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Racconti Erotici Etero

Milano by night

By 6 Giugno 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Milano.
Grigia e minacciosa.
Piove.
Il traffico è lento ed assolutamente snervante; come da sempre.
I vetri dell’auto appannati. Come la mia mente.
Abbassi il vetro e prendi una profonda boccata d’aria fresca.
Io ti osservo, ma non parlo.
Non parlo mai quando ti invito a fare una passeggiata in macchina.
Non ti lascio leggere dal mio volto i pensieri che affollano la mia mente.
-Stasera, voglio che tu indossi le scarpe rosse, quelle dal tacco tipo Tour Eiffel, gonna e autoreggenti.
Poi, con aria sicura, decisa e, apparentemente serena, ho chiuso la porta alle mie spalle.
Mi guardi, adesso, di profilo.
Avverto i tuoi occhi spiare il mio sorriso rocambolesco, machiavellico mentre tu, invece, coi capelli
scompigliati dal vento, fai fatica ad intuire dove ti porto stavolta.
Chiudi il finestrino.
La mia mano. Forte, maschia, virile, possente.
Le mie dita, lunghe e curate.
Mano, la mia, che slitta sempre più spesso dal pomello del cambio al tuo ginocchio.
è rosso.
Il semaforo di quest’incrocio, lo ricordo bene, è sempre rosso.
La mia mano abbandona il cambio e scivola fra le tue cosce.
Serri e poi schiudi le gambe incastrandola e, quindi, per darle modo di addentrarsi.
Ti lecchi alle labbra e abbandoni il capo appoggiandolo al vetro del finestrino.
Un giovane, con la sua moto accanto alla nostra macchina, ci osserva attentamente.
Il suo sguardo è puntato sulla mia mano che, lenta, annega fra le tue cosce.
Guardo lui, poi te e, quindi, ancora lui.
Un filo di enigmatica complicità scorre fra di noi.
Il ragazzo si fa intrepido e, come un galletto, allunga il collo a spiare la nostra intimità.
La sua moto è inclinata d’un lato.
Si tiene in equlibrio appoggiando un piede per terra e tenendo la moto con una mano.
Con l’altra si afferra il pacco e lo stringe riempendosi la mano.
Sta dicendo qualcosa che non afferro.
Abbassi il finestrino; ti conosco molto bene, hai voglia di sentire i suoi commenti, i complimenti e quelli che, per lui, sono insulti.
Ti fissa dritto negli occhi.
Verde!
Scivoliamo di nuovo nel traffico.
Senti le dita stringere e allentare la presa alla tua coscia.
Ho paura per il ragazzo che, appaiato a noi, segue più attentamente la mia mano fra le tue cosce che il traffico.
Tendo la mano e ti carezzo le tette.
So quanto lo adori. So quanto ami quando li stringo e li spremo con le mie forti mani.
Il mio sguardo viaggia fra te e il giovane della moto.
La mia mano scende lenta fino al tuo bacino.
Le tue cosce aperte mi invitano toccarti.
Sapienti le dita passeggiano e penetrano le grandi labbra.
Impertinenti slittano dentro.
Che porca che sei! Senti l’orgasmo già prossimo mentre abbandoni il capo al finestrino.
Ancora un semaforo.
Il giovanotto della moto si affianca alla macchina.
Senti più chiara la sua voce che, oltre ai complimenti, esterna i suoi più indecenti ed osceni desideri.
Ha un accento meridionale che non sai.
Lo sento, l’eccitazione sale alle stelle.
Le labbra della tua fica pulsano.
Lascio il traffico del centro alle nostre spalle e imbocco una strada quasi deserta e poco illuminata.
Accellero, fino a giungere alla fine della strada.
Ancora un semaforo, senza senso, senza un perché.
IL giovane, dalle spalle larghe e dai capelli neri, si affianca ancora a noi.
-Dai! Fatti guardare bottana! Lo so che ti piace.
Giri il capo verso di lui.
Lui scende dalla moto, si cala la zip e se lo prende in mano.
Non è come il mio, non così grosso, ma sembra duro come il granito.
Si avvicina al finestrino.
Spinge il cazzo verso di te.
Con la mano tremante, lo poggia sulla tua guancia.
Io poso la mano sul tuo capo e lo giro verso quella cappella vibrante.
L’hai sotto il naso, a sfiorare le labbra tue.
-Apri la bocca, fammi sentire la lingua, fammi sentire! Sucalo! Avanti cagna, succhialo!
Ti afferro per i capelli tirandoti il capo dentro l’auto.
è verde; riparto.
Dallo specchietto seguo la luce della moto del ragazzo che non molla e ci segue a ruota.
Coli umori.
Porti le mani sui miei pantaloni.
Li slacci.
Lo tiri fuori.
Non è duro.
Ti chini su di me.
Lo imbocchi.
Lo senti crescere.
Gonfiarsi.
Esagerarsi.
Diventare duro.
La mia mano sul tuo capo detta e comanda il ritmo.
Sempre più veloce, sempre più incalzante.
Ti riempio fino a soffocarti.
Lo senti fino in gola.
Alterno spinte delicate ad altre selvagge, se non violente.
Mi fermo e spengo il motore.
-Hai una bocca stupenda! Mi friggi il cervello, sai?!
Il giovanotto ci ha seguito fin qui.
-è palese il piacere che provi a succhiare.
Adesso il ragazzo ha posato la suo moto, si sta avvicinando.
E, di nuovo, le mie mani afferrano la tua testa e la portano al mio cazzone.
-Hai la bocca calda. morbida e soffice come una fica.
Il ragazzo si avvicina lento.
-Continua, succhia amore, succhia! Così, brava, bravissima; succhia!
Il ragazzo è quasi arrivato alla macchina.
La mia voce ti droga.
Quell’esagerato membro che ti scopa la bocca, ti rende schiava della lussuria.
E le mani che senti sollevarti la gonna ti rendono schiava della voglia di godere e far godere.
Ma di chi sono quelle mani sotto la gonna? Chi la sta sollevando? Chi ti sta carezzando le cosce?
-Piano, sii più lenta, se continui a succhiarlo così mi fai sborrare; fermati! Ero sicuro che non ti sarebbe dispiaciuto se avessi acconsentito al ragazzo di accarezzarti. Si sta masturbando per te.
-Fammi, fammi vedere il culo, avanti! Voglio guardallo adesso! Che polposo e tosto che deve essere. Amunì, fammelo taliare! Fammi vedere le natiche cagna.
-Non senti come ti implora? Mettiti in ginocchio sul sedile, su!
Ti ci metti.
Senti la gonna rotolarsi fin sopra i fianchi.
Le mie mani a serrarti il capo.
Quelle del ragazzo a prenderti per i fianchi.
La sua bocca si poggia sul culo.
La sua lingua slitta sotto di te.
-Più veloce, si, siiii vengo! Resta per come sei, è troppo arrapante vederti così, a pecorina, con lui a leccarti da dietro. Menalo, succhia ogni goccia, siiiiii! Godo amore, godooo!
La lingua del giovane è ruvida, inesperta, selvaggia e, a tratti, violenta.
Le mie mani afferrano nuovamente il tuo capo.
Lo sollevano, lo staccano dalla mia cappella.
Le mie labbra si avvicinano alle tue.
Senti la mia lingua insinuarsi e serpreggiarti in bocca.
Mentre quella del giovane cerca di entrarti, di penetrarti e scopare il buco del tuo culo.
Continua a leccarti e a masturbarsi sempre con più foga.
Ti giri verso di lui restando in ginocchio sul tuo sedile.
Porgi il culo verso di me, adesso.
Afferri il suo cazzo alla base stringendolo con forza.
La cappella sorge dal tuo pugno.
è lucida, umida e calda.
L’ammasso di carne che stringi in pugno ti esalta.
è duro come solo il cazzo di un ventenne sa essere.
Sembra ferro ardente da battere.
Poggi le labbra sulla sua cappella.
Chiudi gli occhi e la annusi. Ci passi sopra la lingua.
Te la strusci sulle guance.
Sulle labbra.
Sul collo.
E, ancora, le mie mani iniziano a smaniare dietro di te.
Apri la bocca.
Lecchi e avvolgi la sua cappella con la lingua.
Il ragazzo ti tira per i capelli per spingerti a prenderlo.
-Lascia fare a lei, godi delle sue labbra, rilassati e godi.
-Non son capace. non ce la faccio, ho solo voglia di sborrarle in bocca a questa buttana di tua moglie. Ora, adesso! Anzi, subbitissimo.
-Credimi, rilassati. lei è brava, è bravissima; è proprio una gran pompinara.
Le mie parole, per te, adesso, son peggio di fuoco sul fuoco.
Lo ingoi tutto fino alle palle.
Tenendolo tutto in bocca fai scivolare fuori la lingua per leccargli le palle.
Spingi sempre più giù, per fargli sentire sulla cappella la tua gola.
-Sei stupenda! che bottana, che troia che sei, succhiamelo, succhia, spompinami maiala!
Oh si! Ti senti porca come mai prima; ti piace.
Senti la mia lingua leccarti fra le chiappe.
Oddio! la mia è tutt’altra cosa, che sballo, vero?! Lo so che lo ami quando lo faccio.
Il ragazzo ti eccita!
-Dai continua, cos’, non ti fermare, sto per venire. Suca sangu miu, addattami la minchia! Sucamillo.
Senti il suo cazzo gonfiarsi sempre di più nella tua bocca.
è prossimo a venire.
Te lo sfili dalla bocca e te lo fai scivolare sotto il mento.
Le mie mani, intanto, ti prendono per i fianchi.
Senti la mia cappella a baciare le labbra succose della fica.
Inarchi la schiena.
Le mie dita toccarti la clito, poi la fica.
Entrarci dentro.
Uscire.
Passare sul buco del culo.
Ti reinfili il cazzo del giovanotto in bocca.
Riprendi a pomparlo, vai su e giù come una pazza.
Una mia mano ti spinge contro il ragazzo bloccandoti contro di lui.
Hai la fronte schiacciata contro il suo ventre.
Poggio la mia cappella contro il tuo buco del culo.
Rimani ferma.
Incastrata tra la mia cappella e il suo cazzo.
La più improbabile e stupenda delle posizioni.
Fai per andare indietro.
Senti il mio cazzo urtare e poi penetrarti il culo.
Vai in avanti e ti soffochi sul cazzo del ragazzo.
Lo riprendi tutto in bocca.
Lentamente torni indietro.
Scivolo tutto dentro di te.
Senti le mie palle baciarti la clitoride.
Torni in avanti per riaverlo tutto in gola.
Il mio cazzo scivolava via.
Ti fermi quando dentro il culo hai soltanto la cappella.
-Che pompinaraaaa siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, siiiiiiiiiiiii. Sangu miu ri ‘nà bottana, sto spacchiando! Sborro troia!
Sentirlo schizzare deve essere stupendo, fantastico, meraviglioso per te.
Pompi, per spremerlo come un limone.
Mentre ti impali sul mio cazzo.
Ti inculo mentre lui riempe di sborra la tua bocca.
Ti afferro saldamente i fianchi.
Inizio a martellarti il culo sempre con più impeto.
Senti che un altro orgasmo è prossimo.
-Che botte che dai! Fottimi, insultami, prendimi! Non resisto più, sto per godere, dai non fermarti. Ssiiii, ora, siiiiiiiiiiiii.
Urli mentre vengo dentro di te.
In lontanaza, un altro urlo!
Quella della sirena del 113!
Una spinta al ragazzo, tiri la portiera ed io col piede sull’accelleratore.
Il ragazzo è lì, corre di fianco alla macchina per qualche metro.
Poggi le labbra contro il finestrino a voler baciare quel giovane che tanto t’ha fatto godere.
La pioggia riprende a scendere e le luci della città investono i tuoi occhi.
Io canticchio una vecchia canzone e tu, tu adesso, beata e soddisfatta, hai solo voglia di una lunga doccia e di dormire.
-Non immagini, amore mio, quanto adoro queste passeggiate in macchina!
-Lo so amore, lo so.

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