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Racconti Erotici Etero

Mia moglie mi tradisce col portiere

By 28 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019One Comment

Questo racconto è vero dall’inizio alla fine. E’ una storia che il nostro amico, l’avvocato Fabio XXXX, ci ha raccontato un sacco di volte, ogni volta arricchendolo di dettagli gustosi che ci fanno ridere come matti. E’ un uomo in gamba e solo uno spirito come il suo ha potuto trasformare una piccola tragedia, come quella dell’adulterio di una moglie amata, in una farsa degna del peggior Boccaccio. Spero vi diverta.

Sono Fabio, ho 42 anni. La piccola storia che segue ha cambiato la mia vita e non in meglio.
Ero sposato da 15 anni con Anna. Una bella donna della quale ero sempre stato innamorato, fin dai tempi dell’università. Ci eravamo sposati, avevamo avuto una figlia ed una tranquilla vita insieme, fatta di piccole cose e tanto affatto, almeno così credeva il povero imbecille che sta scrivendo.
Sono un avvocato civilista, specializzato in diritto societario. Lavoro dalle dieci alle dodici ore al giorno ma la sera, quando tornavo a casa, lasciavo tutti i miei piccoli e grandi problemi di lavoro fuori dalla porta e mi godevo moglie e figlio. Non avevamo certo difficoltà economiche, guadagnavo (e peraltro continuo a farlo) un sacco di soldi, avevamo uno splendido appartamento in un antico palazzo del centro, la casa al mare, potevamo permetterci viaggi all’estero e settimane bianche a Cortina.
Un giovedì (per l’importanza che può avere) di un paio di anni fa, ero uscito come al solito alle sette e raggiunto il mio studio mezz’ora dopo lasciando però a casa delle stupide carte. Me ne ero accorto solo più tardi ma ero stato costretto a tornare a prenderle. Saranno state le undici quando raggiunsi il portone, immaginavo che Anna fosse fuori a fare la spesa, avrei recuperato i documenti che mi servivano senza neppure dirle che ero passato e sarei tornato subito in studio. Entrai e vidi nell’ingresso tracce di un visitatore, un berretto ed un mazzo di chiavi erano poggiati sul tavolino accanto alla porta. Feci pochi passi e colsi una voce, quella di mia moglie, provenire dal corridoio che a sinistra portava alle camere da letto. Fu come se qualcuno mi avesse colpito con un calcio nello stomaco, mia moglie stava gemendo. Imboccai il corridoio cercando di non fare il minimo rumore. Ad ogni passo il volume della voce di Anna cresceva ed il dubbio si trasformava in certezza. Appoggiai la schiena al muro della porta della nostra camera e rimasi in ascolto. Non era sola, un’altra voce si era unita alla sua, la voce di una persona che conoscevo bene dato che faceva il portinaio del nostro stabile: Antonio.
‘Cazzo signora Anna le sue sono sempre le migliori pompe del palazzo!’ ansimava il porco ‘Ogni volta che vengo mi prosciuga le palle’. Sentii le gambe che mi cedevano mentre le mie mani cominciarono a tremare. Il suono della bocca di mia moglie che suggeva il cazzo del portinaio mi trapanava il cranio lasciandomi senza fiato. Mi decisi a sbirciare alla fessura della porta socchiusa e vidi Anna che col culo per terra si teneva aggrappata con entrambe le mani al cazzo del portiere in piedi nudo come un verme. La sua lingua leccava l’uccello con una passione quasi violenta. Ma la cosà che mi colpì maggiormente furono le dimensioni esagerate di quel randello, un cazzone mostruoso largo come il polso di un uomo e lungo non saprei dire quanto. Anna sbavava e leccava a più non posso infilandosi in bocca l’enorme cappella anche se a costo di notevoli sforzi. Ogni tanto scendeva a lambire con la lingua la grossa sacca dei coglioni, poi risaliva e ricominciava, sembrava invasata.
‘Signora, mi sembra che le piaccia’
‘Adoro questa nerchia’ rispose mia moglie abbandonando per un attimo l’impegnativa operazione cui si stava dedicando con tanta passione ‘Hai un cazzo incredibilmente grosso ed è duro come il marmo’ le mani di quel maiale, bassetto e con un discreto accenno di pancia, stringevano con forza la piccola testa di Anna.
Dopo un paio di minuti Anna si alzò e spinse il portinaio sulla sponda del nostro letto facendolo sedere. Poi prese a levarsi velocemente il golfino prima ed il reggiseno poi. Niente di sensuale solo gesti efficienti e veloci. Le sue enormi tette si liberarono invadendo lo spazio circostante.
‘Signora Anna, le sue sono le tette più belle che io abbia mai visto. Sono enormi e burrose’ lo sguardo dell’uomo lasciava poco all’immaginazione ed il suo fottuto tarallo svettava con la cappella paonazza completamente scoperta. Mia moglie raccolse il seno con le mani sollevandolo
‘Ti piacciono davvero? Non sono troppo grosse? Ci sono volte che vorrei farle ridurre ma Fabio non ne vuole sapere.’
‘Lo credo bene, suo marito è un uomo fortunato!’ beh quest’ultima affermazione mi sembrò un po’ azzardata, date le circostanze.
‘Sono io la fortunata, è un uomo meraviglioso e il miglior marito del mondo.’ Questo mi consolava parecchio. Scoprire dopo quindici anni di matrimonio che hai sposato una puttana può rivelarsi un problema ma sapere che ti ama ancora questo dovrebbe limitare i danni: magari invece che strangolarla puoi limitarti a spararle.
Anna si avvicinò al letto mettendosi in ginocchio di fronte all’uccello svettante del portinaio
‘Ora vediamo di utilizzare queste tettone per fare felice il tuo pisellino’ avvolse quindi il ‘pisellino’ con le sue enormi poppe ed iniziò a fargli una spagnola fantastica.
‘Cazzo, come sono calde.’ Esclamò il fortunato bastardo ‘le stringa più forte!’
‘Così va bene?’ dopo un po’ di su e giù Anna ricominciò ad utilizzare anche la bocca succhiando la cappella ogni volta che usciva dalle pieghe del seno.
‘Lei è la migliore, Signora Anna!’
‘Scommetto che lo dici a tutte le donne del palazzo!’ ecco una cosa che mi consolava: non ero il solo cornuto dello stabile! Quando si dice le soddisfazioni della vita’
‘Forse ma con lei sono sincero, è davvero fantastica. Le altre mi cavalcano per qualche minuto, godono e mi sbattono fuori. Poi quando mi incontrano sulle scale fanno anche finta di non vedermi. Lei è diversa, lei ci mette passione, impegno, mi fa godere come un matto ma è sempre gentilissima anche fuori da questo appartamento’ ero proprio fortunato ad avere una moglie così altruista e generosa.
‘Antonio, non ti starai mica innamorando?’ chiese Anna alzando la testa e guardandolo negli occhi. ‘Tra noi solo sesso, lo sai. Fu la prima cosa che ti dissi. Sei un amante straordinario e il tuo cazzo mi fa impazzire. Riesci a farmi avere degli orgasmi unici ma non ti amo. Amo Fabio con tutta me stessa.’ Beh, forse il fatto che pagassi i suoi pasti, i suoi vestiti, le sue vacanze, le sue sessioni di palestra, i suoi teatri e parecchie altre sue cose aiutava questo suo folle amore per me ma potrei sbagliarmi naturalmente.
‘Si, si, lo so ma come fa ad essere così appassionata tutte le volte che stiamo insieme? Dice che non mi ama ma ogni volta sembra che non mi veda da un anno e si fa sbattere per ore. Sono pur sempre un uomo, cosa dovrei pensare? E’ solo perché ho un cazzo più grosso di suo marito? Tutto qui?’ diciamo che è più o meno tre volte quello del coglione di suo marito ma questi sono solo dettagli. Vidi Anna rimanere perplessa per qualche secondo, continuando a stringere l’uccello fra le tette.
‘No, certo non mi sei indifferente. Facciamo sesso ogni giovedì da quanto’ sette/otto mesi ed ogni volta è fantastico, quindi non posso negare che tra noi ci sia qualcosa ma non lascerei mai Fabio’ e lo credo di fessi simili non è che sia pieno il mondo.
‘Ed io non glielo chiederei mai, anch’io amo mia moglie’ ecco forse avevo trovato qualcuno con più corna di me: la signora Elvira. ‘Però non posso continuare a pensare di essere solo il suo svago del giovedì!’
‘No stai tranquillo, sei molto di più’ questo potevo crederlo, almeno in fatto di centimetri!
Dopo questo squarcio di romanticismo Anna ritenne, evidentemente, di dover tornare al suo duro lavoro e riprese a lavorare con impegno la mazza del portiere. La saliva della moglie fedele ricopriva per intero quel fottuto tubo di carne, bagnando coglioni e pavimento. Sembrava il pompino di un boxer, avete presente: bava bianca dappertutto’
Mi sentivo inebetito, vedevo le cose come attraverso un vetro appannato. La mia vita stava scorrendo nello scarico del cesso come un rivolo di piscio, una sensazione piuttosto spiacevole. Non ero in grado di muovere un muscolo, avrei potuto entrare e sbatterli fuori da casa mia, nudi come vermi, oppure avrei potuto andarmene ed uscire di scena con dignità ma riuscivo solo a restare appoggiato a quella porta come un fesso guardando mia moglie sponpinare il cazzo di un mulo. La vita talvolta è proprio una merda!
‘Vuoi sborrarmi sulle tette?’ chiese Anna dopo qualche minuto di spagnola.
‘No, voglio sentirla godere’ quando si dice l’altruismo’
Anna non se lo fece ripetere, si alzò e si mise a quattro zampe sul bordo del letto. Antonio si posizionò alle sue spalle, appoggiò l’enorme cappella alla figa fradicia di Anna e scivolò dentro senza il minimo attrito. Spinse la sua mazza in quel pozzo di umori lasciandone fuori però almeno dieci centimetri, quello che era già dentro evidentemente era più che sufficiente. Mia moglie iniziò a gemere come pensavo che facessero solo le puttane da quattro soldi per illudere i clienti, in questo caso avevo però l’impressione che lei non volesse illudere nessuno: godeva e basta.
‘Antonio, sei sempre il migliore. Mi stai sfondando come una latrina’ evidentemente Anna doveva avere un rapporto piuttosto conflittuale con i gabinetti ma tant’è. Antonio continuava a pompare come un indemoniato.
‘Le piace il mio grosso cazzo?’ notai per la prima volta che continuava ad apostrofare la mia fedele consorte con la terza persona. Un vero signore che non abbandona mai la propria cortese formalità, anche nelle circostanze più avverse.
‘Siiii mi fa impazzire mi sento farcita come uno sfilatino al salame’ similitudine degna del quinto canto del paradiso, se avessi avuto un po’ di pazienza li avrei sentiti raggiungere impensabili vette di poesia.
‘Merda, godoooo’ Anna fu scossa da una violenta serie di brividi mentre il suo enorme seno ondeggiava in ogni direzione sotto i potenti colpi di Antonio. ‘Cazzo, mi stai sfondando l’utero, sei proprio un toro.’ Qui ammetto di aver provato un pizzico di gelosia ma solo un pizzico, sia chiaro.
‘E tu sei la mia vacca, godi bel troione’ evidentemente le regole del bon ton erano state temporaneamente messe da parte.
‘Se tuo marito fosse qui si farebbe una bella sega a vedere sua moglie montata da dietro come una vacca’ non so gli altri ma io a vedere la mia dolce consorte farsi impalare dal portinaio non è che godessi particolarmente. E’ chiaro che ognuno ha i suoi gusti, che mi guardo bene dal giudicare, io però sono piuttosto all’antica su certe faccende e direi che ‘incazzato nero’ piuttosto che ‘eccitato’fosse il termine più appropriato per descrivere il mio stato d’animo.
‘Con lui godi così? Dimmelo bel troione. Sborri così anche con lui?’
‘Noooo. Sei proprio uno stronzo’ la voce di Anna era roca e balbettante ‘cosa centra Fabio, scopami e stai zitto. Ogni volta vuoi che faccia paragoni. Sei un maiale’
‘Dimmelo, voglio saperlo. Anche lui ti sfonda come una puttana? Ha il cazzo grosso come il mio?’ l’insistenza del portinaio iniziava a darmi sui nervi.
Il culo di Anna ondeggiava tra le mani del suo stallone che stringeva le proprie chiappe pelose ogni volta che affondava il colpo. Uno spettacolo disgustoso, se posso esprimere la mia opinione.
‘Il tuo cazzo è moooolto più grosso. Quando mi scopa con il suo pisellino penso al tuo cazzone e godo come una fontana. Sei contento adesso, pezzo di stronzo?’
‘C’è qualcun altro che ti cavalca così, oltre a me?’
‘Nessunooo, tu sei più che sufficiente’ questo mi rinfrancava abbastanza.
‘E il giovane Roberto, quel ragazzo ti guarda sempre le tette. Un giorno o l’altro gli spacco la faccia’ era pure geloso, un vero gentleman. Non dovevo preoccuparmi poi troppo del buon nome della famiglia, ci avrebbe pensato lui a preservarlo.
‘Ma è solo un ragazzino, credi che sia una puttana?’ effettivamente ora che mi ci faceva pensare’
‘Si ma sei la mia puttana! Se scopro che ti fai qualcun altro mi incazzo come una bestia’
‘Come sei dolce” non è proprio lo stesso termine che avrei usato io ma tant’è, date le circostanze era piuttosto inutile farne una questione di semantica.
‘Godo di nuovooo’ e per la seconda volta, nel giro di minuti, Anna si arrese all’orgasmo. Antonio uscì dalla sua figa col cazzo rigido come un boma e ingrassato di umori come il mozzo di una bicicletta. Fece stendere Anna di schiena quindi le ripiantò almeno venti centimetri di uccello nella passera sugosa.
‘Cazzo, sei calda come un forno’, Anna gli afferrò la testa con le sue piccole mani tirandola verso il proprio seno.
‘Vieni succhia un po’ di latte’. Vedere la bocca bavosa del portinaio che succhiava e mordeva i capezzoloni di mia moglie non è che mi riempisse proprio di gioia ma ormai, come si suo dire, volevo ‘suggere fino alla feccia’.
‘Ce la fai a godere ancora?’ chiese premuroso l’attempato playboy mentre continuava a darci dentro come un ossesso.
‘Tu continua che a godere ci penso io’ che donna avevo sposato: indipendente e sicura di se, un esempio per tutte le mogli di questo mondo.
Dopo parecchi minuti di violenti colpi pelvici Anna si lasciò completamente andare a braccia aperte sul letto travolta dall’ennesimo orgasmo, un po’ come quel famoso santo sulla via di Damasco. Ora avevo anche le visioni mistiche!
‘Cazzooo, quanto ho goduto. Non finiva più. Sei fenomenale Antonio. Un orgasmo avuto con te basterebbe per un mese. Sei un vero stallone da monta. Ora vieni tu, dai!’ come non apprezzare tanta premura, l’ospitalità era sempre stata sacra nella nostra famiglia.
‘Si, ora ti inondo con la mi sborra!’ diede una altro paio di colpi quindi sfilò il batacchio dalla figa e se lo strinse con la mano destra, segandolo con forza.
‘Dove vuoi che spruzzi?’ doveva essere stato in qualche scuola di Oxford.
‘Qui sulle mie tettone’ così dicendo Anna si strinse il seno con gli avambracci creando un grosso e profondo solco nel quale il maiale cominciò a sputare la sua broda. Continuò a schizzare per diversi secondi mugolando come un coyote, non dimostrò però una mira così affidabile. Una parte finì sul seno, è vero, ma il resto (ed era davvero tanta roba) raggiunse il collo, il volto ed i capelli di Anna fino a sporcare il cuscino dietro, appoggiato alla spalliera del letto.
‘La prossima volta mi sborri dentro, ogni volta che vieni fuori mi devo fare una doccia e pulire mezza stanza’ gli disse Anna con un enorme sorriso. Gli prese la testa fra le mani e gli ficcò mezzo metro di lingua in bocca. Sperai con terrore che negli incontri precedenti oltre che alla doccia avesse provveduto a lavarsi i denti con particolare attenzione: l’idea di venire a contatto, attraverso la bocca di mia moglie, con la saliva del portinaio mi faceva anche più schifo di quella di sentirne la puzza della sborra nell’alito. Questione di gusti.
‘Mi scusi, signora.’ Erano tornati ad una deferenza più consona. ‘Ormai dovrebbe essere abituata all’effetto che mi provoca.’ L’uomo, evidentemente piuttosto provato, si sdraiò al fianco della sua cortese compagna tutta impiastricciata del suo seme biancastro. Io ero pronto a schizzare fuori dall’appartamento ma non sembrava che Anna avesse tutta questa fretta di andarsi a ripulire.
Rimasero in silenzio un minuto o due fissando il soffitto mentre la loro respirazione tornava a ritmi normali.
‘Antonio, dimmi: ma tua moglie la scopi ancora? Quant’è che siete sposati?’
‘Ventidue anni. Facciamo sesso una o due volte alla settimana. Niente di particolare ma lei è sempre stata gelosa, se non la scopassi penserebbe che la tradisco’
‘Ma chissà come le verranno certe idee’ disse Anna e scoppiò a ridere di gusto. Proprio una battuta spassosa, avrei dovuto ricordarmi di raccontarla agli amici.
Anna cominciò a strusciarsi contro il portinaio come una gatta che fa le fusa.
‘Dai, raccontami delle altre donne dello stabile. Con quante fai sesso?’ ecco magari le corna degli altri mariti avrebbero potuto tirami un po’ su di morale, l’importante è sapersi accontentare.
‘Lo sa, Signora. Non ne parlo volentieri. Non sono mica fiero di quello che faccio.’ Che carattere, che rigore morale.
‘Dai, non farti pregare. Chi ti scopi?’
‘Beh ecco, la signora Luisa”
‘No, non ci posso credere. Fai sesso con la signora Carulli? Ma avrà sessantenni’ Anna si sollevò appoggiandosi sul gomito per poter guardare Antonio negli occhi.
‘Non credo ne abbia sessanta’
‘No probabilmente ne ha settanta’ avvertii una nota stonata nella voce della mia cara compagna.
‘No, davvero. Comunque sia è molto gentile’
‘E lo credo quando lo ritrova uno come te. E ogni quanto lo fate?’
‘Non abbiamo un appuntamento fisso, come con lei’ ecco, ora mi sentivo davvero un privilegiato. ‘Una volta ogni tanto, quando lei ha voglia. Diciamo, più o meno, una volta al mese’
‘Ma scusa perché lo fai? E’ più anziana di te di almeno dieci anni, è una donna fine ma piuttosto insulsa. E poi quel marito che si ritrova mi da l’idea di essere un tipo piuttosto aggressivo, se vi scoprisse perderesti il lavoro.’
‘Stiamo molto attenti’
‘Si ma perché lo fai’ Anna scrutava il volto del suo amante, poi abbassò lo sguardo ‘Credo di aver capito. Io non te l’ho mai chiesto ma se hai bisogno di soldi ti do una mano volentieri’ buona idea, questa ancora non mi era venuta in mente. Pagare il portinaio perché soddisfi mia moglie mentre io sono al lavoro. E poi dicono che i mariti sono egoisti!
‘No, Signora cosa dice. Da Lei non potrei accettare niente, il giovedì è il giorno più bello della settimana, dovrei essere io a pagare’ ecco meglio. Ora si cominciava a ragionare. Avrei potuto smettere di farmi il culo tutto il giorno e cominciare a guardare la televisione stravaccato sul divano mentre la mia dolce metà la dava via per un giusto compenso, in giro per il mondo.
‘Sono già abbastanza puttana così, ci manca solo che inizi a farmi pagare.’ Sarà meglio che cominci presto a farlo, pensai tra me, perché da oggi in poi se speri che lo faccia tuo marito’.
‘Ma che dice, lei è una donna bellissima, colta e gentile. Se è mai esistita una donna lontana anni luce da una puttana questa è lei.’
‘Non penso che mio marito sarebbe troppo d’accordo’ effettivamente’ ‘comunque grazie, sei molto dolce’ mi si stavano cariando i denti.
‘Quindi ti fai la signora Carulli e poi, c’è qualcun’altra?’
‘La Signora Belli’
‘Quella troia, lo sapevo. L’ho visto come ti guarda, sembra una cagna in calore! Sarà anche una bella donna ma si concia proprio come una puttana. Ha sempre le poppe e le cosce di fuori. Non capisco come il marito faccia a tollerarlo. Deve aver visto più cazzi lei che camion il valico del San Bernardo’ ebbi l’impressione che la moglie innamorata avesse un attacco di gelosia, naturalmente potevo sbagliarmi.
‘Come puoi scoparla e venire poi a fare sesso con me?’ Anna sembrava fuori di se.
‘Ma no, si calmi Signora Anna. Lo faccio solo per i soldi, mi fanno comodo. Lo so che per quella un cazzo vale l’altro ma che posso fare, guadagno mille e duecento euro al mese ed ho una figlia giovane.’
‘Dovevi dirmelo, te li avrei dati io piuttosto’no, vediamo di chiarire, te li avrebbe dato mio marito. Giusto per essere precisi.
‘Mi dispiace ma piuttosto che prendere soldi da Lei smetterei di venire’ Anna allora si abbassò e lo baciò di nuovo per almeno un paio di minuti. Iniziavo ad avere le palle piene di tutta quella tenerezza, eppure non volevo andarmene. Ogni minuto che passava la mia rabbia sbolliva lasciando spazio ad un senso di vuoto ed indifferenza. Avevo come l’impressione che se fossi rimasto sino alla fine del loro incontro sarei uscito completamente guarito da una malattia che mi aveva afflitto per anni senza che io lo sapessi. Ma ora sapevo e la conoscenza, si sa, rende liberi.
‘E’ brava come me a letto?’ riprese Anna dopo essersi staccata dalle labbra del portinaio, tanto per aggiungere un po’ di poesia a quel bel quadretto.
‘Non scherzi, Signora Anna. Quella è solo un’assatanata e per di più lo vuole solo nel culo’
‘Scherzi? Si prende il tuo affare nel culo?’ e così dicendo posò la sua tenera manina su quella specie di grosso serpente che poggiava mollemente sulla coscia di lui.
‘Tutto, fino alle palle e gode come una fontana d’estate’ quando uno è poeta dentro’
‘Madonna mia, è proprio una gran puttana! Solo l’idea di prendere nel culo il tuo capitone mi fa accapponare la pelle.’
‘A suo marito, però, glielo dà’
‘Si ma che centra, non si possono fare paragoni’ no certo, il cretino che paga i conti è davvero un uomo fortunato ‘lui ha un uccello normale. Mica come il tuo’ ci mancherebbe, lui è laureato!
‘Sono convinto che se mi facesse provare non le farebbe male’ si, cara, provalo. Perché negarsi una simile esperienza.
‘No, grazie Antonio. Io voglio godere mica farmi squartare. Lascio che si diverta quella gran vacca. Il marito non si è mai accorto di voi?’ se era sveglio come me magari no.
‘Il marito lo ha sempre saputo.’
‘Ma dai? Com’è possibile?’
‘All’inizio la moglie voleva che rimanesse in un angolo a farsi le seghe guardandola mentre si faceva farcire il retto ma poi non le è più bastato’
‘Sua moglie voleva che il marito assistesse alle vostre scopate? Mi stai sfottendo?’
‘No, no, è vero. Parola d’onore’
‘E poi cosa è successo? Cazzo, ascoltarti è più divertente che guardare un film porno’ la mano di Anna intanto continuava a massaggiare il capitone.
‘La signora Belli ha voluto che il marito cominciasse a toccarmi il pisello’
‘Mamma mia, che puttana!’
‘E poi ha preteso che me lo prendesse in bocca’
‘Antonio ma è pazzesco e tu come hai reagito?’ lo stallone di mezz’età aspettò alcuni secondi prima di rispondere.
‘Ho chiesto più soldi e loro me li hanno dati. All’inizio era uno strazio ma ormai succhia meglio della moglie.’
‘Antonio sei un maiale pazzesco! Mi stai facendo tornare voglia. Che altro fate voi tre?’ gli chiese tornando ad avvicinare le proprie labbra alla cappella che nelle mani di Anna aveva, nel frattempo, riacquistato in parte l’antico splendore.
‘Le ultime volte la Belli ha voluto che sodomizzassi il marito’ mi moglie ‘sollevò la testa dal fiero pasto’ e guardò il suo amante negli occhi
‘Stai scherzando? Lo metti nel culo anche a lui? Ma siete proprio dei gran maiali!’
‘Io mi limito a fare quello che desiderano. Non è che sia proprio il massimo fare il culo al dottor Belli ma vedesse come si scatena la moglie in quei momenti’ Anna non ce la faceva evidentemente più. Afferrò la mazza del portiere con la mano sinistra e messasi a cavalcioni su di lui se la infilò nuovamente nella figa.
‘Sei un maiale! Un gran porco! Chi altro ti fai?’ mentre lui rimaneva immobile lei sollevava ed abbassava il culo risucchiando quella mazza fino alla base. Probabilmente così riusciva a sentirne il sapore anche in bocca.
‘La Giusti, me la faccio da diverso tempo’
‘Cazzo ma è veramente brutta e vecchia!’
‘Veramente è piuttosto giovane e carina’
‘Bastardo, ti scopi anche la figlia dei Giusti?’
‘Si’
‘Merda! Avrà si e no vent’anni!’
‘Ventuno. Le ha parlato di me la signora Belli e lei era curiosa di provare’ mia moglie si impalava ormai a ritmi infernali, sembrava un’indemoniata. Gemeva come una vacca e dava l’idea di essere sul punto di svenire per il godimento. Decisi che se esisteva un limite al masochismo io lo avevo raggiunto.
Mi allontanai cercando di fare il minor rumore possibile anche se, probabilmente, si trattava di una precauzione del tutto superflua. Quei due non avrebbero sentito un TIR sfondare la parete della camera.
Raggiunsi la porta di ingresso e scivolai fuori, avevo bisogno d’aria, di molta aria.
Uscito di casa tornai in studio. Spensi il cellulare, dissi ad una delle segretarie di chiamare mia moglie e dirle che stavo partendo d’urgenza per un cliente di Ginevra, che non sarei neppure passato da casa per non perdere il volo e che le avrei poi telefonato io quando avessi potuto. Mi raccomandai che tutte le colleghe venissero avvertite di attenersi a tale versione nel caso Anna mi avesse cercato nei giorni successivi. Era facile immaginarsi la quantità di chiacchiere che il mio comportamento avrebbe scatenato in studio ma la cosa mi lasciava del tutto indifferente, dopo quello che avevo visto quella mattina avrebbero anche potuto scoprirmi a ballare nudo, in giarrettiere e tanga, sopra la mia scrivania abbracciato ad una bambola gonfiabile e con un vibratore piantato nel culo (cosa che, ci tengo a precisare, non è che capitasse molto di frequente) e me ne sarei fregato nel modo più assoluto.
Quella sera dormii in albergo e così le due notti successive, ovviamente evitai ogni contatto vocale con Anna. Tre giorni furono necessari per riacquistare un certo autocontrollo e farmi un quadro abbastanza razionale di ciò che sarebbe stato meglio fare. Nessuno si era realmente fatto male, certo la mia autostima era ai minimi storici, la donna che avevo amato per tutti questi anni si era rivelata una falsa e fedifraga puttana e naturalmente, cosa da non sottovalutare, l’intera categoria dei portinai mi era diventata insopportabile ma nonostante tutto ciò la vita avrebbe proseguito abbastanza regolarmente se avessi trovato un modo per lasciarmi il prima possibile tutto questo alle spalle: e di modi per farlo ne conoscevo solo uno.
Era circa mezzogiorno del lunedì successivo quando inserii la chiave nella serratura della porta di ingresso di casa mia ed entrai. Non feci in tempo a posare la mia ventiquattrore sullo stesso tavolino sul quale Antonio aveva avuto la gentile accortezza di posare le sue poche cose che Anna si precipitò ad abbracciarmi
‘Fabio, amore, ero preoccupatissima. Dove sei stato? Non ti sei fatto vivo per tre giorni. Credevo di impazzire. Perché non mi hai chiamato?’ Si stringeva a me tenendo la sua gota appoggiata al mio petto. Probabilmente se non l’avessi vista farsi piantare un palo della luce nella figa mugolando come una cagna in calore mi sarei lasciato intenerire un pochino di più ma si sa che nella vita si può solo farsi trascinare dal fiume degli eventi, al massimo fare qualche bracciata controcorrente, cercando di non affogare. Nulla di più.
‘Si, Anna, mi devi scusare ma non ho avuto un attimo di respiro’
‘Neppure per una telefonata? Cosa avevi di così urgente da non trovare neanche due minuti per chiamarmi?’
‘Hai ragione sono stato imperdonabile’ a queste parole si staccò da me iniziando a scrutarmi negli occhi con attenzione.
‘Fabio, cosa succede?’
‘Hai ragione, Anna. Forse è il caso di smettere la solita commedia ed iniziare ad affrontare la situazione sul serio’
‘Solita commedia? Situazione? Ma di cosa stai parlando, Fabio?’
‘Si, vedi, ho deciso che i tempi sono maturi ed ho cercato di sfruttare questi ultimi tre giorni per iniziare i preparativi della nostra separazione. Io e Elisabetta riteniamo di essere ormai pronti per questo nuovo capitolo della nostra vita’ L’espressione sul volto di Anna mi ripagò di molte cose. Mi sentii meschino e felice come uno spacciatore che vede accusato di un suo reato un altro sfigato qualsiasi. Che sensazione di gioia profonda vedere gli occhi di Anna spalancarsi per la paura.
‘Fabio ma che stai dicendo? Chi è questa Elisabetta? Se è uno scherzo ti prego di smettere subito se non vuoi farmi venire un infarto’ ecco un’opzione non contemplata ma piuttosto piacevole da immaginare. Probabilmente, però, con la fortuna che avevo al massimo le sarebbe venuto un giradito.
‘Anna, tesoro’ le presi le mani tra le mie ‘Bètta è la donna con cui faccio sesso da circa sei mesi. Pensavo lo sapessi. Ora però vogliamo cominciare a convivere.’ Anna fece qualche passo indietro sedendosi pesantemente sulla sedia appoggiata alla parete.
‘Fabio non capisco, sembri impazzito. Mi stai dicendo che hai una relazione da mesi con un’altra donna?’
‘Si certo’ il suo sbigottimento stava tramutandosi in rabbia.
‘Mi stai dicendo, con una calma idiota, che hai deciso di mandare a puttane il nostro matrimonio? Che ti scopi un’altra quando, fino a tre giorni, fa eravamo una famiglia felice?’ ora stava decisamente urlando.
‘Beh, veramente il nostro matrimonio era andato a puttane già mesi prima. La mia relazione con Bètta è stata solo un’inevitabile conseguenza.’ Dovevo ammettere che questa Elisabetta, chiunque fosse, cominciava a starmi piuttosto simpatica, prima o poi avrei dovuto cercare di conoscerla ed invitarla a cena fuori. Anna intanto cambiò espressione, la vidi irrigidirsi sulla sedia ed serrare i pugni..
‘Di cosa stai vaneggiando, Fabio? Sembri drogato.’
‘Parlo del fatto che tu hai una relazione con un altro uomo, cominciata ben prima della mia con Bètta’
‘Ti ha dato di volta il cervello! Con chi, secondo te, avrei questa fantomatica relazione?’
‘Ma con Antonio, il portiere dello stabile. Cos’è? Ti era passato di mente? Dato che va avanti da otto mesi pensavo fossi più preparata sull’argomento’
‘Ma non è vero!!!’ urlò Anna ‘come puoi pensare una cosa simile di me. E poi con il portiere!!! Tu sei completamente impazzito!!!’ Si agitava come un’indemoniata. Si alzò e venne verso di me ‘Si, è vero, qualche volta negli ultimi mesi l’ho chiamato per piccoli problemi in casa, abbiamo scambiato qualche parola e ci siamo conosciuti meglio. E’ una persona simpatica ma come hai potuto pensare che potesse esserci qualcosa di più tra noi?’
‘Dio, mi dispiace davvero tanto, tesoro. Sono proprio uno stupido ed ho frainteso tutto.’ Le sorrisi il più dolcemente possibile ‘Devi però riconoscere che il fatto che vi vedeste tutti i giovedì in questo appartamento e che faceste sesso sfrenato avrebbe potuto trarre in inganno anche uno più sveglio di me. O sbaglio?’
‘Ma di che sesso parli? Io non faccio sesso con il portiere!’ Questa volta il suo tono non avrebbe convinto un tossico in astinenza ad accettare una dose gratis.
‘Guarda che io non ti voglio rimproverare. All’inizio non sapevo cosa pensare. Poi mi sono detto che se si fosse trattato solo di un po’ di trasgressione senza coinvolgimento sarebbe durata poco o che me ne avresti parlato. Dopo un paio di mesi, però, tu facevi finta di nulla e continuavi i tuoi incontri ed io cominciato a ritenere che non si trattasse dell’avventura di una notte. Dimmi in cosa mi sono sbagliato?’
‘Quindi lo sai già da parecchi mesi! E non hai detto niente? Hai lasciato che continuassi a fare sesso con un altro uomo come se nulla fosse? Ma che razza di marito sei?’ Singhiozzò Anna. Bene, eravamo a questo punto:alla fine della fiera lo stronzo ero io! Le donne sono fantastiche, la logica è del tutto bandita dalla loro vita. Se a capo della missione apollo 11 ci fosse stata una donna per raggiungere la luna avrebbero fatto passare quei tre poveri disgraziati dall’orbita di Plutone.
‘Probabilmente uno che ha fiducia nella donna che si è scelto per moglie e che spera gli dica sempre la verità.’ Le lacrime di Anna divennero incontenibili.
‘Amore mi dispiace tanto, è stato solo sesso. Come hai potuto pensare che mi fossi innamorata di lui. Mi sentivo sola, tu eri sempre al lavoro, Gianluca a scuola. E’ stato carino con me, mi ha fatto sentire piacente ed io mi sono lasciata andare.’
‘Mi stai dicendo che eri così sola, dato che quel fesso di tuo marito stava tutto il giorno a farsi il culo per permetterti di non fare un tubo dalla mattina alla sera, che è bastato passasse il primo quarantenne con la pancia, quattro capelli in testa ed un lavoro di merda per farti cadere in tentazione? Avrei capito l’ipotesi ‘solo sesso’ se tu ti fossi fatta scopare da un istruttore ventenne tutto muscoli della tua palestra ma tu hai continuato a vederti per mesi con il portiere di mezz’età del nostro stabile. Se non lo hai fatto per amore allora per cosa?’ Anna singhiozzava e le sue parole uscivano strozzate ed a fatica.
‘E’ solo che lui era gentile’
‘Cristo Anna ed io non lo ero? Ti ho amata e ti sono stato fedele per oltre quindici anni ma tu eri così carente di affetto da saltare addosso a quel Sancho Panza del portiere? Credo di aver diritto a una spiegazione un po’ più credibile!’ Sembrava che avessi di fronte un’innocente condannata a morte invece che una stronza che aveva messo le corna al marito per mesi, fregandosene di tutto e tutti allegramente. Rimase in silenzio qualche secondo, poi asciugandosi gli occhi col dorso delle mani mi rispose
‘Un paio di signore del palazzo mi avevano parlato di lui. Qui si era sparsa la voce che’, insomma, intrattenesse alcune signore e che fosse particolarmente’ bravo’ cercai di assumere un’espressione perplessa senza sembrare uno stitico in preda ad attacco di diarrea.
‘Bravo? Mi prendi per il culo?’ Se possibile abbassò ulteriormente lo sguardo.
‘Insomma si diceva che fosse particolarmente ben dotato.’ Queste ultime parole vennero sussurrate al limite della percettibilità umana. Cambio di espressione: divenni l’uomo più perplesso di tutta la città.
‘Aspetta, aspetta, stai cercando di dirmi che tu sei saltata addosso a quel mezzo uomo solo per vedere se era vero che aveva un pisello grande? Ho capito bene?’
‘Solo’ curiosità, niente di più ‘
‘Mi sfugge un particolare: una volta tolta la curiosità non avresti dovuto ritenerti soddisfatta, farci una risata e tornare alla tua vita di fedele moglie e compagna?’ ruolo che mi sembrava le si confacesse pochino ma insomma’
‘Si, hai ragione’
‘Però non lo hai fatto, perché nel farci sesso ti sei affezionata, te ne sei innamorata? Non è così?’
‘Non mi sono innamorata di lui! Vuoi smettere di dirlo!!’ mi aggredì come un felino
‘Però hai continuato a farci sesso, questo non è in discussione. E’ davvero così ‘bravo’? Il suo uccello vale una posta così alta?’ Questa volta alzò lo sguardo e mi fissò negli occhi.
‘Ha un cazzo impressionante, sono rimasta ipnotizzata. Non credevo ne esistessero di simili. E’ lungo e grosso come una lattina, riesce a tenerlo duro come il marmo per il tempo che vuole. E’ capace di scoparmi fino alla sfinimento e farmi avere un numero infinito di orgasmi.’ Glielo avevo fatto dire, alla fine. Bella soddisfazione del cazzo! Non riuscii a trattenere una nota triste nella mia voce, anche se avrei dato un dito della mano perché lei non la percepisse.
‘Però non si tratta di amore”
‘No, no, nella vita non ho mai amato nessuno a parte te. E’ come se tu fossi andato per un po’ con una puttana, una davvero brava. Te ne saresti innamorato?’ Ora ero io che diventavo un puttaniere! Meglio finirla con quella farsa.
‘Anna, mentre tu ti divertivi e basta con il tuo superman dai genitali spropositati io ho conosciuta una donna bella, intelligente, brillante nel suo lavoro (è una commercialista ma brava sul serio), ci ho fatto sesso. Certo non al livello del tuo mandingo, qualcosa di semplice. Nessuna epica cavalcata, per lo più di carezze, baci e molta tenerezza. Mi conosci, sono il solito romantico idiota. Però nel farlo me ne sono innamorato e, pensa un po’, lei mi ricambia!’ A questo punto il pianto di Anna sembrava una sommessa litania.
‘Non mi ami più?’
‘Temo proprio di no, Anna. Resterai sempre la madre di mio figlio ma cercherò di fare in modo che la cosa non mi faccia perdere il sonno. Un mio amico, anche lui avvocato, ti contatterà entro poche ore, ti consiglio vivamente di cercartene uno anche tu. Meglio se non ci vai regolarmente a letto, questo potrebbe ridurre le sue capacità’
‘Deve trattarsi di un incubo’ mi guardò con espressione vacua la mia, ormai, ex moglie.
‘Beh, fino ad ora no! Però posso fare il possibile per renderlo tale. Vediamo: questa casa è intestata a me, ci vivremo io e tuo figlio, se vorrà restarci. Entro un’ora devi essere fuori di qui con la tua roba, altrimenti ti sbatto fuori io. Può darsi che in futuro il giudice disponga in maniera diversa ma nel frattempo ti voglio fuori di qui. Ancora: non ti passerò neppure un euro di alimenti. Anche in questo caso probabilmente il tribunale dirà che ne hai diritto ma spenderò tutto ciò che possiedo per evitarlo. Ci saranno udienze, rinvii, ricorsi ed alla fine, quando la legge dirà che hai ragione, semplicemente non lo farò e staremo a vedere. Ancora: non ho idea come reagirà tuo figlio nello scoprire che ti scopavi, sul letto di suo padre, il portiere superdotato ma sarà interessante scoprirlo. Ancora: ho trasferito tutti i soldi su un conto di in un altro istituto di credito. La carta che hai nel portafoglio l’ho fatta annullare. Infine è doveroso da parte mia farti presente che appena uscito di qui metterò al corrente delle attività amatorie di Antonio, sua moglie e sua figlia, il dottor Carulli, quello tanto geloso della moglie,e soprattutto il padre della giovane Giusti. Poi chiederò il suo immediato licenziamento. Vedremo così se lui e il suo grosso cazzo riusciranno a darti l’aiuto di cui avrai bisogno nel prossimo futuro, perché ne avrai davvero bisogno e da me riceverai solo calci. ‘ presi fiato. Mi sentivo un vero stronzo figlio di puttana. Insomma, per la prima volta in tre giorni, mi sentivo davvero bene.
Anna aveva cominciato ad inveire contro di me come un’ossessa. Ero diventato un ‘frocio palle mosce’ che non le aveva mai fatto avere un orgasmo, che non valeva un decimo di quel vero uomo del portiere ma udivo senza ascoltare. Per quanto me ne importava poteva dire o fare qualunque cosa ma io, per parte mia, avrei fatto in modo da renderle la vita un vero schifo per i prossimi anni.
Mi girai ed aprii la porta, dovevo andare a parlare con alcuni condomini e assicurarmi che tutti gli altri non rimanessero a lungo all’oscuro dei fatti. E la sera, dopo essere stato sicuro che la mia adorata mogliettina si fosse levata dai coglioni, dopo che il fabbro avesse cambiato la serratura ed dopo averla sputtanata con il suo stesso figlio sarei uscito e avrei cominciato a cercare Elisabetta, perché ero sicuro che fosse là fuori, da qualche parte, ed aspettasse me: un avvocato normodotato, ricco sfondato, che l’avrebbe resa felice.

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