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Racconti Erotici Etero

memorie di un single: elena

By 21 Giugno 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Solo, tranne mia figlia che ogni tanto veniva da me, per molto tempo abitavo da solo.
Tra il lavoro la mattina e un extra che facevo in serata due o tre giorni alla settimana in un ristorante di un amico, mi restava abbastanza tempo libero.
Questo tempo se ne andava tra incombenze di casa e un piccolo hobby che coltivavo, realizzavo oggetti di arredamento con materiale da riciclo.
Ma se capitava, non spesso ma capitava, riuscivo a far venire a casa donne compiacenti, per passare qualche ora piacevole con loro.
Una di queste fu elena, avevo avuto una storia con lei diversi anni fa, una storia breve ma intensa, sessualmente parlando, lei &egrave piccola di statura, non formata bene, capelli biondi e sgraziata nel vestire e nel portamento, ma una vera belva nel far sesso, cosa che ho scoperto appunto in quella breve storia.

Ma ecco che dopo diversi anni la incontrai di nuovo, dopo due chiacchiere su questi anni passati andammo a prendere un caff&egrave, appresi così che lei si era sposata, desiderava tanto farsi una famiglia, ma che non aveva ancora figli, lavorava in una scuola come insegnante ed abitava in città.
Io le dissi che ormai ero separato, non so se la nostra storia passata avesse contribuito a questo ma ormai non contava più, e che abitavo da solo.

In breve si interessò alla mia vita e prese quasi ad interrogarmi, era molto curiosa ed in breve seppe tutto di me e di come me la passavo, rimase incuriosita del mio hobby sul bricolage e le feci vedere delle foto che avevo sul telefono dei miei lavori.
Si fece tardi ambedue avevamo degli impegni, salutandoci ci scambiammo i numeri di telefono.
Allora azzardai ‘ Facciamo una rimpatriata ?, rimarcando bene la parola ‘rimpatriata’ per far capire cosa intendevo. ‘ Non lo so, vedremo, caso mai ti chiamo ‘ mi rispose lei, ma i suoi occhi dicevano tutto.

Nei giorni seguenti ripensai spesso a quell’incontro e, più di una volta presi il telefono per chiamarla, ma mi fermai, non volevo essere invadente, se voleva incontrarmi doveva essere lei a volerlo, adesso la situazione si era invertita io ero libero e lei no, ma il suo sguardo salutandomi mi aveva fatto capire che non avrei dovuto attendere molto.

Passarono giorni, settimane, venne il periodo estivo, mia figlia era venuta da me, si tratteneva per dieci giorni, doveva fare una esame all’università, e poi sarebbe ripartita, stava con la madre, doveva concludere altri due esami e poi si sarebbe trasferita definitivamente ad una altra università, appunto vicino alla madre.
Un pomeriggio, era fine giugno, tornando a casa mi squillò il telefono.
Era elena, dopo i soliti convenevoli, fu subito diretta, mi voleva vedere, mi voleva parlare, non mi disse altro e, così fissammo un appuntamento per il giorno dopo.

Ci ritrovammo al bar dove ci incontrammo un mese prima, iniziò a parlare del più e del meno, si muoveva in continuazione sulla sedia, era nervosa, agitata, dopo un po’ io tagliai corto:
– Dimmi’.. perché mi hai voluto vedere ?
– Io’ io’.
Non riusciva a parlare, era tesa, quasi imbarazzata, allora incalzai
– Stai pensando alle mie parole ?
– Quali ?
– Sulla ‘Rimpatriata’
Ecco lo avevo detto, era inutile girarci intorno, ero desideroso di ripetere con lei quelle belle ore trascorse insieme e, sono sicuro anche lei lo era, visto che erano stati dei momenti appaganti per entrambi. Lei inizialmente era stata molto pudica, ma poi si era scatenata ed io con lei.
– Si. ‘ mi rispose abbassando gli occhi.
Era fatta, mi avrei goduto elena ancora un po’, restava solo mettersi d’accordo, far coincidere i nostri impegni e, soprattutto aspettare che fossi solo a casa.
Ne parlammo come si parla di un appuntamento dal meccanico o da un arredatore, tempi, luogo, orari e giorni. Era già tutto previsto, non dovevamo dilungarci su corteggiamenti, telefonate e appuntamenti conoscitivi, ci congedammo con l’intesa che gli avrei comunicato, tramite messaggio, la mia disponibilità e lei la sua.

Mia figlia fece l’esame e, dopo un paio di giorni se ne partì.
Gli mandai subito il messaggio ‘ Via libera ! ‘ più eloquente di così non potevo e aspettai la sua risposta.
Ci volle più di una settimana per vederci, o io o lei eravamo occupati, alternativamente, se io potevo lei no e viceversa.
Arrivò il giorno, uscii un po’ prima da lavoro, andai a casa per mettere un po’ in ordine e far almeno una pulita al bagno, cambiai il letto ed arieggiai la stanza.
Abitavo in un piccolo appartamento di due stanze più cucina e bagno, erano stanze piccole ma avevano tutto quello che necessitava in una casa.

Gli avevo dato il mio indirizzo e, il codice per aprire il portone.
Fu puntualissima, né un minuto prima né uno dopo, gli aprii la porta ed entrò, indossava un vestito leggero con le spalline ed un bel decolté da cui si vedeva il suo seno, sandali ai piedi ed appena un filo di trucco.
Io stando in casa indossavo un bermuda di cotone ed una maglietta.
Subito si gettò verso di me e, iniziammo a baciarci, le nostre lingue si intrecciavano, le nostre mani correvano ad accarezzare i nostri corpi.

Si staccò da me ed iniziò a parlare:
– Anche se breve quella nostra storia non l’ho mai dimenticata, penso sempre ai nostri incontri, mi ricordo tutto”.. si mi sono sposata ed amo mio marito, ma ho ancora desiderio di te”..
– Anche io ricordo tutto e, penso molto spesso a te’.

Ritornammo a baciarci, io la stringevo sempre di più a me, volevo fargli sentire il mio desiderio, sotto il bermuda non indossavo slip, che si spingeva duro sulla sua pancia.
La staccai da me e, spostando le spalline gli feci scivolare il vestito a terra, rimasi senza fiato, vero che come ho detto prima, di corpo non era un granché ma, averla di fronte con reggiseno e slip fece comunque il suo effetto.
Tolsi anche io la maglietta e subito dopo a lei il reggiseno e, la tirai di nuovo a me baciandola, sentivo le sue tette sulla mia pelle e, il mio membro che spingeva al centro degli slip, su di un fiore disegnato al centro.

Lei mi baciava ed ansimava, restammo ancora a baciarci ed accarezzarci, le mie mani sul suo culo la massaggiavano, il mio membro davanti sembrava quasi voler sfondare gli slip, mi staccai dalla sua bocca e mi piegai per prendere in bocca prima un capezzolo e poi l’altro.
Insinuando una mano negli slip, la trovai bagnata, così cominciai a titillarle il bottoncino alternandomi con la sua tana bollente che stava più giù.

Lei cominciava ad ansimare sempre più, allora mi mossi portandola verso il divano, eravamo rimasti nella stanza da pranzo, e la feci sedere sopra, con le game penzoloni.
Mi inginocchiai, e le sfilai gli slip, ebbi una smorfia di disappunto, lei se ne accorse.

– Cosa c’&egrave ?? puzzo ??
– No, anzi odori”’. Ma non &egrave l’odore che voglio sentire’..
– Che significa ??
– Odori di pulito, di detergente intimo’..
– Allora ? non ti piace ?
– No preferisco il tuo odore naturale, per piacere vai in bagno e sciacquati solo con abbondante acqua e non asciugarti completamente”

Così fece, al suo ritorno le feci riprendere la posizione di prima, il suo odore mi salì alle narici, mi staccai da lei e guardai il suo sesso, umido di acqua.
.
Mi avvicinai piano con la testa e andai a lambire con la lingua proprio il centro del sesso, mugolò ed ebbe come una scossa”..

– cazzo quanto mi &egrave mancato”.quanto mi &egrave piaciuto’..
– lo sai anche a me piaceva molto, avrei fatto solo questo e mi sarebbe bastato, soprattutto il tuo sapore”.
– Che ha il mio sapore ?
– &egrave diverso dalle altre, non te lo so spiegare ma mi &egrave sempre piaciuto.
– Allora continua ti prego”

Dopo un po il suo sesso era aperto e coperto di bava, in particolare le sue grandi labbra, aperte come le ali di una farfalla, erano rosse e bagnate.
Allora iniziai a lambire tutto il suo sesso, dal bottoncino scendevo giù fino all’ano, mi succhiavo le grandi e piccole labbra aspirandole nella mia bocca, entravo, allungando la lingua a dismisura, sempre più dentro la sua fica.
Dai suoi gemiti e dalle sue contorsioni capii che ci mancava poco affinché esplodesse in uno dei suoi memorabili, per durata e urla di godimento, orgasmi.
Mi staccai da lei

– che fai ? non ti fermare ti prego
– il tuo sapore’..
– lo so me lo hai detto”. Ma continua’..
– tu lo hai mai sentito
– qualche volta mi sono annusata le dita quando mi masturbavo”..

Così dicendo mi tirò la testa portandola fra le sue gambe.
Iniziai di nuovo a lapparla, quel breve dialogo l’aveva fatta raffreddare, e così lentamente la riportai di nuovo verso il godimento. Ma avevo altro per la testa, mi fermai di nuovo, aspettai una ventina di secondi e le infilai, arcuandoli, l’indice ed il medio in vagina a mò di cucchiaio girandole un po’, lei lo prese bene, pensava che volessi farla venire così, invece dopo aver giocato un po’ così le tolsi, aprì gli occhi e mi fulminò con uno sguardo, faceva capire chiaramente che voleva che continuassi, che non ce la faceva più, voleva esplodere.

Alzai la mano con le due dita e facendole vedere dissi:

– Adesso puoi assaggiarti”
– Cosa ??? che devo fare ??
– Semplice lecca le mie dita e, sentirai il tuo sapore, senti quanto &egrave buono’

Guardava la mia mano che lentamente si avvicinava alla sua bocca e, poi guardò me :
– Sei un porco
– Lo so ”.e so anche che ti piacerà”.

Ormai le mie dita erano vicino alle sue labbra, annusò prima e poi lentamente fece uscire la lingua ed infine accolse le dita nella sua bocca.
Inizio una specie di pompino alle mie dita, la sua mano era scesa tra le sue gambe e si stava accarezzando il sesso. La fermai, lei sibilò”’..

– basta mi stai portando all’esasperazione VOGLIO GODERE
– aspetta dissi io ”..il tuo sapore
– l’ho sentito” &egrave vero piace anche a me”ma adesso basta scopami o fammi godere’

Le alzai le gambe, come ho detto stava seduta di fronte a me in poltrona, e me le portai sul petto, avevo davanti a me la sua figa rossa e gocciolante, mi abbassai appena un po’ e glieli infilai dentro.
Arrivai in un solo movimento in fondo a lei, che fece un urlo soffocato, non di dolore, perché era bagnatissima ma, secondo me di stupore per come ero entrato velocemente e profondamente, data la posizione, in lei.
Così iniziai a stantuffarla, non velocemente, ma in maniera sistematica, cominciò a contorcersi e a mugulare sempre più, anch’io del resto, data la situazione e la scena che avevo davanti, stavo al limite, così ancora una volta mi fermai e mi tolsi da dentro lei.

Non gli diedi tempo di dire niente, abbassai le sue gambe di nuovo a terra e, avvicinandomi le ficcai il cazzo in bocca, stava quasi per godere ed aveva la bocca aperta, cercando aria per i polmoni e preparandosi all’urlo liberatorio. Fui così veloce che non le diedi tempo di parlare, anche perché le tenevo una mano dietro la testa per non farla scappare.

– Senti ancora il tuo sapore”
– Presto si mescolerà al mio’.
– Fammi godere e poi c’&egrave ne sarà anche per te
– Quando arrivo, ingoia tutto e poi”..

Lei scuoteva la testa ed io :

– non ti preoccupare dopo facciamo una cosa
– mhugmumm”.cosa’..

Lo pronunciò con la bocca piena del mio cazzo, quasi un mugolio, ma io capii cosa diceva.
Si rassegnò, anche perché non la facevo staccare comprimendola bene sul mio pube.
In breve arrivò il mio momento, la avvertii e lei accettò il mio seme nella sua bocca e piano piano lo ingoiò tutto.

– brava, sei stata brava, me lo ricordavo così’..
– adesso finisci di succhiare ancora e puliscimi bene il cazzo
– mi raccomando togli tutto lo sperma che &egrave rimasto
– e succhiami bene la punta, togli tutto’. E continua a succhiarmi’..

Così fece e il mio cazzo non accennò minimamente a sgonfiarsi.
Glielo tolsi di bocca, un po’ di sperma le colava dagli angoli della bocca, aveva gli occhi e la faccia arrossati per lo sforzo, mi guardava con astio.
La tirai per le mani facendola alzare dal divano, la spinsi dolcemente sul tappeto avanti al divano e, in un lampo le fui di nuovo dentro, scopandola con un ritmo sostenuto.
A questo era servito il pompino, mi ero accorto che avevo solo un preservativo, e non si poteva certo rischiare, allora, per una volta mi ero preso prima il mio piacere e, adesso lo restituivo.

Tutto questo era troppo per lei, cominciò ad agitarsi e contraccambiare le mie spinte dall’alto con le sue dal basso, dopo poco, ma veramente poco tremando dalla testa ai piedi urlò il suo orgasmo, tanto che dovetti, per zittirla, baciarla.

– stronzo
– perché dici così
– perché mi hai tenuto sulle spine”. Ma ne &egrave valsa la pena”
– aspetta”.. mica &egrave finita qui’.

La feci alzare da terra e, la portai nella stanza da letto.

Prendendola la mano la portai in camera e la feci sedere sul letto.
Mi sedetti anch’io ed iniziai a baciarla accarezzandola contemporaneamente i fianchi e le braccia.
Dopo un po’ la tirai verso di me e la feci distendere al mio fianco.
Le passai una mano sotto il collo avvicinandomi con la testa e continuai a baciarla.
Spostandoci a poco a poco ci mettemmo di traverso sul letto restando abbracciati, le insinuai una gamba tra le sue facendogliele aprire.
La alzai un poco di più arrivando con la coscia sul pube ed iniziai un lento massaggio.
Sentivo sulla gamba il suo umore, la sua eccitazione non era diminuita affatto, anzi percepivo con precisione le grandi labbra che mi massaggiavano

La mano libera vagava sul suo corpo, girava in tutte le direzioni ma andandosi a fermare continuamente sul suo culo dove indugiava di più, entrando nel solco, andandosi a bagnare nella vagina e massaggiando anche l’ano.
Cercai diverse volte in questi miei giri di forzandoglielo un po’ , ma i suoi movimenti mi fecero capire che non lo gradiva molto, e ci rinunciai.

Mi girai supino e così la portai su di me, le nostre gambe si alternavamo, lei continuava a strusciarsi, sentivo sempre di più il suo sesso che si schiudeva, adesso aveva spostato il bacino e si muoveva di poco, avanti e indietro, lentamente premendosi di più, i movimenti erano lenti e profondi, misi il piede poggiato sul letto, così facendo la mia gamba stava più in alto, sbirciando da sotto vidi il motivo di questo suo cambio di marcia, lo spazio ridotto di movimento e la pressione esercitata serviva a titillare il clitoride.
Lasciai che facesse tutto lei, aveva trovato il suo ritmo, ma io continuavo a massaggiarla e a poco alla volta mi soffermavo sempre di più sul suo buchino posteriore.

Adesso con il dito raccoglievo i succhi dalla vagina e li portavo verso il buchino, girandogli intorno e umidificandolo sempre di più, volevo aspettare il momento adatto. Che non tardò a venire.
Puntandosi anche lei con i piedi sul materasso e mimando il movimento del coito cominciò a spingersi e sfregarsi sempre di più.
Capii che era prossima all’orgasmo, si muoveva convulsamente, ansimava e gemeva sempre di più, al suo primo accenno di godimento, le infilai le due falangi del medio nell’ano andando su e giù e roteandole nello stretto pertugio.

Mise una mano velocemente indietro per sfilare il mio dito ma, io fui pronto a fermarla con l’altra mano, avevo adesso tutte e due le mani sul culo, e stringendolo continuai a strusciarla su di me.
Alzò la testa verso il soffitto e proruppe in un urlo roco, mentre si abbatteva su di me distendendo le gambe. La sua testa adesso era incavata nel mio collo, stava accaldata e sudata, sentivo il calore del suo corpo, continuando a muovere piano il dito nel culo glielo sfilai accompagnato da un suo mugolio che sembrava di approvazione.

– grande
– sei stata grande”’

Non rispose, la sentivo lentamente acquietarsi, il respiro tornare normale. La spostai delicatamente da me facendola girare di schiena sul letto, mi alzai a mezzo busto puntandomi su una mano e stetti ad osservarla.
Se non fosse stato per piccoli movimenti del corpo e delle gambe, avrei pensato che si fosse addormentata, il suo corpo scottava e, come me era madida di sudore.
Non mi dispiaceva o faceva schifo questo suo e mio sudore, eravamo tutte e due persone pulite, fresche di doccia primo del nostro incontro, il nostro era un sudore ‘fresco’ ed aggiungeva un pizzico di eccitazione.
Mi avvicinai e, non potetti fare a meno di leccare una goccia di sudore calda e salata che, prima stava scendendo verso i seni e, poi data la posizione supina ritornava verso il collo.

 mmmmm

Mugolò lei portandosi le braccia in alto di fianco alla testa e stiracchiandosi disse

 cazzo che goduta…….
 ha un certo punto non capivi più niente…….
 no ho capito sai……. mi hai messo un dito in culo…..
 e te lo sei tenuto…….però
 certo…… mentre godevo ho ‘sentito’ che mi piaceva……….
 e…..
 niente me lo sono tenuto….. non immaginavo che potesse darmi altre sensazioni…..
 immagina qualcos’altro………
 scordatelo……. sai come mi faresti male…….
 se si usano prima delle accortenze non &egrave doloroso…….

Durante questo dialogo si era alzata col busto dal letto e mi guardava negli occhi, la sua masturbazione su di me aveva avuto come esito un mio inizio di erezione che lei vide abbassando gli occhi, la sua mano si poggiò sul mio petto fermandosi sui capezzoli, che accarezzò e, poi lentamente scese al mio pube, giocò un po’ con i peli ed afferrò la mia asta.
La impugnava nella mano e andando su e giù iniziò una sega.
Il suo muovere la mano faceva capire che non voleva masturbarmi fino alla fine, ma voleva portarmi ad un buon livello di eccitazione.
Io cercai di alzarmi, ma lei continuando a segarmi mi spinse giù, di nuovo supino e, si abbassò su di me dandomi, non un bacio, ma la sua lingua fino in gola poi si ritrasse e cominciò a baciarmi dappertutto, dal collo scese al petto ed ai capezzoli che leccò e succhiò per molto tempo.
Continuando la sua discesa mi penetrò con la punta della lingua l’ombelico e si fermò a pochi centimetri dalla mia erezione fissandola.

 sembri che stai guardando un quadro….
 non esagerare……&egrave la prima volta che ne vedo uno così da vicino, non avevo mai notato i dettagli di un membro maschile, la testa, la pelle che la ricopre e le vene intorno…………

Continuando a guardarlo infatti la mano andava su e giù lentamente, saliva e copriva col prepuzio il glande e poi scendeva fino a scoprirlo completamente.
Un paio di vole mi fece anche male, perch&egrave dopo averlo scoperto continuava a scendere, dalla mia smorfia se ne accorse e riprese il movimento con più dolcezza.
Si fermò in discesa , avvicinandosi girò la lingua intorno al glande più volte. Ebbi come una scossa..

 scusa…… ti ho fatto male……
 no……. anzi……. continua…….

Mi godetti questo suo gioco sul mio membro, si era un gioco, giocava con lui, lo scappellava, lo lasciava per farlo andare a battere sul mio pube……..diverse volte……si divertiva nel farlo, alternava il gioco di mani con la bocca, la lingua.
Ma tutto ciò lentamente, non voleva farmi godere così, lo capii. Allora, sia spostandomi io che spostando lei, la feci girare fino a quando la mia testa non andò fra le sue gambe, avevo davanti a me la sua fica, aperta e madida di umori.
Anche io iniziai allora a giocare con lei, mantenendomi per i suoi fianchi, vagai con la lingua tra il clitoride e l’ano, dandole veloci e fugaci colpetti di lingua, mi fermai sull’ano leccandolo intorno e mettendoci appena la punta della lingua, passavo alle grandi e piccole labbra leccandole e succhiandole, la pulii dei succhi di cui era bagnata cibandomene, prendevo il clitoride fra le labbra stando fermo e colpendolo con la lingua da dentro.
Ogni tanto mi riposavo abbassando il capo sul letto ma, comunque con le dita delle due mani continuavo a giocare con lei e dentro di lei.

Si alzò col busto e, impugnando sempre il mio membro si spostò muovendo le gambe rannichiate con le ginocchia, arrivò col pube fino al mio sesso e, scendendo e aiutandosi con la mano se lo infilò dentro. Scendendo fece dei leggeri movimenti col bacino, si stava adattando a questa nuova intrusione. Arrivata si fermò, allargò più che poteva le cosce e scendendo ancora guadagnò altri centimetri dentro di lei.
Faceva dei respiri lunghi, regolari, guardava davanti a lei fissamente, poi spostò appena il busto in avanti e poggiando le mani sul letto incominciò a muoversi.

Movimenti leggeri e lenti, sembrava volesse percepire perfettamente quello che sentiva dentro di se.
Avevamo appagato prima i nostri impulsi, con un coito veloce e violento, eravamo affamati di sesso tutti e due, ma ora no, sfogati gli istinti primordiali, adesso ci stavamo godendo quella scopata con calma.
Data la posizione per me si annunciava lunga, il mio pene stava piegato in avanti, ed a tratti mi faceva anche un po male, nella sua vagina andava a sfregare verso dietro, non poggiava sul clitoride. Lei si muoveva, con continuità ma, si capiva che anche lei stava lontano dall’orgasmo.
Un suo movimento di spinta in avanti col busto mise in evidenza la sua rosellina anale, subito fui veloce a inserire il dito.

 aeeeee &egrave una fissa…….
 si ma ti &egrave piaciuto……
 ma non mi va tanto…… ti prego toglilo………
 ok lo tolgo………ma ritenterò…….quando non potrai opporti…..

Tolsi il dito e, lei ricominciò il movimento, lentamente si alzava e lentamente si abbassava su di me.
Mi accorsi che si stava stancando, allora la tirai verso di me e, facendole spostare le gambe in avanti la adagiai su di me, le gambe ai miei lati, completamente distesa con la schiena sul mio corpo, il mio membro, dato che l’avevo fatta spostare lentamente, era rimasto dentro di lei, che si muoveva appena.
Salii con le mani sul suo corpo, le andai a titillare il clitoride e con l’altra i seni.
Iniziai a masturbarla accompagnando il suo bacino nel suo movimento di penetrazione.
Data la posizione, la penetrazione non era profonda, ma ovviai a questo con la mia mano che sapientemente andava ad accarezzare il clitoride, lo massaggiavo con la punta del dito, lo scappellavo e simulavo un movimento di masturbazione.
Inserii il medio dentro di lei , sopra il mio membro, andando a stimolare le terminazioni nervose che si trovano nell’alto della vagina, con l’altra mano tornai sul clitoride.
Fu troppo per lei, anche se fino adesso non aveva dato segni di ceditura, a questa mia intrusione e successiva manipolazione della clitoride, scoppiò, letteralmente, per urla e spruzzi in un fortissimo orgasmo. L’aveva covato dentro, senza dare nessun segno, era montato man mano e stava aspettando da qualche parte, il doppio stimolo, ma sicuramente il mio dito dentro lo avevano fatto sbocciare.

 che mi hai fatto……
 ti ho fatto godere…….
 si…… ma &egrave stato fortissimo……..soprattutto quel dito……
 hai avuto una doppia stimolazione…… vaginale e clitoridea……
 non mi interessano le cause…………ma il risultato &egrave stato grandioso………ma tu non sei venuto…….
 mi sono trattenuto…….. aspetta prendo un coso….

Così dicendo mi sfilai da sotto e alzandomi mi diressi verso il comodino.

 non c’&egrave bisogno…….. ho la spirale……..vieni……..
 Wow che sorpresa……. ho sempre odiato quei cosi……

Ma io avevo altre intenzioni, l’avevo già presa prima sul tappeto alla missionaria, e volevo cambiare, volevo godermela in tutte le posizioni possibili.
Le presi la mano e la tirai a me, si alzò mettendosi in ginocchio davanti a me, l’abbracciai e ci scambiammo diversi baci. Poi la girai e le andai dietro, spinsi la sua schiena e capii, si mise subito in posizione, gambe larghe, busto che scendeva verso il letto e testa appoggiata sul cuscino. Nella classica e,sempre valida, posizione della pecorina.
Indirizzai il mio membro e scivolai, si scivolai tanto era bagnata, dentro di lei fino in fondo.
Le diedi una decina di colpi, le tolsi il cuscino da sotto la testa, ne presi un ‘altro e glieli misi sotto il pube, facendola scendere giù, adesso stava col culo a dieci quindici centimetri dal letto, tutto questo senza uscire da lei.
Mancava solo una cosa per rendere la cosa perfetta, spostai prima una poi l’altra mia gamba dopo le sue, che unii, mi trovai così colle sue chiappe davanti ed il mio membro che spingeva dentro di lei.
La ragione per cui le avevo fatto prendere questa posizione era che così la sua fica si stringeva tra le gambe ed io la sentivo meglio.

Non stavo disteso su di lei, ma col busto in alto, le mie gambe piegate ai lati dei suoi fianchi, e le mie mani che si puntellavano sul suo culo.
Cominciai a scoparla con vigore, dovevo venire io adesso.

 dai vieni con me….
 non c’&egrave la faccio……. ho goduto abbastanza……… vai tu…….
 sicura??…… posso aspettarti ancora……..
 sicuro ‘….. vai.’…..vienimi dentro……..

A queste parole mi scatenai e con le mani artigliai il suo culo, e dopo un paio di minuti le riversai dentro il mio piacere.
Mi lasciai cadere su di lei, dove rimasi per un manciata di minuti, poi per non opprimerla col mio peso mi sfilai da dentro e caddi di lato. Appena tolto lei istintivamente aprii le gambe, presi dei fazzolettini e mi avvicinai dietro di lei in attesa.
Ed ecco che dopo un po’ dalla sua vagina aperta e gonfia cominciò ad uscire, scivolando verso il basso, il mio seme, non gli diedi tempo di colare sul materasso, con i fazzolettini iniziai ad assorbirlo, in breve, anche aiutandomi con un dito infilato dentro lo feci uscire quasi tutto e la pulii perfettamente. Mi distesi accanto a lei e ci riposammo un po’.

Con calma si iniziò ad alzare, andò in bagno e si vestì.
Anch’io nel frattempo avevo indossato pantaloncino e maglietta, mi sarei cambiato dopo la doccia.
Ci preparammo così a congedarci.

– ciao allora e grazie
– grazie di che”. mi hai fatto stare bene”
– quando ci rivediamo ??
– non credo sia più possibile”
– perché ??
– a giorni ci trasferiamo”.. mio marito sei mesi fa ha avuto un incarico a milano”&egrave andato avanti e indietro per questo tempo, anche per vedere se andava bene” e’.. niente abbiamo deciso di trasferirci”
– allora non ci vedremo più”.
– non so”. ho ancora dei parenti qui”.e penso che ogni tanto verrò a trovarli’.
– quando vieni non andare a trovare solo a loro”’
– lo avevo già programmato”’..
– anche perché abbiamo una cosa in sospeso’..

Così dicendo abbracciandola di nuovo le misi velocemente una mano sotto il vestito, andando direttamente con la mano nel solco delle natiche e, spingendo un dito sull’ano. Lei trasalì, avevo spinto con forza, e attraverso lo slip le massaggiai l’ano, mi guardò negli occhi e disse

– vedremo”’
– ti aspetto allora’..

Ci scambiammo un casto bacio di saluto sulle guance. Ed andò via.

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