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Racconti Erotici Etero

Mal d’amore

By 9 Dicembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

La guardavo con occhi supplichevoli, mentre mi ripeteva quella fase;
– &egrave un gioco, un semplice gioco sessuale’
La frase, anche se lasciata cadere in un contesto più ampio, mi era entrata nel cervello sino poi, a scendere verso il cuore come un dardo avvelenato, tutte le mie speranze per il proseguo di quel rapporto, stavano crollando sotto le sue parole, provai a contestare l’inevitabile, sapevo bene che quando una donna decide,al contrario di noi uomini, non torna indietro;
– Dai, a letto siamo una potenza della natura e fuori dal letto, mi sembra che abbiamo molte cose in comune.
Aspettai la sua risposta, la vidi gonfiare il petto prendendo tempo e aria;
– Lo so, ma io sono nata libera e voglio restarci, mi sento che il mio spazio si sta restringendo sempre di più e se non mollo adesso, poi, credo che sarà difficile staccarsi da te.
Guardavo i seni bianchi, pieni e solidi, era nel pieno della sua bellezza, ancora nuda per il sesso fatto, stava cominciando a coprire quel suo sensuale corpo;
– Perché devi avere paura del futuro? Siamo tutti e due liberi e indipendenti, perché non provare a convivere?
– Lo sai il perché’una cosa, &egrave essere amanti con incontri veloci e passionali, un’altra, &egrave fare i fidanzatini, sarebbe tutto diverso, sparirebbe il pathos dell’illecito, l’atmosfera del proibito’
Guardavo le sue cosce nascondersi sotto una gonna leggera di fine estate, colore fucsia, una delizia per i miei occhi, poi una camicetta bianca a coprire quei piccoli seni, niente reggiseno, non lo portava mai: ricordai quante volte quei suoi capezzoli, spingendo contro la stoffa dei suoi vestiti, mi avessero fatto eccitare ancor prima di spogliarla, quante volte il pensiero aveva anticipato l’azione.
Mi alzai dal letto, ero ancora frastornato.
La stanchezza del dopo sesso, era sparita, allungai una mano per bloccare il suo vestire, avevo paura che una volta uscita da quella porta, non l’avrei più avuta;
– Allora rimaniamo come siamo adesso, continuamo a frequentarci all’improvviso, senza logica, se questo &egrave quello che vuoi’
– No, ormai il tempo delle mele &egrave passato’
Ero allibito, non ero abituato a essere lasciato, per la prima volta capivo cosa avevano provato le donne che avevo mollato con mille scuse. Mille sensazioni sconosciute, stavano spezzando le mie sicurezze.
Guardavo i suoi occhi, riconoscevo i miei ne gli stessi frangenti, sapevo che tutto era deciso, ma come tante volte avevo visto fare, cercai gli attimi più belli di quella nostra storia, nel tentativo estremo di tenerla legata a me, le accarezzai i capelli e scesi dolcemente sul suo corpo per riaccendere la passione.
Barbara, era una ragazza molto calda e sensibile alle carezze intime, reagì subito inarcando la testa all’indietro e gemendo al tocco della mia mano sul suo pube, lasciò che il piacere salisse in lei, poi, come era nella sua natura, andò al centro della sala e salì sul tavolo, cominciò a fare salire la gonna, allargò le cosce e spostando il piccolo slip, mi fece un cenno con le dita facendomi capire che mi voleva in quel momento; mentre mi avvicinavo eccitato, mi resi conto che quello era il famoso ‘canto del cigno’ma ormai, il sesso stava prevaricando la ragione, poggiai le mani sulle cosce e violentemente entrai in lei.
Fu un sesso focoso, passionalmente feroce, scaricai in lei le mie frustrazioni di uomo abbandonato, cercando di farle capire nel mio ego di quanto avrebbe peso lasciandomi.
Ricordo le sue parole, mentre aggiustandosi i vestiti, prendeva la borsetta e si avviava verso la porta;
– Questa, &egrave stata una grande scopata, teniamoci in contatto.
Rimasi solo in quella stanza a riflettere sul suo modo di comportarsi e soprattutto, su quello che era stato il mio, poi, decisi che quella era la vita, riproponendomi di essere più umano quando avrei lasciato la mia prossima donna.
Appena uscito da quelle quattro mura, scrissi un messaggio sul cellulare di Barbara;
‘Grazie di esistere, senza di te, la mia vita sarà più arida’
Dopo qualche minuto, ebbi una risposta che mi rimise subito di buon umore;
‘Non ti preoccupare, di acqua per dissetare, &egrave pieno il mondo, vedrai che troverai in fretta una sorgente fresca’
Lessi diverse volte quel messaggio e mi resi conto, che Barbara aveva sviscerato il mio carattere in una semplice frase, alzai gli occhi sentendo il rumore inconfondibile di tacchi femminili, vidi una splendida creatura avvicinarsi e, pensando al mio futuro prossimo le andai incontro sorridendo;
– Buongiorno, mi chiamo Maurizio, mi sa indicare la strada migliore per poterla invitare a cena?
Non m’importava della risposta, m’importava essere tornato me stesso, o almeno crederlo’

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