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Racconti Erotici Etero

Maila

By 21 Febbraio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Si muove sinuosa nella bassa luce del locale, il top bianco senza spalline si tende sul suo seno prorompente, le stringe l’addome e i fianchi poco sopra i jeans attillati, che le fasciano il sedere sodo e rotondo che ha già attirato l’attenzione di parecchi maschi nelle vicinanze.
Maila, il suo corpo di donna danza nelle ombre, attraendomi a sé, ma lei &egrave per me un sogno magnifico o un incubo? Forse entrambi.
Il mio desiderio di lei &egrave un dolore fisico, mi faccio avanti mettendo da parte le mie ansie e insicurezze, cancellate dalla sua femminilità incontenibile.
La pelle di porcellana, i lunghi capelli corvini, gli occhi nocciola, grandi, le labbra morbide, tutto di lei &egrave un’immagine di sensualità di cui vorrei bearmi in eterno…
Tanti le danzano intorno, vogliono averla, lei non li considera, forse &egrave solo tutto un gioco, dove l’appagamento più grande sta nell’attrazione che suscita.
‘Maila!’ La chiamo, riesco solo a pronunciare il suo nome e nient’altro, le sono vicino, lei si gira a guardarmi e sembra riconoscermi… Sta per distogliere l’attenzione da me, quando le poggio le mani sui fianchi seguendo i suoi movimenti, unendomi a lei, il suo profumo mi stordisce, il suo respiro caldo mi accarezza il viso, mi sembra di impazzire, le premo contro la mia erezione in uno slancio animalesco.
‘Ti voglio…’ Le sussurro all’orecchio, lei sorride, e spinge il bacino ancora di più sul mio cazzo sofferente a causa sua, come per deridermi, come per chiedermi quanto la voglio. Sento il suo corpo, le afferro le natiche con entrambe le mani, non mi importa di chi guarda nella semioscurità piena di musica e fumo, ogni millimetro di lei mi rende folle, la stringo, respiro il suo profumo tra i capelli, per un attimo sembra interdetta, poi, accarezzandomi il lobo con le labbra mi dice: ‘Vieni con me…’
Maila mi prende per mano, muovendosi agilmente tra la folla e io non posso fare altro che seguirla, come un bambino imbranato e un po’ tonto, non mi interessa nient’altro, lei &egrave tutto il mio mondo.
Fuori dal locale si estende un ampio parco curato, con al centro una fontana illuminata e, ai margini della luce, una costruzione in mattoni che forse funge da magazzino per qualcosa, non so… Lei mi conduce lì, sul retro, tra un gruppo di alberi bassi, dove nessuno possa vederci.
Maila si gira e fa per dirmi qualcosa, quando la bacio con foga, le parole le si spengono in gola, risponde al mio bacio. La scosto brevemente e le alzo le braccia, con gesti febbrili, le sfilo il top e lo getto a terra, i seni bianchi sporgono alla mia vista, i capezzoli rosa si tendono verso di me, li manipolo a lungo premendo, schiacciando, Maila fa per scostarsi, poi getta il capo all’indietro e sospira languidamente, le afferro la vita dei jeans e libero i suoi fianchi da quella prigione, rischiando di rompere la cerniera, non mi interessa, sandali grigi con il tacco mi ostacolano, strattono le fibbie senza tanti complimenti e li getto via insieme ai jeans.
Maila ride, i piedi nudi sull’erba, sembra in imbarazzo, le mutandine bianche restano a coprire lo spettacolo del suo corpo, le bacio l’ombelico, le prendo i seni tra le labbra e li bacio, li mordicchio, li stringo piano, la pelle &egrave leggermente sudata, odora di lei. Le bacio piano il davanti delle mutandine, dove risiede la fonte dei miei sogni notturni, il suo profumo &egrave già paradisiaco.
Maila mi interrompe, si china su di me e mi slaccia la cintura, rivelando infine il mio membro duro e pulsante, sorride… ‘Questo &egrave solo colpa tua’ le dico scherzoso, mi fissa maliziosa, infine lo accoglie tra le sue labbra, premendomi piano i testicoli gonfi, mentre le sue labbra si stringono come una dolce morsa.
Non posso trattenermi, le spruzzo in bocca un getto potente di sperma, le cola dalle labbra, tra i seni, sull’addome, nell’ombelico, fino a bagnarle l’orlo delle mutandine, Maila cerca di ingoiarne una parte, ma &egrave troppo… ‘Hai intenzione di farmici la doccia?’ Ride lei, io annuisco, la rialzo e le strappo via le mutandine, gettandomi sul suo piccolo cespuglietto nero e restituendole il favore, succhiandole il clitoride, assaporandole le labbra, il suo nettare sgorga per me mentre spinge i fianchi in avanti e chiude gli occhi…
Sono subito di nuovo pronto per lei, mi sollevo di scatto, la abbraccio e la sollevo da terra, Maila sembra sorpresa, ma solo per un attimo, divarica le gambe e le allaccia dietro di me.
La penetro con un unico colpo in avanti, la sua fica mi accoglie, rovente e umida.
‘Vai, prendo la pillola…’ Mi rassicura con la bocca contro la mia spalla, ma io non sto ascoltando, il mio essere si &egrave ridotto unicamente al mio cazzo che scivola in lei, la sua fica &egrave il mio mondo e il mio unico scopo.
Stantuffo, il suo odore mi inebria, i suoi gemiti sempre più forti e incontrollati mi danno la spinta, non voglio fermarmi, voglio che tutto questo duri in eterno, voglio scopare Maila fino ad esserne annientato, fino a morirne.
Il mio dito indice trova il suo ano strettissimo e lo viola forzandolo in tutta la sua lunghezza, lei grida e mi morde il collo, avvinghiata su di me, continuo ad abbracciarla e lei continua ad aggrapparsi a me, non sento la fatica, il mio cuore esplode ma io mi sento pieno di energia.
‘Maila…’
‘Scopami…’ Lei sta quasi urlando, la testa sempre abbandonata sulla mia spalla, il buio ci copre come un amico discreto, &egrave rassicurante, ci siamo solo noi due e il piacere che ci stiamo dando.
Il mio desiderio di lei &egrave quasi pazzia, non mi fermo, non voglio fermarmi, ho paura di fermarmi.
Maila viene scossa dalle contrazioni, sembra rabbrividire, mi stringe quasi volesse stritolarmi e geme a lungo e profondamente.
‘Sono venuta…’
Vorrebbe scendere, ma io le trattengo le cosce su di me, lei sembra perdere l’equilibrio e infine si aggrappa ad un ramo lì vicino, mi fissa, sudata, rossa in viso, sembra quasi spaventata, ma continua a gemere e a fissarmi con un bagliore negli occhi, non avrebbe mai immaginato che la mia voglia di lei fosse così potente, viscerale, insaziabile, le contemplo rapito i seni che sussultano ad ogni mio colpo, lei tiene le braccia sollevate per reggersi al ramo robusto, la schiena leggermente inarcata, il mio indice torna di nuovo a tormentarle l’ano, lei serra gli occhi e sospira.
‘Dammi un attimo…’ Stringe i denti, sembra stremata, il sudore sulla sua pelle si mescola all’odore del mio sperma ancora su di lei, &egrave un profumo pungente che finisce di stordirmi, non sento più nulla, devo solo continuare a fotterla, finché il cuore non mi esploderà…
‘Maila…’
Lei non risponde, gli occhi chiusi, il viso stravolto, il gioco &egrave finito, ha saggiato il suo potere di attrazione, si &egrave divertita, ma ora può solo continuare a godere…
Il mondo scoppia davanti a me in una miriade di scintille multicolori, il getto di sborra in lei &egrave un’eruzione, sembra non dover smettere mai, lei apre gli occhi e li allaccia ai miei, la bocca semiaperta, il respiro rotto, sembra invitarmi a non fermarmi e a fermarmi nello stesso tempo.
‘ Sto… Oddio… Che…’ La sua voce &egrave irriconoscibile, le sue parole incoerenti, infine viene scossa da un altro orgasmo, lascia il ramo e sta per cadere, riesco a sorreggerla, la adagio in piedi a terra e mi sfilo da lei, un filo di sperma unisce brevemente il mio glande e la su vulva, poi si spezza, uno zampillo &egrave fuoriuscito adagiandosi sui radi peli neri del suo cespuglietto.
Maila respira profondamente, dopo un minuto o due un refolo di aria fredda ci investe, facendole venire la pelle d’oca, lei alza lo sguardo su di me: Hai un fazzoletto? Devo ripulire la tua sborra’ mi chiede con uno strano sorriso sbilenco, ne pesco uno dai pantaloni mentre li tiro su, lei tende il braccio, ma io mi scosto… Mi chino tra le sue gambe e le ripulisco con perizia lo sperma colato fuori da lei, tra le cosce, faccio risalire una mano sul suo culo fantastico, lo palpo con forza, sale di nuovo il desiderio di averla, lei ridacchia e mi allontana gentilmente.
‘Per stasera basta così…’
Maila si riveste lentamente, le presto la mia giacca perché sta rabbrividendo, lei la tiene sulle spalle, fa per allontanarsi: ‘Te la restituisco lunedì…’
‘Certo, non preoccuparti…’
Un miscuglio di sensazioni mentre la guardo andare via, appagamento, delusione, sospetto…
‘Maila?’
Lei si volta a guardarmi un’ultima volta, così bella da far male, nella luce diafana proveniente dalla fontana del parco.
‘Ti voglio ancora’ le dico semplicemente.
Lei sorride, le labbra così sensuali si schiudono per un attimo, fa per rispondere qualcosa, poi resta in silenzio e se ne va.

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