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Racconti Erotici Etero

MANU

By 28 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

MANU
L’iniziazione
Manu posò il libro e accese il televisore, si annoiava, come tutte le sere! Suo padre faceva il turno serale da due mesi e avrebbe continuato per chissà quanto tempo rientrando dopo le undici e mezza, i compiti di scuola li aveva sbrigati da diverse ore, aveva cenato ed erano ormai le nove, guardava senza vedere il film già cominciato e quindi per lei senza interesse e intanto lasciava vagare la sua mente.
Aveva raggiunto l’età nella quale cessano i sogni romantici e cominciano le fantasie erotiche. Fino a quella sera, erano solo fantasie perché non aveva nulla con cui alimentarle a parte i racconti delle sue compagne, perché lei non aveva nessuna esperienza in merito, nessun ragazzo da sognare ma le pulsioni che sentiva da diversi mesi l’aveva indotta più di una volta. . .
Aveva cominciato a masturbarsi sognando ad occhi aperti che le dita che si muovevano nella sua micetta erano quelle di un uomo; si, un uomo, non un ragazzo perché i suoi coetanei erano troppo fatui e sicuramente incapaci di procurargli le sensazioni che la facevano sospirare, invece voleva un uomo . . . un cazzo!
Osava pronunciare dentro di se quella parola solo in quei momenti particolari poi un giorno gli venne un’ispirazione; andò in cucina e trovò gli zucchini che aveva comperato il mattino, scelse quello che gli sembrava più adatto, lo lavò con cura poi ritornata nella sua stanza, si spogliò completamente e nuda si sedette sul letto di fronte allo specchio dell’armadio, puntando i piedi e i gomiti sollevò il bacino e aperte le ginocchia guardò a lungo la sua micetta socchiusa poi vi avvicinò lo zucchino.

Fu così che da sola si tolse la verginità guardando la sua mano spingere l’ortaggio, strinse i denti quando nel farlo entrare provò un dolore che soffocò mordendosi le labbra. Quella volta non godette, la vista del sangue che imbrattava l’ortaggio mentre lei insisteva nel farlo andare avanti e indietro glie lo impedì.
La volta successiva vi riuscì, venne ad occhi chiusi sognando che era un membro maschile quello che riempiva la sua micetta, un cazzo. . . magari quello del suo vicino di casa!
Aveva cominciato a pensare a lui da quando aveva scoperto che a volte rientrava accompagnato da una ragazza e dopo non molto iniziavano i rumori che indicavano che al di là della parete della sua cameretta una coppia era intenta a fare all’amore. Se accostava l’orecchio al muro poteva quasi distinguere le parole, udiva delle risate femminili soffocate, dei sospiri e a volte dei gemiti. Era allora che le sue dita si facevano frenetiche mentre immaginava che era lei che Aldo, il vicino. . . doveva soffocare i lamenti e sovente riusciva a venire più di una volta.
Doveva avere sui trentacinque anni Aldo, quindi era troppo grande per lei, eppure aveva cominciato a pensare a lui da quando aveva sorpreso il suo sguardo scendere lungo il suo corpo come se con gli occhi la spogliasse, l’accarezzasse, e tutte le volte che l’incontrava era così; la sua intuizione gli diceva che la desiderava e sicuramente non sapeva che lei era priva di esperienza in fatto di sesso. A Manu quello sguardo piaceva ed era felice di dimostrare qualche anno in più per sentirlo su di lei. . . e anche gli sguardi degli altri uomini!

Quella sera non l’aveva udito uscire; chissà cosa starà facendo si chiese. Non fece in tempo a rispondersi che all’improvviso la luce si spense! Era successo altre volte e sempre dopo qualche secondo oppure qualche minuto ritornava. Stranamente questa volta il buio si protrasse ben oltre quello che era logico aspettarsi; Manu rabbrividì, tentoni si diresse al balcone, tutto il quartiere era al buio. Si appoggiò alla ringhiera.
– Mio Dio! Esclamò con voce soffocata. Trasalì per il rumore proveniente dal balcone accanto, poi la voce di Aldo:
– Manu? Chiese la voce.
– Si . . . ho paura. . . Una lunga pausa poi:
– Vuoi che ti faccia compagnia? La proposta era del tutto innocente, anche protettiva, dettata dal tono della voce della ragazza ma un brivido strano scese lungo la spina dorsale di Manu. La sua voce tremò quando rispose:
– La luce dovrebbe tornare presto . . .
Passarono alcuni minuti, poi vi fu un fruscio, Manu gettò un grido mentre un’ombra scavalcò passando dal balcone vicino a quello dov’era la ragazza. Un braccio vigoroso cinse le sue spalle.
– Ecco fatto. . . va meglio? Chiese Aldo.
Andava meglio ma ora uno strano turbamento la faceva tremare.
– Ma. . . hai freddo! Andiamo dentro!

Manu si lasciò guidare tentoni fino a sedersi sul divano con Aldo che non aveva lasciato la sua spalla stringendola quasi a costringerla a poggiare il capo contro il suo petto. Dapprima spaventata la ragazza a poco a poco si calmò e rannicchiata contro di lui non riusciva a pensare a nulla.
– Va bene ora? Chiese ancora lui.
Aveva parlato con le labbra fra i suoi capelli. Il cuore di Manu prese a battere all’impazzata mentre un calore particolare si propagava nel suo corpo; non udendo risposta Aldo parlò ancora:
– Dimmi, ce l’hai il ragazzo? Devi averlo sicuramente perché sei molto carina!
Al complimento Manu si sentì arrossire ma questa volta riuscì a rispondere:
– Cosa dice. . . no!
Sentì la risata di lui fra i capelli, poi:
– Forse non hai il fidanzato, mi chiedevo se avevi un ragazzo per. . .
Questa volta fu contenta che il buio nascondesse la vampata di calore che la invase scendendo fino al suo ventre.
– Non capisco. . . Il braccio attorno alla sua spalla la strinse maggiormente e quando lui parlò ancora, sentì le labbra contro il suo orecchio.
– Certo che capisci sciocchina! Un ragazzo che ti stia vicino nei momenti particolari. . .
Aveva capito benissimo, troppo sovente sognava di stare con un ragazzo, non uno in particolare ma qualcuno per fare. . . Manu non sapeva bene cosa ma l’inumidirsi della sua micetta quando ci pensava la turbava non poco, e ora Aldo. . . Si scosse e chiese a sua volta:

– Tu ce l’hai ?
– La fidanzata? No!
– E la ragazza? Lui rise apertamente.
– Vedi che hai capito? Si, ce l’ho.
Era venuto per Manu il momento di appagare la sua curiosità, si fece coraggio.
– E’ la bionda che ho visto ieri sera?
– Si.
– E allora la brunetta che. . .
– Anche quella.
Manu si staccò cercando di scrutare in viso il vicino del quale distingueva soltanto il contorno
– Tutte e due? Era veramente sorpresa!
– Si. . .
– Perché?
– Io ne ho bisogno e a loro piace! Anzi, la bionda &egrave sposata e la brunetta. . .
– Ma. . . perché? Manu stentava a crederlo!
– Per il piacere!Quando qualcuna di loro ha voglia mi telefona e io vado a prenderla! Nessuna dice chiaramente quello che vuole ma io lo capisco, le porto a ballare oppure al ristorante e poi. . .

– Oh. . .
– Mi piaci sai? Quelle parole giunsero inaspettate gettandola nel panico, ma non ebbe la reazione che si sarebbe aspettata, anzi ne fu lusingata e con voce tremante rispose:
– Ti piaccio davvero?
– Si e se vuoi. . .
– Cosa?
– Potremmo qualche volta stare insieme!
Il cuore di Manu prese a battere all’impazzata, ma perché tremava tanto? Non era quello che aveva da giorni sognato? E ora. . . poteva essere l’occasione che aspettava da tempo; la voce che udì non era la sua e neanche le parole.
– Non so. . . non ti conosco abbastanza!
– E facile conoscersi . . . al buio puoi pensare che io sia il tuo uomo ideale.
Seguì un lungo silenzio poi sentì la mano di lui accarezzarle il viso, sollevarlo, delle labbra calde si posarono sulle sue, lei le dischiuse. . . Nessuno l’aveva mai baciata fino ad allora ma quello che avvenne non fu del tutto inaspettato, aveva udito più volte le sue compagne di classe parlare di cosa facevano con i loro ragazzi, così quando la lingua si insinuò fra i suoi denti, la ricevette accarezzandola con la sua, poi con un sospiro chiuse le braccia attorno al collo dell’uomo e aprendo la bocca si lasciò esplorare dalla lingua che lui spinse avvitando le labbra a quelle della giovane mentre le sue mani. . .

Manu si lasciò cullare dalle sensazioni che si impossessavano del suo corpo; era come nelle sue fantasie, cominciava sempre così, un uomo la baciava poi le sue mani cominciavano ad accarezzarla proprio come facevano ora! Fremette sentendosi sfiorare un seno, la carezza era lieve ma Manu senti il capezzolo indurirsi e quando la mano sfiorò l’altro seno le sfuggì un lamento. Oh come gli piaceva! Era orgogliosa dei suoi seni e quando la mano ne sposò la forma fu felice che fosse abbastanza sviluppato da reggere il confronto con le ragazze di Aldo.
La bocca lasciò la sua, la sentì all’attaccatura dei capelli, scendere. . . Inclinò il capo lasciando che scendesse lungo il suo collo e intanto la mano. . . Sospirò per le sensazioni che provava, avrebbe dovuto opporsi ma ora che aveva cominciato voleva che lui continuasse. Si sorprese a chiedere:
– Cosa vorresti fare?
– Lo sai. . . la tua passerina si &egrave inumidita non &egrave così?
– Si! La risposta le era sfuggita, ma fu per l’uomo un chiaro incoraggiamento.
Sussultò, una mano si era posata sul suo polpaccio muovendosi oltre l’orlo della gonna, si insinuò sotto risalendo la gamba fino al ginocchio, si fermò come se aspettasse una reazione. . . ma non venne! La mano scottava sulla sua pelle e quando la sentì salire lungo le sue cosce d’istinto le socchiuse permettendogli di continuare fra di esse
Aldo capendo che la ragazza era ben disposta non aveva fretta. Quanti anni poteva avere? Certo era giovanissima! L’interno della coscia che la mano risaliva era liscio, caldo. . . quando le dita percepirono il bordo delle mutandine il suo pene iniziò ad indurirsi.

Non era solito cercare le sue avventure vicino a casa, troppe complicazioni, ma era capitato talmente all’improvviso che non aveva potuto resistere! Le dita salirono al rigonfiamento del sesso percependo attraverso il velo sottile il rilievo del clitoride. Appena premette, la ragazza con un gemito cercò la sua bocca con la bocca aperta protendendo la lingua come un’affamata, aprì del tutto le gambe permettendo alle dita di esplorare liberamente il gonfiore che racchiudeva la sua fichetta.
L’umidore che bagnava le mutandine parlava chiaramente del desiderio della ragazza, era giunto il momento di fargli sentire anche il suo desiderio, senza lasciare di accarezzare il giovane sesso l’altra sua mano salì alle braccia della giovane avvinghiate al suo collo, ne staccò una con facilità, prese quella manina. . .
L’irrigidirsi della giovane fece capire ad Aldo che aveva intuito le sue intenzioni, anche il braccio ora faceva resistenza ma lui insistette, tanto più che le cosce della ragazza erano rimaste aperte permettendo alle sue dita di scostare l’orlo delle mutandine. Sospirò Manu sentendole nel suo sesso. . . Ora lui la stava accarezzando proprio come nei suoi sogni percorrendo il taglio della sua micetta con tanta delicatezza che la sua resistenza cessò lasciando che l’uomo guidasse la sua mano sul suo grembo.
Subito Manu non realizzò ma poi quando lui la premette percepì sotto la stoffa dei jeans qualcosa di rigido, di duro che fece battere il suo cuore. Non aveva mai toccato un pene, ma quello, anche sotto la stoffa, capì essere più grande di quanto avesse immaginato, sicuramente più grande degli zucchini che continuava ad infilarsi nella micetta.

Manu non sapeva cosa fare, la mano dell’uomo sopra la sua gli fece chiudere le dita. Non oppose resistenza, era troppo emozionata per farlo. Cielo com’era grosso! Talmente grosso che la sua manina non riusciva a stringerlo completamente.
Le dita avevano lasciato la sua micetta, le sentì risalire il suo ventre cercando di abbassare le mutandine senza riuscirvi. . . La bocca dell’uomo si staccò dalla sua.
– Toglile!
– Cosa?
– Le mutandine, toglile!
Manu portò entrambe le mani sotto la gonna, sollevando il bacino ammainò l’esile indumento lungo le sue gambe e piegandosi lo sfilò. Accanto a lei anche l’uomo si era mosso, dopo qualche istante la sua bocca fu ancora contro la sua . . .
Lei stessa riportò la mano sul grembo dell’uomo, quasi gridò capendo che si era tolto i pantaloni, quello che ora empiva la sua mano lo aveva da tempo desiderato, un cazzo, un vero cazzo, il cazzo di un uomo pressoché nudo! Con un lamento spalancò la bocca lasciandosi frugare oscenamente spingendo lei stessa la lingua nella bocca di lui mentre le sue mani si muovevano come dotate di volontà propria.
Era felice che l’oscurità celasse i suoi gesti, sicuramente molto diversi da quelli cui l’avevano abituato le ragazze di Aldo, il calore che infiammava il suo viso non era vergogna perché era con gioia che esplorava quel sesso vigoroso.
‘ Oh &egrave bello . . . bello . . . bello!’ Esclamò dentro di se.
Le sue mani percorrevano avidamente quel pene che non vedeva, ne sentiva le venuzze che sporgevano dall’asta lunga lievemente ricurva, le spinse fino alla base, palpando i testicoli poi l’interno delle cosce di lui sorprendendosi di trovarle calde e lisce quasi come le sue.

‘Ohhh é. . . stupendo . . . stupendo!’ Avrebbe voluto gridare. Ed era così per le sensazioni che trasmetteva alla sua micetta, lo esplorò ancora alla cieca cercando di immaginare quello che toccava. La lingua dal lieve sapore di tabacco accarezzò l’interno delle sue labbra entrò ancora nella sua bocca. Manu rispose al bacio con una passione di cui non si credeva capace e che in breve tempo colò inzuppando la gonna sulla quale era seduta, ora la mano di Aldo stava aprendo la sua camicetta dopo averla sbottonata rapidamente.
Capì che l’uomo passava le mani dietro la sua schiena, un lieve schiocco e il reggiseno gli cadde in grembo, la bocca lasciò la sua, Manu la sentì sul suo collo, scendere ancora . . . Fremette al calore delle labbra che percorrevano il suo seno poi il caldo umidore della lingua che lambiva il suo capezzolo, d’istinto sporse il busto offrendo l’altro seno che subì lo stesso trattamento, sospirò sentendo il capezzolo indurirsi e tendersi al suo delicato suggere.
Avrebbe voluto che continuasse ancora ma capì che l’uomo si era alzato e chino su di lei cercava la chiusura della sua gonna.
– Sul fianco . . . quattro bottoni. Suggerì la ragazza con voce rauca non sua.
Aldo li disfece con dita frenetiche aprendo del tutto l’indumento, Manu lo incoraggiò ingenuamente accarezzando il suo capo, lo sentì inginocchiarsi . . . Sfilando le scarpette dai minuscoli piedini Aldo sorrise dentro di se per il pudore tardivo della ragazza che gli fece chiudere le cosce, con gentile fermezza glie le divaricò mentre la bocca copriva nuovamente la sua in un bacio goloso che la eccitò enormemente. Non si oppose quando si sentì cingere alle reni e scivolare col sedere sul bordo del divano.

Manu prese a respirare con affanno sentendo la bocca scendere nuovamente ai suoi seni, sospirò per la lingua che li lambiva, gemette ai colpetti che portava con la punta ai capezzoli già eccitati che li fecero vibrare, poi la bocca scese ancora . . .
– No . . . ti prego no . . . noooo . . .
Aveva capito le sue intenzioni, cercò con entrambe le mani di allontanare il suo capo ma lo sentì scendere ancora . . . Il suo chiudere le gambe fu impedito dal corpo dell’uomo la cui bocca aveva raggiunto il suo ventre e, ormai Manu lo sapeva, voleva arrivare alla sua micetta. L’alito caldo di lui fra la sua peluria glie lo confermò, gettò un grido quando Aldo afferrati i suo polpacci li sollevò e spalancate le sue gambe le respinse ai lati del suo busto poi la sua bocca . . .
– No . . . ohhh no . . . nooooo ! ! !
Nessuna delle sue compagne di classe le aveva mai detto che la perversione di un uomo potesse arrivare a tanto, cercò di respingere quel capo tirandolo per i capelli ma fu impedita dal sopraggiungere improvviso di un orgasmo inaspettato che la fece gemere con voce di bambina e inarcarsi per offrire istintivamente la sua micetta all’osceno bacio.
Aldo fu sorpreso per la passionalità della ragazza i cui umori colando nella sua bocca impregnarono la lingua che ora poteva andare liberamente nella ferita del giovane sesso. Manu aveva smesso di opporsi, un flebile lamento accompagnava le leccate che lui portava di sotto in su separando le sottili labbra fino al clitoride che sollevava facendolo vibrare in modo irresistibile ma fu quando chiudendo le labbra sull’eccitante crestolina prese a suggerla dolcemente che Manu venne nuovamente con lamenti di bestiolina ferita.

Sicuramente continuando l’avrebbe fatta venire ancora, tanto la giovane era sensibile, ma la voglia che inalberava il suo pene gli impose di alzarsi e poggiando una mano alla spalliera del divano, offrirlo alla giovane.
Manu sentì contro la guancia qualcosa di morbido e di consistente, vi portò le mani passando le dita ad esplorare la cappella del primo cazzo della sua giovane vita.
‘ Oh &egrave bello’ Pensò, ‘ &egrave come la testa di un gattino ma senza le orecchie!’
La mano di Aldo sovrapponendosi alle sue spostò alla cieca il membro, Manu aprì le labbra e la cappella liscia entrò nella sua bocca. Aldo si fermò, tolse la sua mano aspettando le reazioni della ragazza; dopo non molto fu estasiato dai movimenti della lingua di lei che si muoveva attorno al glande . . .
– Prendilo amore . . . &egrave tuo, tutto tuo! Riuscì a dire.
Avrebbe voluto vederla quella bocca mentre avanzava lungo la sua verga, ne sentì l’umido tepore che avanzava, si ritraeva, avanzava ancora . . . Manu era raggiante per i sospiri dell’uomo, sentiva il suo istintivo protendere delle reni, il suo offrirsi al bocchino che gli stava facendo, era questo quello di cui parlavano le sue amiche pensò Manu ridacchiando dentro di se e ora lei lo stava facendo al primo uomo della sua vita.
Si sentiva importante, felice del piacere che riusciva a dare, le venuzze di quel pene poderoso solleticavano le sue labbra, lei le strinse continuando a far andare la bocca, d’istinto prese a succhiarlo, il sospiro che udì la fece esultare, poi la sua voce . . .
– Oh si Manu . . . sei stupenda . . .

La voce di lui rauca divenuta irriconoscibile la riempiva di gioia spronandola ad osare maggiormente, afferrò l’uomo dietro le cosce e mantenendolo fermo mosse più velocemente il capo avanti e indietro, avanti e indietro . . .
Il ritorno improvviso della luce la fece quasi gridare, la vergogna che l’assalì nel sapersi esposta allo sguardo dell’uomo svanì di colpo vedendo l’espressione alterata del suo viso e lo sguardo di lui colmo di desiderio fisso nel suo. Continuò il suo bocchino con una sorta di fierezza, la guardasse pure mentre prendeva il suo cazzo, come la sua bocca l’aveva reso gocciolante di saliva.
Lo vide togliersi la camicia e offrirsi nudo, come se con quel gesto volesse annullare la differenza delle loro età, le mani furono sul suo capo fermandone il movimento. Da tempo Manu aveva in bocca il sapore delle goccioline che continuavano ad uscire dal buchino della cappella, un liquido liscio, dalla consistenza quasi oleosa, capì che lui cercava di muovere le reni, allontanò le mani che stringevano le sue cosce e lui si mosse avanti e indietro nella bocca che lei mantenne passiva alla penetrazione ma la sua lingua si mosse velocemente esplorando la verga nel suo va e vieni. Il respiro sempre più affannoso e rauco dell’uomo avrebbe dovuto avvertirla, non fosse stata così inesperta poi la sua invocazione:
– Ohhh . . Manu . . . Manu . . . Manuuuu! ! ! !

Lo schizzo che colpì la gola di Manu la sorprese, altri seguirono, copiosi e spessi che le empirono la sua bocca di un liquido dal sapore particolare; Manu si chiese cosa facessero le sue compagne, lo sputavano? Lo ingoiavano? Manu non fece ne l’una ne l’altra cosa ma continuò a far andare la bocca sul membro divenuto liscio per lo sperma che fuoriuscendo dalla sua bocca lo lubrificava estasiando l’uomo che guardava allucinato le labbra della giovane divenute lucide continuare a sollazzare il cazzo ancora sobbalzante per le ultime contrazioni del suo godimento mentre il suo respiro si chetava lentamente.
Aldo sottrasse dolcemente il membro che si stava afflosciando dalla bocca che rimase socchiusa lasciando fluire il suo piacere lungo il mento, rigando poi il petto della giovane con gocce chiare che caddero fin sul suo ventre.
Aldo raccolse la sua camicia e con questa pulì il viso della ragazza, l’aiutò ad alzarsi e a sfilare la camicetta lungo le sue braccia l’unico indumento che copriva ancora l’esile corpicino che deterse con amorevole cura.
– Tutto bene amore? Chiese chinandosi su di lei.
– Si . . .
Baciandola Aldo sentì il sapore del suo sperma, la cosa non gli dispiacque, Manu che aveva chiuso gli occhi, li riaprì spaventata.
– Siamo pazzi, qualcuno potrebbe vederci, vieni!
Era vero, dalle finestre oltre il cortile, lo sguardo di qualche curioso avrebbe potuto spingersi fino al piccolo salotto che aveva visto il loro piacere, seguì la figurina leggera lungo il corridoio ammirando le fossettine che ornavano la caduta che le reni facevano con il rialzarsi del culetto delizioso.

– Quanti anni potrà avere? Si chiese ancora Aldo rendendosi conto con una punta di vergogna che doveva essere giovanissima. Scacciò il pensiero, tanto più che sentiva il sangue fluire nuovamente nel suo pene.
Manu apri una porta, Aldo vide la cameretta della ragazza, una camera che sicuramente aveva visto la sua vita di scolara, un armadietto con la porta a specchio, un scrivania divenuta troppo piccola per lei, alcuni sgabelli tipo ‘puff’, alla parete un poster di Disney, il lettino . . .
Manu arrossendo tolse gli animali di peluche che lo occupavano, quando si volse verso di lui, il suo sguardo scese subito al pene che inalberava una voglia che si era rinnovata e che si ergeva prepotente toccando quasi il ventre dell’uomo.
– Oh, &egrave bello . . . bello! Disse Manu stringendosi contro il suo petto.
La sua mano se ne impossessò e mentre chiudendo gli occhi offriva la sua bocca, la sua mano non si saziava di accarezzarlo. Fu un bacio singolarmente delicato che commosse l’uomo per la spontaneità della ragazza, lui la scostò con dolcezza.
– Tu sei bella Manu. Rispose ammirandola apertamente.
Aveva il corpo acerbo delle adolescenti, le tettine sviluppate erano già dei seni con le aureole rosa che emergevano in modo seducente inalberando dei capezzolini deliziosi, piccoli ma tesi, la mano che esplorava il suo cazzo si muoveva lentamente procurandogli un piacere sottile che l’eccitava follemente.
La spinse lentamente contro il lettino facendola sedere, lei che non aveva lasciato di accarezzare il suo pene lo attirò imboccandolo lentamente. Ormai Manu sapeva quello che piaceva al ‘suo’ uomo, fu guardandolo negli occhi che ne fece scorrere la bocca lentamente, dolcemente, con una devozione che commosse Aldo inducendolo a ricambiarla.

Si sottrasse e si inginocchiò fra le gambe che lei aveva aperto, vedendolo chino sul suo ventre, Manu si lasciò andare sui gomiti e in quella posizione ricevette la bocca che copriva la sua micetta, non tentò di sottrarsi, adesso gli piaceva la lingua che lui muoveva aprendo le sue labbra, gli piaceva il rumore bagnato che produceva con i succhi che colavano copiosi, gli piaceva il piacere che saliva in lei rapidamente inducendola a malmenarsi le tettine, gli piaceva lo sguardo di lui che spiava l’evolversi del suo godimento . . .
Aldo lesse sul viso alterato della fanciulla il suo orgasmo ancor prima di riceverlo in bocca e quando accadde nuovamente mosse rapidamente la lingua picchiettando il clitoride teso allo spasimo per poi stringerlo fra le labbra e suggerlo inseguendo la giovane che nel piacere dimenava il bacino per sentire maggiormente la bocca di lui, e poi le sue parole . . .
– Oh Aldo . . . si . . . ah si . . . si . . . si ohhh si . . . siiii . . . siiiii . . .
Quelle invocazioni continuarono per tutto il godimento della ragazza che a lui parve lunghissimo, sicuramente più intenso di quelli cui l’avevano abituato le donne che lui scopava. Si leccò le labbra raccogliendo il liquido asprigno che gli parve dolce come il miele e chinatosi sul corpo della giovane ancora ansimante, passò la lingua fra le labbra di lei che per la prima volta assaggiò il sapore del suo piacere. Ma quel cunnilingus aveva messo addosso ad Aldo una voglia pazzesca, la fece sentire a Manu passando quasi brutalmente la cappella nelle carni matide, la interrogò con lo sguardo.
– Si, si . . . Fece lei semplicemente.

– Ma posso? Non . . . Voleva dire che non aveva con se il profilattico ma lei lo interruppe-
– Si . . . puoi!
Manu aveva capito! Da ragazza giudiziosa quale era, teneva il conto dei suoi cicli e sapeva che per alcuni giorni ‘poteva’, quel giorno sicuramente e anche per un altro giorno e forse due.
Aldo credette la ragazza più esperta di quello che era in realtà, forse prendeva la pillola si disse, allora spinse con tutta la voglia che aveva, Un grido:
– Ahiaaaa ! ! ! Si fermò, il pene che aveva varcato la soglia del giovane sesso percepì la contrazione di dolore della fanciulla, eppure la sentiva dilatata e oltremodo bagnata.
Manu non aveva tenuto conto che la dimensione del membro l’avrebbe aperta in quel modo, ma lo voleva, lo voleva con tutta se stessa e ora . . . Portò entrambe le mani sotto le sue reni e le sollevò inarcandole, allineando la sua vagina con il membro che stava ricevendo.
– Adesso . . . si adesso . . . lo voglio tutto . . . tutto!

Si lamentò ancora sentendolo scivolare, l’uomo aveva spinto dolcemente, sospirò sentendosi avvolto come in una guaina calda e umida, lo spinse fino ad incontrare l’inizio del suo utero, alla smorfia della ragazza si fermò ma ormai era tutto dentro di lei che lo guardava con le guance accese. Il bel viso, contratto durante la penetrazione a poco a poco si distese arrivando persino a sorridergli mestamente.
Rassicurato Aldo ritrasse le reni e spinse nuovamente, quando fu in fondo al suo grembo sfiorò con le sue le labbra dalla giovane che subito si dischiusero e con la sua lingua lambì la sua.
– Va meglio? Chiese ritirandosi e spingendo ancora.
– Oh si . . . si . . . Fu la risposta che ricevette.
Manu era felice di sentire quella presenza che andava e veniva aprendo la sua fichetta, dilatando la sua vagina mentre scorreva in lei dolcemente, quasi delicatamente procurandogli un piacere che gustava ad occhi chiusi, era un cazzo, un cazzo vero, il cazzo di un uomo, non uno zucchino da spingere avanti e indietro, duro e freddo, quello che sentiva scorrere dentro di lei era caldo, rigido e cedevole allo stesso tempo.
– Ohhh . . . Aldo . . . Aldo . . . Esclamò la fanciulla fra i sospiri.
Poi per Manu fu solo piacere, un piacere che aumentava ad ogni salire del cazzo nel suo ventre, un piacere che la induceva a muoversi, a cercarlo quando si ritirava, e quando lo aveva tutto, a muovere il bacino per farsi frugare dalla presenza dura che la riempiva, un piacere che gustava con tutto il suo corpo, con le sue tettine che sfregava sotto il petto dell’uomo, un piacere che gli facevano emettere un lamento continuo che per Aldo suonava dolce come un canto d’amore.

Poi all’improvviso i lamenti strazianti del suo orgasmo, Aldo lo sentì nelle strette che stringevano il talmente il suo pene da indurlo a fermarsi per non procurare dolore alla dolce fanciulla, poi al suo rilassarsi, i gemiti di un piacere che durò a lungo sorprendendolo. Infine il riaprire degli occhi luminosi e la sua invocazione:
– Ancora . . . ti prego . . . ancora . . . ancora . . .
Aldo che non aveva ancora avuto il suo godimento si mosse e con ampi oscillare delle sue reni, lenti prima poi sempre più veloci e profondi fece andare il membro fra le calde cosce, nel liquido che impregnava la giovane vagina e che nello suo scorrere produceva un rumore bagnato, poi ancora i gemiti di gradimento della giovane e il piacere di lui che saliva, saliva inseguendo quello di Manu senza riuscire a raggiungerlo perché con un grido lei si inarcò e venne in un orgasmo meno intenso del primo ma che lo spronò a penetrarla velocemente, quasi con rabbia, infine con esclamazioni rauche venne scaricando finalmente il suo piacere.
Manu sentì la calda colata dello sperma che fluiva in lei accompagnata dagli spasimi del membro che sobbalzava scaricandosi, poi l’uomo si fece pesante e lentamente si chetò mentre Manu accarezzava dolcemente il suo capo con fare materno. Sentì il pene afflosciarsi e quando Aldo sollevandosi lo estrasse trascinò un liquido che colò fra le sue chiappette.
Con una esclamazione Manu balzò dal letto e le mani a coprirsi la fichina corse in bagno. Quando ritornò il suo sguardo corse alla sveglia posta sul comodino da notte.

– Mio dio, le 11.20 . . . sta per arrivare mio padre, devi andartene subito!
Uscì velocemente ritornando con i loro vestiti che indossarono frettolosamente poi Manu spinse l’uomo verso la porta, prima di uscire questo si volse.
– Domani vieni da me?
– Non lo so, ci devo pensare. Rispose la ragazza.
Appena chiusa la porta, Manu udì bussare, aprì spaventata temendo che fosse di già suo padre invece era Aldo.
– Sono chiuso fuori, devo scavalcare di nuovo.
Appena furono in salotto, Manu spense la luce, Aldo scavalcò il balcone.
– Allora, a domani? Chiese ancora.
– Domani &egrave un altro giorno, vedremo! E sorrise dentro di se.
””””””””””””””””.
Devo continuare la storia? Mi piacerebbe conoscere il vostro parere.

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