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Racconti Erotici Etero

Marianna – BruttinaPorcellina

By 16 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti,
mi chiamo Marianna ed &egrave la prima volta che mi cimento nella scrittura di un racconto.
Vorrei provarci perché amo leggere i racconti presenti su questo sito, e se questo vale anche per le altre persone, mi attrae l’idea di poter contribuire al piacere altrui.
Innanzitutto una breve presentazione, in modo da chiarire il titolo’ ho 24 anni (e mezzo ormai) e abito in un paesotto nella provincia di Bari. Come si intuisce leggendo più su, non sono una bella ragazza’ intendiamoci, non sono da buttare: soprattutto di fisico, sono messa bene; la natura mi ha donato una discreta altezza (1,74 m) e questo unito alla mia attenzione a non esagerare col cibo mi ha donato una linea piuttosto armonica e soprattutto slanciata.
In effetti ho il ventre piatto, due gambe lunghe, anche se non troppo dritte, un sedere piuttosto alto e due seni piccolini (porto una seconda) ma sodi. Tento in tutti i modi di curare il mio corpo, con molto sport, per coprire quello che &egrave il mio difetto principale: il viso.
I miei lineamenti non sarebbero neppure terribili, diciamo nella norma, se non fosse che il mio volto reca le cicatrici del periodo adolescenziale, portatore di terribili eruzioni cutanee. Per il resto ho occhi scuri e capelli neri in genere portati corti.
E veniamo alla spiegazione della seconda parte del titolo: la peculiarità del mio viso ha segnato la mia esistenza. Come ogni ragazza, appena diventata abbastanza grande per capire (o almeno andarci vicina) cosa fosse l’amore, ho sognato mille volte l’arrivo del fantomatico principe azzurro, ma mentre vedevo il cuore delle mie amiche rapito di volta in volta dallo spasimante di turno, il mio rimaneva triste e solo, e ovviamente ne soffrivo.
Il motivo lo capii subito: il mio viso era, già ai tempi delle medie, un infallibile deterrente per qualunque aspirante fidanzatino.
Il rimedio invece lo capii solo qualche anno dopo, al liceo.
Infatti, se alle medie avevo intuito che tutte le ragazze sognano l’amore, alle superiori mi fu lampante che i sogni dei ragazzi sono molto più ‘materiali’.
E qui entra in gioco la legge che regola i rapporti sociali tra i sessi nel periodo dell’adolescenza.
Se sei una ‘gnocca’, puoi permetterti di tenertela stretta’ ma più ti allontani dai canoni di bellezza in voga, più la tua speranza di relazionarti con l’altro sesso &egrave legata imprescindibilmente alla tua generosità nell’elargire agli altri il tuo dono più intimo.
E io volevo fortemente relazionarmi con l’altro sesso.
Così, dopo essermi fatta spiegare i primi ‘trucchetti’ da delle compagne più disinibite ho cominciato a offrire prestazioni manuali nei bagni della scuola’ la voce si &egrave sparsa, ed in poco tempo sono diventata famosa come ‘miss sega’. Sono sempre stata rapida a imparare, e anche in questi giochetti non sono stata da meno: la mia tecnica migliorava di volta in volta e i miei partner erano sempre più soddisfatti, ma anche sempre più esigenti. Dovetti così presto imparare a lavorare anche con la bocca.
La mia reputazione cresceva in fretta, e così cominciai finalmente ad avere appuntamenti al di fuori degli orari scolastici: la maggior parte dei ragazzi uscivano con me per una, massimo due volte, qualcuno che apprezzava particolarmente le mie doti resisteva anche per una settimana, ma mai di più.
Gioco forza la mia verginità non resistette a lungo.
Quello che poi scoprii chiamarsi ‘petting’ divenne sempre più spinto, i miei partner insistevano per andare sempre un po’ oltre (ovviamente il giorno dopo a scuola si sapeva sempre dove eravamo arrivati, e spingersi oltre era una vera e propria sfida), fin quando dovetti cedere.
La mia prima volta fu con un ragazzo poco dotato, infatti sentii molto poco e mi ricordo che non mi piacque per nulla, anche perché lui eccitatissimo venne in pochi secondi; almeno però non mi fece male, e quindi non subii traumi.
Da quel giorno in poi, la mia passerina fu letteralmente presa d’assalto, credo che sia stata visitata praticamente da tutti i maschi miei coetanei e concittadini.
Per po’ le cose andarono avanti così. Bisogna notare però che la durata media dei miei ‘fidanzamenti’ si era progressivamente allungata, da poche si arrivò ad un paio di settimane circa, ma con una punta di quasi due mesi, e non rimanevo mai single per più di una settimana.
Ormai il sesso mi piaceva da matti: la mia passerina poteva ricevere uccelli di tutti i calibri e se li godeva tutti, anche nelle posizioni più strane. Non rifiutavo alcun amante, anche se di certo preferivo quelli più esperti in grado di farmi provare vero piacere. Devo dire che in quel periodo avevo anche vasta scelta: nonostante il mio viso, anche i ragazzi ritenuti più fighi gradivano un giretto su di me.
Ma ovviamente per chi &egrave nelle mie condizioni non c’&egrave mai fine al baratro della perversione.
Per il mio diciottesimo compleanno il regalo più che riceverlo lo diedi’ e si trattava della mia seconda verginità.
Ma questo ve lo racconterò la prossima volta.

Intanto scrivetemi numerosi all’indirizzo bruttinaporcellina@yahoo.com per dirmi le vostre impressioni e darmi i vostri consigli.
Lo stile dei miei racconti per ora sarà impostato su una rapida carrellata degli eventi che hanno segnato la mia sessualità, cercherò di illustrarvi le tappe principali, ma voi potrete tranquillamente chiedermi di soffermarmi su alcuni episodi in particolare.
E così quella sera persi anche la mia altra verginità’ a questo punto le avevo finite!
Accadde con un piano elaborato e non molto naturale.
La festa per la mia maggiore età, come da tradizione dalle mie parti, era stata organizzata in una sala ricevimenti, tipo quelle per i matrimoni’ non che la cosa mi piaccia tanto, però da noi fan tutti così!
Ma, tornando a noi, la festa scivolò come tante altre, tra balli scatenati e le portate del buffet. Stranamente però il numero dei maschietti era nettamente superiore a quello delle femminucce: evidentemente in quel periodo non avevo tante amiche quanti ‘amici’.
Vabb&egrave, ho divagato di nuovo’ comunque, dopo la festa, a nottata ormai inoltrata, gli invitati andarono via, tutti ad eccezione di uno, il ragazzo che stava con me in quel periodo.
La sala ricevimenti si trovava in un albergo, e lui aveva avuto la splendida idea di prenotare una camera per la notte. Così, chiamai casa per avvertire che non mi sentivo tanto bene per tornare a casa, e che sarei andata a dormire da un’amica: lo so che tanto mia mamma non era così scema da crederci, però ha fatto sempre finta di niente e io almeno lo sforzo di chiamare per avvertire che non tornavo a dormire dovevo farlo (grazie mamma)! Poi salimmo al piano di sopra.
Appena entrati lui mi disse che se aveva speso tutti quei soldi per la stanza era perché voleva qualcosa in cambio da me’ a pensarci bene non &egrave stato un approccio proprio romantico’
Comunque un po’ per l’alcool che avevo bevuto e un po’ perché sapevo di ‘doverglielo’, non pensai troppo alle sue parole e cominciai a baciarlo.
Ma dopo pochi secondi lui si scansò, e tirò fuori una boccetta di olio per il corpo’ mi spogliò, mi fece stendere sul lettone e cominciò a spalmarmi l’olio su tutta la schiena.
All’inizio non capii quel gesto, non era da lui una tenerezza simile, ma poco dopo si mise a massaggiarmi il sedere, con movimenti circolari, ma cercando di volta in volta di allargarmi le natiche un po’ di più.
Mi godevo quel trattamento, ma piano piano cominciai a collegare i pezzi del puzzle: la stanza pagata, ‘voglio qualcosa in cambio’, l’olio, la tenerezza’ quando mi furono chiare le sue intenzioni ormai stava già giocando attorno al mio buchino con le dita impregnate di unguento.
Io non dissi niente, e lui era troppo concentrato a prepararmi per parlare: continuava col suo massaggio che presto diventò una esplorazione accurata del mio retto’
mi infilò dentro un dito, e devo dire che la sensazione fu piuttosto gradevole.
Poi le dita divennero due, e qui già la gradevolezza era finita.
Cercò addirittura di allargare le due dita all’interno del mio ano, ma un mio urletto lo fermò: non si fa così, ci vuole un po’ di delicatezza.
Tolse le dita, finì di spogliarsi’ era molto eccitato, e io non lo avevo nemmeno toccato (mi disse poi che anche per lui era la prima esperienza di sesso anale).
Tornò a dedicarsi a me, mi fece mettere carponi sul letto, e si mise a stimolarmi il forellino, coprendo le sue manovre con abili massaggi al mio clitoride, mi stavo lasciando andare, e allora rimise le dita dentro. Stavolta le sentivo meno, forse perché ero concentrata più sulle sensazioni che provenivano dalla mia micetta.
Le tolse di nuovo, e decise che era arrivato il momento: si avvicinò in un modo che a me parve lentissimo, ma probabilmente questa sensazione era dovuta all’ansia che provavo. Si appoggiò al mio culetto e spinse. Penetrò un po’ con il glande, ma non mi aveva fatto male, solo un leggero fastidio, come quando si ha il bisogno di andare al bagno. Con poche altre spinte penetrò fino in fondo, e in breve la sensazione di pienezza che mi sconvolse divenne talmente invadente da non lasciare spazio ad altro.
Lui continuava a toccarmi anche davanti, con un po’ di difficoltà, ma quasi non me ne accorgevo, la mia mente aveva spostato le sue attenzioni dalla porta davanti a quella di dietro, e quello che sentivo era fantastico.
Mi scoprii a gemere sempre più forte, fino ad emettere degli urletti di godimento. L’orgasmo giunse in poco tempo, sia il mio, sconvolgente, sia il suo’ povero caro, era troppo eccitato per resistere oltre.
Stravolti, ci lasciammo andare alle braccia di Morfeo poco dopo, giusto il tempo di commentare l’accaduto con la tipica esaltazione dovuta al particolare momento, tipo: ‘&egrave stato fantastico’, ‘anche per me’, ‘non avevo mai goduto così tanto’, ‘a chi lo dici’, ‘davvero ti &egrave piaciuto?’, ‘proprio tanto’, ‘ma allora sei davvero una porcellina” avete capito, no?
Come ho detto, lì per lì mi piacque molto’ ma ne pagai le conseguenze il giorno dopo; mi svegliai molto presto mentre lui ancora dormiva, con un bisogno di andare al bagno tanto forte che credevo, scusate i termini, che me la sarei fatta sotto (e intendo la popò). Mi alzai per recarmi alla toilette, e già in quel movimento mi accorsi che non era proprio tutto a posto, e quando mi sedetti sulla tazza’ il mio ano fece moooooolta meno resistenza del solito, ma nonostante questo sentii un forte fastidio nell’espletare i miei bisognini.
Chiudo questa parentesi di cattivo gusto, che però era necessaria per spiegarvi che non &egrave stato tutto rose e fiori, e vi rassicuro: il fastidio passò già il giorno dopo e, sebbene il mio buchino non abbia mai più riacquisito la sua morsa s’acciaio, decisi ben presto che il piacere che avevo provato valeva bene questa piccola scocciatura.
Da quel momento in poi anche il sesso anale non fu più un tabù, e lo pratico con molta gioia.
Ma, come già detto, ogni volta che chi &egrave nelle mie condizioni supera un limite, ce n’&egrave sempre un altro pronto ad aspettare’

Ringrazio tutti coloro che mi hanno scritto per farmi i complimenti, li ho molto apprezzati.
Così come ho apprezzato i consigli che mi avete dato: mi sono sforzata di correggere quella che &egrave stata la ‘critica’ più diffusa, e cio&egrave la mancanza di particolari. Ho provato a essere un po’ più specifica, anche se credo che il mio stile di scrittura in questo modo ne risenta’ ditemi voi.
Una sola richiesta: se mi scrivete con la sola intenzione di provare a conoscermi perché siete della mia zona o per ottenere qualcosa da me (foto, numero di cellulare, appuntamenti), evitate, &egrave tempo sprecato sia per voi che per me.
Invece sono molto interessata a conoscere critiche, consigli, suggerimenti, o vostre esperienze’ mi &egrave arrivata una mail con una fantasia che aveva me per protagonista, devo dire che mi &egrave davvero piaciuta la sensazione di essere al centro dei pensieri di qualcun altro, perciò se volete scrivetene ancora! bruttinaporcellina@yahoo.com
Infine, per rispondere a quella che sembra essere la FAQ per eccellenza: quello che racconto &egrave una verità romanzata, per lo più reale, ma con qualche particolare esagerato.

P.S. Il ragazzo che ha posseduto per primo il mio sederino mirava proprio a quello e pochi giorni dopo mi ha scaricata, non prima di avermi allargata un altro pochino’ così &egrave la vita!
Non avevo mai fatto sesso con un’altra ragazza… qualche bacino, rapide toccatine quasi per gioco, ma niente di più; e questo in un certo senso &egrave strano, perché da quello che mi hanno raccontato le amiche a molte capita di avere le prime esperienze con persone dello stesso sesso, quasi come un banco di prova. A me no, io mi ero buttata direttamente nella mischia, ma anche questa lacuna era destinata a essere colmata presto.
Era il periodo dell’erba e dell’alcool a fiumi, quel periodo che quasi tutti i giovani si trovano ad attraversare nella loro crescita, prima di mettere la testa a posto.
Non passava sera senza che mi sballassi, in uno o nell’altro modo, meglio entrambi.
E fu proprio in una di queste serate che successe. Non lo dico per discolparmi o per trovare una scusa, anche perché non ho rimorsi per quello che ho fatto, però sicuramente non sarei arrivata a tanto se avessi avuto il cervello in funzione.
Nel mio paese le “carovane” di amici usano affittare dei garage, o altri locali che affaccino sulle strade, e adibirli a ritrovo comune. Sono come porti di mare, la gente va e viene, anche perché le compagnie mediamente sono composte da una cinquantina di persone. Spesso, quando piove o non si ha di meglio da fare (cio&egrave quasi sempre) si passa la serata lì, a fare esattamente le cose che ho detto prima.
Beh, non solo quelle, &egrave ovvio.
Quando l’alcool comincia a entrarti nelle vene, lo sapete tutti, &egrave difficile controllarsi, e lì quando si trattava di bere non si tirava indietro nessuno, così si finiva spesso invischiati in attività non proprio perbeniste, quali strip-poker e altri giochini erotici (magari un giorno vi racconterò anche una di queste serate). I ragazzi della mia compagnia in pratica avevano avuto tutti l’onore almeno di vedermi nuda, quindi verso di loro non avevo più pudori, ma questo comunque non giustifica quello che avvenne quella sera.
Non mi ricordo bene come ci arrivammo, ma i ragazzi riuscirono a lanciarmi una sfida, non credevano che avrei mai baciato la mia amica Sara. Io dimostrai subito che non era vero schioccandole un bel bacio sulle labbra.
Ma loro non erano soddisfatti e dissero che non era quello il tipo di “bacio” che avevano in mente. Io cercai di interpretare le loro parole, guardai negli occhi Sara chiedendole con lo sguardo di lasciarsi andare e di non preoccuparsi; evidentemente anche lei doveva essere parecchio fatta perché non aveva un viso molto intelligente, ma forse era solo dovuto allo stupore.
Presi la sua espressione per un sì, mi avvicinai a lei e ricominciai a baciarla, stavolta più a lungo, e presto cercai di violare le sue labbra con la mia lingua. Violare &egrave un termine esagerato, perché la sua bocca non fece alcuna resistenza, e in breve le nostre lingue si ritrovarono intrecciate.
La sensazione era fantastica, mi stavo quasi dimenticando che non eravamo sole, ma a ricordarmi della presenza di altre persone ci pensarono i fischi di approvazione di alcuni ragazzi.
Così ci staccammo, ma uno dei ragazzi disse che non avevo capito bene la sfida, e che nessuno aveva parlato di baci in bocca.
Credo di aver avuto un’espressione tra l’interrogativo e il meravigliato, perché gli altri mi guardarono come se venissi da un altro pianeta, ma il ghigno sul volto del ragazzo che aveva pronunciato quella frase, cominciò a chiarirmi la situazione.
Nonostante questo, non feci altre mosse, e lui continuò: “lo so benissimo che una come te non si fa problemi a dare un bacetto sulle labbra a un’altra ragazza. Quello che mi piacerebbe sapere &egrave fin dove &egrave in grado di spingersi e se saprebbe baciare anche altre labbra”… e qui partì la risata generale; anche se la battuta non era niente di che, anzi era proprio scontata, tutti si misero a ridere, tutti tranne me e Sara, ma mentre lei continuava ad avere lo stesso sguardo di prima, io in quel frangente presi la decisione che avrei stupito tutti… e in questo mi aiutò la nebbia che aveva avvolto la mia mente.
Mi avvicinai di nuovo a Sara e le misi una mano sotto la gonna… a questa mia mossa tutti smisero di ridere e mentre qualcuno cercava di riportarci all’ordine dicendoci che era uno scherzo, altri li zittivano, ma io ormai avevo deciso che sarei andata fino in fondo, a meno che non mi avesse fermato Sara, che però non dava alcun segnale in tal senso.
Le afferrai le mutandine e le tirai verso il basso finché non scesero alle sue caviglie, poi mi inginocchiai ai suoi piedi e infilai la testa sotto la sua gonna… un suo mugolio fece capire a tutti che avevo portato a termine la sfida, così riuscii allo scoperto per ricevere gli applausi degli astanti.
Intanto Sara era rimasta con le mutandine abbassate e divenne rossa in volta, prima di scoppiare in lacrime. Si tirò velocemente su gli slip e corse fuori dal locale.
Tentai di seguirla ma la raggiunsi solo al portone di casa sua (poco lontano dal locale). Cercai di scusarmi e farmi perdonare, intuendo il motivo delle sue lacrime, ma lei mi spiazzò: “non piango perché ce l’ho con te, certo un po’ ero imbarazzata a stare così davanti a tutti, ma quello che mi ha fatta preoccupare &egrave stato che dopo i tuoi baci mi sono sentita sempre più eccitata e quando ti sei infilata sotto la mia gonna ho sentito la mia micetta che si inumidiva… però a me piacciono gli uomini… almeno credo”.
La vedevo così indifesa, insicura, con le lacrime che ancora le rigavano il volto, non seppi resistere: la baciai di nuovo. Mi fermai per vedere se andava tutto bene, il suo sorriso mi fece capire di sì.
Decidemmo di salire a casa sua, ai suoi disse che dormivo da lei, capitava spesso, anche se era da un po’, in effetti..
Ci rinchiudemmo in camera sua e ricominciammo da dove avevamo terminato. Poi le chiesi se se la sentiva di proseguire, fece cenno di sì con la testa.
La feci stendere sul letto e le levai le mutandine, lei schiuse leggermente le gambe, io gliele divaricai e mi avvicinai a quella passerina pelosa, già imperlata di umori, allora era vero che si era eccitata! Prima le diedi dei bacini, poi tirai fuori la lingua e cominciai a passarla lungo tutta la fessura; a lei piaceva e me lo dimostrava dimenando il bacino.
Nel frattempo lei si sfilò maglia e reggiseno rivelando due tette grandi e morbide. Le avevo già viste nelle docce della palestra e in altre situazioni, ma ora mi sembravano bellissime, soprattutto paragonate alle mie piccoline.
Allungai una mano e presi a massaggiarle mentre con la bocca esploravo l’interno della sua fonte del piacere, che produceva sempre più liquidi.
A un certo punto lei si ridestò dal torpore dell’eccitazione e notò che io ero ancora vestita, e non lo trovava giusto. Mi denudò completamente e si dedicò alla scoperta del mio corpo, passò per gambe, pancino, seni, ma presto venne attirata dalla mia fichetta e cercò di ripetere il trattamento che le avevo riservato prima.
Scariche di piacere mi avvolsero, era un servizio che non ricevevo spesso dai miei partner maschili, e comunque non con così tanta cure. Sara sembrava avere un tocco vellutato, un dono di natura, era difficile pensare che era la prima volta.
In breve mi portò ai livelli di guardia di eccitazione, la feci girare sopra di me e ci demmo piacere reciproco nel più classico dei 69, e meno male che avevamo le bocche impegnate sennò ci avrebbero sentito in tutta la casa. Quando mi alzai avevo il viso completamente bagnato dei suoi succhi, ma ero molto soddisfatta.
Quando ci fummo riprese lei mi disse che mi aveva presa un po’ in giro e che aveva già avuto questo tipo di esperienze, il suo pianto era solo una tattica per “farmi cadere in trappola”. Io non me la presi, anzi, la ringraziai per avermi aperto anche questa porta.
Vi confesso che ripetemmo altre volte l’esperienza, prima di perderci di vista, ma io tuttora non disdegno la compagnia di qualche graziosa fanciulla, meglio se accompagnata dal suo cavaliere.

Grazie a tutti quelli che mi scrivono, continuate a farlo: bruttinaporcellina@yahoo.com
Ringrazio anche coloro che hanno scritto fantasie con me come protagonista, le ho molto gradite!
Avrete notato che non descrivo molto le fasi sessuali quando entrano nel vivo… quello che mi preme di più &egrave raccontarvi le situazioni e come ci si arriva, ma se volete maggiori particolari modificherò il racconto…

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