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Racconti Erotici Etero

Meno male che eravamo amici

By 16 Novembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero tesa quella sera, dopo due anni che chattavamo senza mai neanche scambiarci una foto ci saremmo incontrati.
Fin dal pomeriggio cominciai la scelta del vestito più idoneo, meglio un pantalone a vita bassa sotto una maglia corta in modo tale che possa vedersi l’ombelico oppure quel vestitino che lascia coperto poco????
Proviamoli tutti e due: MMMM direi proprio di mettere il vestitino.

Ore 19,30 tra un’ora esatta passerà sotto casa mia e il mio cellulare squillerà.
E’ un caro amico e credo proprio che passerò una bellissima e piacevolissima serata.
Comincio a truccarmi, fondotinta, ombretto, una rigolina di matita nera sulle palpebre e il mascara. Il rossetto no, non mi piace!

Sono pronta, ora non mi resta che aspettare, si ma cosa fare? Accendo la tv.
Quella sera Bonolis conduceva un programma ma io non seguivo, la mia mente viaggiava, avevo già progettato la serata, da ottimi amici andremo a prendere qualcosa da bere poi passeggeremo per il centro e parleremo finalmente guardandoci negli occhi seduti sui gradini di Piazza di Spagna.

Ore 20,30 Il mio cellulare squilla puntualissimo.

“Tesoro sono sotto casa tua, ti aspetto, vai tranquilla, non c’&egrave fretta”
“Va bene piccolo, non preoccuparti sono pronta, scendo subito”

“Ok, stai calma ora, prendi le chiavi, chiudi la porta con le 4 mandate e avviati verso le scale, scendile, apri il cancello e sali in macchina tranquillamente” mi dissi.
Così feci, arrivata in macchina mi voltai verso di lui che mi accolse con un grande sorriso.
“Sei bellissima, non mi aspettavo una ragazza così stasera” mi disse facendomi arrossire.
“Grazie, anche tu sei molto meglio della persona che avevo immaginato” dissi io con molta timidezza.
La macchina partì rombando, aveva una bellissima macchina, una z4 grigia metallizzata.
Non appena ci avvicinammo al centro della città trovammo molto traffico.
“Mamma mia che caldo che fa” dissi io abbassando il finestrino.
“Ferma ferma ci penso io” disse lui pigiando un pulsante.
Improvvisamente la cappotta della macchina cominciò a muoversi lasciando scoperto il cielo stellato sopra le nostre teste.
“Ahhh finalmente un pò d’aria” sospirai.
“Potevi dirmelo prima avrei provveduto, non l’ho fatto perch&egrave ho notato che non sei molto coperta e pensavo stessi bene così”
Sorrisi, wow il mio vestitino aveva fatto colpo.
Ancora traffico, accanto a noi avevamo automobili, dietro automobili e davanti automobili, eravamo imbottigliati.
Accavallai le gambe senza malizia e solo li mi accorsi del suo sguardo. Mi guardava le cosce.
Sentii un brivido, ma non era l’aria fresca che ora passava nell’abitacolo, era il suo sguardo che mi eccitava un pò.
Senza farmi notare tirai un pò su il vestitino e lui notò subito che ora poteva guardare qualcosa in più del mio corpo.
“Te l’ho gia detto che hai delle gambe fantastiche?” esclamò senza guardarmi.
“No non me l’hai detto e comunque ti ringrazio per il complimento”
“Deve essere anche una pelle molto liscia vero?”
Mmmm mi starà tentando? Proviamo con una battuta.
“Vorresti sentire?”
“Sai benissimo che lo farei volentieri ma solo se sarai tu a volerlo” mi rispose senza cogliere la mia ironia.
“Bhe magari ti ho detto questo proprio perch&egrave lo volevo” queste parole mi uscirono dalla bocca lasciandomi stupita di me stessa.
Senza farselo ripetere spostò la sua mano, dal pomello delle marcia a sopra il mio ginocchio.
Io rimasi in silenzio e la sua mano cominciò ad accarezzarmi le cosce andando sempre più vicino alla mia fica.
Il traffico si faceva meno intenso e la sua mano si staccava dalle mie gambe solo per cambiare le marcie.
“Ma se ci togliamo da questo traffico? Che ne dici?”
“Per me va bene, mi fido di te, andiamo dove vuoi”
Prendemmo una via secondaria che ci portò fuori dal centro storico e li il traffico era praticamente inesistente.
La nostra auto sfrecciava ma la sua mano era sempre li e nel frattempo aveva raggiunto il mio perizoma. Lo spostò e accarezzò le mie labbra capendo così che mi ero bagnata.
Sterzò improvvisamente e fermò la macchina tra due alberi che rendevano l’ambiente molto magico.
Si tolse la cintura di sicurezza e poi tolse la mia, con un gesto abbassò lentamente i sedili e sali su di me che ero ormai sdraiata.
“Ti ho desiderata da quando sei salita sulla mia auto”
“Ma dai, non me ne ero accorta”.
Mi baciò, la sua lingua passò in rassegna tutto il mio corpo senza lasciare neanche un centimetro inesplorato.
Con le mie mani gli sfilai la maglia e gli slacciai i pantaloni, infilai solo un dito e cercai l’orlo dei suoi boxer, lo trovai e infilai ancora un’altro dito.
Sentii la sua cappella inumidita e non resistetti più.
“Togliti tutto, voglio vederti nudo”
“Fai altrettanto anche tu stella, ti voglio”
Ci denudammo velocemente e io mi chinai per prendeglielo in bocca, muovevo prima lentamente e poi sempre più veloce la mia lingua intorno al suo cazzo, sembrava che non ne avessi mai visto uno così bello prima di quella sera.
Mi spingeva il cazzo in gola con un desiderio irrefrenabile e io godevo mentre le sue dita entravano e uscivano dalla mia fica ormai fradicia.
Mi sdraiò con un gesto veloce e mi penetrò con forza e decisione sbattendomi a più non posso.
“Godi puttana!” Mi diceva guardandomi negli occhi!
Mi sbatteva così forte che cominciai ad urlare dal piacere e più urlavo e più lui tenendomi per i fianchi mi tirava a se.
“Girati, ti voglio a 90 davanti a me, voglio scoparti come non ha mai fatto nessuno”
Eseguii velocemente e cercando di non far uscire il suo cazzo che però lui tolse.
“Perch&egrave lo hai tolto?” chiesi io sorpresa.
“Stai zitta e girati, sono io che comando ora” e sorrise.
Tacqui aspettando di riaverlo dentro. Ero girata e l’unica cosa che vedevo era il tronco dell’albero, solo allora ricordai che avevamo la macchina scoperta ma non mi importò di nulla. In fondo non stava passando nessuno e poi noi eravamo ben nascosti.
“Stai pronta, stò per entrare” sentii la sua voce dietro di me. Era rotta dall’eccitazione.
Sembrò prendere la ricorsa per quanto entrò veloce, mi causò un leggero dolore ma era mischiato al godimento e non dissi nulla, anzi venni.
Mi scopò ancora per molto tempo e quando venne mi inondò la schiena.
Sentii il calore del suo sperma sulla mia schiena, non smetteva più di venire e cominciai a sentire dei rigagnoli che scendevano sui miei fianchi. Ci arrivai con la mano che si bagnò, la guardai, guardai lui e la leccai. Mi si buttò addosso e venne a baciarmi.
“Allora puttana??? Che sapore ha la mia sborra? E’ buona??”
“Moltissimo, vorrei berne ancora”
“Allora vieni qui e spompinami per bene”
Eseguii ancora senza dire nulla, quest’uomo mi stupiva sempre di più.
Non pensavo che l’uomo che al telefono era molto dolce con me e mi lasciava sfogare quando avevo qualche problema in realtà fosse così porco.
Continuavo a leccarglielo ininterrottamente chiedendomi se anche lui aveva pensato a me come a quella ragazza fragile che aveva conosciuto al telefono.
“Sto per venire di nuovo tesoro, vuoi bere tutto?”
“Oh si tesoro, ho una sete pazzesca, di te”
Mi riempì la bocca e dalle mie labbra mi lasciai scappare un pò di sperma che lui raccolse con il suo dito.
“No non pulirti il dito” dissi dopo aver ingoiato.
Presi il suo dito e lo ripulii di tutto.
Restammo abbracciati completamente nudi guardando il cielo e fumando una sigaretta.
Mi riportò a casa e quando fummo sotto al mio portone mi abbracciò forte.
“Ti amo tesoro, ti ho sempre amato pur non avendoti mai vista”
“Ti amo anch’io” risposi e sorrisi, quel porco era il ragazzo che avevo sempre amato.
Avevo pianto al telefono con lui senza mai dirgli che era proprio per lui che piangevo.
“Ora lo sai, piangevo per te”
“Ora non dovrai più piangere amore mio, io sarò sempre con te”
Scesi dalla macchina sorridente e caddi in un sonno profondo non appena toccai il letto.

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