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Racconti Erotici EteroTradimento

Martina e Lorenzo – seconda ed ultima parte

By 24 Aprile 2020One Comment

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Martina e Lorenzo- seconda ed ultima parte

La lasciò sola  a riflettere su quanto avvenuto. Martina si “ritrovò” nuda semidistesa sulla poltrona. Si toccò la vagina sentendola ancora colma degli umori suoi e di lui. Con movenze incerte recuperò gli slip ed il vestito e si rivestì. Poi tornò al suo ufficio.

Quella sera all’ora di chiusura Lorenzo passò da lei che era ancora sconvolta per quanto accaduto e non riusciva a trovare una razionale via di comportamento.

Lorenzo colse la sua difficoltà e le disse: ti accompagno a casa. La prese ponendole una mano sul fianco e come guidando una bambola la portò all’auto.

Avviò e si indirizzò verso casa. Martina aveva lo sguardo appannato ed era persa nei suoi pensieri , solo quando l’auto si fermò si rese conto di essere in un garage. Lei non aveva un garage , non aveva neanche l’auto. Chiese : ma dove siamo?

Lui, che si era portato alla portiera di lei , invitandola con un gesto  a scendere dall’auto le disse :è il mio garage; è collegato direttamente al mio appartamento.

(Lorenzo viveva in una splendida villa , più una palazzina che villa, su due piani con uno bellissimo giardino interno circondato da alte mura e alberi  vicino al centro città. Un investimento importante, ma ben riuscito).

Da oggi starai a casa mia e senza farla ribattere la prese per mano portandola al vicino ascensore.

Martina era sempre più confusa, ma incapace di reagire.

Lui la condusse al primo piano che era tutto zona giorno e ,stanza per stanza, le fece vedere come era composto.

Parlava, parlava riempiendola di informazioni che a fatica arrivavano a Martina che ”registrò” solo: un immenso soggiorno, una spaziosa cucina e una zona hobby grande come una palestra.

Poi salirono al piano superiore, la zona notte. Numerose camere, ciascuna con i suoi servizi, si susseguivano. Infine arrivarono a quella che Lorenzo disse che era la sua camera. Era grandissima ed aveva un ampio salotto che anticipava la zona letto, con due poltrone un divano ed un grande televisore che occupava una intera parete.

Nella camera il letto era un king size e a fianco una porta introduceva al bagno che aveva la doccia doppia e una vasca da bagno in cui potevano starci comodamente tre persone. Uno specchio enorme era sopra i doppi lavabi .Sembrava che fosse stato preparato per accogliere contemporaneamente più persone.

Tutto era opulento.

Sia il salotto che la camera erano adornati da foto che l’avevano reso famoso e da specchi che riflettendo tra loro davano un effetto “gira testa”.

Gentilmente le dice: puoi farti una doccia se vuoi, in bagno c’è l’accappatoio e tutto quello che potrebbe servirti.

Lei: ma i miei vestiti?

Non pensarci, domani recuperiamo tutto, ma voglio comprartene di nuovi che siano in linea con la mia donna ed uscì.

Lei rimase con l’eco di quella frase in testa: la mia donna.

Io sono sposata.

Si spogliò e si fece una lunga rilassante doccia. Curò il suo corpo, meno la mente, per almeno un’ora.

Poi asciugandosi si mise un accappatoio che sembrava fosse lì proprio lei tanto le stava perfettamente. Peccato non avesse la cintura per cui si intravedeva il suo nudo corpo.

Entrò in camera da letto e con sorpresa vede Lorenzo seduto sul bordo del letto. Indossava pantaloncini  ed una ampia maglietta a maniche corte di quelle che sicuramente aveva comprato nei suoi viaggi in paesi lontani.

Le chiese: va meglio? Lei accennò un si e lui vieni. Per completare l’opera ti faccio un massaggio. Sai, sono bravissimo a farli.

Su distenditi. Lei con un imbarazzo palese si stese sul letto ancora indossando l’umido accappatoio.

Lorenzo non fece una piega ,così com’era iniziò il suo massaggio ; dalle spalle a scendere sino ad arrivare ai suoi graziosi piedini. Dall’alto al basso e poi risalire.

Era un piacevole, gratificante massaggio e Martina si rilassò al continuato contatto.

Lui disse: devo spostarti l’accappatoio perché è bagnato e frena il mio massaggio. Martina  è rilassata e si lascia andare. La scartabellò come un cioccolatino. Era nuda, di schiena, e lui poteva ammirare i suo lisci capelli, il gentile collo e a scendere le toniche gambe e quel bel culetto che presto sarebbe stato di sua proprietà.

Il corpo nudo gli permette di vedere tutti i suoi particolari .Tanto che non ha difficoltà a vedere il suo piccolo ano e le labbra della fica e la leggera peluria che la circonda.
Ora il suo massaggio a diretto contatto della pelle ed  è più forte. Scende dalle spalle alla schiena al sedere. Adesso ha le mani sul suo culetto , una per natica. E’ un massaggio intenso che si sofferma a lungo sul culetto , sino a che lei preoccupata dice : basta. Adesso sto bene.
Lui : non ti piace il mio massaggio?
Lei : si però…
Ma lui con la mano sulla schiena le impedisce di muoversi .
Le fa allargare le gambe e pone la bocca sul vergine ano chiuso lasciando colare  po’ di saliva sul buchino.

Lei è immobile senza rendersi conto delle sue mire.
Mugola un : cosa fai ?

E lui in risposta le  poggia un dito, ancora intriso della crema utilizzato per il massaggio ,sul buchetto.
Dai, voglio solo massaggiarti ancora un po’.
Sa che è vergine e quindi deve essere cauto e distrarla mentre si prepara a deflorarla.

Porta una mano sotto e  raggiunge la clitoride,  con l’indice e il pollice della mano friziona insieme le pareti più esterne della vagina e la clitoride stessa.

Martina muta subisce, ma il suo corpo reagisce al particolare massaggio tanto che in breve la clitoride si erige eccitata e la vagina si bagna .

Ormai sa di essere preda di quell’uomo

Dopo quello che è successo come può rifiutarsi? E solo sesso e poi lui è gentile con lei,la sta aiutando a superare un periodo molto difficile

 L’altro dito gira intorno all’ano e piano piano si inserisce delicatamente fermandosi al primo serio ostacolo.

Lei dice : fermo.

Lui . rilassati, faccio piano.

Lei : nooo

Bata ancora un po’ di crema del massaggio perché  l’indice scivoli dentro. E’ stretto.
– Ahhi!
– Su da brava, non è niente.
– Ma io non l’ho mai fatto, protesta debolmente Martina.
– E allora? E’ solo un dito…
– Fa piano, ti prego, ho paura di sentire male!
– Non sentirai male e intensificò l’azione sulla  clitoride per darle piacere.
Lo sfintere si è allargato il dito è entrato. entra ed esce sempre più facilmente. Lo ruota. Allarga lo spazio e favorito dalla crema; un secondo dito si introduce.

Martina ansima e  boccheggia come un pesce appena liberato dall’amo, Le dita  vanno dentro e fuori  ogni volta più agilmente. Ad ogni passaggio il buco si apre un po’ di più.

Finalmente sta arrivando il momento. Appena qualche mese fa Martina era inarrivabile  mentre adesso è nuda, pancia in sotto ,con  il posteriore a mia disposizione e le sto facendo un ditalino anale.

Rivedo mentalmente il primo incontro. Il suo lungo vestito a fiori, il caschetto biondo dei suoi fini capelli, gli occhi chiari e limpidi di innocenza, il piccolo seno, I suoi vestiti, semplici e simpatici, sembravano quella di una gentile pulzella di campagna Non era arrapante: eppure, quando parlava, quando gesticolava sorrideva illuminava l’ambiente ed  emanava una sensualità tutta sua. Forse fu proprio tutto questo che mi colpì ed eccitò: il fatto che sembrasse eterea ,irraggiungibile.
Martina geme, un pò di piacere, un po’ per il  fastidio e paura  di quell’introduzione tanto temuta nello stretto pertugio.

Le fora  l’ano ed ogni tanto  per distrarla accarezza più intensamente la zona della clitoride facendola sobbalzare di piacere.
Intanto con rapido movimento si sfila i pantaloncini. Non porta slip ed è già nudo con  il cazzo irto che spinge minaccioso.

Le allarga  le gambe e le pone la punta dell’uccello sul lavorato buchino. Martina non fiata. E’ terrorizzata di quello che sta per accadere.
Le dice: fai un bel respiro adesso e intanto il glande spinge sull’orifizio.

Mentre lei prende il fiato piano piano, ma in modo continuo, glielo spinge deciso. Lo sfintere è superato. Un grido di lei, un attimo di pausa e poi l’avanzata ricomincia fino ad arrivare in fondo.

Le tira fuori le tettine dal reggiseno e ci gioca un po’ cercando di distrarla dal culo violato. Poi inizia  a muoversi. Esce e torna dentro senza toglierlo tutto.
– Ahhhhimmmmmhhh….. uhhh…. ohhhhmmmhhh….

 Fa male ?…

 siiiiohhhh…..
– Davvero? –
– Si  aahhhh.
La cura al suo culetto continua ed è sempre meglio. Lo sfintere anale non fa più troppa resistenza, può osare di più. Esce e rientra. Una, due, tre volte. Le alza il culetto per poter  vedere il buco roseo restare aperto. Dopo un po’ di va e vieni inizia a scoparlo  sul serio.

Un culetto vergine fino a un quarto d’ora fa e adesso bello aperto.

E’stato attento, gentile ,ma ora può inaugurare per bene quel bel culetto. La fa girare alla pecorina, rannicchiata con i gomiti poggiati sul letto, le gambe appena divaricate e la rosina del culetto già socchiusa.
Non c’è bisogno di usare le mani o altra crema per aprirlo, è già pronto. Si alza in piedi sul letto, abbassa le ginocchia e dall’alto punta il pene all’entrata. In questa posa perversa il suo cazzo entrerà tutto.

Che bel culetto culo che hai Martina. Me lo prendi e me lo stringi tutto.

Non dire cosi, fa male, fai piano

Va bene faccio piano, ma te lo voglio aprire tutto

Piano ohhhh…. pianoooo….
Poi Lorenzo si solleva e sfila l’uccello. L’ano resta aperto che è un piacere.
Dai ancora un pò e non avrai più male e glielo infila di nuovo dentro.
Alterna affondi lenti ad altri rapidi e ha il gusto di sentirla gemere.

Inizia a  piacerti? Toccati la passera . Masturbati.

Aspetta di sentire il suo piacere crescere. Non si lamenta più. Per lui è sufficiente. Aumenta il ritmo della sgroppata; non resiste più a quello stretto culetto.

Dice vengo e scarica in lei tutto il suo sperma
Poi il silenzio riempito da tante carezze a quel bel corpicino.

Le chiede se tutto va bene

Dice che le brucia, che le fa ancora un po’ male
Lui: lo so, all´inizio non è facile , ma hai visto… Sarà sempre più semplice prenderlo e ti piacerà molto. E poi, scusa, almeno non rischi di rimanere incinta.

Il silenzio  di lei sembrava chiudesse la conversazione

Ma lui: e poi è solo colpa tua . Hai un culetto  troppo bello. Non capisco come tuo marito non abbia mai insistito…

Silenzio, e nel silenzio stanchi per l’intensa giornata si addormentarono nudi sotto il lenzuolo.

Durante quella notte Lorenzo si svegliò mentre lei dormiva profondamente. Gli girava le spalle con quello splendido, non più vergine, culetto che lo attraeva come una calamita. Si appoggiò con il bacino ed il calore del contatto fu sufficiente per dargli una nuova erezione.

Scostò il lenzuolo che li copriva e potè vedere al chiaro scuro il rilassato culetto .

Aveva l’uccello duro come fossero giorni che non facesse sesso . Appoggiò la punta allo scuro piccolo antro e lo puntellò per accertarsi di non sprecare con una spinta sbagliata l’occasione ; doveva entrare al primo colpo

Nel sonno Martina sente l’ uccello poggiarsi sull’ano, ma dorme è solo una strana sensazione che diventa realtà quando il glande di lui con una sola spinta ha superato lo sfintere facendola svegliare di colpo.

Ahh …cosa fai …nooo

Ma il suo uccello è dentro e la sua mano e già a giocare nella sua vagina

Passato il traumatico momento Martina si rende conto che è già penetrato nel culo e che in fondo non sente più tanto male ,solo un leggere fastidio che pian piano sparisce e allora  lo accoglie senza remore, nelle sue viscere, rilassando il corpo.

Lui abbondona la vagina con la mano e le sussurra in un orecchio: masturbati.

Porta le mani sulle sue tettine .Le stringe, le manipola,  le strizza tirando i piccoli capezzoli.

Martina, per la prima volta, sente piacere da quell’insolito accoppiamento.

La sua manina sfiora la clitoride come quando era una giovane vergine ragazzina e sente il calore del piacere salirle alla testa e inconsciamente muove il culo andandogli incontro

Lorenzo sente la sua diversa partecipazione e allora la sposta mettendola alla pecorina, ma vuole la sua lingua a suggellare la nuova intesa . Glielo dice. La testa di Martina ruota a sinistra e la sua linguetta spunta unendosi con sforzo per la difficile posizione a quella di lui. Le lingue si toccano sfiorandosi , ma per Lorenzo è sufficiente. E’ la condivisione.

La lascia facendola tornare nella posizione più comoda . E’ adesso galoppa su lei. Il suo cazzo come un trapano le lavora il condotto anale. L’intensa sgroppata termina quando lei , continuando ad accarezzarsi, dice: vengo, ooh godo. Allora anche lui dando gli ultimi intensi colpi dice; anche io e si lascia cadere su lei dopo avere ancora riempito di sperma il suo culetto.

Al mattino le prime luci li trova ancora uno attaccato l’altra.

E’ tardi devono andare in studio. Una doccia veloce insieme e …no Lorenzo non ce la fa, non può rinunciare ad un buon inizio. La prende in braccio ed ancora tutta bagnata la pone sul letto. Si inginocchia tra le sue gambe e  sa cosa fare; con le dita apre delicatamente le labbra della vagina, prima con la lingua la spennella facendola bagnare, quando la  clitoride inizia ad eccitarsi la prende tra le labbra e con la lingua dandole leggeri morsi a risucchi violenti si accanì su essa mandando fuori giri Martina che impazzi al tocco delle sue labbra.

Lorenzo si chiese se mai nessuno le avesse leccato la figa e continuò a masturbarla in quel modo. Martina si sentiva impazzire. La bocca arsa e aperta con la lingua che si muoveva all’impazzata , il cuore che le sembrava scoppiasse. Si sentiva bruciare di un fuoco di piacere  tra le cosce .Urlò il suo godimento e continuò ad urlare  quando lui dopo averla portato all’orgasmo continuò a mangiarle la vagina.

Gli teneva le mani sui capelli. Sembrava che la testa di Lorenzo, la sua bocca , fosse entrata in lei.
All’ennesimo clitorideo orgasmo gli chiese di smettere, ma lui non ascoltava. Si fermò solo quando la vide come una marionetta senza fili di sostegno stendersi , sfinita e distrutta, sul letto rinunciando ad ogni difesa  o partecipazione.

Solo allora si interruppe e asciugandosi con la mano le labbra bagnate dal piacere di lei si stese al suo fianco.

Disse: allora?

Lei : non pensavo si potesse godere così, e’ incredibile.

Lui mise le labbra su quelle di lei e un profondo lungo bacio li unì.

Era iniziata una nuova vita.

Restarono un po’ in silenzio mentre lui la coccolava le disse : non vorresti ricambiare con le tue dolcissime labbra?

La richiesta era chiara: un pompino da te.

Per lei era come fosse la prima volta che facesse un pompino. Il giorno prima, nello studio, era stata una cosa improvvisa e breve e prima la sua esperienza era stata unica.

Guardò il suo pene. E’ la prima volta che davvero vedeva bene quel pene, Nello studio se l’era “ritrovato” in bocca, poi durante il sesso non è che potesse prestargli così tanta attenzione.

Allo stesso modo non aveva mai guardato quello del marito, ma non può esimersi dal fare un confronto. E’ sicuramente più lungo con il glande più ampio, ma soprattutto è certamente più grosso. Quello del marito riesce a stringerlo in una mano questo no ,avanza un discreto spazio che non riesce a coprire con le dita e poi le dà una sensazione di selvaggio così come è ricoperto da superficiali vene scure.

Pensa che è’ stato questo “strumento” ad entrare in lei , davanti e dietro, e a darle tanto piacere

Questa riflessione dura un amen di secondi , infine guardò negli occhi Lorenzo che aspettava ansioso e poi si decise. Si spostò alla base del letto tra le gambe di lui dove fremente la aspettava il cazzo già parzialmente eretto.

Lo guarda. Lo tocca. Lo stringe tra le dita. Un primo accenno di leccata poi solleva il capo e gli dice : non sono brava. L’ho fatto poche volte.

Lui: non preoccuparti, imparerai

Mise la lingua sul glande e lo guardò di nuovo, per poi passare la sua lingua sopra, forse voleva mostrare l’impegno che ci avrebbe messo .

Poi lo prese  tra le labbra. Lorenzo le disse: pensa a un lecca .

Martina gli dimostrò come imparasse in fretta. Lo succhiava, in apparenza con gusto, con una strana espressione sul viso come fosse stupita di se stessa.

Adesso la lingua spaziava su tutto il tronco e poi tornava su e con la bocca lo prendeva fin dove riusciva. Lorenzo pensò che sarebbe diventata in breve una brava pompinara. Su suo suggerimento gli leccò anche le palle e le suggerì anche di tenergli le palle in una mano carezzandole mentre gli succhiavo il glande.

Poi le disse: non vergognarti, fai quello che ti dico. Mettimi un dito nell’ano. Lei sollevò il capo sorpresa dalla richiesta.

Hai capito bene: mettimi un dito nell’ano. Fai piano. Mettilo dentro e poi vai su e giù come faccio con te . Attenta, mi tocchi la prostata è bello , ma è molto che so, intenso.

Seppure stranita Martina fece quanto chiesto e il viso di Lorenzo assunse una strana espressione di godimento.

Adesso lei lo  pompava con un’espressione assorta come ad impegnarsi a dargli il meglio. Il  cazzo di Lorenzo era lucido e si vedeva come il doppio “assalto” stesse minando  la sua resistenza a rinviare il più possibile l orgasmo.

Ad un certo punto le mette le mani sulla testa cercando di spingere il cazzo fino in fondo, quasi facendola soffocare.

Lei gli tolse il dito dall’ano alzando la mano come a chiedere aiuto. Allora le lasciò la testa , Le disse : sto venendo.

 Succhia ,succhia e bevi tutto.

Per evitare che  lei potesse evitare l’ingoio le rimise le mani sulla testa impedendole la fuga.

Lei succhiò  e le  sue labbra si serrarono sul glande di lui e con una imprevedibile, spontanea azione , fece un profondo  risucchio. Lo sperma di Lorenzo invase la sua bocca mentre lui la incitava a continuare a succhiare

Continuò a succhiare  fino all’ultima goccia. Ingoiò tutto .

Poi soddisfatto Lorenzo le accarezzò i capelli tirandola a sé. La baciò così come prima quando aveva leccato la vagina.

Le disse: brava ,sei stata bravissima . Mi hai fatto impazzire. A ciò corrispose un sorriso felice di lei.

Colto da un dubbio le chiese: scusa se te lo chiedo, ma quanti pompini hai fatto sinora? Non voglio il numero esatto, così per capire.

Lei, con imbarazzo, se non contiamo ieri, due. Questo è stato il secondo. Il primo l’ho fatto tanti anni fa a mio marito, dovevamo ancora sposarci. Non mi era piaciuto: eravamo al buio in auto, in un posto dove non ero tranquilla. Forse anche il caldo, gli odori che sentivo ed infine il sapore del suo …non mi piacque per nulla e da allora mai più. Paolo, mio marito ,doveva essersene accorto del mio disgusto e salvo qualche pallido tentativo non l’abbiamo più fatto

Scusa , ma allora mi viene da domandarti:  allora tuo marito non  te la mai leccata..?

No

Adesso capisco tante cose. Ti rifarai e adesso andiamo che è veramente tardi

Ma andiamo insieme? E se ci vedono. ..sospetteranno.

Non mi frega di cosa possano pensare. Sono o no il proprietario? E poi ci vedono arrivare ed uscire insieme mica ci vedono a letto insieme.

Ma possono immaginare?

Falli immaginare. Cazzi loro

Andarono.

Lorenzo passò la mattina aspettando l’’intervallo di pranzo . Si sentiva ancora eccitato e voglioso. Martina aveva indossato un  vestito che si chiudeva davanti con una lunga fila di bottoni; non vedeva l’ora di “aprirli”.

Mangiarono insieme qualcosa velocemente al bar attiguo poi lui le disse: rientriamo che voglia farti vedere una cosa. E mentalmente: il mio uccello.

La portò nell’ufficio dove ebbero il primo rapporto sessuale. Non fanno in tempo ad entrare che lui la stringe a sé per una famelica limonata poi la fa spostare al tavolo contro il muro su cui c’è uno specchio.

Le dice : sbottonati.

Lei partendo dall’alto apre un bottone alla volta fino a quello sulla pancia. Sotto non ci arriva. Lui: a quelli penso io. La fa girare e li sbottona. La gira nuovamente allo specchio. Il vestito aperto fa vedere il reggiseno bianco e le velate bianche mutandine.

Lui le fa uscire le tettine e da dietro le prende tra le mani.

Ha il pene duro che spinge sul culo di Martina

Le dice togliti le mutandine.

Lei , ma il preservativo?

Non l’ho, prenderai la pillola del dopo. (in realtà anche nei rapporti a venire non usò mai preservativo, gli piaceva scopare a pelle).

Cosi in piedi, profittando della sua superiore altezza glielo spinge nella passera trovandola , a sorpresa , già bagnata.

La scopa in piedi mentre le mani giocano con le tettine

Nello specchio vede come lei apprezzasse il trattamento e le dice: ricorda di masturbati sempre, è più bello. Nello specchio vide come Martina si masturbasse con delicatezza.

La scopò cosi per una decina di minuti poi si sentì stanco . Esce da lei prende una sedia vicina e si accomoda su essa.

Il cazzo sempre dritto preso in una mano . Le dice: siediti sul mio uccello

Vai su e giù.

Scopati e non vergognarti di godere e dillo quando godi

Martina, i piedi poggiati a terra, si alza e si cala sul suo cazzo mentre con la mano si masturba. Lui la aiuta da par suo. Le ha messo un dito nel culo. La doppia penetrazione e le sua dita la stanno facendo venire velocemente. Si guarda allo specchio e quasi non riconosce il viso orgasmato di quella donna che si riflette allo specchio, ma le piace quello sta provando. Lorenzo le sposta un attimo il culo e lei nelle discesa sente il glande appoggiarsi all’ano. Non può fermarsi. Sente il suo cazzo entrare senza attrito nel culo ed è un suo oh di sorpresa e piacere che accompagna la nuova penetrazione . Risale mentre sente un nuovo orgasmo che monta. Di nuovo scende .

Lorenzo ha di nuovo spostato l’uccello che rientra in vagina. L’orgasmo di lei è ormai irreversibile.

Vengo, vengo dice e quando Lorenzo la sente e la vede godere ferma la sua discesa e quando la vagina ha preso tutto il cazzo  sborra e gode anche lui .

Poi fermi, lei ancora seduta su lui. La sborra scivola lungo il pene che lentamente si ritrae dal magnifico buco.

Infine Martina si alza e con la mano ed un fazzoletto di carta si asciuga tra le gambe e poi  mentre si riveste , gli chiede: perché sei venuto dentro, lo sai che ?

Lui :tranquilla prendi questa e le dà la pillola del giorno dopo. Vale anche per ieri; stamattina sono passato dal mio amico farmacista e ho fatto scorta.

Lei , sollevata, la inghiottì immediatamente.

Alla sera tornano a casa da lui senza che lei faccia domande in proposito.

Cinque giorni mancavano al suo rientro a casa dai figlioli e dall’amato marito ed in quei giorni rotto l’argine difensivo Lorenzo sapeva cosa fare.

Il suo fine ormai avrete  compreso non era che fosse amato, lei aveva già un marito, ma che contrariamente ai suoi principi di fedeltà , di unicità di rapporto, fosse sempre disponibile a fare sesso con lui, sesso senza limiti.

In quei cinque giorni le insegna ed insieme provano le cose sessuali più piacevoli.

Andarono insieme a comprare  nuovi vestiti e nuovo erotico intimo. Vestaglie seducenti, reggicalze ed autoreggenti abbinati ad impalpabili mutandine  e reggiseni che facevano tutto meno che nascondere le intimità. Martina scoprì un po’ di cose di Lorenzo:

-ama stare seduto poggiato contro la tastiera del letta a gambe  larghe mentre  lei  tra le gambe lo spompina

– gli piace vedersi allo specchio mentre impegnati in un fantastico sessantanove ha  il cazzo nella bocca di lei, che non è più titubante ad accoglierlo sino in fondo in una bocca sempre piu capace

– ama chiavarla ed incularla alla pecorina mentre il culetto è adornato da un delizioso reggicalze

D’altra parte lei:

– ama  stare  in piedi su lui a gambe aperte che le guarda la fighetta  aperta desiderosa del suo uccello e poi scendere e farsi impalare come una cavallerizza che si alza e si siede sulla sella  godendosi le sue profonde penetrazioni

– le piace  guardare allo specchio la figa aprirsi e l’uccello sparire al suo interno sino a che non gode.- Ha un perverso piacere nel vedere nello specchio lo sperma fuoriuscire scivolando dalla vagina o dall’ano.

– ama tenere e vezzeggiare il suo cazzo in bocca facendolo impazzire di piacere succhiandolo sino a privarlo degli ultimi residui di sperma che golosamente ingoia.

Figa o culo ormai le è indifferente: gode sempre e ha capito che lui preferisce venirle in figa e che ogni giorno deve prendere la solita pillola

Lorenzo le ha anche  insegnato un erotico giochino che non avrebbe mai pensato le potesse piacere.

Quando possibile,  seduti ad un tavolo del ristorante , gli piace allungare la mano, sotto  la gonna o il vestito, tra le sue cosce per toccare i serici peli e le infila le dita nella passera. E se lei vergognosa fa resistenza le dice:vuoi che si accorgano ? Divarica le gambe.

E poi cattura la sua mano  e sotto la tovaglia le mette in mano il pene, già duro e all’aperto, in mano facendosi fare una sega. Una volta arrivò a far cadere una posata sotto il tavolo dicendole se  per favore potesse prenderla  Infilando la testa sotto si ritrovo davanti il suo nudo pene che aspettava solo di essere imboccato. Furono solo due succhiate ma servirono per farlo felice e anche a lei diede piacere.

Quando andarono al ristorante ciò divenne quasi una consuetudine

I cinque giorni ,tra una scopata e altro,  passarono velocemente ed in quel periodo Martina si trasformò. Non era più un ingenua signora , ma una donna che in tutti i modi godeva del sesso e faceva godere.

E’ partita. L’ha accompagnata in stazione .

Indossava il solito vestito da campagna. Era tornata ad essere la gentile signora del paesello.

Rientra una settimana dopo, lui l’aspettava alla stazione .

L’accoglie come fosse la sua sposa con un caldo bacio in bocca

Vanno nella sua casa, in quella che è diventata la loro camera da letto. E’ una nuova Martina ,desiderosa del suo cazzo, quella che entra nel letto.

Scopano e la incula da disperato come se fare sesso fosse linfa di nuova vita. Fu un ora di fuoco.

Poi rilassati parlano della settimana trascorsa. Lui del lavoro effettuato, lei della famiglia: dei problemi a casa, della scuola dei ragazzi, di come stessero vivendo male la sua lontananza.

E tuo marito?

Anche lui non è contento, ma lo fa per me. Sa quanto ci tengo a questa esperienza lavorativa e che deve sopportare questo temporaneo sacrificio.

Lui: vedremo quanto temporaneo, e hai fatto sesso con lui ?

Certo perché non avrei dovuto,,.?

Gli hai dato il tuo culetto? Adesso non sentirai male.

Come faccio .Capirebbe che c’è stato qualcosa di diverso.

Il loro rapporto nei mesi successivi comprese tanto sesso.

Almeno due, se non tre volte, al giorno fanno sesso.

Martina ha scoperto il sesso e con piacere vi si dedica come volesse recuperare il tempo perduto.

Ne è così presa che quando torna alla sua famiglia, trascorsi due/tre giorni non vede l’ora che la settimana trascorra velocemente perchè le manca il sesso con lui. Ciò non vuol dire che non ama la sua famiglia, anzi il forzato distacco gliela resa più cara. Solo è che si è abituata al sesso e fatica a rinunciarvi e non riesce a trovare la stessa soddisfazione sessuale con il marito.

Ma non può chiedere o osare di più con il marito .

E allora anela il ritorno a Milano preparandolo con lunghe nascoste masturbazioni.

E’ passato un anno dal loro primo incontro. E’ stato un anno di intense esperienze lavorative per Martina, ma anche di esperienze sessuali.

Tra le tante esperienze avute ricorda vividamente, il primo  rapporto a tre. Lei, Lorenzo ed un amico di Lorenzo, Paolo.

Un uomo alto , massiccio, ma gentile con un pene pari a quello di Lorenzo.

Non è stato facile per Lorenzo convincerla al rapporto a tre, ma tanto ha fatto che ha ceduto. Ricorda bene quell’unica volta. Si sentiva spaventata ed emozionato nonostante le rassicurazione di lui .

Nella  camera da letto i due uomini erano nudi mentre lei indossava solo il reggicalze nere con calze velate

In ginocchio a bordo letto loro erano  in piedi davanti a lei che succhiava un cazzo mentre segava l’altro e poi viceversa. Ormai era un esperta del pompino e i loro peni scivolavano agevolmente nella sua bocca aperta al massimo

Poi, mentre ero intenta a succhiare il cazzo di Paolo, Lorenzo è salito sul letto mettendosi dietro al suo culetto e dopo avere un pò giocherellato con le  dita nella sua fighetta ha poggiato il glande sulle grandi labbra penetrandola a fondo
Martina si senti subito presa da un bel piacere. Il cazzo di Lorenzo andava velocemente in un movimento di dentro e fuori dalla fighetta  mentre la sua bocca era usata come una fica dall’altro .Era la prima volta che prendeva un uccello nella passera mentre ne aveva uno in bocca e ciò le provocò intensi  brividi di piacere. I due uomini dovevano avere una bella intesa perché dopo un po’ Lorenzo  si sdraiò sul letto e la invito a salire sopra a cavalcioni al suo uccello rivolta a lui. Dovette abbandonare  il cazzo dell ‘amico mentre con le mani Lorenzo  la piegò a se’ portando le bocche a contatto e il suo culetto verso l’alto. Martina, impegnata dalla sua bocca  e  riempita dal suo cazzo, non pensava all’altro e a cosa stesse facendo
Evidentemente i due  avevano già fatto questo gioco e sapevano cosa fare perchè lo misero  in atto senza scambiarsi una parola.
E fu così che mentre Martina stava a cavalcioni di Lorenzo con bocca e figa impegnata ebbe la sensazione di  qualcosa di duro poggiarsi al suo ano ed un attimo dopo sentì il cazzo di Paolo superare l’ano ed addentrarsi a fondo nel canale anale. Non potè opporsi alla seconda penetrazione perché Lorenzo la tenne schiacciata a se’.
La stavano  scopando di concerto  in una doppia penetrazione due cazzi di grosso calibro.

Si sentiva aprire  tutta e  piacere e dolore si mischiavano.
Dopo circa una decina di minuti in cui le hanno arato fica e culo la voce di Paolo le rimbombò nelle orecchie : altro che mammina di campagna ,sei una gran vacca di campagna che si becca due cazzi alla volta. Ti piacerebbe non finissimo mai di scoparti eh puttanella?

La doppia continuata penetrazione e queste parole, che al posto di deprimerla la eccitarono,. (si sentiva davvero come una vacca alla monta , ma non con un toro ,ma ben due)  la portarono ad un orgasmo spaventoso . Per la prima volta gridava ad alta voce il suo orgasmo tanto che Lorenzo dovette tapparle la bocca con la mano..
Non  capiva più cosa le stesse  succedendo ma provava un immenso piacere e continuava ad agitare il bacino per meglio sentire i loro uccelli. Fu Lorenzo a parlare: allora bella troietta ti piacciono due cazzi in una volta? Mi pare proprio di si. Adesso li sentirai sborrare insieme dentro te. Orgasmata  Martina continuava a muoversi su loro percependo la durezza dei loro cazzi mentre con il volto al cielo ripeteva: si, si, si, sborrate riempite la vostra vacca. Pochi secondi ed ebbe la netta sensazione di sentirli gonfiare dentro le sue intimità e poi di percepire il loro caldo seme in figa e in culo.

Infine svuotata dagli uccelli crollò sul letto a fianco di Lorenzo. Non si accorse nemmeno che Paolo si allontanò dalla camera.

Fu l’unica esperienza in tre.

Martina in quell’anno ha provato e gioito di tutto, quello che lei non sa, ma se fosse attenta lo percepirebbe, è che  Lorenzo inizia a sentirsi insofferente del loro rapporto come sempre gli capita dopo che ha raggiunto il suo obiettivo e plasmato sessualmente  la donna a suo piacimento. Allora  si stanca di quello che ritiene solo un gioco e come tale vuole sbarazzarsi del giocattolo  con una ultima duratura sorpresa.

Negli ultimi due mesi ha continuato a fare sesso con Martina allo scopo di ingravidarla e intanto ha iniziato ad allontanarla mentalmente da lui col dirle che lei  aveva imparato  molto e ormai era indipendente ed aveva appreso a sufficienza per camminare nel lavoro con le proprie forze.

La stava convincendo ad allontanarsi dalla sua azienda, da Milano, da lui ,trovando terreno fertile perché Martina, nonostante tutto, sentiva una grande nostalgia dei suoi cari e della sua terra

Lui , bastardo, ha sostituito le pastiglie del giorno dopo con dei similari palliativi, ma dopo il primo mese Martina non era ancora incinta. Per verificarlo non potendo dirle nulla in proposito e di conseguenza non potendo usare il test dell’urina si è avvalso di quello del sangue. Una   piccola goccia di sangue procurata pungendola con uno spillo . Un attimo di  acuto dolore per lei senza capire cosa l’avesse procurato. Lui che si adopra per medicarla (in realtà è un buchino cosi piccolo che non servirebbe la medicazione .

Per chi non lo conosce, l’’esame del sangue si esegue  in laboratorio, ed è anticipato rispetto a quello delle urine e si può fare già una settimana  dopo il presunto concepimento. La risposta del laboratorio solitamente è velocissima.

Finalmente, per lui, nel secondo mese riesce a metterla incinta.

La sua opera di persuasione intanto aveva dato i suoi frutti. Martina si era convinta che il suo lavoro, o meglio il suo periodo di training, fosse terminato.

Ora molti conoscono le sue capacita è non ha più bisogno di stare a Milano. Può tornare nella sua casa e lavorare a distanza o, se ve ne fosse il bisogno, fare delle brevissime scappate nel luogo deputato

Si lasciano dopo una ultima insonne notte dedicata al sesso, dove lui con sorpresa di Martina si è dedicato quasi esclusivamente al suo culetto.

Al mattino si sente le reni a pezzi ed un bruciore del canale anale mai provato, inoltre le pare che l’ano sia più aperto e che faccia fatica a tornare normale. Ai suoi lamenti, ( non riesco neanche a stare seduta) mentre l’accompagna in stazione per il viaggio senza ritorno ,lui ridendo e sbragando : effettivamente stanotte ti ho rotto il culo , così ti ricorderai di me .

Lei pensa: mi ha davvero rotto il culo?

Ricorda le sue parole: dopo stanotte non avrai problemi a prenderlo nel culo.

Cerca di rivedere mentalmente e razionalmente il rapporto anale più intenso della notte.

“ Diversamente da altre volte in cui mi prendeva analmente comodamente distesi sul letto aveva voluto che stessi in piedi a fianco del letto; sullo stesso aveva sovrapposto  due cuscini perché potessi appoggiare testa e braccia. Mi disse che così tenevo il culo più alto e lui poggiato coi piedi a terra poteva spingere di più . Disse anche: vedrai che ti piacerà di più; sarà un’esperienza unica e fu così.

Mi ha dato degli schiaffi sul culetto . Alle mie rimostranze disse: per scaldarlo un po’.

Poi ha infilato il pene rudemente all’interno dell’ano. Ormai ero abituata ed è entrato senza sforzo ; a differenza delle altre volte ha iniziato subito a scoparmi il culo  con  forza.

Sentivo nel contempo dolore e piacere. Io come di consueto mi stavo masturbando, ma i suoi colpi erano talmente violenti da renderla difficile.

Ha continuato così per un bel po’. Lo sentivo arrivare a fondo del canale e sembrava spingesse per entrarmi nella pancia. Poi ha cambiato entrava fino in fondo e poi ne usciva completamento, tra un gemito di dolore ed uno di piacere, potevo sentire il flop provocato dal suo pene quando usciva. Durante il rapporto anale ero abituata a sentire  le sue mani che strapazzavano le mie tettine aggiungendo dolore e piacere alla sodomizzazione, questa volta mi  teneva per i fianchi per dare maggiore forza alle spinte. Continuò così a lungo. Questa inculata violenta mi stava facendo godere, almeno psicologicamente, tantissimo.

Mi sentivo posseduta come una bestia in calore e quando sentii che mi diceva: troia , sei una troia, ti rompo questo bel culo. Bè in quel momento raggiunsi il tetto del piacere . Sentii un orgasmo diverso dal solito , poteva essere un orgasmo anale?

Gli dissi di fermarsi, ma lui come una bestia in calore continuò a montarmi.

Ebbi paura che quel selvaggia e cattiva penetrazione potesse danneggiarmi l’ano ed i muscoli interni, quelli che “chiudono” l’ano.

Poi lo sentii ansimare. Stava venendo nel mio culo. Dopo, ancora ansante, si tirò indietro estraendo l’uccello . Volevo rialzarmi ,me lo impedì tenendomi una mano sulla schiena. Disse : aspetta ,voglio vedere. Girando la testa vidi che si piegò a guardarmi il culo da vicino, Sentii il tocco delle  sue dita intorno e dentro l‘ano.

Poi disse, con tono soddisfatto, : pare proprio rotto , vedrai non avrai più problemi ad essere inculata.

Fini così”.

I suoi pensieri continuarono

“Fu l’ultima volta che facemmo sesso quella notte. Era già mattina, ci alzammo e feci la doccia. Mi toccai la zona l’ano che era davvero dolorante, ma pensai fosse normale dopo quanto avvenuto.

In questo momento mi chiedo: non me lo avrà davvero rotto?”

Fu “risvegliata” dai pensieri dalla  voce di Lorenzo ; siamo arrivati. Eravamo in stazione .

L’accompagnò al treno e dopo un ultimo bacio la osservò salire sul treno con il solito vestito ”da paesello”. Si chiese: chissà come sarà da ora il suo futuro? Pensava a quello sessuale.

Il lupo ha finito con lei.  L’ha lasciata libera di tornare a casa dalla sua gente, ma lei non sa ancora che è tornata incinta al paesello. Lo scoprirà a breve.

Crescerà felicemente nella sua adorata terra e famiglia un figlio con il dubbio, probabile, che non sia del marito, ma di quell’uomo che le ha fatto conoscere il sesso.

Chissà se il marito l’ha mai sodomizzata?

 

Ps

Letto e riletto si può fare meglio, peccato. Non sono riuscito a dare il giusto pathos, si vede che questa pandemia ottenebra anche ormoni e neuroni.

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One Comment

  • francesco parisi francesco parisi ha detto:

    ciao !945, sei molto bravo, qualche inesattezza sulla pillola del giorno dopo, non si prendono a cuor leggero , sono bombe di ormoni, e più di una al mese fanno danni tremendi al sistema ormonale, ma poi i tuoi personaggi dopo aver conquistato la moglie di uno la devono per forza mettere incinta? c’è qualcosa di perverso e non detto.

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