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Mai fare debiti col poker

By 3 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

A nessuno piaceva perdere, tantomeno a lui, e soprattutto nel suo gioco preferito. Kekko pensava di essere un grande giocatore di poker. Per lui non faceva differenza, Texana, Poker a cinque carte, telesina, basta che vedeva i quattro semi lui giocava, e vinceva. Aveva iniziato col giocare con gli amici di scuola quasi 15 anni fa. Organizzava partitine a casa dei suoi genitori, o di qualche amico. Ed indiscussamente era il più forte. Bleffava, rischiava, giocava bene e vinceva sempre. Tra ragazzi le somme erano esigue, ma a quei tempi erano come oro. Col passare del tempo e col finire della scuola le partite, i giocatori e soprattutto le somme giocate cambiarono. Iniziò con i colleghi per poi imbattersi in gruppi di amici dove lui non conosceva nessuno, fino a giocare con perfetti sconosciuti. Giocava sia in tornei più o meno legali, che in quelle bische dove l’unica cosa di onesto che c’era, era il panno verde su un tavolo mal ridotto. Nei primi tempi le cose andarono bene, giocava sporadicamente una volta a settimana, per poi intensificare e sedersi al tavolo quasi tutte le sere. Vinceva spesso, e tanto. Addirittura era arrivato a vincere cifre come quattro, cinque mila euro in una sera. La sua bravura con il tempo e l’esperienza era migliorata allo stesso modo della sua spavalderia. Già chi vince spesso non &egrave visto bene dagl’altri, figuriamoci chi vince e provoca. Se non hai i soldi puoi venire da me’ Se non hai i soldi puoi giocarti l’orologio’ se non hai i soldi, tu hai una bella macchina’ se non hai i soldi che ti siedi a fare’ se non hai i soldi puoi far pagare in natura a qualche tua bella amica’ se non hai i soldi fai venire tua moglie a casa mia la do a mangiare io’ Queste erano solo alcune delle provocazioni che Kekko avanzava agl’altri quando lui vinceva. E man mano passava il tempo, ormai conosceva tutti, le provocazioni e le offese diventavano sempre più pesanti. Poi iniziò il periodo del barcollamento. Le vincite erano sporadiche ed i soldi a malapena coprivano i debiti che di volta in volta faceva. Iniziò a chiedere ai giocatori, implorandoli di fargli credito per poter continuare a giocare promettendo di riuscire a pagare i debiti che aveva, ed addirittura prometteva dei regali per scusarsi dell’attesa. Il tempo passava ed il grande Kekko non vinceva più. Il debito aumentava, così lui ebbe la brillante idea di assentarsi per un po’ dal gioco. Questo non andò a genio ai suoi creditori, che un bel giorno decisero di andare sotto casa per vedere di beccarlo e costringerlo a pagare. Dopo qualche giorno di appostamenti videro sempre la stessa donna uscire dalla casa, Valentina, la moglie. Ma di lui non si aveva traccia. Fino a che un bel giorno fece per rientrare e si ritrovo due dei tanti che giocavano con lui sotto casa. Lui fece finta di niente, come state’ da quanto tempo’ sapete il lavoro mi sta trattenendo’ Non facendosi abbindolare dalle sue chiacchiere e mostrandogli una pistola sotto il giubbino gli imposero di ritornare a giocare o quanto meno restituire i suoi soldi, così se voleva uscire dal giro poteva farlo. Vistosi alle strette non potette fare a meno di ritornare a sedersi al tavolo, peggiorando la sua situazione. Una delle ultime sere dopo aver per l’ennesima volta perso soldi non suoi prima di andarsene si chiusero dentro ed uno alla volta iniziarono a picchiarlo. Lo ridussero veramente male, pensando che andando in paura avesse pagato. Ma niente. Da quella sera sparì nuovamente. Dopo un pò rientrando a casa dal lavoro trovò comodamente seduti sul divano di casa sua, sorseggiando un amaro, alcuni dei giocatori al quale doveva dare dei soldi. Amore sono a casa, furono le sue prime parole, prima di ammutolire. Vedi chi ti &egrave venuto a trovare, rispose la moglie. Si avvicinò e sottovoce, per non far sentire alla moglie iniziò a discutere con loro, lo accerchiarono ed iniziarono ad alzare la voce. Valentina sentendo le urla si precipitò in salotto e vide suo marito accovacciato a terra, circondato da quegli uomini come se avesse preso un cazzotto nello stomaco. Cosa state facendo ma siete impazziti esclamò Valentina. Tutti si girarono l’unico che risponde fù Kekko da terra, niente, niente, vai di là cose nostre. Protestando Valentina si avvicinò a quegli uomini chiedendo spiegazioni. Lei non sa niente, affermò uno di loro, e sotto le proteste di Kekko, Giovanni, detto ‘mazza da baseball’, le spiegò tutto. Intanto Kekko si era rialzato da terra e sedendosi sul divano guardò la moglie che incredula lo osservava con il disprezzo disegnato sul volto. ‘Mazza da baseball’ concluse dicendo che loro volevano il pagamento in qualsiasi modo e lo volevano adesso. Valentina scioccata, crollò su una sedia. I cinque, si impegnavano a saldare con gli altri creditori le cifre dovute così era tutto più semplice. Non vi preoccupate, noi abbiamo qualcosa da parte pagheremo tutto rispose subito Valentina, con fare sprezzante. Ma al suono della cifra 15.000,00 ‘ pronunciata da Massimo ‘ il meccanico’, Valentina ammutolendosi si scagliò contro il marito mortificandolo psicologicamente e con qualche schiaffo, tanto che dovettero togliergliela da dosso tanto inveiva contro il marito che subiva inerme. Luigi ‘mani di fata’ specificò che non conveniva chiamare la polizia perché le conseguenze sarebbero state di gran lunga peggiori. Dopo un pò, all’impazienza dei signori rispose Valentina, noi 10.000,00 ‘ ve li possiamo dare per gli altri però dovete aspettare e poi già questa cifra &egrave tanto, cercando di contrattare. Noi vogliamo fino all’ultimo centesimo ed avvicinandosi, mani di fata, la prese per un braccio e facendola alzare la spinse verso il marito. I due si guardarono, Kekko cercò di avvicinarsi alla moglie ma lei si scansò. Solo il disprezzo riusciva a vedere negli occhi della moglie. Mani di fata ruppe il silenzio, a me ne devi dare 6.000, a mazza da baseball 4.000, al meccanico 1.000 ed agli altri 2.000 ciascuno. Dacci i 10.000, noi ce li dividiamo ed il resto ci pensi tu a saldare il debito di tuo marito, guardando la bella Valentina. Quest’iniziativa trovò subito consenso tra gli altri quattro. Grande, sei un genio, e poi questa si che &egrave una ricompensa. Kekko si alzò e con fare deciso affermò tutto il suo disappunto. Al che Mani di fata disse, che era d’accordo con lui se non voleva sacrificare la sua bella moglie, non doveva, però i soldi il giorno dopo dovevano essere tutti e 15.000 lì in contanti. E con gli altri quattro se ne andarono. I coniugi rimasti soli stettero per un bel pezzo seduti, senza parlare, come persi nei pensieri. Valentina si alzò ed iniziò a cercare una soluzione. 10.000 li abbiamo in banca, se chiedo a mia sorella lei ce ne può dare un paio di migliaia, chiedi a Paolo, il tuo amico vedi se ti presta qualcosa. Kekko con il capo chinato bocciò l’ipotesi della moglie perché a Paolo già doveva dare altri soldi. A queste parole Valentina non ci vide più. Iniziò a picchiare e mortificare Kekko, tanto che lui si dovette divincolare quanto picchiava forte. La serata passò. Valentina andò a dormire e Kekko si mise a riposare sul divano. L’indomani mattina Valentina si svegliò presto trovando Kekko già sveglio sul divano ed il caff&egrave già fatto. Vedendo il marito così abbattuto e presa dall’amore per lui si avvicinò come per consolarlo. Sarebbe andata lei in banca a prendere i soldi ed avrebbero confidato nel buon senso di quelle persone. Si erano fatte le 9.30 del mattino e Valentina ritornò dalla banca con i 10.000 euro. Dei creditori niente. Passò anche l’ora di pranzo, ovviamente non riuscendo a mangiare niente, e l’ansia mista alla paura saliva. Si fecero le 17.00 ed il campanello suonò. Il cuore arrivò in gola, Kekko andò ad aprire. I cinque come se fossero a casa loro si sedettero sul divano. Kekko si avvicinò a loro con i soldi in mano, e senza dire niente glieli diede. Mazza da baseball, li prese ed iniziò a contarli. Ma sono 10.000, forse non ci siamo capiti. Valentina subito intervenne, per favore nell’arco di un paio di mesi vi restituiamo tutto. La supplica durò qualche altro minuto, fino a quando il meccanico non si alzò dal divano, si avvicinò al tavolo e dalla cintola dei pantaloni fece uscire una pistola e la appoggiò con forza sul tavolo. Tu pensi di avere a che fare con degli stupidi. Ora ci scopiamo tua moglie, e chi deve avere di più se la scoperà pure nei prossimi giorni. Tu guarderai, se ti conviene, se no vaffanculo fuori da questa casa. Subito Mani di fata intervenne, quale andare via, lui deve assistere, deve pagare fino in fondo. Lei pagherà con il corpo e lui con l’umiliazione. Adesso, signora bella sei libera di fare come credi, puoi opporre resistenza ed essere presa con la forza o collaborare, e vedrai non ne resterai così delusa, vero Mazza da baseball? E scoppiarono a ridere tutti e cinque. Poi rivolgendosi agli altri due disse voi che volete fare, volete i soldi ed andarvene o volete partecipare? I due risposero quasi contemporaneamente, partecipiamo, partecipiamo e chi se lo perde questo bocconcino. Allora faremo così oggi ci divertiamo tutti insieme e poi man mano nei prossimi giorni toccherà ad ogni uno di noi. Verremo sempre in due, non vorremmo vedere che vi metteste brutte idee in testa. Il meccanico si avvicinò a Valentina ed iniziò a toccarla, lei in un gesto istintivo si divincolò spingendo via il più audace dei cinque. Subito Mazza da baseball intervenne, portando la calma ed avvicinando Valentina e le disse, che non le conveniva neanche fare il gesto di ribellarsi se no sarebbe stato peggio per lei. Il meccanico infastidito dalla situazione era impaziente, così si tolse i pantaloni e sventolando un cazzo moscio e non troppo lungo si avvicinò a Valentina e le ordinò di prenderglielo in bocca. Avanti a lei il cazzo moscio di quell’uomo un pò in là con gli anni che emetteva un odore tutt’altro che piacevole. Valentina restò pietrificata. Il meccanico prese il cazzo in mano ed iniziò a passarglielo sulla faccia ma lei non diede cenno di muoversi, l’unica cosa che si muoveva era l’espressione del suo volto disgustata. Ad un tratto però il freddo della pistola sulla sua tempia fece sì che timidamente aprì le labbra facendo adagiare quel cazzo moscio nella sua bocca. Il meccanico iniziò a muoversi ma lei niente aveva la bocca aperta ed un cazzo dentro, ma niente. Allora non hai capito esclamò Mazza da baseball devi succhiare e diede qualche piccolo colpo in testa con la pistola. Ormai non c’era niente più da fare. Presa dalla paura iniziò a succhiare quel cazzo. Valentina era una gran succhia cazzi, però l’aveva fatto solo con il marito adesso ritrovarsi un cazzo di uno sconosciuto in bocca e per di più male odorante non era certo cosa piacevole. Man mano che succhiava quel cazzo prendeva vigore. Mazza da baseball le tolse la pistola dalla testa ed iniziò a toccarle le tette. Valentina era una bella donna, meno di quarant’anni, alta poco meno di 1,70, capelli lunghi neri, una quarta di seno, rifatto, e delle belle gambe adornate da un culetto non molto grande ma rassodato da anni di palestra. Il meccanico le sfilò il cazzo da bocca, la fece alzare e le ordinò di spogliarsi. Indossava una tuta da casa e sotto una t-shirt bianca. Ho detto tutto, non basta rimanere in mutande e magliettina. Le sue grandi tette facevano pressione sotto la t-shirt ma appena la tolse, scoppiò un ol&egrave generale. Liberatasi anche dell’intimo anonimo che indossava le fu comandato di inginocchiarsi. Le si avvicinarono il meccanico che già aveva il cazzo duro e gli altri due che nonostante non avessero partecipato attivamente alla contrattazione volevano la loro parte e si vedeva. Si presentarono entrambe con il cazzo quasi duro e continuavano a smanettarselo. Uno di loro lo appoggiò vicino le labbra e spingendolo quasi a forza le fece socchiudere la bocca, ed entro dentro. Questo almeno era pulito ed aveva il cazzo più grande di quello di prima. Ormai era lì conveniva collaborare, così prima iniziavano e prima questo supplizio sarebbe finito, sarà stato questo quello che balenava nella mente di Valentina, perché inizio a succhiare qull’arnese come sapeva fare lei. Kekko era seduto sul divano e vedeva sua moglie in ginocchio con un cazzo in bocca ed altri due che impegnavano le mani. I tre si alternavano nella sua bocca e con le mani le oltraggiavano il corpo. Aveva preso il ritmo e questo lo si notava dal modo di succhiare. Pareva quasi le piacesse. Il meccanico, sempre quello più spavaldo, la fece abbassare alla pecorina e gli si piazzò dietro. Gli altri due si sedettero a terra per poter permettere a Valentina di continuare con quel mega pompino. Non ebbe neanche il tempo di chiedere di mettersi un preservativo che quel lurido individuo le entrò dentro senza accortenza, quasi con brutalità. Tanto che lasciò uno dei cazzi che aveva in bocca per emettere uno strillo di dolore subito strozzato dall’altro cazzo che vedendo la possibilità di infilarglielo in bocca subito ne approfittò. A questa vista Kekko ebbe come un sussulto ma i due restanti spettatori impugnando la pistola gli consigliarono di restare al proprio posto. Come nella sua bocca i tre si alternarono anche dentro di lei. Ormai non facevano più fatica ad entrare, Valentina era un fiume in piena. Il meccanico non solo era quello più impaziente e spavaldo ma anche quello più veloce. Mentre lei leccava l’altro uccello con le mani massaggiava le palle del meccanico che arrivato allo stremo del suo godimento riversò tutto il suo seme sulla donna. Qualche fiotto le finì sulle mani ed a dosso e qualche altro a terra. Restarono i due ad impegnare Valentina. Ora veramente poteva dedicarsi ad un cazzo per fare un bel pompino. Così prima di prenderlo in bocca lo alzò e si diresse verso le palle, iniziò a succhiarle mentre con la mano gli faceva una sega. A differenza del meccanico l’uomo che adesso stava spompinando al momento di venire si stacco dalla sua bocca e puntandogli il cazzo in faccia le imbrattò il viso di sborra, qualche schizzo le andò nei capelli, qualcuno in bocca, ingoiandolo senza problemi e la maggior parte sul viso. L’ultimo rimasto era ancora dietro di lei che sbatteva il suo arnese nella sua fica, di tanto in tanto le dava uno schiaffo sul sedere ormai rosso dalle manate e continuava a pompare. Ormai stremata Valentina non accompagnava più i movimenti del suo approfittatore così lui spostandosi da dietro le si mise difronte e adagiando il cazzo in mezzo al seno si fece fare una spagnola, finendo la sua prestazione in mezzo a quelle due belle tettone. Finito il divertimento i tre si rivestirono e prendendosi la loro parte di denaro salutarono e tolsero il disturbo. Valentina era andata a lavarsi per recuperare le forze e riprendersi da quella scopata che si all’inizio era iniziata come una forzatura ma con il passare dei minuti le aveva portato svariati orgasmi. A questo punto era arrivato il turno di Mazza da baseball e Mani di fata. I due attendevano che la signora si fosse ripresa e lavata ben bene. Chiarirono col marito che il pagamento non si sarebbe chiuso li con quella scopata. Perché i due essendo creditori di più soldi avrebbero usufruito del servizio per altri giorni a seguire.
Dopo un po’ i due cominciarono a spazientirsi e Kekko offrì loro una birra per calmare gli animi. Quando tornò Valentina, i due si alzarono dalla sedia e dissero che prima di iniziare a riscuotere il proprio debito, visto l’orario, avevano fame. Ordinarono a Valentina di cucinargli qualcosa. Lei acconsentì in quanto la scopata di prima le aveva messo una certa fame. Iniziò a cucinare mentre i due uomini le ronzavano intorno. Lei era vestita con un accappatoio bianco e sotto solo l’intimo. Si avvicinavano, ed una volta le toccavano il culo, una volta le slacciavano il laccio dell’accappatoio, insomma iniziarono il loro gioco. Seduti a tavola iniziarono a cenare. “Buonissimo, oltre ad essere una brava troia sei anche un’ottima cuoca”, commentò Mazza da baseball. Dopo aver mangiato un piatto di pasta e scolato un paio di birre a testa i due diedero il tempo a Valentina di sparecchiare prima di iniziare un’altra volta quel gioco ricompensa. Erano seduti sul divano e chiacchieravano tra loro, mentre Valentina ed il marito erano in cucina in un silenzio tombale. Finito di rassettare si presentò in salotto e senza dire una parola si mise avanti a loro e slacciando il laccio dell’accappatoio lo fece cadere rimanendo in intimo. Kekko non capiva se Valentina ci avesse preso gusto o era solo il modo per finire al più presto il supplizio. La fecero accomodare in mezzo a loro ed iniziarono a toccarla come a volerla esplorare. Le toccavano i due grossi seni per poi scendere tra le gambe ed iniziare, scostando la mutandina, con le dita a frugargli la fica. Presero a baciargli il collo ed a leccargli le tette. La cosa non dispiaceva a Valentina. La stimolazione del clitoride, con il succhiare delle tette e due dita nella passera facevano salire i battiti del cuore alla donna, e pian piano il suo respiro divenne affannoso, come se stesse iniziando a godere di quel trattamento.
Le presero le mani e se le portarono sui rispettivi arnesi, intimando di darsi da fare. Iniziò con il muovere le mani, prima da sopra al pantalone, per poi sbottonare le patte e con l’aiuto dei due si ritrovò con i due uomini nudi al suo fianco ed il loro cazzi in mano. Al contatto con l’arnese di Mazza da baseball, Valentina ebbe come un sussulto. Se prima era persa, ad occhi chiusi in quel turbinio di sensi, pur essendo preda delle attenzioni dei due che si stavano approfittando di lei, ma con maestria, ora spalancò gli occhi per andare a fissare quel cazzo enorme. La sua mano non riusciva a brandirlo tutto tanto era grosso, ma non solo, ebbe l’impressione che fosse più lungo del suo avambraccio. “E perché secondo te lo chiamiamo mazza da baseball”, e ridendo, guardò il marito che alla vista di quel cazzone rimase sorpreso ed anche un po mortificato. “Hai capito cosa te la combina”, continuò Mani di fata. Poi rivolgendosi alla donna, ormai ipnotizzata, “se prima pensavi di stancarti, ora resterai stremata”, e mentre parlava continuava ad armeggiare nella sua fica. Nonostante il timore di Valentina verso quel gigante, la sua mano non dava cenno di fermarsi ma anzi, iniziò andando su e giù come una classica sega, e contemporaneamente faceva un movimento come se ruotasse la mano intorno a quel palo.
I due si staccarono da Valentina, Mani di fata, in piedi sul divano con il cazzo in direzione della sua bocca, e l’altro, la fece scendere un po’ con il sedere ed a gambe aperte iniziò prima a leccare l’interno coscia per poi con la punta della lingua dare dei piccoli colpi al clitoride. Questo trattamento faceva quasi gemere Valentina, che con il cazzo di Mani di fata in bocca soffocava i suoi istinti. I piccoli colpi di lingua si trasformarono in profonde leccate che percorrevano l’intimità della donna, dal clitoride all’ano. A questo punto nonostante il cazzo in bocca Valentina iniziò a gemere e contemporaneamente a spompinare come si doveva quel cazzo. Non era molto lungo, Mani di fata era il così detto normodotato, di conseguenza riusciva senza nessuna difficoltà a farselo entrare tutto in gola. Succhiava voracemente e con abbondante saliva, se lo sfilò da bocca ed iniziò con le palle. Mentre era impegnata con le palle, la saliva presente sul cazzo gli colava in faccia, tanto che, dovette fermarsi ed in un sol risucchio ingoiarla tutta. Erano solo all’inizio e Valentina già stava godendo come una cagna, il marito non aveva mai visto la moglie così travolta dal sesso, e soprattutto impegnata con due uomini per giunta sconosciuti. I due si diedero il cambio, però mani di fata invece di dedicare attenzioni con la lingua a quella passera gli piantò tutto d’un colpo il cazzo dentro. Tanto era bagnata non fece neanche un sussulto ed iniziò ad incassare quei colpi senza nessun problema. Ritrovatasi il cazzone che puntava alla sua faccia, stavolta invece di iniziare a succhiare la cappella, cominciò a leccare quel cazzo come si fa con un gelato. Lo impugnava con due mani e man mano che leccava lungo l’asta le mani lo massaggiavano delicatamente, scappellandolo fino alla fine per poi risalire. Non era ancora il momento di succhiare, perché Valentina alzò il cazzo sul suo viso e si dedicò alle palle. Aveva due palle enormi. Prima le succhiava, poi leccava per poi ritornarle a succhiare. Era uno spettacolo vedere con quanta devozione si dedicava a quel pompino. Non ci mise molto mani di fata a farla venire, sarà stata anche l’emozione di ritrovarsi in mano un cazzone enorme, ma dovette distogliere l’attenzione da quei due bocconcini per urlare un orgasmo come se non ne avesse mai provato uno prima. Mani di fata non si fermò e come un pazzo riprese a pompare quella passera grondante di umori, mentre mazza da baseball voleva che lei prendesse quella grossa cappella violacea in bocca. La tirò per i capelli e spinse quel grosso arnese tra le sue labbra. Valentina non oppose resistenza, anzi sembrava compiaciuta della brutalità dell’uomo, ed iniziò a spompinare quella grossa cappella. Cercava di farsi entrare quanto più cazzo potesse in bocca, ma non riuscì ad infilarsene più di una metà, così presa dal desiderio si spinse con la testa in avanti più che poteva, mise le mani sopra le natiche dell’uomo e tirava a lei il bacino come a volersi strozzare. Faceva gli occhi pieni di lacrime tanto spingeva quel cazzone in gola. Era arrivato finalmente il turno di Mazza da baseball, ora toccava a lui scopare Valentina. Gli si presentò davanti, mentre Mani di fata si spostò su un lato per godersi lo spettacolo, ed in tanto si smanettavi l’uccello. Per fortuna della donna, Mazza da baseball inserì con calma il suo cazzone nella fica. Kekko stupito dalla nonscialans con la quale la donna accoglieva quel cazzone fu rapito dallo sguardo pieno di desiderio di Valentina, che, si guardava lui, ma il desiderio era rivolto a mazza da baseball che faceva dentro fuori dalla sua fighetta. Distolto lo sguardo dal marito si iniziò a concentrare sulla scopata, anche perché il ritmo dell’uomo stava aumentando e data la dimensione del cazzo iniziava farle un pochino male. Il dolore però era sovrastato dal piacere che quel grosso cazzone le stava dando. Dopo qualche minuto di scopata in solitaria, Mazza da baseball fece girare la donna. Le ordinò di mettersi ginocchia a terra a pecorina, cosi Mani di fata poteva piazzarsi davanti per usufruire dei piaceri della bocca della donna. Come se glielo stesse ordinando il marito Valentina eseguì velocemente l’azione senza fare storie come a voler dire, iniziamo presto che ho voglia. Stavolta però il cazzo di Mani di fata non era ospite della bocca di valentina, ma lo volle adagiare in mezzo a quelle tette quarta misura. Tanto erano gonfie che si sentì smarrito in mezzo a quelle due mammelle. Intanto da dietro Mazza da baseball, la fece stringere le gambe e dopo essersi inumidito la cappella la puntò alla fica della donna ancor più stretta perché costretta dalla posizione. Il momento dell’entrata fece mancare il fiato a Valentina, che presa dalla frenesia lasciò il cazzo di Mani di fata dalla presa delle sue tette e prima di infilarselo in bocca disse, “vai più forte, più forte”, e si fiondò con la testa sul cazzo dell’altro uomo. A queste parole i due non ci videro più. Da dietro iniziò una penetrazione talmente violenta che Valentina non ci mise molto a venire. Contemporaneamente l’approfittatore della sua bocca senza preavviso le esplose in gola. La donna con il volto deformato dal piacere non riuscì ad ingoiare tutto, e quello che colò andò sul ventre di Mani di fata. “Guarda che cazzo hai combinato” le disse, “ora pulisci tutto ed in fretta”. Valentina che ormai non capiva più niente ubbidì senza fare storie e con devozione passò la lingua prima sulla cappella ormai quasi moscia dell’uomo per poi dedicarsi alla sua pancia e ripulire tutto bevendo di gran gusto. Kekko seduto sul divano difronte, guardava sempre più sorpreso le gesta della moglie.
Mazza da baseball stava quasi per venire, per questo motivo si spostò da Valentina e le ordinò di mettersi vicino al marito. Così, a detta sua lui avrebbe meglio visto come si pagano i debiti di gioco. Inginocchiatasi al fianco di Kekko Valentina attendeva la prossima mossa, l’uomo la fece rialzare e mettendola a novanta gradi con le mani appoggiate sulle spalle di Kekko la penetrò nuovamente. I colpi se era possibile sembravano ancora più violenti di quelli di prima. Kekko era impassibile, Valentina aveva il capo chinato in avanti ed il volto coperto dai capelli. Mentre la scopava, le raccolse i capelli in una mano e tirando la testa indietro urlò a Kekko di guardare quanto stava godendo quella puttana della moglie, con un vero cazzo che la stava scopando. Gli occhi dei due si incrociarono per un istante e lo sguardo di Valentina non era più lo stesso. Era uno sguardo appagato, compiaciuto. La tirò ancor più dietro con la testa e sfilandogli il cazzo dalla passera la fece inginocchiare. Lei senza nessun ordine prese il cazzone in mano e cominciò un pompino con sega ed annesso massaggio alle palle. Al momento del suo godimento Mazza da baseball esplose tutto il suo piacere sul volto della donna. Qualche schizzo le finì in bocca qualcuno sui capelli altri sulle tette ed infine la sborra di Mazza da baseball andò a sporcare anche il pantalone di Kekko. “Vai a pulire, fatti vedere come sei bella così conciata.” Lei si girò verso il marito che alla visione del suo viso completamente ricoperto di sborra chiuse gli occhi come a voler piangere. Cacciò la lingua ed iniziò a leccare la sborra dai pantaloni di Kekko. “Guarda questo cazzo di malato si &egrave anche arrapato”, fu questa la considerazione di Mani di fata, mentre Valentina leccava i pantaloni del marito. “Ora gli manca solo che gli fà un pompino”. Gli occhi di Kekko si aprirono speranzosi, ma fu Valentina che girandosi verso i due uomini chiese di non fare niente, perch&egrave non lo meritava, e dato che si era anche arrapato significava che poco importava a lui della moglie, e portandosi alla bocca un po’ di sborra raccolta con un dito dal suo viso, sputò in faccia al marito inerme. Mentre se ne stava andando si girò verso i due uomini e disse, “se ho capito bene ci dovremmo rivedere giusto? Vi aspetto non fatemi aspettare”. E si chiuse in bagno. “Bravo il cornuto” esclamò Mazza da baseball che dandogli due schiaffetti sul volto rinnovò l’appuntamento per riscoparsi la moglie.
Passò più di una settimana e dei creditori neanche l’ombra. Il rapporto tra Valentina e Kekko viaggiava su sentimenti di indifferenza, soprattutto da parte della donna. Lui ogni tanto le andava vicino, cercava di parlare, ma niente lei si limitava a fare la moglie ma solo nelle cose essenziali. Il sabato, mattina successivo verso le 12 arrivò un messaggio sul cellulare di Kekko ‘Stiamo venendo!’. Tutto d’un colpo il senso d’ansia e di angoscia salì nella mente e nel corpo di Kekko. Corse in camera da letto e cercando di svegliare la moglie farfugliò con le parole. Con tranquillità Valentina socchiuse gli occhi e gli disse ‘qual &egrave il problema, li aspetto in camera da letto. Ora vattene fammi riposare un altro po” dopo mi devo stancare’ e girandosi dall’altro lato si riaddormentò. Dopo circa una trentina di minuti squillò il campanello. Erano loro, Kekko li fece accomodare ed andò a chiamare Valentina che era ancora in camera da letto. I due ormai non curanti di niente, seguirono Kekko ed entrando qualche secondo dopo di lui in camera, trovarono Valentina ancora avvolta tra le lenzuola. ‘Puttanella alzati che dobbiamo uscire’, affermò Mani di fata. Lei a questa richiesta si liberò dalle lenzuola e con l’aria di quella che non stava aspettando altro che scopare disse’ ‘dove andiamo, io vi ho aspettato apposta qui, per iniziare appena sareste venuti’ senza perdere tempo’. ‘Ci sarà tempo per scopare, oggi farai tutto quello che ti diciamo, e non ti preoccupare ci sarà una massiccia dose di cazzo per te!’ Kekko iniziò a protestare, dicendo che i patti non erano questi, ma Mazza da baseball avvicinatosi con fare minaccioso lo zittì e mentre mortificava l’uomo, Valentina si alzò dal letto ed indossando solo una camicetta da notte di raso si avvicinò ai due e prima con uno poi con l’altro diede due grossi baci con la lingua molto appassionati. ‘Vado a fare la doccia, lascio la porta aperta, se caso mai vi venisse in mente di entrare?’ Mazza da baseball voleva continuare il discorsetto con Kekko, ma dopo le affermazioni della moglie, tra una risata e l’altra lo guardò esprimendo tutto il suo compiacimento sulla fortuna che avevano avuto nell’avere un credito con lui, perché se non fosse stato per lui un’altra puttana come lei dove l’avrebbero trovata. I due entrarono in bagno e si gustarono lo spettacolo della doccia di Valentina, che accortasi della loro presenza iniziò a lavarsi in maniera provocante mettendosi in posizioni che non lasciavano nulla all’immaginazione. Una volta finita la doccia si diresse nuda nella camera da letto. I due anche se avevano in mente tutt’altro, ma alla vista di Valentina con quella quarta di seno che gli passava avanti non resistettero. La accerchiarono e mettendosi uno avanti e l’altro dietro iniziarono ad esplorargli il corpo. Alle loro attenzioni Valentina sussurrò un ‘finalmente’ ed avendo di fronte a lei Mani di fata gli diede un bacio in bocca. Le lingue si intrecciavano voluttuosamente e le mani della donna erano una avvolta in torno al collo di chi le stava davanti e l’altra diretta al cazzone di chi le stava dietro che intanto approfittava delle sue nudità. Ad un certo punto Mazza da baseball si spostò da dietro Valentina e si diresse in salotto, tornò con un pacchetto in mano, mentre i due continuavano a baciarsi e toccarsi. Mani di fata aveva l’uccello fuori e le mani di Valentina erano impegnate a fargli una sega. ‘Ora basta dobbiamo andare a pranzo’ e nello sconforto della donna Mani di fata si staccò da lei e facendosi consegnare il pacchetto dall’amico si rivolse a Valentina’ ‘se l’altra volta hai goduto come una cagna, stavolta ti faremo godere come mai nella tua vita’ e gli diede un giocattolino. ‘Questo affare ha la forma di un uovo, &egrave rosa e di un materiale tipo gomma. Mettitelo nella figa, ti farà impazzire’. La donna un po’ perplessa eseguì l’ordine dell’uomo, sotto lo sguardo curioso e affranto del marito. Si sedette sul letto, aprì le gambe e senza aiuto di lubrificanti tanto era bagnata si ficcò quest’ovetto nella fica. ‘Ora vestiti ed andiamo, mi raccomando gonna e reggicalze. Pronti per uscire i due ordinarono a Kekko di prendere la sua macchina, erano seduti Kekko e la moglie avanti e loro dietro. Preso dalla curiosità Kekko le chiese com’era avere una cosa piantata nella fica tutto il tempo, e lei disse che quando camminava lo sentiva, mentre da seduta non accusava niente o molto poco. Arrivati nel ristorante scelto dai due, si sedettero a tavola. Venne il cameriere ed iniziarono ad ordinare. Arrivato il turno di Valentina dopo aver scelto la prima pietanza non fece in tempo a sceglierne un’altra che di colpo si fermo e sussultò, tanto che il cameriere le chiese se stava bene. Lei con il viso improvvisamente rosso e con un leggero affanno le disse che andava tutto bene e che non voleva altro. I due si misero a ridere, Kekko non capendo la situazione si rivolse alla moglie che ormai era in un’altra dimensione chiedendole cosa avesse e perché fosse così rossa in volto. Mazza da baseball cacciò dalla tasca un telecomandino e rivolgendosi a Kekko spiegò che se la moglie ora stava godendo era per merito loro e dato che si stava divertendo anche troppo decise di spegnerlo. Valentina aprì di colpo gli occhi e guardò intensamente l’uomo che aveva interrotto il mezzo del suo piacere. ‘Mi dispiace’ fai quello che vogliamo noi e quando lo vogliamo noi’ ora non &egrave il momento di godere, anzi, vieni con me in bagno. I due si diressero verso i bagni ma invece di entrare uno in quello degli uomini e l’altra in quello delle donne entrarono tutti e due in quello delle signore. Si chiusero dentro e Mazza da baseball disse ‘fammi un pompino.’ Valentina si abbassò, tirò giù la lampo dei pantaloni e infilando la mano dentro, tirò fuori l’arnese floscio dell’uomo. ‘Vedi cosa devi fare, impegnati’. Subito portò alle labbra il cazzo, voleva avere il piacere di farsi crescere in bocca quell’arnese. Anche da moscio la lingua faceva fatica a muoversi tanto era grosso. Non ci mise molto a diventare marmoreo, complice le attenzioni che Valentina stava dedicando alle palle. Le massaggiava come per soppesarle, le stringeva leggermente e poi le accarezzava. Con il dito si spingeva fino all’estremità dell’ano per poi ritornare alle palle. Ovviamente una volta duro non entrava tutto in bocca e con l’aiuto delle mani iniziò un classico pompino con sega. Stavolta però non poteva esagerare, essendo in un ristorante doveva darsi un contegno, anche perché uscire con il trucco tutto scombinato da un mega pompino era indecente. Tanto era arrapato non ci mise molto a venire, però prima di riversare tutto il suo piacere in bocca alla donna le ordinò di non ingoiare. Doveva arrivare a tavola con la bocca piena. Un attimo prima di venire attivò il giochino che Valentina aveva in fica, tanto che Valentina ebbe un sussulto, e poi sborrò copiosamente in bocca alla donna. Il contatto con quel seme caldo fu talmente piacevole che complice le vibrazioni dell’affarino che intanto si muoveva dentro di lei la fecero godere. Non fu piacevolissimo, non poteva urlare, primo perché era in un locale pubblico, poi perché aveva la bocca piena di sborra. Con area soddisfatta dopo essersi ricomposto Mazza da baseball le ordinò di ritornare al tavolo. Ma prima di uscire le disse, tirandola per i capelli, ‘non ti permettere di ingoiare che ti gonfio’. Arrivati al tavolo, le pietanze ancora dovevano arrivare. Kekko rivolgendosi alla moglie le chiese per quale motivo ci avessero messo tanto tempo per ritornare dal bagno, ma Valentina con la bocca piena non poteva rispondere e mimando il gesto del pompino guardò Mazza da baseball. ‘Cornutone, non ti può rispondere ha la bocca piena’. Sul volto di Kekko si percepiva il disgusto per quello che stava passando la moglie, ovviamente il tempo passava e Valentina iniziava a non sopportare più tutto quel liquido in bocca. Sforzi di vomito si leggevano sul volto della donna ormai all’estremo della sopportazione. Finalmente arrivarono le pietanze, Kekko subito intervenne dicendo ‘adesso come mangia con tutta quella roba in bocca’ ma Mazza da baseball rispose’ ‘facile, sputa nel piatto quello che hai in bocca e Buon appetito’. Lo sgomento si leggeva sul volto di Valentina. Mani di fata che fino a quel momento era rimasto senza dire niente, le intimò di muoversi. Il risotto che aveva ordinato fu inondato da un mare di sborra. Kekko non ci poteva credere era una cosa mai vista, ed una smorfia che assomigliava quasi ad un sorriso si palesò sul suo volto. ‘Che cazzo ridi, ora ti faccio vedere io come ridi’ e raccogliendo quel poco che le era rimasto in bocca lo sputò con tutto lo sdegno nel piatto del marito. ‘Che cazzo fai, ed ora chi mangia’ commentò Kekko, ma subito Mani di fata con fare autoritario affermò ‘così inizi a provare quello che prova tua moglie, cornutone’ Senza dire niente abbassò lo sguardo sul piatto e mescolò con la forchetta quell’intruglio con la sua pasta. ‘Buono vero’ commentarono i due creditori e si misero a ridere. Finito quel disgustoso pranzo si diressero al parco per fare un giro. Nel tragitto in macchina Valentina era tormentata da quel ovulo vibrante che si ritrovava in fica, tanto che ad un certo punto chiese se poteva toglierselo, ma ovviamente ricevette una risposta negativa dai due. Data la richiesta impertinente della ragazza Mazza da baseball attivò l’aggeggio mettendolo alla massima potenza vibrante e fino a che non arrivarono al parco non lo spense, tanto che Valentina anche se in maniera minore ebbe un altro orgasmo. Dopo passeggiato per il parco si accomodarono sull’erba e Mani di fata preso dalla voglia di sesso che aveva, iniziò a toccare Valentina. Lei quasi in imbarazzo si guardava in torno per vedere se qualcuno stesse vedendo come Mani di fata e successivamente anche Mazza da baseball si stessero approfittando del suo corpo. Era seduta con la camicetta quasi tutta sbottonata a gambe aperte ed i due la esploravano da per tutto. In tanto kekko era seduto a terra con la schiena appoggiata ad un albero come se fosse un cagnolino al parco con i padroni. Guardava e non poteva muoversi come legato da una catena invisibile. ‘Fammi un pompino’, questo fu l’imperativo categorico di Mani di fata. E cacciando l’uccello fuori tirò per i capelli Valentina spingendola sul suo cazzo. Ovviamente completamente in balia dei comandi dell’uomo Valentina iniziò a succhiare. In tanto l’aggeggino vibrante riprese il suo lavoro. Dopo qualche minuto decisero di andarsene, perché l’uomo non voleva venire lì nel prato con un pompino. Si diressero verso l’auto e di conseguenza verso casa, ma prima di entrare i due con Valentina si sedettero dietro e Kekko come un autista si mise alla guida. Ovviamente i due si rifiondarono sulla donna che prendendo l’iniziativa mise le mani sulle patte dei pantaloni degli uomini e tirando i loro cazzi fuori gli stava facendo una sega. Reduce dal godimento di prima ma senza essere venuto Mani di fata si tirò un’altra volta Valentina sul cazzo e lei riprese da dove aveva lasciato. Stavolta però, dato l’ambiente più riservato della macchina, ci mise più trasporto, dedicandosi anche alle palle. Nel mentre succhiava i testicoli, e la mano non smetteva di segare quell’asta. Mani di fata non curante del fatto che stessero in macchina venne, imbrattando tutto il retro del sedile ed i capelli della donna. Avevano rimasto il segno del debito anche nel’auto. Arrivati a casa gli fu ordinato di togliersi quel ovuletto dalla fica. Valentina si alzò la gonna, fece cadere quel micro perizoma che indossava, si sedette sul divano, divaricò le gambe e come se stesse partorendo spinse fuori l’ovulo. Ora puliscilo e ridammelo. Valentina fece per rialzarsi ma fu stoppata da uno dei due che le comandò di fermarsi e invitarono Kekko ad avvicinarsi. ‘Rimettitelo dentro e sputaglielo in bocca’. Questo fu il comando. Ovviamente l’ovulo subito rientrò nella fica di Valentina, Kekko si inginocchiò e con la bocca aperta si avvicino alla fica della moglie. Prima di ricevere quel dono in bocca, con la lingua iniziò a leccarle il clitoride. Valentina protestò. Ma i due zittirono la donna, ordinandogli di farlo continuare. Riattivarono l’ovuletto vibrante e Valentina iniziò a rilassarsi. Kekko si impegnava molto sulla figa della moglie, tanto che lei iniziò ad emettere dei gemiti di piacere. Poi tutto ad un tratto Mazza da baseball disse ‘Stop’. Spense il vibratore e le ordinò di sputarglielo con la fica in bocca. Era pieno di umori appiccicosi, tanto che non con poco disgusto Kekko dovette tenersi in bocca quel coso. ‘Ora pulitelo, anche tu puttanella. Leccatelo in due.’ Con visibile disappunto Valentina si avvicinò al marito e con la lingua iniziò a ripulire la metà che era fuori dalla bocca di Kekko. Dopo tutto quello che avevano fatto i coniugi pensavano che finalmente il debito era saldato. Infatti Kekko con area spazientita disse loro che era arrivato il momento di andarsene, che non ne potevano più, insomma fece un pò la voce grossa. Forse un po troppo perché i due alzatisi dal divano sul quale erano seduti si avvicinarono a Kekko e tirando fuori la pistola minacciarono lui e la moglie, poi ordinarono a Valentina di portare un fazzoletto di stoffa bagnato, dello scotch, e delle cravatte.
Le intenzioni dei due erano chiare volevano imbavagliare Kekko. Appena sentì questo Kekko iniziò a protestare, si alzò dalla sedia cercando di divincolarsi, ma alla minaccia della pistola, ritornò seduto e con atteggiamento remissivo subì il fare dei due uomini. Lo fecero denudare, gli misero il fazzoletto in bocca e con lo scotch gliela tapparono, con le cravatte, una gli legarono le mani dietro la sedia e con le altre legarono i due piedi vicino alle gambe della sedia. Lasciandolo nudo ed a gambe aperte ad osservare quanto i due creditori facessero alla moglie. L’ordine successivo fu dato a Valentina, che era pietrificata e molto impaurita dal fare degli uomini. Se prima per dispetto del marito assecondava gli accadimenti e le voglie dei due ora che la cosa si era fatta più pericolosa, iniziava ad avere paura. ‘Vatti a lavare e profumare, mettiti un completino sexy che noi ti aspettiamo qui in salotto. Muoviti perché ora non mi contengo più’. Alle parole di Mazza da baseball Valentina ubbidì senza protestare. Ritornò dopo una mezz’oretta e trovò i due seminudi, seduti sul divano con delle birre in mano che prendevano in giro Kekko lanciandogli delle noccioline e vedendolo tutto bagnato pensava gli avessero buttato la birra a dosso. La presenza della donna nella stanza si fece sentire un po’ perché avendo messo i tacchi il rumore li fece girare un altro pò perché aveva un profumo inebriante che pervase tutta la stanza. I due si alzarono, Mani di fata si avvicinò a Valentina mentre Mazza da baseball prima finì la birra ed avvicinandosi alla donna si sfilò gli slip e rimase completamente nudo. Gli uomini circondarono Valentina che ormai aveva perso la sua spavalderia e spingendola con una mano sulla spalla la costrinsero ad inginocchiarsi. Il primo a strofinargli l’uccello in faccia fù Mazza da baseball già completamente nudo. Poi spingendo vicino le labbra Valentina aprì la bocca e senza nessuna accortezza ficcò tutto l’uccello in bocca. Nonostante era moscio Mazza da baseball quasi soffocò Valentina che subito si ritrasse. “Succhialo come facevi prima. Puttana” “Qui ce n’&egrave un altro per te. Succhia”. Intanto anche Mani di fata si era denudato. Valentina vedendosi costretta dovette per forza assecondare i movimenti di Mazza da baseball nella sua bocca, ed iniziò finalmente a succhiare come si deve quel cazzone. Mentre uno deliziava della bocca della donna l’altro approfittava della sua mano, e sedendosi a terra al suo fianco iniziava a toccarla da per tutto. Le palpava le tette e poi si fiondava sul suo sedere, le accarezzava le cosce per poi risalire sul suo ventre aveva due mani ma come se ne avesse avute venti. Valentina, anche se stavolta non voleva, iniziò a deliziare di questo trattamento e quando mani di fata le iniziò a sgrillettare il clitoride per poi passare a penetrarla, lei accolse le sue due dita senza neanche sussultare tanto era bagnata. Intanto la donna si dava da fare su l’altro cazzone, lo leccava, lo succhiava partiva dalla base per poi arrivare alla punta e rificcarselo in bocca. Leccava le palle e senza sosta segava quell’enorme arnese. Scocciatosi solo di toccare Mani di fata si stese a terra e fece accomodare girata di spalle Valentina sopra di lui, per consentire di spompinare senza sosta Mazza da baseball. Ovviamente Valentina si impalò senza risentire della penetrazione. “Quanto cazzo &egrave bagnata sta troia, adesso ti faccio vedere io se sentì qualcosa o no”. E mantenendogli il sedere con le mani le dava dei terribili colpi da sotto, tanto che Valentina non potette fare altro che distogliere un po l’attenzione dal cazzone di Mazza da baseball per iniziare a gemere ad alta voce. Poco durò quell’ansimare perch&egrave l’uomo orfano della bocca della donna subito gliela tappò continuando a godere delle attenzioni perdute. Data la posizione scomoda di Mani di fata, i tre si spostarono sul divano, non molto distante da Kekko che sempre imbavagliato &egrave legato come un salame seguiva inerme come i due si approfittassero della moglie. A dire il vero a modo suo anche Kekko partecipava al godimento dei tre, rimasto nudo non si poteva fare a meno di vedere che il suo cazzo era diventato duro. Stavolta Mazza da baseball si sedette sul divano e con forza fece sedere sulla sua asta di carne Valentina che stavolta emise un urlo di dolore. Subito il ritmo dell’uomo diventò frenetico, la scopava talmente forte che Valentina non ci mise molto a venire. Stavolta le urla non erano di dolore ma di piacere e di godimento, perch&egrave l’uomo non solo la stava scopando in maniera animalesca ma con le mani le dava il tormento sgrillettando il clitoride e succhiando con la bocca quelle due splendide tettone. Mani di fata si stava godendo lo spettacolo smanettandosi l’arnese giusto per non fargli perdere vigore. Finito il momento del godimento, Mazza da baseball rallentò il ritmo, smise di sgrillettare Valentina e quasi come se stessero facendo l’amore iniziarono a baciarsi. Valentina si muoveva sinuosamente sul quel pezzo di carne mentre con le mani si tirava a se il volto dell’uomo facendolo sprofondare tra le sue meravigliose tette quarta misura. Mani di fata si mise dietro la donna ed iniziò a toccarla, prima la schiena, le raccolse i capelli e le baciava il collo, una mano si impossessò del suo seno, un’altra del suo sedere, stava iniziando a prendere confidenza con la parte posteriore della donna. Le attenzioni delle mani dell’uomo si spostarono sui glutei della donna che gradiva l’accompagnare dei suoi movimenti con l’aiuto delle mani possenti di un uomo. Però quelle mani non si fermarono solo ad accarezzare, anche se con forza, il culo della donna, ma le dita iniziavano ad intrufolarsi nella fessura tra i glutei. Le dita inumidite dell’uomo appena ebbero il contatto un po’ più insistente con il fiorellino del culo, Valentina si irrigidì, restringendo lo sfintere, come a voler dire qui non si passa. Ovviamente l’uomo non si perse d’animo e tirandola per i capelli si avvicinò al suo orecchio dicendo “secondo te, noi non ti sfondavamo il culo… &egrave inutile che ti irrigidisci, rischi di farti solo più male. Anzi meglio, le cose ottenute con forza mi piacciono di più.’ E spingendo con più forza fece entrare il dito medio nel culo della donna. Urlò di dolore, cercando di divincolarsi, ma nella posizione in cui era, non potette fare altro che subire il trattamento dei due uomini. Senza neanche preoccuparsi di rende più fluido il movimento Mani di fata oltraggiava quell’orifizio, prima con un dito, il medio, per poi inserirne un secondo, l’indice, provocando ancor di più dolore alla donna. Kekko iniziava a sudare, tanto era forte l’ansia e la preoccupazione per la moglie. Ai suoi occhi la scena si prospettava così. La sua splendida moglie era impalata su un cazzone di dimensioni enormi che la stava scopando con fare animalesco ed intanto le martorizzava il seno sia con le labbra, dandole dei piccoli morsetti, che con le mani tirando i capezzoli e schiaffeggiando le parti laterali delle mammelle. Dietro di lei aveva un altro uomo che con una mano le teneva i capelli stretti e tirati verso di lui costringendola a stare con la testa piegata all’indietro e l’altra mano conficcata nel culo con due dita che le martorizzavano l’ano. ‘Basta la fate male, smettetela! Bastardi figli di puttana!’. ‘Stai zitto cornuto di merda, guardati in mezzo alle gambe e vedi se ti piace o pure no quello che stiamo facendo a tua moglie?!’ In effetti le parole di Kekko non combaciavano con quello che si evinceva dal suo cazzo, che si era indurito e aspettava qualcuno per farlo sborrare. Era arrivato il momento di metterglielo nel culo, infatti Mani di fata le tolse le dita dal culo e spingendola in avanti la fece cadere sul petto Mazza da baseball. L’uomo smettendo di scoparla la immobilizzò sul suo petto tenendole le braccia piegate all’indietro, così che il suo culo stesse ancor di più in bella vista e pronto per essere penetrato. Mani di fata sputò sull’ano della donna, poi sempre con la saliva si inumidì le dita passandole sulla cappella e senza indugiare altro tempo tentò di sfondare il culo della donna, che nonostante la preparazione di prima, l’ano non si era dilatato per niente, anzi, complice la paura e la tensione si era ristretto di nuovo. Ovviamente non si perse d’animo e impugnando il suo cazzo si aiutò con la mano nello sfondare quel buchetto stretto. Ovviamente l’urlo di Valentina faceva intendere bene il dolore che stava provando. Non limitandosi solo a penetrarla ma iniziando a scoparla da subito violentemente la donna non smetteva di urlare. Con i suoi occhi bagnati da qualche lacrima, incrociò lo sguardo di Kekko che legato ad una sedia era inerme nei confronti dei due approfittatori ma agitandosi cercava di scioglie quei lacci. Dopo qualche minuto Valentina iniziò a rilassarsi e di conseguenza le urla di dolore iniziarono a diventare gemiti di piacere. Si alternavano i colpi dei due uomini, con una sincronia perfetta, tanto che Valentina venne con un orgasmo sconquassante. Il godimento era forte, si sentivano i gemiti di Valentina misti al rumore languido della penetrazione. Gli schiaffi sul culo risuonavano forti facendo amplificare ancor di più le sensazioni della donna. Aveva il culo e le tette rosse tanto erano forti gli schiaffi e le strizzate di capezzoli. Il ritmo del movimento pelvico di Mani di fata iniziò ad aumentare fino a fermarsi improvvisamente dando dei piccoli ma intensi colpi. Valentina si sentì inondata. Quel bruto le aveva riempito il culo di sborra. Una sensazione strana pervadeva lungo la schiena della donna. Sentiva il cazzo di mani di fata che si afflosciava dentro di lei. Si staccò da Valentina, e lo spettacolo di quel culo aperto, dal quale colava sborra, fu interrotto solo dalle parole dell’uomo “vieni qui puliscimi l’uccello” e tirandola a se, facendo uscire anche il cazzo dell’altro dalla fica, le mise il cazzo in bocca costringendola a succhiare. Stremata a terra Valentina non riuscì neanche a prendere fiato, perché sapeva che Mazza da baseball ancora doveva venire. Di fatti prendendola per i capelli la trascinò sul divano la fece aprire le gambe e subito inserì quella bestia che si ritrovava in mezzo alle gambe in fica. Valentina tirò un sospiro di sollievo pensando che l’uomo volesse lo stesso trattamento di quello di prima, ma invece continuava a scopargli la fica. Questa convinzione la perse subito, perché dopo qualche violento colpo subito estrasse il cazzo e puntandolo verso il buchetto, senza neanche inumidirlo, spingeva come a voler sfondare un muro con un ariete, solo che l’ariete era un cazzo ed il muro era il buco del culo di Valentina. Avvantaggiato dal lavoro dell’amico riuscì ad entrare, ma a differenza sua lo fece molto lentamente. Dalla posizione che aveva fatto assumere alla donna poteva godersi tutto lo spettacolo di come il suo enorme cazzo entrasse lentamente in un buchetto così piccolo. Se il dolore di prima era insopportabile questo era lancinante. Urlava come un’ossessa, tanto che Mazza da baseball dovette prima tapparle la bocca con una mano e poi non ottenendo nessun risultato darle due schiaffi sul volto che fecero ammutolire la donna. Spaventata e dolorante, Valentina per un attimo smise anche di respirare, spalancò gli occhi e si aggrappò alle federe del divano soffrendo in silenzio. La penetrazione non fu solo lenta, ma anche profonda. Entrò fino in fondo per poi ritrarlo quasi completamene, arrivando all’estremità più larga della cappella per poi ficcarlo di nuovo dentro. L’espressione del viso di Valentina mista dolore paura, faceva eccitare ancor di più Mazza da baseball che preso dalla foga iniziò a scopare la donna con grande veemenza. L’attenzione di tutti fu rapita dalle parole di Mani di fata ‘Guarda questo pervertito come si fa una sega guardando la moglie montata da uno stallone’. E i dei due indirizzarono lo sguardo a Kekko, che liberatosi dei nodi alle mani si stava facendo una sega. A Mazza da baseball, poco importava del cornuto e subito ritornò a scopare Valentina che indugiò qualche altro secondo con lo sguardo sul marito, distrazione che le aveva permesso di dimenticare il dolore, per poi data la violenza dei colpi inferti al suo culo dovette riconcentrarsi sulla scopata. Quell’unica posizione non bastava all’uomo che fece girare Valentina, facendola mettere chiappe all’aria con le ginocchia sul divano. Il culo di valentina era oscenamente aperto infatti Mazza da baseball inumiditosi velocemente la cappella, entrò senza particolari ostacoli in quell’orifizio usurpato. La pecorina permetteva all’uomo di spingere ancora più forte. I colpi inferti a Valentina erano tremendi. La visione di questa scena fantastica di sesso fece esplodere in un orgasmo Kekko che sborrandosi sulle mani cacciò tutto il suo piacere emettendo anche un sbuffo di piacere. Mazza da baseball era un treno, andava avanti e dietro come un indemoniato. Con i fianchi spingeva forte, mano sulla tetta, capelli raccolti e tirati nell’altra mano come a voler dire’ dove vai vieni qui. Nella mente di Valentina quei momenti erano interminabili, ormai non contava più quante volte era venuta. Finalmente per lei l’uomo stava per venire, Valentina se ne accorse perché i suoi colpi non erano più così profondi ma aveva velocizzato la scopata. Era pronta a sentirsi nuovamente inondata nel culo da un fiume di sborra, ma l’uomo estrasse il cazzo dal culo della donna e piantandoglielo nuovamente nella fica diede due violenti colpi riversando tutto il suo seme nella pancia di Valentina. La sorpresa fu grande, Valentina esclamò’ ‘Che cazzo hai fatto, sei stronzo’ io non prendo niente” rispose l’uomo ‘Ti avevamo riempito tutti i buchi mancava solo quello, e poi che fa mal che vada ti resta un regalino di questa splendida giornata’. Marito e moglie si guardarono costernati mentre i due amici ridevano di gusto e rivestendosi frettolosamente si avvicinarono a Kekko, con due schiaffetti sul volto dissero ‘Bravo, se vuoi puoi ritornare un’altra volta a giocare con noi, però stavolta non portare i soldi sul tavolo, porta direttamente tua moglie!’ E chiudendosi la porta alle spalle misero fine al pagamento del debito.

FINE

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