Skip to main content
Racconti Erotici EteroRacconti erotici sull'Incesto

Mia madre Anna

By 18 Novembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Vi racconterò di mia madre e del mio rapporto con lei. Mia madre si chiama Anna, mi ha avuto molto giovane, a 20 anni, durante una storia con quello che &egrave mio padre Giulio. Erano molto giovani e innamorati, ma la gravidanza non era certo prevista. Nonostante questo, mia madre non se la sentì di abortire e mi tenne con se. Mio padre e mia madre non si sono mai sposati, anche se lui ovviamente mi ha riconosciuto. Il loro &egrave stato un rapporto difficile, probabilmente anche a causa della mia presenza, e così quando avevo 10 anni e mia madre 30 i miei genitori si lasciarono. Mio padre mi voleva e mi vuole bene, ma non c’era proprio portato per il ruolo, e quando si staccò da mia madre piano piano si staccò pure da me. Mia madre Anna, invece, fu sempre molto presente ed affettuosa con me, e dopo la separazione si attaccò a me ancora di più. La famiglia di mio padre se la passava bene economicamente e, per il mio sostentamento e per evitare grane legali, aiutarono mia madre ad aprire un centro estetico con la quale ci saremmo mantenuti.

Mia madre Anna era proprio il tipo da centro estetico. Infatti ora passerò a descrivervela fisicamente. Bionda naturale, occhi cerulei, alta 1,65, e soprattutto con un fisico da paura, due tette enormi, una quinta piena naturale con due capezzoli ampi, un bel culo tondo, due cosce sode… fisico datole dalla natura che lei manteneva con un po’ di attività fisica, ma niente di impegnativo perch&egrave a parte il lavoro mia madre &egrave abbastanza pigra. Nonostante l’aspetto da fatalona, le piace passare le serate a casa a guardare la tv insieme a me o a cucinare, in definitiva a rilassarsi. Quando ero piccolo la guardavo come un figlio guarda una madre, ma lo capivo che era bella, bionda, appariscente, con un bel sorriso, che quando camminava attirava gli sguardi… di questa cosa mi accorsi sempre di più con il passare degli anni e l’arrivo dell’adolescenza. Mia madre, con quei capelli mossi biondi appariscenti, mia madre con quelle tette sempre troppo in vista, sempre troppo grosse, mia madre con quel culo rotondo sempre fasciato da gonne troppo corte o aderenti… mia madre sempre con i tacchi pure per fare la spesa, sempre con gli occhi degli uomini addosso, sguardi che lei accoglieva facendo finta di niente o sorridendo compiaciuta… sguardi e a volte commenti mai esagerati forse solo per via della mia presenza, perch&egrave, poi mi resi conto con il passare degli anni, mia madre non &egrave solo la mia fatina bionda con il sorriso buono, &egrave anche una che a primo sguardo fa pensare subito al sesso, alle porcate, spagnole e pompini su tutto con quelle belle labbra carnose.

Con l’adolescenza insomma piano piano cominciai a capire, anche se non ero in grado di prenderne pienamente coscienza, che mia madre attirava da parte degli altri uomini i pensieri che vedevo nei filmini porno che guardavo di nascosto da solo o insieme ai miei compagni delle medie, che gli sguardi su di lei erano penetranti, e quegli sguardi cominciarono a darmi sia fastidio che orgoglio, orgoglio di avere una madre bella a fianco a me, e solo per me. Me la abbracciavo spesso, e lei mi stringeva a se schiacciandomi la testa contro il suo meraviglioso seno… e io mi beavo di quei momenti, un po’ vergognandomi, ma ogni dubbio spariva quando vedevo che mia madre mi sorrideva con dolcezza e un pizzico di malizia…

A 14 anni accadde una cosa che mi cambiò la vita, e mi sconvolse. Un giorno d’estate stavamo al mare, mia madre aveva preso in affitto un appartamentino al pian terreno di un residence a Cerveteri. Io ero in spiaggia con degli amici e mia madre invece si era attardata a casa perch&egrave doveva venire un tecnico a dare un’occhiata al boiler dell’acqua calda. Passai dal retro della casa e lì affaccia la finestrella del bagno. Sentii delle voci provenire da lì, guardai attraverso le fessure della persiana… e rimasi sconvolto. Mia madre era in ginocchio davanti a un uomo, il tecnico della caldaia appunto, e gli stava facendo un volgarissimo pompino che l’uomo si godeva tenendole una mano dietro la testa che spingeva con decisione, mentre mia madre aveva anche le tette di fuori! Sentii delle frasi
‘aaahhh succhia succhia… lo sapevo che avevi voglia di cazzo… sei sempre una gran mignotta’
quell’uomo quindi non approfittava di mia madre, ma lei ci stava e lo vedevo da come glielo succhiava, era come le zoccole dei film porno, si alternava tra cazzo e coglioni, come una bocchinara esperta e navigata, sorridente e beata mentre si gustava la grossa mazza dell’idraulico. La più scontata delle scene porno, solo che era mia madre la mignotta! Una parte di me voleva urlare, piangere, picchiare quello stronzo che si godeva la bocca di mia madre, ma il mio cazzo era diventato duro come il marmo, e l’eccitazione era tale che semmai dovevo stare attento a non venirmi nel costume!
Il pompino si concluse con la sborrata in bocca con ingoio
‘aaahh bevi, bevi! Troia… sei un gran bocchinara!’
io non ci capivo niente, mi girava la testa… da poco mi stavo abituando alla pornografia, figuriamoci a vedere dal vivo del sesso, per giunta con mia madre che ingoia!

Quella visione mi sconvolse. Stetti tutto il giorno cupo di carattere, taciturno, irrequieto… mia madre non capiva, probabilmente attribuì il mio comportamento a qualche turba adolescenziale… ma da quel giorno il modo in cui guardai mia madre cambiò molto. Il mio sentimento verso di lei era spesso di collera, di rabbia, e di dolore. In qualche maniera mi sentivo tradito, come se lei fosse no mia madre ma la mia ragazza… con il tempo ci ragionai su, nonostante fossi ancora solo un ragazzetto, e mi misi in testa che mia madre era pur sempre una donna, con tutti i bisogni di una donna, che sono gli stessi degli uomini… ma certo lei era pure mia madre, e il mio sentimento si traduceva con una semplice parola: gelosia. Ma la cosa che cambiò radicalmente riguardò le mie masturbazioni: le pippe migliori, in verità, me le sparavo pensando a lei, a quelle immagini del pompino con ingoio, alle volte che l’avevo vista mezza nuda, o in topless al mare, o con abiti scollati, alle sue tettone da sogno. Trovai nella pornografia persino un’attrice porno che le somigliava, si chiamava Amber Lynn Bach, ed era proprio tipo mia madre fisicamente e anche di viso (secondo me mia madre era anche più bella) e quindi spesso guardando i suoi film sostituivo lei idealmente con mia madre, immaginandola a farsi sbattere da ragazzi più giovani, il ragazzo delle pizze, lo studente, l’idraulico, il boss a lavoro… tutte le classiche cose del porno insomma, ma con mia madre protagonista nella mia fantasia erano ancora più fantastiche. A volte mi vergognavo di questi pensieri, li reprimevo per qualche giorno, ma poi ci ricascavo e ogni volta erano sempre eccitazioni e seghe tremende. Cambiò anche il mio carattere, diventai da spensierato e giocoso a più taciturno e introverso.

Andai alle superiori e, crescendo, i discorsi con i miei compagni si facevano sempre più sul sesso che non sulla Roma o altro… qualche volta mia madre veniva a scuola e io sotto sotto gongolavo nel vedere gli sguardi dei padri dei miei compagni, o di alcuni professori, sorpresi e ingolositi da una mamma così bona e così giovane. Devo dire che, a differenza del solito, a scuola mia madre si presentava sempre vestita molto castigata, anche se in estate questo, con il fisico che si ritrovava, era molto difficile. Nemmeno i miei compagni, ormai in piena esplosione ormonale come me, rimasero indifferenti alle tette e alla giovinezza di mia madre… e qualche commento me lo fecero, senza esagerare, anche perch&egrave io reagivo sempre in maniera molto difensiva e pronto all’aggressività, sempre molto diffidente e pronto a chiudermi. D’altronde qualche volta, quando c’erano convocazioni o colloqui con i professori, veniva mio padre (che nel frattempo si era fatto un’altra vita con un’altra donna) e ricordo ancora il commento di uno stronzetto della mia classe:
‘ah c’&egrave tuo padre no tua madre? Peccato! Ahahahah’
abbozzai un sorriso ma dentro di me mi rodevo dalla rabbia, fosse per me l’avrei strozzato! Perch&egrave se quello era ciò che mi dicevano in faccia, potevo solo immaginare cosa dicessero tra di loro… immaginavo commenti porcini, volgari, eccessivi pure, tanto che mi stavo ‘imparanoiando’ a riguardo… da una parte avrei voluto che mia madre venisse a mostrare la sua bellezza per vantarmene io di riflesso, da un’altra avrei voluto che nessuno a scuola la vedesse mai più…

Crescevo e mi avvicinavo alla maggiore età. Mia madre ogni tanto frequentava assiduamente qualche uomo, e ogni volta che accadeva io mi incupivo, la guardavo sospettoso o con rabbia… mia madre poi mi raccontò che era perfettamente consapevole della mia gelosia e cominciava a preoccuparsi, non tanto per se, quanto per me, perch&egrave se era un atteggiamento comprensibile da bambino, ora che crescevo temeva potesse diventare una sorta di patologia. Non superavo il famoso complesso di Edipo insomma. E non avevo nessun padre da uccidere, ma potenzialmente tanti, anzi tutti quelli che si avvicinavano al corpo di mia madre… e a volerlo erano sempre tanti, dato che gli anni passavano si, ma mia madre rimaneva sempre un gran pezzo di fica, una che faceva sempre girare la testa per strada causandomi sempre reazioni contrastanti. Lei a me non faceva mai mancare un grande amore, ma da un po’ di tempo quando mi abbracciava e mi stringeva forte capitava che mi eccitassi notevolmente e mi chiedevo se lei se ne potesse accorgere (non conoscevo ancora le donne: se ne accorgono eccome…).

Raggiunsi i 18 anni ancora vergine. Si avevo avuto qualche cotta, pomiciate, palpeggiamenti, qualche masturbazione reciproca, ma con le donne ero un disastro… ero rimasto timido, introverso, chiuso, anche se ero un bel ragazzo avevo un carattere scostante e poco spensierato.

Ma un giorno a scuola accadde una cosa che scatenò una serie di avvenimenti che cambiarono radicalmente la mia vita. Ero in bagno a pisciare e sentì un trambusto di ragazzi entrare di corsa ridendo e scherzando. Erano alcuni miei compagni di classe, quelli più chiassosi e arroganti. Stavo finendo di pisciare ma sentii un discorso che mi lasciò di sasso: cominciarono a parlare di mia madre
‘oh l’altra volta sono entrato insieme a mia madre al centro estetico della madre di Paolo… c’era lei, &egrave sempre un gran pezzo di sorca!’
‘oh si sa, la MILF perfetta… con quella bocca da succhiacazzi!’
‘Chissà che bocchini che fa con quella bocca da pompinara!’
‘Quanto mi piacerebbe infilare il cazzo immezzo a quelle tettone da pornostar che si ritrova! Beato chi se la tromba!’
‘Oh un giorno andiamo con una scusa a studiare a casa di Paolo così se c’&egrave la madre la mettiamo immezzo e ce la scopiamo… secondo me quella c’ha sempre fame di cazzo… ma hai visto come va in giro? L’altro giorno al centro estetico aveva una scollatura da pippe a due mani, e che faccia da zoccola!’
‘Io me la farei a smorzacandela, secondo me con una così non tanto alta e tettona &egrave la posizione perfetta! Così vedrei ballare quelle tettone da vacca che si ritrova!’
‘No no, io sempre a pecora… le tette je ballano comunque e me la sbatto io come mi pare!’
‘E per finire una bella sborrata su quella faccia da troia… secondo me alla fine lecca tutto con la faccia da golosa… secondo me quella &egrave un film porno vivente!’

Stavo lì nel cesso a sentire quelle volgarità da porno su mia madre e non sapevo che fare… alla fine aprii la porta e me li ritrovai davanti… nessuno di noi parlò per qualche secondo ma a uno di loro venne da ridere e io
‘ma che cazzo c’hai da ride… che &egrave che fai te a mia madre? Stronzo!’
‘ahò ma che cazzo vòi? Se c’hai la madre bona mica &egrave colpa mia!’
un altro mi affrontò per sfidarmi, era Mirko il più stronzo di tutti
‘E da me non vuoi sapere che gli farei a tua madre? Eh? Lo sai come me la scoperei? A doggy-style come una cagna, sai come la faccio godere?’
lì reagii d’istinto con un pugno, venni aggredito, risposi come potei, altri cercarono di dividerci.
Finimmo tutti dal preside, dove nessuno di noi parlò sui motivi. Io e un altro fummo medicati, avevo un taglio allo zigomo, qualche livido e un paio di ficozzi in testa… vennero convocati i genitori, e venne mia madre. Nessuno confessò niente, vinse la mentalità omertosa scolastica.
Le cose cambiarono una volta a casa, mia madre voleva sapere assolutamente come potesse accadermi una cosa del genere, almeno quale era stata la causa scatenante. Una ragazza?
‘Non una ragazza qualsiasi’ dissi riluttante e arrabbiato ‘la causa… hanno fatto dei commenti su di te. Ecco qual &egrave il motivo. Il motivo sei te!’
‘Ma… tesoro, che commenti… ma che c’entro io?’
‘Ma come che c’entri te? Ma non ti vedi mai? Ma guarda come cazzo vai in giro porco giuda… sembri una mignotta sembri!’ mia madre aveva indosso una minigonna jeans, i soliti tacchi, una maglietta aderente che mostrava bene le sue tettone…
lei rimase impietrita… e poi partì uno schiaffo verso di me. Lei tremava dalla rabbia e dalla sorpresa. In realtà, come mi spiegherà poi, era più il dispiacere e la mortificazione per essere stata la causa delle botte prese e della sospensione a scuola.
‘Che parole sono? A me poi? Come ti permetti? Io sono una donna e mi vesto come mi pare… e… non faccio niente di male, altro che mignotta, lavoro tutto il giorno io per mantenerti come un principe!’
Non risposi. D’istinto stavo per dirle che avrebbe fatto meglio a fare la mignotta per davvero allora, mi avrebbe mantenuto come un re no come un principe. Per fortuna stetti zitto e mi tenni lo schiaffo con il cazziatone. Mia madre tornò a lavoro nel pomeriggio, non ci scambiammo neanche un sms come facevamo di solito. Tornò per la cena e nessuno di noi aveva il coraggio di parlare. Lei non mi sembrava più arrabbiata, ma semmai dispiaciuta e desiderosa di dire qualcosa senza sapere cosa.

Dopo cena andai in camera mia a chiudermi in me stesso con il pc. Verso le dieci bussò mia madre e la feci entrare, così facendo sciolse un po’ anche me, e cominciammo a parlare, lei era molto dispiaciuta
‘Sai Paolo ho pensato a quello che &egrave successo e a quello che mi hai detto… ho riflettuto seriamente, e per la prima volta ho preso coscienza che forse il mio modo di presentarmi… di essere, possa metterti in difficoltà… in realtà ne avevo più timore quando eri un bambino o un adolescente e quindi pensavo che ormai il rischio fosse superato… mi sbagliavo…’
‘Ma’… dispiace pure a me per quella brutta parola che ti ho detto… non lo penso… però insomma cerca di capirmi… non sei una madre come le altre… sei più bella… più appariscente insomma…’
mia madre sorrise piena di amore per me
‘tesoro mio… lo so, adesso capisco… forse sono sempre stata un po’ egoista… senti io faccio pure un lavoro per cui devo essere sempre in forma e bella capisci?’
‘ma si ma certo, lo capisco… non dico mica che fai male…’
‘però… tesoro mio per me sei la cosa più importante di tutte… per me sei sopra ogni cosa, quindi se non vuoi che mi vesta più in questa maniera dimmelo e lo farò. Non temere, per me non sarà più una cosa importante. Per me sei importante solo tu…’
mia madre indossava sempre la minigonna jeans e una camicia bianca tiratissima con quelle tettone sotto, da cui si intravedeva la biancheria intima bianca di pizzo… un abbinamento che a me faceva sempre impazzire…
‘Ma no ma’… sei bella, perch&egrave devi… coprirti? Si insomma, per me vai bene così, mi piaci vestita così…’ risposi un po’ imbarazzato, perch&egrave non potevo certo dire esplicitamente che mi piaceva vedere mia madre vestita come una mignotta da marciapiede!
Lei allora si aprì in un sorriso pieno di amore ma anche di simpatica malizia
‘Ti piaccio vestita così eh? Beh meno male, sei un uomo… mi piace piacerti… certo che non sono proprio una madre come le altre eh?’ mi disse facendomi l’occhiolino e accavallando volutamente le gambe in maniera seducente… sorrisi anche io e dissi
‘No ma’… se la più bella di tutte, anzi la più bona! Ahahahahah’ ridemmo tutti e due in maniera liberatoria. Mia madre si alzò in piedi e mi abbracciò che ancora ero seduto, schiacciando la mia testa fra le sue tettone come ai vecchi tempi e mi disse
‘Ti piace eh? Come quando eri più piccolo… che credi non me ne accorgessi? Si mi abbracci con affetto, ma lo so benissimo che ne approfitti per goderti le mie tette ahahah e qualche volta ti eccitavi pure! Si vedeva l’asta dritta come una tenda da campeggio! Ahahahaha!’
Io ero rosso di vergogna anche se mi veniva da ridere…
‘Ma dai tesoro… non vergognarti, &egrave perfettamente naturale, sei un uomo, anche se eri solo un adolescente… ma eri anche il porcellino della mamma eheheheh’
Io ridevo insieme a lei ma stavo zittto, lei mi accarezzava i capelli, fino al momento in cui decise di sedersi sopra di me, sulla gamba sinistra accavallando le proprie gambe e stringendomi forte a se… ero emozionatissimo, io e mia madre ci stavamo parlando senza freni inibitori, e ora lei era lì, bonissima come sempre, vestita come una zoccola come sempre, seduta su una mia gamba fino a toccare con il culo il mio pacco, e mi stringeva a se spingendo la mia faccia sul suo seno, sulla sua scollatura che aveva liberato di un bottone mettendo in bella mostra le sue tette fasciate di un reggiseno di pizzo bianco… ne approfittai per abbracciarla e stringerla a me… avevo la faccia tra le sue tette, le mani raggiungevano facilmente il culo e le cosce, avevo tutto quel corpo da sturbo a mia disposizione…
‘ecco ecco… il porcellino della mamma ahahah… farò sempre tutto per te, e non devi cacciarti nei guai per causa mia… gli altri lasciali parlare… io sono tua madre, solo tua, farò sempre di tutto per te… di tutto… per me sei l’unico uomo della mia vita…’
e mentre mi diceva queste cose carezzandomi la testa e le spalle e dandomi dei baci sulla fronte, io toccavo sempre più indecentemente le cosce e il culo a portata delle mie mani fino a che cominciai a baciarla immezzo alle tette, nella parte superiore che sporgeva dal reggiseno, tutto in maniera sempre più indecente…
‘lasciali parlare gli altri… possono solo parlare… qui con me ci sei tu… chissà che darebbero quegli stronzi dei tuoi compagni per stare al posto tuo adesso eh? E invece ci sei tu e ci sarai sempre solo tu…’
Ormai baciavo il seno di mia madre con sempre maggior foga, le cosce le avevo scoperte del tutto e ormai aveva praticamente il culo di fuori… mia madre allora si liberò un attimo e cambiò posizione sedendosi sopra di me a cosce aperte, a smorzacandela insomma… si tolse la camicia e liberò le tettone dal reggiseno, prendendo la mia testa a due mani e portandosela verso le tette che schiacciò sulla mia faccia
‘e dai allora… facciamoli morire d’invidia quegli imbecilli dei tuo amici…’
cominciai pure io a parlare mentre toccavo il corpo di mia madre in maniera febbrile, senza tregua
‘si si… solo io faccio come mi pare con le tue tette… sono mie e gli altri rosicano… che tette fantastiche… hai le tette e il culo più belli del mondo… sei la più bona del pianeta, la più arrapante, la … più troia!’
mia madre cominciò ad eccitarsi, il respiro era affannoso, ogni tanto si lamentava perch&egrave rischiavo di farle male per la troppa foga… mi baciava sulla testa e si faceva fare tutto… io palpavo senza interrompermi mai, culo, tette, cosce, sfogavo finalmente anni di pippe furiose pensando a lei che faceva la pornostar, avevo il cazzo durissimo… prendevo le tette a due mani e succhiavo i capezzoloni e mi gustavo la faccia eccitata, da troia, di mia madre che in quel momento era come se fosse la mia puttana, la mia pornostar… a un certo punto scese e si mise in ginocchio davanti a me sorridendo… mi slacciò i pantaloni e tirò fuori il mio cazzo che, non per vantarmi, &egrave di notevole dimensioni… mia madre se lo mirò estasiata, lo accarezzò e poi guardandomi cominciò a leccarlo… mi sembrava di impazzire, mugolavo, respiravo affannosamente… senza stava accadendo la cosa più bella che mi fosse mai capitata, un sogno morboso che diventava realtà.
Disse solamente
‘Hai il cazzo più bello del mondo…’
E poi mia madre cominciò a succhiarmi il cazzo, e mi piaceva da morire, era il mio primo pompino e me lo faceva una maestra dell’arte, che labbra, che tettone, che risucchio! Mi venne istintivo metterle una mano dietro la testa, ma la ritirai subito perch&egrave temevo di poter esagerare… ma fu lei, mia madre, senza smettere di succhiare che mi prese le due mani e se le portò dietro la testa, facendomi capire che stasera era la mia troia e che potevo trattarla come un’attrice porno, e allora cominciai a spingere e in pieno delirio, senza più inibizioni di alcun genere, cominciai ad insultarla
‘aaahh, siii siii succhia… succhiami il cazzo… hanno ragione i miei amici, sei una bocchinara… sei una troia!’
e spingevo la sua testa sul mio cazzo che scendeva sempre più giù, causando rumori gutturali e singhiozzi sempre più forti fino a quando sentii che non ce la facevo più stavo per venire. E volevo completare il mio sogno venendole in bocca, come l’idraulico nella casa al mare…
‘aaahh bevi, bevi! Troia… sei un gran bocchinara!’
ripetei quella frase ascoltata a 14 anni che per anni mi risuonò nelle orecchie, e che per anni avevo sognato di pronunciare… solo che stavolta il cazzo che sborrava nella bocca di mia madre era il mio, e lei era per davvero la mia troia!
Dopo quanto accaduto, dopo quel furioso e febbricitante pompino, andammo a dormire augurandoci la buonanotte senza tanti convenevoli… troppo imbarazzo, e d’altronde forse non c’era proprio nulla da dire. A letto pensavo a quanto fosse accaduto con eccitazione, ma mi sentivo anche rilassato come non accadeva da tempo… come se finalmente fosse stato aperto e svuotato un armadio chiuso da sempre per paura di cosa ci fosse dentro. Finalmente mi addormentai, dormii senza sogni fino al risveglio naturale, verso le 8.

Quella mattina non dovevo andare a scuola perch&egrave, a causa della rissa, eravamo stati sospesi tutti per un giorno. Poteva andare peggio. Al risveglio ci misi qualche minuto a realizzare la mia nuova condizione, a quanto fosse accaduto, e quando accadde la mia eccitazione salì alle stelle, mi divenne durissimo al pensiero del corpo di mia madre tra le mie mani, finalmente padrone di fare ciò che volevano, a quelle tette che mi ossessionavano di desiderio e gelosia da anni, a quel pompino da pornografia… mi toccavo ma dopo pochi minuti già non ce la facevo più, e mi venne il desiderio prepotente di raggiungere mia madre, così mi alzai verso la sua camera, andai alla porta scoprendola già aperta quando lei normalmente la chiude a chiave… entrai dentro la stanza, completamente buia, mi diressi a memoria verso la finestra e alzai la serranda quel tanto che bastava per far illuminare un po’ la stanza… lei stava ancora dormendo su un fianco indossando una sottoveste leggera, mi spogliai eccitato e mi infilai sotto il lenzuolo avvicinandomi a lei da dietro.
Scostai il lenzuolo e la vidi per intero, la sottoveste era corta e si era alzata fino a mostrare le rotondità del culo di mia madre coperto appena da un paio di slip bianchi con il bordo di pizzo, una delle tette era fuori per metà al limite del capezzolo… pensai, senza vergogna, a quanto sembrasse una puttana pure mentre dorme, a quanto fosse impossibile resisterle… mi appoggiai a lei da dietro abbracciandola e stringendo il mio cazzo durissimo al suo fantastico culo.
Lei si svegliò un po’ di soprassalto, mi prese una mano per fermarla e disse solamente
‘…tesoro… no…’
mi fermai solo un attimo, ma ripresi il mio assalto in maniera nervosa, abbassandole le spalline e prendendo a piene mani le sue fantastiche tette, sensazione che mi fece emettere un gemito, il primo dei tanti di quella mattina, mentre strusciavo in maniera sempre più volgare e irruenta il mio cazzo sulle sue natiche, sui suoi slip bianchi… lei emise ancora qualche lamento di irrequietudine, ma poi si arrese, non oppose più la minima resistenza, io stringevo le sue tette a piene mani e mi sembrava la cosa più bella che si potesse immaginare sul pianeta terra, spalmate per via della posizione sdraiata mi sembravano ancora più grandi, ansimavo per la tremenda eccitazione, tremavo e mi muovevo in maniera nervosa sul suo corpo da favola… un corpo tutto per me, un corpo da puttana! Cominciai a dire cose deliranti per un figlio
‘… mi fai morire… hai le tette più belle del mondo mamma… le voglio tutti i giorni quando mi pare… puttana…. troia… ecco… ecco… vengo, vengo!’
E sborrai sul suo culo in maniera copiosa, mentre lei gemeva per il misto di emozioni che poi mi confiderà: imbarazzo, vergogna, eccitazione, desiderio, orgoglio…

Rimasi lì sdraiato un paio di minuti accanto a lei che rimase ferma come me, fino a quando mi disse
‘vai a preparare il caff&egrave e fai la colazione, io vado in bagno a prepararmi per uscire…’
Facemmo colazione senza dire niente, imbarazzati fino a quando seduti uno difronte all’altro ci rilassammo con un sorriso pieno di affetto si, ma anche di malizia e intimità. Sembravamo due amanti, no madre e figlio…
Quando lei uscì dalla camera dove si era vestita per andare a lavoro rimasi senza fiato. Era sempre lei, ma ormai la guardavo in maniera diversa. Indossava una camicia viola aperta davanti per mostrare la stupenda scollatura, una minigonna nera aderente che metteva in risalto la splendida rotondità del suo culo, abbinata a una giacchetta dello stesso colore, dei collant color carne, e scarpe con il tacco. Mi guardò godendosi la mia ammirazione e sorridendo mi disse maliziosamente
‘Ti piaccio così? Posso uscire in questo modo?’ risposi
‘Sei favolosa… ti prego fammi fare un paio di foto…’ lei mi sembrò sorpresa ma acconsentì. Presi il cellulare e lei cominciò a mettersi in pose un po’ seducenti, seduta con le gambe accavallate di lato, alzata con un piede appoggiato alla sedia facendo salire la gonna al limite delle chiappe, sdraiata sul divano… io scattavo foto con il cellulare e sognavo già le pippe che mi sarei sparato mentre lei era via!
Uscì per andare al centro estetico, io la guardavo avanzare nella strada dalla finestra e mi beavo della sua andatura, di quanto fosse volgarmente attraente… c’erano degli operai a lavoro per degli scavi in strada, e mi eccitai terribilmente vedendo la loro reazione al suo passaggio, lei indifferente, loro a ridere, toccarsi il pacco, rivolgendole dei richiami da caserma… Anna, mia madre, alzò lo sguardo verso la finestra per vedere se ero lì a guardarla e mi sorrise… era tutto fantastico, era quello che avevo sempre visto, ma ora con una coscienza nuova. Per me era meraviglioso avere una madre che faceva girare la testa agli uomini per strada, che attirava le loro volgarità da maschi, e guardando quella scena, con mia madre che si avvicinava verso la macchina con la sua andatura da zoccola, sognavo che magari qualcuno di quegli operai si sarebbe masturbato pensando a quella fantastica milfona bionda e tettona che avevano ammirato e insultato la mattina stessa… mi eccitai nuovamente e cominciai a masturbarmi. Lei era sempre stata così, ma lo capivo solo adesso che lei era mia. Mi chiedevo che gelosia sarebbe rimasta in me, se sarebbe aumentata perch&egrave la volevo tutta per me, oppure se sarebbe scemata ora che tutto si era svelato…

Durante la giornata non resistetti a spararmi due furiose seghe guardando le foto che avevo scattato a mia madre, e mi trattenei pure perch&egrave non sapevo come sarebbe andata la serata, se come quella precedente e volevo essere pronto. Uscii di casa nel pomeriggio per fare un giro, guardavo le belle ragazze e donne che mi passavano accanto, ma dentro di me pensavo che non c’era paragone con Anna, con mia madre. Lei era la più eccitante, la più arrapante, anche la più troia di tutte. Elegante e volgare allo stesso tempo, era la puttana perfetta!

Mia madre tornò a casa verso le 20, io avevo cominciato a preparare qualcosa per cena, ci salutammo con un po’ di imbarazzo da parte di entrambi, e cenammo senza dirci niente di particolare davanti alla TV accesa. Mia madre volle aprire una bottiglia di vino, che offrì anche a me… finimmo la bottiglia ed eravamo già un po’ brilli, poi ci sedemmo sul divano, lei si era cambiata ma era sempre arrapante, la solita minigonna jeans, una maglietta scollata, solo i tacchi avevano ceduto il posto a delle normali ciabattine…
Mia madre cominciò anche a sorseggiare un liquore, mi sembrava volesse ubriacarsi… io non molto abituato all’alcool già mi ci sentivo… lei seduta sul divano con le gambe accavallate, io a fianco a lei la abbracciai e con l’altra mano cominciai a toccarle il seno, le cosce favolose… lei non opponeva la minima resistenza, era ferma così, come una bambola di carne… cominciò a dirmi

‘ti piaccio vestita così eh? Hai visto come piaccio a tutti… a tutti gli uomini… ti ho visto oggi alla finestra che mi seguivi… ti piace vedermi per strada… alla vista di tutti…’
‘si ma’ sei troppo bella, troppo arrapante…’ e mi slacciai i pantaloni per tirarmi fuori il cazzo già durissimo…
‘scommetto che li hai visti gli operai… ti deve essere piaciuto vedere le loro reazioni volgari… chissà quante me ne hanno dette… li sentivo sai, ‘che tettona’… ‘che milfona da favola’… ‘guarda come cammina pare una mignotta’… sentivo le loro risate… me ne avranno dette altre di volgarità sai? Ti piace l’idea?’
‘Si ma’… la verità &egrave che sono geloso ma mi piace vederti andare in giro come una puttana…’
mi prese in mano il cazzo cominciando a masturbarmi lentamente… le alzai la maglietta per scoprirle le tettone, senza reggiseno come al solito in casa, ero affamato di quelle zinnone da favola, di quei capezzoloni ampi rosa chiaro su cui mi avventai golosamente. Mia madre proseguì
‘Pure i tuoi amici che ti hanno fatto incazzare… allora pure loro chissà che volgarità… cosa mi dicevano? Dai dimmelo…’ e allargò una gamba mettendosi la mano libera, la sinistra, immezzo alla fica… infilando le dita sotto le mutandine… si stava per masturbare… rimasi un po’ perplesso dalla libertà che si stava prendendo, senza più freni inibitori di alcun genere… mi dava ancora un po’ fastidio quello che dissero i miei compagni di classe, anche se sapevo fosse la verità che volevo sentirmi dire, che mia madre sembrava una troia e che faceva drizzare i cazzi!
‘Dai dimmelo… lo so che ti piace…
‘Si Ma’… dicevano un sacco di volgarità… come gli operai… te ne hanno dette di tutti i colori…’
‘Voglio sapere le parole precise! Dimmi esattamente che volgarità… dai dimmele, poi ti faccio felice…’
Tentennai un attimo poi cominciai
‘Uno di loro, Alessandro era stato con la madre al centro estetico e ti ha vista vestita come al solito… diceva che sembravi una mignotta… un altro, Giorgio, diceva che hai le labbra da succhiacazzi… che se metti in fila i cazzi che hai preso ci arrivi a parigi… Daniele diceva che sembri una puttana, e non sa che darebbe per infilare il cazzo immezzo alle tue tettone da pornostar… Saverio diceva che vorrebbe scoparti a smorzacandela per vedere le tue tettone da vacca ballare… ma Giorgio vorrebbe farti a pecora… Alessandro disse che vorrebbero venire qui a casa con una scusa e scoparti come una troia fino a venirti tutti in faccia… la faccia da bocchinara che ti ritrovi Ma’!’
dicevo tutto questo in maniera febbrile, quasi allucinato nel vedere mia madre masturbarsi davanti a me mentre le raccontavo senza censure le porcate pornografiche di cui era protagonista nelle fantasie dei miei coetanei… lei ansimava, si era infilata due dita nella fica, si titillava il clitoride sempre più velocemente mentre io ripetevo gli insulti che le erano stati rivolti
‘Che faccia da troia, dicevano, chissà che pompini che fa con quella bocca da succhiacazzi!’
fino a che lei, ormai volgarmente sbracata a cosce larghe sul divano con il mio cazzo in mano e le dita infilate nella passera, in una posizione volgarissima ed incredibilmente eccitante, non venne gridando e urlando
‘Siiii!…. AAAHHH… SIIII… Siii…’
deglutiva ed ansimava, poi si portò le dita alla bocca per succhiarle… io non riuscivo a crederci, avevo appena visto mia madre comportarsi senza ritegno davanti a me, con il mio cazzo duro in mano… mi guardò e disse…
‘Dai… sei stato bravo… mettimi il cazzo immezzo alle tette… fai come ti pare, fai quello che vorrebbero farmi i tuoi amici… solo che tu puoi, loro stanno a casa a spararsi le seghe…’ disse sorridendo divertita…
le salii sopra e le misi il cazzo immezzo alle tette che lei stringeva sul mio tarello, e cominciai a fare su e giù furiosamente, mentre lei alternava il suo sguardo lascivo tra la mia cappella che andava e veniva verso la sua bocca, il mio cazzo durissimo schiacciato tra quelle enormi tette, e il mio volto, fissandomi in maniera eccitata…
Stavo al limite della sopportazione, stavo per venire…
‘Si… si… vengo ma’… sei una troia, mi fai morire…’
‘E fammela in faccia! Dai… dai…’ rispose ansimando dal desiderio
‘Ah si? Troia… ti&egrave! tieni! Sborro sulla tua faccia da troia… aaaahhhh … hanno ragione i miei amici… ti ci ricopro, faccia da bocchinara! Sei una troia… aaaahhhh’
E rimasi lì sopra di lei per un po’ mentre mi godevo il suo splendido viso rigato dagli spari di sperma che le avevo indirizzato sulle guance, sulla bocca, sul naso, fino alla fronte e in parte nei capelli… lei leccava le proprie labbra con la lingua… non potevo ancora crederci, tutti i miei sogni da film porno si stavano avverando, e potenzialmente era solo l’inizio… non sapevo a cosa ci avrebbe portato, sapevo solo che non potevo neanche immaginarli orgasmi più forti di quelli che avevo provato con Anna, con mia madre, con la mia mammina milfona, troia da esibire, da far scatenare le volgarità di tutti gli altri uomini, insulti porcini che io traducevo in realtà…

Leave a Reply