nemmeno?’
‘Si, è pesantissimo, ma cosa ci avete messo?’
‘Non lo so… Vabbè tu stai lì e non ti muovere,ok?’
‘Certo e dove vuoi che vada con questo panorama’ le rispondo mentre mi godo la brezza di mare con gli occhi chiusi.
Sento solo i suoi passi che si avvicinano a dove mi trovo, poi sento che qualcosa si muove e apro gli occhi per vedere la cassa sollevarsi da terra con facilità ed essere trasportata verso casa.
‘Ma ma ma ma cosa???’ dico completamente sconvolto
‘Non ti muovere, non vorrei che cadessi, ci metto poco a sistemarla’ mi risponde Anna con noncuranza.
Non solo stava spostando un peso che io nemmeno riuscivo a smuovere, ma in più con me sopra e non mostrando nessuno sforzo, almeno dalla voce. Effettivamente è di parola, arriviamo in sala, dove credo debba essere sistemata la cassa, e la poggia a terra con delicatezza, come se fosse un pacco di pasta. Mi giro a guardarla, pensando di vederla madida di sudore e sfiancata, invece mi guarda con un dolce sorriso e perfino stupita che io la guardi in quel modo.
‘Non mi dire che credi ancora nella storia che solo gli uomini sono forti?’ mi fa per provocarmi
‘No, non sono cosi stupido, ma quello che hai fatto è assurdo, credo che nessuno di quelli che conosco possa fare una cosa del genere.’
‘Dici, eppure io non sono nemmeno tanto affatticata. Sai, se mi lasciassi fare, anche se credo che non potresti fare molto per rifiutarti, potrei farti vedere tante tante altre cose che solo io posso fare.’ mi disse provocante.
‘Tipo?’ la mia voce tremava, mi trovavo con davanti una piccola Ercolina che aveva voglia di giocare con me e che non avrei potuto fermare in nessun modo, vista la disparità di forza.
‘Beh’ disse lei avvicinandosi a me ‘potrei farti vedere ad esempio questo’ e con un movimento fulmineo passo la mano sinistra sotto il mio sedere, sollevandomi dalla cassa e tenendomi a un metro da terra, senza sforzo apparente
‘Cavolo, sei più leggero di quel che pensassi, con te non posso nemmeno allenarmi decentemente’ disse Anna lasciandomi sbalordito.
‘Vediamo se sei utile per almeno una ripetizione da venti, i dieci non li sentirei nemmeno’ mi dice guardandomi in viso sorridendo e iniziando a mandarmi su e giù. Inizia a contare e presto arriva alla decima senza nessuno sforzo, alla quindicesima inizia a rallentare, ma solo per controllare quanto, e temo anche se, il suo bicipite si gonfi.
Intanto io sento una strana sensazione di eccitamento che mi pervade: certo, se avesse voluto Anna avrebbe potuto polverizzarmi, ma per il momento quello che stava facendo mi stava mandando su di giri e si vedeva dall’evidente bozzo dei miei jeans, che ormai era stato notato anche da Anna.
‘Vedo che non ti dispiace se ti uso come peso, sono contenta. Prima finisco la ripetizione e poi penso a te, non mi piace lasciare le cose a metà. Allora, diciotto, diciannove e venti. Ecco fatto. Allora vediamo cosa abbiamo qui’ e allunga la mano verso il mio inguine.
Io rimango nuovamente paralizzato, non solo perché so che è inutile combattere, ma anche perché pensavo che dopo l’esercizio mi avrebbe rimesso a terra, oppure avrebbe cambiato mano, invece Anna continua a tenermi sollevato con il braccio sinistro, come se nulla fosse.
‘Ah, queste chiusure dei jeans cosi strette, che rottura. Dovrò essere un filo poco delicata’ e cosi dicendo passa la mano sinistra sul mio fianco, mi mette in orizzontale e poi con la destra mi sfila i jeans e i boxer, lasciandomi nudo nelle parti basse.
‘Oh, finalmente ce ne siamo liberati. Adesso vediamo… UAO, mi avevano detto che eri dotato, ma credevo fossero infondate queste voci. Vediamo un pò’ e cosi dicendo allunga la sua destra intorno al mio cazzo, che si, effettivamente è molto sopra la media, trenta centimetri lunghezza per parecchi di diametro, tant’è che molte ragazze avevano paura a fare l’amore con me.
‘Incredibile, non riesco a far toccare le dita, veramente notevole e non sei nemmeno completamente duro’ dice passandosi la lingua sulle labbra.
‘Sarà il caso che ci spostiamo in bagno, non vorrei far casino in salotto’ e tenendomi sempre sollevato s’incammino verso la stanza, continuando a segarmi
‘Sai, sono molto curiosa di vedere quanto riesci a sborrare, mi hanno detto che è una cosa fuori dal normale, vediamo di muoverci che non so quanto tempo abbiamo.’ e così dicendo aumento il vigore con cui muoveva la mano destra.
Mi ci volle molto poco per raggiungere l’apice del piacere e, come mi capitava, iniziai a sborrare una quantità esagerata di sperma
‘Vengoooooooo’ dissi come avvertimento ad Anna che prontamente mi spostò lasciandomi imbrattare la doccia, continuando a segarmi per far uscire tutto lo sperma che avevo in corpo
‘Oh mio dio!!! Allora era vero, non avevo mai visto nulla del genere’ disse stupita ‘E io che credevo fossero tutte voci!!! E sei ancora duro!!!’ notò mentre stringeva ancora il mio cazzo
‘Vabbè, allora in questo caso’ disse con non curanza girandomi verso di lei e provando a farsi entrare più cappella possibile nella sua bocca spalancata per farmi un pompino, senza successo però
‘Accidenti, è veramente enorme. Hai superato le mie più rosee aspettative’
‘Aspettative???’ chiedo io di rimando, sempre più confuso
‘Si si, lascia perdere. Pensavo che una sega e un pompino come prima volta potessero andare bene, ma dovrò cambiare i miei piani.’ disse sbottondandosi gli shorts e levandoseli rimanendo nuda.
‘Dovrò scoparti direttamente, sono troppo eccitata. Allora, ovviamente non ti farò toccare terra, per te sarà un’esperienza completamente nuova, cerca di resistere e lascia fare a me’ e inizio ad allargarmi le gambe e a infilarsi il mio pene dentro di lei.
‘Oddio, sei enorme, non penso di riuscire a prenderlo tutto adesso, vediamo fin dove arriviamo’ e cosi dicendo mi spinse dentro di lei con una forza spaventosa, temevo che avrebbe potuto rompermi qualche osso. Nonostante fosse completamente fradicia per fare entrare il mio mostro ci vollero più tentativi, fin quando Anna, non troppo soddisfatta, disse
‘Riesco a prenderne poco più della metà, per adesso ci dovremo accontentarci. Allora, adesso inizierò a mandarti su e giù, il tuo compito è venirmi dentro, tranquillo che prendo la pillola, con la più grande sborrata della tua vita. Se mi accorgo che ti trattieni o roba del genere non sarò molto contenta e ne pagherai le conseguenze, chiaro?’
Feci cenno di si, già in preda al godimento. Ma quale trattenersi, non vedevo l’ora di farmi quella scopata!!!
Iniziò a mandarmi su e giù, prima lentamente, poi sempre più veloce e con più forza, usandomi come un vibratore, a suo completo piacimento e, beh, anche mio piacere.
Non so quanto passò prima che la inondai di sborra, una delle più intense e prolungate della mia vita, riempiendola completamente, non erano tante quelle che mi avevano dato la possibilità di scoparle e nessuna con quella passione.
Quando finii Anna mi guardò in faccia, e sempre tenendomi sollevato da terra, mi riportò in salotto, lanciandomi sul divano facendomi volare per almeno due metri.
‘Allora, voglio essere chiara. Primo: non dovrai far parola con nessuno di quello che è successo. Secondo per questa vacanza ti è vietato sborrare se non in mia presenza: se vuoi farti una sega chiamami, se vuoi scopare lo farai con me, se vuoi un pompino sarò io a fartelo. Il tuo cazzo e le tue palle sono di mia proprietà!!! Inoltre, hai visto cosa riesco a fare con il braccio sinistro?’
‘Si, certo, mi è ben chiaro’ risposi intimorito
‘Ecco, sappi che è il mio braccio debole’ e così dicendo, girò le spalle lasciandomi in salotto mezzo nudo, non sapendo se essere felice di quanto successo o essere terrorizzato per il futuro.

Leave a Reply