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Racconti Erotici Etero

Metà luglio, caldo afoso

By 16 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Metà luglio, caldo afoso, umido e soffocante, ore due e mezza di un qualsiasi sabato pomeriggio ‘ decido di prendere la macchina ed infilarmi nel primo centro commerciale con la precisa intenzione passare qualche ora al fresco sperando in qualche conoscenza occasionale che mi liberasse dall’ingrato compito di dover pensare anche a come trascorrere la sera.
Il centro commerciale è piuttosto affollato per la maggior parte da gente nella mia stessa situazione: l’affannosa ricerca di un po’ di refrigerio ‘
Giro o meglio, mi aggiro, tra le varie vetrine con un’aria abbastanza svogliata, senza una meta particolare fino a quando mi imbatto in una visione mistico-divina: due gambe assolutamente ben tornite, muscolose al punto giusto ma, allo stesso tempo estremamente toniche portate in giro da un paio di sandali con tacco dieci e collegate ad un culetto da sballo, tonico come le gambe e ‘coperto’ da un paio di hotpants neri che mettono in risalto l’abbronzatura ‘ una canotta in pizzo nera, trasparente che poco lasciava all’immaginazione ‘ niente reggiseno ‘ capelli biondi, leggermente mossi a creare una meravigliosa chioma tipo Rita Hayworth in Gilda.
Era già uno spettacolo vedere quel corpo sinuoso che procedeva con un’andatura estremamente provocante tipica di chi sa di avere un corpo da sballo ‘ sotto gli hot non indossava intimo o, al massimo, un ridottissimo perizoma con filo posteriore.
Decido di fare un giro ‘largo’ in modo da poter avere anche una visione anteriore senza dare chiaramente l’impressione di quello che la stava radiografando ‘
Mi ritrovo subito dopo a camminare verso di lei ‘ una trentina di metri mi separano da lei ma riesco chiaramente a distinguere un ritaglio di tessuto nero a coprire a mala pena un seno decisamente abbondante, naturale ‘ era uno spettacolo ipnotizzante seguire il movimento ondeggiante tipico di un seno naturale che non ha subito interventi esterni.
I nostri sguardi si incrociano, lei si è accorta dei miei occhi incollati sul suo corpo e procede decisa verso di me, ed io verso di lei, senza che nessuno dei due accenni ad abbassare lo sguardo ‘ Ci incrociamo, ci passiamo oltre e, quasi simultaneamente ci voltiamo per una frazione di secondo l’uno verso l’altro e proseguiamo per la nostra strada.
Anche io, devo dire, non passo inosservato: un metro e ottanta, fisico asciutto ma stremante tonico (non per niente, sono circa dieci anni che vado in palestra sistematicamente tre volte a settimana); penso ognuno di noi due sia stato un bello spettacolo da vedere per l’altro.
Passa più o meno un quarto d’ora e la noto seduta al tavolino di un bar intenta a finire una birra spiluccando qualche stuzzichino ‘ anche lei mi ha notato e, pulendosi la bocca con un tovagliolino, accavalla le gambe con estrema lentezza ‘ è fatta! dando un calcio ad ogni remora decido di giocarmi il tutto per tutto e, avvicinandomi al tavolino, le chiedo se posso accomodarmi.
Dopo due chiacchere-due ordino un paio di birre, una per lei ed una per me, e la conversazione entra nel vivo ‘ Si chiama Marilena e, come, me è in cerca di un po’ di refrigerio; rimango sconvolto quando, con banalissimo trucco, riesco a farle dire l’età: 40 tondi tondi festeggiati il giovedì ‘ L’occasione è lì, su un piatto d’argento, e la colgo al volo: in maniera esplicita e diretta le chiedo se posso invitarla a cena la sera stessa per festeggiare nuovamente il suoi meravigliosi 40 anni.
Senza fare una piega, Marilena mi guarda fisso negli occhi, accetta l’invito e aggiunge con una voce sensuale al massimo ‘non c’è bisogno che mi inviti a cena per portarmi poi a letto ma ‘ aggiunge ‘ la cena è comunque un ottimo modo per poter fare almeno un minimo di conoscenza reciproca prima di buttarsi in certe situazioni’
Decido di rilanciare e alzo la posta in gioco: le propongo anche una romantica passeggiata al mare e poi, ovviamente, cenetta in un ristorante sul mare.
Idea accettata e una mezz’oretta dopo siamo già in macchina alla volta della nostra meta, musica di sottofondo, velocità di crociera assolutamente tranquilla stiamo chiacchierando piacevolmente del più e del meno, delle nostre situazioni sentimentali quando con la massima naturalezza Marilena, poggia la sinistra sulla mia coscia guardandomi con aria maliziosa ‘ Guidandola con la mia mano destra la porto a raggiungere quasi il mio inguine ‘ con la punta delle dita noto che cerca il contatto con ‘lui’ ma, pochi millimetri prima del punto di non ritorno, prende la mia mano destra e me la posiziona direttamente sulla sua patatina dopo di che, punta decisa al mio sesso che nel frattempo era esploso e lo libera ‘ non prima di avermi sfilato la maglietta dai pantaloni in modo che potesse riparare da sguardi indiscreti; comincia a massaggiarlo ed io faccio altrettanto dopo aver aperto i bottoncini dei suoi hot ed essermi accorto che non indossava proprio intimo ‘
Era già bagnata, anche se non fradicia di umori e, poco dopo, decisi di fermarmi affinché gli effetti della sua eccitazione evitassero di manifestarsi sul tessuto dei pants ‘ ‘questo è solo un antipasto – le dissi – il resto dopo cena, magari in qualche angolo romantico, in riva al mare, lontano da sguardi e orecchie indiscrete ”
Marilena mi guardò in segno di totale approvazione e rimise al suo posto il mio amico ‘
Cenammo a base di pesce in un ristorantino che, all’apparenza, non sembrava un gran che ma che aveva un terrazzo con un’incantevole vista sul mare ‘ Quella cena mi costò una mezza fortuna ma ne valse la pena per come proseguì la serata.
Erano quasi le dieci di sera e, preso un plaid dal bagagliaio della macchina, ci incamminammo lungo il mare verso una piccola baia isolata e tranquilla dove nessuno ci avrebbe disturbato.
Arrivati a destinazione, la vista che ci si presentò fu semplicemente spettacolare: era una notte di luna piena e tutta la baia sembrava illuminata a giorno con una luce tenue ma uniformemente diffusa dalle rocce biancastre ‘ stesi il plaid e, in un attimo, ci ritrovammo abbracciati completamente nudi a riprendere da dove avevamo interrotto prima.
La sua patatina totalmente depilata era un lago di umori che colavano copiosamente e dei quali feci immediatamente buon uso: li raccolsi con le dita e li spalmai sul suo buchino che cominciai a massaggiare ed ispezionare delicatamente prima con un lento massaggio, poi con il approfondito gioco di lingua e, infine con la mano: in pochissimo tempo mi ritrovai ad averla penetrata con tutta la mano: Maddalena strinse a quel punto le chiappe come a volere tenere dentro sé all’infinito la mia mano che, a giudicare dagli spasmi di piacere e dalle urla di piacere, doveva darle gran gioia.
Decisi quindi di aprire la mano e cominciare a penetrarle la fighetta con l’altra mano fino a che ero completamente dentro anche dalla fighetta; il contatto interno tra le me mani le provocò un piacere tale che cominciò ad urlare dal piacere.
A quel punto fui costretto ad escogitare in fretta e furia un modo per limitare le sue urla di piacere e l’unico metodo che mi venne in mente fu di infilarle la lingua in bocca e, devo dire, che fu un’ottima idea ‘ cominciò a succhiarmela come se mi stesse facendo un pompino ‘ quando stavo per venire, decisi di sfilare la mano dalla sua pussy e, tappandole la bocca con la stessa mano intrisa dei suoi umori la penetrai riempiendola con due o tre schizzi caldi e abbondanti ‘
Eravamo stravolti ma felici e ci sdraiammo teneramente abbracciati per recuperare un po’ di forze e riprendere fiato.
Si era fatta ormai mezzanotte ‘ l’ora ideale per un bagno ‘ nudi e così ti tuffammo più che altro per sciacquarci e rinfrescarci un pochino.
Lungo il viaggio di ritorno, parlammo ancora del più e del meno, della meravigliosa esperienza appena vissuta e della possibilità di ripeterla in un futuro prossimo
Ci furono altri incontri con Marilena ma nessuno sarebbe riuscito ad eguagliare la magia di quel primo incontro nato per puro caso e nato sull’onda dell’improvvisazione ‘
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