Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Marina. La signora adora il mio cazzo.

By 3 Marzo 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Marina, 46 anni, amica di famiglia della mia ragazza.

Era sempre a casa dei miei suoceri in occasione degli
eventi: compleanni, cene, festività.

Era sposata con Vincenzo, titolare di una ditta di infissi,
molto conosciuta in paese.

Lei &egrave molto bella, nonostante l’età che avanza, una biondona
alta 1.70, pelle chiara, naso pronunciato (alla Selen), fisico imponente,
tettone prorompenti e culo grande e rotondo. Polpacci torniti, accentuati dai
tacchi o dalle zeppe vertiginose che indossa perennemente.

Siamo entrati subito in sintonia, &egrave una donna, bench&egrave non
diplomata, molto intelligente, sveglia. Non ha continuato gli studi perché
proveniente da una famiglia umile, dove lavorare era più importante. Era una
parrucchiera quando ha conosciuto Vincenzo, lui era cliente del salone, ed &egrave lì
che si sono conosciuti, &egrave lì che &egrave iniziato il corteggiamento. Lui l’ha portata
fuori di lì e l’ha trasformata in una signora, invidia di tutte le donne del
paese. Guida un Bmw X5, veste Gucci, e alcune volte risulta addirittura troppo
volgare nell’ostentare, ma sempre nei limiti.

Mi fa sempre un sacco di complimenti, dice che ho un viso
molto cinematografico, che con il mio taglio di occhi potrei fare l’attore.
Apprezza molto il mio modo di vestire, il mio abbinare i colori sempre con
sobrietà e originalità. Insomma, c’&egrave molta simpatia.

La molla scattò durante un battesimo a Luglio. Al
ricevimento ci sedemmo di fronte. Lei indossava un vestito dorato con una
scollatura scandalosa, le sue tette trasbordavano in tutta la loto floridezza.
I tacchi, sempre dorati, erano altissimi e mettevano in risalto i suoi polpacci
e il suo culo grande ma tenuto su benissimo.

Quando si usciva fuori a prendere aria non mancavo mai di
accompagnarla, per poi sbavare sulle sue cosce accavallate mentre era seduta
sulla panchina a parlare con le altre donne invitate. Fu una bella giornata,
parlammo molto, ci divertimmo.

Una settimana dopo, una domenica mattina, dopo aver fatto
tardissimo il sabato notte, ecco che alle 9:30 squilla il cellulare, non
conosco il numero, rispondo:

“Ciao, sono Marina, ti ho svegliato?”

“Marina chi?”

“Stai proprio rintronato. Non riconosci la mia voce? Marina,
la moglie di Vincenzo”

“Ehi, ehi ciao. Scusami. Dimmi”

“Scusa se ti disturbo, ma Vincenzo &egrave andato a Reggio per
montare le finestre a un buon cliente, tanto da lavorare di domenica, i ragazzi
non ci sono, hanno preso la macchina e sono andati a mare, e io sono rimasta a
piedi e mi serve dal negozio di materiale elettrico, se &egrave aperto, oppure
all’ipermercato, una riduzione per la spina del phon. Ho appena spaccato la mia
e sono rimasta con i capelli bagnati”.

Non riuscivo a credere che stesse rompendo il cazzo a me
alle nove di domenica mattina per una cazzo di spina, ma tutto quello che
riesco a dire &egrave:

“Ok, arrivo tra poco”

Evito di andare a cercare in giro, ne prendo una da casa,
dato che ho una buona scorta.

Esco di casa, salgo in auto, arrivo da lei dopo dieci
minuti.

Il grande cancello del villino &egrave aperto, entro con l’auto
nel giardino antistante l’abitazione. Scendo, suono il campanello, ma la porta
&egrave aperta. Entro.

“Marina?”

Nessuna risposta

“Marina, ci sei? La riduzione per la spina”

Sento una voce alle mie spalle, proviene dalla sala di
pranzo , mi volto, c’&egrave lei.

E’ appoggiata sotto l’arcata in granito avvolta in un
asciugamano bianco che a malapena riesce a coprire il suo inguine. Le stesse
tettone sono costrette a fatica nella morsa del telo. Con i capelli biondi,
umidi, e a piedi nudi, issata sulle punte smaltate di rosso, come una pantera
mi dice:

“Ehi, grazie per essere venuto”

Io non ho parole, &egrave una situazione imbarazzante, ma il suo
sguardo parla chiaro. Che situazione. Non ero pronto.

“Ecco”

Le vado incontro con la riduzione porgendola

“Grazie” risponde lei
mordendosi le labbra e guardandomi dalla testa ai piedi, sempre appoggiata
all’arcata e giocando con la riduzione appena presa tra le mani.

“Mi spiace così tanto averti svegliato, di domenica, dopo un
sabato sera sicuramente concluso qualche ora fa. Guarda che faccino stanco che
hai – dice accarezzando la mia guancia destra – dovresti odiarmi”

Cerco di sdrammatizzare anche se effettivamente ha ragione

“Ma no, lascia stare. Guarda come eri ridotta, saresti
rimasta così fino a stasera se non fosse stato per me”

Si sgancia dall’arcata, sempre sulle punte delle dita si
atteggia

“Perché? Non mi sta bene questo abbigliamento? – dice
sculettando con fare da puttana, sorride – dici che dovrei andare a cambiarmi?”

Io sono imbarazzato ma allo stesso tempo sento il primo
durello dal basso, il mio cazzo inizia a rispondere agli input che invia quella
vacca in calore. Rispondo:

“Sarà anche Luglio, ma se resti così tutta nuda e umida
rischi di prenderti un malanno”

Sorride lei

“Nuda dici? – guardandosi – non mi sembra….ora sono nuda”
esclama la troia slacciando l’asciugamano all’altezza del seno e restando
completamente nuda con le bocce enormi che balenavano davanti ai miei occhi.

“Cristo” esclamo con un filo di voce. Sono impietrito, &egrave uno
spettacolo. Le sue forme sono esagerate, il seno, i fianchi, le coscione e i
polpacci per poi concludere con le dita smaltate di rosso come le migliori
puttane.

Si avvicina a me, con fare felino, cinge la mia testa con
una mano e mi bacia, ficcando la lingua nella mia bocca.

Non perde tempo: infila subito una mano nei miei bermuda
beige per assicurarsi della mia eccitazione, il mio cazzo appena accarezzato si
drizza. Non contenta la vacca fa saltare il bottone e abbassa la zip, i bermuda
cadono inesorabilmente alle mie caviglie. Con decisione afferra la molla dei miei
boxer e fa uscire fuori il mio cazzo duro e pulsante. Lo afferra, con forza, lo
sega, con maestria e dolcezza.

Continua a baciarmi, sega ora più veloce, lo vuole più duro.
Si stacca dalla mia bocca, si accovaccia, sega e guarda con desiderio il mio
cazzo, mi guarda negli occhi, sorride “che bel cazzo, grosso, tosto, da
ciucciare” e aprendo la bocca lo fa scomparire, succhiandolo e mantenendolo
diritto tenendolo alla base con la mano destra.

Le sue spompinate sono intensive, lo tiene in bocca per
tanto tempo, poi lo fa uscire grondante di saliva, lo sbatte sulle sue guance,
e con sguardo da puttana guardandomi dal basso mi dice “mi piace succhiare i
cazzi, il tuo mi piace tanto” e lo rimette in bocca.

Vorrei che non finisse mai, &egrave fantastica. Ma ecco che si
alza, si dirige verso il salotto, c’&egrave un divano molto grande, si issa sul
bracciolo, anche questo abbondante, tanto da accogliere comodamente tutta la
sua mole. La vacca si adagia e spalanca le sue coscione da maiala, stuzzica il
suo clitoride e infila due dita nella sua fica e ansima “mmmmh, vieni qui,
vieni a leccarmi la fica”.

Mi inginocchio, afferro le sue cosce, carnose. La tiro a me,
lei sussulta, vado deciso con la lingua verso la sua fica, bagnatissima,
pervasa dal profumo dei suoi umori. Affondo la lingua nella sua fessura,
raccolgo i suoi umori, la puttana già rantola “mmmmh uhm, che bravo, sì lecca”.
Affondo la lingua più che posso, poi salgo su verso il clitoride, duro,
pronunciato, lo divoro. Slinguazzo e sputo, lecco, lei impazzisce “no no basta,
così mi fai venire – dice la troia ansimando – scopami, per favore scopami”.

Mi alzo in piedi, mollo uno schiaffone portentoso sulla sua
natica sinistra mentre &egrave ancora seduta sul bracciolo del divano “aaaah” accusa
il colpo la puttana. Mi ripeto “aaaah sì che bestia che sei” esclama la vacca
tra dolore e godimento.

La afferro per i fianchi, larghi, da sfornapargoli. Do due
smazzate al mio cazzo per farlo arrivare alla giusta durezza, &egrave tosto. Punto
alla sua fica allagata, la penetro. La troia &egrave caldissima, la pompo poggiando
entrambe le mani sul divano e sovrastandola con il mio corpo. Non ci metto
molto a prendere un ritmo veloce e violento, sento che per fortuna sono lontano
dalle avvisaglie di schizzate (grazie alla scopata di poche ore prime nel sabato
notte), e quindi posso sbatterla con forza e farla godere come una cagna
nonostante la mia grossa eccitazione.

Sotto i miei colpi le sue tette enormi si muovono su e giù,
le fisso, &egrave un movimento ipnotico che spezzo schiaffeggiando le sue mammelle piene
e stringendo i suoi capezzoloni grossi e duri. Alla puttana piace “aaaaah aaaah
ahhhh sì scopami, fottimi, così, non ti fermare, non ti fermare”.

Esagero con il ritmo, la posizione non &egrave comodissima e
finisco per sfiancarmi. Lei se ne accorge.

“Bello il mio piccino, questa gran puttana lo sta facendo
stancare. Ora ci penso io” e così dicendo mi fa uscire dalla sua fica e mi fa
accomodare sul divano. Mi allarga le gambe, e ricomincia con un pompino da
sogno. Il mio cazzo durissimo e grondante dei suoi umori viene abbracciato dalle
sue labbra morbide e sapienti. Va su e giù con la testa con estrema dolcezza,
il mio cazzo scompare e ricompare, poi mi guarda dritto negli occhi, afferra il
mio cazzo, lo alza verso su come fosse un pesce appena pescato e va dritta alle
mie palle, leccandole e inghiottendole nella sua bocca una alla volta.

Stacca la bocca dal mio cazzo, lo guarda sempre con
desiderio, lo sega “io adoro questo cazzo, &egrave così duro” dice guardandomi negli
occhi lussuriosa. Ci sputa su, e alzandosi si mette in piedi sul divano. La
guardo dal basso verso l’alto, &egrave titanica.

Ecco che scende, afferra il mio cazzo, e lo porta verso la
fessura della sua fica, inghiottendolo.

E’ sempre caldissima, ma adesso comanda lei. Fa entrare
tutto il cazzo dentro la sua fregna e cavalca come un’ossessa. Mi afferra per
la spalle e spinge con il bacino in maniera furiosa, &egrave incontrollabile. Le
tettone sbattono violentemente sul mio viso, lei gode e cavalca “aaaaah sì, che
cazzo duro che hai, aaaah che bello saltarci sopra, aaaah”.

Sono stanco di essere passivo, anche perché se non muovo
anche io il bacino rischio di farlo mosciare.

Spingo il mio culo verso il basso, quasi a non poggiare più
con le natiche sui cuscini del divano. Afferro il suo culone da vacca, lascio
partire due schiaffoni ben assestati che la fanno ansimare “aaah, che vuoi
fare?”.

Con tutta la forza che ho la blocco con entrambe le mani
tenendola per il suo culone, e con il bacino la sfondo con veemenza. Lei cade
in trans, &egrave un godimento continuo, il mio cazzo che entra ed esce a gran
velocità dalla sua fica bagnata &egrave per lei piacere assoluto.

Non si controlla più. Urla, colpisce il divano con delle
manate. Io intanto affondo il mio viso tra le sue tettone sudate che sbattono
una contro l’altra.

Ora si aggrappa più forte al divano, immobilizza il bacino,
inarca la schiena. I suoni che escono dalla sua bocca sono più secchi “aaah
aaah aaah aaah” e subito dopo, un secondo di silenzio, un rantolio, capisco che
sta per venire. Assesto con il mio cazzo di marmo due colpi micidiali, e la
troia libera il suo orgasmo “aaaaaaaah aaaaaaaaaaah ooooooh”.

Continuo a sbatterla, con forza, soddisfatto di averle fatto
raggiungere l’orgasmo. Ma lei sopporta la cosa per un altro solo minuto “basta
basta, cambiamo posizione”.

La faccio alzare, la puttana &egrave tutta sudata, stravolta, il
viso gaudente, sorride isterica. La spintono verso il tavolo di legno pregiato
del salotto “vai verso il tavolo puttana, appoggiati con le mani su e piegati”
le dico.

“No, sono grondante di sudore, macchierò tutto il legno” si
oppone. Mollo l’ennesimo schiaffone sul suo culo abusato “ho detto vai verso il
tavolo. Voglio scoparti a pecorina”.

La vacca, scosta i suoi capelli biondi, non dice una parola,
e forse eccitata per il mio fare autoritario va verso il suo tavolo, e si
posiziona esattamente come volevo io.

Mi metto dietro di lei, la afferro per i fianchi, il mio
cazzo &egrave ancora un pietra. Entro nella sua fica.

La scopo con violenza, non curante della mia eccitazione
massima. Il mio bacino ossuto sbatte contro il suo culo carnoso e morbido che
lo accoglie a ogni botta. Schiaffoni terribili partono dalla mia mano, e si
infrangono sempre su quel culo, sempre più rosso, sempre più arrapante.

Sento che sto per venire, voglio godermi gli ultimi colpi.
Le faccio inarcare la schiena, afferro le sue tettone penzolanti ed entrando
tutto dentro con il cazzo mi avvicino al suo orecchio e le sussurro “sto per
venire puttana, sto per schizzare, vuoi la mia sborra?”

Lei infilzata dal mio cazzo risponde affannosa “siiii ti
prego, schizzami, schizzami in bocca”.

“Sei proprio una maiala” dico. Esco il cazzo dalla sua
fregna esausta e la faccio accovacciare.

“Segalo e fammi schizzare” le ordino. Lei afferra il cazzo,
ancora mezza intontita, scosta i capelli sudati dal viso, mi mostra il suo
viso. I suoi occhi fissano i miei, sono ancora vispi. Spalanca la bocca, esce
la lingua, sega con forza il mio cazzo, &egrave uno spettacolo troppo eccitante per
non sborrare su quel corpo formoso e schiavo del mio cazzo “uuuuuuuhmm” vengo
con fiotti violenti che colpiscono il suo viso, la sua lingua, e le sue
tettone. Finito di schizzare, si fionda con la bocca sulla mia cappella gonfia
e ripulisce tutto, raccogliendo anche lo sperma presente sul suo seno.

Si alza in piedi, completamente nuda, e sculettando va verso
il bagno. Voltandosi mi dice “mi sa che mi tocca un’altra doccia”.

Leave a Reply