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Racconti Erotici Etero

Ma come si fa a dormire in certe situazioni

By 17 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Qualche anno fa ho conosciuto Silvia, una bella donna separata con la fissa per lo sport. Ci siamo conosciuti tramite un amicizia comune e devo dire che abbiamo instaurato un buon feeling. Abbiamo iniziato a pranzare insieme, ed ogni volta finiva che si beveva più di quello che si mangiava. Un pomeriggio ci siamo trovati molto brilli sulla sua macchina nel parcheggio del ristorante. Il pranzo &egrave stato un continuo stuzzicarsi. Argomenti piccanti, quella camicetta che celava a mala pena quel seno rifatto, perfetto, una terza molto abbondante, si intravedeva il reggiseno rosa molto sensuale. Praticamente ha catalizzato la mia attenzione per tutto il pranzo. Non ho resistito, ho iniziato a baciarle il collo, salendo, puntando all’orecchio e facendole venire i brividi. Cerco la sua bocca ma lei si scansa, inizia a ridere e a prendermi in giro. Cerco ancora di baciarla e lei ricambia. Non faccio in tempo a infilarle la lingua che si sposta di colpo. Mi dice, sempre ridendo, ‘scemo non qua, ci possono vedere’. Rimaniamo a parlare ancora un pochino e poi via, ognuno per la sua strada. Dopo un paio d’ore mi arriva una foto via sms con lei in palestra posando in intimo davanti lo specchio. In quel momento ho realizzato che non solo il reggiseno era rosa in pizzo quasi trasparente, ma coordinato al perizoma. Quanto adoro le donne che sanno giocare ed eccitare!!! Ci sono stati successivi pranzi con la variante che mi raccontava del suo nuovo fidanzato, ma di certo questo non precludeva il fatto che continuasse a provocare giocando maliziosamente ed io, a continuare a provarci andando sempre in bianco. Essendo tutti e due appassionati di cucina, un giorno di giugno mi scrisse che voleva cucinare per me e che mi invitava ad una cenetta a base di pesce a casa sua. Le risposi che se mi avesse stupito avrei ricambiato con una cena a casa mia a base di carne. Organizzammo per il mercoledì successivo, mi presentai con una bottiglia di vino bianco gelata e con una voglia di farle ogni peggio porcheria. Appena arrivo la prima amara sorpresa:
‘e tu chi sei’ la voce della figlia più piccola,
‘Sono Marco, c’&egrave la mamma?’. Eccomi dentro ed ad accogliermi gli altri due figli. Dopo i giochi e gli scherzi di rito con i mocciosi saluto la bella mammina. Vestito grigio aderente con lo spacco e zeppe molto alte &egrave l’accoglienza che mi viene riservata. Roba da prenderla e metterla a pecora sul tavolo seduta stante.
‘Non ti preoccupare adesso li mette a letto la tata’ mi sussurra lei nell’orecchio
‘così possiamo cenare in pace’
‘ ma figurati, che fastidio vuoi che diano’ le rispondo cercando di autoconvincermi.
Le ultime parole famose’.. &egrave più facile far dimettere un nostro politico che far dormire quei tre teppisti. Una volta compiuta la titanica impresa riusciamo a sederci e gustarci l’ottimo antipasto di mare ed a sorseggiare la prima bottiglia di vino. La conversazione si fa sempre più intrigante accentuata dallo strofinio con il collo del piede sui miei jeans. Mentre &egrave intenta a cucinare il secondo a base di tonno con una crosta di pistacchi, non resisto, la cingo da dietro e inizio ad accarezzarle quella meravigliosa pancia piatta premurandomi di farle sentire la mia eccitazione sul suo sedere. Mentre lei cerca di divincolarsi compare la tata all’ingresso:
‘signola, i bambini dolmono’,
‘perfetto’ ribatte lei spingendomi da parte. Eh che palle, comincio a pensare. Proseguiamo la cena, stappiamo un’altra bottiglia e mangiamo il secondo seguito dal dolce in tutta tranquillità. A quel punto eravamo in quella meravigliosa fase dove qualsiasi cosa ti fa ridere. Ci sediamo sul divano e iniziamo a coccolarci, qualche bacino, qualche carezza. L’atmosfera si fa veramente calda. Inizio ad accarezzare quelle magnifiche gambe, salendo lentamente. Il suo respiro si fa leggermente accelerato. Sposto la mia mano sul seno ed inizio a stringerlo deciso, facendola sussultare. Lei appoggia il braccio sulla mia gamba e con il gomito solletica la mia cappella che ormai sento completamente fuori dai boxer. Il suo &egrave un movimento volutamente studiato, provocatorio e innocente allo stesso tempo. Le mie mani non le danno tregua ‘fermati’ mi dice ansimando ‘non possiamo qua’
‘chiudiamo la porta’ le dico
‘No, c’&egrave la tata in giro. Se poi lo racconta a mio marito sono casini’
‘Non resisto, ti voglio’ le dico,
‘no davvero meglio di no’. Si alza e si sposta in cucina per rassettare. Da galantuomo con macigno nei pantaloni mi offro di aiutarla. Nonostante siamo presi nel rassettaggio stoviglie l’eccitazione di entrambi non diminuisce. Strusciate, ammiccamenti, carezze. Allora tento il tutto per tutto. Mentre le sono di spalle le alzo la gonna, scosto il perizoma e con un pizzico di sadismo le infilo due dita in figa
‘mmmmm’ ansima Silvia,
‘ma quanto sei bagnata’ le sussurro impossessandomi del suo lobo. Si gira e mi bacia avidamente. La masturbo con lentezza, il palmo appoggiato al pube, le dita che partono dal clitoride, attraversano le grandi labbra fino ad entrare completamente sfregando la parete anteriore per poi tornare indietro fino al clitoride. Un ritmo costante, lento, che asseconda i movimenti del suo bacino. Una, due, tre volte aumento un pochino il ritmo. Con la mano mi strofina il cazzo furiosamente da sopra i jeans, lo stringe, ne tasta la consistenza. Di colpo un rumore dalle scale
‘aspetta’ e si interrompe. D’istinto esce dalla parte opposta, in giardino e si sistema. La raggiungo
‘dove vai?’
‘la tata, sta sistemando il bucato e continua a fare su e giù, te l’ho detto &egrave un casino qua’
‘Ma un posto appartato?’
‘no, non sono tranquilla’
‘lasciamo perdere’. Non posso neanche fare tardi se no mia moglie si insospettisce, &egrave destino che io e te non si chiavi’ lei si mette a ridere e mi dice:
‘e chi ti dice che io voglia scopare con te’. Dopo questa &egrave giunto il momento di prendere le palle gonfie e doloranti e andare a casa. Ovviamente il saluto &egrave stato un lungo bacio sulla bocca. Il dubbio che si stia divertendo alle mie spalle prepotente si affaccia nella mia testa.
Essendo il periodo estivo tra vacanze e impegni di Silvia non ho avuto notizie. Verso settembre i contatti riprendono tra messaggini e incontri saltuari per un caff&egrave. Si va avanti per un po’ di tempo così. Durante uno scambio di messaggini inizia ad accusarmi di non mantenere le promesse ed io rispondendole le chiedo a cosa facesse riferimento:
‘non dovevi invitarmi a casa tua per una cena?’
‘certo, tutta carne ma guarda che a casa mia non c’&egrave la tata a proteggerti’
‘non ti preoccupare conosco mille modi per mandarti in bianco’
ovviamente punto in pieno sull’orgoglio le rispondo ‘fra due settimane sono a casa da solo, mia moglie parte per il weekend, tieniti libera per venerdì’
‘confermato allora’.
Finalmente giunge quel venerdì di ottobre. Alle 8 arriva Silvia e la faccio accomodare. Le tolgo il soprabito e posso ammirarla: vestito blu con calze a rete scure e stivali con un bel tacco. Molto elegante ammetto:
‘sei bellissima’ le dico
‘grazie, che bel calduccio da questo camino’ in effetti le temperature erano scese ed optare per il camino acceso fa sempre la sua figura.
‘hai avuto problemi a trovare casa mia’
‘no, mi ha accompagnato Alberto (il fidanzato) anche lui doveva uscire quindi si &egrave offerto di portarmi’
la mia mascella praticamente si &egrave sfracellata al pavimento ‘come ti ha accompagnato Alberto?, scusa ma le hai spiegato dove andavi?’
‘Si, si ha detto che non c’&egrave problema. Aveva una degustazione di whisky qui vicino’
‘Devi essere tutta matta, comunque contento lui. Iniziamo a mangiare che si fredda’. La cena nonostante la premessa procede al meglio, modestamente il cibo &egrave ottimo e il tasso alcolico molto alto. La conversazione procede in maniera interessante e provocante. Qualche piccola avances, qualche piccolo tentativo per capire dove si può arrivare, qualche carezza. Ad un certo punto si siede sulle mie gambe, il mio cazzo reagisce d’istinto, le sue cosce si scoprono e come se non fosse successo nulla mi dice:
‘sono convinta che se mi fermassi a dormire da te stanotte mi faresti divertire tantissimo’ strusciandosi ‘peccato che fra un po’ viene a prendermi Alberto’
‘come viene a prenderti????’ non mi sono accorto ma era già quasi mezzanotte ‘chiamalo e digli che ti porto a casa io’
‘ma no dai povero, cosa gli racconto’ e intanto si strusciava, il suo viso praticamente contro il mio. Neanche a dirlo e le arriva un sms ‘5 minuti e sono lì.
‘Cazzo, non abbiamo neanche mangiato il dolce, ma si può rompere i coglioni in questo modo?’ sbotto ‘ Ho preparato il flan al cioccolato con cuore morbido’ praticamente da pitone sono passato a gamberetto in un decimo di secondo.
‘Cosa vuoi che ti dica, fallo salire, almeno non butto via il cibo’ le dico pensando allo schifo di finale di serata. Ecco che sale il rompicoglioni. Saluti e presentazioni di rito. Altro che degustazione di whisky, questo si &egrave bevuto una distilleria intera. Servo il dolce accompagnato da una selezione di amari. Nessuno si tira indietro. Devo dire siamo tutti ad un livello molto. Le battute si sprecano, Silvia al posto che smettere di fare la zoccola continua a provocarmi, meno male che Alberto non si rende conto. Ci spostiamo sul divano. Accendo della musica di sottofondo e continuiamo a bere. La sala &egrave rischiarata solo dal camino acceso. Il mio divano &egrave molto ampio ed accogliente. Alberto si mette vicino al bracciolo, Silvia di fianco a lui e io sull’altro lato. La conversazione continua tra me e Silvia mentre Alberto &egrave sempre più distaccato. Tempo zero ribalta la testa all’indietro inizia a russare. Iniziamo a ridere mentre lei cerca di farlo rinvenire. Nulla da fare, praticamente svenuto. Silvia si sdraia di lato e appoggia la testa sulla sua gamba. Le gambe le distende verso di me. Allora le tolgo gli stivali. Inizio a massaggiarle i piedini. Sembra una gatta che fa le fusa. Intanto mi gusto il panorama del suo intimo: un perizomino bianco si vede dalle calze a rete. Lei apprezza il massaggio e si rilassa sempre di più. Ormai &egrave in una fase di benessere assoluto. Questo giro non ho nessuna intenzione di andare a letto con il cazzo in tiro e poi, quando mi ricapita una situazione così eccitante. Come un predatore che studia la sua preda, osservo la scena e decido come attaccare. Mi avvicino verso di lei e metto le sue gambe sopra le mie. Inizio a salire e con lentezza infinita mi avvicino al suo inguine. Apre leggermente le gambe ed inizio a toccarla delicatamente. Non so era sveglia o no, so soltanto che le mutande erano completamente bagnate. Le strappo i collant e col dito eseguo dei piccoli cerchi all’altezza del clitoride. Cazzo se le piace. Gode da matti. Si gira a pancia in su e spalanca le gambe. Le scosto le mutande e le infilo due dita. Gode. Ansima. Forse un po’ troppo visto che &egrave sdraiata sul fidanzato. Da due passo a tre dita. Poi quattro. &egrave un fiume in piena. Quando le infilo anche il pollice un tremito le pervade tutto il corpo. Alza la testa e si butta su di me e mi bacia. Mi obbliga ad alzarmi. Mi slaccia i pantaloni, abbassa i boxer e lo prende in bocca.
‘ohhhhhhh, finalmente ‘ esclamo. Mi succhia il cazzo come un indemoniata. Mi spinge di nuovo sul divano. Si alza la gonna scosta le mutande dal buco dei collant e si impala. Mi cavalca selvaggiamente. &egrave una furia. Il suo ansimare &egrave in perfetta sincronia con il mio. Ogni colpo &egrave una fitta di piacere al cervello. Mi alza la maglietta e mi graffia dove riesce. Le mie mani allargano oscenamente il suo culo per poterle dare colpi ancora più profondi. Non posso resistere molto. Ormai l’orgasmo &egrave prossimo. Silvia ansima sempre di più. Le blocca la testa e le infilo la lingua in bocca per evitare che urli. Esplodo dentro di lei una quantità di sborra infinita. Uno spasmo irrefrenabile le pervade tutto il corpo. Ci prendiamo qualche istante abbracciati, sfiniti. Guardo il cornuto russare beatamente e mi chiedo: ma come si fa a dormire in certe situazioni!

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