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Racconti Erotici Etero

Mara, che lavora al call center (storia a capitoli)

By 7 Febbraio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

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Mara è una ragazza di 19 anni che come tante sue coetanee vorrebbe lavorare e guadagnarsi qualcosina per sè e realizzare una piccola indipendenza economica. La situazione del lavoro tuttavia non le è favorevole e tutto ciò che è riuscita a trovare in tanti mesi di ricerca è un call center. Tante ore al giorno spese in una stanza con altre persone intorno e tutti a dover fare mille telefonate per questo o quel motivo, parlare ore ed ore al telefono con sconosciuti per assistenza o promozioni.

I soldi servono e quindi Mara non può far altro che tirare avanti finchè non riesce a trovare qualcosa di meglio. C’è da dire che era sprecata per fare la centralinista’ capelli castano scuro e occhi verdi, un viso tondo e simpatico, alta sul metro e sessanta e con un fisico per niente magro’ ma soprattutto con un seno della settima misura, un qualcosa di enorme che lei stessa definiva ‘un guaio’.

A Mara gli uomini non erano mancati anche se non era uno schianto ed è tutto perchè i maschi quando vedono due tette grosse non capiscono più niente, così le era capitato infatti fino a quel giorno, in 19 anni di vita già dai 13 aveva mostrato di avere una crescita del seno fuori dal comune’ e molte volte lei per uscire con qualche ragazzo aveva accettato di farsi palpare o mostrarle nude. Tuttavia non era da considerarsi una delle solite troie: lei sapeva cosa voleva e il suo desiderio era conservare soldi per l’università.

Da qualche tempo nell’ufficio dove lavora, c’era un ragazzo nuovo, Roberto, 23 anni moro e abbronzato per le lampade, alto e prestante fisicamente che era diventato un po il bocconcino dell’ufficio poichè molte delle ragazze gli avevano dato corda nella speranza di accaparrarselo. Per alcune era più un divertimento visto che le età erano variabili e tutte al rialzo rispetto a Mara che restava la più giovane del gruppo, ma di certo lei non è che fosse meno interessata delle altre.

Fu così che una mattina mentre prendeva il caffè tra una chiamata e l’altra, Mara si accorse che alla postazione proprio accanto a lei si era seduto Roberto. Un sorriso nella piccola alternanza tra una frase e l’altra da dire al cliente di turno era il loro saluto. Quella mattina Mara aveva una camicetta bianca scollata e i suoi seni contenuti e schiacciati sembravano voler saltare fuori del tutto ma non era una visione volgare del suo corpo, anzi, con il piccolo gilet che indossava non appariva altro che una prosperosa ragazza impegnata a lavorare. Durante le telefonate Roberto indirizzava nella camicetta di Mara molti sguardi e lei che pur telefonando teneva lo sguardo un po ovunque per il nervosismo delle tante telefonate se ne accorse ben presto. Non le dava più fastidio di tanto a Mara il fatto che l’ennesimo uomo le stesse guardando le tette da mezzo metro di distanza, anzi era consapevole che quella era la sua ‘arma letale’ nella conquista a un uomo per cui non ci faceva caso e con naturalezza a volte per qualche secondo si chinava sul tavolo quasi appoggiandole rendendole ancora più giganti. Era quasi l’una e di lì a breve avrebbero staccato le linee per la pausa pranzo, Mara era all’ultima telefonata e Roberto ormai era praticamente girato verso di lei e avevano iniziato un fitto gioco di sguardi e sorrisi che portava loro un po di distrazione dal parlare correttamente ‘e questo creava ulteriori momenti di divertimento. Finite le telefonate e alzatisi entrambi per andare a pranzo, Roberto si sgranchì un pò e Mara che restò seduta se lo ritrovò in piedi davanti a lei che si stiracchiava braccia e gambe’ ma l’occhio cadde proprio lì, sulla patta dei pantaloni che era gonfia, molto gonfia’ sul punto di esplodere. Era evidente che Roberto aveva gradito tantissimo la visuale della sua postazione. Lei fece finta di niente e lui non si curò troppo di chi potesse vederlo in quello stato.
disse Roberto
rispose Mara.

concluse Roberto, con una frase che poteva risultare tanto un complimento quanto un offesa.

Quell’invito di Roberto all’aggiungersi alla passeggiata scatenò subito in Mara il pensiero malizioso che il ragazzo ci volesse provare con lei. Era evidente già dalla mattina che lui non era affatto estraneo al fascino delle tettone di Mara per cui lei ora doveva decidere se divertirsi un pò o tirarla per le lunghe; certo, Roberto era un figo ed era anche intraprendente, non aveva nascosto l’eccitazione quando erano uno accanto all’altro per cui lei non aveva dubbi sulle intenzioni del ragazzo. Si sedette al tavolino del bar mentre Roberto ordinava il panino, aspettandosi che l’avrebbe consumato li per li ma invece lui uscì con una busta e disse – così fù. Si avviarono sul marciapiede e il viale era pressochè vuoto, già la zona era poco trafficata ma poi ad ora di pranzo era davvero scarso il passaggio di auto e pedoni. Il sole era bello forte e il cielo limpido, una giornata molto bella e che metteva allegria. Dopo pochi passi la conversazione dal riferirsi ai clienti più strani trovati a telefono si spostò su qualcosa di più ambiguo.. Il sesso.

Mara non fece neanche terminare la frase a Roberto che lui si portò la mano dietro la testa e si grattò, imbarazzato ma al tempo stesso spontaneo e deciso.

chiese Mara sorridendo.
rispose Roberto ridendo..
gli disse Mara con tono scherzoso.
tuonò Roberto all’improvviso, lasciando Mara completamente di stucco per l’improvviso coraggio.

Questo discorso così spinto fece eccitare Mara in un modo incredibile. Lei stava zitta e fissava Roberto negli occhi, all’improvviso il silenzio fu interrotto da un clacson in lontananza e quando Roberto si voltò Mara gli prese il braccio e si gettarono in un palazzo aperto, non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa volesse fare Mara che si ritrovò al muro, lei lo aveva spinto e gli aveva già messo la lingua in bocca. Lo teneva con le spalle verso il muro ma il ragazzo la sollevo dopo nemmeno un attimo e poi rivoltò le posizioni appoggiandola al muro e iniziando a premere col suo addome sulle tette enormi, massaggiandole anche con una mano mentre le lingue si intrecciavano e gli occhi chiusi di entrambi lasciavano intuire l’eccitazione a mille che c’entra in entrambi. Roberto si fece audace e con una mano sbottonò due bottoni alla camicetta, in un secondo la sua mano stava tastando le tette enormi di Mara senza il disturbo del reggiseno che era praticamente abbassato liberando le tette della ragazza quasi fuori dalla camicia. Nel frattempo lei gli stringeva le mani sul culo e col bacino si spinse praticamente a strusciarsi lentamente sul suo cazzo. Se per lei era tutto facile grazie al fuson, per Roberto era una situazione scomoda col cazzo che gli scoppiava nei pantaloni, per cui si staccò un attimo dalla bocca di lei e se lo tirò fuori, prese la mano di Mara e la portò sul suo membro accompagnandola in una sega che Mara senza problemi iniziò a fare nel modo più lento e dolce possibile, Roberto fu estasiato da quel gesto e potèè ammirare poi le tettone enormi di Mara completamente spoglie, col capezzolo grosso e scuro che sembrava un chiodo svettare da quella settima misura. Così iniziò a leccarlo avidamente e mordicchiarlo, la sua saliva ricopriva già le tette di Mara’ ma proprio mentre erano all’apice del piacere’
– qualcuno urlò spaventando entrambi. Era un ragazzo, di scuole superiori probabilmente, che con 3 amici stava assistendo a tutto lo spettacolo, i due si nascosero subito l’uno con l’altro e Mara sembrava imbarazzatissima quasi moriva dalla vergogna mentre Roberto, pur avendo il pisello al vento e duro come il marmo, si fece una piccola risatina e si ricompose subito. I ragazzi da fuori capito che lo spettacolo era finito decisero di andar via’

Erano entrambi dispiaciuti per aver interrotto bruscamente quel momento di goduria estrema’ Mara si aggiustò un po meglio il reggiseno e riabbottonò la camicia, guardò l’orologio e fece capire che era ora di tornare sù in ufficio’

CONTINUA!
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