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Racconti Erotici EteroTrio

MarchErotiche

By 14 Settembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Che noia questi viaggi di lavoro! Per fortuna può capitare di poter partire il giorno prima, e allora ecco che la notte si accende e si possono esplorare mondi “esotici”, alla ricerca di nuovi incontri…
Ed ecco che prima di mettersi in viaggio sulla A14 già si prova a programmare una serata coi fiocchi, anzi, la speranza è che fiocchi, legacci o altre cose che solitamente servono a “chiudere” per magia si sleghino, facendo apparire le deliziose forme di un corpo nudo, pronto a donarti quei brividi che stai cercando.
Usare un bel sito di incontri swinger il modo migliore di prepararsi, cercando coppie, sweet e locali, scorrendo nomi di città e paesi vicino alla meta… e vedete che tutte le ore passate a studiare geografia servono a qualcosa?
E così inizi a fare la tua selezione e a scrivere i primi approcci, perchè il brivido è bello quando è la mente a concederlo, e per concederlo, lo sai, non va bene tutto: lo sai cosa ti piace, non ti accontenti di una scopata pur di farla, hai i tuoi “standard” e le tue fantasie da soddifare e per arrivarci devi guadagnartelo, iniziando la seduzione dal messaggio con il quale ti presenti, sapendo che per emergere tra i mille messaggi ci sono cose importanti su cui puntare, unite ad una buona dose di fortuna.
Ma ecco che si accende il segnale che ti avvisa che un contatto è stabilito, hai giocato bene la prima mano o sarà un semplice rifiuto (può capitare no? non si può piacere a tutti…) o qualcosa di diverso da quel che stai cercando? E invece si, la “mano” è buona, lo scambio diventa proficuo e il programma di andare nel locale più “in” che esista in zona: casa loro! Così per strada i kilometri diventano più leggeri, mentre già pregusti l’essenza di quell’incontro, cercando di rendere tridimensionali le foto che hai visto, dando forma ad un volto, odore e consistenza ad un lembo di pelle… peccato che quando ormai manca poco si riaccende la lucina, ancora loro, e questa volta per annullare l’incontro. Imprevisto a casa, nessuna babysitter trovata e tutto salta…
E ora che si fa? A questo punto solo Google può aiutarti nel riprendere in mano la serata. Privè, club, spa,… accidenti, è difficle scegliere nell’abbondanza della Lombardia (chissà mai quale sarà quello giusto dove andare non conoscendoli), ma nella pochezza, o almeno così sembra tra locali chiusi e prossime aperture, del sud delle Marche non è che le possibilità siano molte. Vabbè, proviamo, vorrà dire che tutto il “popolo” sarà lì…
Arrivi, ti rassetti un attimo ed ecco che accanto alla tua auto ne posteggia un’altra nella quale si intravede quella che per te pare già essere una Dea. Lei ti vede e subito comincia il gioco di sguardi, quello che tante volte ti stai solo immaginando che sia sinonimo dell’attrazione che inizia, ma che devi sperare sia così, perchè tu lo sai che comunque è quella la scintilla che fa partire il gioco. Entri e lei con il suo accompagnatore ti seguono. Registrazione, spiegazione e tour del locale toccano a te come a loro, e da quel che senti sono nuovi del posto, probablmente anche di questo mondo.
Inizi a rilassarti, pronto ad immergerti realmente nel locale, quando senti un sussurro all’orecchio “tu ci fai compagnia stasera, vero?”, ti volti ed è lei. La puoi finalmente guardare bene, fasciata da un abito che più sexy non si può, slanciata ma non altissima, una vita sottile e un seno piccolo ma proporzionato, reso altamente desiderabile dal vestito e da null’altro, che evvidentemente non c’è.
Ti ha già scelto.Ti ha scelto lei. Oddio, ad essere sinceri per quanto tu possa essere autoritario è sempre lei che ti sceglie. Poi magari sarà la tua “slave”, ma è LEI che decide di esserlo. Ma questa sera è diverso. Il gioco della seduzione, che regola vuole tu conduca, lo ha già bello che finito lei. Ed è già ora di passare ai fatti.
“Hai tutto quel che serve per soddisfarmi, compresa la resistenza?”
“Tranquilla, nessuna si è mai lamentata”
“Allora andiamo, mi chiamoDesirè e Marco è un mio amico che mi accompagnato qua stasera, non siamo una coppia ma abbiamo voluto soprire questo posto assieme, sai, è la prima volta. Per te va bene?”
“Certamente, il gioco a 3 è il più bello che possa esserci”
“E allora andiamo, ho visto una stanza che secondo me fa al caso nostro, è tutta di vetro. Ti va di dar spettacolo?”
“Sei tu che decidi, andiamo” eh si, non era difficile capire che almeno per adesso era lei a comandare, ma ero sicuro che sarei riuscito a scoglierla, appena iniziate le danze.
Far sparire quel meraviglioso vestito, le calze e il perizomino è stata la cosa più complicata della serata, ed infatti più che tolti sono finiti stracciati, nella foga del momento, nella foga di tre corpi che iniziavano a scambiarsi effusioni, nella foga di due uomini deiderosi di compiacere quella piccola Dea che si mostrava finalmente come Madre Natura l’aveva modellata.
Togliere il succinto intimo è stato compito mio, perchè arrivare golosamente alla sua vulva, facendola attendere sapientemente il momento, faceva parte del mio piano per iniziare a condurre il gioco, per farla sciogliere, per iniziarla a farla godere, con la mia lingua che finalmente saettava tra le labbra più intime, sulla clitoride gonfia, e poi in profondità. Ed eccolo il primo suo orgasmo, mentre i capezzoli turgidi erano vittime di un’altra lingua. Ma ora era per lei già ora di ricambiare, anche se finalmente vacillando non sapeva da dove cominciare. Due tutti per lei. Per aiutarla abbiamo preferito prenderci cura di orifizi diversi, alternandoci come fossimo una consumata squadra, fino all’estasi dei sensi, grazie alla sua splendida bocca e al calore della sua passera stretta ed accogliente. Ma dopo una buona mezz’ora ad alto contenuto erotico l’amico si stanca e ci lascia soli, e così il gioco diventa un rapporto intimo a due, incuranti dello spettacolo che la parete di vetro offre agli astanti, che vediamo alternarsi (o meglio aumentare) dall’inizio delle danze.
Ma come tutte le cose speciali non bisogna farne indigestione subito, c’è più gusto a prendersi una pausa per ripartire più carichi. Peccato che il suo miniabito non esista più.
“Posso avere la tua camicia?”
“Certo, io posso tranquillamente girare così per il locale, quando sarà ora di andare in auto ci guarderò.” E così l’incredibile, nella mia camicia candida, per lei enorme e abbottonata solo in tre punti, i bottoni rimasti da quando ha deciso di aprirla, è ancora più bella.
Una serata che pareva essere girata nel peggiore dei modi sta diventando probabilmente la più calda di sempre. Senza averla programmata, senza aver dovuto giocare una mano difficile, solo perchè lei aveva deciso che ero Suo e non voleva girarci attorno.
Altre due riprese, passando da momenti più soft, conditi da languidi baci, ad altri più accesi dove… bè, qualche sculacciata su quel Culo bisognava pur darla, rimanendo con un solo sogno “proibito” (seppur passato al comando i limiti non si possono infrangere se non lo si vuole in due) e si arriva alla chiusura del locale.
Le 4, tutti fuori, ma chi ce la fa a staccarsi e dirsi addio? I capezzoli, accarezzati passando tra i bottoni della mia camicia, fanno capire che la notte non è finita, il bisogno di rientrare per andare al lavoro la mattina seguente all’alba, portano a condurre l’ultimo amplesso li, riparati solo dalla solida sagoma dal SUV. Un misto di dolcezza e certezza che è finita mentre il mio glande la penetra per l’ultima volta, un’ultima carezza a quello splendido corpo, uno squillo per memorizzare i numeri, anche se difficlmente ci sarà un poi, e un ultimo bacio prima di prendere le rispettive vetture.
Il tempo di mettersi a dormire un paio d’ore, seguite da due giorni di lavoro intenso, resi più facili dal riassaporare con la mente quanto è successo e consapevole che le favole sono belle perchè finiscono, quando un whatapp improvviso arriva sul cellulare:
“torni a casa domattina vero? bene, stanotte sei mio”…

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