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Racconti Erotici EteroTrio

Manuela e Franco – L’ultima volta al lago

By 16 Febbraio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

E il giovedì alla fine arrivò. Manuela, durante la settimana trascorsa dall’ultimo viaggio al lago, non aveva mai avuto dubbi sul fatto che sarebbe tornata. Quella situazione così perversa l’aveva stregata. Era sicura di essere in grado di gestire il tutto e di poter interrompere quel gioco depravato in qualsiasi momento. Ma non era quello il tempo. Aveva voglia di un’altra avventura ancora più estrema della precedente. Come al solito partì poco dopo pranzo, la giornata era calda e meravigliosa. Sembrava tutto uguale alle precedenti uscite ma, questa volta, aveva voluto iniziare da subito a sentire quei brividi sconosciuti. Indossava , infatti, solo un corto vestitino estivo aderente. Niente biancheria intima. Niente costume. Ne sotto al vestito, ne in borsa. Durante il viaggio, l’eccitazione saliva, si sentiva nuda in macchina, in mezzo al traffico. Le sembrava che la gente sapesse e questo le dava brividi nuovi, mai provati. Guidava tenendo le gambe aperte e il cortissimo abito non le copriva interamente la sua intimità nuda. Arrivò al solito posto dove posteggiò l’auto. Notò la presenza di un numero maggiore di macchine rispetto al solito, non sapeva se questa cosa sarebbe stata positiva oppure no. Raggiunse rapidamente la sponda del lago e continuò il tragitto verso la solita piazzola. Brutta sorpresa. Era occupata. Un ragazzo e una ragazza stavano prendendo il sole in costume. E ora ? Tornò sui suoi passi ripercorrendo lentamente all’indietro il sentiero che, nascosto fra i cespugli, costeggiava il lago. Non conosceva bene il posto e non sapeva dove andare. Sulla sponda opposta aveva notato un gruppo chiassoso di ragazzi e ragazze. Manuela si maledì per non aver portato il costume. Tutta quella gente le aveva mandato in fumo il suo programma. Non c’erano alternative, sarebbe tornata subito a casa. Dopo pochi metri, però, il sentiero faceva un piccolo slargo e si trovò la strada sbarrata da due uomini in costume da bagno. Uno era Franco, l’altro, Roberto, era un omone leggermente più giovane di lui, molto grosso e con una pancia notevole, capelli neri e baffi. Manuela si avvicinò senza dire una parola. Franco a voce bassa, quasi sussurrata, disse: “Ci hanno rubato il nostro posticino e c’&egrave gente anche sull’altra sponda”. Manuela non rispose, aveva il cuore che le batteva fortissimo. “Potremmo metterci a prendere il sole e a fare due chiacchiere, aspettando che vadano tutti vie e dopo……” aggiunse Franco con un sorrisetto sornione. Manuela scosse leggermente la testa, e quasi bisbigliando disse: “Non posso”. “In che senso non puoi ?”, chiese Franco confuso. La ragazza rimase in silenzio per qualche secondo, poi abbassò lo sguardo un po’ imbarazzata e rispose con un filo di voce: “Non ho il costume”. Gli sguardi dei due uomini furono percorsi da un lampo e come due lupi le furono addosso in un attimo. Iniziarono a toccarla dappertutto, all’inizio delicatamente, per poi palpeggiarla con grande passione. In un attimo le avevano sollevato il vestito fin sopra al seno. Manuela, nuda in mezzo a quei due maiali, si lasciava palpare. Aveva leggermente scostato le braccia, che teneva distese lungo i fianchi, per facilitare il compito dei due vecchi porci. Le mani la frugavano vigorosamente dappertutto e lei era terribilmente eccitata. Non mancavano di strusciarle addosso i loro sessi rigidi, ancora nascosti nei costumi. Roberto si abbassò e cominciò a succhiare avidamente uno dei seni di Manuela, mordicchiandole avidamente il capezzolo. Franco la masturbava con decisione. All’improvviso, dal viottolo, giunse un ragazzo che stava facendo un’escursione in mountain bike. La scena che gli si presentò davanti era assurda. Due anziani, in costume, che si strusciavano, palpavano e leccavano una meravigliosa giovane ragazza nuda. Manuela incrociò lo sguardo del ragazzo, a cui rivolse un sorrisetto malizioso. Il giovane abbassò la testa e proseguì oltre, accelerando il passo. La ragazza si sentì troia come non le era mai capitato prima e questo le piacque così tanto che ebbe un violento orgasmo. Riuscì a non cadere solo appoggiandosi a Roberto. Il contrattempo interruppe l’assalto dei due uomini. Franco prese Manuela per mano e si incamminò per un altro sentiero che si inerpicava sulla collina e portava ad una strada che passava sopra al lago. Roberto li seguì. Manuela non si riabbassò il vestito e camminava nuda, nella boscaglia, fra quei due uomini sconosciuti. Quella situazione la intrigava sempre più. Percorsero il nuovo sentiero per alcuni minuti, fino a raggiungere una piazzola a lato del percorso, ben nascosta dal lago. Era visibile solo se qualcuno avesse seguito la stradina che avevano fatto i tre. Appena giunti nella nuova postazione, Franco adagiò il suo solito asciugamano in terra e i due uomini, senza proferire parola, si gettarono nuovamente sul meraviglioso corpo nudo di Manuela. L’aiutarono a sfilare completamente il vestitino, lasciandola con i soli sandali allacciati. La palpeggiavano con una tale foga che sembrava la volessero mangiare con le mani. In un baleno i costumi dei due maschi scivolarono via e Manuela, come in trance, si trovo a masturbare contemporaneamente i due cazzi. Era completamente partita ed era sicura che avrebbe esaudito ogni desidero dei due maiali. Una mano si posò sulla spalla della ragazza, premendo delicatamente verso il basso. Manuela, capì immediatamente il senso di quel gesto e si inginocchio in mezzo ai due. Davanti al volto, le due nerchie dure. Senza bisogno di ulteriori gesti la bella bionda, prese in bocca il cazzo di Franco, menando con la mano quello di Roberto. Alternò i due uccelli in bocca varie volte, succhiava con grande trasporto e i due uomini ebbero serie difficoltà a resistere dal venirle in bocca. Mentre succhiava ancora il cazzo di Roberto, Franco le si portò alle spalle prendendola delicatamente per i fianchi e facendola mettere a pecorina. La ragazza, assunse subito la posizione desiderata dal vecchio, che iniziò a strusciarle la cappella paonazza fra le grandi labbra gonfie di desiderio. In pochi attimi l’uccello dell’uomo sparì completamente nella passera di Manuela che, nel frattempo, continuava a spompinare Roberto. Franco aggrappato ai fianchi di Manuela la scopava con grande foga, ansimando per la fatica. Passarono lunghi minuti in questa posizione poi, ad un cenno, Roberto sfilo la minchia dalla bocca della bionda e dette il cambio all’amico. L’uccello dell’omone baffuto era più piccolo di quello di Franco, non tanto in lunghezza, quanto in circonferenza e sparì nel sesso di Manuela, fradicio di umori. Roberto faceva fatica a pomparla a dovere per la grossa pancia che doveva quasi appoggiare sul culo della bionda. La ragazza si girò quasi per chiamare Franco che era rimasto un attimo in disparte a riprendere fiato. L’uomo si avvicinò al volto della donna che immediatamente gli prese il cazzo in bocca, succhiando all’impazzata. La scopata durò qualche minuto interrotta dal più anziano del gruppo che, togliendo l’uccello dalla bocca di Manuela, disse all’amico: “Ci siamo. E’ il momento!”. Manuela confusa, guardò l’uomo e chiese: “Per cosa ?”. Franco sorrise sornione tenendosi il cazzo con una mano e con l’altra accarezzò il meraviglioso culo di Manuela senza proferire parola. La ragazza capì immediatamente le intenzioni di quei due maiali, sapendo benissimo che non si sarebbe opposta. Quella situazione l’aveva completamente sconvolta: nuda, in un boschetto, con due brutti anziani sconosciuti che la stavano usando sessualmente a loro piacimento! Roberto sfilò il pene dal meraviglioso corpo e con qualche difficoltà, dovuta alla sua stazza, si inginocchio iniziando a leccare avidamente il sesso della donna. La lingua esperta ed affamata lavorò a lungo il sesso gonfio della bionda per poi passare al buchetto vergine. Manuela ebbe un piccolo sussulto quando la lingua dell’uomo ebbe il primo contatto con la sua intimità mai violata. Non si mosse e si godette il delicato massaggio fatto dalla bocca. La prima cosa che violò quel rosa fiorellino fu la lingua di Roberto. Le dita dell’uomo, però, erano decisamente grandi ed allora accorse in aiuto Franco che lentamente, con delicatezza, introdusse il suo indice nell’ano della bionda. Un leggero tremito scosse il corpo della ragazza a questa inusuale penetrazione. Roberto continuava a leccare l’intimità di Manuele mentre Franco le penetrava ritmicamente il culo. Il dito fu presto sostituito da quello decisamente più massiccio dell’amico, ma questo non sembrò affatto dispiacere alla donna, ormai abituatasi all’intrusione. Dopo alcuni minuti, l’ano della bionda sembrava pronto ad essere violato dal sesso di Roberto. L’uomo estrasse il dito dal buchetto e alzatosi in ginocchio, appoggiò la violacea cappella sull’ingresso. Spinse con delicatezza ma senza mai fermarsi, la ragazza si morse leggermente le labbra mentre l’uccello dell’uomo le entrava per intero, senza troppo sforzo. Trascorse un attimo in cui nessuno si mosse, poi l’omone inizio a pompare lentamente il meraviglioso culo della bionda. “Mi sta inculando!”, pensò Manuela, travolta dalla perversa situazione. Franco non riuscì ad assistere inerme alla scena e si portò nuovamente di fronte alla donna che subito imboccò la durissima minchia dell’anziano. Mentre i due pervertiti usavano a loro piacimento il meraviglioso corpo di Manuela, sul viottolo accanto alla piazzola, passò la coppia che prima prendeva il sole nella piazzola sul lago. Passarono velocemente ma non poterono fare a meno di guardare ciò che stavano facendo i tre. Nel silenzio di quell’ambiente, le voci dei due si sentivano per diversi metri e Manuela percepì chiaramente il ragazzo dire: “E’ sicuramente una prostituta” e la ragazza rispondere: “Ma quella, anche se &egrave una puttana e si fa pagare molto, come fa così giovane e balla ad andare con quei due ?”. Un violento e rumoroso orgasmo scosse Manuela, quelle parole la fecero sentire la più grande delle troie. I due uomini si limitarono a sogghignare, scambiandosi un cenno di intesa. Roberto non resistette a lungo nel culo della giovane e le venne copiosamente nell’intestino. Una volta sfilatosi, fu il turno di Franco. Il misto di umori e sperma dell’amico rese agevole anche per lui, il compito di inculare Manuela. Pompò per alcuni minuti la bionda, aggrappandosi ai suoi meravigliosi fianchi. Grugniva come un cinghiale nella boscaglia in preda al massimo dell’eccitazione. Al culmine del piacere, sfilò l’uccello dal sedere della donna e stringendolo nel pugno si precipitò davanti a Manuela e le schizzò abbondantemente in faccia ma la maggior parte del seme dell’uomo colò sul collo e sul prosperoso seno della donna. Rimasero tutti in silenzio per un paio di minuti poi, senza dire una parola, la giovane si alzò in piedi e raccolse le sue cose, avviandosi per il sentiero verso il lago. Camminava con il seme degli uomini che lentamente le colava fuori dall’ano e sul seno. Giunta alla piazzola conosciuta appoggiò la borsa ed il vestito sulla sponda ed entrò in acqua per sciacquarsi dallo sperma dei due porci. I suoi partner occasionali la guardavano dalla riva, dopo essersi rimessi il costume con sguardi trionfanti per l’incredibile avventura vissuta con quella giovane troia. La ragazza si asciugò e senza rimettersi il vestitino si avviò verso la macchina. Aveva deciso che sarebbe giunta nuda all’auto, come degno finale di quel pomeriggio trasgressivo. Passando tra i due uomini fu costretta a soffermarsi per le istantanee palpate dei due vecchi ancora allupati. Li lasciò fare un’altra volta e mentre la toccavano dappertutto le sussurravano indicibili oscenità. Dopo poco Manuela ripartì lasciando i due ancora in preda alla voglia del suo corpo. La seguirono fino all’auto senza incontrare nessuno poi Manuela, finalmente, si rivestì. Provarono a contrattare un altro appuntamento ma capirono che la bionda non sarebbe più tornata in quel luogo di perdizione.

Per commenti e/o osservazioni: alemanosvelta@gmail.com

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