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Racconti Erotici Etero

Milano – Roma – Milano

By 14 Maggio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Un lungo noioso viaggio di lavoro in treno. Visto il tempo e le condizioni delle strade forse &egrave stata la scelta migliore e poi durante il viaggio si può continuare a lavorare con il portatile, ma il treno &egrave un palla e non si può fumare.
Un lungo viaggio, con poche fermate. Il treno pieno. Poi improvvisa una piacevole sorpresa. Il posto davanti a lui viene occupato da una ragazza decisamente carina. Lui la studia e la osserva mentre ripone le sue cose nello spazio in alto.
Una fluente capigliatura mora, gli occhi scuri, le labbra carnose, indossa una sottile camicetta fatica a contenere i seni e sale scoprendole la pancia. La minigonna parecchio corta e piena di spacchi ha anche il difetto di avere la vita bassa. Le gambe ben tornite finiscono in un paio di decollete con il tacco abbastanza alto.
Il treno &egrave affollato alla stazione di partenza. Appena sente il treno in movimento Dago apre il suo portatile iniziando a lavorare sui dati che si &egrave portato con se. Ogni tanto alza lo sguardo verso la ragazza, una piacevole distrazione.
E’ mattina presto e il dondolio del treno facilita il sonno. Piano la ragazza si appoggia al finestrino e si addormenta. Gli scossoni del treno la portano pian piano ad assumere una posizione strana. Ogni volta che lui alza la testa dal suo portatile la vede scivolare sempre più giù, stortarsi tutta. Non so se vi &egrave mai capitato di viaggiare in treno e notare le posizioni che le persone sono in grado di prendere.
Continuando a lavorare ne segue le evoluzioni sorridendo, poi alla fine la ragazza cambia improvvisamente posizione, spostando il sedere verso il bordo del sedile e girandosi leggermente di lato con il busto.
Alla prima occhiata lui non nota nulla di particolare, poi nota una ‘macchia’ rosa. Un brivido lo scuote. No, non &egrave una macchia. L’assurda posizione, il seno piuttosto abbondante e la camicetta male allacciata scoprono una porzione abbondante del suo seno. Le sue dita sembrano improvvisamente incapaci di trovare come sempre a memoria i tasti. La concentrazione e la logica si squagliano come neve al sole e tutto diventa difficile. I suoi occhi oramai cercano di vedere sempre di più ed ora &egrave il suo turno di prendere posizioni sempre più assurde per vedere se riesce a infilarsi nella sua camicetta.
Solo in un secondo momento, quando tutti i suoi tentativi sono falliti, sposta lo sguardo più giu. La gonna rimasta impigliata nel sedile non ha seguito il resto del corpo scoprendo decisamente le sue gambe e il bordo di pizzo classico delle autoreggenti. Ora il brivido si fa più intenso, anzi, più che brivido si potrebbe iniziare a chiamarla erezione. Tocca a lui ora prendere posizioni strane e assurde, fingendo di dormire, per cercare di sbirciare sotto la sua gonna. Ma la posizione non &egrave delle migliori e con tutta la gente attorno &egrave ancora più difficile.
‘BOLOGNAAAAAAA ‘ stazione di BOLOGNAAAAAAAA ”
L’urlo del capotreno e la decisa frenata, scuotono il treno, compresa la ragazza che spalanca gli occhi su di lui. Si sente colto in flagrante con le mani, o meglio con gli occhi, nella marmellata. Arrossisce. Lei invece gli sorride dolcemente come se non si fosse accorta di nulla. Lui si ricompone. Il treno inizia a svuotarsi, attorno a loro sempre meno gente. Rimpiange i cari vecchi treni con gli scomparti e le tendine dove sono stati ambientate migliaia di peripezie erotiche che ha letto su internet. La modernità ha portato a vagoni unici con più di 40 persone tutte assieme.
Il treno riparte. La ninna nanna ricomincia e la ragazza cerca una posizione migliore girandosi tutta su un fianco, accavallando le gambe. Lui prova a ricominciare a lavorare, ma lei continua a muoversi e la gonna sembra salire continuamente fino a che le scopre il retro delle cosce. Ora non deve più indovinare: la ragazza porta un paio di autoreggenti nere, e tra le cosce, avvolto da un sottile strato di tessuto nero, si nota quel rigonfiamento di carne che &egrave la tortura e la felicità di tutti gli uomini. Le dita continuano a battere tasti a casaccio mentre i suoi occhi non riescono a schiodarsi dal panorama che ha di fronte. E ogni volta che la ragazza si muove sembra volerlo mettere sempre più in mostra. Deglutisce a fatica e nei pantaloni oramai ha una dolente erezione che per giunta si &egrave incastrata in una piega dei boxer. Sposta la mano cercando di iniziare a sistemare il tutto con indifferenza quando lei improvvisamente spalanca gli occhi. Il viso di Dago si imporporisce immediatamente. Sorride ‘Tutto bene ?’ la sua voce assonnata suona dolce e sensuale nello stesso momento. La sua mano seminascosta dal portatile sente la sua carne pulsare. ‘Si si ‘ grazie ” si affretta a dire cercando di fare intendere che sia tutto a posto.
Lei sorride ancora una volta, poi richiude gli occhi, si muove ancora, accavallando maggiormente le gambe e scoprendo maggiormente quel delizioso rigonfiamento.
Una parte del cervello di Dago si permette di rivalutare immediatamente i viaggi in treno, altroché noiosi.
‘FIRENZEEEEEEEEEE ‘. Stazione di FIRENZEEEEEEEEEEE ”
Il treno si sveglia una seconda volta, la gente si muove la ragazza si ricompone. Si alza, sembra debba scendere, infila il cappotto e si allontana.
Lui guarda il suo portatile e il rigonfiamento che nasconde. ‘Torniamo al viaggio versione noiosa’ pensa. Guarda fuori dal finestrino. La sua mente ricorda la ragazza nelle posizioni scosciate, immagina cosa avrebbe desiderato farle ‘ dirle .. ‘Pirla ‘ ‘ Si riscuote mormorando a mezza voce.
Il treno riparte ancora una volta e lui torna a concentrarsi sul monitor rileggendo righe di codice per cercare di ricordare cosa stava facendo e dove era arrivato. Un’ombra. La ragazza che ritorna, toglie nuovamente il cappotto, ma questa volta &egrave più vicina a lui. Il sospetto che lei lo stia provocando inizia prendere lo sfiora. La ragazza si siede con in mano una bottiglietta d’acqua. Lo guarda e sorride mentre la stappa. Lui sorride per educazione, imbambolato resta a guardarla. La bottiglia che si avvicina alle sue labbra che piano, si schiudono, avvolgono il collo.
Forse &egrave lui che oramai &egrave in preda ad allucinazioni erotiche ma ha la netta impressione che lei stia mimando una fellatio in piena regola. La carne ricomincia a pulsare e il codice torna a confondersi tutto.
‘Va anche lei a Roma?’ la sua voce suadente lo strappa da quel mondo immaginario dove la bottiglietta era diventato rosa e di diversa forma.
‘Mi scusi ? ah si ‘ vado a Roma’
Le ultime due ore del viaggio le passano piacevolmente chiacchierando, con lei che ogni tanto si muove, fa qualche gesto particolare continuando a tenerlo su un sottile filo di tensione, aiutata da quella suo voce suadente, calma, quasi un flauto fatato.
‘ROMAAAAAAAAAAAA ‘. Stazione de ROMAAAAAAA’
Uno strillo che rompe un incantesimo fatato. Lui guarda il computer. La presentazione non &egrave finita ma dovrebbe bastargli il tempo che manca all’appuntamento. Poi in qualche modo se la caverà come sempre.
Si salutano, lui la aiuta a recuperare il cappotto, la lascia scendere per prima, seguendola con lo sguardo e con la mente mentre lei cammina sculettando lungo la banchina della stazione. Poi escono da due uscite diverse.

Il tempo &egrave bastato a concludere la presentazione, un po’ sul taxi e un po’ mentre aspettava che arrivasse il cliente. La presentazione aveva ottenuto l’effetto desiderato, anche se il tutto si era dimostrato meno facile del previsto. Il cliente aveva chiesto continue modifiche al progetto e la messa a punto del tutto aveva richiesto cosi tanto tempo da fargli rischiare di perdere il treno.
In stazione era arrivato giusto qualche minuto prima della partenza così aveva deciso di salire sulla prima carrozza e risalire lungo il treno fino al suo posto.
Stranamente il treno &egrave praticamente vuoto. La sua carrozza, deserta.
Stanco e affaticato dalla corsa aveva raggiunto il suo posto, piegato il cappotto e riposto tutto ordinatamente negli appositi spazi. Il posto di fronte al suo occupato solo da un cappotto che gli ricorda qualcosa. Lo osserva distratto, in fin dei conti i cappotti sono tutti simili.
Siede al suo posto e accende il suo portatile pronto a battere la relazione dell’appuntamento.
Il treno parte. Le dita iniziano a viaggiare sulla tastiera. La tensione inizia finalmente ad andarsene. Un’ombra gli passa vicino ‘Buonasera ‘ ancora lei?’
Prima ancora di girare la testa verso di lei riconosce il suono della sua voce, il suo profumo. ‘Buonasera ‘ potrei dire la stessa cosa’ dice con un sorriso, mentre dentro di lui si accende la speranza che lei ripeta almeno lo stesso show dell’andata.
‘Spero che sia and

ato bene il suo appuntamento ”
Si alza per permetterle di accomodarsi al suo posto ‘Si grazie ‘ un po’ più difficile di quello che mi aspettavo ma ‘ andato tutto bene ‘ Lei? Le sue ‘ faccende ‘ andate tutte bene ?’
Sul viso della donna si dipinge un sorriso malizioso ‘Si ‘ ho soddisfatto tutte le richieste del mio cliente ‘ mi ha dato anche la mancia’
La frase suona leggermente ambigua nelle sue orecchie ma una volta seduta lei accavalla le gambe e lui si distrae come all’andata.
C&egrave una grande differenza rispetto al viaggio precedente. All’andata lei dormiva, o cosi sembrava, adesso lei lo sta fissando, e sembra che le provocazioni adesso siano volontarie, premeditate.
Il computer &egrave sulle sue gambe come sempre, ma le dita non riescono a muoversi. Lo sguardo fermo su di lei, cerca di restare nei suoi occhi ma continua a sfuggire alla ricerca delle parti del corpo di lei scoperte.
‘Non fare il timido ‘ &egrave da questa mattina che non fai altro che curiosare sotto la mia gonna’ mentre le dice apre piano le gambe, una mano solleva appena la gonna in modo che lui possa avere una visione migliore del suo ridottissimo tanga e delle sue gambe.
Dago deglutisce, diventa rosso, si sente come un bambino colto con le dita nella marmellata ‘ e che marmellata.
Lei lo vede impacciato, sorride, la sua voce diventa un caldo sussurro.
‘Adesso non c&egrave nessuno con noi ‘ hai voglia di giocare con me?’
‘Gi ‘giocare? ‘ si ‘ come ‘ dove ”
‘Non ti muovere da li ‘ dimmi cosa vuoi che faccia per te ‘ e io lo faro ‘ ‘
A quelle parole gli sembra di avere ricevuto un elettrochoc. Le sue fantasie litigano per essere la prima scelta, gli occhi che continuano a muoversi sul corpo di lei cercando di scegliere, decidere.
‘Posso chiedere ‘ tutto?’
‘Tutto ‘ sarò il tuo giocattolo fino all’arrivo’
Le mani sulla tastiera hanno un fremito, si lecca distrattamente le labbra, lei lo imita provocando immediate reazioni nei suoi pantaloni.
‘La gonna, alzala di più ‘ voglio vedere meglio’
Lei non smette di guardarlo, il suo sorriso &egrave furbo, le dita lentamente alzano di più la gonna scoprendo completamente le autoreggenti, il sesso a malapena coperto dal sottile e piccolo tanga.
‘Va bene cosi ?’
‘Si meglio ‘ ora ”
Ora &egrave difficile parlare. Il sangue si &egrave allontanato dal cervello, concentrandosi tutto nei pantaloni. L’erezione &egrave rapida quanto dolorosa, mentre fantasie e desideri si ingarbugliano incapaci di trasformarsi in frasi da pronunciare.
Lei lo guarda negli occhi e sa gia cosa fare. Le dita sottili e affusolate spostano il tanga, scoprendole il sesso curato, una sottile striscia di peli ad incorniciare le labbra rosse e umide. ‘Ora ‘ la vedi meglio ‘ gli sussurra.
‘Si ‘ no ‘ – deglutisce ‘ aprila, giocaci ‘ –
Ora &egrave come se entrambi fossero in uno stato di trance: lei ipnotizzata dal piacere delle sue dita e dal potere che gli da avere tutta l’attenzione dell’uomo per se; lui semplicemente da quella figa, curata, aperta e visibilmente bagnata.
Il portatile che si chiude, scivola sul sedile vicino, fa per muoversi.
‘No!’ la voce di lei &egrave un sussurro imperioso. ‘Puoi guardare, chiedere ‘ ma se ti avvicini ‘ urlo.’
Il viso avvampa, rabbia e desiderio che si mischiano, le mani si stringono convulsamente in un pugno. Vorrebbe urlarle in faccia che &egrave una stupida puttana ma lei glielo aveva detto e quella figa li a poca distanza &egrave irresistibile. Alza gli occhi cercando quelli di lei ‘Schiaffeggiala’ l’illuminazione &egrave arrivata improvvisa, se non può averla, farà in modo che lei se ne penta ‘A mano aperta, datti delle gran pacche sulla figa’ La voce ha perso il tono educato, &egrave dura, non cela la rabbia ma nemmeno il desiderio.
La ragazza, anche se non si aspettava un cosi improvviso cambio di atteggiamento ubbidisce. Allarga le gambe al massimo e inizia a colpirsi la figa. Stringe i denti ai primi colpi, poi inizia a gemere ad ognuno. Sempre più forte.
‘Fermati ora. Stai provando troppo piacere!’ Questa affermazione la prende ancora di più alla sprovvista. Ora si sente veramente un giocattolo nelle mani di quell’uomo, ora una parte di se vorrebbe fermarlo, ma quello che sente tra le cosce &egrave troppo forte. ‘Girati e inginocchiati sul sedile, alza la gonna e mostrami il tuo culo’
Lei esegue, deglutisce, quella voce che gli entra nel cervello e prende il comando del suo corpo.Lei abituata ad ottenere tutto quello che vuole dagli uomini. ‘Ora scopati per me con le dita ‘ usane almeno due ‘ voglio vederle entrare completamente ‘
Un velo di umiliazione &egrave quello che si vede negli occhi della ragazza mentre volta la testa a guardarlo e le dita eseguono i suoi ordini. Lui nel frattempo ha fatto uscire il cazzo dai pantaloni, la mano che si muove su e giù lungo l’asta oramai dura.
Ma il treno vola incurante delle loro fantasie e di quello che succede in quella carrozza deserta.
‘FIRENZEEEEEEEEEE ‘. Stazione di FIRENZEEEEEEEEEEE ”
L’urlo dagli altoparlanti interrompe quello stato di trance. Rapidi si ricompongono aspettando che il treno riparta. I cuori che battono forte, l’eccitazione che domina i loro pensieri.
Il treno riparte, il controllore che passa a controllare i biglietti. Un velo di rossore che dipinge i visi di entrambi, quando tutti e due pensano ‘se fosse passato qualche minuti prima’
I due che continuano a fissarsi, la tensione che non vuole scemare. Lei scatta per prima. In ginocchio tra le sue gambe, lo blocca, le mani subito slacciano i suoi pantaloni e si impossessano del suo cazzo. La bocca a pochi millimetri dalla sua asta di carne, gli occhi fissi in quelli di lui.
‘Mi hai eccitata come nessun uomo prima ‘ ora, la pagherai!’
Non &egrave nei suoi programmi concedergli il tempo di rispondere e ingoia il suo cazzo stringendolo tra le sue labbra, succhiandolo con foga e rumorosamente, mentre le mani cercano di impossessarsi delle sue palle.
L’azione di lei &egrave qualcosa che Dago non si aspettava. Fino a quel momento aveva dato solo l’impressione che volesse giocare con lui, senza passare a qualcosa di pratico. Ora quelle bocca che si impossessa di lui lo manda in orbita. Allunga le mani e slaccia la camicetta come desiderava fare da questa mattina, le mani che si infilano nel reggiseno obbligando i seni a uscire. Prendendola con forza per i capelli la obbliga a liberare il fallo da quella piacevole morsa. ‘Mettitelo un po’ tra le tette’
La sua voce, la sua forza, tornano a farla da padrona. Senza nemmeno discutere lei stringe quel cazzo duro e bagnato di saliva tra i suoi seni, iniziando a massaggiarlo con vigore quasi supplicasse che sborri tra le sue colline.
Ma il destino ha altro in mente.
‘BOLOGNAAAAAAA ‘ stazione di BOLOGNAAAAAAAA ”
Tutto si interrompe di nuovo. Ancora una volta cercano di ricomporsi
Il treno riparte. I visi e i corpi sono sempre più accaldati
Il controllore che ripassa e ad entrambi da l’idea che li guardi in modo particolare.
Il treno riparte. Nessuno anche questa volta sale sulla loro carrozza.
Gli sguardi restano fissi uno sull’altro. Il respiro di entrambi e affannoso. Sembrano due felini che aspettino l’autorizzazione a lanciarsi l’uno sull’altro.
Il treno parte, i due continuano a fissarsi mentre la tensione e il desiderio crescono.
Dago si lancia su di lei, la bacia con foga, mentre le mani cercano di spogliarla ed infilarsi in ogni dove.
Lei lo lascia fare per un po’, poi approfittando di una curva lo spinge sul suo sedile e gli salta in braccio.
Le mani di entrambi, furiose, vanno alla ricerca di tutto quello che desiderano. Lei gli sbottona i pantaloni e fa uscire quel cazzo che ha tanto gustato. Lui le solleva la gonna e sposta le mutande . Tutto sembra organizzato e studiato. Lei pilota la sua minchia in mezzo alle sue cosce e si impala con un gesto secco e deciso.
Lui si inarca a quel gesto piacevole e doloroso nello stesso tempo. Le mani sui suoi fianchi la spingono ancora più giù, quasi avesse paura che lei volesse solo fargliela assaggiare e poi farlo soffrire. Ma oramai si sono troppo eccitati entrambi.
Il rollio del treno. I baci e i morsi, che si alternano e diventano sempre più focosi. Le mani che non smettono di correre suoi corpi, dentro i vestiti. Le spinte, di lei e di lui, un lento crescendo. Il treno che corre e il tempo che sembra non avere dimensione.
L’orgasmo li travolge come un’onda improvvisa, scuotendo i corpi, lasciandoli avvinghiati uno sull’altro, l’uno dentro l’altro. Le bocce vicine, che si baciano, gli aliti accelerati e i gemiti sussurrati ad ogni lieve scossone del treno.
‘MILANOOOOOOOOOOOOO ‘ Stazione di MILANOOOOOOOOOOO’.’
I due scoppiano a ridere. Lei lo stringe e lo bacia prima di sfilarsi ‘Ti conviene ricomporti prima che passi il capotreno.’
Giusto il tempo di fare risalire la zip mentre guarda lei ricomporsi rapidamente, che la gente inizia a scorrere lungo la carrozza per avvicinarsi il più possibile alla fine del treno.
Pensieri, desideri, emozioni, voglie. Tutto si mischia creando il nulla. Continua a fissarla.
‘Casa mia non &egrave lontana dalla stazione’ riesce a mormorare mentre infila il portatile nella sua valigetta. Quando trova il coraggio di guardarla lei lo fissa con lo sguardo di chi sta studiando attentamente un avversario. Sospira. ‘Si, vorrei continuare quello che abbiamo iniziato, mi sembrerebbe stupido prenderti in giro!’ Lo sguardo e il tono sono tornati sicuri, caldi ‘E non sono cosi sprovveduto da non avere capito che mestiere fai !’
Lei sorride, si alza a prendere il cappotto, lo guarda mentre se lo allaccia ‘Quindi pensi che potrei essere solo un problema di ‘ cifra?’
Anche lui si alza, i corpi sono nuovamente vicini, le labbra sono nuovamente troppo vicine. ‘Se tu vuoi ridurlo ad un problema di ‘ cifra ” le cinge la vita e la tira a se. La bacia, le morde il labbro inferiore. ‘Ma io non credo che sia una semplice questione di affari ‘ ‘ la fissa per un secondo, la lascia. Il treno frena, una lunga frenata. Lui si avvia lungo il corridoio tra i sedili. Si ferma davanti alla porta giusto pochi secondi prima che si apra. I nervi e i sensi tesi a cercarla ovunque lei sia. Il nervoso che cresce non sentendola arrivare. La mano che stringe sempre più la maniglia della valigetta ed una voce che da dentro urla sempre più forte ‘Sei un pirla!’
Cammina lungo la banchina, oramai arrivato alla stazione. Il cuore che batte sempre più forte e quella voce che diventa quasi un urlo nella sua testa.
Tac, tac, tac, tac, tac. Il cuore che si ferma. Quel rumore di tacchi femminili alle sue spalle. I sensi che si risvegliano improvvisi. Il profumo di lei che come un lazoo lo cattura. Rallenta il passo, con la coda dell’occhio la vede arrivare al suo fianco, la sente infilare una mano sotto il suo braccio ‘Credo che dei soldi possiamo discutere con calma più tardi’ gli dice sorridendo.
Il braccio scivola a cingerle la vita, stringendola a se.
‘Sono sicuro che troveremo una accordo’ ricambia il sorriso, la bacia.
Solo una scalinata li separa dal taxi che li porterà a casa sua

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