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Racconti Erotici Etero

Mia moglie e i ripetenti

By 28 Ottobre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Mia moglie e i ripetenti

Sto guardando sul pc un video fatto con il cellulare. E’ girato da un ragazzo di 17-18 anni che all’inizio si inquadra e saluta un amico, poi inquadra da dietro una donna e un altro ragazzo seduti l’una a fianco all’altro su due sedie, sono molto vicini e si trovano nei pressi di un tavolo con dei libri e quaderni sopra, come se fosse una ripetizione a uno studente, anzi lo &egrave. Anche il ragazzo seduto saluta, la donna invece si trova al telefono. E’ mora, capelli lunghi e mossi, indossa una maglietta un po’ corta e dei pantaloni leggeri a vita bassa, tanto che si vede chiaramente la parte superiore del bel culo rotondo di cui &egrave dotata e il perizoma bianco che indossa. Il ragazzo la abbraccia, sorridendo alla ripresa, scende con il braccio in vita, comincia a carezzarla sempre più in basso fino a raggiungere facilmente il bordo del perizoma, con cui giocherella per un po’, mentre il cameraman ogni tanto si inquadra brevemente ripetendo il saluto di prima, per poi inquadrare attentamente e sempre più da vicino il palpeggio del ragazzo che sorride strafottente e si fa sempre più sfacciato, affondando infine e per bene la mano sotto i pantaloni e cominciando a smanacciare le fantastiche chiappe della donna mora che, inquadrata un attimo in viso mentre continua a parlare al telefono come se niente fosse di argomenti quotidiani e banali, dimostra una ventina d’anni più di loro anche se &egrave una gran sorca. Il giovane porco, con una faccia insopportabilmente arrogante, continua a smanacciare come gli pare, da autentico padrone, infilando le dita nello spacco delle chiappe, tira il perizoma, palpa pesantemente le carni di quella che dovrebbe essere la sua insegnante e invece si fa trattare come una mignotta da film porno, l’inquadratore si sposta di lato e si vede chiaramente che oltre al culo lo stronzetto sta palpando pesantemente anche le grosse tette della zoccola, che continua a far finta di niente. Poi il ragazzo si alza in piedi e si para davanti alla professoressa mettendosi difronte a lei a cavalcioni appoggiando il culo al tavolo e si slaccia i pantaloni da cui estrae un cazzo grosso, duro, e punta la cappella arrogante verso la bocca della donna; questa saluta brevemente la persona dall’altro capo del telefono con ‘ci vediamo stasera’, attacca e sorridendo prende in bocca la cappella del ragazzo.
‘brava zoccola, hai parlato pure troppo oggi, ora &egrave il momento che ti tappi quella bocca da succhiacazzi che ti ritrovi!’ ridono tutti, nonostante la bocca piena di carne di cazzo anche la ‘professoressa’ ride mentre si gusta la mazza prelibata del ragazzo che la tiene per i capelli per gustarsi meglio la scena e facilitare le riprese.
‘riprendi bene che questo me lo gusto con il maxi schermo domani sera!’
e comincia a spingerle la testa dandole il ritmo del pompaggio, facendola ingozzare sempre di più e causando i classici rumori gutturali e strozzati del pompino profondo, la bocchinara sembra faticare ma non molla l’osso, anzi con gli occhi spalancati cerca di facilitare l’ingoio del bastone che le viene spinto in fondo fino alla gola.
‘ferma, ferma’ così piglialo tutto’ aaahh che bocchinara nata’ apri bene che ti scopo in bocca troia!’
le ferma la testa con le mani e comincia a pomparla come se fosse una bambola gonfiabile, facendole colare la bava dalla bocca e il trucco dagli occhi per la fatica e la quantità di cazzo che si becca in gola.
‘sei la regina delle scopate in bocca’ riprendila bene ‘sta cagnaccia’ ecco vengo, fatti sta bevuta di sborra calda’ ti&egrave! Ti&egrave! Ti&egrave&egrave&egrave&egrave!! Bevi! Bevi!’
e la mora bevette una sborrata colossale, vista la fatica a ingoiarla tutta dato che qualche rivolo di sborra le uscì dai lati della bocca.
‘tienilo in bocca, succhialo’ pulisci bene mignotta!’
e dopo un po’ glielo tirò fuori senza tanti complimenti ancora un po’ duro. La pompinara si pulì la bocca con aria soddisfatta per il trattamento, fino a che l’altro ragazzo parla finalmente
‘mò prendilo tu il telefono che tocca a me’ mettite a 90 che ti sbatto come una vacca’ che cazzo ridi troia ora ti sfondo e voglio vedere se ridi ancora!’
la donna obbedisce mettendosi a 90 sul tavolo senza fare altro, il telefono passa a quello che si &egrave appena svuotato le palle nella sua bocca, e si vede l’altro ragazzo slacciarsi i pantaloni tirando fuori anche lui un cazzo grosso e duro, scappellato e pronto a sbattersi la vacca. Le tira giù i pantaloni bianchi scoprendo il culo e prendendole a schiaffi le chiappe.
‘guarda che bel culo da mignotta’ me lo faccio con tutto il perizoma!’ dice il ragazzo guardando l’obbiettivo del cellulare, si sentono le risate del cameraman’
scostandole appena il perizoma bianco le pianta il cazzo in fica di prepotenza, senza un minimo di preparativi, strappandole un urlo strozzato
‘ti&egrave becca ‘sta mazza’ era fradicia ‘sta cagnona! Ti&egrave ti&egrave ti&egrave!’
e comincia subito a sbatterla con ritmo veloce e potente, sbattendo sulle chiappe tonde della vaccona che urla e gode e lo incita
‘sii sii dai forte, sbattimi”
‘sei una troia no? E dillo daje che sei una troia, che ti piacciono i cazzi grossi!’
‘si si mi piace come mi sbatti, ce l’hai enorme, duro, spaccami sono la tua troia’
‘ce l’ho più grosso di quel cornutone di tuo marito vero!?’
‘sii siii non c’&egrave paragone, godo’
e la troia godette perdendo quasi i sensi, abbattuta sul tavolo dove erano finiti per terra quaderni, libri, matite e penne.
‘e adesso vediamo di farci questo bucio di culo da troia che ti ritrovi” sghignazzano entrambi i mandrilli arrapati.
‘oddio si ma fa piano stavolta”
‘ahahah si si come no’ e poi il divertimento dove sta? Ahahah’
le punta la cappella ancora umida degli umori della fregna al buco del culo e con un colpo secco infila la cappella provocando un urlo doloroso alla troia
‘ahiaaa’ cazzo’ porca troia’ l’hai fatto stronzo, e allora sfondami dai bastardo!’
‘ e ti sfondo si rottinculo mignotta!’
e comincia a pompare sempre più forte, facendo entrare nel retto della vacca una porzione di cazzo sempre più grande, tenendola duramente per i fianchi. Dopo un paio di minuti così il giovane montone non si accontenta, comincia a spingere a ritmo più lento ma con una forza senza remore
‘ti&egrave! Te vojo proprio sfonna’ sto culo da mignotta! Ti&egrave&egrave&egrave’
la donna emette degli urli che cerca di controllare a fatica, si aggrappa a dei fogli di quaderno che stritola nelle mani per il godimento e il dolore e lacrima dagli occhi.
Dopo almeno 5 minuti di quel trattamento pesante durante il quale il giovanotto riesce a far arrivare il cazzo nel culo per intero fino alle palle finalmente lo estrae con uno schiocco secco che provoca si un grido ma anche le loro risate e sborra sulle chiappe tonde della vacca da monta.
‘Ti ho proprio rotto il culo stavolta! Hai ripreso bene si? Questo sarà un film epico! Ahahahah’
la troia rimane ancora un po’ con il respiro affannato a 90 gradi, mentre il porco allargandole le chiappe mostra in un bel primo piano lo sfintere largo, sfondato e arrossato, che ha appena trapanato senza pietà.
‘mortacci tua’ m’hai proprio sfondato stavolta’ che male, ma che ce l’hai di granito? Non finivi più!’
‘E’ il cazzo che si merita una troiona come te!’ e prendendola per i capelli le tira su la testa e la bacia sulla bocca volgarmente
‘non ti ci abituare a tutto quest’affetto, ricordati che sei solo una vacca da monta!’
e ridono i due stronzi, ma anche lei non nasconde un sorriso soddisfatto e fintamente offeso.

Un video porno amatoriale si, ma interpretato da veri animali da sesso, da potenziali professionisti, che guardo per la terza volta e che per la terza volta mi ha fatto sparare una sega favolosa.Ma come &egrave arrivato sul mio pc questo filmato?
E’ questo il punto focale: il video &egrave stato girato a casa mia, l’uomo all’altro capo del telefono sono io che sono anche il cornuto con il cazzo piccolo, e che la mora con quel fantastico culo che si fa trattare come una troia da due ragazzi molto più giovani di lei &egrave mia moglie.
Io e mia moglie siamo sposati da 5 anni dopo 3 anni di fidanzamento. Di lei mi piaceva tutto, anche l’insicurezza che mi dava la sua avvenenza. Infatti Silvia non era semplicemente bella, era la classica ‘bona’, quel tipo di femmina che attrae gli sguardi e i commenti volgari dei maschi. Alta 1,70, con due cosce sode, due tette da quarta misura, un culo rotondo e puntuto, fisico che lei mette in evidenza perché i suddetti sguardi e commenti le sono sempre piaciuti. Il sesso con lei &egrave sempre stato feroce, non &egrave proprio una santarellina diciamo, e non mi ha mai negato niente (come in realtà non lo negava ai suoi uomini precedenti), ed &egrave sempre o quasi disposta a scopare o fare anche semplicemente uno dei suoi favolosi bocchini. Non mi ha mai confessato di avermi tradito, ma forse solo perché io non ho mai approfondito i miei sospetti, che anzi alcune volte erano delle certezze come quella volta in vacanza al mare con il bagnino e un suo amico, due stronzi arroganti che ci provavano con lei spudoratamente anche con me presente, con battute, inviti, sorrisi e sguardi poco rassicuranti. Non ho mai indagato sulla loro sparizione dalla spiaggia per un’oretta, sul fatto che lei ritornò con l’aria sfatta, sulle loro facce soddisfatte da stronzi, perché non ho mai voluto correre il rischio di perdermi un simile sogno di donna, una simile macchina da pompini, e poi, diciamolo, anche se era un po’ troia mi amava sinceramente e non mi faceva mancare nulla neanche da un punto di vista affettivo.
Sembrerebbe tutto perfetto, ma l’istinto da troia non si può reprimere troppo a lungo, anzi una volta sguinzagliato si libera di prepotenza e in maniera incontrollabile, provocando anche dei guai.
Cosa accadde? Silvia da un po’ di tempo aveva fatto amicizia con una collega di lavoro (&egrave impiegata part-time in un’agenzia assicurativa) poco più grande di lei, sposata e con un figlio di 18 anni. Silvia in passato ha anche vissuto all’estero, a Bruxelles e a Londra, conosce bene anche lo spagnolo, parla senza problemi tutte le più importanti lingue. Ora, accadeva che nelle lingue il figlio dell’amica, che si chiama Alessandro, fosse un vero disastro ed era stato per l’ennesima volta rimandato a settembre. Gabriella, l’amica di mia moglie insistette affinché lei gli desse delle lezioni di inglese e francese. Mia moglie, che &egrave molto pigra e infatti si fece mettere in part-time senza troppi problemi, dato che con il mio lavoro ce la cavavamo benissimo, all’inizio era riluttante ma poi, per amicizia, accettò l’incarico. Gabriella venne con il figlio a casa nostra la prima volta per presentarcelo, e già la prima impressione non mi piacque per niente. Alessandro era il classico coattello scorbutico e arrogante, parlava poco e quando lo faceva sembrava farti un favore. Era un bel ragazzo però, questo &egrave indubbio, e nonostante i suoi 18 anni sembrava già un uomo. Notai subito qualcosa di strano nel suo sguardo su mia moglie, ma pensai fossero le mie solite paranoie. Io dovevo andare a lavoro e quindi uscii insieme a Gabriella lasciando soli Silvia e il ragazzo. Quello che accadde poi me lo raccontò mia moglie con dovizia di particolari una volta svelato tutto. Il ragazzo, una volta solo con Silvia, cambiò atteggiamento mostrando il suo lato più estroverso e conciliante, pur se con la consueta spavalderia di sempre. Le disse che pure se fosse stato bocciato si considerava fortunato a prendere lezioni da una professoressa così bella. Silvia ringraziò imbarazzata e gli disse:
‘grazie, ma le ragazzine di adesso sono un’altra cosa, loro si davvero irresistibili, ormai quando le guardo mi sento una vecchietta, con quegli shorts che possono permettersi”
‘ma perché tu non potresti permetterteli gli shorts? Secondo me ci staresti da dio! Dai la prossima volta fammi lezione indossando un paio di shorts ‘da ragazzina’ come dici tu ahahah’
‘ahahah ma senti che proposte, ma figurati nemmeno so se ce li ho due shorts così”
e mentiva, li aveva eccome, magari non da ragazzina che scopre pure le chiappe, ma corti si e le stavano ‘da dio’ come disse quello stronzetto arrogante. Ne indossava un paio in particolare che le calavano pure leggermente, li metteva in casa e qualche volta anche per uscire quando voleva farmi incazzare perché sapevamo che razza di commenti avrebbe fatto la gente per strada’ e quando si sedeva mostrava la parte superiore del culo e del perizoma alto e sgambato che indossava praticamente sempre, era una sua specialità il cosiddetto ‘whale tail’anche con altri pantaloni a vita bassa che aveva scelto appositamente per mostrarsi e far arrapare me e gli uomini che le capitavano a tiro. Era un’esibizionista insomma.
Alessandro insistette:
‘E dai devi pure stimolarmi un po’, guarda che capra che sono’ ma sono sicuro che con il tuo aiuto e i tuoi stimoli posso farcela!’
‘ah ho capito degli shorts a scopo didattico’ e va bene, la prossima volta li indosserò, ma se non torni preparato come si deve la volta successiva mi ritrovi con lo scafandro, altro che shorts! Ahahah’
‘ehehe ok ok hai ragione, me le devo sudare ‘ste cosce!’
‘eheheh ma senti che parole! Comunque si’ hai ragione! Vedi di guadagnateli i miei shorts!’
‘non ti deluderò così come tu non deluderai me!’
Come mi raccontò, Silvia si era fatta attrarre dalla sfacciataggine e dalla bellezza acerba ma virile del ragazzo, e le piaceva da morire l’idea di fare arrapare e fantasticare un ragazzo molto più giovane che pensava sempre al sesso. Nonostante ciò, mi disse, voleva solo divertirsi a provocarlo e togliersi la soddisfazione di essere considerata un oggetto sessuale da un ragazzo molto più giovane di lei.
Così, la lezione successiva, Silvia accolse il ragazzo in shorts jeans e maglietta che arrivava a fatica a coprire il resto, fatto che la divertiva e che scatenò una vera esultanza da parte del ragazzo. Questi non contento, ottenne da mia moglie il permesso di scattarle qualche foto, che lei acconsentì anche con alcune pose provocanti che le venivano indicate, o sarebbe meglio dire ordinate, tipo poggiando un piede sulla sedia per mostrare bene le cosce, da dietro, seduta a cavalcioni sulla sedia, da sotto, seduta sul tavolo con le gambe accavallate, e alla fine pure un bel selfie.
‘Dai dammi un bacio sulla guancia mentre scatto la foto’
‘e va bene’ mia moglie era diventata più che conciliante, ubbidiente’
durante la lezione, Silvia ricevette una telefonata da me e durante questa lo stronzetto arrogante azzardò: cominciò ad allungare le mani, prima sulle cosce, che mia moglie allontanò subito, e poi dopo averla abbracciata in vita scese con la mano giù fino a toccare e giocherellare l’orlo del perizoma, lisciarle il culo, infilare piano piano e sempre di più le dita sotto i cortissimi pantaloncini. Il tutto mentre lei era al telefono con me, senza che facesse la minima reazione, neanche quando vide con la coda dell’occhio che il ragazzo armeggiava con il telefonino mentre le toccava il culo scattando foto e facendo riprese. Lei riman&egrave così, senza la minima reazione contraria, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo farsi trattare come una mignotta mentre stava al telefono con il marito’ una volta attaccato il telefono, nessuno dei due parlò della cosa, lei mi raccontò che dovetti violentarsi per non andare con lo sguardo al pacco del giovane in sicura erezione per timore delle possibili reazioni’ e la lezione proseguì normalmente a parte qualche palpata al culo mentre lei era impegnata a correggere i testi del giovane.
Il ragazzo evidentemente ci sapeva fare, perché invece che saltarle addosso rischiando di rovinare tutto, aspettò il momento propizio per il salto di qualità che avvenne la settimana successiva. E avvenne con me presente, anche se non mi accorsi e non vidi nulla. Il ragazzo venne a casa a fare la lezione e stavolta mia moglie indossava un abito estivo leggermente corto ma neanche troppo provocante, che attirarono da parte del ragazzo le solite palpatine ma nulla di più. Li raggiunsi che la lezione era quasi terminata perché dovevo prendere dei documenti e ne approfittai per fare una telefonata di lavoro. Silvia e Alessandro andarono in cucina perché lei voleva offrigli qualcosa da bere e mentre stava davanti al piano del lavello lui cominciò a toccarle il culo.
‘Ma che sei matto?! Fermo, se ci vede succede un casino!’ disse mia moglie incazzata ma senza alzare troppo la voce per non farsi sentire.
‘Ah si? E che gli racconteresti al maritino? Che ti volevi solo divertire a provocarmi, a farmi drizzare il cazzo perché sei una troia ma non troppo? E che ora lo stronzo vuole di più dopo che ti sei fatta toccare il culo tutti i giorni come una mignotta? Chissà che bel casino! Ahahah!’
E mentre diceva questo infilava la mano sotto la gonna e cominciava a tastare come gli pare il bel culo di mia moglie che cercava allo stesso tempo di fermarlo ma senza fare troppo rumore. Lo stronzo accese la tv in cucina a volume adeguato per non farsi sentire, e con le dita raggiunse la fica di Silvia che trovò già bagnata e cominciò a titillarla in tutte le maniere mentre con l’altra mano si dava da fare con le tette di mia moglie, la quale ormai si terrorizzata ma arresa alle voglie e alla prepotenza del giovane, subiva tutto passivamente e cominciava a emettere dei lamenti sempre più intensi. Lo stronzo allora, ormai padrone, la piega a novanta gradi sul lavello e, senza neanche sfilare il perizoma bianco che indossava la troia, tira fuori un cazzo grosso, durissimo, che comincia a sfregare sulla fregna bagnatissima della sua ‘professoressa’ che si gira per guardarlo e gli implora di smetterla, mentre io ero sempre in soggiorno distratto al telefono per una telefonata importante’ il bastardo allora prese al volo un limone che si trovava sul tavolo e lo infila in bocca a Silvia
‘ti&egrave, così non ti sente nessuno ahahah’
Sorpresa, umiliata e sottomessa ai capricci divertiti del suo padroncino, una volta sistemata come una cernia al forno mia moglie venne seccamente infilzata dalla nerchia durissima del bastardo, mentre lei era costretta a digrignare e stringere tra i denti quel limone, e ancora oggi mia moglie tutte le volte che prende del limone pensa a quell’incredibile scopata che la fece godere come una pazza nel giro di due minuti di pompaggio del forzuto giovanotto che nel frattempo le diceva sottovoce le peggiori parolacce
‘ti&egrave’ beccalo tutto’ ti divertivi a farmi tirare il cazzo eh? Eccotelo ti&egrave più tirato di così’ ti apro come una cozza con quel limone in bocca, baldracca! Così impari a fare la stronza!’
E Silvia venne in due minuti, tremante e digrignante come in un delirio, con gli occhi sbarrati e le urla strozzate dal limone, fino alla fine del poderoso orgasmo che le fece quasi perdere i sensi’
una volta visto che la vacca aveva goduto, il giovanotto le sfila il cazzo, la spinge di prepotenza in ginocchio e le sfila il limone ciancicato dalla bocca, che rimpiazza con la sua cappella’ e comincia a scoparsela in bocca come faceva con la fica con Silvia che subisce passivamente senza opporre la minima resistenza, e lui sempre attento ai miei movimenti in sala, ma io ero sempre al telefono mentre mia moglie faceva da sborratoio a un ragazzo di 18 anni, che infatti le venne direttamente in bocca ordinandole di bere bene tutto’ una scopata da animali!
Mia moglie disse al ragazzo di aprire la finestra perché ‘si sente l’odore della scopata’ e corse in bagno, ancora sconvolta per darsi una sistemata e togliersi dalla bocca il profumo acre della sborra che aveva appena deglutito. Conclusi la telefonata che lei era ancora in bagno, una volta uscita le dissi che dovevo andare via e chiesi al ragazzo se veniva via pure lui con me, e mi rispose
‘si certo che vengo pure io’ ormai qui ho fatto tutto quello che potevo” disse prendendomi a mia insaputa per il culo, guardando mia moglie con un ghigno di intesa.
Mia moglie poi mi raccontò che, una volta andati via e anche se sconvolta e preoccupata per quanto accaduto (era pur sempre il figlio di una sua amica che vedeva tutti i giorni), non resistette a spararsi un furioso ditalino ripensando a come era stata scopata, trattata e dominata senza ritegno.
Ed era solo la prima di una lunga serie di umiliazioni’
Avevo cominciato a raccontarvi questa storia dalla visione di un filmato, e ho proseguito a narrarvi come fosse iniziato tutto tramite i dettagliati racconti e descrizioni che pretesi da mia moglie Silvia, che per chi non avesse letto i racconti precedenti &egrave una gran fica mora di 37 anni che si fa scopare da ragazzi che hanno la sua età in due. Dopo essere stata sbattuta e impilottata come una cernia in casa nostra, alla faccia mia di cornuto inconsapevole, con tanto di limone in bocca, dopo aver goduto ‘fino a sentirmi male’ come mi disse, Silvia era a un bivio. L’appuntamento per la lezione di inglese era nel pomeriggio alle 16 come sempre, e sapeva come sarebbe andata se avesse lasciato il comando allo studente, figlio di una sua amica e collega di lavoro. Silvia prese una giornata libera, era troppo imbarazzata ad avere la madre del suo giovane scopatore in ufficio sapendo quello che sarebbe probabilmente accaduto tra poche ore, e poi aveva bisogno di riflettere, rilassarsi, fece un bel bagno caldo e inevitabilmente cominciò a toccarsi ripensando alla scopata violenta che si era fatta fare a novanta gradi e in bocca, fu tutto troppo eccitante, tutto troppo animalesco, tutto come una fantasia che si avvera fino ai minimi dettagli. Le fantasie sono eccitanti anche perché sappiamo che sono irreali, ma se per caso diventassero realtà? Potrebbero sconvolgere la vita di chiunque’ Silvia mi raccontò che cercò di razionalizzare e tentare di ristabilire un contatto con la realtà, che era quella di un matrimonio, di una vita serena, una vita sessuale che tutto sommato funzionava, che quella era stata come una sbornia, divertente se &egrave una volta all’anno’ il ragazzo si presentò puntuale con un sorriso soddisfatto e sicuro di se come sempre, Silvia stavolta era vestita in maniera più morigerata anche se era comunque piena estate e quindi aveva comunque dei pantaloni corti e una maglietta aderente alle sue belle tettone, e quando guidò il ragazzo verso il tavolo dello studio sentì una bella pacca sul culo
‘allora, come sta la professoressa cernia? Ahahah’
‘Alessandro sta buono’ senti facciamo finta di niente, lasciamo perdere tutto’ facciamo lezione di inglese perché per quello sei venuto qui da me e per quello ti vuole qui tua madre, poi semmai tra un’ora ne riparliamo”
il ragazzo vide la serietà grave della sua professoressa e capì, figlio di mignotta come era, che doveva cambiare modi per non rovinare tutto. Acconsentì alla lezione, e non si abbandonò nemmeno alle solite palpate di cosce e di culo che era ormai abituato a fare a piacimento. A fine lezione, durante la quale per giunta il ragazzo mostrò segni evidenti di miglioramento, lui esordì senza tanti complimenti:
‘ho fatto tutta la lezione a cazzo dritto, adesso ci divertiamo!’ prendendo la mano di Silvia e portandola al pacco gonfio
‘no senti Alessandro, di questo dobbiamo parlare: basta con questa storia, mi sono lasciata prendere dalla curiosità, hai ragione volevo divertirmi a provocarti e l’altro giorno mi hai presa di sorpresa’ si &egrave stata una bella scopata, ho goduto non posso mentirti, ma continuare &egrave da pazzi, io voglio mantenere il mio matrimonio mi va bene così’ e lasciami la mano dai che mi fai pure un po’ male”
Silvia disse queste cose inizialmente con tono serio e fermo, ma via via si faceva sempre più insicura e alla fine il tono della voce era più supplichevole che deciso’ e dentro di se sapeva che la supplica doveva farla a se stessa, a quella parte di se che quel cazzo contro cui era premuta la sua mano lo voleva da tutte le parti. Il ragazzo non perse la sua sicurezza e le disse
‘e dai che ti piace’ ti faccio male? Ma se lo lasci libero questo bel cazzone che ti ha fatto godere come una vacca, vedrai che non ti fa male, anzi ti fa bene eheheh’ e mentre diceva questo non mollava la presa dalla mano di Silvia premuta sul pacco rigonfio, e l’abbracciava tastandole i fianchi e le natiche.
‘senti’ no, non &egrave proprio fattibile, &egrave una follia, ho paura di come andrebbe a finire, rischio di perdere tutto per una scopata, lasciami stare’ e poi non voglio diventare una vacca…’
il ragazzo giocò di astuzia, come al solito, perché aveva capito tutto della personalità di Silvia dimostrando una maturità sorprendente
‘dai senti qui, come fai a mandarmi via in questo stato’ senti facciamo una cosa un’ultima volta, tanto l’esame &egrave tra dieci giorni”
abbandonò la mano di mia moglie e si slacciò i pantaloni sfoderando la sua sciabola di carne, 20 cm di cazzo durissimo, prese di nuovo la mano di mia moglie e la portò sul cazzo che lei strinse e, mi raccontò poi, quando lo sentì nella mano avvertì una vampata di calore, un’eccitazione tremenda e incontrollabile, la sua lingua istintivamente leccò le proprie labbra facendo capire al ragazzo che era fatta, che ci stava, e si rese conto definitivamente che se lasciava fare a questo ragazzo i propri comodi non era possibile controllarsi.
‘dai prendimelo solo in bocca, lo so che ti piace’ un ultimo pompino, poi ti lascio in pace”
mentiva il ragazzo, perché di lasciarla in pace non aveva proprio intenzione, semplicemente voleva umiliarla e tenerla sotto scacco facendole vedere quanto in realtà fosse porca.
Silvia non riusciva a togliere la mano e lo sguardo dal cazzo di Alessandro e disse solo
‘andiamo sul divano’.
Lui si spogliò completamente, lei rimase in slip (incredibilmente, niente perizoma stavolta, a testimonianza della buona fede del suo tentativo…), lui troneggiava sul divano a cazzo dritto, e prima che lei si sedesse a fianco ordinò:
‘no mettiti in ginocchio sul divano e succhiamelo così in questa posizione, a pecora!’ battendo la mano sul posto del divano a fianco al suo come si farebbe con un cane… o una cagna… lei obbedì senza esitare e si avventò sulla grossa e gonfia cappella del giovanotto che emise un grugnito già al primo contatto con la bocca da professionista del pompino di mia moglie, che aveva i capelli raccolti e quindi non davano fastidio all’operazione… e neanche alle inquadratura, perch&egrave lo stronzo con una mano che si alternava tra il culo di Silvia e la sua testa, con l’altra riprendeva e scattava foto.
‘Dai mi tengo queste foto ricordo di quest’ultimo pompino ahhahah’ rideva lo stronzo, sottolineando ‘ultimo’ in maniera sarcastica come se sapesse benissimo che non sarebbe andata così. Silvia succhiava golosamente i grossi coglioni da toro e lui riprendeva in primo piano coprendola di insulti
‘aahh che troiona, ma senti che risucchio… sei una pompinara nata, la più troia di tutte… sei nata per pigliare cazzi in bocca!’
E Silvia, che ha sempre amato essere insultata da me in intimità, godeva a sentirsi dire quelle oscenità da un ragazzino che si comportava da autentico padrone.
Quando non le premeva la testa sulle palle o per infilarle tutto il cazzo in bocca, la sculacciava incitandola a darsi da fare come si fa a una cavalla, smanacciava il culo e le infilava le dita nella fica bagnatissima di mia moglie che eseguiva tutto con mugolii se non urla strozzate dal cazzo infilato in gola, con una foga da troia dipendente dal cazzo, e con una faccia eccitata da autentica baldracca da film porno. Era un bocchino furiosissimo, ma il ragazzo voleva concludere in altra maniera, ordinò a mia moglie di sdraiarsi sul divano e si mise a cavalcioni su di lei per chiudere in bellezza con una bella spagnola.
‘questa mi mancava… non vedevo l’ora di metterlo immezzo a queste tettone da vacca… e vengono pure bene le riprese… dai sorridi mentre ti punto la cappella al mento aahahhaha’ e la troia ubbidiva, eccitata all’inverosimile, usata come una mignotta da uno stronzo arrogante e superdotato. Dopo un po’ di su e giù tra le tette di mia moglie il giovane sborrò come un idrante sparando gli schizzi in faccia a mia moglie che li accolse felice, in un’estasi alienata dalla realtà, mi disse che le sembrò di venire senza neanche toccarsi, solo per l’eccitazione di fare la mignotta.
‘dai… un bel primo piano a questo viso da pompinara ricoperto di sborra… dai sorridi’
e il primo piano sorridente di mia moglie con quegli osceni schizzi in faccia &egrave ancora oggi uno dei ricordi più indelebili di tutta l’odissea passata, perch&egrave, ovviamente quello non sarebbe stato l’ultimo dei pompini… infatti tre giorni dopo, che Silvia mi raccontò di aver vissuto in maniera schizofrenica, tra angoscia per la situazione venutasi a creare, e il desiderio tremendo di essere scopata e usata senza ritegno, desiderio che colmava a malapena con furiosi ditalini, dato che con me lamentava una strana stanchezza e i soliti mal di testa di rito, tre giorni dopo dicevo ci sarebbe stata un’altra lezione per la preparazione di questo maledetto esame di riparazione.
Mentre si avvicinava l’ora fatidica Silvia, quasi in stato confusionale, aspettava in camera propria di scegliere l’abbigliamento… fare contento il bastardo o provare almeno a non dargli alcun appiglio? Rimase qualche minuto in piedi, nuda, difronte allo specchio della camera a fissarsi senza espressione e poi cominciò a vestirsi: prese un bel perizoma nero sgambato, gli shorts a vita bassa, una maglietta scollata, dei sandali con il tacco, suonò il campanello ed andò ad aprire così conciata. Il ragazzo entrò squadrandola arrapato, lei non disse nulla se non farsi seguire, sculettando su quei tacchi da mignotta, verso il soggiorno, gli disse solamente ‘siediti’, lui eseguì e lei senza dire altro si inginocchiò in terra e cominciò a slacciargli i pantaloni, estrasse il cazzo che cominciò a lavorare di bocca come ben sapeva ottenendo un’erezione istantanea, aggiunse solamente
‘ora te lo faccio il pompino, dopo però facciamo lezione sul serio’ e proseguì il fantastico lavoro di palle e cazzo al suo studente, che la insultava come al solito
‘brava… lo sapevo che sarebbe andata a finire così… ti piace troppo il mio cazzo…’
finì con una clamorosa sborrata in bocca che Silvia bevette al completo, e poi come se niente fosse fecero lezione, durante la quale Alessandro, il bastardo, toccava ogni tanto culo, perizoma e cosce della professoressa, consapevole ormai di poter fare come gli pare senza giri di parole e strategie, ormai la donna era sua. A fine lezione, nell’attimo stesso di chiusura del libro, le saltò addosso quasi strappandole i vestiti di dosso e la trascinò sul divano dove se la scopò a cosce spalancate, selvaggiamente e urlando le peggiori oscenità
‘troia, ti sbatto come e quando cazzo mi pare, capito?’ e lei
‘siii sii, sbattimi, voglio solo questo, il tuo cazzo, voglio che mi scopi, voglio essere solo la tua vacca, mi piace troppo, lo voglio dai daiii. Aaaaahhh’
e godettero entrambi, lui le venne dentro senza porsi il minimo problema, e nemmeno lei d’altronde che ormai, arresa alla sua natura più laida, non avrebbe più avuto la forza di tornare indietro, vista anche la situazione di dominio, di possibili ricatti, di umiliazione e di paura che si era venuta a creare e che era la linfa stessa di quel desiderio perverso, senza ritegno, il desiderio di diventare una vacca da monta per un giovane toro…
All’esame di riparazione di quello che ormai si poteva considerare l’amante di mia moglie, stupenda e prosperosa 37enne, mancava una settimana, e quindi le lezioni sarebbero state ancora poche, forse una sola. A Silvia importava poco, consapevole ormai della sua nuova identità di amante, di troia a disposizione dei capricci di un ragazzo con la metà dei suoi anni, del delirio di orgasmi spaventosi che aveva provato e che voleva ancora provare senza freni inibitori. Ancora queste nuove vicende mi vennero raccontate da lei, una volta rilevato tutto, e vi racconterò anche questo. Ora invece vi illustrerò come le cose presero rapidamente un’ulteriore drammatica e perversa piega, nel giro di pochi giorni. Anche questa volta fui io, inconsapevole catalizzatore delle mie ripetute e vergognose corna, a consentire l’accelerazione degli eventi.

Mancava una settimana dicevo, e c’era l’appuntamento solito, alle 16 a casa nostra con il giovane ripetente superdotato… io però ero un’altra volta di passaggio a casa, sia perch&egrave approfittavo dei miei giri per rilassarmi a casa mia un’altra volta, sia perch&egrave alcune cose di lavoro le tenevo a casa e potevo tranquillamente telefonare al cliente da lì e consultare quello che serviva con tutto comodo. Vedevo Silvia un po’ nervosa, mi aveva detto che tra pochi minuti sarebbe arrivato il suo studente e che avrebbe quindi avuto da fare, il suo nervosismo era sia dovuto al fatto che la mia presenza le avrebbe impedito di fare la troia per il suo ragazzo, sia perch&egrave la situazione complessiva la metteva a disagio, per il senso di colpa, la paura, la vergogna, la voglia di fare quello che sentiva senza scusarsi con nessuno, una serie di contraddizioni che le stavano logorando i nervi e che poteva placare solo scopando con il suo giovane stallone senza curarsi di nulla.

Suonò il campanello e andai ad aprire, davanti mi si pararono due ragazzi, Alessandro e un suo coetaneo (anche lui mi fece a prima vista la stessa infastidita impressione che mi fece il primo), li feci entrare e venne anche Silvia che celava a fatica il suo imbarazzo…
‘buonasera Silvia, non ti ricordi che ti avevo detto che sarebbe venuto anche il mio compagno di classe Luca? Anche lui deve fare il mio stesso esame, facciamo la stessa verifica finale insieme e… che dio ce la mandi buona!’ mia moglie rispose tentennando…
‘si, si… certo, mi era passato di mente, entrate pure… caro io vado nello studio con i ragazzi’
‘si certo’ risposi io candidamente ‘tanto io sono qui che devo fare il solito giro di telefonate’
mia moglie, data la mia presenza ma dato anche il caldo, indossava un vestitino estivo un po’ corto, forse più corto di quello della vicenda del limone, sicuramente abbastanza corto ed aderente da distrarre due giovanotti arrapati e sfacciati come quei due… dopo una mezz’oretta tranquilla di lezione mia moglie chiese ai ragazzi se volevano qualcosa da bere, questi dissero di si e la accompagnarono in cucina… accadde qualcosa di molto simile a quanto era avvenuto la volta precedente, ma stavolta fu il nuovo ospite ad allungare le mani sul culo di mia moglie. E io ero nella sala da pranzo, al telefono, spaparanzato su quello stesso divano dove pochi giorni prima mia moglie era stata sbattuta dal suo studente…

A quella mano pesante sul culo, lei trasalì spaventata da qualcosa che comunque si aspettava, la presenza di quel nuovo giovanotto le sembrò subito molto sospetta ma non aveva avuto il coraggio e la voglia di chiedergli per quale reale motivo fosse lì, perch&egrave in fondo lo sapeva già… lanciò uno sguardo pieno di rancore verso Alessandro il quale la zittì subito
‘ehehe ma che cazzo credevi che quei filmini me li tenevo per ricordo? Luca se li &egrave visti tutti più di una volta, diglielo un po’ Luca’
e l’amico frugando a due mani sotto la gonna il bel culo di mia moglie
‘eheh certo che li ho visti, mi sono sparato proprio una bella sega guardando il tuo pompino ad Alessandro, ho visto quanto sei bona, quanto sei troia, quanto ti piace il cazzo grosso…’ le prese la mano e la portò sul suo pacco già bello gonfio ‘senti qua che roba non ho niente da invidiare ad Alessandro’
‘a’ stronzo’ rispose lui ‘ricordati che ti frego di due centimetri’ rispose scherzando l’amico mentre tirava fuori il cellulare con cui riprendeva solitamente le sue avventure…
‘si ma in larghezza ti batto, di poco ma ti batto ahahah’ ridevano i due porci mentre Luca alzava del tutto la gonna e continuava a smanacciare senza il minimo riguardo e rudemente le fantastiche chiappe di culo di quella troia senza ritegno che mi ritrovavo come moglie.

Ormai senza possibilità di reagire, incastrata psicologicamente e materialmente, Silvia era pronta per i capricci dei due padroni
‘piegati un po’ in avanti daje… te lo voglio palpare per bene… guarda che perizoma da mignotta che indossi, sei proprio una zoccola!’ parlavano sotto voce per non farsi sentire e perch&egrave comunque dovevano controllare sempre i miei spostamenti, che comunque non avvenivano, ero sempre lì al telefono mentre due ragazzi facevano come gli pare con mia moglie.
Silvia obbedì alla richiesta del giovanotto che continuò a divertirsi con il suo culo, e il solo aver obbedito a quello che si poteva considerare un ordine la fece sciogliere del tutto, anche se la paura di essere scoperta era molta, l’eccitazione tremenda del trattamento, del fatto che io fossi lì a due passi, era più forte di tutto, ricevere ordini, essere toccata come un animale in esposizione, l’arroganza e il dominio dei due bastardi che potevano farle fare ciò che volevano, obbedire tranquillamente e senza esitare a degli ordini porcini… si bagnò senza ritegno, era pronta a essere la loro troia.
Alessandro le strinse la bocca con due dita
‘che facciamo fare oggi a questa boccuccia eh? Un’altra limonata?… o ci vogliono più vitamine, magari una bella carota…’ prese una carota e la infilò divertito di traverso in bocca a mia moglie, come una cagna con l’osso, mentre Luca, il nuovo amico, continuava a smanacciare, strizzare, schiaffeggiare il suo fantastico culo, spostando e muovendo a piacimento il perizoma bianco ‘da mignotta’ che sottolineava lo splendido spacco tra le chiappe che una volta erano mie.
Ormai arrapatissimo Luca tolse la carota dalla bocca di Silvia, esigeva il suo primo lavoretto di bocca
‘ma sei matto’ disse lei sottovoce ‘aspettiamo almeno che se ne vada… ti prego…’
‘no no, lo voglio adesso sto scoppiando, e poi &egrave più fico con tuo marito di là a pochi metri… piace pure a te ammettilo troia… daje, inginocchiati!’
mia moglie lamentandosi un po’ obbedì e si inginocchiò finendo con la faccia davanti al pacco tesissimo del ragazzo
‘datti da fare pompinara, fai sentire a Luca quanto sei brava con quelle labbra da succhiacazzi che ti ritrovi’
‘e va bene ma cerchiamo almeno di sbrigarci…’ rispose nervosamente la ‘succhiacazzi’…
‘e tu impegnati allora… eheheh… dai succhialo per bene che ti faccio il pieno…’
sfoderato il cazzo tosto, mia moglie non esitò a prendere la cappella in bocca e si impegnò da subito a mantenere fede alla sua recente fama di grandissima bocchinara, sperando di far venire il ragazzo il prima possibile… all’inizio succhiandolo lentamente, anche perch&egrave effettivamente il cazzone di Luca era un po’ più tozzo e largo e infilarselo in bocca comunque era impegnativo…
‘che c’&egrave? Non ce la fai a prenderlo tutto? Ti serve una mano?’ disse ridendo lo stronzo, mettendo una mano prepotente dietro la testa di Silvia e spingendola senza premure per farle ingoiare una quantità di cazzo sempre maggiore. Quella troia di mia moglie mi raccontò di avere un lago immezzo alle cosce per il trattamento ricevuto, peggio di quello che si vede nella maggior parte dei film porno.

A un certo punto io mi congedai dalla telefonata, e mentre salutavo il cliente i ragazzi si accorsero di quanto stava accadendo. Luca al culmine dell’eccitazione disse
‘non ci penso proprio a fermarmi ora, piuttosto mi faccio beccare! Un pompino così da paura mai ricevuto in vita mia, sto in paradiso… fai qualcosa’
disse all’amico mentre mia moglie, con la mano del ragazzo dietro la nuca che la costringeva a tenere quel palo di carne in bocca, mugolava terrorizzata guardando implorante, dal basso, i suoi aguzzini.
‘ci penso io! Vado ma tu finisci presto co’ ‘sto bocchino!’
e Alessandro corse di là in soggiorno dove stavo io e mi tenne lì con una scusa
‘mi scusi, ho visto che ha un sacco di dischi in vinile… &egrave un collezionista? Pure mio padre ne ha tanti, ma non così!’ e io quando mi parlano di musica e dischi mi sciolgo, potrei starci ore, e cominciai a mostrarglieli e a parlargli della mia passione, come uno stronzo, mentre a pochi metri di distanza il suo amico si scopava in bocca mia moglie fino a svuotarsi i coglioni nella gola di insaziabile bocchinara quale era…
‘mmmmhhhh ggrrrr ti&egrave&egrave&egrave&egrave’ sottovoce per non farsi sentire, mentre mia moglie ingoiava e deglutiva golosamente e soddisfatta tutto il succo di palle di quel giovane toro da monta.
Una volta fatto, lui sgattaiolò di nuovo in studio per fare finta di niente e mia moglie, finalmente rilassata, si infilò nel bagno secondario, per togliersi di dosso e dalla bocca l’odore di sperma e di fica fradicia… e così mi beccai le corna pure da un secondo ragazzo, con tanto di umiliazione e presa per il culo definitiva.

Andai via ignaro di tutto, lasciando i due giovanotti soli con mia moglie, che guardando dalla finestra aspettò che io mi fossi allontanato in macchina per dare il via libera ad Alessandro che già la stava toccando da dietro come gli pareva e piaceva.
‘Adesso ti monto come una vacca!’ disse imperioso, mentre mia moglie si spogliava rimanendo in lingerie, la trascinò poi sul solito divano dove cominciò a toccarla e baciarla senza freni, mentre l’altro bastardo riprendeva tutto come al solito. Ordinò a mia moglie di mettersi a 90 gradi sul divano con il culo all’infuori, mentre lui da dietro si preparava alla monta
‘guarda che fantastico culo… ti ci manca un bel marchio per essere una perfetta vacca da monta… guarda quelle mammelle come penzolano’ e l’amico a cambiare inquadratura e fare primi piani sul culo e sulle tette
‘scopami non ce la faccio più…’
‘ecco ecco… ti&egrave!’
e glielo infilò di netto per intero strappandole un urlo liberatorio! Cominciò a montarla potentemente, facendo sbattere le palle taurine sulla sua fica e tenendola per i fianchi e schiaffeggiandole le chiappe mentre mia moglie, ormai senza nemmeno più un minimo di dignità lo incitava a sbatterla forte.
‘Ti&egrave! Ti&egrave! ahahaahh il marchio da vacca te lo faccio io a forza di schiaffi, zoccola!’ rideva il bastardo mentre mia moglie strillava e godeva senza alcun ritegno rischiando di farsi sentire per tutto il nostro elegante condominio…
Luca strinse un bel primo piano sul volto di mia moglie, schiacciato sul divano, la prese per i capelli e le alzò la testa dicendo
‘su guarda l’obbiettivo… fai sentire quanto sei vacca… fai MUUU MUUU dai su, che ci vuole sei una vacca o no?’
‘si &egrave una vaccona da monta, deve fare MUUU ahahaha che fico!’
e la vacca fece il suo ruolo ubbidendo come sempre
‘aaah… mmmhhh… MUUU … MUUUU… aaaahh… oddio sii… aaaah’
‘ancora daje vacca!’
‘MUUU MUUU!’
anche questo filmato lo vedrò, e chi si dimenticherà mai il primo piano stravolto dagli orgasmi di mia moglie che fa il verso della vacca come una cretina mentre il toro con i suoi 20 cm di tarello la sbatteva senza pietà. Una discesa nelle umiliazioni totale, senza ritegno alcuno, ma gli orgasmi che provava le facevano fare tutto senza esitazioni, voleva quello, essere una vacca da monta, e quello aveva ottenuto.
Alessandro finì tutto con una sborrata dentro il ventre di mia moglie che godette ancora perdendo quasi i sensi e rimase lì così, con il culo all’aria, ancora qualche secondo quando Luca, che aveva nuovamente armato l’arnese alla vista di quella poderosa ingroppata, pretendeva un nuovo divertimento. Anche lui ordinò a mia moglie di mettersi schiena sotto per una spagnola, si spogliò e salì sopra la faccia di Silvia per farsi leccare il cazzo e le palle, già abbondantemente in tiro, lavoro che Silvia eseguì lascivamente, golosamente, eccitata come era al punto di perdere il senso del tempo e della realtà. Se la scopò un po’ in bocca, poi glielo mise immezzo alle tette fino a sborrarle addosso, sul collo, sul viso, sui capezzoli…
Ormai non più ristretto a un solo stallone, con una serie di filmati da saga che potevano ricattarla in qualsiasi momento, Silvia era senza possibilità di tornare indietro. Ma non c’era bisogno di ricatti, avrebbe fatto di tutto, anzi desiderava fare tutto quello che gli altri volevano da lei, e quello che volevano era una troia senza ritegno…
Venne il giorno il quale il ripetente che si trombava allegramente mia moglie, da poco anche insieme a un altro degno compare, dovette sostenere gli esami di riparazione in francese e in inglese. Sorprendentemente, andarono bene per entrambi, con somma soddisfazione loro ma anche della madre di Alessandro, collega di Silvia ed amica, e di mia moglie stessa . Gabriella venne a casa nostra per complimentarsi e ringraziare Silvia in compagnia del figlio e del suo amico, in un’atmosfera gioviale e allegra assolutamente surreale, visto quanto era accaduto in quella stanza solo pochi giorni, anzi ore, prima. Accadde che la madre di Alessandro salutò tutti lasciando mia moglie tra le grinfie di quei due bastardi, che rimasero adducendo con la signora Gabriella la scusa di rivedere alcune cosucce che avevano sbagliato e preparare qualcosa in vista dell’anno nuovo.

Una volta soli cominciarono a toccarla, a usarla come gli pareva, sempre sul solito divano perch&egrave mia moglie nel nostro letto non voleva, e i ragazzi sul divano si divertivano perch&egrave a loro dire
‘fa più film porno il divano del letto ahahah’
Silvia stava in ginocchio sul divano a sbocchinare Alessandro mentre Luca si divertiva con il suo culo appizzato, con la sua fica sempre bagnata e il suo perenne perizoma da mignotta.
‘succhia succhia troiona… ce lo meritiamo un bel lavoretto visto il successo, e te lo meriti pure tu… però per un’occasione speciale ci vuole un premio speciale no?’ mia moglie non rispondeva perch&egrave aveva in bocca il cazzo del giovane stallone ma a quella frase Luca infilò un dito in culo a Silvia che mugolò staccandosi dalla nerchia
‘oh… che avete in mente?…’
‘abbiamo in mente, signora Vacconi’ (mia moglie faceva Sacconi di cognome) ‘di farci quest’ultimo buchino… anzi vorremmo proprio spaccarle il culo cara la mia vacca! Ahahahaah’
anche Alessandro aggiunse
‘eh si dai, sarebbe il completamento di un percorso fatto insieme no? Non mi dicevi così il primo giorno di lezione? Ahahahah’ ridevano gradassi i due stronzi mentre umiliavano e sfogavano tutte le porcate che avevano in mente sul corpo di mia moglie, tanto &egrave vero che poi dissero che prima di andare da lei guardavano qualche porno come fonte di ispirazione e andavano a cercare quelli più violenti e meno patinati perch&egrave più adatti ‘ a una troia senza ritegno come te’.

Difatti quei due bei ragazzi non avevano problemi a trovare delle belle ragazze della loro età o poco più piccole, con i loro corpi giovani e perfetti. Ma la febbre per mia moglie era dovuta, sia alla novità e alla situazione psicologica di sottomissione di una donna bella e più grande di loro, sia al fatto che le ragazzine non sono, forse non ancora, disposte a fare tutte le porcate che invece Silvia faceva senza problemi, e non nella maniera sconcia in cui le faceva lei. Soprattutto
‘i bocchini che fai te sono inarrivabili per una coetanea nostra, perch&egrave ne hai fatti tanti e sei più porca di tutte loro messe insieme… sei senza limiti, una troia perfetta, sembra di stare dentro un film porno con te ahahaahah’
ma adesso rimaneva l’ultimo baluardo, il culo
‘no ragazzi… con mio marito non ho spesso rapporti anali, con i vostri cazzi mi sfondate, ho paura se ne accorga stasera…’
‘si ma la voglia ce l’hai no? Sei una troia fatta e finita, figuriamoci se non ti piace prenderlo in culo’
mia moglie non rispose, si rimise a lavorare il cazzo di Alessandro con la sua bocca ‘da succhiacazzi’ mentre l’altro giovanotto continuò a lavorare fica e bucio di culo, facendola eccitare in maniera infognata, come una cagna in calore con il culo a pizzo in attesa di un cazzo da monta.
‘Allora Alessandro, a te l’onore, sei stato sempre il primo &egrave giusto che cominci tu eheheh’
‘grazie caro… basta succhiare mignotta, alzati!’ Silvia obbedì senza capire subito cosa dovesse fare, mentre Luca pure si alzava e andava in cucina. Alessandro ordinò a mia moglie di mettersi a cavalcioni del grosso bracciolo del nostro divano, mettendola così in una posizione volgarissima con il culo completamente aperto e pronto a essere sfondato!
‘oddio fai piano eh… oddio che voglia però, perch&egrave sono così troia?’ diceva cose vergognose, quasi vaneggiava presa com’era dalla libidine senza freni.
I ragazzi la insultarono e risero, Luca era tornato con un panetto di burro con il quale cominciò a lubrificare un po’ il culo di mia moglie che nel frattempo tremava un po’ impaurita non solo da quanto stava per accadere, ma anche impaurita dalla propria porcaggine senza alcun ritegno che la stava facendo scendere sempre più in basso.
Una volta lubrificata con un po’ di burro pure la nerchia, mentre Luca cominciava a riprendere tutto come al solito, il toro cominciò ad appizzare la cappella allo sfintere della vacca, che mugolava e già ansimava
‘muggisci come l’altra volta! Forza signora Vacconi, faccia vedere quello che &egrave!
E mia moglie ad ubbidire senza vergogna scatenando le risate arroganti dei suoi domininatori…
Alessandro cominciò a spingere la cappella sul buco che, dopo un po’ di tentativi, entrò per intero facendo urlare la vacca dal dolore e dalla paura…
‘vedrai come ti faccio urlare… faccio chiamare i carabinieri ai vicini ahahahah’
per fortuna il cazzo ben lubrificato le fece meno male del previsto, e Alessandro poté cominciare a spingere, su e giù, sempre più dentro, facendo mugolare, muggire, e guaire la sua troia a cui stava rompendo il culo… una volta entrato bene dentro cominciò a fare sul serio e pompare con violenza, facendo stavolta urlare Silvia che si aggrappava alla pelle del divano disperatamente mentre quel bastardo incurante delle sue invocazioni spingeva sempre più forte e sempre più dentro
‘aaahiiia così mi spacchi! Più piano bastardooo aaahhhaaahh mmmmhhh’
Alessandro si fermò con il cazzone ben piantato dentro il retto di Silvia
‘che cazzo dici? Troia tu non chiedi proprio un cazzo, tu sei una vacca da monta e stai a disposizione dei nostri cazzi, perch&egrave noi veniamo da te per quanto sei troia, e lo sai che come godi con noi non godi con nessuno’
‘sopratttutto no con quel frocio del marito! Ma ti rendi conto, un culo così e se lo fa solo raramente? Ma questa va spaccata per bene tutti i giorni!’
‘quindi vaccaccia, io te lo rompo il culo e con tuo marito sono cazzi tuoi, zoccola obbedisci! Rispondi! Obbedisco!’
‘aahhh si… obbedisco…’
‘ripeti! Forte lo devi dì! OBBEDISCO!’
‘SI CAZZO SI BASTARDO, OBBEDISCO, FACCIO QUELLO CHE VUOI SONO UNA VACCA E TU IL TORO, SPACCAMI IL CULO!’
‘Così va bene! Ricominciamo!’
e dopo aver certificato la completa sottomissione di mia moglie alle loro voglie, ricominciò a spingere sempre più forte, senza freni, come se non avesse un corpo in carne e ossa sotto di se, ma una bambola gonfiabile… Silvia strillava, godeva, batteva i pugni sul divano, lacrimava, con tutto il trucco che le colava sul volto, sudava come una scrofa, fino a che con una botta secca definitiva Alessandro riuscì nel suo intento di infilarglielo tutto, causandole si dolore ma anche un orgasmo devastante che se non fosse stato per il dolore l’avrebbe fatta svenire… stette quasi un minuto fermo con il cazzo per intero piantato nel culo di mia moglie, fino alle palle taurine, e poi ricominciò a pompare con mia moglie che ormai rantolava, fino a sborrarle nel profondo del culo emettendo dei grugniti da cinghiale, da porco libidinoso quale era diventato anche grazie alla moglie troia che mi ritrovavo… sfilò il cazzo di netto causando una specie di schiocco, o di scorreggia, che fece ridere sguaiatamente i due giovani montoni
‘ahahaha che bagascia! L’hai sfondata proprio per bene! Grazie perch&egrave tra poco tocca a me…’
mia moglie rimase lì stordita con il culo a pizzo che perdeva sborra calda, simpatico dettaglio che le inquadrature di Luca non si persero assolutamente… questi passò il telefono al compagno quando questi tornò dal bagno dove era andato a darsi una lavata al pisello, e cominciò a farselo succhiare da mia moglie che era rimasta lì a cavalcioni del bracciolo del divano, per farselo intostare bene… una volta bene in tiro anche lui usò un po’ di burro per facilitare la penetrazione
‘fai un po’ attenzione Luca… tu ce l’hai anche più largo ho paura che mi fai male davvero…’ frignò mia moglie che comunque non vedeva l’ora dell’ennesima umiliazione
‘si si sto attento…’ disse distrattamente divertito il montone che se la aggiustò per benino per incularsela nel miglior modo possibile, e le infilò la grossa cappella di netto nel culo strappandole un urlo
‘ahiaaa cazzo t’avevo detto piano… aaahh’
‘e ho fatto piano! &egrave la cappella che &egrave grossa! Ma ci farai l’abitudine eheheh’
e cominciò a pomparla come aveva fatto l’altro, sempre più forte, sempre più in profondità, facendo urlare e godere la sua ‘signora Vacconi’ come quello che era, una troia senza ritegno, adesso pure rotta in culo senza pietà.
‘Ti spacco… ti rompo il culo, ti mando al pronto soccorso con il culo rotto, bagascia!’
insultava e minacciava il giovane torello, mentre lei subiva come un oggetto le penetrazioni potenti e dolorose che finirono dopo qualche minuto con la seconda sborrata nel culo.
Anche stavolta lo schiocco del cazzo estratto a secco fece ridere i due teppisti e strillare di dolore la mia mogliettina, che ormai era diventata per loro peggio di una puttana da casino, era diventata un film porno vivente…
Il filmato del primo racconto venne girato pochi giorni dopo la terribile inculata raccontata nel capito 5 (Il Premio), perch&egrave ormai mia moglie Silvia era diventata l’oggetto sessuale, lo sborratoio dei due giovani che approfittavano di lei quando gli pareva. D’altronde, potendo avere tante belle ragazze giovani, andavano da lei perch&egrave una così porca e bona era impossibile da trovare alla loro età… così periodicamente venivano a casa nostra a fare i loro porci comodi, girando filmati e scattando foto che poi riguardavano o facevano vedere a pochi altri, ma non troppe persone perch&egrave avevano paura che il loro gioco saltasse in aria se avessero allargato troppo la conoscenza di una simile troia in giro… la volevano tutta per loro insomma. E consideravano gli altri non all’altezza di simili prestazioni… a casa organizzavano delle scenette come quella della finta lezione e della professoressa mignotta, come nel primo racconto.

Silvia purtroppo, o forse per fortuna data la sua e mia depravazione, non rimase solo per loro. Accadde infatti che il padre di Alessandro, il primo giovane a essersi sbattuto Silvia, si incuriosì e sospettò qualcosa perch&egrave vedeva il figlio troppo su di giri da quando prendeva lezioni da Silvia… così cominciò ad indagare e a gettare l’amo, dicendo al figlio che era fortunato ad avere una professoressa di ripetizioni non solo brava ma pure così gnocca.
‘dì la verità a tuo padre… ma come fai a concentrarti con quelle bocce a pochi centimetri? Eheheh’
‘eh papà sapessi…’
‘che c’&egrave, devo sapere qualcosa? Che succede in quella casa… sicuro che le ripassate siano solo di inglese? Aahahah oh sono tuo padre, io te lo auguro!’
‘beh allora, se non dici niente a mamma ti faccio vedere una cosa…’
prese il cellulare e fece partire il primo filmato che trovò, era quello del pompino sul divano descritto nel capitolo ‘La resa’.
‘Porca mignotta!’ esclamò il padre
‘Eh si papà, &egrave porca e mignotta la collega di mamma! Ahahahah’
‘ma guarda tu… come succhia… oh complimenti pure a te, buon sangue non mente! Pure io alla tua età cominciavo a scopare di brutto ed avevo pure successo… mi sono anche scopato una donna più grande, ma non era un simile pezzo di sorca’
‘sono stato bravo e fortunato… a chi capita una troia del genere papà? Fa di tutto, sto bocchino favoloso &egrave solo uno dei tanti… quella ha troppa fame di cazzo grosso, secondo me il marito &egrave uno stronzo mini dotato, con una moglie così se le merita le corna!’
‘oh figlio mio, mi hai tolto le parole dalla bocca… pure secondo me, per carità brava persona, ma ti pare che può reggere una sorca del genere, per giunta così troia? Hai fatto bene sono orgoglioso di te!’
Il figlio si beccò orgoglioso i complimenti del padre, il quale pensò che era meglio non dire niente a nessuno di quanto visto.

In realtà il padre non disse tutta la verità ad Alessandro. Come poi Silvia stessa mi raccontò, lo ‘studente’ non fu il primo della famiglia a sbattersela… quattro anni prima infatti, Silvia fu invitata a cena a casa loro, era già estate e l’ufficio stava per chiudere per ferie nei giorni successivi. Io però non ci andai perch&egrave ero fuori Roma per lavoro, e quindi a cena Silvia andò da sola. A fine serata però Alessandro, il futuro stallone di mia moglie che all’epoca era ancora adolescente, non stette bene, aveva la febbre, e la madre Gabriella chiese al marito di accompagnare mia moglie a casa. Era estate e Silvia era vestita in maniera leggera, e con il fisico che si ritrova attirava facilmente gli sguardi porcini del marito di Gabriella, sguardi di cui Silvia si era accorta e che, dopo un iniziale imbarazzo, cominciarono a solleticarla e a farle piacere. Poi mi raccontò che, una volta in macchina. dopo pochi minuti aveva capito come sarebbe andata a finire… era abituata a capire i pensieri degli uomini su di lei dagli sguardi, da come la squadrano, dai sorrisetti viscidi… ma il marito dell’amica in fondo le piaceva, era il classico tipo da scopata, deciso, sicuro di se, potenzialmente autoritario… e si capisce da chi abbia preso il figlio quindi.
Infatti, semplicemente si fece scopare in un autogrill come una puttana, senza che ci fu da parte di lei un minimo cenno di ribellione. Le saltò addosso dicendole porcate, che era tutta la sera che sognava di mettere le mani sulle sue tette, e mentre se la scopava le disse che aveva intuito che era una porca. Silvia mi raccontò che fu particolarmente violento per questo le fece un po’ male e un po’ si incazzò pure per questo motivo, anche se in fondo se lo meritava e le piaceva essere trattata in quella maniera. Le mutandine nemmeno gliele sfilò, le strappò di prepotenza. Silvia evitò accuratamente di ripetere una situazione del genere, e anche il marito di Gabriella, dopo qualche tentativo, non si fece più vedere o sentire con avance e proposte, ma solo in incontri formali o amichevoli. Era stata una scopata al volo per tutti e due insomma. Ma la stupefacente rivelazione del figlio fece cambiare idea al marito della signora Gabriella…

Un pomeriggio Silvia tornava dalla spesa con due buste, era stata vicino casa, e la affiancò un taxi (il padre di Alessandro fa il tassista).
‘Signora Sacconi? Buongiorno sono il padre di Alessandro, si ricorda di me? Vorrei, se non si offende, darle un passaggio con quelle buste, e ringraziarla per le lezioni a mio figlio… su salga un attimo’
mia moglie un po’ sospettosa acconsentì più per cortesia che per voglia, e salì sul taxi sedendosi di fianco al guidatore.
Il signor Franco, così si chiamava, cominciò a farle i complimenti. Era un uomo con una decina di anni in più rispetto a Silvia, prestante e ancora piacente anche se con un po’ di pancia, sicuro di se e spigliato. Insistette per offrire qualcosa a mia moglie in un bar, e lei acconsentì, sempre ‘per educazione’ mi disse, ma in realtà conosco l’indole un po’ remissiva e accondiscendente di Silvia quando incontra uomini del genere. Uomini da scopata… Una volta risaliti sul taxi i discorsi del signor Franco infatti si fecero più ambigui
‘sa, mio figlio &egrave proprio contento di averla conosciuta… sono sicuro che farete altre lezioni insieme nel dopo scuola’
‘ah si? Mi fa piacere, se ce ne sarà bisogno…’
e intanto il nervosismo di Silvia aumentò perch&egrave si accorse che il tassista non la stava portando a casa ma da qualche altra parte, e cominciava a capire dove volesse andare a parare, come accadde la sera di quattro anni prima…
‘eh si vede, se una &egrave tanto brava le deve sfruttare certe doti con i ragazzi, e mio figlio mi ha detto che lei &egrave superlativa, unica!’
‘eh addirittura… troppo gentile…’ disse Silvia ormai con la voce quasi spezzata dal nervosismo e dalla tremarella, perch&egrave ormai era sicura di come sarebbe andata a finire, e così la macchina raggiunse un luogo isolato in periferia e arrestò la marcia.
Mia moglie in realtà oltre ad essere nervosa era anche eccitata dalla situazione, il signor Franco una volta fermi la guardò con un ghigno sarcastico e cominciò a slacciarsi i pantaloni.
‘E adesso vediamo se davvero i tuoi bocchini sono favolosi come dice mio figlio… il cazzone &egrave lo stesso che ti ha sfondato quattro anni fa, me lo ricordo come strillavi e come godevi… oggi però ho voglia di tapparti quella bocca da succhiacazzi con i 20 cm di famiglia ! ahahahah’
Silvia aveva l’affanno, tremava e c’era una parte di se che la spingeva verso quella cappella, ma anche un’altra che le diceva che questo era troppo, che doveva scappare
‘che c’&egrave? A me no? Ora ti piace solo la carne fresca? Ma beccati ‘sta mazza stagionata bocchinara, fai la brava su!’
e le prese con forza la testa da dietro spingendola giù verso la sua cappella, con Silvia che non oppose che una timida, flebile, resistenza e si ritrovò nel giro di due secondi con mezzo cazzo infilato in bocca!
‘daje succhia zoccola, fammelo come lo fai a mio figlio, fai la troia come con lui!’
e Silvia cominciò a succhiare di gusto per non deludere il suo momentaneo padrone, con lui che le reggeva i capelli e che usava questi come impugnatura per decidere il ritmo del pompaggio. Silvia ansimava, e cominciava ad eccitarsi per il trattamento e per la durezza e le dimensioni della nerchia che le arrivava in gola, veramente un cazzone di famiglia!
‘sei proprio una succhiacazzi nata… troia! Ti piace farti sbattere dai cazzi giovani eh? Adesso beccati sta minchia di esperienza baldracca! Ti piace il cazzo di famiglia eh? E le palle non le vuoi? Rispondi cagna!’
‘ssiii… mmmhhh’
Il signor Franco eseguì tirando fuori tutto l’apparato, mentre Silvia addirittura si metteva più comoda, in ginocchio sul sedile con il culo all’insù, per prendere in bocca quei coglioni da toro. Il signor Franco oltre ad insultarla, le scoprì pure il culo coperto appena da delle mutandine di pizzo che si infilavano bene immezzo alle chiappe, la schiaffeggiò di gusto, le infilò una, due, tre dita in fregna facendola mugolare come una cagna in calore, mentre con l’altra mano le spingeva giù la testa, fino ad eruttare una sborrata clamorosa che persino una bocchinara allenata come Silvia faticò ad ingurgitare
‘pulisci bene tutto cagna che mi &egrave finito pure addosso… se se ne accorge mia moglie sono guai… pulisci con quella lingua da cagna in calore che ti ritrovi’
e Silvia obbedì contenta di ubbidire ad ordini così umilianti e di essere stata riconosciuta da stalloni così dotati come una favolosa bocchinara… di aver mantenuto la ‘reputazione’…
La riaccompagnò sotto casa nostra, lui scese per aprirle la portiera e quando lei scese sentì una pesante manata sul culo
‘e la prossima volta ci divertiamo pure con lui! Ahahahah vai, vai a portare la spesa al tuo maritino, troia.’

La spartizione in famiglia non finì lì. Anche lo zio di Alessandro prese la sua parte. Questi, infatti, faceva il tecnico di caldaie e venne a casa il giorno dopo con la scusa di dover effettuare la revisione periodica, e io a casa non c’ero. Anche lui era ben piazzato e per l’età, 50 anni, un bell’uomo dall’aspetto virile. Mia moglie non ricordava fosse in scadenza alcuna revisione, ma ormai Silvia nemmeno si insospettiva più, dava per scontato che la sua condizione sociale fosse quella della svuotacoglioni, della vacca da monta.
Venne a casa di pomeriggio, Gabriele si chiama, e fece il suo lavoro senza dire nulla. Mia moglie andò a prendere i soldi in un’altra stanza, e quando tornò in cucina verso il tecnico, se lo trovò in piedi con i pantaloni e le mutande calate e un cazzo grosso ma ancora un po’ moscio.
‘E vediamo se mio fratello ha ragione. Datti da fare, fammi vedere se sei la macchina da bocchini che dice’
Mia moglie accennò un sorriso, non disse nulla e si inginocchiò, cominciando a lavorare la cappella che le era stata puntata alla bocca, succhiando superbamente come al suo solito la cappella, la mazza e i coglioni del signor Gabriele, il quale aveva anche lui la nerchia di famiglia.
‘aahh si si aveva proprio ragione, non sei solo il gran pezzo di sorca che sei, ma sei pure una troia strafatta… succhia succhia pompinara… sapessi quanti pensieri osceni ho fatto mentre ti vedevo passare davanti al bar con quel tuo culo da favola, quell’andatura da mignotta, e adesso queste labbra da succhiacazzi me le godo come mi pare…’
le prese la testa con due mani e cominciò a pomparle la bocca violentemente, lo tirava fuori e glielo sbatteva in faccia insultandola, poi una volta durissimo, lo tirò fuori ordinandole di stendersi sul tavolo. Silvia obbedì sorridendo e pregustando la scopata, salì sul tavolo, si alzò la gonna e Gabriele le allargò volgarmente le cosce, indossava dei reggicalze neri e biancheria intima nera di pizzo…
‘ah ma guarda che bella biancheria da mignotta la signora Vacconi! Non vedevi l’ora eh, chissà come ci rimanevi male se non lo tiravo fuori, zoccola!’
mia moglie sorrise divertita e vogliosa, si fece stendere sul tavolo, tirò fuori le tette ‘voglio vederle ballare mentre ti sbatto’ e cominciò a farsi sbattere violentemente dal maturo montone che la copriva di insulti toccandola ovunque come gli pareva, mentre Silvia godeva e mugolava come una cagna, fino a quando la fece scendere, mettere in ginocchio per sborrarle in faccia e sui capelli…
‘ti&egrave… mignotta… fai schifo, sei uno sborratoio, no una donna…’
e invece lei si sentiva più donna proprio quando faceva da sborratoio…
Ormai avevo un cesto di lumache in testa, diciamo così per buttarla sull’autoironia… ma visto che adesso so tutto &egrave ora che vi spieghi come ho fatto a scoprire che razza di troia era diventata mia moglie Silvia. In fondo in modo abbastanza banale, in confronto all’assurdità della condizione in cui ci trovavamo tutti. Un pomeriggio di ottobre, ovvero quando la tresca andava avanti da almeno un mese e mezzo durante i quali i quattro montoni si erano sbattuti mia moglie in tutte le maniere possibili, dovetti tornare a casa improvvisamente per prendere alcune cose, chiamai Silvia che ero praticamente sotto casa e non trovando le chiavi citofonai. Mi rispose con una voce che, pensandoci a posteriori, era sicuramente un po’ alterata e mi aprì il portone. Entrai in casa e la trovai in tuta, ma c’era un suo vestito appoggiato sul divano e la casa aveva un’aria strana, come se fosse più disordinata del solito… Silvia nemmeno mi baciò come fa sempre ma si scusò dicendo che doveva andare in bagno. Sul tavolo trovai uno smartphone, non era mio e non sapevo Silvia ne avesse comprato uno nuovo, difatti dalla foto sullo sfondo mi accorsi che era di Alessandro. Lo presi e mi accorsi che c’era un messaggio non letto e il mittente era Silvia… non resistetti alla curiosità e aprii il messaggio, il contenuto era semplice e ambiguo allo stesso tempo
‘Venite quando volete vi aspetto come sempre…’
qualcosa su quell’andirivieni di gente non mi quadrava già da tempo e quel messaggio su whatsapp… andai a vedere i messaggi precedenti e i miei dubbi sparirono, cominciai a tremare, mi venne un colpo di calore, e poi le foto… il primo piano di Silvia con un cazzone piantato in bocca, la guancia deformata dalla cappella spinta con violenza! E i messaggi!
‘sei la donna più troia del mondo’
‘la prossima volta in bocca te ne pigli due non vedi l’ora no?’
‘te ne infiliamo due insieme come la volta scorsa vaccona’
‘i tori sono in forma per la signora Vacconi’
tremante, cominciai a spulciare la galleria in cerca di altre prove schiaccianti, come se ce ne fosse bisogno… trovai tutto, filmati di pompini, inculate, parolacce, godute deliranti, scopate indecorose… mia moglie, la donna che amo era diventata la troia di due ragazzi che in due facevano la sua età!
Si aprì la porta del bagno, e lei mi trovò in piedi dove mi aveva lasciato, con il cellulare in mano, incapaci entrambi di parlare… lei abbassò la testa, si sentiva mancare, si appoggiò a me che non reagii nemmeno, si diresse verso il divano, lo stesso divano dei film porno, dove si sedette con la faccia tra le mani, in lacrime. Io non avevo nemmeno la forza di arrabbiarmi, la mia vita si era sgretolata in due minuti… riuscii solo a dire
‘Ma come &egrave possibile… ma chi sei tu? Cosa sei diventata?’
‘Non posso negare niente… &egrave quello che sono… non lo faccio per colpa tua, non c’entri niente, tu sei sempre… si lo so che ti potresti arrabbiare, ma per me sei sempre il mio tesoro’ e scoppiò a piangere… si riprese dopo qualche secondo
‘lo sapevo che prima o poi ci avresti scoperto… facevo finta di non pensarci, ma lo sapevo che andavo incontro al baratro… da te posso aspettarmi qualsiasi reazione, se vuoi me ne vado anche stasera… hai tutte le ragioni… se posso dire un’ultima cosa, io ti amo sempre. Non riesco nemmeno a immaginarla vivibile una vita senza di te. Me la immagino, ma mi fa schifo e paura una vita senza di te’ e proseguì a piangere.
Io rimasi senza parole, d’altronde cosa avrei potuto dire? O facevo la scenata e la cacciavo di casa, o era tutto inutile… dopo qualche minuto mi ripresi e le chiesi
‘hai intenzione di proseguire questa vergognosa tresca?’
‘Non lo so… non sono un’ipocrita, se non mi avessi scoperto sarebbe andata avanti anche se non so per quanto e come… ora come ora non saprei nemmeno come interromperla, non riesco a pensare al futuro… hanno filmati miei… li hai visti, possono sputtanarmi ma non credo vogliano farlo… si divertono e basta…’
‘Eh cazzo, lo vedo che si divertono! T… Troia!’ dovevo sfogarmi prima o poi, diedi un pugno sul tavolo ma non proseguii oltre… lei rimase lì seduta con lo sguardo contrito, umiliato, inebetito.
Rimanemmo una decina di minuti così in silenzio senza dire niente, poi io dissi
‘Non te ne vai… per ora… stasera però esco, non ce la faccio a cenare con te’
Silvia annuì semplicemente. Io mi diedi una sistemata e uscii. Andai in un cinema, cenai fuori, da solo, non avevo il coraggio e la voglia di parlarne con qualcuno, amici o altro. Dopo la cena andai in un locale dove facevano musica dal vivo, bevetti un po’ più di quel che so reggere, me ne andai, era mezzanotte passata. Passai per la Cristoforo Colombo, sempre piena di puttane giovani e attraenti… per sfregio, inconsciamente per toccare il fondo pure io, ne caricai una, era bionda, molto carina, romena. Mi accordai per un pompino, lei cominciò e io ricordavo il filmato di mia moglie, lo avevo davanti agli occhi… cominciai pure io a spingere la testa della puttana e insultarla, ma lei interruppe incazzata…
‘oh fai piano mi fai male!’
e già &egrave una puttana, mica quella troia di mia moglie…
Finito con la romena, tornai a casa. Mia moglie era a letto, mi lavai, stetti un attimo al computer, non sapevo come ammazzare il tempo, e alla fine andai a letto, Silvia dormiva. Andai sotto le lenzuola, rimasi immobile. Pensavo e rimuginavo, accanto a me mia moglie, era una troia, io ero un cornuto, mia moglie si faceva sbattere da due ragazzi e chissà quanti altri in passato e ancora in futuro… la testa mi scoppiava, piano piano mi addormentai.
Mi svegliai verso le 8, istintivamente allungai la mano verso il corpo di mia moglie per sentire se era ancora lì, ed era lì… lei era sveglia, allungò una mano verso di me, la strinse, si avvicinò fino a starmi attaccato, provò ad abbracciarmi, io le strinsi solo la mano… ero ancora intorpidito dal sonno, ma tornarono davanti a me le immagini dei pompini e delle inculate di mia moglie con i ragazzi, e mi divenne duro, come sempre al mattino, ma stavolta anche di più… mia moglie mi accarezzava e io allora azzardai, le presi la mano e la portai sul cazzo… lei cambiò il respiro, me lo strinse, cominciò a baciarmi, lo tirò fuori, cominciammo ad accarezzarci, fino a quando io la misi di prepotenza supina, e cominciai a scoparmela senza il minimo riguardo, le frasi che mi uscirono fuori erano in preda al delirio…
‘Troia, troia… sei la donna più troia del mondo… la più arrapante di tutte, mi fai morire… mi tieni a te con questo, con il sesso da troia che sei… sei la donna più zoccola del mondo’ e lei mugolando
‘Si… sono quello che vuoi tu… sarò sempre quello che vuoi tu… sarò sempre tua…’

Una volta fatto ci alzammo e facemmo colazione. Ormai bisognava giocare a carte scoperte, il rischio di perdere tutto era concreto e allora tanto valeva essere completamente sinceri entrambi, fosse anche stata l’ultima volta prima della fine. Con molto imbarazzo dovetti ammettere che vederla come un oggetto da parte di altri uomini mi aveva sempre eccitato… che mi divertiva vederla camminare in strada, magari in minigonna e tacchi, scollata, e gustarmi le reazioni dei maschi, lo sapeva anche lei e ci eravamo sempre divertiti parlandone… ma non era vero che non sentivo i commenti su di lei, li sentivo eccome e mi eccitavano… e che tante volte mi ero masturbato immaginandola scopata e trattata come una troia da altri uomini, possibilmente volgari e violenti… ed era tutto accaduto, e per me lei rimaneva la donna più bella e arrapante del mondo e non volevo perdermela, avevo solo paura di perdere il suo amore.

Lei fece un sorriso tenero pieno di amore, capiva tutto, lo sapeva che ci godevo del fatto che fosse bella e desiderata… ma visto il punto di non ritorno a cui eravamo arrivati sentiva il dovere di confessarmi tutto, a costo di mandare il matrimonio all’aria.
‘Ti ho tradito altre volte… non spesso, non volevo che fosse una regola, ma a volte, quando capitava la situazione adatta che mi eccitava e che mi faceva sentire troia, ne sentivo il bisogno, l’ho fatto sia durante il fidanzamento che durante il matrimonio… quest’estate… avevi ragione a essere infastidito dal comportamento del bagnino… ci ho scopato durante la grigliata in spiaggia probabilmente il suo amico ti distraeva e mi sono allontanata con lui… l’abbiamo fatto dentro una cabina… poi l’ultimo giorno prima di partire, ma… gli ho fatto un pompino e basta, a lui e al suo amico…’
‘ma come… pure a quell’altro? Lo hai salutato con un pompino?’
‘Si… mi era piaciuto farlo con il bagnino, mi andava… e siccome insisteva pure l’altro dopo averlo succhiato al bagnino lui stava fuori la cabina a fare da palo diciamo, quando abbiamo finito &egrave entrato pure lui e ha preteso lo stesso… e insomma… non me la sentivo di rifiutarmi, mi sembrava di non potermi rifiutare, insomma già che c’ero… mi andava e ho fatto un pompino pure a lui… lo so sono una troia, non so che dirti… credo che quanto avvenuto quest’estate mi abbia portato a lasciarmi andare con questi ragazzi… Alessandro &egrave giovanissimo ma attraente, i bagnini erano più giovani di 10 anni di me e averli eccitati, essere desiderata in quella maniera violenta da loro per me fu una soddisfazione enorme… vado verso i 40 ho bisogno di sentirmi ancora una femmina desiderabile come lo sono sempre stata… e allora mi sono detta, vediamo se funziona con quelli ancora più giovani… ha funzionato, mi scopano con una forza e una rabbia tremenda, ieri hai trovato il cellulare di alessandro perch&egrave erano a casa quando mi hai citofonato… stavano per prendermi in due contemporaneamente, si sono dovuti vestire di corsa e scappare per le scale e io mi sono infilata la tuta al volo, ma Alessandro nella fretta ha dimenticato il telefono con i filmati e tutto… oggi glielo dovrò restituire… per lui immagino sarà una scusa per scoparmi di nuovo con il suo amico, finire il lavoro di ieri…’
Ero eccitato da morire… Silvia a mano a mano che mi raccontava le cose diventava sempre più disinibita nelle descrizioni, perch&egrave se n’era accorta…
‘come ti ha scopato il bagnino?’
‘Da dietro, ero appoggiata con le mani al muro e mi ha sbattuto da dietro…’
‘Hai goduto vero?’
‘Si, molto… &egrave stato violento e la paura di farmi scoprire mi eccitava pure di più’
‘I pompini li hai fatti con l’ingoio? Ti insultavano?’
‘Si… ho ingoiato a tutti e due… si certo mi chiamavano nelle solite maniere, troia, bocchinara… credo di attirarli con il mio modo di fare degli aggettivi del genere…’
mi era diventato incredibilmente duro mentre mi raccontava tutto e immaginavo il film del tradimento, della porcata… Silvia se ne accorse del bozzo e cambiò sguardo, diventò palesemente eccitata anche lei
‘il secondo, l’amico… come te l’ha chiesto il bocchino? Dimmi le parole esatte…’
tirai fuori il cazzo duro
‘disse… più o meno… dai fai divertire pure me… succhia pure questo… e si &egrave spogliato, se l’&egrave preso in mano e me l’ha agitato davanti alla faccia… io ero ancora in ginocchio, avevo appena finito il pompino al bagnino che era rimasto lì dentro e se la rideva… facevano i gradassi… mi sono sentita così troia, usata peggio di una puttana, non ho saputo dire di no… mentre glielo leccavo e succhiavo mi diceva: sei proprio brava, si vede che ti piace fare i bocchini eh… succhia troia, fammi vedere quanto sei zoccola, succhi da dio… mi diceva cose del genere…’
io stavo con il cazzo in mano e dissi
‘Fammi vedere esattamente come glielo hai succhiato…’

Da quella mattina cambiò tutto nella nostra vita. Lasciai Silvia libera di farsi sbattere da quei ragazzi, e anche da chi voleva, ma dovevo essere partecipe anche io in qualche maniera… ed eventualmente raccomandare io qualcuno da scoparsi, o creare le situazioni affinché accadesse… pretesi che Silvia con una scusa si facesse dare i filmati dai ragazzi perch&egrave me li volevo guardare per bene insieme a lei o quando mi andava… mi feci raccontare tutte le volte che mi aveva tradito nei dettagli più intimi e precisi possibili… scoprii così che il suo datore di lavoro se l’era scopata quando eravamo ancora fidanzati, che lei ogni tanto gli faceva dei pompini e tutto ciò &egrave finito solo quando ci siamo sposati perch&egrave lei non voleva proseguire altrimenti se ne sarebbe andata (alla fine con i miei guadagni il suo lavoro non era così necessario). Lui la tenne con se perch&egrave gli piaceva troppo ‘avere una gran fica come te che gira in ufficio’ ma pretese da Silvia, e ottenne, un ultimo pompino con ingoio durante il quale la insultò ancora più pesantemente del solito. Eravamo sposati da un mese! Da quell’ultimo bocchino l’unica cosa che otteneva ogni tanto era una palpata di culo che lei, mi disse, ancora gli lasciava fare ogni tanto senza dirgli niente…
Svelati tutti i nostri pensieri e comportamenti senza alcuna remora, era il momento di passare all’azione definitiva… diventare cornuto consapevole, felice di essere umiliato e sfottuto, era questo che sentivo di desiderare dentro di me, sfruttare la ‘moglie troia’ per scavare nel lato più oscuro della mia personalità e sessualità. In realtà sentivo benissimo che quelle situazioni mi avrebbero creato un’eccitazione devastante, avevo a disposizione la femmina con cui realizzarle e non volevo avere rimpianti… a qualsiasi costo. Silvia era la donna perfetta per me. In quelle ore mi sentivo schizofrenico, una parte di me ancora non si capacitava di essere passato dalla situazione di marito fortunato con una vita normale, a essere il marito di una donna che regala i pompini perch&egrave ‘già che c’ero…’… la possibilità di svolta definitiva era dietro l’angolo e a portata di mano.

Alessandro aveva dimenticato il cellulare a casa nostra e doveva venire a riprenderselo in giornata. Con Silvia ci accordammo sul da farsi. Silvia mi sembrò molto eccitata e anche un po’ intimorita dalla situazione, come me. Lei avrebbe chiamato il suo giovane stallone e avrebbe fissato un appuntamento a casa nostra. Le dissi inoltre di chiedergli se sarebbe venuto anche il suo amico Luca e di fargli capire che li voleva entrambi. Io mi sarei fatto trovare a casa tutto tranquillo, e loro avrebbero dovuto fare come gli pare con il corpo di Silvia, mentre io facevo finta di non sapere… mi sentivo come una febbre, volevo sapere che in quel preciso momento qualcuno stava palpando il culo, le tette, le cosce, la fica di mia moglie che ci stava peggio di una puttana, volevo vivere i momenti in cui sapevo benissimo che dei cazzi si facevano mia moglie dove e come gli pareva, e che lei ci stava e ci godeva come una cagna, mentre loro se la ridevano su quanto fossi stronzo e cornuto. Si era come una febbre devastante, una malattia che mi aveva infettato in poche ore e di cui non potevo nemmeno prevedere il decorso… anche se speravo andasse tutto come la mia libido voleva. Quella di Silvia era già bella soddisfatta, ma questa mia consapevolezza, mi sembrava, le stava dando un’ulteriore eccitazione, un’ulteriore voglia pure per lei di scendere verso il baratro della troiaggine totale, definitiva, umiliante.

Silvia chiamò Alessandro e lo invitò a casa a pranzo, ci sembrava il miglior modo per creare situazioni imbarazzanti e favorevoli.
‘Viene anche Luca?’
‘eheheh lui non ha dimenticato niente…’
‘beh però se viene mi fa piacere…’
‘ahah troia ti fa piacere per via del lavoretto lasciato a metà ieri eh? Hai voglia di due cazzi eh?’
‘eheh si lo sai come sono… senti ci sarà anche mio marito, ma penso troveremo il modo di divertirci lo stesso…’
‘bisognerà stare attenti… ma già l’abbiamo fatto no? Tanto il cornuto non si accorge mai di avere dentro casa una vacca da monta! Allora a dopo bella troiona nostra!’
Ormai lo stronzo si prendeva tutte le libertà verbali, anzi ci godeva a insultare lei e me nelle maniere più indecorose. Ma a Silvia stava bene, faceva parte del suo ruolo di troia. E ora stava bene pure a me…
I due stalloni si presentarono puntuali portando come omaggio dei bei cannoli siciliani… non c’&egrave che dire, sapevano come prendermi per il culo!
Ero d’accordo con Silvia che avrei creato i presupposti per farmi cornuto, lasciandoli fare e facendo finta di niente su tutto. Speravo andasse tutto come previsto. Volevo essere perfettamente certo e consapevole che in un preciso momento qualcuno stesse facendo come gli pare con il corpo di Silvia, e che lei mi stesse facendo cornuto godendo senza ritegno.
Quando arrivarono Silvia stava ultimando il pranzo in cucina, e, come mi raccontò lei confermando i miei piani e le mie speranze, già così mentre uno dei due mi distraeva parlando degli avvenimenti raccontati dal tg l’altro con la scusa ‘ti serve una mano Silvia?’ andava in cucina e di mani ne dava due, sulle tette e sul culo di mia moglie, il tutto condito dai soliti insulti bisbigliati all’orecchio
‘Troia oggi ti facciamo il lavoretto interrotto ieri… brava per secondo ci sono gli spiedini, proprio come te più tardi!’

Durante il pranzo Silvia ogni tanto si alzava per portare le cose a tavola e quando si affiancava ai due ragazzi facevo finta di non vedere che le loro mani si posavano sulle sue gambe… avevo il cuore in gola e il cazzo duro da star male… stava andando tutto come speravo, ma il bello doveva venire. Al dolce, mentre Silvia mangiava golosamente il suo cannolo vedevo i sorrisetti beffardi dei due stronzi, e immaginavo i loro cazzi al posto di quel cannolo su cui Silvia indugiava maliziosamente…
A fine pranzo, sempre come mi raccontò Silvia, con la scusa di sparecchiare di nuovo palparono il suo corpo come gli pareva, mentre io mi attardavo a tavola consapevole di tutto.

Dopo pochi minuti dissi che dovevo andare in bagno, chiusi la porta a chiave e feci capire che ci sarei rimasto un po’… il nostro bagno confina con la cucina, e, come speravo, proprio lì mia moglie mi fece cornuto con la mia consapevolezza.
Ero seduto sulla tazza del cesso e cominciai a masturbarmi… sentivo dei rumori e delle voci provenire dalla stanza accanto… cominciarono a palparla pesantemente, le alzarono la gonna constatando che Silvia indossava un reggicalze nero di pizzo da vera puttana. Toccava a Luca cominciare, prima la mise, come al solito, accovacciata e se lo fece succhiare un po’
‘dai fammelo diventare di marmo con la tua bocca da pompinara che poi ti sbatto mentre il cornuto sta sul cesso…’
parlavano sottovoce e io non riuscivo a capire le parole, ma sentivo le voci… nel frattempo Alessandro filmava dall’uscio della cucina e faceva da palo.
Dopo poco Luca fece alzare mia moglie e la mise a 90 gradi sul tavolo della cucina e la infilò senza tanti preliminari facendole scappare un grido che udii benissimo e che mi fece salire l’eccitazione come se avessi la febbre a 40! Ero lì seduto con il cazzo in mano mentre solo una parete mi separava dal cazzo di un altro che mi faceva cornuto, Silvia era lì a un paio di metri di distanza che si faceva sbattere da un ragazzo che aveva la metà dei suoi anni, mi facevano cornuto alla faccia mia, lei la donna più troia e io l’uomo più cornuto del mondo. Sentivo i mugolii, i rumori del tavolo che ballava e sbatteva, qualche parola che sicuramente erano parolacce rivolte alla troia… Era una sensazione tremenda, paurosa e celestiale allo stesso tempo, non resistetti a lungo e venni copiosamente con il mio cazzo in mano…
Di là Luca, dopo il grido di Silvia, prese un cannolo avanzato e glielo infilò in bocca così
‘hai due cannoli troia, uno in bocca e uno in fregna!’
Silvia tenne in bocca quel cannolo emettendo rumori gutturali mentre godeva a farsi sbattere come una cagna, mentre i due stalloni se la ridevano e insultavano lei e me
‘che bello scoparti mentre il cornutone &egrave lì a due metri… scommetto che ci godi di più eh cagnaccia?’
e giù di colpi di reni poderosi mentre con le mani stava aggrappato alle tette di mia moglie che godeva e il cannolo le si sbriciolava in bocca perch&egrave le veniva da stringere e digrignare per il godimento, con la ricotta che le colava sul mento e le sporcava tutta la faccia… anche questo filmato me lo vedrò nei giorni successivi sparandomi seghe indecorose, ancora più eccitato sapendo che ciò accadeva con me nella stanza accanto che mi sparavo una pippa da cornuto.

Il finale fu un capolavoro di perversione… un attimo prima di venire il bastardo tirò fuori il cazzo e raccolse al volo i resti del cannolo su un piattino di carta, sborrò sul cannolo sbriciolato mischiando la ricotta e le gocce di cioccolata con il suo seme. Afferrò poi Silvia per i capelli e la fece mettere carponi
‘come una cagna!’ le disse all’orecchio per non farsi sentire da me ‘Dai mangia il pappone cagna!’ e ridevano i due mentre mia moglie, la donna con cui volevo dividere la vita, mangiava carponi e solo con la bocca senza l’aiuto delle mani… anzi delle zampe, ancora tremante per l’orgasmo provato poco prima, quell’intruglio di ricotta e sperma, il tutto ripreso perfettamente, si vedeva chiaramente lo sguardo perso in preda al delirio dei sensi di Silvia che obbediva mangiando golosamente, come una cagna, quell’immondo dessert… ormai era un oggetto, avrebbe fatto qualsiasi cosa le avessero chiesto per provare quegli orgasmi che lei stessa definiva devastanti.
‘e brava la nostra cagnetta… proprio ubbidiente!’ disse l’aguzzino schiaffeggiandole il culo…

Quando mi sembrò che i due avessero finito uscii dal bagno, senza fretta per non dare la minima possibilità di scoprirli e fare si che la scenetta avesse il completo successo… Trovai i tre in cucina mentre Silvia caricava la macchinetta del caff&egrave, con l’aria palesemente concitata, paonazza, sudata, e con ancora tracce del ripieno del cannolo sulla faccia…
‘ehi vedo che qualcuno si &egrave mangiato il cannolo avanzato… sei stata tu eh? Ma quanto sei golosa?’
scherzavo come un’idiota per farmi passare ancora più per coglione e cornuto
‘eh si sua moglie &egrave proprio ingorda… si vede che non sa proprio resistere, ma d’altronde questi sono cannoli speciali!’
I due mi coglionavano ridendo, e a me quasi tremavano le gambe perch&egrave mi stavo eccitando nuovamente…
Preso il caff&egrave mi congedai lasciando i tre da soli. Quello che avevo avuto mi era bastato, per oggi. Era andato tutto secondo le previsioni. Lei troia senza ritegno, io cornuto indecoroso. Ed era solo l’inizio.

Silvia mi raccontò che una volta soli, i due vollero prenderla come non avevano ancora fatto, ovvero come preannunciatole in cucina, allo spiedo: un cazzo in fica e uno in culo!
‘Vediamo se siamo davvero all’altezza dei film porno!’ disse Alessandro. Fissarono il telefono in maniera tale che riprendesse bene tutte le scene, che poi vidi, con lei che lo succhiava alternandosi tra i due cazzi, per poi cavalcare il cazzo di Luca sul divano a smorzacandela, poi cominciò a prepararsi per l’inculata. Alessandro che, dopo aver trovato la posizione più comoda, la penetrò prima con la sola cappella, poi piano piano, con il cazzo di Luca saldamente piantato nella fregna di mia moglie, sempre più dentro fino a riempire Silvia ben bene di cazzi duri. Durante la violenta scopata i dialoghi erano questi:
‘dai Lu’ tienile ben fermo il culo altrimenti ti esce… ecco così le ho puntato la cappella… mò ti spacchiamo troia, ti facciamo allo spiedo baldracca!’
‘si daje… le infiliamo 40 centrimetri di cazzi in corpo a questa troia… quanto sei troia eh? Ti piaceva farti sbattere con il tuo maritino dentro casa eh? Sei nata per pigliare cazzi!’
le diceva Luca mentre le teneva il cazzone piantato a smorzacandela, tenendo fermo il culo con le mani, quando queste non erano impegnate a smanacciare pesantemente le tettone.
Dopo un paio di minuti i due cominciarono a stantuffare bene a ritmo i due cazzi, facendo gridare Silvia dall’eccitazione e dagli orgasmi, mi raccontò che le sembrava di essere drogata, che urlò tutte le porcate che i due montoni le ordinavano di dire e anche di più.
‘Battona, scommetto che ci godevi di più se c’era tuo marito dentro casa eh? Sei senza vergogna, vero? Sei la moglie più troia del mondo e lui &egrave il re dei cornuti. Ci godi a mettergli le corna a quel frocio eh?’
‘Siii , siii sono una troia… mi piace mi piace tutto, mi piace mettergli le corna, voglio i vostri cazzi… si ce l’avete più grosso di mio marito, non c’&egrave paragone!’
non contenta di farsi sfondare da due cazzoni più grossi del mio, mi umiliava la mia mogliettina ben consapevole che non solo avrei visto tutto il filmato, ma che ero un cornuto contento di esserlo, anzi più ero cornuto e preso per il culo più ero contento e realizzato… e per lei cazzi grossi e orgasmi devastanti assicurati.
Ormai, la ripida discesa era intrapresa e non c’erano freni di alcun genere. Dopo la situazione che vi ho raccontato nel capitolo precedente, tornai a casa ansioso di sapere come fosse andata e Silvia mi raccontò tutto facendomi eccitare terribilmente; anche io le raccontai cosa avevo sentito dal bagno, come mi ero eccitato e masturbato e come avessi provato delle emozioni devastanti, come le sue. Silvia stessa mi confidò che, pur amandomi sempre, era incredibilmente eccitata dal nostro accordo erotico, e dal mettermi le corna con me consenziente, e quindi in definitiva godeva ancora di più sapendo che ero felice di essere un cornuto… mi confidò inoltre che gli insulti dei ragazzi nei miei confronti la eccitavano, che quando perdeva il controllo le veniva voglia il desiderio di umiliarmi anche a parole, e mi chiese se ero offeso dalla cosa oppure no. Le risposi che la cosa mi turbava ma mi eccitava anche terribilmente, e che, vista la soluzione che avevamo architettato, non potevo biasimarla visto che il primo a goderci delle corna ero io… parlai con Silvia della possibilità di allargare la cerchia dei cazzi che se la trombavano alla faccia mia, e le dissi che mi eccitai quando mi raccontò che se l’era fatta con il suo datore di lavoro mentre eravamo fidanzati, e che anche in questi ultimi tempi lei, pur non concedendosi, lo lasciava fare un po’ con le mani ‘per farlo contento e tenerlo buono’ mi disse e che in fondo essere considerata dal suo datore di lavoro semplicemente un culo da smanacciare la eccitava. Io, conoscendo il tipo, un uomo sulla cinquantina robusto, sicuro di se, sposato con prole, pensai e dissi a Silvia che lo ritenevo un montone adatto a farla sentire troia. Silvia mi rispose che in realtà trovava la situazione non incredibilmente eccitante e un po’ banale (e in effetti lo era), e che sicuramente non poteva essere come farsi sbattere dai due ragazzi e nemmeno dal padre e dallo zio di Alessandro, probabilmente perch&egrave queste erano situazioni più perverse e umilianti, ma che acconsentiva a mettermi le corna con il suo datore di lavoro, o meglio vista la situazione dal suo padrone, per rendermi felice e perch&egrave sapeva che la condizione per mantenere l’eccitazione era che io fossi consapevole, cornuto e contento. E poi, aggiunse ridendo, ha anche un bel cazzone grosso!
Ci abbracciammo felici e facemmo l’amore. Non ero certo uno stallone come gli amanti di Silvia, ma io per lei continuavo ad essere suo marito e da un punto di vista sentimentale non era cambiato nulla, anzi la confidenza e la complicità forse aveva stretto ancora di più il nostro legame…

Ora, si doveva organizzare la cosa in maniera tale che io, visto che non potevo stare lì in ufficio da lei, fossi consapevole del momento in cui tutte le porcate avvenivano. Io e Silvia fummo d’accordo, al mattino mentre la accompagnavo a lavoro, che lei quel giorno lo avrebbe lasciato fare più del solito, anzi lo avrebbe lasciato proprio libero di toccarla come gli pareva. L’unico inghippo sarebbe stato se lui non ci avesse nemmeno provato, ma per fortuna nostra, il mandrillo allungò le mani eccome, favorito dal fatto che Gabriella, la collega di Silvia e madre del giovane stallone Alessandro, non venne a lavoro a causa dell’influenza, mentre l’altra collega, giovane ma brutta, doveva fare dei giri fuori dall’ufficio, e quindi mia moglie rimase buona parte della mattinata da sola in ufficio con il suo padrone. Incitata da me, Silvia quella mattina sotto la gonna aderente sopra il ginocchio, indossava un reggicalze color carne molto arrapante, il consueto perizoma da mignotta, e una maglia un po’ scollata. Non faceva ancora freddo e poteva permetterselo. Eravamo d’accordo che, quando la situazione si fosse fatta calda, lei mi avrebbe chiamato o mandato un sms dicendomi di chiamarla, così che io in qualche modo potessi essere presente mentre il suo padrone faceva come gli pare…
Una volta soli in ufficio, il datore di lavoro di Silvia, che si chiamava Sergio Monti, cominciò con le sue solite battutine spinte e dopo poco cominciò ad allungare le mani sul culo di Silvia che lo lasciava fare senza reagire in alcuna maniera, se non lamentarsi scherzando
‘e dai Sergio su… non esageriamo eh… un po’ vabb&egrave, ma insomma!’
poi, durante la pausa pranzo cio&egrave quando era sicuro che nessuno potesse disturbarli, Silvia raggiunse alla scrivania il Sig. Monti rimanendo in piedi accanto a lui che se ne stava sbracato sulla poltrona cominciando a palparle il culo sempre più di gusto, mia moglie metteva a posto delle scartoffie come se niente fosse e nel frattempo mi mandò un messaggio, il messaggio che aspettavo trepidante
‘chiamami tra un minuto’

Fu un minuto di orologio che passai con il batticuore, speranzoso che quel vecchio porco si sbattesse mia moglie mentre io ero al telefono con lei… ma come mi ero ridotto? E nel frattempo mi si era già indurito…
Cosa accadeva dentro quell’ufficio durante quei 60 secondi? Il Sig. Monti cominciò a palpare il culo di Silvia in maniera sempre più pesante e poi azzardò, sollevando la gonna
‘ah che visione spettacolare… che bella biancheria da battaglia la mia Silvia… ma niente niente ti &egrave venuta nostalgia delle scopate andate? Del mio cazzo?’
Silvia non rispose nemmeno, squillò il telefono, ero io e lei rispose subito con la gonna sollevata e le mani di quel porco sulle sue chiappe da favola.
Facemmo finta di avere un dialogo generico… io le chiesi
‘come va? Tutto come previsto?’
‘si si tutto bene… si anche meglio…’
‘fa come gli pare?…’ dissi abbassando un po’ la voce per non correre il rischio di farmi sentire
‘certo… e va tutto bene’
A quel punto Silvia sentì una pesante mano sulla propria schiena e capì che doveva piegarsi sulla scrivania a 90 gradi senza obbiettare, e così fece mentre era al telefono con me e parlava del più e del meno… io ero in silenzio con il cazzo in mano sognando il film del tradimento, delle corna.
Messa in quella posizione, il Sig. Monti allargò leggermente le gambe di Silvia e dopo il culo cominciò a passare la mano sulla fica ridacchiando mentre il cornuto era dall’altro capo del telefono… a quel trattamento Silvia cominciò ad eccitarsi sul serio e percepii che la sua voce cominciava a manifestare il suo stato, il respiro più affannoso, qualche accenno di mugolio… il padrone smanacciava, dava pure dei leggeri schiaffi sulle chiappe, sghignazzava, cominciava a titillare la fica di Silvia ormai bagnata e pronta all’ingroppata da parte del Sig. Monti…

Quando Silvia avvertì il rumore della zip e dei pantaloni che venivano calati, cominciò a salutarmi dicendo che adesso aveva da fare… il padrone, in piedi, appoggiò il cazzo già bello duro sulle chiappe di quella troia di moglie che mi ritrovavo, la quale ebbe un vero colpo di genio, fece finta di chiudere la comunicazione e invece mi lasciò appeso lasciandomi così la possibilità di ascoltare l’audio di quanto accadeva tra la cagna e il suo padrone… ero eccitatissimo, non potevo crederci che mi piacesse così tanto una cosa del genere, ma era così, mi aspettava una radiocronaca da sogno!

Il padrone passò rapidamente e duramente alle vie di fatto
‘ehehe lo sapevo che il matrimonio non poteva averti cambiato del tutto! Ahahahah… tieni questo!’
e glielo infilò in fica senza tanti complimenti, Silvia lanciò un grido di piacere e cominciò ad incitarlo e a godere
‘si… si! Dai, forte… sbattimi!’
‘eheheh lo sapevo, troia eri e troia sei rimasta… erano 5 anni che aspettavo ma lo sapevo che questo momento sarebbe arrivato’ disse il Sig. Monti (nomen omen…) con il cazzone ben piantato dentro mia moglie… e io al telefono sentivo tutto, tremante ed eccitato al punto che dovetti sedermi perch&egrave mi girava la testa…
cominciando a montarla di gusto con colpi potenti, afferrando i fianchi della vacca, il montone la insultava e io potevo godermi del tutto il mio stato di cornuto per via di una moglie troppo bona e troppo troia per me, cornuto meritato e felice, con una moglie che faceva da sborratoio per il suo datore di lavoro!

‘Troia… ti&egrave becca questo toh! Quanto tempo era che aspettavi il mio cazzone eh? Lo sapevo io che una troia come te non poteva rimanere senza cazzi grossi per troppo tempo… tu sei nata per questo, per fare la zoccola, la pigliacazzi… mignotta… da oggi mi farai un bocchino tutte le mattine… ti faccio godere come una vacca, poi voglio vedere se mi dici ancora di no… ti&egrave mignottona ti sfondo, godi troia!’
e io sentivo oltre a queste poesie, le grida, i mugolii e i ‘siiii siiii forte! Sfondami!’ di mia moglie, ubbidiente cagna per la gioia del cazzo grosso del suo padrone.

Una monta feroce, potente come il montone che si sbatteva quella femmina che era ormai sua, una femmina che ci godeva e che, come poi mi dirà Silvia stessa, provava sensazioni inedite e profondissime perch&egrave sapeva che io, cornuto, sentivo tutto, e invece di essere un freno questo per lei era un buon motivo per essere ancora più porca e indecorosa negli atti e nelle parole…
a un certo punto sentii il padrone dire
‘aaahh… prendilo tutto… a te non può bastare per sempre uno come tuo marito vero? Ti ci vuole un vero maschio da monta troia… quanto ce l’ho più grosso dì la verità?’
‘siii… forte dai, sbattimi! Voglio essere sfondata da un vero stallone… ce l’hai grosso il doppio di mio marito… se le merita le corna! Mi fai godere come una vacca!’
‘ahahhah lo sapevo! E io sono il toro che ti monta come meriti vacca! Per te ci vogliono dei veri cazzoni altro che quel cornuto!’
‘aaahhh cazzo come godo… tu si che mi fai sentire una troia! No quel mezzo cazzo di mio marito!’
mi sembrava di svenire… mia moglie mi umiliava senza ritegno davanti a un uomo che vedeva tutti i giorni, e che io avevo visto più volte e che altre volte avrei visto, e da quel giorno ogni volta che mi avrebbe visto penserà a quanto sono cornuto e a quanto la moglie preferisca lui che &egrave un vero toro da monta, no come me che ce l’ho molto più piccolo e che non posso permettermi di essere alla loro altezza!
Cornuto, umiliato, ridicolizzato, non pago di ciò ero eccitato come mai in vita mia, sentivo dentro di me il desiderio che quell’umiliazione non fosse l’ultima e che ne venissero altre, sempre peggiori!

‘basta… mettiti a pancia sotto sul tavolo bocchinara… ti voglio scopare in bocca!’
e Silvia capì la posizione, supina con la testa a bordo del tavolo… aprì la bocca per accogliere il cazzo del suo padrone…
‘eheheh brava hai capito subito qual &egrave il tuo lavoro…’
e cominciò a pomparle il cazzone in bocca come in un film porno, Silvia mi raccontò che per le dimensioni del cazzo e la violenza del pompaggio le veniva da vomitare, per fortuna era ancora digiuna… ma mi disse pure che il trattamento umiliante la eccitava terribilmente, e sapere che io ero al telefono ad ascoltare la spingeva a fare qualsiasi cosa…
‘ti scopo in bocca come ai vecchi tempi zoccola… ti&egrave… bevi… beviiii !!! Aaarrrgghhh !!!’
Una cosa fantastica! Potevo sapere in diretta l’esatto momento in cui un porco si svuotava le palle dentro la bocca di mia moglie! Era tutto perfettto! Sborrai da perfetto cornuto insieme allo stallone di mia moglie, che beveva tutto golosamente…

Tornato a casa, la trovai ad aspettarmi con un’aria un po’ preoccupata. Ci abbracciammo a lungo senza dire niente, poi lei mi chiese:
‘Cosa ne pensi? Ho registrato e riascoltato la telefonata… mi ha un po’ spaventato… non vorrei aver esagerato nei tuoi confronti’
‘Si’ risposi io ‘hai esagerato… e hai fatto bene perch&egrave non ho mai sentito un’eccitazione simile in vita mia… mi stavo sentendo male… non so che dire, &egrave un gioco &egrave vero ma ormai non possiamo più controllarlo…’
‘Devo confessarti’ mi disse Silvia ‘che ho detto quelle cose contro di te in preda all’eccitazione tremenda della scopata si, ma soprattutto sapere che tu eri lì ad ascoltare senza fare niente, no perch&egrave non puoi ma perch&egrave non vuoi reagire… ci godi stare lì mentre tua moglie si fa sbattere senza dignità… e a me saperti così umiliato eccita come nessun altra cosa… si la verità &egrave questa, mi eccito di più a saperti umiliato e messo in inferiorità…. da uomini che definisco anche io superiori a te… per questo voglio che ricapitino situazioni del genere, voglio ascoltare e dire frasi umilianti sul tuo conto, sul mio marito ‘mezzo cazzo’, voglio che i montoni quando mi sbattono ridano di te, ci provino gusto come me a umiliarti… voglio essere una troia e voglio stalloni alla mia altezza, superiori a te…’

E mentre diceva questo Silvia sollevò la gonna e cominciò a masturbarsi… rimise l’audio della telefonata… risuonarono nella stanza i rumori, le parolacce, le umiliazioni, gli orgasmi… mi masturbai pure io e venimmo insieme.
Ormai la decisione era presa e non c’era possibilità, e volontà, di tornare indietro. Sarei stato cornuto e umiliato senza ritegno ancora altre volte, e il fatto che si delineavano all’orizzonti situazioni ancora più degradanti per me era un’incertezza che mi faceva paura, ma che mi eccitava come non sarebbe stato possibile in altro modo.
Andammo a letto parlando di chi sarebbe stato il prossimo a mettermi le corna e a come rendere la cosa il più possibile umiliante…

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