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Maurizia – 1^

By 10 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti, mi chiamo Maurizia!
Finalmente dopo molte insistenze mi sono lasciata convincere, da una mia amica, a pubblicare questa specie di diario, un resoconto della mia vita, soprattutto per quanto riguarda le mie avventure sessuali.
Sia subito ben chiaro che io amo mio marito, (quante volte l’avete già sentita questa?) no, lo amo davvero e non vorrei passare con nessun altro la mia vita, ma non ho mai potuto fare a meno di provare eccitazione e desiderio per altri uomini e quando la mia fighetta pulsa, con i muscoli che fremono per avere un bel cazzo dentro, beh, non mi ci vuole molto a perdere la testa!
D’altronde, so che anche mio marito mi ha cornificata più volte, ma sono state tutte storie brevi e non ha mai fatto mancare nulla a me o ai miei figli, quindi di che dovrei lamentarmi?
Tralascio di raccontarvi le mie esperienze prematrimoniali, perché avvenute con ragazzi della mia età, quindi molto giovani, e non hanno nulla di particolare.
Cominciamo con la prima scappatella, avvenuta circa un anno dopo che eravamo sposati, quando uno dei cugini di mio marito, del ramo siculo, &egrave venuto a passare un paio di settimane da noi per motivi di lavoro; era assicuratore ed era venuto nella nostra città per seguire un corso di aggiornamento.
Devo dire che essendo, anche il padre di Mauro, imprenditore edile, quando ci siamo sposati, come regalo di nozze, ci aveva donato un bellissimo appartamento di tre stanze, così non avevamo nessun problema ad ospitare per due settimane il cugino Lorenzo.
Poiché mio marito era al lavoro, ero andata io a recuperarlo alla stazione; lo avevo visto solo una volta al matrimonio, ma di sfuggita e, quindi non mi aveva colpito molto.
Quando arrivò, fu lui a riconoscermi e mi si avvicinò.
Lo guardai bene, doveva avere circa 28 anni, un metro e ottanta buono, capello scuro e lungo alla nuca, fisico asciutto e spalle larghe, occhiali da sole’ insomma il tipico figo da spiaggia!
Mi si avvicinò, mi salutò dandomi un bacio sulla guancia e si tolse gli occhiali: due occhi scuri stupendi, sembravano di velluto!
‘Ciao Maurizia, allora, come stai? E come va la famiglia?’
‘Ciao Lorenzo, tutto bene, solite cose, solite mille cose da fare.’ ‘ risposi io.
‘Per fortuna hai trovato il tempo di venirmi a prendere.’ – mi fa lui ammiccando – ‘Sai, io, qui, in una grande città, mi ci perdo”
‘Allora stammi vicino, che ti porto al sicuro’ – gli risposi sorridendo.
Dovetti ammettere a me stessa che ero rimasta colpita dalla sua avvenenza, la mia immaginazione aveva cominciato a correre e la mia fighetta a pulsare.
Ci dirigemmo alla metro (ancora non avevo la macchina), erano solo poche fermate prima di arrivare alla nostra casa.
La metro era affollata e ne approfittai per giochicchiare un poco; mi appoggiavo a lui quando la metro frenava, facendogli sentire una volta un seno, una volta un fianco e, ad una frenata più brusca, feci cadere la borsetta, mi chinai a raccoglierla passando vicino e soffermandomi a pochi centimetri dalla sua patta, raccolsi la borsa con calma in modo tale che lui si potesse gustare la scena dei miei seni che sporgevano dalla scollatura.
Ma non successe nient’altro ed arrivammo a casa nostra.
‘Grazie per l’ospitalità’ – disse Lorenzo mentre appoggiava le valigie sul pavimento della stanza.
‘Non ci sono problemi’ ‘ ribattei io – ‘e se hai bisogno di qualcosa, fammi sapere, sono a tua disposizione, per tutto.’ ‘ continuai con malizia.
‘Ah ah, vedrò di non mancare!’
Ci scambiammo un paio di sguardi ammiccanti ed andai in cucina, mentre lui si sistemava.
Ero accaldata, avevo la figa calda e pulsante:’Questo me lo devo fare!’ ‘ pensai.
La sera andammo a cena fuori tutti e tre, con mio marito, per festeggiare l’arrivo di Lorenzo.
Per l’occasione mi ero messa un abitino azzurro, corto e scollato; avevo intenzione di divertirmi un po’.
La serata trascorse tranquilla e divertente; vedevo ogni tanto lo sguardo di Lorenzo indugiare sulla mia scollatura ed io ogni tanto gli sfioravo la gamba col mio piede.
Poi, al momento di alzarci e di tornare alla macchina, finsi che mi facevano male i piedi e chiesi a mio marito se poteva andare a prendere la macchina per portarla all’ingresso del ristorante.
Chiesi a Lorenzo di restare a farmi compagnia mentre aspettavamo che tornasse Mauro.
Così, mentre mio marito andò a prendere la macchina, io e Lorenzo ci sedemmo all’aria aperta e cominciammo a parlare.
‘Accidenti a queste scarpe, mi piacciono, ma poi ne pago le conseguenze’ – cominciai a lamentarmi.
‘Beh, dai, almeno fanno il loro lavoro! Ti stanno molto bene’ – ribatté lui.
‘Dici?’ – risposi con falsa modestia – ‘Trovi davvero che mi stiano bene?’
‘Certo, ti fanno una bella gamba’e un bel sedere, se mi permetti” ‘ disse sorridendomi sornione.
‘Davvero?’ – feci io alzandomi e girandomi di schiena a lui – ‘Trovi davvero che mi facciano un bel sedere?’
‘Altroché, un sedere magnifico!’
‘Sei carino a notarlo, sai, Mauro ultimamente le nota poco queste cose.’
Falsa che non ero altro! Mauro avrebbe voluto fottermi in culo prima di uscire, quando mi aveva vista vestita in quel modo, ma d’altronde la sincerità non mi avrebbe portata da nessuna parte.
‘Ma dai figurati!’ – continuò lui – ‘sarà solo un po’ stanco dal lavoro!’
‘Beh, anche tu sei preso dal lavoro ma questo l’hai notato subito.’ – e spinsi un po’ in fuori il sedere per farglielo ammirare meglio.
In quel momento arrivò mio marito e tornammo a casa in macchina.
Rientrati a casa trovai la scusa di portare a Lorenzo gli asciugamani che avevo dimenticato.
Bussai alla porta e lui aprì la porta in pigiama:’Ehi, già pronto per dormire?’ – gli dissi.
‘Sai Maurizia, ho fatto un bel viaggio, ed adesso non vedo l’ora di andare a letto.’
‘Ti capisco, sono stanca anch’io e voglio andare a letto.’
‘Si, ma tu e Mauro farete altro prima di dormire!’ – mi disse sorridendo e strizzando l’occhio.
‘Figurati, siamo troppo stanchi.’ – conoscendo mio marito, mi stava, di sicuro, aspettando a letto col cazzo in tiro, ma anche quella volta evitai la verità.
‘Dai, non farmi credere che con una donna come te Mauro pensa a dormire la notte!’
Gli sorrisi un po’ mestamente e tornai in camera mia, dicendo un solo e laconico:’Buonanotte!’
Il giorno successivo Lorenzo uscì di casa al mattino per andare a seguire il corso e rientrò verso 16; mio marito non sarebbe tornato prima delle 1900… era il momento buono.
Bussai alla sua porta e lui mi aprì in maglietta e pantaloncini.
‘Ciao Lorenzo, come &egrave andata la giornata? Ti ho portato un po’ di caff&egrave.’ – per la cronaca indossavo una magliettina aderente ed una gonnellina sopra il ginocchio e niente slip!!!
Lorenzo mi fissò ed esitò un attimo a rispondere:’Grazie Maurizia, mi stavo giusto mettendo a ripassare gli appunti del corso.’ – disse, indicandomi la scrivania.
‘Di già! Ma sei appena tornato!’ ‘ e mi avvicinai al tavolo e, piegandomi a novanta gradi, feci finta di leggere i fogli.
‘E’ tutto così complicato, io non ci capirei niente”
‘No, non &egrave poi così difficile!’ – rispose Lorenzo, che intanto si &egrave portato dietro di me.
Mi rialzai spostandomi lievemente indietro, facendo toccare il mio bel culetto sodo sulla patta di Lorenzo e lui non si tirò indietro.
‘Tu fai tutto facile, devi essere davvero molto bravo.’
‘Beh’ Sì, me lo dicono in molti.’ ‘ rispose Lorenzo e abbandonando la falsa modestia cominciò a fare il galletto.
‘Immagino anche in molte!’ – suggerii, strizzandogli l’occhio.
‘Beh, direi di sì’ – rispose lievemente imbarazzato.
‘Certo che te lo diranno! Sei un bel ragazzo e non credere che, anche se anche sono la moglie di tuo cugino, non ti abbia guardato. E devi anche essere ben messo.’
Ormai lui aveva capito; lo vidi dai suoi gesti più sicuri, dallo sguardo che mi avvolgeva tutta.
‘Si, direi che sono ben messo”
‘Eehh, voi uomini siete tutte parole” ‘ lasciai cadere lì.
‘Perché non te ne accerti tu stessa?’
Vai! Ora devo solo fare un po’ la falsa moralista:’Dai, via, sei il cugino di mio marito”
‘Smettila di fare la santarellina; credi che non ho notato come mi guardi e come ti muovi per farmi vedere il culo e le tette!’
‘Va bene’ – dico io – ‘ma solo guardare, però’ non va bene’ – m’inginocchiai e cominciai a sbottonargli i pantaloncini.
Adoro i bottoni, mi permettono di appoggiarmi al cazzo per aprirli, cosa che stavo facendo in questo momento, soffermandomi un po’ più del dovuto; doveva soffrire un po’.

Gli abbasso i pantaloncini e il cazzo, già completamente in tiro, &egrave lì, svettante, a pochi centimetri dalla mia bocca.
‘Allora, che ne dici?’
‘Direi che sei davvero ben messo e’ abbastanza grosso!
‘Allora lo vuoi solo vedere?’ – continua Lorenzo.
Figuriamoci! Sono due giorni che non vedo l’ora di toccaglielo e prenderlo in bocca; ho la figa in fiamme e sono già tutta bagnata.
Non rispondo neanche, gli afferro l’asta con la destra, appoggio le mie labbra alla punta e comincio a prenderglielo in bocca.
Con le labbra finisco di scappellarlo, nel frattempo roteo la lingua intorno alla sua bella cappella; &egrave’ bella calda e già bagnata di liquido.
Gliela lecco e pulisco bene, mentre con la mano destra comincio un lento su e giù sull’asta.
Stacco le labbra dalla cappella, gli alzo l’uccello e con la lingua comincio a scendere fin verso le palle, poi risalgo lentamente, alternando pressioni leggere e altre più decise.
Alterno mani e bocca sul suo cazzo e vedo che lui comincia a prenderci gusto; il respiro si fa più affannoso.
Nel frattempo io sono un lago, fremo dalla voglia di prenderlo!
Mentre lo spompino infilo due dita nella mia bocca per umettarle, poi le estraggo e comincio a menarmela.
Muovo le dita lentamente all’esterno del mio sesso, apro le labbra e mi accarezzo il clitoride, poi lentamente incomincio ad infilarmele dentro.
Mamma mia, come sono eccitata, come lo voglio!
Lorenzo guarda tutto questo estasiato ed io, continuando a succhiarlo, con indice e anulare, facendo in modo che veda bene, allargo le mie grandi labbra e mi penetro col medio;sto morendo di voglia e se non mi fotte subito scoppio.
‘Vuoi che ti scopo, vero? Vuoi che ti faccia godere!’
‘Si Lorenzo, voglio che tu mi fotta!’ ‘ quasi grido, togliendomi il cazzo di bocca.
Mi alza di peso da terra e mi butta sul letto, mi alza le gambe, alza la gonna, si ferma un momento ammirando la mia figa nuda e affonda il viso tra le mia cosce.
Comincia a leccarmela percorrendo con la lingua il solco avanti e indietro, poi si sofferma e gioca un po’ con il mio bottoncino’ quanto &egrave bravo, ha una lingua fenomenale e sentire il suo respiro caldo sulla mia figa bagnata mi manda in estasi!
Entra con la lingua; ci sa fare davvero, mi sta fottendo con la lingua!
Non capisco più nulla, butto indietro la testa emettendo gemiti di godimento, mentre le mie gambe cercano appiglio sulla sua schiena, ma lui le tiene sollevate con le mani.
‘Basta Lorenzo, mettimelo dentro!’ ‘ lo imploro dopo un po’; non resisto più!
‘Mi hai stuzzicato tutto ieri e fatto passare una notte a segarmi pensando a te.’ ‘ mi dice, sollevando un attimo la bocca dalla mia figa ‘ ‘Ora mi devi implorare. Devi pregare di volerlo.’ – e ricomincia a leccarmela.
Io sto impazzendo:’Ti prego Lorenzo’ fottimi’ mettimelo dentro tutto’ lo voglio, ti prego lo voglio! Ti imploro, trattami come una puttana, fammi quello che vuoi, ma mettimelo dentrooo…’
‘Brava, così si fa!’ – e lento ma deciso, mi infila la sua asta, dura, in un colpo solo.
Lancio un gridolino di stupore e piacere e il suo cazzo non trovando alcuna resistenza, tra la mia eccitazione ed il suo lavoro di lingua, mi penetra fino in fondo.
‘Adesso ti fotto come la troia che sei!’ – e comincia a stantuffarmi.
E’ proprio un bravo stallone!
Si tiene sollevato con le braccia, mentre io, che non ho più il controllo dei miei muscoli, a causa dell’intenso piacere, lascio che le mie gambe restino sollevate e seguano il ritmo delle sue spinte.
Sento la sua mazza che scivola dentro e fuori di me, facendomi godere come non mai.
E’ terribilmente infoiato e capisco che sta per venire:’Non venirmi dentro!’ ‘ gli dico, in un ultimo barlume di lucidità nell’oceano del piacere, ricordandomi che non sono protetta, visto che con Mauro vorremmo un figlio.
Lo spingo indietro e rapidamente, scendo dal tavolo e glielo prendo in bocca.
Immediatamente riversa il suo caldo nettare nella mia gola.
Che bello sentire i suoi getti caldi sul mio palato e nella profondità della mia gola!
Ingoio tutto quello che mi ha riversato in gola, faccio colare un po’ di sperma dagli angoli della bocca e lo guardo, lo raccolgo con la punta di un dito e lo lecco.
Lui mi guarda soddisfatto e tronfio, leggo nel suo sguardo la voglia di farlo ancora ma io mi alzo e mi riassetto la gonna.
Lui mi guarda sorpreso, ma prima che possa dire qualcosa gli dico:’Devo andare ora, tra poco torna Mauro. Ma guai a te se questa notte ti masturbi, domani voglio da te tutto quello che puoi darmi’ tienilo a mente.’
‘D’accordo’ agli ordini signora.’ – mi risponde con fare ammiccante – ‘Terrò tutto in serbo per lei.’
‘Ci conto’ – rispondo ed esco dalla stanza.
‘Bene,’ ‘ penso, mentre mi avvio verso la cucina ‘ ‘la prima mossa &egrave fatta. Ma ora, caro Lorenzo, in queste due settimane, ho intenzione di farti godere, di spomparti e godere come non mai!’ ‘ ed entro in cucina per preparare la cena a mio marito.

I giorni successivi, per tutto il tempo che Lorenzo &egrave rimasto presso casa nostra, furono un continuo rubare attimi liberi della giornata per scopare con lui.
Non sto ad annoiarvi raccontandovi tutte le nostre scopate, mi soffermerò solo su una, che ritengo abbastanza memorabile, avvenuta un sabato pomeriggio.
Eravamo a casa, sia io che Mauro e stavamo chiacchierando un po’ nel salone con Lorenzo, tanto per stare in compagnia ed eravamo seduti sul divano a bere qualcosa.
Lorenzo indossava un paio di jeans, che facevano intravedere splendidamente la forma del suo culo muscoloso ed una maglietta grigia, che gli ricamava i muscoli delle spalle e del petto.
Io avevo un paio di leggins neri ed una magliettina attillata, senza reggiseno ed i miei capezzoli spiccavano nitidi sotto la stoffa.
A Mauro piaceva quando mi vestivo così, in modo da attirare le attenzioni degli altri; si beava di avermi come moglie e di potermi avere quando più ne aveva voglia, senza sapere che, anche qualcun altro, ‘usufruiva’ di me.
Fatto sta che Lorenzo non faceva che guardarmi con voglia e a volte temevo che mio marito se ne accorgesse.
Dopo un’oretta di conversazione Mauro si alzò, dicendo che doveva andare a comprare qualcosa in un negozio e che sarebbe tornato di lì a un’ora.
Lo accompagnai alla porta e mentre socchiudevo l’uscio, già la mano aperta di Lorenzo si era appoggiata sul mio culo e protendeva il dito verso la mia fighetta, come se volesse penetrarla nonostante i pantaloni.
‘Dai, togliteli, che ti voglio scopare, qui subito. Senti come ce l’ho duro’ – mi disse.
Appoggiò la sua protuberanza nel solco delle mie chiappe e cominciò a muovere il bacino mentre, con l’altra mano, mi stringeva il seno da sopra la maglietta, poi entrò nel leggins dal davanti fin dentro lo slip e col medio mi penetrò la figa.

Io sono già un lago, quasi le gambe mi cedono dal piacere, ma voglio rendere la cosa ancora più eccitante.
Non so come trovo la forza di fermarlo e di dirgli:’Aspetta un attimo, vai a dire a Mauro che quando torna passi a prendere delle pizze per stasera a cena.’ – e mi scosto andando verso il terrazzo, che si affaccia sulla strada sulla quale dà il portoncino d’ingresso del palazzo.
Poi mi fermo e mi volto verso Lorenzo:’Dai Lorenzo, ti prego, diglielo tu, sennò se mi vede così accalorata potrebbe sospettare.’
Lorenzo mi sembra abbastanza infastidito da ciò:’Ti prego’ – continuo – ‘digli che sono al telefono e ti ho detto di dirglielo. Dai che se ci affrettiamo lo becchiamo ancora prima che salga in macchina.’
Lorenzo, un po’ contrariato, si avvicina al bordo del terrazzo, si protende in fuori e lo sento gridare ‘Ehi Mauro, aspetta.’
Mentre mio marito gli risponde dal basso:’Cosa c’&egrave’ ‘ mi accuccio, senza farmi vedere, a fianco di Lorenzo, m’infilo tra le sue gambe ed il muretto del terrazzo ed incomincio a massaggiargli il cazzo da sopra i pantaloni.
Lui ha un attimo di esitazione, tanto che mio marito gli chiede nuovamente:’Cosa vuoi?’ – poi finalmente capisce l’antifona e comincia a stare al gioco.
‘Maurizia mi ha detto di chiederti se quando torni puoi comprare delle pizze per cena.’
‘Ma lei dov’&egrave?’ – chiede mio marito.
‘&egrave al telefono e mi ha chiesto di dirtelo’ – risponde Lorenzo prontamente.
Io nel frattempo gli ho slacciato i jeans e percorro, da sopra i boxer, il suo cazzo per tutta la lunghezza, sfiorandolo coi denti per fargli sentire il mio alito caldo attraverso la stoffa.
‘Ma perché non può andare lei?’ – ora spero nel buon senso di Lorenzo, che tiri la cosa per le lunghe.
‘Non so’ ha detto che ha delle altre cose da fare a casa” – bravo, continua così.
Intanto io continuo, percorrendo la sua asta fin dove la punta fa capolino oltre l’elastico del suo boxer e gli avvolgo la cappella con le labbra, mentre gli calo le mutande e i jeans fin sotto al ginocchio.
‘Va bene, vedo se posso farcela io.’ – continua mio marito, ignaro del fatto che io stia facendo un pompino a suo cugino mentre lui discute il da farsi.
Io, intanto, ho alzato la maglietta, scoprendo un seno e mi passo la punta del cazzo di Lorenzo, umida della mia saliva, sul capezzolo.
Lorenzo lancia uno sguardo fugace verso il basso e vedo che ormai comincia a far fatica a mantenere la calma.
‘Ma, allora, cosa devo dire a Maurizia’ – continua Lorenzo.
Avverto un certo tremolio nella sua voce ed una tonalità lievemente più alta; sta cominciando a godere della situazione.
‘Dille che la chiamo tra mezz’ora e ci accordiamo’ ‘ risponde Mauro.
‘A-aspetta ancora un attimo Mauro!’ – stavolta &egrave Lorenzo stesso a prendere l’iniziativa, mentre io mi spingo in gola il suo cazzo e lo aspiro in modo che la cappella strusci sulle pieghe del palato; gli piace il giochetto e sento che ormai fa fatica a controllare la voce.
‘Cosa c’&egrave?’ – nel tono di voce di mio marito si coglie un po’ di impazienza, gli sta facendo fare tardi.
‘Volevo dirti che mi hai fatto un grande favore ad avermi tenuto qui queste due settimane.’
Un attimo di silenzio, probabilmente Mauro non si aspettava questa frase:’Figurati, sei mio cugino ci mancherebbe!’
‘Vorrei sdebitarmi’ continua Lorenzo – ‘Soprattutto con Maurizia. &egrave davvero molto buona e gentile con me.’
Ma guarda un po’ lo stronzetto, allude ai miei favori sessuali in modo tale che mio marito non capisca’ ma tutto sommato mi piace, mi eccita quest’uomo; mentre continuo il pompino comincio ad infilarmi un paio di dita nella figa, ormai grondante.
‘Si &egrave vero, Maurizia &egrave sempre molto disponibile.’ – risponde mio marito – ‘Non so’ comunque penso che dei fiori andranno benissimo. Ora devo andare che altrimenti faccio tardi e il negozio chiude. Ciao Lorenzo.’
‘Ciao Mauro’ – risponde lui, mentre io continuo a segarlo e a spompinarlo.
Lorenzo resta fermo, immobile, non proprio immobile, in suo bacino ha preso ad andare avanti ed indietro, a guardare di sotto, finché non sento la portiera della macchina chiudersi e partire.
Allora sollevo lo sguardo e, con fare innocente, gli chiedo:’Allora, dove sono questi fiori?’
Mi guarda e vedo una voglia irrefrenabile nei suoi occhi:’Ma quali fiori, per te ci vuole un bell’albero, con un tronco come il mio!’ ‘ e prima che io possa ribattere, mi solleva di peso, mi porta dentro e mi sbatte sul divano a pancia sotto.
In un solo colpo, mi sfila leggins e mutande e si butta su di me.
Sento il suo cazzo premere cercando l’ingresso della mia figa e, grazie al fatto che la mia figa &egrave già bella bagnata, mi entra dentro con un colpo solo, fino in fondo.
Comincia subito a stantuffarmi, sento la durezza del suo membro contro le pareti della mia vagina; adoro questa sensazione, sentire lo sfregarsi dei due sessi!
E’ davvero forsennato, sento il suo respiro affannoso; mi eccita sentire il verso di godimento del maschio, ma soprattutto mi eccita la situazione; sto scopando sul divano di casa mia, col cugino di mio marito, mentre lui se ne va tranquillo a fare spese.
Allargo le gambe appoggiando i piedi a terra, in modo tale da aprirmi il più possibile, Lorenzo si spinge in avanti in modo tale da arrivare a sbattere le sue palle contro la mia figa.
Lo sento sbattere contro di me; che goduria! E anch’io comincio a lanciare dei gridolini di piacere.
Sto godendo come una porca, tiro indietro la testa’Lorenzo mi afferra i capelli e con violenza mi tira verso di lui.
Io mi appoggio sulle ginocchia in modo tale da mettermi a pecorina; lui mi lascia i capelli, mi afferra per i fianchi e comincia a spingere più forte.
‘Lo vuoi vero? Dimmi che lo vuoi! Dimmi che vuoi che oggi io ti venga dentro.’ ‘ mi urla da dietro.
‘Sì, sì Lorenzo, fottimi sventrami, ma sììì’ inondami col tuo sperma! Vienimi dentro! Riempimiiii’ ‘ urlo di rimando.
‘Si troia, se &egrave questo che vuoiii’
Si abbassa, si appoggia alla mia schiena, mi afferra le tette da sotto le braccia e comincia ad affondare più velocemente.
Sento che la figa &egrave un lago, non capisco più nulla’ e dopo qualche colpo più possente vengo e lui mi segue a ruota inondandomi la figa.
Aahh, sento i suoi getti dentro di me, dilagare e riempirmi l’utero!
Viene per un tempo lunghissimo, difficile giudicare, e quando esce da me un filo di sborra cola dalla figa sulle mie cosce, la raccolgo col dito e me la porto alla bocca.
Mi giro, lui mi guarda stanco ma estasiato, lo tiro a me e gli ripulisco con la lingua l’uccello, ancora semiduro.
In quel momento suona il telefono’ mi alzo e vado a recuperarlo sul tavolino.
&egrave Mauro:’Ciao cara, guarda qui ho finito, quindi passo io a prendere le pizze.’
‘Perfetto tesoro, così io ne approfitto, ho ancora un po’ di cose da fare qui.’
Riattacco e raggiungo Lorenzo, che nel frattempo &egrave andato in bagno per farsi una doccia.
‘Diavolo mi hai sfinito, mi hai scopata come non mai!’ ‘ gli dico raggiungendolo.
‘Tu mi hai sfinito Maurizia, sei proprio una vacca da monta!’
Sorrido.
Rimangono ancora cinque giorni prima che riparta’ e ho in serbo, oltre alle normali scopate, qualche altra bella idea.

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